Comments
Description
Transcript
Primi passi di un lungo cammino
ab Previdenza per la vecchiaia 2020 Primi passi di un lungo cammino Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Indice Studio Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 – Primi passi di un lungo cammino La presente relazione è il risultato del progetto di ricerca sulla previdenza di vecchiaia e il bilancio generazionale in Svizzera realizzato dal Forschungszentrum Generationenverträge (FZG, Centro di ricerca sui contratti generazionali) dell’Università di Friburgo in Brisgovia e dagli economisti di UBS Chief Investment Office WM. Editori UBS SA, Casella postale, CH-8098 Zurigo Autori Stefan Moog, economista, FZG Veronica Weisser, economista, UBS SA Natalie Laub, economista, FZG Christoph Metzger, economista, FZG Bernd Raffelhüschen, economista, responsabile FZG Chiusura di redazione 1o dicembre 2014 Desktop Publishing CIO Digital & Print Publishing Foto di copertina .shock | Dreamstime Stampa Neidhart + Schön Group, Zurigo Lingue Italiano, francese, tedesco Ulteriori informazioni www.ubs.com/vorsorgeforum Disclaimer Il presente opuscolo è una pubblicazione di marketing e non è soggetto alle disposizioni legali in materia di indipendenza dell’analisi finanziaria. SAP no 84138I-1402 3 Editoriale 4 Capitolo 1 Lacuna di finanziamento dell’AVS – urge agire 7 Capitolo 2 Riforma dell’AVS – maggiore sostenibilità 10 Capitolo 3 Alternative di riforma dell’AVS – verso una maggiore equità intergenerazionale 14 Capitolo 4 Previdenza professionale – aliquote di conversione troppo alte 21 Capitolo 5 Riforma della previdenza professionale – buona, ma non ottimale 24 Capitolo 6 Alternative di riforma della previdenza professionale – ritorno alla capitalizzazione 26 Prospettive Editoriale Dall’ultima valutazione dell’OCSE, ora la Svizzera ha superato l’aspettativa di vita persino del Giappone. Con 82,7 anni di aspettativa di vita media alla nascita, siamo balzati alla vetta della classifica. Si tratta di un’evoluzione estremamente positiva, poiché permette alle persone di godersi più a lungo la terza età vivendola, se in buona salute, in modo attivo e autonomo. Ma vi è un rovescio della medaglia: una lunga speranza di vita richiede una radicale riforma della previdenza per la vecchiaia, sia del primo pilastro (AVS) che del secondo pilastro (previdenza professionale). Dall’introduzione dell’AVS nel 1948 la durata di percepimento delle rendite conseguente all’allungamento della speranza di vita è quasi raddoppiata, passando dalla media iniziale di 13 anni agli attuali 23 anni. Da allora l’età di pensionamento degli uomini prevista per legge è invece rimasta invariata e quella delle donne è persino diminuita di un anno. Bernd Raffelhüschen L’AVS finanziata secondo il principio di ripartizione non è in grado di far fronte alla duplice sfida rappresentata dall’aumento della durata di percepimento delle rendite e dal calo di natalità. In poche parole, l’AVS promette a ogni generazione più di quanto quella stessa generazione paghi. Il problema è acuito ulteriormente dal fatto che sta per andare in pensione la generazione del cosiddetto baby boom. Si crea così un’enorme lacuna di finanziamento, dato che a fronte dell’aumento dei pensionati con una speranza di vita più lunga scende il numero di chi versa i contributi. La crescente speranza di vita pesa anche sul secondo pilastro in quanto l’aliquota di conversione fissata dalla legge per il calcolo delle rendite è nettamente troppo alta. Ciò significa in concreto che le rendite dei pensionati sono finanziate già oggi dalle fasce d’età più giovani che esercitano un’attività redditizia, una tendenza destinata peraltro a proseguire. L’intero sistema previdenziale svizzero diventa sempre più instabile e iniquo riguardo alla ripartizione degli oneri tra le generazioni. Veronica Weisser Si rende pertanto necessaria una riforma della previdenza per la vecchiaia. Negli scorsi anni i tentativi di rivedere aspetti parziali del sistema previdenziale sono falliti. Il Consiglio federale ne ha tratto le debite conseguenze e ha presentato l’ampio progetto di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Il nostro gruppo di ricerca, composto da economisti UBS e del Centro di ricerca sui contratti generazionali dell’Università di Friburgo in Brisgovia (Forschungszentrums Generationenverträge, FGZ) esamina questa riforma in uno studio, ponendosi vari interrogativi. La riforma colma la lacuna di finanziamento dell’AVS? Ricolloca il secondo pilastro su basi stabili? Ripartisce equamente gli oneri di risanamento tra le generazioni? Diciamolo subito: la riforma sarebbe sicuramente un importante passo nella direzione giusta, ma non il rimedio a tutti i mali. Nel nostro studio discutiamo soluzioni di riforma alternative più flessibili che contribuirebbero a una maggiore stabilità e ripartirebbero più equamente gli oneri di risanamento tra le generazioni. Vi auguriamo un’interessante lettura. Prof. Bernd Raffelhüschen Forschungszentrum Generationenverträge Dr. Veronica Weisser UBS Chief Investment Office WM Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 3 1. Lacuna di finanziamento dell’AVS Urge agire Per ora le uscite dell’AVS sono ancora coperte La ripartizione delle entrate e uscite AVS in base all’età degli assicurati mostra le conseguenze finanziarie dello sviluppo demografico (fig. 2). L’AVS si finanzia sostanzialmente con i contributi e le imposte della popolazione attiva d’età compresa tra 16 e 64 anni (fig. 2, linea verde). Se la vita lavorativa inizia nel periodo che va da 16 e 25 anni, i versamenti medi pro capite a favore dell’AVS (contributi e imposte) si aggirano intorno ai CHF 5000 l’anno. Con l’aumentare dell’età cresce il reddito e quindi anche i Durante il prossimo ventennio, quando andrà in pensione contributi annui AVS. Il versamento massimo pro capite è la generazione del cosiddetto baby boom, il rapporto di dipendenza degli anziani (corrispondente al numero di per- di circa CHF 8000 per la fascia d’età compresa tra 40 e 50 sone di oltre 64 anni per ogni 100 persone d’età compresa anni. Naturalmente anche i pensionati contribuiscono con le imposte a finanziare indirettamente l’AVS, attraverso il tra 20 e 64 anni) continuerà a salire. In base allo scenario contributo della Confederazione. Ma la maggior parte medio delineato dall’Ufficio federale di statistica (UST), il rapporto raddoppierà entro il 2060 (fig. 1). Gli attuali quat- degli introiti dell’AVS proviene dai contributi e dalle impotro lavoratori, o quasi, per ogni pensionato scenderanno a ste dei lavoratori. due da qui al 2060. Il processo d’invecchiamento della Le uscite dell’AVS concernono invece, in virtù del loro società mette in dubbio la sostenibilità a lungo termine scopo, quasi esclusivamente chi ha superato i 64 anni delle previdenza per la vecchiaia in Svizzera, poiché l’AVS (fig. 2, linea rossa). Pertanto a partire dall’età di 65 anni le viene finanziata secondo il cosiddetto principio di ripartizione 1. L’aumento dell’età media della popolazione svizzera spese per abitante subiscono un netto rialzo. Per un 65enne ammontano in media a circa CHF 24 000 l’anno. è riconducibile a un triplice processo d’invecchiamento: la Con l’avanzare dell’età dei pensionati le uscite continuano fine del cosiddetto baby boom protrattosi dal 1940 al ad aumentare, da un lato perché dopo la morte del 1960, il drastico calo del tasso di natalità dall’inizio del coniuge la vedova o il vedovo riceve oltre la metà della 1970 e l’allungamento della speranza di vita. rendita AVS per coniugi, dall’altro perché con il progredire dell’età salgono notevolmente anche le spese degli assegni per grandi invalidi dell’AVS. La media delle uscite pro 1 capite dopo i 65 anni è quattro volte superiore alla media Una generazione di lavoratori finanzia le rendite AVS della rispettiva delle entrate pro capite generate da persone d’età comgenerazione di pensionati. presa tra 20 e 64 anni che esercitano un’attività lucrativa. Malgrado questa discrepanza, per il momento le entrate Fig. 1: scenari d’invecchiamento in Svizzera dell’AVS coprono le uscite. Rapporto di dipendenza degli anziani in vari scenari, in percentuale L’invecchiamento della popolazione provoca una lacuna di finanziamento dell’AVS. Le prestazioni promesse per un ammontare di circa CHF 1000 miliardi non sono coperte. La legislazione vigente relativa all’AVS riconosce a ogni fascia d’età prestazioni future AVS superiori ai contributi versati a tal fine. È lecito quindi chiedersi chi finanzierà in futuro le rendite AVS. 80 70 Scenario «maggiore invecchiamento» 60 50 40 30 Scenario «minore invecchiamento» 20 10 0 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050 2055 2060 Anno Rapporto di dipendenza degli anziani, scenario medio Fonti: UST, calcoli interni 4 Tuttavia, l’attuale piramide delle età della popolazione (fig. 2, superficie blu) sta cambiando. Sebbene i nati nei primi anni del dopoguerra abbiano raggiunto l’età di pensionamento già nel 2009, la maggior parte della generazione del baby boom lavora ancora e versa i contributi AVS. Con un contingente pressoché costante di circa 5 milioni di persone in età attiva, il numero di persone ultra 64enni aumenterà continuamente nei prossimi decenni, passando dagli attuali 1,3 a circa 2 milioni nel 2030 e raddoppiando a circa 2,6 milioni entro il 2060.2 La struttura della popolazione, rappresentata in blu nel grafico 2, si svilupperà a destra e gran parte degli attuali pagatori di contributi si sposterà nella parte dei beneficiari. Di conseguenza, già nel 2019 le entrate dell’AVS non saranno più sufficienti a coprire le uscite.3 Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Lacuna di finanziamento dell’AVS – Urge agire | 1 Fig. 2: i baby boomer versano ancora i contributi AVS Piramide delle età della popolazione, ripartizione delle entrate e uscite AVS nel 2011 160 000 40 000 140 000 35 000 120 000 30 000 100 000 25 000 5 80 000 20 000 60 000 15 000 40 000 10 000 20 000 5 000 0 0 0 5 10 15 20 Popolazione 2014 (scala di sinistra) 25 30 35 40 45 50 Età 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 Entrate annuali per abitante, in CHF (scala di destra) Uscite annuali per abitante, in CHF (scala di destra) Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni Secondo la legislazione vigente tutte le generazioni sono beneficiarie nette dell’AVS Se si esaminano i futuri problemi di finanziamento dell’AVS sotto un’altra angolazione, è possibile stilare un cosiddetto bilancio generazionale dell’AVS.3 A tal fine, per ogni fascia d’età oggi in vita viene determinato l’importo che ogni membro medio di questa fascia d’età riceverà o verserà all’AVS nel corso della sua vita residua. Quando il valore attuale delle prestazioni supera quello dei versamenti in entrata, le persone della rispettiva fascia d’età rientrano in media tra i futuri beneficiari netti dell’AVS. Il grafico 3 illustra il bilancio generazionale dell’AVS per il 2011.4 Da esso emerge che, in base alla legislazione vigente, tutte le fasce d’età oggi in vita sono beneficiarie nette. In altre parole, l’attuale quadro normativo concede a tutte le fasce d’età oggi in vita maggiori prestazioni di quanto imponga loro in termini di obblighi di pagamento. 4 In base allo scenario medio delle proiezioni demografiche dell’Ufficio federale di statistica. 3 Studio «Previdenza per la vecchiaia e bilancio generazionale in Svizzera: il peso grava sulla future generazioni», edito da UBS, 2014. 2 Oltre alla ripartizione delle entrate e uscite AVS in base all’età nel 2011, per l’attualizzazione delle entrate e uscite future conformemente alle proiezioni di lungo termine dell’Ufficio federale di statistica, sono state ippotizzate una crescita annua della produttività dell’1% e un’inflazione annua dell’1,5%. Per il calcolo dei valori attuali dei futuri pagamenti in entrata e in uscita è stato applicato un tasso d’interesse reale pari al 2%. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 5 1 | Lacuna di finanziamento dell’AVS – Urge agire Ma se in futuro tutti riceveranno una rendita superiore ai Fig. 3: bilancio generazionale dell’AVS contributi versati, è legittimo chiedersi con quali fondi le Pagamento netto per abitante, secondo l’età, in CHF Anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% rendite promesse saranno finanziate. Un simile sistema di previdenza per la vecchiaia può funzionare solo nel caso in 0 cui in passato siano stati costituiti accantonamenti desti–100 000 nati al finanziamento delle future spettanze non coperte da contributi o imposte. Non è però il caso dell’AVS. È vero –200 000 che alla fine del 2011 l’AVS disponeva di una riserva patrimoniale (capitale AVS) di CHF 40 miliardi, pari al 6,9% del –300 000 prodotto interno lordo (PIL), ma è altrettanto vero che, in base ai risultati del bilancio generazionale, a fronte di que–400 000 sta riserva patrimoniale vi sono promesse di prestazioni non coperte per un ammontare di CHF 1060 miliardi, pari –500 000 al 180,3% del PIL. Se da questo importo si sottrae l’attuale 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Età riserva patrimoniale, ne deriva una lacuna di finanziamento AVS corrispondente al 173,4% del PIL svizzero. Davanti a Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni una lacuna di finanziamento di simili proporzioni è impossibile parlare di finanziamento sostenibile dell’AVS. Senza ampie riforme non sarà più possibile finanziarie rendite AVS come quelle odierne. Gli oneri e le esigenze di risanamento verrebbero semplicemente riversati sulle future generazioni. 6 Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 100 2. Riforma dell’AVS Maggiore sostenibilità Il progetto di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 comprende una serie di misure volte a garantire a lungo termine il finanziamento dell’AVS. L’attuazione della riforma ridurrebbe la lacuna di finanziamento dell’AVS dal 173,4% all’82% del PIL. Il risanamento graverebbe però quasi esclusivamente sulle generazioni giovani e su quelle future. Dopo il naufragio definitivo dell’undicesima revisione dell’AVS nel 2010 e il rifiuto della proposta di riduzione dell’aliquota di conversione nel secondo pilastro, il Consiglio federale ha avviato nel novembre 2012 un nuovo progetto per un’ampia riforma dell’AVS e della previdenza professionale. Obiettivo dichiarato della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 è mantenere il livello delle prestazioni del primo e secondo pilastro e garantire il finanziamento a lungo termine della previdenza per la vecchiaia prevista per legge. A tal fine si vogliono adeguare le basi di finanziamento dell’AVS e della previdenza professionale alle mutate condizioni demografiche ed economiche. Proposta di riforma per l’AVS Per l’AVS la riforma prevede un pacchetto completo di misure (vedi riquadro). Sul fronte delle prestazioni intende armonizzare l’età di pensionamento degli uomini e delle donne, portando a 65 anni quella delle donne. La rendita vedovile sarà concessa solo se al momento del decesso della persona assicurata, il coniuge superstite accudisce un figlio che ha diritto a una rendita per orfani. La rendita vedovile sarà però ridotta dall’80 al 60% della rendita di vecchiaia spettante al coniuge deceduto. In cambio si aumenterà la rendita per orfani dal 40 al 50% della rendita di vecchiaia spettante al coniuge deceduto. Oltre a queste modifiche concernenti le prestazioni, il progetto di riforma si prefigge di consolidare le componenti delle entrate dell’AVS. In questa ottica si applicherà un tasso di contribuzione unitario valido per tutti i lavoratori, sia dipendenti che indipendenti. Attualmente è inferiore per gli indipendenti con un reddito basso. Sempre per gli indipendenti sarà abolita la scala contributiva decrescente. Anche un aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) gioverebbe all’AVS. Oltre al miglioramento della basi di finanziamento dell’AVS, con la proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 il Consiglio federale persegue anche una strategia di flessibilizzazione del pensionamento. In futuro sarà possibile percepire con un anticipo fino a tre anni (attualmente solo di due anni) la rendita di vecchiaia AVS. Per un determinato periodo si potrà ricevere anche solo una rendita parziale. Per le persone con un reddito basso saranno introdotte disposizioni particolari d’agevolazione per la riscossione anticipata della rendita. Saranno inoltre semplificati i flussi finanziari tra Confederazione e AVS. Infine, la proposta di riforma prevede l’introduzione di un meccanismo «automatico» d’intervento per garantire la stabilità Aspetti chiave della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 per l’AVS Misure sul fronte delle prestazioni Armonizzazione dell’età di pensionamento delle donne e degli uomini − Aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne Flessibilizzazione del pensionamento − Possibilità di percepire la rendita in anticipo a partire da 62 anni − Diminuzione dei tassi di riduzione in caso di riscossione anticipata a partire dal 2020 − Diminuzione supplementare dei tassi di riduzione per i redditi bassi − Abolizione dell’obbligo di contribuzione in caso di riscossione anticipata di una rendita intera AVS Accudimento dei figli come requisito per le rendite vedovili − Rendita vedovile solo per chi accudisce figli aventi diritto alla rendita per orfani − Riduzione della rendita vedovile dall’80 al 60% di una rendita di vecchiaia − Aumento della rendita per orfani dal 40 al 50% di una rendita di vecchiaia Misure sul fronte del finanziamento Parità di trattamento tra dipendenti e autonomi − Tasso di contribuzione unitario per dipendenti e autonomi − Abolizione della scala contributiva decrescente per indipendenti Aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) − Aumento dell’IVA in due scaglioni dell’1,5% al massimo Semplificazione dei flussi finanziari tra Confederazione e AVS − In futuro sarà ceduta all’AVS la quota della Confederazione sulla percentuale IVA applicata per motivi demografici. In cambio, il contributo della Confederazione all’AVS scenderà dal 19,55 al 18% delle uscite dell’AVS. Meccanismo «automatico» d’intervento – (Temporaneo) aumento del tasso di contribuzione AVS per le persone che esercitano un’attività lucrativa e rinuncia ad adeguare le rendite all’evoluzione dei prezzi e dei salari qualora il fondo di compensazione dell’AVS rischi di scendere al di sotto del 70% delle uscite dell’AVS di un anno. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 7 2 | Riforma dell’AVS – Maggiore sostenibilità dell’AVS anche dopo il 2030. A tal fine si aumenterà il tasso di contribuzione AVS o si rinuncerà ad adeguare le rendite qualora il fondo di compensazione AVS rischi di scendere al di sotto del 70% delle uscite dell’AVS di un anno. Netta riduzione della lacuna di finanziamento dell’AVS Come emerge dal grafico 4, la proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 può contribuire notevolmente a garantire il finanziamento a lungo termine dell’AVS. Se le misure della riforma saranno attuate, la lacuna di finanziamento dell’AVS scenderà dal 173,4% del PIL all’82% del PIL; ciò equivale a una riduzione di 91,4 punti percentuali del PIL. Il grafico 5 mostra la ricaduta delle singole misure. L’incidenza maggiore è data dall’aumento dell’IVA, che farebbe regredire di 72 punti percentuali del PIL la lacuna del finanziamento dell’AVS. In altri termini, un incremento dell’IVA permetterebbe di colmare circa due quinti della lacuna. Minori sono gli effetti di sgravio dell’AVS dovuti alle altre misure. Seconda in termini di efficacia è l’armonizzazione dell’età di pensionamento delle donne e degli uomini che farebbe scendere di 15,1 punti percentuali del PIL la lacuna di finanziamento dell’AVS. Al terzo posto si colloca il nuovo orientamento delle rendite vedovili che porterebbe a una riduzione di 10,2 punti percentuali del PIL. Minimi sono invece gli effetti degli introiti supplementari derivanti dalla parità di trattamento tra lavoratori dipendenti e autonomi per quanto riguarda i contributi. Fig. 4: riduzione della lacuna di finanziamento dell’AVS con la riforma Lacuna di finanziamento dell’AVS, in percentuale del PIL, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% Insieme alla flessibilizzazione del pensionamento, la semplificazione dei flussi finanziari tra Confederazione e AVS e le disposizioni particolari d’agevolazione della riscossione anticipata delle rendita per le persone con redditi bassi, la riforma proposta dal Consiglio federale prevede però anche misure che a lungo termine implicherebbero per l’AVS un carico complessivo quantificabile in 9,6 punti percentuali del PIL. Il maggiore onere grava sulle generazioni più giovani Il bilancio generazionale nel grafico 6 mostra i pagamenti netti per fasce d’età nel corso della loro durata di vita residua. Le barre blu rappresentano i pagamenti netti per fascia d’età in base alla legislazione vigente, mentre quelle grigie i pagamenti netti secondo la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. La differenza tra le due barre evidenzia l’importo che graverebbe per la durata di vita residua della rispettiva fascia d’età in seguito all’attuazione della proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 (fig. 7). Come emerge dai grafici 6 e 7, la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 comporterebbe un maggiore onere per quasi tutte le generazioni. L’entità varia però molto per le singole fasce di età. Per chi nasce oggi (0 anni) l’onere supplementare ammonta a CHF 35 000, per un 30enne a CHF 31 500, mentre per un 65enne scende a CHF 5000 e per un 90enne a CHF 40. Queste discrepanze sono riconducibili Fig. 5: ricaduta delle singole misure Variazione della lacuna di finanziamento dell’AVS, in percentuale del PIL, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 91,4 173,4% 72,0 15,1 82,0% Legislazione vigente Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni 8 Previdenza per la vecchiaia 2020 Sgravio totale con riforma 2020 Aumento IVA 3,7 –1,3 –2,9 –5,4 Armonizza- Orientamento Parità di Flessibilizza- Semplifica- Disposizioni zione età rendite trattamento zione zione flussi particolari pensionavedovili tra pensiona- finanziari riscossione mento all’accudi- indipendenti mento fra Confera- anticipata donne e mento e dipendenti zione e AVS uomini dei figli Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 10,2 Riforma dell’AVS – Maggiore sostenibilità | 2 alla differente vita residua delle singole fasce d’età. Anche se l’onere per anno di vita fosse identico per tutte le fasce d’età, i più giovani dovrebbero pagare di più per il risanamento dell’AVS avendo una vita residua più lunga rispetto ai più anziani. Un’altra causa del differente onere è da ricercare nel fatto che i cambiamenti a livello di prestazioni previsti dalla riforma toccano solo in parte le persone d’età più avanzata. Ad esempio, solo chi ha 45 anni o meno subirà appieno le decurtazioni delle rendite vedovili. Per le fasce d’età più anziane si applicheranno invece dei termini di transizione. Il progetto di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 è positivo nella misura in cui contribuisce notevolmente a ridurre la lacuna di finanziamento dell’AVS, ma il suo punto debole è la netta disparità nella ripartizione degli oneri. Fig. 6: bilancio generazionale dell’AVS con e senza riforma Pagamento netto per abitante in CHF Anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 100 000 0 –100 000 –200 000 –300 000 –400 000 –500 000 0 10 20 30 Legislazione vigente 40 50 Età 60 70 80 90 100 90 100 Previdenza per la vecchiaia 2020 Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni Fig. 7: onere di risanamento per età con la riforma Onere supplementare per durata di vita residua, in CHF, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 40 000 35 000 30 000 25 000 20 000 15 000 10 000 5000 0 0 10 20 30 40 50 Età 60 70 80 Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 9 3. Alternative di riforma dell’AVS Verso una maggiore equità intergenerazionale Una riforma dell’AVS è inevitabile. La proposta Previdenza per la vecchiaia 2020 grava però quasi esclusivamente sulle giovani generazioni. Per una maggiore equità intergenerazionale, la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 dovrebbe essere integrata da misure alternative. Interrompendo l’adeguamento delle rendite, il carico verrebbe equamente ripartito su tutte le fasce d’età. Siamo ancora in attesa di vedere se la proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 otterrà la maggioranza politica. Vista l’enorme lacuna di finanziamento dell’AVS una cosa è certa: prima o poi bisognerà intervenire per garantire il finanziamento futuro dell’AVS. Un eventuale rifiuto della proposta di riforma non farebbe che rimandare ulteriormente una decisione ormai imprescindibile. Ma c’è ancora margine per discutere la sua impostazione. Quali sono le alternative e quali conseguenze avrebbero per la sostenibilità dell’AVS e la ripartizione degli oneri tra le generazioni? Misure sul fronte delle prestazioni Riduzione generalizzata delle rendite Per garantire la finanziabilità futura dell’AVS si potrebbero ridurre in modo permanente tutte le rendite in base al principio dei tagli lineari. Partendo dal 2020, per colmare interamente la lacuna di finanziamento dell’AVS tutte le rendite indistintamente dovrebbero essere ridotte del 22,6%. Se invece si punta a ottenere il medesimo effetto di sgravio previsto con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 – quindi a portare la lacuna di finanziamento all’82% del PIL – sarebbe sufficiente una decurtazione delle rendite dell’11,9%. La proposta di una riduzione generalizzata delle rendite rischia però di arenarsi sul terreno politico. Sospensione temporanea dell’adeguamento delle rendite Anziché una riduzione generalizzata delle rendite, i risparmi necessari si potrebbero ottenere anche con una provvisoria interruzione degli aumenti delle rendite, come ad esempio previsto anche dal meccanismo automatico d’intervento proposto dal Consiglio federale (vedi cap. 2). Se la misura entrasse in vigore nel 2020, per colmare interamente la lacuna di finanziamento dell’AVS bisognerebbe sospendere fino al 2033 l’adeguamento che ogni due anni allinea le rendite AVS all’evoluzione dei salari e dei prezzi. Per ottenere l’effetto di sgravio previsto con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 basterebbe invece sospendere l’adeguamento fino al 2026.5 10 Adeguamento delle rendite solo in base all’evoluzione dei prezzi Attualmente, le rendite AVS seguono l’andamento di un indice misto di evoluzione dei salari e dei prezzi.6 Un’altra possibilità per colmare la lacuna di finanziamento dell’AVS sarebbe quella di adeguare le rendite solo all’evoluzione dei prezzi. Quindi, sempre con inizio nel 2020, per eliminare la lacuna di finanziamento le rendite dovrebbero essere agganciate unicamente all’evoluzione dei prezzi fino al 2078. Per ottenere l’effetto di sgravio previsto con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, basterebbe invece adottare questa misura fino al 2044. Ripartizione degli oneri più equa, ma politicamente impraticabile Il grafico 8 mostra quale carico supplementare avrebbero, a parità di risultati di finanziamento rispetto alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, le tre alternative per le fasce d’età oggi in vita. Tutte le misure per il risanamento dell’AVS implicano un carico supplementare per tutte le persone oggi in vita. Rispetto alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, le misure alternative alleggerirebbero un po’ il carico sulle persone più giovani aumentandolo, in alcuni casi sensibilmente, su tutte le altre fasce d’età. In particolare, le misure alternative chiederebbero un contributo anche a chi è già in pensione visto che, a seconda della misura eventualmente adottata, le rendite diminuirebbero, direttamente con un taglio delle rendite o indirettamente con il blocco dell’adeguamento. Al contrario, l’attuale proposta di riforma chiede un sacrificio maggiore ai più giovani, da un lato a causa delle regolamentazioni transitorie relative alla riduzione delle prestazioni e dall’altro per via dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, mentre risparmia i pensionati attuali. Proprio a causa dei notevoli oneri supplementari a carico dei pensionati attuali e delle generazioni più prossime alla pensione, le tre misure alternative rischiano di scontrarsi con una forte opposizione politica. Queste misure suggeriscono comunque come ripartire in modo più equo il carico su tutte le generazioni. Si potrebbe inserire nella riforma L’effetto di sgravio che si potrebbe ottenere con una sospensione dell’adeguamento delle rendite diminuisce proporzionalmente al calo della crescita del salario nominale e del tasso d’inflazione. 6 L’adeguamento periodico delle rendite AVS è sancito per legge. Nell’articolo 33 cpv. 1 dell’AVS si stabilisce che il Consiglio federale adegui le rendite ordinarie all’evoluzione dei prezzi e dei salari di regola ogni due anni all’inizio dell’anno civile. 5 Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Alternative di riforma dell’AVS – Verso una maggiore equità intergenerazionale | 3 Fig. 8: effetti delle misure sul fronte delle uscite, secondo l’età Onere supplementare per durata di vita residua, in CHF, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 60 000 50 000 40 000 30 000 20 000 10 000 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 Età Previdenza per la vecchiaia 2020 Taglio lineare delle rendite Sospensione dell’adeguamento delle rendite Adeguamento delle rendite a indice dei prezzi Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni Previdenza per la vecchiaia 2020 una sospensione una tantum dell’adeguamento delle rendite oppure allineare le rendite solo all’evoluzione dei prezzi per un periodo di dieci anni. In tal modo, i pensionati e le generazioni più prossime alla pensione contribuirebbero maggiormente all’alleggerimento dell’AVS rispetto a quanto non farebbero con la Previdenza per la vecchiaia 2020. Ma il loro carico supplementare si ridurrebbe di circa due terzi rispetto a quello illustrato nel grafico 8. Aumento dell’IVA Un’altra possibilità per risanare l’AVS sarebbe quella di aumentare l’IVA, come parzialmente previsto con la proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Per eliminare l’intera lacuna di finanziamento dell’AVS servirebbe un aumento dell’IVA di 3,7 punti percentuali all’11,7%. Per ottenere lo stesso effetto di sgravio previsto con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 sarebbe invece sufficiente un aumento dell’IVA di 1,9 punti percentuali. Misure sul fronte delle entrate Anziché cercare di riportare in equilibrio le entrate e le uscite dell’AVS con tagli delle rendite o modificando il loro adeguamento, si potrebbero aumentare le entrate dell’AVS. Stessi oneri supplementari della Previdenza per la vecchiaia 2020 Il grafico 9 mostra quali oneri supplementari produrrebbero le misure sul fronte delle entrate per le fasce d’età oggi in vita a parità di risultati di finanziamento rispetto alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Diversamente dalle alternative di riforma sul fronte delle uscite, la ripartizione del carico supplementare sulle generazioni sarebbe in questo caso simile a quello previsto con la proposta di riforma in questione. È interessante notare come un incremento del tasso di contribuzione porti a una ripartizione degli oneri supplementari pressoché identica a quella della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Al contrario, in Incremento del tasso di contribuzione dell’AVS Un incremento permanente del tasso di contribuzione dall’attuale 8,4 all’11,7% a partire dal 2020 colmerebbe interamente la lacuna di finanziamento dell’AVS. Per ottenere lo stesso effetto di sgravio previsto con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, basterebbe invece un incremento del tasso di contribuzione al 10% a partire dal 2020. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 11 3 | Alternative di riforma dell’AVS – Verso una maggiore equità intergenerazionale Fig. 9: effetti delle misure sul fronte delle entrate, secondo l’età Onere supplementare per la durata di vita residua, in CHF, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 40 000 35 000 30 000 25 000 20 000 15 000 10 000 5000 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 Età Previdenza per la vecchiaia 2020 Aumento contribuzione Aumento IVA Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni caso di aumento dell’IVA, le generazioni più vecchie dovrebbero sopportare un carico maggiore e le più giovani un carico leggermente inferiore rispetto agli oneri previsti con la riforma. Adeguamento dell’AVS ai cambiamenti demografici Qualsiasi riforma della previdenza per la vecchiaia che preveda un mero cambiamento ad hoc diventa rapidamente obsoleta a causa delle dinamiche demografiche. Sarebbe meglio pensare a una riforma che permetta al sistema previdenziale di adeguarsi in modo continuativo e automatico alla situazione demografica, come quello parzialmente introdotto in Svezia. I problemi di finanziamento dell’AVS, infatti, sono riconducibili anche a un prolungamento di oltre quattro anni del periodo di percepimento della rendita, unicamente come conseguenza della crescente speranza di vita dall’inizio degli anni Ottanta, mentre la durata di contribuzione per il diritto a una rendita intera AVS è rimasta invariata a 44 anni, almeno per gli uomini. Innalzamento dell’età di pensionamento Per evitare di accentuare ulteriormente lo squilibrio tra durata di percepimento della rendita e durata di contribu- 12 zione, si potrebbe aumentare l’età ordinaria di pensionamento in base alla speranza di vita più lunga. Secondo i risultati dei calcoli previsionali demografici effettuati dall’Ufficio federale di statistica in base allo scenario medio, dal 2020 al 2035 la speranza di vita all’età di 65 anni, e quindi anche il periodo di percepimento della rendita, aumenterà mediamente di circa 1,5 anni. Per controbilanciare questo prolungamento della riscossione delle rendite, nello stesso periodo bisognerebbe innalzare di un anno l’età di pensionamento AVS, passando a 66 anni.7 Questa misura aiuterebbe a ridurre la lacuna di finanziamento dell’AVS dall’attuale 173,4% del PIL al 132,1% del PIL (fig. 10). Visto che dal 2035 al 2060 è previsto che a 65 anni la speranza di vita si allungherà ulteriormente di 1,5 anni, l’età di pensionamento dovrebbe essere aumentata a 67 nello stesso periodo. In questo modo, la lacuna di finanziamento AVS potrebbe essere di nuovo ridotta sensibilmente al 111,4% del PIL (fig. 10). 7 La maggiore speranza di vita viene imputata all’età attiva e all’età di pensionamento in rapporto di due a uno. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Alternative di riforma dell’AVS – Verso una maggiore equità intergenerazionale | 3 Fig. 10: sgravio mediante innalzamento dell’età di pensionamento Lacuna di finanziamento dell’AVS, in percentuale del PIL, anno di riferimento 2011, crescita della produttività = 1%, tasso d’interesse reale = 2% 173,4% 132,1% 111,4% Legislazione vigente Innalzamento età di pensionamento a 66 anni Innalzamento età di pensionamento a 67 anni Fonti: DFF, UST, UFAS, calcoli interni 8 iStock Finora, l’allungamento della speranza di vita incideva esclusivamente sulla durata di percepimento della rendita. L’ipotesi che il futuro miglioramento della speranza di vita possa, almeno in parte, ripercuotersi positivamente sulla durata di contribuzione, anche per finanziare un più lungo percepimento della rendita, sembra diffondersi con sempre maggiore convinzione presso l’opinione pubblica. Un sondaggio condotto nel 2014, ad esempio, rivela che la grande maggioranza degli intervistati mette in conto un innalzamento dell’età di pensionamento.8 Ma al momento solo pochi politici si schierano a favore di una simile eventualità per timore di deludere il proprio elettorato. Sondaggio «80 è il nuovo 60», edito da UBS, 2014. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 13 4. Previdenza professionale Aliquote di conversione troppo alte Le rendite promesse oggi dal secondo pilastro superano quelle effettivamente finanziabili con l’avere accumulato: un’incongruenza riconducibile all’allungamento della speranza di vita e ad aliquote di conversione troppo alte. Una parte delle rendite attuali viene finanziata con i redditi degli averi di vecchiaia di chi esercita un’attività lucrativa. Il capitale della generazione attualmente in pensione non basta a coprirne le rendite in corso perché l’aliquota di conversione, vale a dire il tasso percentuale al quale il capitale di previdenza risparmiato viene convertito in una rendita di vecchiaia annuale, è troppo elevata. Gli anni scorsi, molte casse pensioni sono riuscite a raggiungere un grado di copertura vicino o superiore al 100% solo grazie al sovvenzionamento trasversale, utilizzando parte dei redditi conseguiti sugli averi della popolazione attiva per coprire i pagamenti a favore della generazione attualmente in pensione. Questo approccio è piuttosto problematico perché viola il principio della capitalizzazione del secondo pilastro, secondo cui ciascuno accantona il proprio capitale di previdenza. L’attuale aliquota minima di conversione fissata per legge al 6,8% comporta automaticamente una significativa ridistribuzione di patrimonio tra lavoratori e pensionati. Questa ridistribuzione priva di trasparenza è in atto ormai da tempo. Nelle casse pensioni, dal 2003 la remunerazione del patrimonio dei pensionati (tasso d’interesse tecnico) supera mediamente la remunerazione dell’avere di vecchiaia di chi esercita un’attività lucrativa. Avere di vecchiaia e rendita di un assicurato tipo LPP Diversamente dall’AVS, nella previdenza professionale gli oneri impliciti sono difficilmente quantificabili. Ciò è in parte dovuto alla carenza di dati disponibili e in parte anche alla varietà di casse pensioni, ciascuna con la propria regolamentazione specifica. La nostra analisi intende misurare l’entità della ridistribuzione intergenerazionale nella previdenza professionale obbligatoria avvalendosi di modelli di calcolo per singole fasce d’età. Il modello di calcolo mostra quali sono le implicazioni dell’assicurazione minima legale; i risultati non possono però essere riportati esattamente alla previdenza professionale sovraobbligatoria di molte casse pensioni. Tuttavia, quando stabiliscono le prestazioni sovraobbligatorie, le casse pensioni devono tenere presente gli effetti delle disposizioni di legge riguardanti l’assicurazione minima. Per ciascuna fascia d’età si prende come assicurato tipo una persona che accede al sistema della previdenza professionale obbligatoria all’età di 25 anni e cessa la propria attività lucrativa al raggiungimento dell’età di pensionamento AVS valida nel momento considerato. La retribuzione di questa persona tipo equivale sempre al salario mediano in ogni anno della sua vita lavorativa. Per tenere conto delle differenze retributive tra donne e uomini si eseguono modelli di calcolo separati per sesso, prendendo come riferimento il rispettivo salario mediano. Il calcolo include anche la possibilità che vi siano donne che lavorano a tempo parziale per potersi dedicare all’accudimento della famiglia (figli, familiari che necessitano di assistenza La Legge sulla previdenza professionale (LPP) stabilisce pre- ecc.). Per gli anni dal 1985 al 2013 si utilizzano i dati sui salari forniti dall’Ufficio federale di statistica. Per il periodo stazioni minime, il cosiddetto «regime obbligatorio». Una dopo il 2013 si ipotizza un incremento annuo dei salari cassa pensione è però libera di estendere le prestazioni nominali del 2,5%. I risultati sono espressi al netto dell’inassicurate, abbassando la soglia d’entrata o innalzando il flazione. Per calcolare la remunerazione futura degli accrelimite massimo del salario; in tal caso si parla di «regime diti di vecchiaia si applica il tasso minimo, pari attualmente sovraobbligatorio». Le soluzioni sono molteplici e variano da una cassa pensione all’altra. Pur attenendosi all’aliquota all’1,75%. minima di conversione nel quadro del regime obbligatorio, le casse pensioni applicano aliquote di conversione nettamente inferiori in quello sovraobbligatorio. Una cassa pensione che offre prestazioni sia obbligatorie che sovraobbligatorie non può fissare l’aliquota di conversione nel regime sovraobbligatorio in modo totalmente indipendente dall’aliquota minima di conversione nel regime obbligatorio. Un’aliquota di conversione troppo elevata nel regime obbligatorio non solo comporta un sovvenzionamento trasversale con ricorso ai rendimenti relativi ai lavoratori, ma limita anche l’aliquota di conversione nel regime sovraobbligatorio, visto che alla fine il bilancio complessivo di una cassa pensione deve risultare in pareggio. 14 Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte | 4 Elementi per il calcolo della rendita LPP nel regime obbligatorio Elemento 1: salario Il salario annuo lordo meno la deduzione di coordinamento è la base per il calcolo della rendita LPP.9 La deduzione di coordinamento serve ad armonizzare tra loro le prestazioni del primo e del secondo pilastro. Attualmente è pari a sette ottavi della rendita AVS semplice massima. Il salario annuo lordo meno la deduzione di coordinamento è definito salario LPP. Se il salario annuo lordo è inferiore alla soglia d’entrata (salario annuo minimo, fig. 11)10, il salario LPP è pari a zero e non fa sorgere alcun obbligo assicurativo nel secondo pilastro. Oltre la soglia d’entrata e se il salario annuo lordo non supera la somma della deduzione di coordinamento più il salario coordinato minimo (fig. 11), viene accreditato come salario LPP il cosiddetto salario coordinato minimo. Se il salario annuo lordo supera il salario massimo computabile (attualmente pari al triplo della rendita AVS semplice massima), viene computato come salario LPP il salario massimo computabile meno la deduzione di coordinamento. Elemento 2: aliquota di accredito Moltiplicando il salario LPP e l’aliquota di accredito in base all’età (fig. 12) si ottiene l’accredito di vecchiaia annuale nella previdenza professionale obbligatoria. Dal 2005, i limiti d’età sono uguali per uomini e donne, mentre prima erano differenti. Elemento 3: remunerazione minima Nel regime obbligatorio, gli accrediti di vecchiaia sono remunerati al tasso d’interesse minimo fissato dal Consiglio federale. Dopo essere rimasto a lungo al 4%, negli ultimi dieci anni il tasso d’interesse minimo è stato fortemente ridotto e oggi ammonta all’1,75% (fig. 13). La somma degli accrediti di vecchiaia più i relativi interessi forma l’avere di vecchiaia. I calcoli qui esposti considerano un’assicurazione del secondo pilastro nel regime obbligatorio LPP. 10 Il salario annuo minimo rappresenta la soglia d’entrata della previdenza professionale obbligatoria e attualmente è di poco inferiore alla deduzione di coordinamento (fig. 11). Elemento 4: aliquota minima di conversione La rendita LPP annua si calcola moltiplicando l’avere di vecchiaia per l’aliquota minima di conversione che dal 1985 alla fine del 2004 era del 7,2%. A partire dal 2005 è stata gradualmente ridotta al 6,8% per le fasce d’età a partire dal 1949. Per gli anni di nascita 1940–1948 si applicano disposizioni transitorie (fig. 14). Fig. 11: limiti di salario LPP nel tempo Fig.12: stesse aliquote di accredito dal 2005 In CHF Secondo l’età, in percentuale 30 000 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 9 25 000 20 000 15 000 10 000 5 000 0 1985 1990 1995 2000 Anno 2005 2010 2015 Deduzione di coordinamento + salario coordinato minimo Deduzione di coordinamento Salario annuo minimo 25 30 35 40 45 Età 50 55 60 65 Uomini e donne dal 2005 Donne fino al 2005 Fonte: UFAS Fonte: UFAS Fig.13: remunerazione minima in calo dal 2003 Remunerazione minima, in percentuale Fig.14: aliquota minima di conversione attualmente al 6,8% 4,5 7,3 4,0 7,2 Aliquota minima di conversione per anno di nascita, in percentuale 3,5 7,1 3,0 2,5 7,0 2,0 6,9 1,5 6,8 1,0 6,7 0,5 0 6,6 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015 Anno fino al 1939 Uomini Fonte: UFAS 1940 1941 1942 1943 1944 1945 1946 1947 1948 Anno di nascita Donne dal 1949 Fonte: UFAS Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 15 4 | Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte I grafici 15 e 16 mostrano a quanto ammontano l’avere di vecchiaia al netto dell’inflazione e la rendita LPP al netto dell’inflazione al momento del percepimento della rendita nel regime obbligatorio secondo la legislazione vigente (elementi per il calcolo della rendita LPP nel regime obbligatorio, vedi riquadro a pag. 15). I 55enni di oggi avevano 25 anni nel 1985, quando venne introdotta la previdenza professionale obbligatoria, e quindi sono i primi a essere stati assicurati nel secondo pilastro per la loro intera vita lavorativa. Ecco perché i nostri calcoli partono da questo anno di nascita.11 Fig.15: avere di vecchiaia di un assicurato tipo Avere di vecchiaia secondo l’età, in CHF, in prezzi attuali 500 000 450 000 400 000 350 000 300 000 250 000 200 000 150 000 100 000 50 000 0 55 50 45 40 Uomini 35 30 25 20 Età 15 10 5 0 Donne 20 19 * 20 24 * 20 29 * Rendite dalla previdenza professionale – il recupero delle donne Al raggiungimento dell’età di pensionamento, un 55enne con salario mediano che non ha mai interrotto la sua attività lucrativa avrà accantonato un avere di vecchiaia al netto dell’inflazione pari a circa CHF 286 000 per finanziare la sua rendita. Invece, un 25enne che inizia oggi a risparmiare nella previdenza professionale potrà disporre di un avere di CHF 332 000 al netto dell’inflazione. Questa differenza è dovuta all’incremento del salario reale nel corso del tempo. *Anno di nascita Fonti: UST, UFAS, calcoli interni Fig.16: rendita LPP di un assicurato tipo Rendita LPP secondo l’età, in CHF per anno, in prezzi attuali 35 000 30 000 25 000 20 000 15 000 10 000 5 000 0 55 50 Uomini 16 40 Donne Fonti: UST, UFAS, calcoli interni Con il passare del tempo, quindi, gli accrediti di vecchiaia degli uomini (e questo già con un salario mediano) si baseranno sempre più spesso sul salario massimo computabile. 11 45 Per la precisione, i lavoratori che superano la soglia di accesso sottostanno all’assicurazione obbligatoria per i rischi morte e invalidità dal primo gennaio dopo che hanno compiuto il 17° anno di età, e per la vecchiaia dal primo gennaio dopo che hanno compiuto il 24° anno di età. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 35 30 25 20 Età 15 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * Per una 55enne con salario mediano, l’avere di vecchiaia al momento del pensionamento ammonterà a CHF 120 000 al netto dell’inflazione. Una 25enne potrà invece contare su un avere di vecchiaia superiore di quasi il 50%, pari a circa CHF 173 000, al momento di percepire la rendita. Il risultato di questa proiezione dipende anche dalla modalità di computo nel regime obbligatorio del secondo pilastro: mentre i salari mediani seguono la generale evoluzione dei salari, i limiti di salario utilizzati per il calcolo della rendita LPP obbligatoria non sono adeguati integralmente all’evoluzione dei salari, bensì solo all’indice misto che è leggermente inferiore. Il salario cresce così più velocemente rispetto al salario massimo computabile nella previdenza professionale obbligatoria. *Anno di nascita Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte | 4 A partire da questa soglia, l’accredito di vecchiaia avviene in modalità forfettaria, senza tenere conto del salario crescente. Le donne invece beneficiano proprio di questo meccanismo. Percependo salari inferiori, non arrivano a toccare la soglia massima e si trovano frequentemente poco oltre la soglia sotto la quale viene accreditato solo il salario coordinato minimo. Se la soglia a partire dalla quale l’accredito è proporzionale al salario aumenta più lentamente rispetto al salario stesso, gli accrediti tenderanno ad aumentare nel tempo. Se si considerano le rendite risultanti dall’avere di vecchiaia, emerge che quelle delle donne sono solo la metà circa di quelle degli uomini. Anche se una 25enne ha un piccolo margine di recupero in termini relativi rispetto agli uomini, poco cambierà in futuro nella diversa copertura di vecchiaia secondo la legislazione vigente sulla previdenza obbligatoria. Nel capitolo 5 si illustra come la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 può ovviare a questi inconvenienti. L’aliquota di conversione equa è al di sotto del 6% Per calcolare la rendita LPP nei modelli di calcolo usati finora si è preso come riferimento l’attuale aliquota minima di conversione 6,8%. Si teme tuttavia che questa aliquota di conversione sia già oggi troppo elevata per finanziare le prestazioni della previdenza professionale obbligatoria. Ma a quanto dovrebbe ammontare al massimo l’aliquota di conversione per poter finanziare in modo sostenibile le prestazioni di previdenza? La risposta ce la suggerisce la matematica attuariale: si definisce equa in termini attuariali (di seguito sinteticamente: aliquota di conversione equa, vedi riquadro) l’aliquota di conversione che consente di finanziare tutti i pagamenti futuri delle rendite con l’avere di vecchiaia accantonato mediamente da una fascia d’età. L’aliquota di conversione equa L’aliquota di conversione dipende da una serie di fattori.12 Periodo di percepimento della rendita atteso (speranza di vita residua) I progressi in campo medico allungano continuamente la speranza di vita per ogni anno di nascita. L’aliquota di conversione matematicamente corretta cambia quindi per ciascuna età. Per stimare la speranza di vita residua utilizziamo le tavole di mortalità per generazioni delle casse pensioni (LPP 2010). Queste tavole mostrano, ad esempio, che a 65 anni un uomo nato nel 1960 avrà una speranza di vita residua di circa 22,4 anni, mentre a 64 anni una donna nata nello stesso anno potrà sperare di vivere ancora 25,8 anni.13 Poiché solo pochissime casse pensioni indicizzano le rendite all’inflazione, escludiamo questa possibilità dal nostro calcolo. Un’indicizzazione all’inflazione ridurrebbe l’aliquota di conversione. 13 Bisogna però considerare che dagli anni Novanta, gran parte delle tavole di mortalità sottovaluta l’effettiva speranza di vita e pertanto non si possono escludere periodi medi di percepimento delle rendite più lunghi. 14 Corrisponde alle probabilità di essere sposati specifiche per età e sesso sulla scorta dei dati demografici dell’Ufficio federale di statistica. 12 Remunerazione attesa del capitale di vecchiaia (tasso d’interesse tecnico) Per la remunerazione dell’avere di vecchiaia, il nostro esempio di calcolo presume un rendimento lordo d’investimento del 2,25%. Bisogna poi considerare le spese d’amministrazione di circa 0,5 punti percentuali. Nei nostri calcoli utilizziamo quindi rendimenti netti dell’1,75%. Questo valore è pari alla remunerazione minima dell’avere di vecchiaia 2014/15 e si colloca nel range d’interesse intermedio. La questione del tasso d’interesse tecnico corretto è controversa (vedi riquadro «Il tasso d’interesse tecnico corretto»). Rendite per i superstiti Oltre alla rendita di vecchiaia, la maggior parte delle casse pensioni eroga anche una rendita al coniuge superstite pari al 60% della rendita di vecchiaia in caso di decesso dell’assicurato. Le donne di solito vivono più a lungo non solo perché beneficiano di migliori speranze di vita, ma anche perché sono solitamente più giovani dei mariti. Per i nostri esempi di calcolo ipotizziamo una differenza media d’età di tre anni tra marito e moglie e una probabilità di essere sposati del 79,8% per gli uomini di 65 anni e del 76,2% per le donne di 64 anni.14 Percentuale di uomini e donne Data la diversa speranza di vita e la diversa età di pensionamento di donne e uomini, per il calcolo di un’aliquota di conversione equa unitaria è necessario presumere anche il rapporto tra beneficiari e beneficiarie di rendita. Nel nostro calcolo ipotizziamo un rapporto uomini-donne di 70 a 30, visto che oggi il capitale nelle casse pensioni è così ripartito tra i due sessi. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 17 4 | Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte Il grafico 17 mostra l’aliquota di conversione equa per scenari con tasso d’interesse dello 0,5% (remunerazione bassa), dell’1,75% (remunerazione media) e del 3,5% (remunerazione elevata).15 È evidente che l’aliquota di conversione equa per tutte le fasce d’età e tutti gli scenari di tasso d’interesse è nettamente inferiore all’attuale aliquota minima di conversione prevista per legge. Anche nello scenario ottimistico con tasso tecnico del 3,5%, l’aliquota minima di conversione per chi attualmente ha 55 anni dovrebbe essere solo del 5,8% se si vuole finanziare le prestazioni della previdenza professionale unicamente con il rispettivo avere di vecchiaia. In caso di tasso tecnico dell’1,75%, l’aliquota di conversione equa per questo anno di nascita ammonterebbe solo al 4,7%. Per tutte le fasce d’età più giovani, l’aliquota di conversione dovrebbe essere fortemente ridotta in previsione del continuo allungamento della speranza di vita. Ad esempio, con un tasso tecnico dell’1,75%, l’aliquota di conversione per chi oggi ha 25 anni (anno di nascita 1989) dovrebbe essere ridotta al 4,4%. La legislazione vigente relativa al secondo pilastro promette ai pensionati di oggi e di domani un livello di prestazioni nettamente superiore al controvalore dei loro averi di vecchiaia. La differenza tra l’aliquota minima di conver- 15 Vedi riquadro «Il tasso d’interesse tecnico corretto». Per ulteriori ipotesi in questo calcolo, vedi riquadro «L’aliquota di conversione equa». Il patrimonio pensionistico considera anche la speranza di vita L’analisi svolta finora considera unicamente la misura in cui le rendite LPP del regime obbligatorio secondo la legislazione vigente risultano eccessive, con riferimento al momento dell’inizio del pensionamento. Se invece, traendo spunto dal bilancio generazionale dell’AVS (cap. 2, fig. 6), si volessero quantificare tutti gli oneri impliciti dell’attuale normativa, bisognerebbe considerare anche il periodo nel quale vengono percepite le rendite LPP. Questa prospettiva alternativa introduce il concetto di patrimonio pensioni- Fig.17: aliquota di conversione equa sotto il 6% Fig.18: rendita LPP equa (tasso d’interesse tecnico 1,75%) Aliquota di conversione secondo l’età, in percentuale Rendita LPP equa secondo l’età, in percentuale della rendita LPP con la legislazione vigente 7,0 72 6,5 70 6,0 68 5,5 66 5,0 64 4,5 62 4,0 60 3,5 58 3,0 45 40 35 30 Legislazione vigente Tasso d'interesse tecnico 3,5% Fonti: LPP 2010, UST, calcoli interni 25 20 15 Età 10 5 0 Tasso d’interesse tecnico 1,75% Tasso d’interesse tecnico 0,5% *Anno di nascita 55 50 45 Uomini 40 35 Donne Fonti: LPP 2010, UST, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 30 25 20 15 Età 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 50 20 19 * 20 24 * 20 29 * 56 55 18 sione prevista per legge e l’aliquota di conversione equa indica di quanto le rendite LPP del regime obbligatorio stabilite per legge superano il livello effettivamente sostenibile. Se si applicasse l’aliquota di conversione equa nello scenario di tasso tecnico all’1,75%, la rendita LPP «equa» per un cinquatacinquenne ammonterebbe ad esempio solo al 70% (= aliquota di conversione equa/aliquota minima di conversione = 4,7%/6,8%) della rendita LPP prevista dalla legislazione vigente (fig. 18). Le rendite LPP del regime obbligatorio dovrebbero quindi essere ridotte del 30%. Per tutte le fasce d’età più giovani occorrerebbero riduzioni ancora più consistenti. Per un 25enne di oggi, ad esempio, la rendita LPP «equa» ammonterebbe solo al 66% della rendita LPP prevista dalla legislazione vigente. Per una 25enne, ancora una volta la riduzione dovrebbe essere di due punti percentuali in più rispetto a un uomo di pari età; questo soprattutto a causa della più bassa età di pensionamento delle donne. *Anno di nascita Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte | 4 stico («pension wealth»), che corrisponde al valore attuale di tutte le prestazioni di previdenza future a partire dal primo giorno di pensionamento fino al decesso dell’assicurato o dei superstiti che percepiscono una rendita dopo il decesso dell’assicurato. Diversamente dalla rendita LPP al momento del pensionamento, il patrimonio pensionistico è pari quindi all’importo delle prestazioni di previdenza per l’intero periodo di riscossione della rendita. Per le persone tipo dei nostri modelli di calcolo, la differenza tra patrimonio pensionistico per età secondo le attuali normative e avere di vecchiaia è illustrata nel grafico 19. È evidente che il patrimonio pensionistico e l’avere di vecchiaia tendono a divergere in misura crescente, sottolineando ancora una volta ciò che era già chiaro considerando solo l’avere di vecchiaia: da tempo ormai l’aliquota di conversione non è più aderente alla situazione contingente e lo sarà sempre meno per le future generazioni. La differenza tra patrimonio pensionistico e avere di vecchiaia corrisponde per ogni età alle promesse di prestazioni non coperte nella previdenza professionale previste dalla legislazione vigente. Questi obblighi di prestazione non coperti rappresentano l’indebitamento implicito causato da una persona tipo al secondo pilastro (fig. 20). Un uomo che oggi ha 55 anni genera un indebitamento implicito al netto dell’inflazione di quasi CHF 122 000, mentre una donna della stessa età ne genera uno di CHF 56 000. Se non si correggerà l’aliquota di conversione, l’indebitamento implicito al netto dell’inflazione generato da un uomo che nascerà tra 15 anni salirà a circa CHF 257 000, per le donne sarà invece di CHF 179 000. Queste considerazioni rendono ancora più urgente una riforma della previdenza professionale, in particolare una riduzione dell’aliquota di conversione. Il tasso d’interesse tecnico corretto Alla domanda su quale sia il tasso d’interesse tecnico corretto le opinioni si dividono. Oggetto del contendere è la questione se i lavoratori debbano assumersi il rischio d’investimento per i pensionati. Chi opta per una remunerazione molto bassa del capitale dei pensionati, quindi per un tasso d’interesse tecnico esiguo, argomenta adducendo che le casse pensioni s’impegnano al pagamento delle rendite. Se queste rendite sono garantite, allora non si possono assumere rischi d’investimento con il capitale dei pensionati, che deve pertanto essere investito esclusivamente in investimenti sicuri, come ad esempio in titoli di Stato svizzeri. Il rendimento sarebbe conseguentemente basso; la remunerazione dei decennali della Confederazione oggi non supera lo 0,5%. Nell’ottica odierna, quindi, il tasso d’interesse tecnico massimo dovrebbe essere dello 0,5%. I difensori di questa teoria sottolineano che i pensionati che desiderano una remunerazione superiore e quindi un’aliquota di conversione maggiore dovrebbero sostenere anche il relativo rischio d’investimento, mettendo in conto che in futuro la rendita potrebbe essere ridotta in caso di perdite d’investimento. un rendimento netto (rendimento lordo meno le spese d’amministrazione) del 2,5-3,5%. Tutti gli assicurati, lavoratori e pensionati, devono beneficiare in ugual misura di questo rendimento realizzabile a lungo termine. In questa ottica si ammette una disparità di trattamento tra pensionati e lavoratori qualora non si conseguissero gli obiettivi di rendimento con strumenti legati a rischi. Visto che non si possono abbassare le rendite, il rendimento attuale sul capitale complessivo di pensionati e lavoratori deve essere prioritariamente assegnato ai pensionati. Il rimanente può essere computato come rendimento al capitale dei lavoratori. Una simile procedura non solo scarica il rischio d’investimento interamente sui lavoratori ma, attraverso l’impegno della cassa pensione nei confronti dei pensionati, integra addirittura un effetto leva maggiorato. Se il rendimento dell’investimento è inferiore al tasso d’interesse tecnico troppo elevato, il rendimento dei lavoratori subisce un’ulteriore decurtazione.16 Ad essi si contrappongono i sostenitori di un tasso d’interesse tecnico elevato. Questi partono dal presupposto che una cassa pensioni con un portafoglio d’investimento diversificato costituito da azioni, immobili, obbligazioni ecc. in franchi svizzeri possa realizzare un rendimento lordo a lungo termine del 3-4%, ossia 16 L’effetto leva sui rendimenti dei lavoratori è paragonabile all’effetto leva per gli azionisti di una società che impiega capitale di terzi. Si può pertanto assimilare il tasso d’interesse tecnico al tasso fisso di capitale di terzi nella società, che deve essere onorato per primo. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 19 4 | Previdenza professionale – Aliquote di conversione troppo alte Fig.19: patrimonio pensionistico e avere di vecchiaia a confronto Fig.20: obblighi di prestazione non coperti dal secondo pilastro Secondo l’età, in CHF, in prezzi attuali Secondo l’età, in CHF, in prezzi attuali 800 000 300 000 700 000 250 000 600 000 200 000 500 000 400 000 150 000 300 000 100 000 200 000 55 50 45 40 35 30 Uomini (patrimonio pensionistico) Uomini (avere di vecchiaia) Fonti: UST, UFAS, LPP, calcoli interni 20 25 20 15 Età 10 5 0 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 0 Donne (patrimonio pensionistico) Donne (avere di vecchiaia) *Anno di nascita 55 50 Uomini 45 40 35 Donne Fonti: UST, UFAS, LPP, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 30 25 20 Età 15 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 50 000 100 000 *Anno di nascita 5. Riforma della previdenza professionale Buona, ma non ottimale La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 prevede un abbassamento delle aliquote di conversione nel secondo pilastro. Ne conseguirebbe un’effettiva riduzione della ridistribuzione dalla generazione più giovane a quella più vecchia, ma la stabilità finanziaria del secondo pilastro verrebbe ripristinata solo temporaneamente e solo parzialmente. La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 mira a una completa riorganizzazione della previdenza svizzera per la vecchiaia. Come per l’AVS, la proposta di riforma comprende un ampio pacchetto di misure anche per il secondo pilastro (vedi riquadro). Una delle misure principali della proposta di riforma consiste in un abbassamento dell’aliquota minima di conversione dall’attuale 6,8% al 6%. Inoltre, anche nella previdenza professionale l’età di pensionamento delle donne sarà allineata a quella degli uomini. Fra l’altro, la deduzione di coordinamento verrà completamente abolita e la soglia d’entrata nella previdenza professionale sarà abbassata alla rendita minima annua AVS (CHF 14 100, situazione al 2015). Entrambe le misure puntano ad assicurare meglio nel secondo pilastro i salari dei dipendenti a tempo parziale e dei dipendenti con più datori di lavoro. Abbassando la soglia d’entrata, il 90% di tutti i lavoratori sarebbe assicurato obbligatoriamente nel secondo pilastro. In seguito all’abolizione della deduzione di coordinamento, in futuro verrebbe assicurata una quota maggiore del salario nel secondo pilastro. Per contro, a titolo di compensazione per questo ampliamento della base di calcolo saranno ridotte le aliquote degli accrediti di vecchiaia. Inoltre viene a cadere l’ultimo aumento delle aliquote degli accrediti di vecchiaia per le persone d’età superiore a 54 anni, per non accentuare ulteriormente i costi salariali per questo gruppo rispetto ai lavoratori più giovani. Aspetti chiave della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 per il secondo pilastro Armonizzazione dell’età di pensionamento delle donne e degli uomini − Aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne Abbassamento della soglia d’entrata di salario nella previdenza professionale obbligatoria − Abbassamento della soglia d’entrata di salario all’importo della rendita minima annua Abolizione della deduzione di coordinamento − Considerazione dell’intero salario Adeguamento delle aliquote degli accrediti di vecchiaia − Aliquote degli accrediti del 5% tra 25 e 34 anni, del 9% tra 35 e 44 anni e del 13% a partire da 45 anni Riduzione dell’aliquota minima di conversione − Riduzione dell’aliquota minima di conversione dal 6,8% al 6% in un periodo di quattro anni riguarda le donne, l’abolizione della deduzione di coordinamento porterà a un netto incremento dei loro averi di vecchiaia nel secondo pilastro, in considerazione del loro livello di guadagno medio più basso. La rendita diminuisce L’aumento degli averi di vecchiaia non determina necessariamente un aumento della rendita LPP (fig. 22). Il motivo risiede nella riduzione dell’aliquota minima di conversione dal 6,8% al 6%. Pertanto, un avere di vecchiaia di CHF 10 000 comporta solo una rendita LPP annua di CHF 600 anziché CHF 680 secondo la legislazione vigente (regime obbligatorio). Per gli uomini che oggi hanno un’età pari o inferiore a 35 anni risulta una rendita più bassa di circa l’1%. Gli uomini più anziani invece non subiranno perdite. L’avere di vecchiaia aumenta Dato che al momento dell’entrata in vigore della riforma La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 comporta un avranno già più di 40 anni, beneficeranno di una regola di aumento dell’avere di vecchiaia di tutti gli anni di nascita presi in considerazione attraverso una maggiore deduzione tutela dei diritti acquisiti secondo cui la rendita LPP non può scendere al di sotto del livello precedente la riforma. salariale (fig. 21). Ciò dipende dall’abolizione della deduzione di coordinamento, attraverso la quale sul conto LPP Le donne recuperano in parte lo svantaggio degli assicurati viene versato ogni anno un accredito di vecchiaia maggiore, nonostante la riduzione delle aliquote Al contrario, l’aumento degli averi di vecchiaia delle donne degli accrediti. Se la riforma entrerà in vigore nel 2020, gli con la riforma è più che sufficiente per compensare la riduzione dell’aliquota di conversione. Fatta eccezione per le effetti della nuova regolamentazione saranno avvertiti persone che oggi hanno 55 anni, che rientrano ugualmolto più dai giovani che dagli anziani. Di conseguenza, mente nella regola di tutela dei diritti acquisiti, in futuro le per le fasce d’età più giovani risulterà un maggiore donne di tutte le fasce d’età potranno beneficiare di una aumento degli averi di vecchiaia. Anche per quanto Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 21 5 | Riforma della previdenza professionale – Buona, ma non ottimale rendita LPP maggiore. A trarre vantaggio dall’aumento massimo, pari a circa il 28%, saranno le assicurate che oggi hanno 30 anni, mentre l’aumento della rendita sarà inferiore per le più giovani. Ciò dipende dal fatto che, con la normativa attuale, le donne più giovani raggiungono un livello di rendita maggiore rispetto alle fasce d’età più anziane. Di conseguenza, l’aumento della rendita LPP dovuto alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 per le donne più giovani sarà relativamente più basso. In caso d’approvazione della proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020, anche le donne più giovani potranno contare su un netto miglioramento del loro livello di previdenza in età avanzata grazie a un aumento della rendita LPP di oltre il 15%. I risultati dei nostri modelli di calcolo mostrano che con la riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 il livello delle prestazioni del secondo pilastro può essere mantenuto almeno per le persone che presentano un profilo tipo. Ma questa misura ha un prezzo, poiché con l’abbassamento dell’aliquota minima di conversione il mantenimento del livello di previdenza può essere garantito solo se gli assicurati con accrediti di vecchiaia più elevati accumulano un avere di vecchiaia maggiore nel secondo pilastro. Se gli averi di vecchiaia continuano a essere coperti con il capitale, per mantenere il livello di prestazione del secondo pilastro gli assicurati dovranno farsi carico di maggiori contributi e i datori di lavoro di maggiori costi per la previdenza professionale dei loro dipendenti. Inoltre, le persone La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 è comunque un passo nella giusta direzione. Come mostrano i grafici 23 e 24, in caso di approvazione della riforma verranno ridotti sensibilmente gli obblighi di prestazione non coperti. Per esempio, per un uomo che oggi ha 30 anni la proposta di riforma comporterà una riduzione da CHF 163 000 a CHF 119 000 e per una donna da CHF 89 000 a CHF 79000. Ciò corrisponde a uno sgravio del secondo pilastro del 27% per un uomo e del 12% per una donna. Ma il grafico 24 mostra anche che l’effetto di sgravio relativo della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 è minore per le fasce d’età più giovani. Questo perché tale effetto di sgravio del secondo pilastro viene annullato, almeno in parte, da un’aliquota di conversione più bassa in 17 Uno sgravio delle casse pensioni avviene a spese del fondo di garanzia nazionale che appronta gli averi di vecchiaia supplementari necessari a causa della riduzione dell’aliquota minima di conversione per le fasce d’età transitorie con tutela dei diritti acquisiti. A lungo termine potrebbe però risultare indispensabile effettuare un aumento dei contributi delle casse pensioni al fondo di garanzia. Fig. 21: effetti della riforma sugli averi di vecchiaia Fig. 22: effetti della riforma sulla rendita LPP Averi di vecchiaia secondo l’età, in CHF, in prezzi attuali Aumento della rendita LPP secondo l’età, in percentuale 600 000 30 500 000 25 20 400 000 15 300 000 10 200 000 –5 55 50 45 40 35 Fonti: UST, UFAS, calcoli interni 30 25 20 15 Alter 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 0 0 Donne (legislazione vigente) Donne (Previdenza per la vecchiaia 2020) *Anno di nascita 55 50 45 Uomini 40 Donne Fonti: UST, UFAS, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 35 30 25 20 Età 15 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 5 100 000 Uomini (legislazione vigente) Uomini (Previdenza per la vecchiaia 2020) 22 più giovani dovranno sostenere, oltre a un aumento dei costi per la propria previdenza di la vecchiaia, anche i costi generati dalla regola di tutela dei diritti acquisiti per coloro che oggi hanno un’età compresa fra 35 e 55 anni e in parte per le rendite attuali troppo elevate. *Anno di nascita Riforma della previdenza professionale – Buona, ma non ottimale | 5 Fig. 23: obblighi di prestazione non coperti a confronto Secondo l’età, in CHF, in prezzi attuali 300 000 250 000 200 000 150 000 100 000 50 000 0 55 50 45 40 35 30 25 20 15 Età 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * quanto l’aspettativa di vita cresce continuamente. La riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 riduce notevolmente gli obblighi di prestazione non coperti anche per le fasce d’età più giovani rispetto alla legislazione vigente. Al contrario, coloro che oggi hanno un’età compresa fra 35 e 55 anni non contribuiscono nella stessa misura allo sgravio della previdenza professionale.17 Queste fasce d’età non devono subire penalizzazioni nelle loro rendite LPP grazie alla regola di tutela dei diritti acquisiti; pertanto, la riforma causerà una riduzione degli obblighi di prestazione non coperti solo nella misura dell’aumento degli averi di vecchiaia che sono alla base di queste rendite LPP.18 Per quanto riguarda l’AVS, la riforma rappresenta anche Uomini (legislazione vigente) Donne (legislazione vigente) per il secondo pilastro un fattore importante per la stabilità Uomini (Previdenza per Donne (Previdenza per finanziaria della previdenza svizzera per la vecchiaia. Tuttala vecchiaia 2020) la vecchiaia 2020) *Anno di nascita via, anche per il secondo pilastro vale il fatto che gli oneri Fonti: UST, UFAS, calcoli interni della riforma sono ripartiti in modo molto disomogeneo e gravano sostanzialmente sulle fasce d’età più giovani e sulle generazioni future. Nelle famiglie benestanti questo onere di risanamento potrebbe essere in parte compensato Fig. 24: riduzione degli obblighi di prestazione da trasferimenti patrimoniali (eredità, prestazioni assisten- non coperti mediante la riforma Secondo l’età, in percentuale ziali ecc.) delle generazioni più anziane a quelle più giovani. Ma non tutte le persone delle fasce d’età più giovani 35 traggono uguale vantaggio da questo sgravio e né il 30 momento delle liberalità né il loro ammontare dipendono 25 dall’onere di risanamento che deve essere sostenuto in 20 seguito alla riforma. 15 10 5 55 18 Gli averi di vecchiaia, se realmente presenti sotto forma di attivi, corrispondono alla quota del patrimonio pensionistico effettivamente coperto. 50 Uomini 45 40 35 Donne 30 25 20 Età 15 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 0 *Anno di nascita Fonti: UST, UFAS, calcoli interni Altersvorsorge und die Schweizer Generationenbilanz Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 23 6. Alternative di riforma della previdenza professionale Ritorno alla capitalizzazione Per assicurare la stabilità finanziaria senza ridistribuzioni nel secondo pilastro deve essere ulteriormente abbassata l’aliquota minima di conversione o aumentata l’età di pensionamento. Il secondo pilastro dovrà confrontarsi anche in futuro con cambiamenti demografici. Adeguamento inevitabile dell’aliquota di conversione e dell’età di pensionamento Come già indicato, l’aliquota di conversione equa si attesta da lungo tempo molto al di sotto del 6% previsto dalla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020. Dato l’allungamento dell’aspettativa di vita degli assicurati, dovrebbero essere applicate di conseguenza aliquote di conversione diverse per le diverse fasce d’età. Ciò viene già praticato da una parte delle casse pensioni nel regime sovraobbligatorio. In alternativa potrebbe essere aumentata l’età di pensionamento, come già proposto per l’AVS nel capitolo 3.19 Un innalzamento dell’età di pensionamento terrebbe conto del problema relativo alla continua dilatazione del rapporto tra durata di percepimento delle rendite e periodo di risparmio. Contemporaneamente verrebbe garantito un livello di rendita appropriato nel secondo pilastro senza ampliare la ridistribuzione a carico delle generazioni più giovani. Come illustrato nel capitolo precedente, il pacchetto di misure della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 non è sufficiente per ripristinare la stabilità finanziaria del secondo pilastro. A differenza dell’AVS, le proposte di riforma più radicali nel secondo pilastro non possono concentrarsi sul fronte delle entrate. Infatti, se le entrate venissero incrementate in un sistema a capitalizzazione come la previdenza professionale, gli averi di vecchiaia degli assicurati aumenterebbero e dovrebbero essere versate rendite più elevate. Con un incremento delle entrate non è possibile assicurare la stabilità finanziaria del secondo pilastro. Ciò sarebbe possibile solo sganciando contributi e accrediti di vecchiaia, il che comporterebbe la graduale introduzione I grafici 25 e 26 mostrano che un innalzamento dell’età di di un sistema di ripartizione. In tal modo verrebbe ampliata pensionamento riduce le prestazioni non coperte (sottocopertura). Dopo l’applicazione della riforma, le prestazioni la ridistribuzione già esistente. non coperte per gli uomini e le donne che oggi hanno 30 anni ammontano al 33% del loro avere di vecchiaia. Se Non resta che una soluzione: adeguare le prestazioni del secondo pilastro ai cambiamenti demografici. Per conciliare vanno in pensione solo un anno più tardi, le prestazioni non coperte scendono al 30%. Se rinviano di un altro prestazioni e averi di vecchiaia, sono possibili due misure. 19 Fig. 25: obblighi di prestazione non coperti in caso di pensionamento posticipato (uomini) Fig. 26: obblighi di prestazione non coperti in caso di pensionamento posticipato (donne) In percentuale dell’avere di vecchiaia In percentuale dell’avere di vecchiaia 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 45 40 35 30 25 20 15 10 5 45 40 Età di pensionamento 65 35 30 25 20 Età Età di pensionamento 66 Fonti: UST, UFAS, LPP 2010, calcoli interni 15 10 5 0 Età di pensionamento 67 *Anno di nascita 55 50 45 40 Età di pensionamento 65 35 30 20 Età Età di pensionamento 66 Fonti: UST, UFAS, LPP 2010, calcoli interni Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 25 15 10 5 0 20 19 * 20 24 * 20 29 * 50 20 19 * 20 24 * 20 29 * 0 55 24 Contrariamente alla proposta di riforma per l’AVS, in questo caso si prescinde da un graduale innalzamento dell’età di pensionamento. I calcoli si riferiscono a una situazione in cui ogni fascia d’età andrebbe in pensione uno o due anni più tardi. Età di pensionamento 67 *Anno di nascita Alternative di riforma della previdenza professionale – Ritorno alla capitalizzazione | 6 anno il momento del pensionamento, le prestazioni non coperte ammontano a solo il 26% dell’avere di vecchiaia. La riduzione risulta notevolmente maggiore per le fasce d’età più anziane rispetto alle fasce d’età più giovani, perché per loro si applicano le regole di tutela dei diritti acquisiti della Previdenza per la vecchiaia 2020. In questo modo, con il differimento di un anno del pensionamento le prestazioni non coperte per un uomo che oggi ha 55 anni vengono quasi dimezzate, passando dal 42% dell’avere di vecchiaia al 23%. I risultati dimostrano che un innalzamento dell’età di pensionamento di due anni non è in grado di risolvere completamente il problema. Consente però di migliorare la stabilità finanziaria nel secondo pilastro senza ridurre esclusivamente le prestazioni di rendita e quindi il livello di garanzia. Ma se si vuole raggiungere una stabilità finanziaria sostenibile, il secondo pilastro deve tenere continuamente il passo con l’andamento demografico. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 25 7. Prospettive La proposta di riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 è positiva, ma allo stesso tempo presenta alcuni punti deboli. La riforma rappresenterebbe un passo importante per garantire un finanziamento sostenibile dell’AVS. Rispetto alla legislazione vigente, la lacuna di finanziamento dell’AVS scenderebbe dal 173,4% all’82% del PIL. mico futuro, poiché gli investimenti risultano più costosi. A causa degli aumenti dei contributi nel secondo pilastro, anche la manodopera delle imprese costerà di più, mentre i salari netti diminuiranno. A fronte della contrazione dei salari dei lavoratori si pone il rincaro dei prezzi causato dall’aumento dell’IVA. Ciò avrebbe un notevole impatto economico, in quanto un finanziamento carente equivale a un debito pubblico implicito. Ne conseguirebbe una riduzione delle prestazioni statali, un aumento delle imposte e dei contributi o un incremento del debito pubblico esplicito. In tal modo, la Svizzera comprometterebbe uno dei suoi grandi punti di forza: il basso livello d’indebitamento pubblico costituisce la base per uno sviluppo economico sano, consente un abbassamento delle aliquote fiscali e crea un contesto competitivo in grado di attrarre imprese e forza lavoro efficienti. Anche nel secondo pilastro, la proposta di riforma migliora il finanziamento delle casse pensioni attraverso l’abbassamento dell’aliquota minima di conversione. Per sua stessa natura, ogni aliquota di conversione fissa è destinata con il tempo a diventare obsoleta. La riforma va quindi nella giusta direzione. Quali sono le conseguenze dell’aumento dei contributi e dell’IVA sul ciclo di vita? Il benessere diminuisce negli anni in cui viene svolta un’attività lucrativa a favore di un ampio mantenimento del benessere negli anni del pensionamento. Ciò significa che più giovane è una generazione, maggiore diventa l’onere di risanamento. In alternativa alla riforma proposta, la ripartizione degli oneri migliorerebbe soprattutto grazie a un’età di pensionamento più elevata. In tal modo, almeno le fasce d’età prossime al pensionamento potrebbero essere maggiormente coinvolte nel risanamento della previdenza per la vecchiaia e anche l’IVA subirebbe un aumento più contenuto. L’economia ne risulterebbe meno penalizzata mentree le conoscenze e il grande bagaglio di esperienze delle fasce d’età prossime alla pensione resterebbero più a lungo a disposizione della società e dell’economia. La Svizzera, come paese con la più alta speranza di vita a livello mondiale, avrà difficoltà a evitare a lungo termine un ulteriore aumento dell’età di pensionamento, dato che anche l’attuale proposta di riforma non è in grado di colmare completamente le lacune nel primo e secondo pilastro. Appare logico che l’allungamento della speranza di vita dovrebbe andare a vantaggio, almeno in parte, anche della fase di vita lavorativa. Resta ancora da chiarire quando un aumento dell’età di pensionamento otterrà la maggioranza politica. iStock Al contrario, il fatto che il contributo maggiore al finanziamento dell’AVS debba essere raggiunto attraverso un aumento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) è preoccupante sotto il profilo dell’equità intergenerazionale. L’aumento dell’IVA penalizza le fasce d’età più anziane solo in misura limitata, mentre il potere d’acquisto delle giovani generazioni e di quelle future viene fortemente assottigliato, riducendo la loro capacità di risparmio privato. Inoltre, un aumento dell’IVA si ripercuote sullo sviluppo econo- 26 Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 Il presente opuscolo è una pubblicazione di marketing che non soggiace alle disposizioni legali in materia di indipendenza dell’analisi finanziaria. Vi preghiamo di notare che questa pubblicazione ha finalità esclusivamente informative e non rappresenta in alcun modo una raccomandazione, una proposta, un’offerta o un invito a formularne una. Prima di prendere una decisione dovreste richiedere una consulenza professionale in materia. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono state oggetto di accurata ricerca. Non è possibile tuttavia fornire alcuna garanzia in merito alla loro correttezza. Le valutazioni e le opinioni espresse possono differire da quelle ufficiali di UBS SA. UBS si riserva il diritto di modificare i propri servizi, prodotti e prezzi in ogni momento e senza preavviso. Alcuni prodotti e servizi sono soggetti a restrizioni legali e non possono quindi essere offerti incondizionatamente in tutto il mondo. È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione di UBS. © UBS 2015. Il simbolo delle chiavi e UBS sono fra i marchi protetti di UBS. Tutti i diritti riservati. Sostenibilità ed equità intergenerazionale della riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 27 ab