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Oncologia pediatrica prima parte
ONCOLOGIA PEDIATRICA Il ruolo del pediatra di base nell’assistenza al bambino con tumore Dr Guido Pastore Struttura Organizzativa Semplice di Oncologia ed Ematologia Pediatrica ASL 11 Vercelli 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. I TUMORI MALIGNI NEI BAMBINI SONO UN EVENTO RARO o un bambino ogni 600 sviluppa un tumore nei primi 15 anni di vita. o ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 1400 casi di tumori di cui 90-95 in Piemonte o un pediatra diagnostica nella sua vita professionale 1-5 casi di tumori maligni o di leucemie. I TUMORI MALIGNI NEI BAMBINI SONO UN EVENTO RARO o un bambino ogni 600 sviluppa un tumore nei primi 15 anni di vita. o ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 1400 casi di tumori di cui 90-95 in Piemonte o un pediatra diagnostica nella sua vita professionale 1-5 casi di tumori maligni o di leucemie. Evoluzione dell’Oncologia Pediatrica ANNI ‘60 o Prognosi rapidamente infausta. o Armamentario terapeutico limitato. o Trattamenti non codificati. o Atteggiamento rinunciatario. Evoluzione dell’Oncologia Pediatrica ANNI ‘70 o o Sviluppo di efficaci. farmaci antitumorali Nascita di centri specializzati per il trattamento di queste patologie. o Approccio multidisciplinare. o Formulazione di protocolli specifici. Evoluzione dell’Oncologia Pediatrica ANNI ‘80 o Sviluppo di terapie più efficaci, ma con effetti secondari importanti. o Si registra un ulteriore miglioramento della prognosi. o Inizia a porsi il problema dei costi della sopravvivenza: quantità di vita o qualità di vita. Evoluzione dell’Oncologia Pediatrica ANNI ‘90 Si assiste ad un ulteriore miglioramento della prognosi. o Attenzione a limitare i danni delle terapie senza tuttavia ridurre la probabilità di sopravvivenza. o Attenzione alla qualità di vita, inserimento sociale (scuola, mondo del lavoro), matrimoni e figli. o 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. Il Registro dei tumori maligni infantili del Piemonte (RTIP) E’ il primo e più ampio registro tumori pediatrico di popolazione nell’Europa meridionale. Raccoglie informazioni anagrafiche e cliniche sui bambini di età 0-14 anni residenti in Piemonte a cui è stato diagnosticato un tumore maligno: dal 1967 al 2001 3402 casi. Raccoglie in modo attivo i casi e ne controlla l’esistenza in vita presso le anagrafi. Leucemie E’ il primo e più ampio registro tumori pediatrico di popolazione nell’Europa meridionale. Raccoglie informazioni anagrafiche e cliniche sui bambini di età 0-14 anni residenti in Piemonte a cui è stato diagnosticato un tumore maligno: dal 1967 al 2001 3402 casi. Raccoglie in modo attivo i casi e ne controlla l’esistenza in vita presso le anagrafi. Distribuzione dei casi per tipo di tumore negli anni 1967-2001 LEUKAEMIA 5% CNS TUMOURS 11% 6% 33% NB LYMPHOMA 5% RENAL TUMOURS STS 9% 8% 23% BONE TUMOURS OTHER Age-specific IRs by tumour type Males and Females 1967-2001 100 90,6 80 0 years 60 5-9 years 45,2 40 1-4 years 57,3 38,4 27,6 10-14 years 38,9 36 28,5 21,9 22,2 20,3 20 5,5 4,9 2,1 2,5 1,5 0 LEUKAEMIA CNS T. NB HD 12,2 7,9 5,2 7,5 0,8 NHL 17 15,1 6,3 4,5 1,6 0,6 0,8 RENAL T. BONE T. 17,3 9,7 8,1 7 STS Standardized IRs by tumour type and sex 1967-2001 60 51 50 males females 45,9 40 36,3 30,4 30 20 11,5 9,3 10 9,9 9,3 4,9 3,4 5,9 7,5 8 8,6 9,3 7,7 0 LEUKAEMIA CNS T. NB HD NHL RENAL T. BONE T. STS Tutti i tumori maligni, trend temporali dei tassi di incidenza in Piemonte Pred. IR Obs. IR 250 EAPC = 1.3 (1.0;1.7) 200 10-14 years 150 100 1970 1970 1980 1980 1990 2000 1990 Year 2000 Leucemie, trend temporali dei tassi di incidenza in Piemonte Pred. IR Obs. IR 80 EAPC = 1.0 (0.4;1.6) 60 40 20 1970 1980 1990 Year 2000 Leucemia linfatica acuta, trend temporali dei tassi di incidenza,Età:1-4A Pred. IR Obs. IR EAPC = 1.8 (0.5;3.2) 150 100 50 1970 1980 1990 Year 2000 Tumori cerebrali, trend temporali dei tassi di incidenza in Piemonte Pred. IR Obs. IR 80 EAPC = 2.3 (1.6;3.1) 60 40 20 1970 1980 1990 Year 2000 Neuroblastoma, trend temporali dei tassi di incidenza in Piemonte, età: 0 anni Pred. IR 200 Obs. IR EAPC = 4.8 (2.5;7.2) 150 100 50 0 1970 1980 1990 Year 2000 Conclusioni Nel periodo 1967-2001 in Piemonte si sono rilevati Aumenti dei tassi di incidenza per tutti i tumori nel loro insieme Aumenti dei tassi di incidenza: Leucemie, tutti i tipi e tutte le classi di età Leucemie linfatiche acute nella classe di età 1-4 anni Tumori cerebrali (miglioramento diagnostico) Neuroblastoma (ecografie in gravidanza) Diminuzioni dei tassi di incidenza per i Linfomi NH I dati sono in accordo con i dati della letteratura Tutti i tumori , trend temporali dei tassi di mortalità in Piemonte. Leucemia linfatica acuta, trend temporali dei tassi di mortalità in Piemonte. L.L.A. - Curve di sopravvivenza Registro dei Tumori Infantili del Piemonte 1995-’98 1990-’94 1985-’89 1980-’84 1975-’79 1970-’74 anni dalla diagnosi Sopravvivenza dei bambini europei affetti da leucemia linfatica acuta 1993-’97 1988-’92 1983-’87 1978-’82 1973-’77 anni dalla diagnosi T cerebrali Curve di sopravvivenza Registro dei Tumori Infantili del Piemonte % 100 90 1990-’94 1995-’98 80 70 60 50 1985-’89 1980-’84 1975-’79 40 30 1970-’74 20 10 0 5 10 15 anni dalla diagnosi 20 25 30 Fattori di rischio dei tumori pediatrici Fattori ambientali 1. Radiazioni ionizzanti 2. Sostanze chimiche 3. Virus Fattori genetici/ ereditari Radiazioni ionizzanti IN UTERO PER LA TERAPIA DI MALATTIE NON TUMORALI PER LA TERAPIA DEI TUMORI Campi elettromagnetici (?) Sostanze chimiche Esposizione occupazionali dei genitori Farmaci antitumorali Benzene Inquinamento ambientale Virus Virus dell’epatite B e C Epstein-Barr virus HIV I TUMORI MALIGNI IN ETA’ PEDIATRICA POSSONO ESSERE SPIE DI MALATTIE EREDITARIE TUMORI EREDITARI TUMORI alterazioni di geni che regolano crescita e differenziazione delle cellule somatiche TUMORI EREDITARI la mutazione interessa le (o familiari) cellule germinali I tumori ereditari si distinguono per: precoce età alla diagnosi tumori bilaterali/multipli anamnesi familiare positiva IL RUOLO DEI FATTORI EREDITARI La quota di tumori ereditari è limitata (3-5%). Tuttavia, i portatori di geni responsabili dello sviluppo di neoplasie ereditarie hanno una probabilità di ammalare molto elevata (RB1: RR=1000). La frazione di casi ereditari mostra grande variabilità tra i diversi tipi di tumori. QUOTA EREDITARIA DI ALCUNI TUMORI PEDIATRICI Carcinoma adrenocorticale 50% Glioma del chiasma 45% Retinoblastoma 40% Feocromocitoma 25% Tumore di Wilms 3-5% Leucemie 2-5% Tumori cerebrali 1-3% ANOMALIE CROMOSOMICHE COSTITUZIONALI La mutazione avviene a livello delle cellule germinali di uno dei genitori che presenta un assetto cromosomico normale. Associati con malformazioni congenite e/o con deficit dello sviluppo psicomotorio. Sindrome di Down (trisomia del cromosoma 21): rischio di sviluppare una leucemia entro i 5 anni di età: 2.1% (RR 20), entro i 30 anni: 2.7% rapporto LLA/LNLA 60:40 pop. gen. 80:20 ANOMALIE DEI CROMOSOMI SESSUALI Sindrome di Morris, disgenesie gonadiche. Individui con cromosoma Y e fenotipo femminile sono a rischio di gonadoblastomi e tumori delle cellule germinali. Sindrome di Klinefelter (47XXY) rischio di disgerminomi, tumori germinali extragonadici e tumori mammari. ANOMALIE CROMOSOMICHE STRUTTURALI - I Delezioni interstiziali che possono causare coinvolgere uno o più geni contigui. Sindrome WAGR, Aniridia, Anomalie Genitali, Ritardo Mentale e Tumore di Wilms delezione 11p13, gene WT1 i bambini con aniridia sporadica devono essere sottoposti ad analisi cromosomica. Sindrome di Denys-Drash: AD, missense codon WT1. Proposta di screening con eco addome ogni 4 mesi fino all’età di 5 anni. ANOMALIE CROMOSOMICHE STRUTTURALI - II Sindromi da eccesso di crescita: Sindrome di Beckwith-Weidemann (macroglossia, ernia ombelicale, ipoglicemia, organomegalia) Emiipertrofia (asimmetria corporea) Sindrome di Sotos (gigantismo e ritardo psicomotorio) Sindrome di Beckwith-Weidemann (SBW) sindrome il gene BWS è localizzato nella regione 11p15 disomia 2 da delezione di geni contigui uniparentale paterna fenotipi clinici in cui può prevalere: 1. emiipertrofia - associata a molti tipi di tumori (RR: 4.6) - questi bambini non presentano rischio di sviluppare un secondo tumore maligno 2. nefromegalia - associata a WT (gene WT2?) (RR: 7.2). SBW: rischio oncogeno Circa il 7% dei bambini con SBW sviluppano un tumore: l’incidenza è di 0.027 casi/anno. Ogni 100 bambini con SBW, seguiti fino all’età di 4 anni, sono diagnosticati: 6 casi di nefroblastoma (WT) (RR: 816) 5 casi di epatoblastomi (HB) (RR: 2280) 1 caso di neuroblastoma (NB) (RR: 197) SBW: diagnosi precoce Decisione di avviare uno screening: 1. identificazione di gruppi ad alto rischio 2. riduzione della mortalità/morbilità 3. valutazione dei costi 4. accettazione da parte delle persone coinvolte La cadenza temporale dello screening si basa sul tempo di duplicazione del tumore (WT: 1-3 settimane) e sulla possibile anticipazione della diagnosi (lead-time) nell’ipotesi che si associ ad un miglioramento della prognosi . SBW: periodicità dello screening WT: TC alla diagnosi ed eco addome ogni 36 mesi fino all’età di 7-8 anni. HB: AFP ogni 3 mesi(?) fino all’età di 3 anni. La sopravvivenza dipende da: - precocità della diagnosi - radicalità dell’intervento chirurgico - dimensione del tumore. NB: Screening non raccomandato perché la sopravvivenza è correlata a fattori biologici (età, amplificazione MYC, del cromosoma 1) non associati alla precocità della diagnosi. MALATTIE AUTOSOMICHE DOMINANTI - Numerose generazioni affette da uno o pochi tipi di tumori. - Trasmissione da genitore a figlio. - Età alla diagnosi più precoce rispetto ai casi sporadici. - Maggiore frequenza di tumori multipli o bilaterali. - Penetranza variabile: possibilità che una persona portatrice del gene non manifesti il tumore. Retinoblastoma (RB) gene RB1 localizzato nella regione 13q14 40% dei RB associati ad una mutazione germline, nella maggior parte de novo il rischio di ricorrenza nei figli di genitori affetti da RB è del 45% maggior rischio di tumori maligni secondari possibilità bambini di diagnosi prenatale a rischio fundus ogni 2-3 mesi per 2 anni, poi ogni 4-6 mesi Sindrome di Li-Fraumeni (SLF) Gli individui affetti SLF presentano sarcomi, tumori mammari premenopausa, leucemie e tumori cerebrali entro i 45 anni di vita. I portatori del gene sviluppano più tumori sincroni o metacroni non associati alle terapie (RR: 5.3). Solo nel ca mammario lo screening è efficace. Nel 60-80% delle famiglie SLF è presente nelle cellule germinali una mutazione dell’oncogene soppressore p53. la mutazione è stata rilevata in oltre il 50% dei bambini con carcinoma adrenocorticale e nel 10% con osteosarcoma e rabdomiosarcoma. Tumori familiari del colon - I Poliposi del Colon familiare (FAP) 1:8000 il gene APC è situato nella regione 5p21.22 i bambini delle famiglie FAP sono ad alto rischio di sviluppare un HB : 1 su 250 (RR 800). Il n° casi spiegato (RA) è piccolo, ma la ricerca dei casi di ca del colon nei familiari dei bambini con HB è importante per la screening con rettosigmoidoscopia prevenzione consigliato a partire dall’età di 8-10 anni. Tumori familiari del colon - II Cancro del Colon Ereditario Non Poliposo (HNPCC) Eccesso di tumori extra colon: utero, ovaio e GI con età di insorgenza più giovane. Lo screening è consigliato dopo i 25 anni con cadenza biennale. Sindrome di Turcot eccesso di gliomi ed ependimomi. la presenza di mutazioni del gene APC aumenta il rischio di sviluppare un medulloblastoma (RR 90) Sindrome di Bannayan-Ruvalcaba Sindrome di Cowden Facomatosi - I Neurofibromatosi tipo 1 il gene NF1 è situato nella regione 17q11.2 la frequenza nella popolazione generale è di 1:2500 elevata eccesso % di mutazioni de novo di tumori benigni (neurofibromi), gliomi del chiasma (15% dei bambini con NF1), tumori maligni delle guaine nervose, sarcomi, LNLA (LNLA:LLA 20:9 vs 1:4), feocromocitomi. Facomatosi - II Neurofibromatosi tipo 2 il gene NF2 è situato sul cromosoma 22 predispone a meningiomi e gliomi del nervo acustico Sclerosi tuberosa 2/3 dei casi sono mutazioni de novo geni coinvolti: TSC1 sul cromosoma 9q34 e TSC2 sul 16p13.3 associata ad amartomi cardiaci che regrediscono dopo la nascita, astrocitomi a cellule giganti e rabdomiosarcomi Facomatosi - II Malattia di von Hippel-Lindau (VHL) gene 3p25-26, mutazione germline 100 % associata a emangioblastomi cerebellari, angiomi retinici, carcinomi renali e pancreatici e feocromocitomi eco addominale, fundus e catecolamine urinarie con cadenza annuale. Sindrome di Gorlin-Goltz eccesso di medulloblastomi nevi, meningiomi ed ependimomi nei campi di RT MALATTIE AUTOSOMICHE RECESSIVE Xeroderma pigmentoso difetti di riparazione del DNA, almeno 7 diversi geni coinvolti eccesso di carcinomi cutanei non melanomi a partire da 8 anni di età (RR>1000) Sindrome di Bloom instabilità cromosomica, gene BLM su15q26.1 eccesso di leucemie/linfomi Ataxia-teleangectasia sensibilità alla RT, gene ATM su 11q22-q23 eccesso di leucemie/linfomi eccesso di tumori (mammari) negli eterozigoti CONCLUSIONI L’associazione tra anomalie congenite, malattie ereditarie e tumori maligni è ben definita. L’identificazione permette di: di queste associazioni riconoscere gruppi di malati e consanguinei ad alto rischio di ammalare di cancro avviare procedure di genetic counseling e di screening per la diagnosi precoce. approfondire conoscenze eziologiche dei meccanismi della cancerogenesi Diagnosi precoce La diagnosi precoce per i tumori maligni pediatrici non sembra attualmente possibile, fatta eccezione per le associazioni tra malattie ereditarie/sindromi malformative. Screening per i neuroblastomi: AVM urinario a 6-12 mesi. Aumento dei casi a prognosi favorevole, senza riflesso sul numero dei casi a prognosi sfavorevole. Mancata riduzione dei tassi di mortalità. 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. Leucemie L linfatiche acute 75-80% dei casi, età 3-7 anni L non linfatiche acute 20-25% dei casi L mieloidi croniche, sindromi mielodispasiche <5% dei casi Leucemie linfatiche acute La sintomatologia riflette il grado di infiltrazione del midollo osseo (anemia, emorragie, dolori ossei, febbre) e la diffusione extramidollare (epatosplenomegalia, adenopatie periferiche e mediastiniche) Sintomi aspecifici Durata dei sintomi è breve Leucemie linfatiche acute Fattori prognostici età, sesso, immunofenotipo, anomalie citogenetiche.. Terapia induzione, mantenimento per 2 anni Profilassi dell’infiltrazione meningea Evoluzione della terapia Ricadute in terapia dopo la sospensione delle cure Leucemie non linfatiche acute Sono un gruppo eterogeneo che insorgono a partire dai precursori delle diversi linee cellulari midollari Prognosi grave Scarsa risposta alla chemioterapia Fattori prognostici sottotipo celullare (FAB) Leucemie non linfatiche acute Sintomatologia: febbre, pallore, emorragie Rari i segni extramidollari Sindrome da lisi cellulare massiva Urgenze ematologiche L A promielocitica (coagulazione intravasale diseminata) Siamo a metà (per fortuna…) BREAK Fine del primo tempo. 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. Masse addominali Associate ad altri sintomi Urgenza per valutare la natura, i rapporti con gli organi, la presenza di emorragie Riscontro occasionale (età neonatale) Masse addominali Anamnesi. Esame obiettivo 1.Stato generale compromesso 2.Cute ittero, macchie caffè latte, noduli, emorrag 3.Torace sindrome della vena cava? 4.Addome localizzazione, estensione, ascite 5.Linfonodi periferici Masse addominali Esami strumentali rx addome, ecografia, TAC, RMN Esami di laboratorio Marker tumorali (NSE, AVM) Masse addominali Neuroblastoma Frequente nell’infanzia, età mediana 22 mesi Sede retroperitoneale Exoftalmo, sindrone di Horner, epatomegalia massiva, nodi cutanei molli Stadiazione Regressione spontanea nei primo anno di vita Prognosi età, marker biologici Masse addominali Tumore di Wilms Frequente nei primi 2 anni di vita Loggia Renale Associato a malformazioni Aniridia, ematuria, ipertensione, facile rottura Stadiazione Prognosi età Masse addominali Epatoblastoma(HB)Epatocarcinoma(HC) HB nel primo anno di vita, HC dopo i 5-8 anni Massa epatica HB Associato a malformazioni, HC epatite cronica Risposta terapia scarsa Prognosi Masse addominali Linfomi non Hodgkin Età scolare Massa addominale (30% di tutti i linfomi NH) Dolori addominali, infezioni urinarie Terapia aggressiva Prognosi Masse addominali Sarcomi Primi anni di vita, età scolare Massa addominale, urogenitale Dolori addominali, infezioni urinarie Prognosi sede, dimensione del sarcoma, tipo istologico Tumori cerebrali sottotentoriali Età scolare Vomito mattutino,cefalea, perdita dell’equilibrio Prognosi Tumori cerebrali sovratentoriali Nei primi anni di vita Vomito mattutino, macrocrania (nei primi mesi di vita), convulsioni, disturbi visivi e uditivi. Disturbi endocrini (ipofisi). Prognosi Tumori cerebrali del tronco Età scolare Lungo periodo di latenza Interessamento dei nervi cranici Disturbi visivi, difficoltà alla deglutizione, Prognosi 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. Ruolo del pediatra di base nella gestione del bambino con tumore o Diagnosi. o Effetti collaterali della terapia. o Prevenzione delle infezioni. o Vaccinazioni e misure di profilassi. o Inserimento scolastico. o Supporto psicologico della famiglia. Ruolo del pediatra di base nel momento della diagnosi o Il ruolo del pediatra di base è centrale in questo momento in collaborazione con i pediatri oncologi. o Supporto della famiglia nelle fasi della malattia. o Attenzione ai fratelli Controllo degli effetti collaterali della terapia o Anemia: trasfusioni di GR irradiati in presenza di HB <7-8gr. o Piastrinopenia: valutare la clinica. In assenza di manifestazioni emorragiche si trasfonde se plts <10.000. o Neutropenia: rischio di infezioni. Controllo degli effetti collaterali della terapia Nausea e vomito che possono essere anticipatori, acuti o ritardati. Terapia: blocco dei recettori della serotonina, dexametazone, metoclopramide, prometazina, ansiolitici. o Stomatite. o Prevenzione delle infezioni o Accurata igiene personale e dei conviventi (lavaggio delle mani). o Igiene orale per la prevenzione della stomatite. o Igiene dell’area perianale. o Prevenire la stipsi. o Evitare luoghi affollati. Prevenzione della polmonite atipica o Complicanza grave nei bambini immunocompromessi o Agente eziologico Pneumocystis carinii o Profilassi con TMP-SMX Vaccinazioni o Sospendere le vaccinazioni durante la terapia per la ridotta risposta immunitaria. Vaccini con virus vivi sono controindicati. o Vaccinare i conviventi. o Il programma vaccinale viene ripreso dopo circa 12 mesi dalla sospensione delle terapia. Gestione del paziente con catetere venoso centrale (CVC) o CVC permette l’accesso venoso centrale attraverso la vena giugulare, la succlavia e l’atrio destro. o CVC esterni tipo Broviac/Hickman o sottocutanei tipo Port-a-cath Gestione del paziente con catetere venoso centrale (CVC) o Medicazione dell’inserzione cutanea 2-3 volte alla settimana. o Infusione di eparina per mantenere pervio il CVC 1-2 volte alla settimana. Gestione del paziente con catetere venoso centrale (CVC) o PRO: diminuito lo stress del bambino da prelievi, facilitato l’accesso venoso per infusione di farmaci e trasfusioni. o CONTRO: rischio di infezioni e di trombosi del CVC. Gestione del paziente con catetere venoso centrale (CVC) o Infezione del CVC o lungo il percorso sottocutaneo del CVC partendo dall’inserzione cutanea. o Trombosi del CVC: impossibilità ad infondere eparina. Trattamento con attivatori del plasminogeno tissutale. Rischio di embolia. Gestione del paziente febbrile o Le infezioni virali e batteriche possono essere gravi nel bambino neutropenico (<500 N) e/o con CVC. o Febbre esterna oltre i 38°. Non misurazioni rettali. o Esami al letto del bambino Gestione del paziente febbrile oI più comuni batteri responsabili di infezioni e sepsi sono: Stafilococco, E.Coli, Klebsiella e Pseudomonas. oI più comuni virus sono HS,VZ, CMV, EBV, morbillo. Ruolo del pediatra di base nella fase terminale o Circa il 30% dei bambini muore per il tumore. o Riconoscere che non vi sono più realistiche possibilità di guarigione. o Accanimento terapeutico. o Rispetto per la vita che se ne va. o Attenzione al nucleo familiare. La fase terminale e le cure palliative Sintomi più frequenti: o Fatica/ depressione/ disturbi del sonno. o Nausea e vomito. o Dolore. La terapia prevede paracetamolo, inibitori COX II, codiena, morfina. 1. Premesse 2. Epidemiologia ed eziologia dei tumori maligni in età pediatrica 3. Sintomatologia e diagnosi delle leucemie 4. Sintomatologia e diagnosi delle masse addominali e dei tumori cerebrali 5. Ruolo del pediatra di base nell’assistenza dei bambini affetti da tumore maligno 6. Qualità di vita. QUALITA’ DI VITA “Percezione individuale della propria vita nel contesto culturale e nell’ambito dei valori appartenenti all’ambiente in cui si vive e in relazione ai propri obiettivi, standard e preoccupazioni.” W.H.O. NEGLI ULTIMI TRE DECENNI Miglioramento prognosi dei bambini affetti da tumore maligno Aumento della percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Piemonte PERIODO 1970-74 30% PERIODO 1995-98 78% Nella fascia di età 15-29 anni, 1 persona ogni 900 è viva dopo una diagnosi di tumore maligno pediatrico. Ampliamento delle conoscenze complicanze tardive maggiore attenzione alla Qualità della Vita ASPETTI LEGATI ALLA QUALITA’ DI VITA FUNZIONALITÀ FISICA FUNZIONALITÀ PSICOLOGICA INSERIMENTO SOCIALE FUNZIONALITÁ FISICA BAMBINO Sviluppo cognitivo Crescita staturo-ponderale Progressione spontanea verso la puberta’ ADOLESCENTE Apparato cardiopolmonare e osteomuscolare Apparato endocrino (ipofisi, gonadi, tiroide) Sviluppo di tumori maligni secondari ADULTO Fertilità, rapporti interpersonali Inserimento nel mondo del lavoro Aspettativa di vita PROBLEMI NEUROCOGNITIVI Sono in relazione a: Radioterapia (RT) cranica Radicalità chirurgica (tumori cerebrali) Somministrazione di alte dosi di metotrexate La gravità del deficit e’ correlata a: Età alla diagnosi < 5 anni Dose somministrata Sesso femminile FUNZIONALITÀ CARDIOPOLMONARE Fattori di rischio: Antracicline in dosi cumulative >300 mg/m2 Radioterapia toracica Età alla diagnosi Periodo di latenza Sesso femminile Danni più frequenti: Coronaropatie Pericarditi Anomalie valvolari Anomalie del battito Fibrosi polmonari FUNZIONALITA’ GHIANDOLE ENDOCRINE Deficit ipofisari (GH, FSH, LH e TSH) Disfunzioni tiroidee POSSONO ESSERE ASSOCIATI ALLA RT Gonadi Irregolarità nel ciclo mestruale, ipo-azospermia e conseguente ridotta fertilità possono essere dovuti a farmaci alchilanti La RT può ritardare o impedire lo sviluppo puberale OSTEONECROSI e OSTEOPOROSI Si manifesta con dolori ossei e fratture I fattori di rischio sono: Sesso Uso femminile di corticoseroidi per periodi protratti (LLA) Deficit Età di estrogeni alla diagnosi SVILUPPO DI TUMORI MALIGNI SECONDARI (STM) Il rischio di sviluppare un stm dopo 20 anni dalla diagnosi é 5-20 volte maggiore rispetto alla popolazione generale Fattori genetici che possono predisporre l’insorgenza di stm (neurofibromatosi multipla e altre sindromi ereditarie). Principali fattori di rischio: La RT é associata a stm cerebrali, ossei, tiroidei, mammari, cutanei e sarcomi dei tessuti molli I farmaci alchilanti e il vp-16 sono associati allo sviluppo di leucemie non linfatiche ASPETTATIVA DI VITA É stato osservato un eccesso di mortalità (dopo 10- 15 anni dalla diagnosi) rispetto alla popolazione generale. Le principali cause di morte sono: Recidiva del Tumore Primitivo Sviluppo di Secondi Tumori Maligni Compromissione della funzionalità cardiaca I sopravvissuti a leucemie, tumori cerebrali e sarcomi ossei sono a maggiore rischio Negli ultimi anni si é osservata una riduzione della mortalità tardiva dovuta sia al tumore primitivo (miglioramento delle terapie), sia a stm (maggiore attenzione agli effetti a lungo termine delle terapie) FERTILITA’ I trattamenti ricevuti possono causare riduzione della fertilità sia direttamente (chirurgia estesa) sia indirettamente (farmaci antiblastici e RT) Azospermia (può essere reversibile) Amenorrea e menopausa precoce Valutazione dell’assetto ormonale Possibilità di criopreservare cellule gonadiche per indurre successivamente gravidanze INSERIMENTO SOCIALE Viene generalmente valutato come: - Grado di Istruzione - Posizione Lavorativa - Capacità di instaurare legami affettivi duraturi - Capacità di procreare ISTRUZIONE I guariti non presentano difficoltà maggiori rispetto alla popolazione generale la maggior parte completa la scuola secondaria. In pochi casi sono specifici di istruzione necessari programmi Maggiori difficoltà di apprendimento sono riportate: nei casi di tumore cerebrali dopo RT cranica associata o meno a CT età alla diagnosi LAVORO L’inserimento del mondo del lavoro non e’ diverso rispetto ai coetanei, soprattutto per chi ha raggiunto un grado di istruzione superiore. La situazione è maggiormente precaria per coloro che non hanno completato gli studi. Le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro sono dovute alle limitazioni fisiche causate dalla malattia o dalle terapie. Questo spiega le maggiori difficoltà incontrate da chi non e’ in possesso di un titolo di studio. Negli ultimi anni si e’ attenuata la discriminazione nei confronti delle persone MATRIMONI e CONVIVENZE I La frequenza di matrimoni é minore tra le persone guarite rispetto alla popolazione generale. Inoltre è maggiore la frequenza di divorzi. La minore frequenza di matrimoni é piú evidente per i maschi e per coloro che sono guariti da un tumore cerebrale o un linfoma La decisione di non sposarsi può dipendere dalla difficoltà di stabilire profonde relazioni interpersonali oppure dalla consapevolezza o dal timore di non poter procreare MATRIMONI e CONVIVENZE II La frequenza dei matrimoni è più bassa rispetto alla popolazione generale per entrambi i sessi, per tutte le fasce di età e per tutti i tipi di tumore. I soggetti con una maggiore probabilità di non contrarre matrimonio sono i pazienti maschi, guariti da un tumore cerebrale o da linfoma di Hodgkin. PROLE La fertilità/fecondità e’ ridotta: le possibilità di avere figli sono maggiori per le donne e per chi ha sviluppato un tumore dopo i 5 anni di età. L’impossibilità di avere figli può derivare da sterilità secondaria al tumore o alle terapie o da ansie e timori dovuti al vissuto della malattia (paura di trasmettere la malattia al figlio). Diversi studi dimostrano che, fatta eccezione per alcuni rari tipi di neoplasie (RB), i figli delle persone guarite non sono a rischio maggiore di sviluppare un tumore o malformazioni congenite rispetto alla popolazione generale. FUNZIONALITA’ PSICOLOGICA EMOTIVITÁ DEPRESSIONE E ANSIA STIMA DI SÈ Nella maggior parte dei casi non è stata rilevata una situazione di particolare disagio per le persone guarite rispetto alla popolazione generale. Alla ripresa fisica generalmente si accompagna una buona ripresa psicologica. Fattori di rischio sono principalmente : Il sesso femminile la situazione socio-economica numerose ricadute della malattia presenza di gravi problemi funzionali Il problema più frequentemente riportato è la difficoltà nello stabilire relazioni interpersonali profonde Non sono né la malattia, né i trattamenti che incrementano i problemi psicologici, ma piuttosto la ridotta possibilità di completare gli studi o di entrare nel mondo del lavoro In taluni casi queste persone sono più sicure nell’affrontare i problemi della vita quotidiana rispetto ai loro coetanei. Uno studio condotto dal RTIP con i medici di medicina generale su 690 persone guarite da un tumore maligno in età pediatrica ha rilevato che 309 non riferivano sequele. Oltre 80% dei casi trattati per leucemia, linfomi o tumori addominali svolgevano una vita normale senza sequele. Le mete scolastiche erano state raggiunte con maggiore frequenza rispetto alla popolazione generale piemontese e l’inserimento nel mondo del lavoro era adeguato fatta eccezione per i pazienti trattati per tumori cerebrali o con sequele. Alla luce dei risultati ottenuti, si è estesa la ricerca ai soggetti direttamente interessati integrando le loro osservazioni con quelle del medico. La motivazione della raccolta di dati sia dai medici sia dai soggetti, è basata dal fatto che la valutazione della qualità di vita presenta aspetti multiformi e implica elementi soggettivi (aspetti psicologici) di cui i medici e i familiari stessi non sono pienamente a conoscenza. Il coinvolgimento dei soli pazienti potrebbe essere limitante perché questi potrebbero, per un meccanismo di rifiuto, negare la presenza di effetti tardivi (funzionalità fisica) GRAZIE a tutti voi per la pazienza A Renata Colombo per l’organizzazione A ML Mosso, D Alessi, E Dama e L Zuccolo per il supporto