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AGRICOLTURA OGGI Per questa specie si cerca di soddisfare al

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AGRICOLTURA OGGI Per questa specie si cerca di soddisfare al
CLEMENTINE:
UNA RISPOSTA
ALLE MUTATE
ESIGENZE DEL
CONSUMATORE
Per questa specie si cerca di soddisfare al meglio
le esigenze del consumatore, con un prodotto
con caratteristiche organolettiche costanti nel
tempo, assenza di semi, ampliando il periodo di
disponibilità grazie a nuove varietà precoci e tardive.
Carmelo Mennone
CLEMENTINE
CARMELO MENNONE
AGRICOLTURA OGGI
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Il clementine appartiene al
gruppo dei tangor (ibridi di
mandarino x arancio), quello che
numericamente e commercialmente
è il più importante, tanto che nella
classificazione tassonomica alcuni
lo considerano una specie (Citrus
clementina).
mo, ecc. (1,1%). Le produzioni, nel quadriennio 20082011 si attestano intorno ai 3,9 milioni di tonnellate,
distribuendosi sostanzialmente con gli stessi ordini di
grandezza delle precedenti, con le arance al 63,3%,
seguite dal gruppo dei “piccoli frutti” al 21,9%, dai
limoni al 13,9% e dagli “altri” agrumi all’0,9%.
DOVE SI PRODUCE
In Italia le superfici agrumetate, nel 2011, si attestano
intorno ai 170 mila ettari, con una netta preponderanza di quelle arancicole (60,1%), seguite a notevole
distanza dai “piccoli frutti”, clementine e mandarini
(22,2%), dai limoni (16,2%) e da bergamotto, pompel-
RIPARTIZIONE REGIONALE SUPERFICIE CLEMENTINE-2011 (DATI ISTAT)
Prenules
Le clementine fanno parte di quella categoria commerciale “agrumi a frutto piccolo”, caratterizzata da
alcune caratteristiche pomologiche come il peso non
superiore a 90-100 g, la facilità a sbucciarsi e l’assenza di semi, meglio conosciuta come apirenia, carattere, comunque, condizionato da aspetti genetici
e soprattutto ambientali, quali la vicinanza di specie
interfertili, che possono impollinare. In questo gruppo, il clementine, diffuso principalmente nell’area mediterranea, rappresenta circa 1/4 della produzione di
mandarino-simili.
Capostipite di molte delle varietà disponibili è il Cle-
mentine comune, ottenuto come probabile ibrido tra
mandarino Avana e Arancio amaro “Granito”, osservato a Misserghin (Algeria) da frate Clemente nel
1902, da cui il nome clementine, anche se da studi
dell’Università di Catania, è stato confermato che derivi da un incrocio tra Mandarino Avana e Arancio
dolce. Alle ottime caratteristiche organolettiche, accomuna una scarsa conservazione sulla pianta con un
deprezzamento della produzione, che limita il periodo
di commercializzazione; da queste varietà sono derivate direttamente o indirettamente, quelle maggiormente coltivate.
RIPARTIZIONE REGIONALE PRODUZIONE CLEMENTINE 2011 (DATI ISTAT)
Rispetto alla superficie in Calabria si coltivano circa il 60% delle clementine, che si concentrano
principalmente nella Piana di Sibari, nel lametino (CZ) ed a Rosarno (RC).
Impianto nel Metapontino e, sullo sfondo, antico ovile.
Clementine a Metaponto.
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SRA63
Hernandina
Da un punto di vista produttivo la Calabria rappresenta circa il 70% del totale italiano, seguita dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla Basilicata. Il comprensorio
ricadente nella zona costiera del Golfo di Taranto, che
comprende la provincia di Lecce fino a quella di Cosenza è l’areale più importante per la produzione di
questa specie, data la forte complementarietà dei territori che possono al meglio rispondere all’ampliamento
del calendario di maturazione.
zata nell’area tarantina si fa risalire agli inizi del 1900,
anche se dell’introduzione di tali frutti in questa zona
si ha menzione con tutta probabilità già nel 1700. La
scarsa disponibilità idrica ha condizionato la diffusione di questo gruppo di specie. È solo nel secondo
dopoguerra che si assiste all’espansione e specializzazione della coltivazione di agrumi, grazie alla riforma
fondiaria, che ha consentito di mettere a disposizione
degli agricoltori adeguate risorse idriche. Nel tarantino la coltivazione, concentrata nei comuni di Massafra, Palagiano, Palagianello, Castellaneta e Ginosa,
vede primeggiare il clementine, con un calendario di
maturazione che parte da ottobre per protrarsi a marzo con le varietà tardive, anche se prevale il Comune.
LA PIANA DI SIBARI
Tra il mar Jonio, la Sila ed il massiccio del Pollino,
giace la piana di Sibari, la più estesa delle pianure
Calabresi. Prende il nome dalla città greca Sybaris,
una delle prime colonie greche in Italia, fondata da
coloni Achei e Trezenii nel VII sec. a.C. Tra le attività
produttive agricole del tempo si ricorda la coltivazione
della vite e la pastorizia. Nel secondo dopoguerra è
entrata in un periodo d’intenso rinnovamento economico-sociale, grazie all’opera Sila, che con la bonifica
del territorio ne ha fatto una tra le zone più prospere
non solo della Calabria, ma dell’intero mezzogiorno.
Questo ha consentito la diffusione di impianti di agrumeti, in seguito alla creazione di canali di scolo, che
fanno sembrare questa piana una grande distesa verde. Terreni diligentemente lavorati, minuziosamente
coltivati, la vicinanza dei monti e l’assenza della traiettoria dei venti, determinano un microclima ideale
e fa si che la piana di Sibari risulti una delle zone più
vocate in assoluto per la coltivazione delle clementine.
LA COLTIVAZIONE IN PUGLIA
La coltivazione degli agrumi in Puglia è presente principalmente lungo l’arco ionico tarantino e leccese, la
clementinicoltura, interessa quasi 4800 ettari.
La diffusione dell’agrumicoltura in coltura specializ-
Panoramica della Piana di Sibari.
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CLEMENTINE
CARMELO MENNONE
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sottile; la polpa è di colore arancio, succosa, con contenuto in zuccheri ed acidità medi e semi assenti. Matura nella seconda decade di novembre.
Della stessa epoca è la Clementine Nules con frutto
di buon calibro, di colore arancio, di sapore abbastanza equilibrato.
Nel periodo medio-tardivo sono poche le varietà di
clementine disponibili, di queste, alcune sono caratterizzate da maturazione interna del frutto anticipata rispetto alla colorazione esterna della buccia. La
prima varietà ad essere raccolta è il Clementine
Rubino, con buccia di colore arancio di consistenza soffice e poco aderente, tessitura della polpa fine
e deliquescente. La pezzatura è inferiore rispetto al
comune, la raccolta si effettua a partire dalla III decade di dicembre. Successivamente matura il Clementine Hernandina, il frutto di colore arancio,
con la parte apicale, che rimane verde pallido, presenta qualche seme; l’epoca di maturazione è tardiva (gennaio–metà febbraio). Sempre nella stessa
epoca matura il Clementine Nour, di colorazione
arancio intenso, pezzatura e sbucciabilità media, di
buon sapore, semi pochi o assenti. Un’altra varietà
interessante di clementine è il Tardivo. Il frutto è di
buona pezzatura, apireno di forma sub-sferica, con
buccia di colore arancio intenso, matura tra dicembre e gennaio conservando buone caratteristiche fino
a febbraio.
LE VARIETÀ PIÙ DIFFUSE
Tra le varietà più precoci ricordiamo il Clementine
Oronules, i cui frutti hanno colorazione aranciointenso molto attraente, di facile sbucciabilità e si
raccolgono due-tre settimane prima del comune. Di
pari epoca è il Clementine Caffin, che presenta
frutto con buccia leggermente rugosa, di colore arancio intenso, sapore buono, peso medio. A seguire si
raccoglie il Clementine Spinoso, con frutto di forma schiacciata, la buccia è di colore giallo-arancio, la
polpa è mediamente succosa, il peso medio di 80-90
g. Una varietà per la fase precocissima è la Clementine Loretina, con frutti di colore arancio intenso
molto attraente, si sbucciano con facilità e di sapore
medio. 10 giorni prima del Comune si raccoglie il Clementine Fedele, che presenta frutto di colore arancio
intenso, con polpa un po’ grossolana e poco succosa.
Buon comportamento produttivo ha avuto negli areali Jonici lucani, calabresi e pugliesi, la Clementine
SRA 89 con frutto di media pezzatura, sapore buono.
Contemporanea è il C. Corsica 2, frutto simile al
clementine “Comune”, di peso medio. Di pari epoca
al Comune e con frutto simile è il C. Esbal, con buccia di colore arancio e peso medio.
Capostipite di molte delle varietà descritte è il C. comune che presenta il frutto di colore arancio intenso, presenta una superficie liscia, di forma oblata, con
peso medio di 80 g, la buccia poco aderente, soffice e
Extraprecoci
Precoci
(Clementina comune)
Spinosa, Fedele,
Corsica e SRO89
Intermedie
Tardive
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Spinoso
Tardivo
Tardivo
Comune
Nour
Rubino
Caffin
Corsica 2
SRA89
Clemenrubi
Hernandina
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C. Rubino VCR
C. Spinoso VCR
C. Hernandina VCR
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Calendario di raccolta delle clementine in Italia
LE NUOVE PROPOSTE
Di seguito si riportano una serie di nuove varietà, prevalentemente di origine spagnola, che potrebbero consentire un ampliamento del calendario di produzione,
soprattutto nella fase precoce di raccolta. Quasi tutte
le innovazioni derivano da mutazioni di Oronules riscontrate in Spagna nella seconda metà degli anni ’90.
La prima a maturare è Prenules, che si raccoglie in
Spagna a partire da metà settembre, i frutti sono di
colore arancio intenso, con buccia di medio spessore e
facile da sbucciare.
Di pari epoca è Basol, con frutti di colore arancio
intenso, segue Clemenrubi o Pri23, che si raccoglie
a partire dalla I decade di ottobre. Cultifort, frutto
simile per pezzatura ad Oronules di colore arancio
intenso, si sbuccia con facilità, polpa apirena con un
buon contenuto in succo. Dopo qualche giorno si raccoglie Orogros o Pri 26, simile al precedente per
caratteri del frutto.
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Campagna finanziata con l’aiuto dell’Unione europea.
I MARCHI
Clementine di Calabria IGP, che comprende
le produzioni rivenienti dai territori di
coltivazione delle province di Reggio Calabria,
Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone.
Comprende alcune varietà come il Comune,
l’SRA 63, il Fedele, il Tardivo, l’Hernandina, il
Marisol e il Nules;
Clementine del Golfo di Taranto IGP, la cui
produzione proviene dai comuni di Palagiano,
Massafra, Ginosa, Castellaneta, Palagianello,
Taranto e Statte. Le varietà contemplate sono
il Comune, il Fedele, il Precoce di Massafra o
Spinoso, il Grosso di Puglia, l’ISA, l’SRA 63 e
l’SRA 89
Carmelo Mennone
Direttore A.A.S.D. Pantanello,
Alsia - Regione Basilicata
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