Diapositiva 1 - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
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Diapositiva 1 - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
Media e studi culturali Proff. Silvia Leonzi – Giovanni Ciofalo L’immaginario A.A. 2012/2013 L’Immaginario: la prospettiva psicologica Carl Gustav Jung (1875 –1961) Psichiatra, psicanalista e antropologo, fondatore della “psicologia analitica”. Inizialmente vicino alla psicanalisi freudiana, se ne distacca definitivamente con la pubblicazione del suo testo fondamentale, Trasformazioni e simboli della libido (1912), dove sono presenti i primi abbozzi di una concezione finalistica della psiche. Carl Gustav Jung Con il suo approccio Jung amplia la ricerca psicoanalitica dalla storia personale del singolo alla storia collettiva dell'umanità, che nel singolo si concretizza e prosegue. L'inconscio non è più solo l'inconscio personale prodotto dalla rimozione, ma l’individuo sperimenta anche la presenza di un inconscio collettivo. Inconscio collettivo Per Jung, l’inconscio collettivo non è un puro serbatoio di materiale rimosso (Freud), ma comprende in sé tutti i contenuti dell’esperienza psichica umana, negativi e positivi, e costituisce una struttura connettiva universale. L’inconscio collettivo non è un semplice bacino di raccolta di ricordi, emozioni, memorie personali ma è costituito da associazioni mentali ed emotive ed immagini Inconscio collettivo Il riferimento alle immagini archetipiche primordiali richiama un patrimonio bio-psicologico universale che organizza l’esperienza , che si palesa alla coscienza sotto forma di immagini e che il linguaggio può esprimere solo in parte,. L’immagine non è una forma dietro cui si nascondono aspetti della psiche che la coscienza non accetta, ma è lo strumento per accedere all’inconscio e partecipare alla realtà dell’universo. Imago L’Imago rappresenta uno stadio di transizione tra la nozione di complesso e la nozione di archetipo, ed è sua volta strettamente collegata alla concezione di inconscio L’Imago è la rappresentazione soggettiva del mondo reale, che gli individui costruiscono attingendo a materiali inconsci Imago Freud aveva sottolineato l'importanza e la durevole influenza delle relazioni dei bambini con i loro genitori; ciò che era importante non era la reale figura del padre o della madre ma l'immagine soggettiva che ne aveva il bambino. Jung propose di chiamare questa rappresentazione soggettiva imago. Freud aveva fatto rilevare che l'imago dirigeva inconsciamente la scelta dell'oggetto d'amore. A Jung erano sembrati non sufficientemente chiariti i motivi delle discrepanze tra la madre reale e l'imago materna. Giunse coasì alla conclusione che l'elemento determinante era la preesistenza, nella psiche umana, di una immagine inconscia della donna. Il concetto di imago, nella psicologia junghiana rappresentò dunque uno stadio di transizione tra la nozione di complesso e la nozione di archetipo, a sua volta strettamente collegata alla concezione junghiana dell'inconscio collettivo. Gli Archetipi in Jung Per la prima volta Jung, in Trasformazioni e simboli della libido (1912) parla di “immagini primordiali”, che sono in grado di generarsi autonomamente, percepibili dalla coscienza, ma che derivano da una matrice inconscia comune a tutti i popoli, senza distinzioni di tempo, né di luogo Il termine è coniato da Jacib Burkhardt, parlando del Faust Jung parla del termine “archetipo” in un intervento dal titolo Istinto e inconscio, in un simposio londinese , nel 1919 Gli archetipi in Jung I contenuti dell’inconscio personale sono costituiti dai cosiddetti “complessi a tonalità affettiva”, la componente intima e personale della vita psichica. I contenuti dell’inconscio collettivo sono invece i cosiddetti archetipi. C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo Complesso a tonalità affettiva Il complesso indica un contesto psichico attivo i cui elementi molteplici (sentimenti, pensieri, percezioni, ricordi) sono unificati dalla comune tonalità affettiva. Un esempio è il complesso materno. Complesso a tonalità affettiva Contenuti della vita psichica sono organizzati in unità minime, che assomigliano alle molecole di un corpo e che possiedono una particolare tonalità affettiva. Jung fa l’esempio dell’incontro con un vecchio amico, che in passato ci ha causato una situazione spiacevole. La percezione sensoriale (l’immagine dell’amico) e le componenti intellettuali (il mio giudizio sull’amico, i ricordi eccetera) si uniscono saldamente con i sentimenti che provo per quell’amico, in modo tale che si può affermare che il complesso ha una sua “tonalità affettiva”. Complesso a tonalità affettiva La Psiche è una rete di complessi a tonalità affettiva, cioè un affresco di rappresentazioni mentali che hanno un chiaro tono emozionale. Tali rappresentazioni originano da un nucleo che si forma a partire dall’incontro tra una disposizione ideativa innata e un oggetto percettivo esterno. Gli archetipi : etimologia Il primo elemento “arché” significa “inizio, origine, causa, fondamento e principio, ma significa anche “posizione di capo, supremazia e governo “ (quindi una specie di “dominante”); il secondo elemento, “typos”, significa “colpo”, e ciò che con esso si produce, “il conio di una moneta, forma, immagine, copia, prototipo, modello, ordine e normalità in senso figurato, più moderno: “campione, forma fondamentale, forma primordiale” (che sta “alla base” di una serie di individui umani, animali e vegetali “simili”). Gli archetipi in Jung L’archetipo non è solo immagine come tale, ma anche dinamismo, che si manifesta nella numinosità, nella forza affascinante dell’immagine archetipica. “Nell’inconscio i singoli archetipi non sono isolati tra loro, ma sono in uno stato di contaminazione, di totale interpenetrazione e fusione” Nei prodotti di fantasia, queste «immagini primordiali» diventano visibili e il concetto di archetipo trova la sua specifica applicazione. C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri Edizioni, 1077 Il numinoso Rudolf Otto (1896-1937), professore di teologia protestante prima a Gottinga e poi a Breslavia e Marburgo, si colloca all' interno della scuola fenomenologica. In un saggio del 1917, intitolato Il sacro evidenzia come il sacro sia un fenomeno complesso: all'origine di ogni religione esiste un elemento irrazionale, la percezione di una realtà straordinaria, che Otto definisce il "numinoso", separata e profondamente diversa da quella profana e capace di suscitare sentimenti contrastanti. Il numinoso si presenta come tremendo e affascinante insieme, allo stesso tempo infonde timore e fiducia. Numinosa è l'esperienza dell’incontro col sacro, col senso non ancora svelato. Da numinosità sono accompagnate le esperienze a sfondo archetipico Gli archetipi in Jung “Gli archetipi non possono in alcun modo diffondersi universalmente solo attraverso la tradizione, la lingua e la migrazione, ma risorgono spontaneamente in ogni tempo e ovunque, e precisamente in un modo che non è influenzato da alcuna trasmissione esterna (…) tale constatazione significa nientemeno che in ogni psiche sono presenti forme, disposizioni, idee, in senso platonico, che sono inconsce ma non per questo meno attive, cioè vive, le quali performano e influenzano, alla maniera di un istinto, pensiero, sentimento e azione della psiche”. C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri Edizioni, 1077 Archetipi e idee platoniche Le idee platoniche sono eterne, trascendenti, anteriori a ogni esperienza. Gli archetipi presentano l’idea platonica su base empirica. L’archetipo: eterno e mutevole Nel suo “disegno fondamentale” l’archetipo è immutabile, nei suoi modi di manifestarsi è eternamente mutevole: è uno schema capace di organizzare i contenuti delle rappresentazioni che nascono dall’esperienza del soggetto. Archetipi e immagini archetipiche Queste idee e immagini non sono trasmesse come tali, ma lo sono le loro potenzialità. Jung distingue tra “archetipo”, che è l’aspetto psichico universale e innato, e l’“immagine archetipica”, che definisce immagini che hanno caratteristiche soggettive. L’immaginazione è un’attività creatrice, in quanto è legata alla formazione del simbolo, non è un riflesso istintivo, né un’attività cognitiva astratta ma un “atto creativo costante” . Senza attività immaginativa non esiste umanità: attraverso l’immaginazione si crea un ponte tra uomo e mondo . Jung e l’immaginazione C. G. Jung, Tipi psicologici, in Opere, vol. 6, Torino, Boringhieri 1969 Immaginazione come funzione di irrealtà, fantasia come fuga dalla realtà Immaginario e Simbolico Il simbolo è il mezzo attraverso cui l’archetipo si manifesta e comincia ad operare. “una parola o un’immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio ed immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, “inconscio” che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Né si può sperare di definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene portata in contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali.” Carl Gustav Jung L’Io: trasformazione e ripetizione Per Jung, l'individuo è il punto in cui la struttura collettiva si innesta nella storia e la ripetizione si congiunge con il nuovo. Da una parte, l'Io deve confrontarsi con la struttura e riconoscere che alla base della vita psichica esistono forme inalterabili; dall'altra, l'Io è chiamato, vivendo, a mettere in atto un mutamento della realtà psichica sotto forma di un processo irripetibile e innovatore. Da una parte I’lo deve riconoscere la presenza di forme strutturanti, dall'altra assumere il compito di una trasformazione in grado di incarnarsi in concrete forme storiche. Convergenza tra approccio psicologico e antropologico: Lévy-Bruhl La Participation mystique Per Lévy-Bruhl i primitivi possiedono una psiche dominata da esperienze emozionali, affettive, soprannaturali. La loro mentalità non conosce i principi dell’identità, della causalità, della non-contraddizione ma confonde realtà e fantasia, non distingue soggetto e oggetto. Convergenza tra approccio psicologico e antropologico A differenza di Levy-Bruhl, per Jung anche nella psicologia dell’uomo moderno si possono rintracciare elementi arcaici identificatori, ogni qualvolta che l’individuo si identifica con un complesso a tonalità affettiva Convergenza tra approccio psicologico e antropologico Per Jung, la participation mystique lega il bambino ai genitori e il bambino al mondo. Le rappresentazioni archetipiche sono legate ai residui della psiche infantile: “Perché dietro ogni singolo padre c’è l’immagine eterna del Padre, e dietro il fuggevole fantasma della propria madre traspare la magica figura della Madre. Questi archetipi della psiche collettiva, la cui potenza è celebrata nelle opere immortali dell’arte e nei fervidi rituali delle religioni, sono anche le forze che dominano l’anima preconscia del bambino e, proiettate, conferiscono ai genitori reali un fascino che spesso rasenta la mostruosità.” C. G. Jung, cit in Aldo Carotenuto, Jung e la cultura del XX secolo, Milano, Bompiani, 1995, p.59 Archetipi Sè Ombra Anima Animus Gli Archetipi del femminile Dea Anima Strega Matrigna Gli Archetipi del Maschile Eroe Senex Puer Ombra Animus e Anima Ciascun uomo porta dentro di sé un’immagine femminile definita. Lo stesso vale per la donna: anch’essa possiede la sua immagine innata dell’uomo. Veramente, secondo la nostra esperienza, sarebbe più esatto dire che la sua è un’immagine degli uomini, mentre nel caso dell’uomo si tratta dell’immagine della donna. C.G. Jung, CW, XVII, par.338 [Opere XVII, p.190] Animus e Anima “L’Anima può essere definita come l’immagine o l’archetipo o la sedimentazione di tutte le esperienze dell’uomo con la donna” C.G. Jung, CW, XIII, par.58 [Opere XIII, p.49] “Pertanto L’Animus e l’Anima sono rappresentazioni di figure archetipiche che mediano tra la coscienza e l’inconscio” C.G. Jung, Letters, 2 gennaio 1957, ad anonimo Animus e Anima “L’Anima di genere femminile è una figura che compensa la coscienza maschile. Nella donna invece la figura compensatrice ha carattere maschile, ed è quindi opportuno designarla col termine Animus ” “L’anima è bipolare, può quindi apparire ora positiva ora negativa, ora giovane ora vecchia, ora madre ora fanciulla, ora fata ora strega, ora santa ora prostituta“ C.G. Jung, CW, XIII, par.56 [Opere IX, p.193] Animus e Anima “Agli uomini dell’antichità l’Anima appariva come una dea o una maga, mentre l’uomo del Medioevo alla dea sostituì la Regina del Cielo e la Madre Chiesa” C.G. Jung, CW, I X, par.61 [Opere IX, p.28] “Insieme [l’Anima e l’Animus], formano una coppia divina, nella quale l’uno…è…in certo qual modo come Ermes…mentre l’altra…porta i tratti di Afrodite, Elena (Selene), Persefone ed Ecate, Entrambi sono potenze inconsce, vere «divinità»”. C.G. Jung, CW, IX, II, par.41 [Opere IX, II, p.21] L’Anima “la figura della donna sconosciuta è una personificazione dell’inconscio, cui io ho dato il nome di «Anima» C.G. Jung, [Opere, IX, I, p.193] “Il sognatore è circondato da una moltitudine di forme femminili indistinte… Le figure che appaiono nel sogno… segnalano la natura femminile dell’inconscio, sono fate o incantatrici sirene e lamie che stregano il viandante solitario e gli fanno smarrire la via “ C.G. Jung, [Tipi psicologici, 1921, p.418 Anima e Animus Rivolta all’esterno, l’Anima è volubile, lunatica, incontrollata, emotiva, talvolta demonicamente intuitiva, spietata, malvagia, bugiarda, ipocrita e mistica; l’Animus, al contrario, è rigido, attaccato ai propri principi, pronto a imporre la legge,didascalico, riformatore del mondo, teorico, venditore di parole, litigioso e avido di potere. Animus e Anima All'inseguimento della pietra verde Un film di Robert Zemeckis. Con Kathleen Turner, Michael Douglas, Danny DeVito. Genere Avventura, colore, 105 minuti. Produzione USA 1984. Per ritrovare la sorella scomparsa e una preziosa pietra, una scrittrice di successo si reca in Colombia e si trova in mille guai dai quali la tira fuori un simpatico giramondo spericolato. Animus e Anima “ All’inseguimento della pietra verde, 1984 Joan: insicura, fragile indipendente, libera, impulsiva, forte affidabile, generoso, attento Jack: egoista, insensibile, cinico Animus e Anima My fair lady Regia: George Cukor Cast: Audrey Hepburn, Rex Harrison, Stanley Holloway, Wilfrid Hyde-White Anno: 1964 Trama: Londra, inizi del nostro secolo. Il misogino professor Higgins scommette con un amico di poter trasformare una fioraia in una donna di classe. Vincerà la scommessa e scoprirà l'amore. Rifacimento in chiave commedia del mito di Pigmalione. Animus e Anima Tootsie Regia: Sydney Pollack Cast: Dustin Hoffman, Jessica Lange, Bill Murray, Sydney Pollack, Anno: 1982 Trama: Michael Dorsey è un attore che non riesce a lavorare. Un giorno si trova a fare un provino travestito da donna e ottiene una parte importante in un "serial" televisivo. Arriva il successo, ma le cose si complicano quando si innamora di Julie, sua partner nei telefilm, la quale però lo crede, come tutti del resto, una donna. Animus e Anima Lezioni di piano Regia: Jane Campion Cast: Holly Hunter, Harvey Keitel, Anna Paquin, Sam Neill Anno: 1993 Trama: nel 1825 Ada, venuta dalla Scozia, sbarca in Nuova Zelanda, muta fin da bambina, sposa per procura a un coltivatore inglese, con una figlia di nove anni, i bagagli e un pianoforte. Un vicino di casa, maori convertito, l'aiuta a recuperare il piano che il marito rifiuta, e diventa il suo amante tra lo scandalo della piccola comunità locale. Archetipi e Stereotipi Il mondo immaginale si fonda su tre elementi: Ripresa, Accettazione, Distorsione (Vattimo) “Ripresa di elementi arcaici (archetipi, miti immemorabili), accettazione di ciò che è (apparenza, fenomeno, relativismo), distorsione di questi elementi arcaici che rientrano in un movimento a spirale che li dinamizza, dà loro un senso attuale”. Michel Maffesoli, La contemplazione del mondo, Genova, Costa & Nolan, 1993, p. 90 Archetipi e stereotipi Gli Archetipi del Maschile Eroe Senex Puer Ombra Gli archetipi del maschile L’Eroe: è il simbolo primario del Sé La Persona: è la maschera che mostriamo al mondo (L’attore typecast) EROE L’Ombra è l’elemento opposto alla Persona: coincidentia oppositorum ANTAGONISTA L’Eroe L’eroe: Jerry McGuire, Philadelphia, Ufficiale e gentiluomo, Balla coi lupi, Witness, Genio ribelle, The Truman show, Sostiene Pereira, La vita è meravigliosa, Il gladiatore L’eroina: Thelma e Louise, Pretty woman, la scelta di Sophie, Alien, Un angelo alla mia tavola, Erin Brocovich, Il rapporto Pelican, Giulietta degli spiriti, Kill Bill L’eroe ieri… Il problema umano era convincersi psicologicamente di dover convivere con ciò che era estraneo. I miti riguardavano le belve feroci, le piante, i misteri del ciclo della vita e della morte. …L’eroe oggi Il mondo animale e quello vegetale sono stati posti sotto il controllo sociale. La legge cosmica e naturale è accettata in termini meccanici. Il mistero cruciale, la presenza estranea con la quale venire a patti è l’uomo. Gli Archetipi del maschile L’Ombra può essere l’alter ego dell’eroe, il suo doppio (dottor Jekill e mr. Hyde, Spiderman, Psycho) La Persona-Ombra rappresenta il conflitto psicologico interiore tra Bene e Male (Batman, Il giustiziere della notte, Robin Hood) Gli Archetipi del maschile - Eroe vs Ombra Nel climax, sfida finale, L’eroe e l’antagonista si scontrano e l’eroe mite diventa violento per necessità L’individuo-Persona-Eroe deve necessariamente incontrare l’Ombra-Antagonista per arrivare alla fine del viaggio e alla risoluzione del conflitto iniziale Gli archetipi del maschile L’Ombra- Passato Flash-back Sensi di colpa Cape fear – Il promontario della paura Anno: 1962 Cast: Gregory Peck, Robert Mitchum Regia: J. Lee Thompson Anno: 1991 Cast: Nick Nolte, Robert De Niro Regia: Martin Scorsese Sam Bowden è un avvocato di grande fama in una piccola città della Florida. Egli vive con sua moglie Leigh e la figlia quindicenne Danielle. Il prigioniero Max Cady - mite, violento, colto, istigatore - viene rilasciato e si trasferisce nella cittadina, con l'obiettivo di tormentare la vita del tranquillo avvocato. Infatti, questi era stato il suo difensore in un processo per stupro nel 1977: l'accusa di Cady è che Bowden non abbia fatto tutto quello che poteva fare per difenderlo. Nei giorni a seguire, Cady inizia a tormentare e perseguitare la famiglia, tutte azioni che fanno innervosire Bowden ma che non possono essere punite. Qualche giorno dopo, il cane dei Bowden muore e viene accusato Cady: a questo punto, Sam cerca di farlo incastrare. Cane di paglia Regia: Sam Peckinpah Cast: Dustin Hoffman, Susan George Anno: 1971 Un matematico americano abita in un villaggio inglese della Cornovaglia con la moglie, quando questa viene violentata da alcuni giovani bulli del luogo, David si vendica, uccidendoli nei modi più feroci. Obsession - Complesso di colpa Titolo: Complesso di colpa (Obsession) Regia: Brian De Palma Interpreti: Cliff Robertson, Geneviève Bujold, Nazionalità: USA, 1976 Durata: 1h. 38′ Michael Courtland, ricco agente immobiliare di New Orleans, nei 1959 perde la moglie Elizabeth e la figlioletta Emy per avere dato retta a un poliziotto che gli consiglia di mettere cartaccia al posto del mezzo milione di dollari richiestigli come riscatto. Molti anni dopo, recatosi a Firenze per affari, il vedovo nota nella chiesa di S. Miniato al Monte una ragazza, perfettamente uguale a Elizabeth, e se ne innamora. La sedicente Sandra Portinari in realtà è la figlia Emy che, salvata e messa contro il padre dal collega Bob, anima nera di tutta la vicenda, ora sta al gioco dell'amore di Michael che rivede in lei la defunta moglie. A history of violence Regia: David Cronenberg Anno: 2005 Cast: Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Herris Tom Stall è il proprietario di un piccolo ristorante in una cittadina di provincia. Conduce una vita normale con la moglie e i figli fin quando un giorno si difende dall'aggressione di due feroci criminali, uccidendo entrambi. La sua immagine finisce su tutti i media e spinge Carl Fogarty, un boss della mafia irlandese di Philadelpia ad andarlo a cercare. L'uomo è sicuro di aver riconosciuto in lui un delinquente che lo ha privato di un occhio e che era molto temuto nell'ambiente per la sua crudeltà. Tom deve difendere la sua famiglia. Archetipi del maschile PUER: il puer aeternus è vivace, curioso, brillante; abita un mondo ideale; è egocentrico, è incapace di fare i conti con la realtà; è ottimista, impulsivo, incostante SENEX: il padre, il Dio, il Profeta, il Mago, il Guaritore rappresenta il MENTORE che dispensa saggezza. Nel cinema è anche fratello maggiore, insegnante, predicatore, medico, re, mago, allenatore ] Archetipi del maschile: il Puer "soltanto chi è gaio, innocente e senza cuore può volare" (J.M. Barrie). Il Puer: vuole "arrivare il più in alto possibile, lontano dalla madre, dalla terra, e dalla vita normale" (Marie -Louise von Franz); è innocente, è "al di là del bene e del male"; senza sentimenti che lo tengano legato a qualcosa o qualcuno. Archetipi del maschile OMBRA: Mostro, serial killer, psicopatico, aggressivo,cinico, sfruttatore, gangster SENEX-OMBRA: il falso mentore, il padre cattivo (Darth Vader) È un archetipo maschile, perciò, quando la protagonista è un’eroina donna, spesso esprime le qualità maschili dell’animus Archetipi del maschile: il Senex Crono-Saturno immagine archetipica del Senex Saturno è allo stesso tempo l’immagine del Senex positivo e del Senex negativo Il viaggiatore solitario, isolato, reietto; il profeta (Tiresia), Saturno Saturno è nero, è l’inverno, è la notte Altre figure archetipiche TRICKSTER MUTAFORME ] IL TRICKSTER Nella mitologia è un dio ingannatore che si prende gioco degli umani, pone indovinelli e sfida l’eroe. Al cinema è spesso in ruoli comici, per sconfiggere l’antagonista usa la furbizia, l’inganno, l’ingegnosità. IL TRICKSTER Appare come un furfante capriccioso, senza inibizioni, d'ogni regola, indifferente alle regole, capace di sfidare le divinità e di denunciare perfino le ingiustizie del creatore e dunque generatore di caos. Piccolo diavolo, R. Benigni, 1988 Padre Maurizio viene chiamato a compiere un esorcismo. Riesce a liberare così una donna dall'essere che la stava possedendo, ma questo prende vita con un corpo autonomo. Questo diavolo, che afferma di chiamarsi Giuditta, pare essere scappato dall'aldilà per scoprire il mondo. Egli ricorda un po' un bambino: è curioso e non ha idea di come funzioni la società dei viventi. Non è cattivo, semmai un po' narcisista. IL TRICKSTER Bart Simpson Bugs Bunny IL TRICKSTER Joker IL TRICKSTER The Mask Jack Sparrow IL MUTAFORME L’Eroe in sé è un mutaforme, che cambia carattere nel corso del viaggio, esprimendo il processo di individuazione del Sé. IL MUTAFORME Un famoso esempio di questo personaggio è il dio marino Proteo, “il vecchio del mare”, che incontriamo nelle varie versioni del mito di Elena e nell’Odissea. Qui Menelao intrappola Proteo per ottenere da lui informazioni. Proteo si trasforma in leone, in serpente, in pantera, in cinghiale, in acqua corrente e in albero per cercare di fuggire, ma Menelao e i suoi compagni persistono finché egli non ritorna alle sue vere sembianze e risponde alle loro domande. IL MUTAFORME: Atena Nella mitologia greca, Atena, “dea dagli occhi scintillanti”, figlia di Zeus e della sua prima moglie Metide, era la dea della sapienza, della saggezza, della tessitura, delle arti e, presumibilmente, degli aspetti più nobili della guerra. Atena è una dea guerriera e armata: nella mitologia greca appare come protettrice di eroi. Assume sembianze umane per fare in modo che Ulisse torni salvo a casa.