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Diapositiva 1 - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale

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Diapositiva 1 - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
Media e studi culturali
Proff. Silvia Leonzi – Giovanni Ciofalo
L’immaginario
A.A. 2012/2013
L’Immaginario:
la prospettiva psicologica
Carl Gustav Jung
(1875 –1961)
Psichiatra, psicanalista e
antropologo, fondatore della
“psicologia analitica”.
Inizialmente vicino alla psicanalisi
freudiana, se ne distacca
definitivamente con la
pubblicazione del suo testo
fondamentale, Trasformazioni e
simboli della libido (1912), dove
sono presenti i primi abbozzi di una
concezione finalistica della psiche.
Carl Gustav Jung
Con il suo approccio Jung amplia la
ricerca psicoanalitica dalla storia
personale del singolo alla storia
collettiva dell'umanità, che nel singolo si
concretizza e prosegue.
L'inconscio non è più solo l'inconscio
personale prodotto dalla rimozione, ma
l’individuo sperimenta anche la presenza
di un inconscio collettivo.
Inconscio collettivo
Per Jung, l’inconscio collettivo non è
un puro serbatoio di materiale
rimosso (Freud), ma comprende in sé
tutti i contenuti dell’esperienza
psichica umana, negativi e positivi, e
costituisce una struttura connettiva
universale.
L’inconscio collettivo non è un semplice
bacino di raccolta di ricordi, emozioni,
memorie personali ma è costituito
da associazioni mentali ed emotive
ed immagini
Inconscio collettivo
Il riferimento alle immagini
archetipiche primordiali
richiama un patrimonio
bio-psicologico universale che
organizza l’esperienza , che si
palesa alla coscienza sotto
forma di immagini e che il
linguaggio può esprimere solo
in parte,.
L’immagine non è una forma dietro cui si nascondono aspetti della
psiche che la coscienza non accetta, ma è lo strumento per accedere
all’inconscio e partecipare alla realtà dell’universo.
Imago
L’Imago rappresenta uno stadio di
transizione tra la nozione di
complesso e la nozione di
archetipo, ed è sua volta
strettamente collegata alla
concezione di inconscio
L’Imago è la rappresentazione
soggettiva del mondo reale, che gli
individui costruiscono attingendo a
materiali inconsci
Imago
Freud aveva sottolineato l'importanza e la durevole influenza delle relazioni dei
bambini con i loro genitori; ciò che era importante non era la reale figura del
padre o della madre ma l'immagine soggettiva che ne aveva il bambino. Jung
propose di chiamare questa rappresentazione soggettiva imago.
Freud aveva fatto rilevare che l'imago dirigeva inconsciamente la scelta
dell'oggetto d'amore. A Jung erano sembrati non sufficientemente chiariti i
motivi delle discrepanze tra la madre reale e l'imago materna. Giunse coasì
alla conclusione che l'elemento determinante era la preesistenza, nella psiche
umana, di una immagine inconscia della donna. Il concetto di imago, nella
psicologia junghiana rappresentò dunque uno stadio di transizione tra la
nozione di complesso e la nozione di archetipo, a sua volta strettamente
collegata alla concezione junghiana dell'inconscio collettivo.
Gli Archetipi in Jung
Per la prima volta Jung, in
Trasformazioni e simboli della
libido (1912) parla di “immagini
primordiali”, che sono in grado di
generarsi autonomamente,
percepibili dalla coscienza, ma che
derivano da una matrice inconscia
comune a tutti i popoli, senza
distinzioni di tempo,
né di luogo
Il termine è coniato da Jacib Burkhardt, parlando del Faust
Jung parla del termine “archetipo” in un intervento dal titolo Istinto
e inconscio, in un simposio londinese , nel 1919
Gli archetipi in Jung
I contenuti dell’inconscio
personale sono costituiti dai
cosiddetti “complessi a tonalità
affettiva”, la componente intima
e personale della vita psichica.
I contenuti dell’inconscio
collettivo sono invece i
cosiddetti archetipi.
C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio
collettivo
Complesso a
tonalità affettiva
Il complesso indica un
contesto psichico attivo i cui
elementi molteplici
(sentimenti, pensieri,
percezioni, ricordi) sono
unificati dalla comune
tonalità affettiva.
Un esempio è il complesso
materno.
Complesso a tonalità
affettiva
Contenuti della vita psichica sono
organizzati in unità minime, che
assomigliano alle molecole di un corpo
e che possiedono una particolare
tonalità affettiva. Jung fa l’esempio
dell’incontro con un vecchio amico,
che in passato ci ha causato una
situazione spiacevole. La percezione
sensoriale (l’immagine dell’amico) e le
componenti intellettuali (il mio giudizio
sull’amico, i ricordi eccetera) si
uniscono saldamente con i sentimenti
che provo per quell’amico, in modo
tale che si può affermare che il
complesso ha una sua “tonalità
affettiva”.
Complesso a tonalità affettiva
La Psiche è una rete di complessi a tonalità affettiva, cioè un
affresco di rappresentazioni mentali che hanno un chiaro
tono emozionale.
Tali rappresentazioni originano da un nucleo che si forma a
partire dall’incontro tra una disposizione ideativa innata e un
oggetto percettivo esterno.
Gli archetipi : etimologia
Il primo elemento “arché” significa “inizio, origine, causa,
fondamento e principio, ma significa anche “posizione di
capo, supremazia e governo “ (quindi una specie di
“dominante”); il secondo elemento, “typos”, significa
“colpo”, e ciò che con esso si produce, “il conio di una
moneta, forma, immagine, copia, prototipo, modello,
ordine e normalità in senso figurato, più moderno:
“campione, forma fondamentale, forma primordiale” (che
sta “alla base” di una serie di individui umani, animali e
vegetali “simili”).
Gli archetipi in Jung
L’archetipo non è solo immagine come tale, ma anche
dinamismo, che si manifesta nella numinosità, nella forza
affascinante dell’immagine archetipica.
“Nell’inconscio i singoli archetipi non sono isolati tra loro, ma
sono in uno stato di contaminazione, di totale interpenetrazione
e fusione”
Nei prodotti di fantasia, queste «immagini primordiali»
diventano visibili e il concetto di archetipo trova la sua
specifica applicazione.
C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo,
Bollati Boringhieri Edizioni, 1077
Il numinoso
Rudolf Otto (1896-1937), professore
di teologia protestante prima a
Gottinga e poi a Breslavia e Marburgo,
si colloca all' interno della scuola
fenomenologica.
In un saggio del 1917, intitolato Il
sacro evidenzia come il sacro sia un
fenomeno complesso: all'origine di
ogni religione esiste un elemento
irrazionale, la percezione di una realtà
straordinaria, che Otto definisce il
"numinoso", separata e
profondamente diversa da quella
profana e capace di suscitare
sentimenti contrastanti. Il numinoso
si presenta come tremendo e
affascinante insieme, allo stesso
tempo infonde timore e fiducia.
Numinosa è l'esperienza dell’incontro col
sacro, col senso non ancora svelato. Da
numinosità sono accompagnate le
esperienze a sfondo archetipico
Gli archetipi in Jung
“Gli archetipi non possono in alcun modo diffondersi
universalmente solo attraverso la tradizione, la lingua e la
migrazione, ma risorgono spontaneamente in ogni tempo e
ovunque, e precisamente in un modo che non è influenzato
da alcuna trasmissione esterna (…) tale constatazione
significa nientemeno che in ogni psiche sono presenti forme,
disposizioni, idee, in senso platonico, che sono inconsce ma
non per questo meno attive, cioè vive, le quali performano e
influenzano, alla maniera di un istinto, pensiero, sentimento e
azione della psiche”.
C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo,
Bollati Boringhieri Edizioni, 1077
Archetipi e idee platoniche
Le idee platoniche sono eterne, trascendenti, anteriori a ogni
esperienza.
Gli archetipi presentano l’idea platonica su base empirica.
L’archetipo: eterno e mutevole
Nel suo “disegno
fondamentale” l’archetipo è
immutabile, nei suoi modi di
manifestarsi è eternamente
mutevole: è uno schema
capace di organizzare i
contenuti delle
rappresentazioni che
nascono dall’esperienza del
soggetto.
Archetipi e immagini
archetipiche
Queste idee e immagini non
sono trasmesse come tali,
ma lo sono le loro
potenzialità.
Jung distingue tra
“archetipo”, che è l’aspetto
psichico universale e innato,
e l’“immagine archetipica”,
che definisce immagini che
hanno caratteristiche
soggettive.
L’immaginazione è
un’attività creatrice, in
quanto è legata alla
formazione del simbolo,
non è un riflesso istintivo,
né un’attività cognitiva
astratta ma un “atto
creativo costante” .
Senza attività
immaginativa non esiste
umanità: attraverso
l’immaginazione si crea
un ponte tra uomo e
mondo .
Jung e l’immaginazione
C. G.
Jung, Tipi psicologici, in
Opere, vol. 6,
Torino,
Boringhieri 1969
Immaginazione come funzione di irrealtà,
fantasia come fuga dalla realtà
Immaginario e Simbolico
Il simbolo è il mezzo attraverso cui l’archetipo si manifesta e
comincia ad operare.
“una parola o un’immagine è simbolica quando implica qualcosa
che sta al di là del suo significato ovvio ed immediato. Essa
possiede un aspetto più ampio, “inconscio” che non è mai definito
con precisione o compiutamente spiegato. Né si può sperare di
definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa
viene portata in contatto con idee che stanno al di là delle
capacità razionali.”
Carl Gustav Jung
L’Io: trasformazione e ripetizione
Per Jung, l'individuo è il punto in cui la struttura collettiva si innesta
nella storia e la ripetizione si congiunge con il nuovo.
Da una parte, l'Io deve confrontarsi con la struttura e
riconoscere che alla base della vita psichica esistono forme
inalterabili; dall'altra, l'Io è chiamato, vivendo, a mettere in
atto un mutamento della realtà psichica sotto forma di un
processo irripetibile e innovatore.
Da una parte I’lo deve riconoscere la presenza di forme
strutturanti, dall'altra assumere il
compito di una trasformazione in grado di incarnarsi in
concrete forme storiche.
Convergenza tra approccio psicologico
e antropologico: Lévy-Bruhl
La Participation mystique
Per Lévy-Bruhl i primitivi possiedono
una psiche dominata da esperienze
emozionali, affettive, soprannaturali.
La loro mentalità non conosce i
principi dell’identità, della causalità,
della non-contraddizione ma confonde realtà e fantasia, non distingue
soggetto e oggetto.
Convergenza tra
approccio psicologico
e antropologico
A differenza di Levy-Bruhl, per
Jung anche nella psicologia
dell’uomo moderno si
possono rintracciare elementi
arcaici identificatori, ogni
qualvolta che l’individuo si
identifica con un complesso a
tonalità affettiva
Convergenza tra approccio psicologico e
antropologico
Per Jung, la participation mystique lega il bambino ai genitori e il bambino al
mondo. Le rappresentazioni archetipiche sono legate ai residui della psiche
infantile:
“Perché dietro ogni singolo padre c’è l’immagine eterna del Padre, e dietro il
fuggevole fantasma della propria madre traspare la magica figura della
Madre. Questi archetipi della psiche collettiva, la cui potenza è celebrata nelle
opere immortali dell’arte e nei fervidi rituali delle religioni, sono anche le forze
che dominano l’anima preconscia del bambino e, proiettate, conferiscono ai
genitori reali un fascino che spesso rasenta la mostruosità.”
C. G. Jung, cit in Aldo Carotenuto, Jung e la cultura del XX secolo,
Milano, Bompiani, 1995, p.59
Archetipi
Sè
Ombra
Anima
Animus
Gli Archetipi del femminile
Dea
Anima
Strega
Matrigna
Gli Archetipi del Maschile
Eroe
Senex
Puer
Ombra
Animus e Anima
Ciascun uomo porta dentro di sé un’immagine femminile definita. Lo
stesso vale per la donna: anch’essa possiede la sua immagine innata
dell’uomo. Veramente, secondo la nostra esperienza, sarebbe più esatto
dire che la sua è un’immagine degli uomini, mentre nel caso dell’uomo si
tratta dell’immagine della donna.
C.G. Jung, CW, XVII, par.338
[Opere XVII, p.190]
Animus e Anima
“L’Anima può essere definita
come l’immagine o l’archetipo o
la sedimentazione di tutte le
esperienze dell’uomo con la
donna”
C.G. Jung, CW, XIII, par.58
[Opere XIII, p.49]
“Pertanto
L’Animus e l’Anima sono
rappresentazioni di figure
archetipiche che mediano
tra la coscienza e
l’inconscio”
C.G. Jung, Letters, 2 gennaio 1957,
ad anonimo
Animus e Anima
“L’Anima di genere femminile è una
figura che compensa la coscienza
maschile. Nella donna invece la
figura compensatrice ha carattere
maschile, ed è quindi opportuno
designarla col termine
Animus ”
“L’anima è bipolare, può quindi
apparire ora positiva ora negativa,
ora giovane ora vecchia, ora madre
ora fanciulla, ora fata ora strega, ora
santa ora prostituta“
C.G. Jung, CW, XIII, par.56 [Opere IX, p.193]
Animus e
Anima
“Agli uomini dell’antichità
l’Anima appariva come
una dea o una maga,
mentre l’uomo del
Medioevo alla dea sostituì
la Regina del Cielo e la
Madre Chiesa”
C.G. Jung, CW, I X, par.61 [Opere IX, p.28]
“Insieme [l’Anima e l’Animus], formano una coppia divina, nella quale
l’uno…è…in certo qual modo come Ermes…mentre l’altra…porta i tratti di
Afrodite, Elena (Selene), Persefone ed Ecate, Entrambi sono potenze
inconsce, vere «divinità»”.
C.G. Jung, CW, IX, II, par.41 [Opere IX, II, p.21]
L’Anima
“la figura della
donna sconosciuta è una
personificazione
dell’inconscio, cui io ho
dato il nome di «Anima»
C.G. Jung, [Opere, IX, I, p.193]
“Il sognatore è circondato da una
moltitudine di forme femminili
indistinte… Le figure che appaiono
nel sogno… segnalano la natura
femminile dell’inconscio, sono fate
o incantatrici sirene e lamie che
stregano il viandante solitario e gli
fanno smarrire la via “
C.G. Jung, [Tipi psicologici, 1921, p.418
Anima e Animus
Rivolta all’esterno, l’Anima è
volubile, lunatica, incontrollata,
emotiva, talvolta
demonicamente
intuitiva, spietata, malvagia,
bugiarda, ipocrita e mistica;
l’Animus, al contrario, è rigido,
attaccato ai propri principi,
pronto a imporre la
legge,didascalico, riformatore
del mondo, teorico,
venditore di parole, litigioso e
avido di potere.
Animus e Anima
All'inseguimento della pietra
verde
Un film di Robert Zemeckis. Con
Kathleen Turner, Michael Douglas,
Danny DeVito. Genere Avventura,
colore, 105 minuti. Produzione USA
1984.
Per ritrovare la sorella
scomparsa e una preziosa
pietra, una scrittrice di successo
si reca in Colombia e si trova in
mille guai dai quali la tira fuori
un simpatico giramondo
spericolato.
Animus e Anima
“
All’inseguimento della pietra verde, 1984
Joan: insicura, fragile
indipendente, libera, impulsiva, forte
affidabile, generoso, attento
Jack: egoista, insensibile, cinico
Animus e Anima
My fair lady
Regia: George Cukor
Cast: Audrey Hepburn, Rex
Harrison, Stanley Holloway, Wilfrid
Hyde-White
Anno: 1964
Trama: Londra, inizi del nostro
secolo. Il misogino professor
Higgins scommette con un amico di
poter trasformare una fioraia in una
donna di classe. Vincerà la
scommessa e scoprirà l'amore.
Rifacimento in chiave commedia
del mito di Pigmalione.
Animus e Anima
Tootsie
Regia: Sydney Pollack
Cast: Dustin Hoffman, Jessica Lange, Bill
Murray, Sydney Pollack,
Anno: 1982
Trama: Michael Dorsey è un attore che
non riesce a lavorare. Un giorno si trova a
fare un provino travestito da donna e
ottiene una parte importante in un
"serial" televisivo. Arriva il successo, ma le
cose si complicano quando si innamora di
Julie, sua partner nei telefilm, la quale
però lo crede, come tutti del resto, una
donna.
Animus e Anima
Lezioni di piano
Regia: Jane Campion
Cast: Holly Hunter, Harvey Keitel,
Anna Paquin, Sam Neill
Anno: 1993
Trama: nel 1825 Ada, venuta dalla
Scozia, sbarca in Nuova Zelanda, muta
fin da bambina, sposa per procura a un
coltivatore inglese, con una figlia di
nove anni, i bagagli e un pianoforte. Un
vicino di casa, maori convertito, l'aiuta
a recuperare il piano che il marito
rifiuta, e diventa il suo amante tra lo
scandalo della piccola comunità locale.
Archetipi e Stereotipi
Il mondo immaginale si fonda su tre
elementi:
Ripresa, Accettazione, Distorsione
(Vattimo)
“Ripresa di elementi arcaici (archetipi, miti immemorabili), accettazione
di ciò che è (apparenza, fenomeno, relativismo), distorsione di questi
elementi arcaici che rientrano in un movimento a spirale che li
dinamizza, dà loro un senso attuale”.
Michel Maffesoli, La contemplazione del mondo,
Genova, Costa & Nolan, 1993, p. 90
Archetipi e stereotipi
Gli Archetipi del Maschile
Eroe
Senex
Puer
Ombra
Gli archetipi
del maschile
L’Eroe:
è il simbolo primario del Sé
La Persona: è la maschera che
mostriamo al mondo
(L’attore typecast)
EROE
L’Ombra è l’elemento opposto
alla Persona: coincidentia
oppositorum
ANTAGONISTA
L’Eroe
L’eroe:
Jerry McGuire, Philadelphia,
Ufficiale e gentiluomo, Balla
coi lupi, Witness, Genio ribelle,
The Truman show,
Sostiene Pereira, La vita è
meravigliosa,
Il gladiatore
L’eroina:
Thelma e Louise, Pretty
woman, la scelta di Sophie,
Alien, Un angelo alla mia
tavola, Erin Brocovich, Il
rapporto Pelican, Giulietta
degli spiriti,
Kill Bill
L’eroe ieri…
Il problema umano era
convincersi psicologicamente di
dover convivere con ciò che era
estraneo.
I miti riguardavano le belve
feroci, le piante, i misteri del
ciclo della vita e della morte.
…L’eroe oggi
Il mondo animale e quello
vegetale sono stati posti
sotto il controllo sociale.
La legge cosmica e naturale
è accettata in termini
meccanici.
Il mistero cruciale, la
presenza estranea con la
quale venire a patti è l’uomo.
Gli Archetipi del
maschile
L’Ombra può essere l’alter ego
dell’eroe, il suo doppio (dottor
Jekill e mr. Hyde, Spiderman,
Psycho)
La Persona-Ombra rappresenta
il conflitto psicologico interiore tra
Bene e Male (Batman, Il giustiziere
della notte, Robin Hood)
Gli Archetipi del
maschile - Eroe vs
Ombra
Nel climax, sfida finale, L’eroe e
l’antagonista si scontrano e
l’eroe mite diventa violento per
necessità
L’individuo-Persona-Eroe deve
necessariamente incontrare
l’Ombra-Antagonista per arrivare
alla fine del viaggio e alla
risoluzione del conflitto iniziale
Gli archetipi del
maschile
L’Ombra- Passato
Flash-back
Sensi di colpa
Cape fear – Il promontario della paura
Anno: 1962
Cast: Gregory Peck, Robert Mitchum
Regia: J. Lee Thompson
Anno: 1991
Cast: Nick Nolte, Robert De Niro
Regia: Martin Scorsese
Sam Bowden è un avvocato di grande fama in
una piccola città della Florida. Egli vive con
sua moglie Leigh e la figlia quindicenne
Danielle. Il prigioniero Max Cady - mite,
violento, colto, istigatore - viene rilasciato e si
trasferisce nella cittadina, con l'obiettivo di
tormentare la vita del tranquillo avvocato.
Infatti, questi era stato il suo difensore in un
processo per stupro nel 1977: l'accusa di Cady
è che Bowden non abbia fatto tutto quello
che poteva fare per difenderlo. Nei giorni a
seguire, Cady inizia a tormentare e
perseguitare la famiglia, tutte azioni che
fanno innervosire Bowden ma che non
possono essere punite. Qualche giorno dopo,
il cane dei Bowden muore e viene accusato
Cady: a questo punto, Sam cerca di farlo
incastrare.
Cane di paglia
Regia: Sam Peckinpah
Cast: Dustin Hoffman, Susan George
Anno: 1971
Un matematico americano abita in
un villaggio inglese della
Cornovaglia con la moglie, quando
questa viene violentata da alcuni
giovani bulli del luogo, David si
vendica, uccidendoli nei modi più
feroci.
Obsession - Complesso di colpa
Titolo: Complesso di colpa (Obsession)
Regia: Brian De Palma
Interpreti: Cliff Robertson, Geneviève Bujold,
Nazionalità: USA, 1976
Durata: 1h. 38′
Michael Courtland, ricco agente immobiliare di New
Orleans, nei 1959 perde la moglie Elizabeth e la
figlioletta Emy per avere dato retta a un poliziotto
che gli consiglia di mettere cartaccia al posto del
mezzo milione di dollari richiestigli come riscatto.
Molti anni dopo, recatosi a Firenze per affari, il
vedovo nota nella chiesa di S. Miniato al Monte una
ragazza, perfettamente uguale a Elizabeth, e se ne
innamora. La sedicente Sandra Portinari in realtà è
la figlia Emy che, salvata e messa contro il padre dal
collega Bob, anima nera di tutta la vicenda, ora sta al
gioco dell'amore di Michael che rivede in lei la
defunta moglie.
A history of
violence
Regia: David Cronenberg
Anno: 2005
Cast: Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Herris
Tom Stall è il proprietario di un piccolo
ristorante in una cittadina di provincia.
Conduce una vita normale con la moglie e i
figli fin quando un giorno si difende
dall'aggressione di due feroci criminali,
uccidendo entrambi. La sua immagine finisce
su tutti i media e spinge Carl Fogarty, un boss
della mafia irlandese di Philadelpia ad andarlo
a cercare. L'uomo è sicuro di aver
riconosciuto in lui un delinquente che lo ha
privato di un occhio e che era molto temuto
nell'ambiente per la sua crudeltà. Tom deve
difendere la sua famiglia.
Archetipi del maschile
PUER:
il puer aeternus è vivace, curioso, brillante;
abita un mondo ideale; è egocentrico, è
incapace di fare i conti con la realtà; è
ottimista, impulsivo, incostante
SENEX:
il padre, il Dio, il Profeta, il Mago, il
Guaritore rappresenta il MENTORE che
dispensa saggezza.
Nel cinema è anche fratello maggiore,
insegnante, predicatore, medico, re, mago,
allenatore
]
Archetipi del
maschile: il Puer
"soltanto chi è gaio, innocente e
senza cuore può volare"
(J.M. Barrie).
Il Puer: vuole "arrivare il più in
alto possibile, lontano dalla
madre, dalla terra, e dalla vita
normale" (Marie -Louise von
Franz);
è innocente,
è "al di là del bene e del male";
senza sentimenti che lo tengano
legato a qualcosa o qualcuno.
Archetipi del maschile
OMBRA: Mostro, serial killer,
psicopatico, aggressivo,cinico,
sfruttatore, gangster
SENEX-OMBRA:
il falso mentore,
il padre cattivo (Darth Vader)
È un archetipo maschile, perciò, quando
la protagonista è un’eroina donna,
spesso esprime le qualità maschili
dell’animus
Archetipi del
maschile: il Senex
Crono-Saturno immagine archetipica
del Senex
Saturno è allo stesso tempo
l’immagine del Senex positivo e del
Senex negativo
Il viaggiatore solitario, isolato, reietto;
il profeta (Tiresia),
Saturno
Saturno è nero, è l’inverno, è la notte
Altre figure
archetipiche
TRICKSTER
MUTAFORME
]
IL TRICKSTER
Nella mitologia è un dio
ingannatore che si prende
gioco degli umani, pone
indovinelli e sfida l’eroe.
Al cinema è spesso in ruoli
comici, per sconfiggere
l’antagonista usa la furbizia,
l’inganno, l’ingegnosità.
IL TRICKSTER
Appare come un furfante
capriccioso, senza inibizioni,
d'ogni regola, indifferente alle
regole, capace di sfidare le
divinità e di denunciare
perfino le ingiustizie del
creatore e dunque generatore
di caos.
Piccolo diavolo,
R. Benigni, 1988
Padre Maurizio viene chiamato a
compiere un esorcismo. Riesce a
liberare così una donna dall'essere
che la stava possedendo, ma questo
prende vita con un corpo autonomo.
Questo diavolo, che afferma di
chiamarsi Giuditta, pare essere
scappato dall'aldilà per scoprire il
mondo. Egli ricorda un po' un
bambino: è curioso e non ha idea di
come funzioni la società dei viventi.
Non è cattivo, semmai un po'
narcisista.
IL TRICKSTER
Bart Simpson
Bugs Bunny
IL TRICKSTER
Joker
IL TRICKSTER
The Mask
Jack Sparrow
IL MUTAFORME
L’Eroe in sé è un
mutaforme, che
cambia
carattere nel corso
del viaggio,
esprimendo il
processo di
individuazione
del Sé.
IL MUTAFORME
Un famoso esempio di questo
personaggio è il dio marino Proteo,
“il vecchio del mare”, che incontriamo
nelle varie versioni del
mito di Elena e nell’Odissea. Qui
Menelao intrappola Proteo per
ottenere da lui informazioni. Proteo si
trasforma in leone, in serpente, in
pantera, in cinghiale, in acqua
corrente e in albero per cercare di
fuggire, ma Menelao e i suoi compagni
persistono finché egli non ritorna alle
sue vere sembianze e risponde alle
loro domande.
IL MUTAFORME: Atena
Nella mitologia greca, Atena, “dea dagli
occhi scintillanti”, figlia di Zeus e della
sua prima moglie Metide, era la dea
della sapienza, della saggezza, della
tessitura, delle arti e, presumibilmente,
degli aspetti più nobili della guerra.
Atena è una dea guerriera e armata:
nella mitologia greca appare come
protettrice di eroi. Assume
sembianze umane per fare
in modo che Ulisse torni salvo a casa.
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