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NOTIZIE - Casagit
SOMMARIO PAG. 7 Scenari NOTIZIE ANNO XXXX - N. 1 Fondo Sanitario Confcommercio accordo con CasagitServizi Febbraio 2016 PAG. 9 Professione Giulietti presidente Fnsi: le nuove sfide dei giornalisti italiani PAG. 10-13 Profilouno Cosa cambia nel 2016: le ragioni di qualche sacrificio PAG.20 CasagitServizi A Roma il primo Poliambulatorio Casagit aperto al pubblico Per esserci dopodomani PAG. 22 I nostri enti Enrico Castelli è il presidente del Fondo Complementare di Previdenza dei giornalisti CN EDITORIALE CASAGIT NOTIZIE Per esserci dopodomani di Daniele Cerrato Presidente Casagit Esserci dopodomani è cruciale perché oggi siamo importanti, ieri eravamo decisamente utili e domani potremmo essere indispensabili. Un gioco di parole può confondere più che aiutare, provo a spiegarmi meglio. Siamo importanti perché integrativi rispetto a un Ssn che lascia ampi spazi al cosiddetto “out of pocket”, la spesa che i cittadini devono sopportare privatamente per avere una prestazione sanitaria nei tempi e nei modi desiderati. L’Istat nel suo ultimo rapporto sulla salute in Italia parla di un 40% di italiani che hanno dovuto abbandonare il Servizio sanitario per una cura, un esame o una visita. Hanno pagato di tasca propria per avere un’alternativa. Gli iscritti alla Casagit hanno da sempre un alleato per annullare o quantomeno minimizzare questa spesa. Nel bilancio 2014, l’ultimo “chiuso”, abbiamo visto dove stiamo sostituendo di più il Ssn: per la prima volta la spesa per esami e visite ha superato quella dei ricoveri. Tutta colpa dei tempi d’attesa per avere un appuntamento, tempi che difficilmente miglioreranno con la rimodulazione di 208 prestazioni ambulatoriali e diagnostiche annunciata dal Ministero della salute. Già oggi la Casagit destina il 55% dei proprii rimborsi a prestazioni tipiche del Ssn, quelle stesse che dovrebbero essere offerte in tempi ragionevoli, se non addirittura utili. Per mantenere efficiente questo sistema di protezione abbiamo dovuto mettere a punto alcune misure di salvaguardia dei conti e darci una prospettiva di sviluppo nel prossimo quinquen- CN CASAGIT N O TIZ IE 2 PERIODICO ANNO XXXX - N. 1 Febbraio 2016 Editore: CASAGIT Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani “Angiolo Berti” Via Marocco, 61 00144 - Roma Finito di stampare: Febbraio 2016 Registrazione: Tribunale di Roma N. 233 del 08.06.2005 SEMESTRALE DI INFORMAZIONE DELLA CASAGIT nio. Lo abbiamo fatto senza toccare l’impianto generale della Cassa, senza intervenire sui “fondamentali” di solidarietà e vicinanza a colleghe, colleghi e loro famigliari. Le misure adottate, reversibili a fronte di un miglioramento dello scenario, intervengono su alcune voci dell’assistenza (per il dettaglio vedere le pagine centrali di questo giornale) sostanzialmente chiedendo una partecipazione su alcune spese sanitarie che dovessero rendersi necessarie. Da un punto di vista tecnico abbiamo individuato i capitoli sui quali concentrarci partendo dai dati, sempre attendibili, dei nostri “uffici”, dalle tendenze individuate dall’Attuario sul futuro della categoria e dall’osservazione dei cicli di spesa degli ultimi anni. Ne abbiamo ragionato in Cda con Direzione generale e capiservizio, con i nostri consulenti, le nostre Commissioni, con i Fiduciari, con le Consulte (Milano e Roma in primis poi Venezia, Torino, Genova, Perugia, Bologna, Bolzano e altri incontri sono in corso di svolgimento) e la Giunta della Federazione Nazionale della Stampa allargata a Segretari e Presidenti delle Associazioni. Solo dopo il confronto con l’Assemblea Nazionale dei Delegati di inizio dicembre le misure sono state completate. Un percorso trasparente che non poteva però attendere mesi o anni. Il vero obiettivo è tutelare la Cassa dal peso di una crisi che sembra essersi “affezionata” ai giornalisti. Siamo il comparto che ha pagato più cara la recessione: 3.000 posti di lavoro in meno. Dall’inizio della crisi Direttore Responsabile: Daniele M. Cerrato Mail: [email protected] Coordinamento: Massimo Di Russo Veronica Farina Mail: [email protected] Redazione: Carlo E. Gariboldi Gianfranco Giuliani Giampiero Spirito Danilo Sinibaldi Progetto grafico: Axara Srl Stampa: Stabilimento tipolitografico Ugo Quintily S.p.A. Viale Enrico Ortolani 149/151 00125 Roma abbiamo perso complessivamente il 18% di occupati contro una media italiana del -3,8%. Ecco perché ci siamo trovati tutti, assistenza, previdenza, sindacato, tra le lame di una forbice che arriva su ogni cosa: taglia gli investimenti pubblicitari, rimpicciolisce le redazioni, rende la nostra funzione, prima ancora che il nostro posto di lavoro, traballante, precaria. Anche l’evoluzione informatica ci sta giocando contro. Ci sono altri modi per cercare e avere notizie, per giunta gratis. Per le Tv private è scattata la trappola del digitale terrestre: risorse importanti investite per il digitale terrestre che fa scomparire le piccole Tv in centinaia di offerte televisive, magari relegandole a un numero di canale che è anche complicato comporre sul telecomando. Non dimentichiamo i giornali locali, l’editoria periodica; realtà “piccole” rispetto ai quotidiani nazionali che svolgono un compito insostituibile per le identità del territorio e la capillarità dell’informazione. Hanno sempre rappresentato, tutte insieme, un bacino di lavoro importante. Oggi, in molti casi, nelle loro redazioni si contano tante scrivanie vuote, i numeri dei redattori sono al di sotto dell’indispensabile, i contratti di solidarietà arrivano a pioggia insieme alla fatica quotidiana di convivere con l’incubo della chiusura. Noi della Casagit, oltre tutte queste “grandi bellezze”, facciamo anche i conti con l’arretramento della Sanità pubblica che ha un impatto forte soprattutto su diagnostica e visite specialistiche. Il risultato è facile da riassumere: minori entrate, 5 milioni di contributi persi in 4 anni e tante prestazioni in più, in crescita costante, peraltro, da anni. In mezzo a questo combattimento quotidiano ci sono le nostre abitudini, consolidate in oltre 40 anni, ed è comprensibile siano ben radicate. La nostra, va detto, non è una sto- ria di privilegi, a pagare siamo noi stessi. Paradossalmente mentre ci troviamo a conteggiare più prestazioni e meno contributi rappresentiamo un modello sul quale stanno cercando di convergere in tanti. La ricerca di una chiave di lettura del “secondo pilastro della Sanità” (ben descritta nelle pagine che seguono) contagia soggetti ben più grandi di noi. Organizzazioni produttive, come Confcommercio, che ci ha affidato il compito di costruire per loro un sistema di tutele analogo al nostro. Per rendere questo impegno un’attività e non un hobby abbiamo creato Casagitservizi srl, obiettivo: dare alla nostra Cassa anche altri terreni di gioco, peraltro potenzialmente molto ampi. Ovvio che per esporci “fuori” dal nostro naturale perimetro di gioco dobbiamo tutelare i nostri conti da numeri “critici” e non solo. Si annunciano nuove verifiche per le Casse sanitarie da parte di enti di controllo pubblici: imporranno conti in regola e patrimonio solido. Oggi nelle nostre riserve abbiamo il 50% di quanto rimborsiamo agli iscritti in un anno, andare sotto questa misura ci renderebbe fragili e toglierebbe le rendite che gli investimenti del patrimonio offrono al bilancio. Le misure approvate quindi servono a non intaccare le nostre riserve nei prossimi 5 anni e darci il tempo di proporre la nostra esperienza ricavandone utili. La già citata intesa con Confcommercio o il nuovo Poliambulatorio Casagitservizi di Roma sono primi passi concreti “fuori dal perimetro” tradizionale. Passi concreti, non disegni in cielo: serviranno per la stabilità di domani e la prospettiva di dopodomani. Qualcuno, devo dire candidamente, mi ha chiesto “perché non vi siete limitati ad aumentare i contributi se servivano più soldi?” In passato – dalla nascita della Cassa nel 1974 – è successo. In quei tempi, mai facili ma molto diversi da oggi, c’era però la speranza di un rinnovo di Contratto che rimettesse linfa nel sistema: i giornalisti vedevano aumentare i proprii stipendi, la Casagit, come l’Inpgi, vedeva crescere i contributi versati e tutto tornava a reggere. Oggi questa prospettiva, sempre auspicabile, ha una disponibilità concreta che lascio a voi giudicare. Inoltre aumentare i contributi in una categoria pesantemente sottoposta a disoccupazione, cassa integrazione e contratti di solidarietà ci sembrava quantomeno “marziano”. Ecco il perché di queste misure: non indolori ma le più sopportabili nelle condizioni date. Ogni volta che si devono cambiare abitudini è naturale attendersi perplessità, in qualche caso anche proteste. Nei tanti incontri avuti dopo aver illustrato, insieme al Direttore generale, dati e tendenze, abbiamo trovato maturità e consapevolezza. Credo sia arrivato però il momento di ampliare la visione chiedendo a tutti i nostri Istituti, Enti e Sindacato uno sforzo comune. Non può essere solo la somma di singole criticità economiche a dare lo stato di salute della categoria dei giornalisti italiani. Non ci sono solo da salvare pensioni, assistenza e posti di lavoro, dobbiamo rimettere il nostro lavoro, e il nostro racconto, “al centro del paese”. Dobbiamo riappropriarci di un ruolo che la crisi economica e di valori ha polverizzato, chiedere una Legge per ridisegnare l’Ordine, ridiscutere le regole sugli stati di crisi, ma anche sulle querele temerarie che generano bavagli... Tornare al tavolo della politica legandolo a quello con gli editori, chiedere garanzie su compensi e tutele, su diritti per offrire doveri. Senza una fase che rimetta insieme – ognuno con le sue competenze – l’intero “sistema” avremo solo effimere stagioni di campagne elettorali. 3 CN CASAGIT NOTIZIE SCENARI Le “Conf” alleate per la salute Confcommercio e Confindustria si uniscono per disegnare il secondo pilastro del sistema sanitario. Una sfida che ci riguarda da vicino. Il Ministro Beatrice Lorenzin:«aprire alla sanità integrativa» di Carlo Gariboldi Vicepresidente Casagit I l sistema sanitario non è più in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini in termini di salute. Oggi Stato e Regioni coprono solo il 78% della spesa sanitaria complessiva. Il resto è a carico dei privati sotto forma di ticket, prestazioni pagate direttamente, o tramite intermediatori (fondi sanitari o assicurazioni). Partendo da questa fotografia, Confcommercio e Confindustria nel dicembre scorso hanno presentato alcune proposte per dare sostenibilità al sistema sanitario italiano anche nel lungo periodo, per poter soddisfare in Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi 4 modo adeguato le esigenze dei cittadini. «Serve un ridisegno complessivo del sistema salute in cui l'integrazione tra sanità pubblica (primo pilastro) e complementare (secondo pilastro) consenta il perseguimento effettivo dell'obiettivo di copertura universalistica della domanda di salute attraverso modalità più efficienti di compartecipazone alla spesa». Questa è la tesi di partenza contenuta nel documento firmato delle due principali organizzazioni di commercianti e industriali. Giorgio Squinzi, presidente degli industriali, da mesi ha assunto una posizione netta sul tema della sostenibilità della sanità. Nel luglio scorso ha scritto al Messaggero anticipando gli elementi fondamentali della sua tesi. «Organizzare un secondo pilastro privato e integrativo può contribuire alla sostenibilità e alla piena esigibilità del diritto alla salute, bilanciare la composizione della spesa e rendere più efficiente il sistema sanitario nel suo complesso». Parole che hanno aperto un dibattito all'interno del mondo produttivo. Gli industriali suggeriscono di estendere il secondo pilastro (la sanità integrativa organizzata in fondi) nell’ambito della contrattazione collettiva. Il modello suggerito è - per spiegarci - del tutto analogo a quanto i giornalisti fanno dal 1974 con l'istituzione della Casagit. A fianco del Servizio sanitario nazionale che svolge - o dovrebbe svolgere - una funzione generalista e di base, i fondi dovrebbero coprire soprattutto le spese non garantite, o garantite in modo non adeguato: odontoiatria, non autosufficienza, riabilitazione, etc. «Il Servizio sanitario nazionale andrebbe affiancato dallo sviluppo del secondo pilastro complementare, in una prima fase, attraverso dei nuovi meccanismi fiscali che consentano la canalizzazione della spesa sanitaria "cash" verso l'intermediazione dei fondi sanitari e, in una seconda fase, attraverso una loro progressiva apertura a tutti i cittadini (open enrolment) con l'esclusione della possibilità di selezione dei rischi e di differenziazione dei contributi a parità di copertura, secondo un sistema di community rating. Il tutto tenendo comunque fermo l'obiettivo di garantire nel tempo la sostenibilità dei fondi di secondo pilastro». La scelta degli imprenditori è apertamente a favore dei fondi, piuttosto che delle assicurazioni: «Non può non riconoscersi a oggi la profonda differenza ancora esistente tra i diversi strumenti, con i fondi che offrono copertura a intere collettività rispondendo a una finalità sociale ben precisa, e coperture profit oriented che - pur legittimamente - perseguono obiettivi di mercato e non di Welfare integrativo. In ultima analisi i Fondi sanitari contrattuali, così come oggi strutturati, operano nel proprio ambito secondo i principi fondanti del Ssn (equità e universalità) e ne costituiscono quindi lo strumento idealmente più prossimo e ideale per il completamento del sistema». La dimostrazione che la spesa sanitaria italiana è in costante crescita emerge dai dati Eurostat. Infatti, proprio a cavallo della crisi (2008-2012) il settore dei servizi di Welfare, cura e assistenza, ha generato oltre 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro nei Paesi dell'Europa a 15. «La sanità complementare - precisa lo studio delle due organizzazioni - sarebbe sinergica con la sanità pubblica e consentirebbe, anche attraverso la possibilità di convenzionamento dei fondi sanitari con strutture pubbliche (ospedali, ambulatori, ecc.) di stimolare l'efficientamento sia in termini di costi che di prestazioni». Gli incentivi fiscali Lo sviluppo del secondo pilastro necessita, per Confcommercio e Confindustria, di incentivi fiscali. Indurre i cittadini a iscriversi ai fondi sanitari farebbe emergere, tra l'altro, il sommerso del settore, che si stima pesi tra i 15 e i 18 miliardi di euro (un punto percentuale del Pil). Quali strumenti adottare? «L'estensione della sanità complementare a tutti i cittadini andrebbe accompagnata dall'esclusione dal reddito imponibile dei contributi versati anche attraverso un progressivo adeguamento degli attuali limiti di deducibilità». Attualmente il tetto è di 3.615,20 euro annui. Gli imprenditori chiedono però incentivi anche per le aziende che versano quote per la sanità complementare: «Vanno previsti sgravi Irap proporzionalmente a quanto versato con l’esonero contributivo totale sulle quote». Il modello Confcommercio e Confindustria sono convinte che siano i fondi autogestiti la risposta. «In quanto significativamente in grado di restituire ai propri iscritti i vantaggi sui risparmi. Il modello autogestito - sottolineano le organizzazioni - permetterebbe di monitorare puntualmente elementi e informazioni relative al funzionamento del fondo anche in relazione alle scelte di politica del sistema sanitario». LORENZIN: “SANITÀ INTEGRATIVA? PARLIAMONE” «È il momento di aprire una seria riflessione sulla sanità integrativa. Mi piacerebbe incentivarla maggiormente». Ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin parlando a Federmanager. «Il mio obiettivo - ha aggiunto il ministro, - è quello di allargare la platea dell'integrazione anche con fondi aperti, non solo quelli chiusi, perché oggi è cambiata la dinamica sociale, e incrementarne la presenza dentro gli ospedali del Servizio Sanitario Nazionale. Questo libererà più risorse per gli ospedali pubblici che avranno più fondi per garantire assistenza migliore ai pazienti». 5 CN CASAGIT NOTIZIE SCENARI “Tuteliamo insieme salute e lavoro” Un nuovo modello di sistema sanitario Nasce il Fondo Sanitario Confcommercio. È il primo a livello nazionale per imprenditori, lavoratori autonomi e partite Iva del commercio, turismo, servizi e trasporti. La gestione e l’esperienza sono di Casagit La forza delle Casse di assistenza è nella capacità di creare “senso di appartenenza”. “Governare” la spesa, dare “efficienza” e offrire un servizio di “qualità”. La spesa pubblica italiana a confronto con le altre di Manuela Perrone Delegata Casagit di Luciano Azzolini Presidente Collegio dei sindaci Casagit L e sorti del sistema sanitario nazionale sono sempre al centro del confronto politico. È sufficiente un caso, o una morte sospetta, per scatenare l’allarme. In realtà se si apre lo sguardo al di fuori dei confini nazionali si scopre che il sistema italiano non è tutto da buttare, anche se, ovviamente, è tempo di avviare un radicale ripensamento alla luce delle criticità che non mancano. Nell’ottobre 2014, non certo un secolo fa, l’Italia conquistava il terzo posto nel ranking mondiale, dopo Giappone e Sud Corea, dei sistemi sanitari nazionali. A stilare la classifica è Bloomberg in base ai dati forniti da Banca Mondiale, Fmi e Organizzazione Mondiale della sanità. Il criticatissimo Ssn italiano è distante anni luce da Usa (al 44° posto) e Russia fanalino di coda, e a livello europeo fa Francia è solo all’ottavo posto e il Regno Unito al decimo. La classifica di efficienza dei sistemi sanitari elaborata da Bloomberg mette in fila cinquantuno paesi con una popolazione superiore ai cinque milioni di abitanti, con un prodotto interno lordo di almeno 5mila dollari Usa e un’aspettativa di vita superiore ai 70 anni. C’è un dato che va rilevato e che da solo è al centro del dibattito politico e cioè come si spendono le risorse destinate alla sanità? L’Italia, infatti, registra una percentuale del Pil (in dollari Usa) destinata alla sanità pressoché doppia rispetto a Giappone e Corea del Sud, vale a dire il 9% rispetto al 4,5% del Giappone e al 5,3% della Corea del Sud. Nel rapporto “Meridiano Sanità” elaborato da The European-Ambrosetti, pubblicato due mesi fa, si sostiene che la spesa sanitaria in Italia è nelle ultime posizioni tra i Paesi europei più sviluppati. Il rapporto spesa-Pil, calato al 9,1%, colloca l’Italia al terzultimo posto 6 seguita solo da Irlanda e Spagna. Va detto che la media europea spesa-Pil è del 10,3% con alcuni paesi come Francia (all’ottavo posto nella classifica della ricerca precedente) e Germania nettamente sopra la media. Gli altri sono tutti al di sotto. In termini pro capite, i Paesi Bassi con 3.915 euro hanno il più alto livello di spesa sanitaria, precedendo Austria (3.679) e Germania (3.624). La media europea è 2.903 euro. L’Italia ne spende 2.355 ed il Regno Unito 2.494. Ciò che più preoccupa è che in questo rapporto emerge come l’Italia sia all’ultimo posto per quanto concerne la prevenzione, la gestione dei pazienti anziani e la possibilità di offrire ai cittadini cure di nuova generazione. Questi dati, in parte tra loro contradditori, fanno emergere un Paese alle prese con gli effetti di una crisi che si fa più pesante e soprattutto stenta a trovare una sua specifica via d’uscita. Il sistema assistenziale – sanitario era basato, prima dell’introduzione del servizio sanitario nazione nel 1978, sulla Casse Mutue. Ciascun ente era competente per una determinata categoria ed era sostenuto dai lavoratori e dai datori di lavori. L’avvento del Ssn trovava un suo fondamento nei dettati costituzionali (carattere universalistico) e nelle intenzioni del legislatore doveva servire a superare la disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle singole Casse Mutue. A distanza di oltre 35 anni occorre rilevare che le disomogeneità ora non sono più tra le singole mutue ma tra le diverse realtà regionali. Inoltre con la trasformazione delle strutture pubbliche da Unità Sanitarie Locali (Usl) alle Aziende sanitarie Locali (Asl) entra nel settore sanitario la concorrenza, vale a dire una logica propria delle aziende private. Questo sistema si apre poi alle strutture pubbliche convenzionate. Per il cittadino non cambia nulla nel senso che paga il ticket previsto sarà poi il sistema sanitario a pagare per la prestazione offerta la struttura convenzionata. Parallelamente cresce un sistema privato e convenzionato che in più di una occasione occupa le pagine dei quotidiani non per risultati raggiunti ma per vicende di cronaca giudiziaria. I cittadini non si sentono per nulla garantiti tanto che c’è un mercato assicurativo che tende ad espandersi sempre più, nel tentativo di superare le insufficienze, i ritardi, le disorganizzazioni del sistema. Comunque anche questa è una risposta tampone non di sistema. In assenza di un pensiero politico che ridisegni il sistema, l’unica alternativa che si apre è quella delle casse come è appunto la Casagit. Casse che possono avere un ruolo fondamentale nel ridisegnare nel suo insieme l’offerta sanitaria purché si abbia da parte della struttura pubblica l’accortezza di superare in positivo le forche caudine tra ciò che è sostitutivo e ciò che è integrativo. La forza di queste Casse sta nella capacità di creare “senso di appartenenza”, di “governare” la spesa, di dare “efficienza” al sistema e di offrire un servizio di “qualità”. Qui si apre un capitolo tutto nuovo, perché la domanda di sanità è tale che il sistema pubblico-convenzionato da solo non riesce assolutamente a soddisfare e se lo dovesse fare rischia di accorciare la coperta legata alla disponibilità di risorse, come già sta accadendo, per i Livelli essenziali di assistenza. È necessario avere la consapevolezza che occorre avviarci verso un nuovo sistema sanitario. L’importante è che il quadro complessivo che ne deve uscire abbia una sua logica e soprattutto un’anima. S i chiama Fondo Sanitario Confcommercio ed è una doppia prima volta: per Confcommercio è l’unico a non appartenere alla famiglia del Welfare contrattuale pur conservandone le caratteristiche fondamentali quali, in particolare, quella di non essere selettivo rispetto a rischio ed età, rivolto com’è all’intera platea dei 770mila iscritti all’associazione imprenditoriale del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. Per Casagit è «il primo passo fuori dal suo perimetro naturale, quello della tutela dei giornalisti», come ha spiegato il presidente della cassa Daniele Cerrato. Il Fondo Sanitario Confcommercio si avvale infatti delle competenze e del network di Casagit ed è gestito da CasagitServizi Srl, creata dalla cassa dei giornalisti proprio per operare sul mercato. La sfida è chiara: in un momento di forte crisi del settore dell’editoria, che si riflette nella progressiva erosione dei soci contrattualizzati di Casagit e dei relativi contributi, aprire ad altre categorie rappresenta un investimento sul futuro che poggia sulle basi di un know how solido e riconosciuto. Il nuovo fondo, presentato il 20 gennaio a Roma nella sede di Confcommercio, nasce da uno scenario preciso, e poco rassicurante. Lo ha ben descritto il Direttore generale dell’associazione del commercio, Francesco Rivolta: «Assistiamo alla riduzione progressiva del grado di sostenibilità finanziaria del Servizio sanitario nazionale e all’aumento di domanda di salute generato dall’invecchiamento della popolazione. Gli effetti sono evidenti. In Italia la spesa sanitaria out of pocket, pagata di tasca propria dai cittadini, ammonta ormai a 32 miliardi di euro, è tra le più elevate al mondo e diventa ancora più alta se si tiene conto del sommerso, stimato in 15 miliardi l’anno. Sviluppare il secondo pilastro, integrativo al primo, è un obiettivo importante». Per gli italiani, ma anche per l’Erario. Forte di una tradizione di fondi contrattuali che risale al 1949, quando nacque il Fasdac per i dirigenti delle aziende del commercio (a questo nel tempo si sono aggiunti Quas ed Est); Confcommercio ha dunque deciso il salto di qualità, scommettendo sul saper fare di Casagit: un fondo per tutti, compresi autonomi e partite Iva, che possa contare su una massa critica sufficiente per ottenere prestazioni a costi contenuti. «Già oggi i nostri fondi contrattuali gestiscono 5 miliardi di euro di sanità», ha ricordato Rivolta. «Una riforma del sistema sanitario pubblico dovrebbe prevedere un ruolo anche ai fondi integrativi e alle assicurazioni. Così si potrebbe costruire un modello moderno e efficiente che in Europa ha dato risultati significativi». Il primo target del nuovo fondo è arrivare a 35mila iscritti in un anno. La quota annuale è irrisoria: bastano 50 euro per ottenere una card nominativa e accedere alla rete di strutture disegnata da Casagit in Italia (l’elenco è disponibile su www.casagitservizi.it). Tariffe agevolate sono assicurate per visite, analisi, diagnostica e odonto- Il Direttore generale di Confcommercio Francesco Rivolta con il presidente della Casagit Daniele Cerrato iatria. Sono inoltre coperti dal fondo i grandi interventi come i trapianti e le artroprotesi d’anca, con massimali da 15mila o da 25mila euro secondo il tipo di intervento e l’assistenza in emergenza 24 ore su 24 grazie al numero verde gratuito 800.915.787, attraverso il quale l’iscritto può richiedere consulti telefonici, l’invio di un medico o di un’ambulanza, trasferimenti sanitari programmati e assistenza infermieristica post intervento. Cerrato è convinto della bontà dell’operazione: «Oltre il 40% dei cittadini ha dovuto mettere mano al portafogli per ricevere prestazioni mediche che il Servizio sanitario nazionale non riusciva a offrire in tempi adeguati alle loro esigenze. I fondi sanitari come i nostri intermediano questo tipo di richieste legando insieme due valori, cioè due diritti: quello alla salute e quello al lavoro». In vista dell’accordo, Casagit ha potenziato la presenza capillare sul territorio passando da circa 250 a 500 poliambulatori convenzionati, oltre a centinaia di cliniche, ospedali, istituti scientifici, laboratori di analisi e studi odontoiatrici. E il Presidente rassicura: «Casagit per come la conosciamo resta nostra. Quello che stiamo mettendo a disposizione è ciò che abbiamo imparato a fare in questi anni». Sperando che dia i suoi frutti e sia solo il primo di un serie di salvagenti strategici per la sostenibilità futura della nostra cassa. 7 CN CASAGIT NOTIZIE PROFESSIONE Le nuove sfide dei giornalisti Servono nuovi modelli d’informazione Difesa dei valori della Carta Costituzionale, dei colleghi minacciati e dell’autonomia dei nostri Enti e Istituti. in discussione la nuova legge sull’editoria e sugli stati di crisi. Tanti impegni da affrontare tutti insieme Quasi 900 nuovi posti di lavoro a fine 2015. Un buon segnale frutto degli sgravi fiscali sul costo del lavoro. Ma la crisi non è finita. Per una ripresa credibile dobbiamo puntare sull’occupazione e sul Contratto di Giuseppe Giulietti Presidente FNSI di Raffaele Lorusso Segretario generale FNSI L’ impennata di nuovi rapporti di lavoro dipendente registrata alla fine del 2015 è una salutare boccata d’ossigeno, ma non deve ingannare. Se poco meno di 900 nuovi contratti di lavoro subordinato – frutto quasi esclusivamente degli sgravi triennali al cento per cento messi in campo dal Governo - hanno riportato il numero degli occupati sopra la soglia delle 16mila unità, per parlare di ripresa e di cambio di rotta ci vuole ben altro. La recessione non è finita e la lunga transizione verso nuovi modelli di offerta di informazione è ancora in atto. In questa situazione e in un quadro legislativo che ha inciso profondamente e negativamente sul mondo del lavoro, cancellando o nel migliore dei casi affievolendo i diritti dei lavoratori, il sindacato dei giornalisti è chiamato a rinnovare il contratto nazionale di lavoro con la Fieg. Se gli editori chiedono discontinuità, 8 sgranando il rosario degli istituti contrattuali che contengono automatismi di carattere economico, la nostra risposta non può che essere un rilancio convinto. Ci si può confrontare su tutto, a patto che si parta dall’occupazione. Questo non significa escludere a priori lo scontro e il conflitto, ma provare a confrontarsi con gli editori intorno ad una visione di futuro. Puntare sull’occupazione significa ridurre le diseguaglianze, allargare il perimetro contrattuale a chi ha perso il posto di lavoro e a chi il lavoro non l’ha mai avuto. Dal 1997 – anno in cui viene approvata la legge Treu – ad oggi, si sono moltiplicate le diseguaglianze nel mondo del lavoro. Il settore editoriale non fa eccezione. Accanto ai cosiddetti garantiti, che in realtà lo sono sempre meno perché nel corso degli anni hanno visto le loro retribuzioni ridursi per effetto del ricorso agli ammortizzatori sociali, c’è un mondo di fatto di precarietà con diritti, tutele e garanzie pari a zero. È su questo terreno che abbiamo iniziato il confronto con gli editori. Un confronto nel quale si deve, nei limiti del possibile, intervenire anche sull’accordo sul lavoro autonomo sottoscritto nel 2014, rafforzando le tutele e il welfare per i più deboli. Non bisogna però mai perdere di vista la realtà del mercato del lavoro: davvero si pensa che in Italia ci siano 120mila giornalisti? Pagare cinque o anche due-tre euro per un articolo è uno scandalo, ma fino a quando gli editori avranno a disposizione un esercito di riserva di iscritti all’Ordine pronti a tutto, anche a lavorare gratis, i compensi non potranno che continuare a scendere. È la legge della domanda e dell’offerta. La recente riforma varata dall’Inpgi, approvata solo in parte dai ministeri vigilanti, che chiedo- no al nuovo CdA dell'Istituto ulteriori tagli e risparmi, ha messo la categoria di fronte alla realtà drammatica del mercato, dell’occupazione e del Paese. Al di là delle critiche e della diversità di opinioni, sempre legittime quando non sono strumentali e dettate da malafede, sostenibilità di medio e lungo periodo, equità e solidarietà intergenerazionale sono i pilastri su cui poggia la manovra dell’Inpgi. Non ci può essere futuro senza un patto generazionale chiaro: tutti gli attori del sistema, attivi e pensionati, devono fare la loro parte. Ecco, allora, la necessità di riportare l’occupazione al centro del negoziato contrattuale: è l’unica strada per garantire la sopravvivenza degli enti della categoria, ma anche per assicurare quei diritti acquisiti di cui si invoca l’intangibilità senza però porsi il problema di come trovare le risorse per garantirli. Possono essere gettate le basi per una ripresa credibile, assegnando un ruolo centrale alla qualità dell’informazione e alla necessità di declinare la prestazione lavorativa su una molteplicità di piattaforme. Certo, serve una controparte che abbia voglia di rischiare e, soprattutto, di tornare ad investire nell’informazione di qualità. L’approccio meramente finanziario alla gestione delle aziende editoriali ha prodotto soltanto tagli dei costi e dell’occupazione. La sfida riguarda anche noi perché il futuro della professione passa anche attraverso la capacità di rendere flessibile la prestazione lavorativa, adeguandola - entro limiti precisi e definiti in sede di contrattazione nazionale e aziendale – alla molteplicità di strumenti di lavoro e di piattaforme rese disponibili dalla rivoluzione digitale permanente. Bisogna avere il coraggio di osare. L otta alla precarietà, tutela delle condizioni materiali e morali della professione, capacità di prevedere e anticipare i mutamenti in atto, difesa della autonomia dei nostri istituti, intransigente difesa dei valori racchiusi nell'articolo 21 della Costituzione, questi alcuni degli impegni che, tutti insieme, dovremo affrontare e risolvere, senza restare intrappolati in logori e superati schemi di parte, di schieramento, di componente politica o sindacale. Mai come in questo momento le sfide esterne dovrebbero indurci a stringere le fila, a ritrovare un'unità d'azione che, senza comprimere la necessaria dialettica delle posizioni, riesca a definire un comune progetto che ci renda protagonisti nel confronto con le istituzioni e con gli editori. In queste settimane il Parlamento sarà chiamato a discutere e a votare su questioni essenziali, dalla legge sull'editoria al fondo per l'occupazione, dalla abrogazione del carcere per i giornalisti alle cosiddette "Querele temerarie", dalla riforma del processo civile alla ripresa del confronto sulla legge sull'equo compenso, dalla riforma dell'Ordine al riordino delle professioni e a quello del sistema previdenziale e pensionistico. Per non parlare della revisione dei criteri di assegnazione dei diritti sportivi, del riordino della Rai, dei criteri di assegnazione dei contributi alle emittenti radiotelevisive e di tutte le problematiche connesse agli uffici stampa e alle nuove forme di editoria digitale. I nodi strutturali e legislativi sono connessi con le nuove ed insidiose forme di bavaglio e di trappole tese sulla strada dell'esercizio del diritto di cronaca. Le "Querele temerarie" rappresentano un'arma impropria quotidianamente brandita contro quei cronisti che tentano di "Illuminare" le periferie del crimine, della corruzione, del malaffare, delle mafie. Ormai le denunce, con richieste milionarie, fioccano al solo annuncio di una inchiesta considerata sgradita dall'oligarca di turno. Per questo sarebbe necessario introdurre una sorta di reato di "molestie" contro l'articolo 21 della Costituzione, non solo e non tanto a tutela del giornalista, quanto del diritto del cittadino ad essere informato in modo completo e tempestivo. La stessa Corte europea, in molteplici sentenze, ha stabilito che é dovere e non solo diritto del cronista pubblicare ogni notizia, comunque ricevuta, che abbia i requisiti del "pubblico interesse e della rilevanza sociale". Proprio perché dovremo difendere questo diritto-dovere, sarà il caso di rispettare i principi deontologici e le Carte che ci siamo liberamente dati e che prevedono il rispetto integrale della dignità della persona, la capacità di auto correggersi, di chiedere scusa, di dare una rettifica dovuta senza attendere proteste, denunce, querele. Quanto più sapremo farlo, tanto più ricostruiremo un rapporto fiduciario con l'opinione pubblica e con chi ancora crede nel ruolo della libera informazione. Nel frattempo dovremo essere capaci di solidarizzare, anche dal punto di vista materiale (come sa fare la Casagit) con le colleghe e i colleghi più esposti, quelli che operano nelle zone di frontiera, talvolta minacciati e spesso senza diritti perché precari o perché non hanno alle spalle aziende solide e capaci di garantire loro le necessarie tutele contrattuali e legali. Nessuno di loro dovrà restare isolato, senza la possibilità di far sentire la propria voce e di veder ripresa e amplificata una denuncia, oppure di fare una di quelle inchieste che non piacciono a chi ha bisogno dell'oscurità e della indifferenza per poter operare e lucrare. Valori questi che hanno trovato l'unanime accoglienza nel recente congresso di Chianciano e nell’elezione del segretario Raffaele Lorusso e del presidente Santo Della Volpe, amico di una vita che ci ha lasciato troppo presto. Proprio perché ci attendono giorni difficili e trattative durissime sarebbe auspicabile ritrovare una unità d'azione tra tutti gli enti della professione, ma- gari rilanciando il coordinamento, promuovendo azioni comuni, mettendo insieme risorse e disponibilità tecniche e legali, promuovendo un solo "sportello dei diritti", comunicando unitariamente, riducendo i costi e offrendo servizi collettivi sempre più efficaci. Un sogno che sicuramente non riuscirò a realizzare sarebbe quello di avere un solo "Palazzo dell'Informazione", una sorta di casa del giornalista capace di riunire tutti gli istituti, ciascuno con la sua autonomia, ma tutti radunati in un solo luogo che dia il segno di una sinergia virtuosa e feconda. Dal momento che, grazie alla cortesia dell'amico Daniele Cerrato, sono ospite del giornale della Casagit, istituto fortemente voluto dalla professione, dai suoi dirigenti di allora, strappato al tavolo della contrattazione, mi sembra giusto ringraziare le donne e gli uomini, di allora e di oggi, che hanno scelto e ancora scelgono di militare nei comitati di redazione, nelle associazioni regionali, nei consigli dell'Ordine, dell'Inpgi, della Casagit. Senza di loro non ci sarebbe neppure la ragionevole speranza nel futuro di un mestiere che, nonostante tutto e tutti, continuerà ad essere indispensabile in qualsiasi comunità che voglia definirsi, e soprattutto essere, libera e democratica. 9 CN CASAGIT NOTIZIE PROFILOUNO Le ragioni di qualche sacrificio Le modifiche riguardano solo Profilouno Iva e imposta di bollo Perché è indispensabile garantire l'integrità del patrimonio nei prossimi cinque anni. In assenza di interventi Casagit avrebbe rischiato di non avere i soldi necessari per pagare le prestazioni alla fine del 2020 Non vengono più rimborsate, Iva e imposta di bollo sulle prestazioni che ne sono assoggettate. Per il 2016 l’Iva sulle cure oncologiche (radioterapia e chemioterapia) continuerà a essere rimborsata. RICOVERI / DAY HOSPITAL Sono soggette ad Iva le prestazioni direttamente fatturate dalla clinica come ad esempio degenza, sala operatoria, accertamenti clinici e diagnostici, medicinali, materiali, servizi di comfort, ecc. NON è soggetta ad Iva la prestazione sanitaria specialistica in senso stretto (visita, intervento chirurgico, ecc.) direttamente fatturata dal medico. NESSUN IMPATTO per gli interventi chirurgici rimborsati a forfait (o “a pacchetto”) per i quali l'Iva è già compresa nella tariffa omnicomprensiva prevista. Si tratta attualmente di oltre un terzo dei ricoveri rimborsati da CASAGIT, numero destinato a salire: nella prima metà del 2016 verranno coperte dal sistema forfetario almeno altre 50 tipologie di intervento. di Francesco Matteoli Direttore generale Casagit I n questi anni abbiamo dovuto imparare a fare bene i conti della nostra Cassa. Ci siamo attrezzati in modo da ssere in grado di fare previsioni di breve medio e lungo periodo. Non avremmo potuto fare altrimenti, dal momento che tutti i parametri delle nostre entrate e delle nostre uscite si sono modificati radicalmente nel giro di pochissimo tempo. Tutte le dinamiche del passato, sulle quali si basavano le nostre proiezioni economico finanziarie, sono saltate. La popolazione della categoria “pilastro” della cassa, i giornalisti con Contratto Fnsi-Fieg, conta oggi quasi 3.000 unità in meno rispetto ai 17mila e 500 del 2009. La stessa popolazione che dava oltre 51 milioni di contributi oggi ne mette a disposizione oltre 7,5 in meno. Nello stesso periodo di tempo la richiesta di prestazioni, in particolare quelle che teoricamente dovrebbe garantire il Servizio sanitario nazionale, è cresciuta sensibilmente. Basti pensare che solo per gli accertamenti clinici, diagnostici e le visite specialistiche in forma privata (quindi al netto dei ticket) oggi spendiamo rispettivamente circa 7,5 milioni e 8,5 milioni, in totale 16 milioni. Fino a 4/5 anni queste due voci, insieme, non arrivavano a 15 milioni. Il trend, purtroppo, è in continua crescita. Bastano questi pochi dati per comprendere come la sostenibilità della cassa sia gravemente minacciata e possa essere garantita solo mediante una gestione estremamente oculata e in grado di prevedere, con largo anticipo, la tenuta del nostro patrimonio. Prevedere in anticipo significa avere il tempo di intervenire sul sistema modificandolo in modo da non intaccarne i fondamentali e soprattutto garantendoli nel tempo. È quello che abbiamo cercato di fare con il piano di azione messo a punto dal Consiglio di amministrazione nel corso degli ultimi mesi del 2015, che stiamo implementando in questi giorni e di cui troverete nelle prossime pagine una descrizione che ci auguriamo chiara e sufficientemente dettagliata. Senza intervenire ci saremmo trovati a rischio di non avere i soldi per pagare le prestazioni alla fine del 2020. L'obiettivo del Consiglio è stato quindi quello di garantire l'integrità del patrimonio per i prossimi 5 10 anni. Fare in maniera tale che alla fine del 2020 la consistenza della nostra “riserva tecnica”, faticosamente accantonata in questi ultimi anni, non venga sostanzialmente intaccata. Le azioni sono di varia natura; non solo di tipo normativo, di seguito descritte, ma anche interventi di tipo strutturale sulle procedure di accesso alle prestazioni, in particolare nelle grandi città dove il costo medio pro capite è più alto a causa del cattivo funzionamento della Sanità pubblica. Quindi non solo calmierare, da subito, alcune voci di spesa ma in prospettiva costruire reti di strutture sanitarie, dedicate e alternative rispetto al Ssn, dove indirizzare i nostri assistiti, avendo gli strumenti necessari per mantenere il governo della spesa in termini economici e di appropriatezza delle prestazioni. Nessuna copertura è stata "tagliata"; la scelta più dolorosa è stata quella di non rimborsare più l'Iva; un mancato rimborso che però, per la sua entità, non compromette la fruizione della prestazione a cui si riferisce. Ricordiamo che l'Iva non pesa sulle prestazioni sanitarie in senso stretto ma solo su quelle accessorie (in caso di ricoveri degenza, materiali e medicinali). Un particolare e giusto riguardo avremo per i nostri assistiti che già si trovano in un percorso terapeutico di tipo oncologico: il rimborso dell’Iva continuerà ad essere garantito per tutto il 2016. Altre decisioni importanti sono l’introduzione di una compartecipazione sulle prestazioni di diagnostica strumentale e la diminuzione della percen- tuale di rimborso per i medicinali di fascia C, omeopatici e galenici. Questi provvedimenti avranno un effetto economico molto contenuto a livello di singolo assistito ma complessivamente incideranno in modo rilevante sui conti della Cassa. Anche le modifiche normative per la fisioterapia non impatteranno affatto sulle casistiche importanti e lasceranno comunque a disposizione anche delle situazioni meno gravi e quindi non conseguenti a traumi, interventi e malattie invalidanti, la possibilità di fare 12 sedute all'anno, peraltro con procedure di accesso al rimborso della prestazione estremamente semplificate. Per la procreazione assistita è stato previsto un riordino della normativa: ribadito il principio che beneficiari della copertura possono essere solo coppie di assistiti iscritti alla cassa è stato messo a punto un nuovo sistema di concorso alle spese con importi distinti tra uomo e donna, utilizzabili fino ad esaurimento del plafond, indipendentemente dal numero di tentativi fatti privatamente o con il Servizio sanitario. Qualche ridimensionamento anche per il concorso alle spese per l'acquisto di protesi acustiche; anche in questo caso senza compromettere il beneficio per l'assistito. L'impianto generale del sistema delle prestazioni effettuate privatamente è stato quindi rivisto ma salvaguardato nella sua interezza. Per chi utilizza invece il Ssn non solo continueranno a essere rimborsati ticket (compresi quelli per i medicinali di fascia A) e quote regionali ma verranno rimborsate anche le spese logistiche di spostamento in tutti i casi in cui, per ricoveri e prestazioni specialistiche, si faccia ricorso a strutture pubbliche situate in regioni diverse da quelle di residenza. Infine, nessun cambiamento sostanziale sul sistema dei contributi; le quote per titolari e famigliari sono rimaste invariate. L'unica modifica ha riguardato il "minimale" per i titolari di pensione diversa dall'Inpgi, ovvero il livello di contribuzione minimo da corrispondere alla Cassa, ormai troppo basso e sbilanciato rispetto ai consumi della categoria. Prestazioni in regime ambulatoriale NON è soggetta ad Iva la prestazione sanitaria specialistica in senso stretto (visita, intervento chirurgico ambulatoriale, cura odontoiatrica, radioterapia, ecc.) direttamente fatturata dal medico. Qualora siano state effettuate e fatturate direttamente dalla struttura sanitaria sono invece soggette all’Iva prestazioni quali sala operatoria, medicinali, materiali e servizi di comfort, ecc. NON sono assoggettabili a Iva gli accertamenti clinici (analisi di laboratorio) e diagnostici. Suggerimenti Chiedere sempre un preventivo per conoscere l’importo dell’Iva che rimane a carico. Si fa presente che l’Iva incide in percentuale variabile dal 4 al 22% in funzione del diverso tipo prestazione cui si riferisce. Si ricorda, inoltre, che tutte le prestazioni sanitarie non assoggettabili a Iva e con importo superiore a 77.47 euro (a oggi) sono soggette a imposta di bollo. Accertamenti diagnostici È stata introdotta, sia in forma diretta, sia indiretta, una franchigia del 15% sugli accertamenti diagnostici effettuati privatamente e in regime ambulatoriale. Verificare sul sito, al capitolo accertamenti diagnostici, le voci interessate dalla franchigia. La franchigia NON si applica per gli accertamenti diagnostici effettuati in corso di ricovero. Facendo ricorso al Ssn rimane garantito il rimborso del ticket al 100% e della quota regionale, entro i limiti del nostro Tariffario. Rimane invariato il rimborso degli accertamenti clinici (analisi del sangue). Suggerimenti Chiedere sempre un preventivo per conoscere l’importo della franchigia. Vigilare affinché le tariffe applicate dalle strutture siano le più vantaggiose a prescindere dal Tariffario CASAGIT. Farmaci FASCIA “A” (Acquistati con prescrizione Ssn) Rimane invariato il rimborso del ticket al 100%. Documentazione da presentare: scontrino fiscale “parlante” (che riporta indicazione del farmaco e del codice fiscale dell’assistito), non è più necessario presentare la fotocopia della ricetta “rossa” o la versione cartacea di quella elettronica. FASCIA “C”, GALENICI, ESTERI, OMEOPATICI, E MATERIALE SANITARIO Il rimborso passa dall’80% al 50%. La documentazione da presentare è rimasta invariata: • prescrizione medica; • fustella (da applicare sulla prescrizione medica); • scontrino fiscale “parlante”. Suggerimenti Le spese sostenute per l'acquisto di farmaci sono rimborsate solo se documentate da scontrino fiscale “parlante”. Quindi per ottenere il rimborso occorre fornire al farmacista il codice fiscale dell’assistito cui si intende attribuire la spesa. In fase di liquidazione la CASAGIT attribuirà i medicinali all’Assistito il cui codice fiscale compare sullo scontrino(anche se diverso dall’Assistito cui sono stati prescritti i farmaci, purché appartenente al medesimo nucleo famigliare). Si ricorda che per consentire una corretta comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate (cui siamo tenuti per Legge) è necessario presentare la documentazione di spesa suddivisa per Assistito, per anno e mese di competenza. Non evidenziare o scrivere sugli scontrini, non applicarvi scotch o fustelle, l’inchiostro con cui sono realizzati deperisce facilmente non permettendone la lettura. 11 PROFILOUNO Fisioterapia Nuova classificazione in 3 livelli e adeguamento di tutte le sedute all’importo massimo di € 50. Ricoveri senza intervento chirurgico e per malattie nervose e mentali LIVELLO 1 Il rimborso è previsto, previa autorizzazione rilasciata dagli uffici, per riabilitazioni finalizzate al recupero di gravi disabilità legate a severe patologie (es. Sclerosi Multipla, morbo di Parkinson, ecc.). Massimo 104 sedute annue. Documentazione da inviare ai fini dell’autorizzazione: prescrizione dello specialista con dettagliata relazione sanitaria sulla condizione clinica e piano riabilitativo con esami eseguiti allegati. Documentazione da inviare ai fini del rimborso: copia dell'autorizzazione rilasciata dagli uffici CASAGIT e fattura con indicazione del numero e delle date delle singole sedute effettuate. LIVELLO 2 Scompare la franchigia progressiva e resta solamente la quota fissa a carico del socio di € 200 al giorno a partire dall’ottavo giorno di ricovero. Abolita la franchigia crescente prevista dalla precedente normativa che prevedeva: • € 200 dall’ 8° al 20° giorno; • € 400 dal 21° al 40° giorno; • € 600 dal 41° giorno in poi. Adeguamento del minimale per i pensionati non Inpgi Il rimborso è previsto per riabilitazioni finalizzate al recupero di gravi disabilità conseguenti e immediatamente successive a traumi/eventi che abbiano comportato un ricovero o una prognosi iniziale di Pronto Soccorso pubblico (Ssn) superiore ai 20 gg. Massimo 48 sedute per evento (da effettuare entro 6 mesi dalla prima seduta). Documentazione da inviare ai fini del rimborso: • lettera di dimissione dal ricovero, cartella clinica o certificato di Pronto Soccorso; • prescrizione del medico specialista con diagnosi e piano riabilitativo; • fattura con indicazione del numero e delle date delle singole sedute effettuate. LIVELLO 3 Minimale contributivo pensionati NON INPGI 2016 € 1.848,00 Suggerimenti generali • Inviare il modulo di “richiesta di concorso spese” compilato e firmato dal Socio. • Fare sempre le fotocopie dei documenti inviati. Nessun documento di spesa, rimborsabile o non rimborsabile, verrà restituito o fotocopiato. Il rimborso è previsto per riabilitazioni finalizzate al recupero di tutte le disabilità non comprese nei precedenti livelli (esempio: artrosi, periartriti, tendiniti, sindromi algiche vertebrali, disturbi dovuti a ernie discali tipo sciatalgia, cruralgia, brachialgia, ecc.) Massimo 12 sedute per anno. Documentazione da inviare ai fini del rimborso: • prescrizione (anche del medico generico o di base) corredata di diagnosi e piano riabilitativo; • fattura con indicazione del numero e delle date delle singole sedute effettuate. Per ottenere il rimborso della Cassa è necessario che le prestazioni siano effettuate: • da un FISIOTERAPISTA laureato in fisioterapia; • da un TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE in possesso del diploma universitario, conforme al Decreto del Ministero della Sanità n.741 del 14/09/1994, o di diploma o attestato a esso equipollente, riconosciuto dal Decreto del Ministro della Sanità del 27/07/2000 a provvedimento della Legge n.42 del 26/02/1999; • presso centri medici specializzati autorizzati dalle autorità competenti. Non è previsto il rimborso della Cassa per le terapie effettuate da chinesiologi, massoterapisti, massaggiatori, diplomati ISEF, laureati in scienze motorie, pranoterapeuti, ecc. o effettuate in strutture non autorizzate come palestre, centri estetici ecc. Procreazione medicalmente assistita Il concorso alle spese è previsto solo per coppia di Assistiti regolarmente iscritti ed è omnicomprensivo di tutte le prestazioni finalizzate alla PMA (esclusa la crioconservazione). È previsto un tetto massimo di spese rimborsabili nell’arco della vita, indipendentemente dal numero dei tentativi effettuati, senza limiti di età e differenziato per genere: • per gli Assistiti di genere femminile: € 4.650; • per gli Assistiti di genere maschile: € 1.000. Protesi acustiche digitali Il rimborso, ripetibile ogni 5 anni, è previsto nella misura dell’80% della spesa sostenuta fino a un tetto massimo di: • € 1.500 per la protesi singola; • € 2.850 per la protesi bilaterale. 12 • Le fatture devono essere sempre intestate al paziente che esegue la prestazione (anche nel caso genitore/figlio) per evitare attribuzioni non corrette. • Si ricorda di applicare sempre il bollo sulle fatture, non soggette a Iva, e di importo superiore a € 77,47 (per Legge il bollo è a carico del paziente). • Le prestazioni continuative (es. psicoterapia o fisioterapia) saranno attribuite, ai fini del raggiungimento dei tetti di spesa, all’anno solare d’emissione della fattura e non a quello in cui sono state effettuate le prestazioni. • Per piani di cura odontoiatrici di lungo periodo, ai fini di una più rapida liquidazione, si suggerisce di richiedere fatture recanti il dettaglio delle prestazioni eseguite anche parziali rispetto al piano di cura completo, con l’indicazione del dettaglio delle singole prestazioni eseguite. Non farsi rilasciare fatture generiche di acconto che verrebbero rimborsate solo a fine cura con la fattura di saldo. • Si fa presente che la distinta di liquidazione, il riepilogo annuale delle spese mediche, così come l’indicazione di quanto comunicato all’Agenzia delle Entrate in merito ai rimborsi effettuati, ai fini della dichiarazione dei redditi, svolgono una funzione di mero supporto informativo. L’effettiva validità e l’utilizzo ai fini fiscali dei singoli dati che li compongono deve essere valutata autonomamente dall‘Assistito/Contribuente sotto la propria esclusiva responsabilità. • Sempre e comunque, con le modalità e nei limiti previsti dalle normative vigenti in tema di detraibilità delle spese sanitarie, è opportuno che ogni Assistito valuti la propria specifica condizione e la natura dei contributi versati, eventualmente avvalendosi del supporto dei CAF o dei professionisti abilitati. Scadenze Per ottenere il rimborso delle spese sanitarie sostenute, la documentazione deve pervenire alla Direzione Generale o alle Consulte Regionali di appartenenza entro la fine del trimestre successivo a quello della data del giustificativo di spesa. DATA DEL GIUSTIFICATIVO DI SPESA SCADENZA 1° TRIMESTRE: gennaio - febbraio - marzo 30 GIUGNO 2° TRIMESTRE: aprile - maggio - giugno 3° TRIMESTRE: luglio - agosto - settembre 4° TRIMESTRE: ottobre - novembre - dicembre 30 SETTEMBRE 31 DICEMBRE 31 MARZO Per i corrispondenti e i pensionati residenti all'estero la documentazione deve pervenire entro il semestre successivo a quello cui si riferiscono le spese. 13 CN CASAGIT NOTIZIE LA NOSTRA SALUTE Curarsi con i “pacchetti” oggi conviene di più NON FATE COME ME! "Cosa vorrà da un povero dipendente l'Agenzia delle entrate?". La mia curiosità è stata presto soddisfatta, tempo di aprire quella lettera che avevo raccolto con tanta circospezione dalla cassetta della posta. E non avevo fatto male a preoccuparmi: controllo formale sulla dichiarazione dei redditi 2013. Offerta sempre più ampia: 47 interventi chirurgici in cliniche convenzionate a costi predeterminati. Senza pagare Iva e bolli, mantenendo l’assoluta garanzia di qualità e di appropriatezza della “rete” Casagit Mi chiedevano di spedire, entro trenta giorni, tutte le ricevute sportive dei miei 3 figli, il Cud (e fin qui tutto ok) e tutto il materiale relativo alle spese mediche scaricate quell'anno, almeno in fotocopia. Diligentemente recupero la cartella in cui avevo conservato tutte le distinte ricevute dalla Casagit, con i rimborsi ottenuti farmaco per farmaco. Per scrupolo prima di spedirli sento la commercialista e lì arriva la doccia fredda: servono le fotocopie di fatture e scontrini! Non solo: anche se la Casagit rimborsa lo stesso, mi spiega l’amica cui consegno il mio 730, "se gli scontrini li scarichi ad ogni acquisto devi comunque presentare in farmacia la tessera sanitaria.... non lo sapevi?". Non lo sapevo...porca miseria! O se lo sapevo me lo ero scordato. di Gianfranco Giuliani Consigliere d’amministrazione Casagit E ccellenze cliniche, garanzia di appropriatezza e - perché no? - certezza dei costi a carico di Casagit e, in caso di richiesta di integrazioni economiche, senza sorprese per il paziente. Curarsi con i “pacchetti”, formula sperimentata da tempo in tutte le regioni italiane con risultati ampiamente positivi, sarà ancora più agevole e conveniente in futuro. Entro la primavera, infatti, il Consiglio d’amministrazione della Cassa, varerà 46 nuove convenzioni per altrettante prestazioni chirurgiche in otto diverse branche specialistiche: emodinamica, chirurgia generale, dermatologia, ginecologia e ostetricia, oftalmologia, otorinolaringoiatria, ortopedia, urologia. Sarà così ampliata l’offerta di “pacchetti” fino a ora circoscritta a 47 tipologie di intervento, per lo più di non elevata complessità. Una scelta strategica per l’oggi e per il domani di Casagit, i cui vantaggi sono ancora più evidenti dopo l’entrata in vigore della manovra varata alla fine dello scorso anno con il trasferimento a carico degli assistiti degli importi determinati dall’appli- 14 cazione dell’Iva e dei bolli. Queste due voci di costo, infatti, saranno assorbite direttamente dalla Cassa nel caso di prestazioni sanitarie a rimborso forfetario, i “pacchetti” appunto. Un risparmio ulteriore, che in molti casi (là dove le cliniche hanno accettato la tariffa all inclusive proposta da Casagit) significherà nessun onere economico per il paziente e per la sua famiglia. Il monitoraggio sistematico delle prestazioni a “pacchetto” documenta infatti che, nel 60 per cento dei casi, gli assistiti non hanno dovuto pagare un solo euro di tasca loro, mentre in un altro 30 per cento di ricoveri gli interventi eseguiti hanno comportato un onere a carico del socio inferiore a un quinto della somma rimborsata direttamente dalla Cassa alle strutture convenzionate. Pochissime (19 in tutto) le prestazioni che hanno richiesto una integrazione superiore al 40 per cento della tariffa predeterminata. Si tratta di evidenti eccezioni, circoscritte a un numero estremamente limitato di cliniche di grande “blasone”, a cui i soci hanno liberamente deciso di rivolgersi dopo essere stati A questo punto è scesa in campo la pazienza straordinaria degli amici della Casagit, che non senza fatica mi hanno aiutato a recuperare dai loro archivi il materiale che io, incautamente, non avevo fotocopiato. Per gli scontrini "non parlanti"....posso solo sperare che chi farà il controllo non sia troppo puntiglioso, altrimenti restituirò quanto non ho adeguatamente giustificato. Una cosa è certa, e per questo sto scrivendo: voi non fate come me! informati nel dettaglio delle spese che avrebbero dovuto sostenere e della possibilità di ottenere lo stesso tipo di prestazioni in altre strutture di non inferiore prestigio e qualità, presenti nella “rete” di Casagit, con quote a carico nettamente inferiori e, talvolta, nulle. Le oscillazioni, in questo campo, possono essere infatti sorprendenti. Valga per tutti l’esempio dell’artroprotesi dell’anca, intervento non proprio di routine, ma sempre più diffuso. Le strutture sanitarie che in Italia hanno sottoscritto con Casagit la convenzione a “pacchetto” per un importo omnicomprensivo di 16.600 euro, rimborsati in forma diretta dalla Cassa, sono 65. Di queste, 42 non richiedono quote a carico del paziente, 23 applicano invece un supplemento di tariffa che va da un minimo di 400 a un massimo di 11.400 euro. Un esempio, uno tra i tanti possibili, per ribadire che la libertà di scelta della struttura e talvolta anche del medico a cui affidarsi si conferma un elemento distintivo dell’offerta di Casagit, ma a condizioni economiche trasparenti, ragionevoli e sostenibili. La formula funziona. Ed è stata ampiamente verificata. Da qui la decisione di potenziare l’offerta, includendo interventi di maggiore complessità che riguarderanno la emodinamica (10), la chirurgia generale (11), la dermatologia (3), la ginecologia e l’ostetricia (9), l’oftalmologia (2), l’otorinolaringoiatria (3), l’ortopedia (5) e l’urologia (3). I valori economici previsti sono compresi in una forbice che va da un massimo di 28.000 euro per l’artroprotesi d’anca bilaterale a un minimo di qualche centinaio di euro per l’asportazione di neoformazioni cutanee non profonde presenti in zone del corpo diverse dal viso. Due estremi. Nel mezzo, consultando il tariffario o rivolgendosi alla sede di Roma e alle Consulte regionali, sarà possibile individuare le Prima di spedire fatture e scontrini fotocopiateli perché un controllo fiscale può capitare proprio a tutti. E se tutti facessero come avevo fatto io fino ad oggi.... alla Casagit passerebbero il tempo solo a rimediare ai nostri guai. Stefano Proietti* (* Lettera inviata dal socio) altre prestazioni, dall’impianto di pacemaker e defibrillatori alle ernie, dai parti gemellari con e senza taglio cesareo all’isterectomia, dalla correzione di difetti della vista all’osteosintesi di medi e grandi segmenti. Novantatre interventi chirurgici a cui sarà possibile sottoporsi, da Aosta a Palermo, senza dovere anticipare somme di denaro, senza oneri a carico dei giornalisti o con integrazioni comunque predeterminate, senza l’aggravio di bollo e Iva e sempre con l’assoluta garanzia di qualità (e spesso di eccellenza) della ”rete” Casagit. 15 CN CASAGIT NOTIZIE SERVIZI Convenzioni: impegno a 360° per stare a fianco dei colleghi Casagit conta partnership di circa 1000 strutture in tutta Italia. A queste si aggiungono centinaia di accordi convenzionali raggiunti con gli specialisti che adeguano le proprie tariffe a quelle della Cassa P restazioni sanitarie di qualità per rispondere alle esigenze dei soci, dei colleghi giornalisti. Maggiore capillarità sul territorio. Monitoraggio costante dei costi. La Casagit cresce. E insieme con lei cresce la sua rete di strutture convenzionate, il cui numero arriva a sfiorare quota mille. Il valore di una cassa si misura dalla capacità di avere una rete capillare e di riuscire a gestirla, a governarla. L’obiettivo principale rimane certo quello di dare servizi ai soci-giornalisti. Ma per centrarlo è necessario che Casagit rimanga uno dei protagonisti principali di un settore sanitario sempre più competitivo e aggressivo. Il contesto è chiaro: di fronte ad un servizio sanitario nazionale che arretra cerca spazio un settore assicurativo che guarda al ‘mercato’ sanitario come fonte di guadagni. Casagit crede invece nella possibilità di costruire un secondo pilastro sanitario, che affianchi il settore pubblico ma rimanga lontano dalle logiche di profitto che caratterizzano il mondo assicurativo. È un progetto che richiede una rete di convenzioni solida, di qualità, diffusa sul territorio. I numeri delle convenzioni consentono di essere razionalmente ambiziosi. L’intera rete della Casagit conta ora 986 strutture, alle quali si aggiungono gli accordi raggiunti con numerosissimi specialisti che adeguano le proprie tariffe a quelle della Cassa: 206 strutture peri ricoveri, 120 ambulatori e centri diagnostici, 600 studi odontoiatrici. La Casagit mantiene una forte presenza delle convenzioni a Roma e Milano, dove tradizionalmente il numero dei soci e dei giornalisti è più numeroso. Ma negli ultimi anni ha lavorato alacremente alla costruzione di una rete nazionale, che è poi quella che consente ora di stringere accordi di partnership con altri soggetti professionali (ad esempio Confcommercio) attraverso Casagit Servizi, la srl nata come costola della Casagit ‘storica’ proprio per far mettere a frutto il know how di gestione sanitaria acquisito dalla Cassa. Ecco allora la scelta, sul fronte dentistico, di convenzionare anche i centri odontoiatrici DOOC, che ora lasciano scoperte solo alcune aree della Sardegna e qualche provincia del Centro Italia come Arezzo e Ravenna. Nuovi ambulatori sono arrivati in Piemonte, con il gruppo C.D.C, ma anche presso Napoli, in Basilicata, in Calabria e in Abruzzo. In quest’ultima regione, l’ampliamento di convenzione all’area ambulatoriale di Villa Serena a città Sant’Angelo (PE) ha permesso di colmare una carenza di servizio nell’area. Per il settore ricoveri sono state rinnovate praticamente tutte le convenzioni presenti ed è stato stipulato, dopo lunga trattativa, un accordo convenzionale con il Policlinico Cardarelli di Napoli per un numero contenuto di interventi senza alcun onere a carico socio. Va detto che il convenzionamento con prezzi calmierati delle strutture pubbliche – che in intramoenia diventano spesso più costose delle private – rimane una delle attività che più impegna gli uffici di Casagit. Roma e Milano rimangono certo i due principali fulcri del sistema di convenzione di Casagit. Se altrove si estende la rete, qui l’idea portante è quella di ripensare i servizi, garantendo qualità ed eccellenze, attraverso la costruzione di una rete di convenzioni primarie sulle quali Casagit può far valere il proprio peso economico. A Milano ci sono 47 strutture per ricoveri. Nella Capitale, che conta circa un terzo dei nostri soci, sono 44. Nel Lazio nel 2015 è stato deciso di interrompere la convenzione con due importanti strutture, la cui onerosità – dall’analisi fatta – è risultata legata soprattutto ai servizi non strettamente sanitari. Assistenza in emergenza: Un numero verde e Casagit c’è Crescono gli assistiti che hanno utilizzato il servizio di assistenza in emergenza attivo 24 ore su 24. Nel primo anno, il 2013 sono stati 946, nel 2015 oltre 1.300. Un numero verde da non dimenticare di Corrado Chiominto di Alessia Schiaffini Consigliere d’amministrazione Casagit Sindaco effettivo Casagit La bussola delle scelte, anche in questo caso, è passata per l’attenzione ai soci: è stato verificato prima che, tra le convenzioni Casagit, esistessero alternative meno onerose e di uguale qualità – talvolta anche con lo stesso specialista. Casagit conosce il valore, in termini di giro d’affari, che attiva sulle ‘’piazze’’ sanitarie di Roma e Milano. Queste due consulte consumano, guardando ai dati 2014 per i soli giornalisti, circa 17,7 milioni di spesa per ricoveri su un 21,3 milioni totali e oltre 10,1 milioni di spese odontoiatriche sui 14,6 globali. Grazie al suo peso può puntare a garantire la tutela sanitaria per i propri soci migliorando i costi richiesti dalle strutture. Lo strumento per dare un futuro a Casagit è proprio questo: la costruzione di una rete dedicata, nella quale le controparti private siano fornitrici attente ed efficienti di servizi di qualità. Questo spiega l’importanza dei poliambulatori Casagit di Roma e Milano: la loro gestione consente di mantenere prezzi moderati in piazze sanitarie difficili ma anche di permettere un governo delle spese di indotto, cioè alle prestazioni sanitarie che nascono dai controlli e che vengono svolte altrove. Nel poliambulatorio di Roma parte dei sanitari che vi operano indirizzano strutture considerate di riferimento per la cassa; a Milano è vicina la stipula di un accordo tra l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il gruppo Auxologico, con lo scopo proprio di veicolare parte dei ricoveri che scaturiscono da tale ambulatorio verso una lista ristretta di strutture. Grandi metropoli e città di provincia, cliniche private e poliambulatori: insomma, un impegno costante e senza clamori, ma con un imperativo categorico, essere sempre al fianco dei colleghi. U n malore improvviso, un infortunio magari lontano da casa. Niente panico, basta chiamare l’800.902.908 (dall’estero digitare 0039 06 421 155 48). Un numero verde per le urgenze che tutti gli assistiti Casagit devono memorizzare. È il servizio di Assistenza in emergenza attivo 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, in collaborazione con Axa Assistance. Una linea gratuita dedicata ai soli iscritti Casagit fondamentale per dare un primo sostegno quando all’improvviso ci si trovi in difficoltà in Italia e all’estero. Una centrale operativa in grado di fornire immediatamente un consulto medico telefonico e, nel caso, gli interventi successivi necessari. Un servizio attivo dal 2012 che ha registrato un grande apprezzamento tra i soci, ma che non tutti ancora conoscono a fondo. Vediamo nel dettaglio cosa offre. Invio di un medico o di un’ambulanza Il socio verrà messo subito in contatto con lo specialista più idoneo per risolvere il suo problema. Il personale medico valuterà la situazione e se necessario provvederà a inviare un dottore sul posto senza nessun costo per il socio. Qualora non sia possibile inviare un medico immediatamente, la centrale operativa organizzerà il trasporto gratuito in ambulanza presso il pronto soccorso più vicino. È bene sottolineare che per le emergenze importanti e in caso di pericolo di vita occorre rivolgersi subito al 118. Trasferimento sanitario programmato Non solo emergenze però. Il servizio offerto agli assistiti Casagit prevede anche altre interessanti opportunità come il trasferimento sanitario programmato. In caso di ricovero è possibile pianificare lo spostamento presso l’istituto di cura prescelto oppure il rientro a casa dopo le dimissioni. Ma anche il trasferimento da una struttura sanitaria a un’altra. Basterà prendere accordi in anticipo con la centrale operativa che, d’intesa con il medico curante, provvederà a rendere operativo il trasferimento con i mezzi di trasporto più ido- nei assicurando, inoltre, l’assistenza di medici o paramedici durante il viaggio. Una prestazione, anche questa, assolutamente gratuita. Non sarà però possibile ottenere il trasferimento in caso di malattie infettive, di dimissioni volontarie e per tutte quelle infermità che possono essere curate sul posto a giudizio del servizio medico di Axa Assistance. Assistenza infermieristica Un altro interessante servizio – sempre gratuito – è l’assistenza infermieristica a domicilio. Nei sette giorni successivi a un ricovero è possibile – per due ore al giorno – ricevere l’aiuto di personale infermieristico o socio assistenziale. Anche in questo caso occorre prendere accordi preventivi con un preavviso di tre giorni. Assistenza all’Estero (Europa, Nord America, Asia e…) Il servizio in emergenza funziona anche all’estero, sessanta paesi tra europei, nord e sud americani, dell’area asiatica e alcuni dell’Africa (vedere sulla mappa i paesi evidenziati in blu scuro) con modalità d’accesso e servizi differenti rispetto all’Italia. In caso di infortunio o malattia improvvisa va contattata subito la centrale operativa che valuterà la situazione. Il personale medico decide- rà se trasferire l’assistito presso la più vicina struttura medica o se rimpatriarlo. Il rientro in Italia sarà ovviamente gratuito e il socio sarà accompagnato da medici o paramedici. Se invece l’assistito venisse ricoverato con prognosi superiore ai cinque giorni sarà cura della centrale operativa fornire un biglietto di sola andata per un familiare che così potrà raggiungere ed assistere il paziente. Le spese di soggiorno sono escluse. Sempre in caso di ricovero, se il socio avesse difficoltà linguistiche a comunicare con i medici, potrà contare sull’aiuto di un interprete che sarà inviato entro 48 ore dall’ingresso in ospedale. Capitolo medicinali: con un preavviso di tre giorni si potranno ricevere tutti quei farmaci che non si trovano sul posto e che non possono essere sostituiti con equivalenti. Potrebbe infine rendersi necessario il rientro anticipato in Italia per un ricovero (superiore ai cinque giorni) o per la morte di un familiare. La centrale Axa metterà a disposizione un biglietto di sola andata per agevolare il ritorno a casa del socio. La copertura offerta riguarda casi di reale emergenza, prima di affrontare un viaggio all’estero è corretto valutare se dotarsi di un’ulteriore polizza assicurativa sanitaria personale per essere tutelati in ogni evenienza. Sono in aumento gli assistiti Casagit che hanno utilizzato il servizio d’emergenza Casagit – Axa. Nel primo anno, il 2013, sono stati 946, un numero cresciuto nel 2015 fino a 1.305 casi trattati (+37,9%). Cresce anche la richiesta di ambulanze (+207,6%) sale anche il numero delle consulenze mediche (+58,8%) e l’invio al proprio domicilio di personale medico (+11,7%). Assistenza in emergenza Consulto telefonico e invio di un medico in caso di urgenza 800 902 908 PER LE TELEFONATE DALL’ITALIA +39 06 42115548 PER LE TELEFONATE DALL’ESTERO Attivo 365 giorni l’anno 24 ore su 24. Conserva con cura questi numeri o trascrivili in rubrica. Ulteriori informazioni su www.casagit.it sezione AGO. 16 17 CN CASAGIT NOTIZIE DETRAZIONI Un Paese che si cura meno e si nutre peggio Il Servizio sanitario nazionale si è messo a dieta: consuma meno soldi. Ma il dimagrimento finanziario non è sintomo di benessere per i cittadini. I tempi di attesa per una prestazione, intanto si allungano La legge di stabilità impone a Casagit di fornire all’Agenzia delle Entrate l’entità dei rimborsi fiscalmente rilevanti. Ma controllare la propria richiarazione dei redditi resta utile per non incappare nelle sanzioni di Gianfranco Summo di Marco Libelli Consigliere d’amministrazione Casagit Consigliere d’amministrazione Casagit I l Servizio sanitario nazionale si è messo a dieta: consuma meno soldi pubblici ma il dimagrimento finanziario non è sintomo di buona salute per i cittadini. Nel rapporto OASI 2015 (Osservatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano) dell'Università Bocconi emerge un quadro nazionale e mondiale che smentisce alcuni miti e focalizza interessanti dinamiche. Numeri che riflettono i tempi della crisi e mettono in discussione il legame tra gli italiani e la sanità pubblica. In Italia la spesa sanitaria pubblica nel 2014 è stata di 114 miliardi di euro, con un incremento annuo dello 0,7% nel periodo 2009-2014 a fronte del +6% registrato nel quinquennio precedente. Complessivamente sul lungo periodo, 1990-2014, la spesa sanitaria è cresciuta mediamente del 4,2% annuo e la previdenza (l'altro grande capitolo della spesa pubblica, insieme alla scuola), invece, del 5,2% con la differenza che le pensioni rappresentano un trasferimento monetario immediato alle famiglie. Il 35% della spesa sanitaria è destinato a prestazioni garantite dai privati accreditati o convenzionati. Il contenimento della spesa sanitaria nel quinquennio 2009-2014 passa attraverso i piani di rientro imposti alle Regioni in deficit che in alcuni casi, adesso, nella gestione corrente, registrano addirittura attivi con i quali vengono coperti i debiti passati. La sfida è evitare che la razionalizzazione dei costi sfoci in un razionamento dei servizi. Una delle leve gestionali più utilizzate è stato il blocco del turnover ma il risultato è stato il progressivo incremento dell'età media dei dipendenti del Ssn che ha raggiunto i 50 anni con un trend di crescita di un anno ogni due. Nel 2012 il 62% dei medici di medicina generale (il cosiddetto medico di famiglia) aveva conseguito la laurea da 27 o più anni; una © Rido - Fotolia.com 18 Dichiarazione dei redditi: attenti al precompilato L percentuale che era del 12% nel 1998. Il Ssn copre (dato 2014) il 78% dei consumi sanitari nazionali con una spesa procapite che oscilla tra i 2.274 euro annui di Bolzano e i 1.687 della Campania. Cresce la propensione a uscire dal sistema pubblico, soprattutto nel settore della diagnostica, a causa delle liste d'attesa considerate troppo lunghe. Anche questo è un effetto delle politiche sanitarie regionali, che in taluni casi contingentano anche nel privato convenzionato le possibilità di soddisfare le richieste ad esempio con tetti che vengono raggiunti negli ultimi mesi dell'anno. Dunque i tempi di attesa scoraggiano gli utenti del servizio sanitario pubblico nel 33% dei casi per gli accertamenti e nel 23,2% per le visite specialistiche. Chi invece resta nel Ssn (per scelta o necessità) si dichiara insoddisfatto delle visite specialistiche nel 7,5% dei casi, per i tempi lunghi o il costo (al Sud il tasso di critiche sale al 10,5%). Tutto questo racconta di un Paese che si cura meno e si nutre peggio. Secondo l'Organizza- zione mondiale della sanità il 23% degli italiani sopra i 20 anni è obeso e il 33,2% non svolge sufficiente attività fisica. La dieta funziona, dunque, solo per la spesa sanitaria. COPPIE DI GIORNALISTI: CONTRIBUTO PIÙ LEGGERO Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 28 gennaio 2016, ha deliberato l’innalzamento dal 25% al 33% della percentuale di restituzione del contributo associativo per coniugi o conviventi more-uxorio entrambi contrattualizzati. La nuova aliquota troverà prima applicazione al momento del calcolo dei conguagli annuali in occasione della prossima chiusura di bilancio. L’importo da restituire sarà calcolato sulla quota del coniuge o del convivente tenuto alla contribuzione minore e verrà erogato, secondo le modalità previste dall’articolo 24 del Regolamento Casagit. a legge di Stabilità disegna un nuovo ruolo (aggiuntivo) per Casagit: quello di fornitore di dati per il sistema fiscale italiano. La Cassa, infatti, rientra tra gli enti che devono fornire all'Agenzia delle Entrate le informazioni sulle prestazioni rimborsate agli assistiti. L'obiettivo del fisco è raccogliere i dati per mettere a disposizione dei contribuenti un 730 precompilato più completo rispetto a quello erogato lo scorso anno: perciò oltre agli elementi relativi ai redditi, verranno inseriti anche alcuni di quelli che configurano una possibilità di detrazione. I dati relativi alle spese sanitarie saranno trasmessi da coloro che le hanno erogate e fatturate (cioè, ad esempio, medici e farmacie), i relativi rimborsi dalle casse e fondi sanitari. Questi ultimi però, e quindi Casagit, non dovranno inviare gli importi relativi a tutti i rimborsi, ma solo quelli rilevanti fiscalmente (cioè quelli per i quali non è possibile la detrazione della spesa in quanto già rimborsata), ottenuti cioè per effetto dei contributi che godono di deducibilità fiscale. Tanto per ricordare in estrema sintesi le regole, i soci contrattualizzati e pensionati, che deducono la contribuzione a Casagit, possono poi detrarre la quota non rimborsata delle spese sanitarie; chi invece, come i soci volontari, non deduce i contributi, può invece detrarre per intero le spese sanitarie, anche se rimborsate. La norma La legge di Stabilità 2016 modifica il decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175 (quello che regolamentava la semplificazione fiscale e, appunto, la dichiarazione dei redditi precompilata) introducendo, dal 1° gennaio di quest'anno l’obbligo, per le casse di assistenza sanitaria come Casagit, a inviare all’Agenzia delle entrate i dati relativi alle prestazioni sanitarie rimborsate. Non si tratta di una possibilità, ma di un obbligo, che oltretutto comporta delle sanzioni: «In caso di omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati - si legge nel provvedimento - si applica la sanzione di euro 100 per ogni comunicazione con un massimo di euro 50.000». Per le modalità di invio delle comunicazioni - che, come dice la norma, deve essere fatto entro il 28 febbraio di ogni anno - è necessario attendere le disposizioni attuative definitive. Poiché in fase di avviamento i problemi non mancheranno, la Stabilità ha anche disposto una moratoria delle sanzioni per il primo anno: non si applicheranno nei casi di lieve tardività o di errata trasmissione dei dati stessi, se l'errore non determina un'indebita fruizione di detrazioni o deduzioni. Quindi una moratoria c'è, ma solo a certe condizioni. Cosa deve fare Casagit I nuovi compiti che la Cassa sanitaria integrativa dei giornalisti ha in carico, a partire da quest'anno, sono quelli di una mera - ma non per questo meno complicata - comunicazione di dati all'amministrazione finanziaria. In particolare Casagit deve rendicontare le spese sanitarie rimborsate per i soggetti che fiscalmente hanno diritto alla detrazione della parte non rimborsata da Casagit, come i soci contrattualizzati e i pensionati. Ovviamente le spese detraibili sono quelle per le quali è stata emessa fattura o scontrino fiscale e che riportano il codice fiscale del contribuente. Nulla cambia nei rapporti tra il socio Casagit e il fisco: la cassa non assume il ruolo di certificatore, la responsabilità relativa alle dichiarazioni dei redditi e di tutto quanto ad esse connesso resta in capo al contribuente. Per questo, nel caso in cui il socio volesse avvalersi della dichiarazione precompilata, è buona cosa che faccia un riscontro in prima persona, o attraverso un esperto (il Caf o il commercialista), su quanto da essa emerge in merito alle spese sanitarie detraibili e, se necessario, inviare le correzioni necessarie attraverso i canali disponibili. Perché nonostante il nuovo ruolo attribuito dall'amministrazione finanziaria, vale la pena di ribadirlo,Casagit resta assolutamente estranea rispetto agli effetti di una dichiarazione errata o incompleta trasmessa da un assistito, dato che il rapporto con il fisco è personale. E non potrebbe essere altrimenti, considerata la notevole complessità per Casagit nell’adempimento di un obbligo retroattivo (viene richiesto l’invio di dati acquisiti e trattati a decorrere dal 1° gennaio 2015, data in cui il provvedimento non era stato emanato) con modalità non solo non previste e non prevedibili, ma anche profondamente diverse rispetto alle finalità istituzionali che Casagit persegue, cioè il rimborso delle prestazioni, in funzione delle quali acquisisce, elabora ed archivia le informazioni. Basti pensare alle spese sanitarie che Casagit, per proprio autonomo e legittimo regolamento, rimborsa senza necessariamente rilevare l’effettiva detraibilità delle stesse esercitabile dall’assistito, ai rimborsi unici e forfetari di più fatture (tariffe a pacchetto, spese odontoiatriche pluriennali con emissione di più fatture di acconto), ai rimborsi molteplici e differiti nel tempo di una unica fattura (riesami e riliquidazioni, integrazioni straordinarie), a rettifiche e restituzioni di importi indebitamente rimborsati. Un elenco che potrebbe essere ancora molto più lungo di situazioni che Casagit gestisce puntualmente con una organizzazione, procedure e sistemi informatici finalizzati al servizio da rendere al proprio assistito; l’improvviso obbligo di adeguare la gestione delle stesse a modalità e finalità differenti, quali sono quelle richieste dall’Agenzia delle entrate, difficilmente permetterà, almeno all'inizio, di evitare comunicazioni parzialmente incomplete o informazioni duplicate. Per cui, attenzione alla precompilata: meglio non dare l'ok “al buio” o a cuor leggero, ma validare o modificare i dati in modo consapevole e responsabile. Ha collaborato Andrea Pezone caposervizio amministrazione 19 CN CASAGIT NOTIZIE CASAGITSERVIZI C’è chi lo chiama “Apollo 1” Il nuovo poliambulatorio di Piazza Apollodoro a Roma aperto al pubblico: 360 metri quadrati, dieci studi medici, diagnostica per immagini e laboratorio analisi. La gestione è di Casagitservizi e Impresa Medica di Giampiero Spirito Vicepresidente vicario Casagit L’ attesa sta per finire. Si avvicina l’apertura al pubblico del nuovo poliambulatorio di Casagitservizi. Si trova al primo piano dell’edificio di piazza Apollodoro 1 a Roma, sopra alla struttura medico specialistica che dal 2005 offre assistenza in forma diretta ai giornalisti e alle loro famiglie. Il nuovo ambulatorio, 360 metri quadrati, 10 studi, diagnostica per immagini e laboratorio d’ana- 20 lisi, è gestito da Casagitservizi srl, in collaborazione con Impresa medica. Gli studi medici possono consentire 100 visite al giorno, dal lunedì al sabato. Un’offerta medico specialistica completa: dalla chirurgia generale alla medicina interna, dalla cardiologia alla medicina dello sport, dalla pediatria alla ginecologia e ostetricia. Esami di laboratorio ma anche test diagnostici strumentali con apparecchiature per la radiografia tradizionale e per la Moc (Mineralometria ossea computerizzata) tecnica di riferimento per prevenire, diagnosticare e controllare l'evoluzione dell'osteoporosi. I soci Casagit potranno accedere alla struttura per tutte quelle specialità mediche non previste nell’attuale Poliambulatorio. Quella del nuovo Poliambulatorio Casagit a Roma è una strada avviata proprio con la costituzione della Casagitservizi. L’obiettivo è offrire una risposta credibile a un’esigenza di assistenza specialistica sempre più evidente. Basti considerare l’aumentare della spesa sanitaria privata, in Italia ormai a quota 32 miliardi di euro e il contemporaneo arretramento del Servizio sanitario nazionale che si fa sentire, in particolare, nelle grandi città come Roma. Una scelta che guarda alla prospettiva di impegnare Casagit anche fuori dal suo perimetro tradizionale per cercare risorse utili a sostenere l’attività principale della Cassa. Un passo importante e necessario che naturalmente Casagitservizi non poteva compiere da sola. L’esperienza positiva, il “test” del poliambulatorio romano per i soli iscritti Casagit, ha consentito d’individuare nell’azienda che ne gestisce gli aspetti organizzativi, Impresa Medica, un partner valido per quest’operazione mentre autorizzazioni mediche, Direzione sanitaria e amministrazione resteranno compito di Casagitservizi srl, di totale controllo della Casagit. Il valore aggiunto di questa importante collaborazione sarà nella garanzia di ottenere elevati standard qualitativi da offrire a chi non è iscritto alla nostra Cassa di assistenza. Una collaborazione che, in prospettiva, dovrà proseguire nella creazione di una rete di riferimenti per l’offerta sanitaria Casagit, impegno strategico per i prossimi anni. Si tratta di un sistema territoriale di poliambulatori in convenzione diretta con Casagit per offrire prestazioni sanitarie di elevata qualità nelle principali città italiane, come Roma e Milano. Una rete di imprese mediche collegate tra loro per controllare meglio qualità, costi delle prestazioni e “indotto”, cioè il “dove” e “come” dei trattamenti che dovessero rendersi necessari dopo una visita specialistica o un esame diagnostico. In questo modo potremo affiancare il socio in tutto il suo percorso sanitario: dalla diagnosi all’eventuale ricovero. La Casagit nel 2016 compirà 41 anni, è stata una grande intuizione, una bella storia dalla quale partire per costruire un futuro ancora più stabile. Come ha detto il presidente Daniele Cerrato, “dobbiamo camminare con le nostre gambe, affatto gracili, anche verso nuove direzioni”. Direzioni quanto mai obbligate dall’arretramento del Servizio sanitario nazionale e dai contraccolpi della crisi che ha colpito l’editoria italiana. Nel 2014 l’Assemblea nazionale dei delegati Casagit ha concepito la nascita di Casagitservizi srl proprio per darci uno strumento per mettere a disposizione di popolazioni diverse dai soli giornalisti un’esperienza di sanità integrativa importante. Il nuovo poliambulatorio è la dimostrazione concreta che si può fare. 21 CN CASAGIT NOTIZIE TERRITORI I vantaggi del nostro Fondo Case della salute oltre gli ospedali Estendere la pensione complementare ai Collaboratori Coordinati Continuativi e informare meglio sulle sue potenzialità. Arriva il nuovo sito web con l’area riservata agli iscritti, rinnovata per una migliore conoscenza Funziona il modello messo a punto dalla Regione in Emilia Romagna. Compito della Casagit: garantire forme di assistenza integrativa e non sostitutiva. Missione ancora in parte possibile in Emilia Romagna di Enrico Castelli di Claudio Cumani Presidente Fondo di Previdenza Complementare dei Giornalisti Italiani Fiduciario Casagit Emilia Romagna I l triennio che si è appena concluso ha rappresentato per il Fondo Complementare dei Giornalisti Italiani una svolta significativa. Potremmo dire che la crisi economica e i pesanti effetti che ha provocato anche nel settore editoria abbiano contribuito ad accelerare alcuni interventi “strutturali” destinati ad avere effetti in futuro. La prima preoccupazione del Consiglio di amministrazione è stata quella di concentrare gli sforzi in una revisione del complesso della gestione delle risorse: seguendo le indicazioni avanzate dalla Covip,(l’organismo di vigilanza), ha meglio precisato la politica di investimento con l’obiettivo di ridurre l’esposizione al rischio delle singole posizioni dei colleghi senza sacrificare i rendimenti e la crescita del capitale accumulato. Ecco alcuni interventi che sono stati definiti nel triennio: 1. istituzione di una Funzione Finanza per seguire in modo più preciso gli investimenti coadiuvata da un advisor per tenere sotto controllo il rischio; 2. scelta di nuovi gestori che hanno iniziato ad operare a febbraio attraverso una maggiore differenziazione degli investimenti in base al comparto di riferimento; 3. razionalizzazione dei comparti con l’eliminazione del “crescita” che aveva in dotazione una massa di liquidità da gestire troppo ridotta (per la scarsa adesione degli iscritti) elevandone così costi e penalizzando i risultati. Sono interventi da cui ora ci si attende un maggiore controllo e ottimizzazione dell’andamento degli investimenti di ciascuno dei tre comparti (garantito, prudente, mix) che ogni iscritto decide di scegliere in base all’età, alla propensione al rischio, alle aspettative pensionistiche. Certo l’inizio dell’anno finanziario (un calo della borsa italiana del 12% a gennaio), il nervosismo e la volatilità che hanno investito i mercati finanziari non stanno aiutando anche se non ci si stancherà mai di sottolineare che l’investimento nel Fondo va visto nell’ottica pluriennale o, addirittura, nell’arco di una vita perché il fine ultimo è la formazione di un secondo pilastro pensionistico. Per queste ragioni il Consiglio di amministrazione ha deciso di aumentare l’impegno rivolto alla informazione e alla sensibilizzazione dei colleghi sul significato e sull’importanza, soprattutto per i più giovani, della creazione di una solida pensione complementare, quale “seconda gamba” ormai necessaria per sostenere la previdenza a fronte di una progressiva diminuzione dell’assegno pensionistico dovuto alle minori retribuzioni e alle riforme del sistema. È un impegno che dovrà essere rilanciato anche durante il prossimo triennio in quanto la conoscenza delle dinamiche del Fondo spesso è ancora marginale (se non del tutto superficiale) benchè in esso sia stata destinata da molti la propria quota di Tfr. È facile incontrare colleghi che non solo non conoscono l’esistenza del Fondo, le sue caratteristiche, i meccanismi del suo funzionamento ma anche l’ammontare del proprio capitale accumulato. Il Fondo di previdenza complementare dovrà dunque rafforzare il suo impegno di sensibilizzazione nei confronti dei colleghi giornalisti facendo loro capire i vantaggi che ci sono nell’affidamento di una quota parte dello stipendio al Fondo. E questo per tre ordini di ragioni principali: la presenza di una quota versata direttamente dagli editori, come previsto dal contratto nazionale di lavoro che altrimenti andrebbe perduta; la crescita S dei rendimenti attesi dal capitale investito (mediamente superiori a quello assicurato dal Tfr), la maggiore trasparenza e possibilità di controllo sulla gestione. Oltre all’impegno informativo e formativo che si renderà necessario all’interno della categoria, (non sarà secondario modernizzare il sito web) crediamo che sia indispensabile completare il lavoro già iniziato per la riforma dello statuto al fine di poter estendere la copertura del Fondo anche ai collaboratori coordinati e continuativi, per adeguare le norme statutarie alle indicazioni legislative per quanto riguarda i giornalisti che lavorano nel settore pubblico e per chiarire alcuni aspetti relativi alle procedure di anticipazione e riscatto. Tra le proposte figura anche la possibilità di estendere la copertura anche ai familiari dei giornalisti iscritti. Si tratta di un percorso, già in gran parte individuato, che dovrà essere attuato attraverso un confronto franco e leale con gli editori che sono rappresentati in modo paritetico all’interno del Consiglio di Amministrazione. A tale proposito sarà fondamentale che il clima sereno e costruttivo che ha caratterizzato le sedute possa utilmente proseguire. i è vero, in Emilia Romagna la sanità pubblica funziona. E non solo nelle sue punte di eccellenza. Chi si occupa di Casagit ha quindi come principale compito quello di fare in modo che l'assistenza per i colleghi sia davvero integrativa e non sostitutiva, mantenendo però un occhio di riguardo verso le situazioni sanitarie complesse e le difficoltà economiche più allarmanti. La crisi dell'editoria, come ovunque, colpisce duro soprattutto i giovani, stiamo abbastanza bene ma il futuro resta un'incognita. I dati della Regione Emilia Romagna sulla sanità sono comunque confortanti. I tempi di attesa. Uno degli impegni del nuovo presidente della Regione Bonaccini insediatosi nel gennaio 2015 era quello di ridurli e, stando a una recente conferenza stampa, ci è riuscito. Un anno fa su 42 prestazioni oggetto del monitoraggio (le più importanti) solo il 58% veniva fornito nei tempi previsti (30 o 60 giorni a seconda della prestazione) oggi si sfiora il 90%. Un risultato ottenuto con diverse misure: semplificazione delle agende, dieci milioni di investimento, diversa modulazione dell'offerta, assunzione di 149 professionisti, convenzioni e migliore collaborazione delle strutture e dei sanitari del privato accreditato. Ma attenzione: da marzo in Emilia Romagna l'utente che non disdice una prestazione che ha prenotato ma non effettuato paga il ticket (oggi riguarda il 1520% delle richieste). Per il 2016 il bilancio della Regione Emilia Romagna prevede poco più di 8 miliardi per la sanità. È un dato di massima e per tastare il polso della situazione è meglio guardare i numeri ufficiali che fanno riferimento purtroppo solo al 31 dicembre 2014. C’è stato un lieve aumento della spesa pro capite (intorno a 1.940,61 euro) ma il bilancio si è chiuso in sostanziale pareg- gio. Come si è riusciti a raggiungere l'obiettivo? Razionalizzazione della spesa, contenimento dell'impiego delle risorse umane, controllo del turnover e centralizzazione degli acquisiti attraverso un'agenzia apposita. Nel quadro generale della spesa è aumentata quella cosiddetta distrettuale (in cui confluiscono le voci per l'assistenza di base) ma è calata quella ospedaliera. Sui farmaci, vero tormentone economico del mondo sanitario, la spesa risulta in discesa dell'1,4%: aumenta l'impiego di farmaci meno costosi, con brevetto scaduto, ma cresce il consumo di molecole più costose per le patologie croniche. Contenuto anche il consumo nella specialistica ambulatoriale, anche se le prestazioni (mettendo insieme il pubblico e il privato accreditato) sono un po' aumentate. La parte del leone la fanno le spese di laboratorio: il 74,3% del totale per circa 47 milioni di prestazioni, segue la diagnostica, il 9,4% e la specialistica (stesso parametro). Ancora più illuminante il dato riferito agli ospedali dove c'è un visibile calo dei posti letto (18.768 contro 19.016 del 2013) fra pubblici e privati accreditati. In calo anche i dati di ospedalizzazione: 123,3 contro 131,3 ogni mille abitanti. Scendono i day hospital e calano anche i numeri dei ricoveri. Se poi per sfizio volessimo guardare al Pronto soccorso scopriremmo che gli accessi restano in crescita soprattutto per quanto riguarda i codici verdi (i casi meno gravi) che sono ancora il 66,2% del totale. Un versante sul quale c’è ancora molto da lavorare. Ultima nota: la politica sanitaria della Regione punta con forza alla creazione delle “case della salute” come luogo per fornire prestazioni specialistiche a vari livelli che evitino di intasare gli ospedali e i Pronto soccorso. Al momento in Emilia Romagna sono 72 quelle attive ma è già in programma l'apertura di altre 50. Questa la fotografia dell'esistente. In questo quadro si muove la Consulta emiliano – romagnola della Casagit. Tutto bene? Sì, ma (al di là del contingente) il cammino della sanità pubblica continua verso scenari poco rassicuranti. È il dato cui la Casagit (sul cui cielo pure si addensano nuvole) deve guardare con grande attenzione per modulare il proprio lavoro. I numeri più recenti ci dicono che il totale degli assistiti della nostra consulta è di 2.280 persone (di cui 1.278 titolari e 1.002 familiari). È stato fatto anche un importante sforzo di sensibilizzazione verso i nuovi profili che ha portato a 50 iscritti: sui parametri nazionali un risultato non disprezzabile. In Emilia Romagna abbiamo 22 convenzioni per l'odontoiatria, 13 per i ricoveri, 10 per gli accertamenti clinico – diagnostici e un problema probabilmente comune ad altre consulte: la necessità di portare anche in provincia un accettabile numero di convenzioni, ovviamente in rapporto al numero di colleghi residenti. Non è una missione semplice, anche se le difficoltà economiche di alcuni studi e strutture sanitarie facilitano la ricerca. Un problema può essere che buona parte della diagnostica e dei ricoveri in Emilia Romagna poggiano sul pilastro delle cliniche del Gruppo Villa Maria con cui è necessario avere quindi un rapporto chiaro e ben definito. Per gli amanti dei numeri nel 2015 sono stati liquidati dalla Cassa per prestazioni 1.667.617 euro: la specialistica è la prima voce con 592.173 euro, seguono le cure odontoiatriche (382.157 euro) e i ricoveri (361.894 euro). Il binario su cui finora si è mossa la Consulta è stato quello di dare grande attenzione al tema della solidarietà, sostenendo e battendosi per gli anziani in difficoltà e i giovani colleghi rimasti senza tutele. È la strada giusta su cui continuare a impegnarsi anche in un'oasi che vogliamo continuare a credere felice. Ha collaborato Lucio Diletti, membro della Consulta regionale 22 23 AREA SOCI L’Area Riservata Soci è stata rinnovata perché in qualsiasi momento, in totale sicurezza e riservatezza, i Soci possono: verificare lo “stato” dei documenti di spesa (data di arrivo al “protocollo”, data di liquidazione, importo accreditato), il saldo dei contributi versati, stampare le distinte di liquidazione utili per la Dichiarazione dei Redditi, variare l’indirizzo di casa e le coordinate bancarie, visionare l’ultimo Bilancio. PER ASSISTENZA O INFORMAZIONI SULL’AREA RISERVATA SOCI: Telefonare allo 06-54883237 Orari 9.00 - 13.30 e 15.00 - 16.30 (da lunedì a venerdì). È possibile anche lasciare un messaggio alla segreteria telefonica specificando nome, codice socio CASAGIT e recapito telefonico, per essere ricontattati.