Comments
Transcript
I TUMORI DELL`ETÀ PEDIATRICA: QUALI CURE DOPO LA
COMUNICATO STAMPA I TUMORI DELL’ETÀ PEDIATRICA: QUALI CURE DOPO LA GUARIGIONE Esperti a confronto in memoria di Filippo Ambrosoli Milano 19 gennaio 2012 - Le strategie terapeutiche adottate dagli anni ’80 nella cura delle leucemie e dei tumori solidi dell’età pediatrica hanno portato un costante e continuo miglioramento prognostico soprattutto per leucemie, linfomi, tumori embrionali, sarcomi dell’osso e delle parti molli. Gli studi di sopravvivenza indicano che, nei paesi occidentali, oltre il 70% dei pazienti con tumore pediatrico è vivo a 5 anni dalla diagnosi: oggi 1 individuo adulto su 1000 è una persona guarita da un tumore dell’età infantile. Il monitoraggio e il bilancio di salute dei bambini/adolescenti, che rappresentano il successo dell’oncologia pediatrica, hanno messo in luce però alcune tematiche relative a eventuali effetti tardivi delle terapie antitumorali. Tali effetti, più o meno rilevanti, possono influire sulla qualità di vita degli individui guariti. Questo il tema del convegno che, dedicato a Filippo Ambrosoli, prematuramente scomparso, vuole fare il punto sulla gestione delle tematiche relative a possibili sequele su funzioni o apparati (sequele endocrine, cardiologiche, riproduttive, motorie, cognitive, psicologiche) e sui problemi di tipo sociale e lavorativo rendendo consapevoli questi individui e i loro curanti sulle opportunità di possibili azioni preventive e di controllo rivolte alla migliore gestione della loro salute. “Sono grata alla famiglia Ambrosoli, afferma la dr.ssa Franca Fossati-Bellani presidente del Convegno, già direttore S.C. Pediatria Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori Milano e attualmente presidente della Sezione di Milano della LILT, e in particolare alla Signora Annalori mamma di Filippo, curato nel 1982 all’Istituto dei Tumori di Milano, di avermi consentito di realizzare queste giornate di lavoro grazie ai fondi raccolti dalla mostra dell’opera grafica di suo figlio. L’argomento mi sta molto a cuore. Tuttora sento e incontro ex pazienti guariti, ormai adulti, che mi espongono problematiche di vita e di salute, più o meno importanti, cui altri fanno fatica a dare risposta. Sono felice di ascoltarli, di dare loro consigli quando necessario e di aiutarli. Ora come presidente della LILT di Milano che ha come principio ispiratore Prevenire é vivere, vorrei che la prevenzione degli aspetti relativi alle conseguenze a breve, ma soprattutto a lungo termine delle cure oncologiche, abbiano la giusta rilevanza e che i nostri ex pazienti possano avere consapevolezza su quanto necessario per la loro migliore qualità di vita.” Il convegno è indirizzato non solo a chi conosce le tematiche dell’oncologia pediatrica ma anche e soprattutto a tutti coloro, medici e non, che nel loro percorso professionale potranno incontrare un adulto guarito da un tumore infantile. “Queste due giornate, nel ricordo di Filippo, creduto perso per un tumore a 13 anni, poi guarito e nuovamente perso a 40, forse per il carico terapeutico subito in tempi pionieristici dell’oncologia pediatrica, dice la dr.ssa Maura Massimino, direttore S.C. Pediatria Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori Milano, vogliono essere la manifestazione dell’interesse che noi medici abbiamo, non solo per i numeri dei pazienti guariti, ma anche per la qualità della loro guarigione. Vorremmo, insomma, che se i pazienti non possono dimenticare di essere stati ammalati, siano comunque felici di essere guariti e portino sempre meno con sé il segno della malattia e delle cure. Molte cose sono cambiate dal 1982, quando Filippo si ammalò, ad oggi, continua la dr.ssa Massimino. Queste due giornate sono la testimonianza di come la scienza, la cultura e l’amore per la vita possano e debbano accompagnare il lavoro dell’oncologo pediatra per rendere meno gravoso, innanzitutto il peso della malattia, ma poi, sicuramente, anche quello delle cure e dei loro effetti collaterali.” E allora quali sfide oggi per le leucemie e i tumori solidi del bambino e adolescente? “E' improbabile, dichiara il prof. Andrea Biondi direttore Clinica Pediatrica Università Milano Bicocca, Monza Fondazione MBBM, che ulteriori miglioramenti dei risultati possano venire dalla intensificazione dei trattamenti. Abbiamo bisogno di farmaci nuovi e di approcci innovativi che siano sempre più specifici per la malattia e quindi risultino nel tempo meno gravati da effetti collaterali a breve e lungo termine. Decifrare tutte le alterazioni genetiche di ogni singolo paziente è oggi la grande speranza non solo per poter classificare sempre meglio i diversi tipi di tumore e leucemie ma anche per poter offrire opportunità per poter aggredire solo la cellula tumorale risparmiando i tessuti normali. La scommessa è dunque quella di avere sempre più bambini guariti e sani! Essere “normali”, infatti, non eroi o santi, è quello a cui noi tutti aspiriamo, ed i nostri pazienti con noi.” “L’obiettivo finale del percorso di cura di un bambino con tumore è che possa diventare una persona adulta, resiliente, autonoma e con un’ottima qualità di vita sotto l’aspetto sanitario e sociale, afferma il dott. Momcilo Jankovic responsabile U.O.S. di Day Hospital di Ematologia Pediatrica Fondazione MBBM Ospedale S. Gerardo di Monza. La Società deve essere informata ed accettare il fatto che i tumori pediatrici sono curabili e guaribili e che negli ultimi 30 anni sono stati ottenuti importanti progressi nelle cure dei bambini con tumore e che ormai molte centinaia di migliaia di pazienti hanno fermato le cure antitumorali, stanno o hanno già completato il loro programma scolastico, si avviano nell’età adulta e vivono una vita piena come membri attivi della nostra società. Quindi i soggetti guariti dovrebbero avere possibilità di accesso ad una adeguata istruzione, a posizioni lavorative, assicurazioni e assistenza sanitaria uguali a quelle dei loro pari età. E’ il successo dei nostri ragazzi”. Simona De Giuseppe Comunicazione e Ufficio Stampa LILT - Sezione Provinciale di Milano tel. 02 49521134 [email protected]