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“84 Charing Cross Road” di David Hugh Jones
Con il patrocinio del Comune di Bologna – Quartiere Savena Approfondimento bibliografico a cura della Biblioteca “Ginzburg” Oratorio Don Bosco via B. M. Del Monte, 12 40139 BOLOGNA C.G.S. “Vincenzo Cimatti” Progetto CINEMAINSIEME in collaborazione col circolo ARCI Benassi “Tre libri… tre film (2°)” La letteratura nel cinema attraverso Jane Austen, Helena Hanff e William Shakespeare. 1. martedì 26 febbraio 2013 “Ragione e sentimento” 2. martedì 5 marzo 2013 “84 Charing Cross Road” 3. martedì 12 marzo 2013 “Molto rumore per nulla” di Ang Lee di David Hugh Jones di Kenneth Branagh 2 martedì 5 marzo 2013 ore 20:45 verrà proiettato, in sala audiovisivi dell’oratorio, il film “84 Charing Cross Road” di David Hugh Jones SCHEDA titolo 84 Charing Cross Road distribuito da Academy Pictures Anne Bancroft (Helene Hanff) [dopp. da Anna Miserocchi], Anthony Hopkins (Frank P. Doel) [dopp. da Manlio De Angelis], Judi Dench (Nora Doel) [dopp. da Paola Mannoni], Jean De Baer (Maxine Bellamy) [dopp. da Maria Pia Di Meo], Maurice Denham (George Martin) [dopp. da Luciano De Ambrosis], Eleanor David (Cecily Farr) [dopp. da Fabrizia Castagnoli], Mercedes Ruehl (Kay) [dopp. da Isabella Pasanisi], interpreti Daniel Gerroll (Brian) [dopp. da Massimo Giuliani], Wendy Morgan (Megan Wells) [dopp. da Emanuela Rossi], Ian McNeice (Bill Humphries) [dopp. da Luca Biagini], J. SmithCameron (Ginny) [dopp. da Silvia Tognoloni], Tom Isbell (Ed) [dopp. da Marco Mete], Anne Dyson (sig.ra Boulton), James Eckhouse (Joey, il dentista) [dopp. da Angelo Nicotra], Tony Todd (demolitore), Janet Dale (Joan Todd). fotografia Brian West musiche sceneggiatura George Fenton; Ian Samwell; Georg Friedrich Händel Helene Hanff; James Roose-Evans; Hugh Whitemore regia David Hugh Jones produzione GB, 1987 gen. Drammatico durata 1h 38' Nel 1949 Helene Hanff, una scrittrice americana, vive a New York ed ama appassionatamente i classici della letteratura inglese, specialmente in belle edizioni antiche. Non disponendo di molto denaro cerca libri usati, occasioni trama a poco prezzo, ed entra perciò in rapporto con una libreria specializzata di Londra, al n. 84 di Charing Cross road. Il direttore del negozio, Frank Doel, esperto bibliofilo, inizia così con lei una corrispondenza ... Concorsi e premi Questo film ha partecipato a: • 41 edizione British Academy of Film and Television Arts (1988) concorrendo nell* categori* migliore attrice non protagonista (a Judi Dench), sceneggiatura non originale (a Hugh Whitemore) e vincendo nell* categori* migliore attrice protagonista (a Anne Bancroft). Pag. 2 di 6 Recensioni. Stefano Lo Verme (MyMovies) Nel 1949 Helene Hanff, una scrittrice di New York appassionata di letteratura inglese, scrive ad una libreria antiquaria con sede al numero 84 di Charing Cross Road, a Londra, per richiedere alcuni libri rari. Le risponde Frank Doel, un dipendente della libreria, con il quale Helene instaura un’affettuosa relazione epistolare che durerà per vent’anni, facendo nascere tra i due una profonda amicizia a distanza.“84 Charing Cross Road” rappresenta il rarissimo caso di un film “epistolare”, in cui l’intera narrazione è basata sulla corrispondenza fra due personaggi che non si incontreranno mai. Tratto dall’omonimo libro autobiografico di Helene Hanff (una raccolta di lettere fra la scrittrice e Frank Doel), “84 Charing Cross Road” è diventato in seguito una pièce teatrale di James Roose-Evans, e nel 1987 è stato adattato da Hugh Whitemore in questo bellissimo film prodotto da Mel Brooks in omaggio a sua moglie, l’attrice Anne Bancroft, che nella pellicola interpreta il ruolo della vivace Helene Hanff. Dietro la macchina da presa troviamo David Jones, regista inglese di solida formazione teatrale, alla sua seconda opera per il cinema dopo una lodevole trasposizione di “Tradimenti” di Pinter. Il film di Jones ripercorre i vent’anni, dal 1949 al 1968, durante i quali Helene Hanff (Bancroft), una scrittrice newyorkese alle prime armi, intrattenne una relazione epistolare con una libreria londinese al numero 84 di Charing Cross Road, ed in particolare con uno dei dipendenti della libreria, Frank Doel (Anthony Hopkins). Lo scambio di missive fra questi due individui, entrambi esperti conoscitori di libri, farà nascere con il tempo un sentimento unico e prezioso (sebbene Helene e Frank non si siano mai conosciuti di persona), che passa attraverso il tramite della comune passione per la lettura. Sullo sfondo, due nazioni e due culture (la Gran Bretagna e gli Stati Uniti) radicalmente diverse, ma che in questa bizzarra amicizia troveranno un inaspettato punto d’incontro. Il risultato è un film meravigliosamente felice sulla letteratura e i rapporti umani; una commedia ricca di ironia ma pervasa anche da una soffusa tristezza, che corrisponde alla nostalgia per un mondo che va ormai scomparendo. È, in fondo, una “commossa dichiarazione d’amore ai vecchi libri come tramite immateriale e invisibile del rapporto con altri uomini e altri tempi” (Paolo Mereghetti). Straordinari i due protagonisti: la Bancroft, nella parte di questa inossidabile amante dei libri, è a dir poco incantevole, ma Hopkins è altrettanto bravo nel regalare profondità ed anima ad un personaggio sommesso e sotto le righe. Un piccolo gioiello da riscoprire. Morandini 2010 Helene Hanff, squattrinata scrittrice di New York, ha una ventennale relazione epistolare (1949-69, circa 90 lettere) con Frank Doel, dipendente di una libreria antiquaria di Londra. Dall'omonimo libro (1970, in Italia 1987) di Helene Hanff da cui furono tratti una pièce teatrale e un telefilm, è uscito un delizioso film sull'amore per i libri, per la letteratura, per la lettura, ma anche sull'amicizia quasi amorosa che può nascere tra due persone da uno scambio di lettere senza vedersi mai. Prodotto da Mel Brooks (come regalo alla moglie Bancroft per il 21° anniversario delle loro nozze) e sceneggiato da Hugh Whitmore, ha nell'attrice americana che recita sulle righe e nell'attore britannico che recita sotto le righe 2 mirabili interpreti, ben doppiati da Anna Miserocchi e Mario De Angelis.AUTORE LETTERARIO: Helene Hanff. Wikipedia Esce nel 1987 questa piccola perla, capace di far innamorare di se tutti coloro che amano la lettura, la scrittura e il buon cinema di idee. I suoi protagonisti, anche per l’eccezionalità della situazione, risultano talmente bravi da desiderare che il film non finisca mai, eppure come ogni buon Pag. 3 di 6 libro, anche ogni bel film, deve arrivare a veder comparire la parola fine sullo schermo. Apparentemente infilmabile, la cronaca di un rapporto di amicizia, quasi d’amore, che non verrà mai concretizzato, ma vivrà solamente idealmente, attraverso le lettere che i due protagonisti si scriveranno in vent’anni di relazione epistolare, 84 Charing Cross Road, ha il fascino del film prezioso, ricco di idee e di intenzioni, risultando addirittura incalzante, nel tentativo quasi calligrafico, di restituirci emozioni sussurrate, piccole e grandi gioie, epocali cambiamenti ed ineluttabile fissità. Anthony Hopkins, non nuovo alle storie d’amore negate, non dimentichiamoci il meraviglioso “Quel che resta del giorno”, gestisce il proprio personaggio con classe, stile e humor inglese, ancora lontano anni luce dal ruolo di Hannibal Lecter, che gli avrebbe regalato un Oscar, eppure qui ancor più maturo e struggente, grazie alla misurata compostezza e all’eleganza profuse per dar vita al suo personaggio. Anne Bankroft, da par suo è divina e tesse una vera e propria love story con lo schermo e gli spettatori, incantati dalla sua naturale luce e dal suo travolgente umorismo, dai suoi rimpianti, dalla sua grinta e dalla sua voglia di vivere, scrivere e leggere. 84 Charing Cross Road è una pellicola fatta di frasi d’amore tra le righe, di sottintesi romantici e a ben guardare è anche un inno alla libertà e alla dignità, così spesso soffocate e dimenticate. La parola scritta attraversa finalmente lo spazio, colmandone i vuoti ed incantando le anime affini in un girotondo di amorosi sensi, restituendoci così quella gioia di leggere ed ascoltare, sospirare ed aspettare, che gli sono propri. Il film è tutto qui, non aspettatevi sobbalzi e colpi di scena, tumultuose fughe e scene drammatiche dal climax insostenibile, ma invece infinita misura e composta educazione, retaggio di un’epoca ormai scomparsa e di un modo di sentire ormai in disuso, mai urlato. Così umano, così sincero, così propenso a farci increspare le labbra in un fugace sorriso e frantumarci l’anima in un milione di piccolissimi pezzi. Mereghetti 2011 Il rapporto esclusivamente epistolare che per più di trent’anni lega una scrittrice americana, Helene Hanff (Bancroft), al direttore di una libreria antiquaria londinese (Hopkins) e che da semplice richiesta di libri diventa progressivamente stima, amicizia, quasi amore. Tratto dall’omonimo libro autobiografico della Hanff (poi diventato una pièce) e sceneggiato da Hugh Whitemore con un abilissimo uso della voce fuori campo (che riesce a fondere passi di lettere e riflessioni ai dialoghi), il film racconta le vicende di due mondi che parlano la stessa lingua ma sono profondamente diversi e che attraversano le vicende che vanno dal 1949 agli anni Settanta ( il dopoguerra, le difficoltà della ricostruzione, i regali soprattutto alimentari che la più ricca americana manda ai suoi amici inglesi che non ha mai visto, l’intrusione del progresso nelle vite di tutti), nell’attesa di un incontro fisico che non avverrà mai. Commossa dichiarazione d’amore ai vecchi libri come tramite immateriale e invisibile del rapporto con altri uomini e altri tempi, è una autentica boccata di ossigeno nella ridondante volgarità del mondo dello spettacolo. Brava la Bancroft, ma superbo Hopkins il cui sguardo sommesso tradisce un desiderio impossibile e quasi inconfessato. Pag. 4 di 6 Niccolò Rangoni Machiavelli (Spietati.it) Delizioso dramma epistolare, ambientato nella Londra delle restrizioni del Dopoguerra e tratto dalle memorie di Helen Hanff, già portate sul palcoscenico da James Roose-Evans e sul piccolo schermo nel 1975 da Mark Cullingham. Una pellicola delicata, malinconica, sentimentale, romantica, ma, soprattutto, encomiabile per come riesce ad evocare accoratamente la passione per la parola scritta, e coraggiosa nell'assurgerla a protagonista. Rende lo spettatore partecipe di un'esperienza umana unica, dove si toccano due anime che non si sono mai conosciute o incontrate, dove la comunicazione a distanza permette un'analisi ed un approfondimento dell'altro inimmaginabile con il contatto ravvicinato: l'immaginazione ed il cuore vanno al potere. I due attori protagonisti sono impagabili (Anthony Hopkins venne premiato al Festival di Mosca) per come danno vita, con sottili sfumature, a figure altrettanto memorabili, degne di Breve Incontro, per altro citato. David Jones (autore anche degli ottimi Jacknife e Tradimenti), cresciuto con il teatro e i drammi televisivi della BBC, possiede un talento particolare nel dirigere gli interpreti e nel trasformare i testi in materie toccanti e riflessive, ma è opinabile la sua scelta di far interloquire, ogni tanto, gli attori con la macchina da presa: rischia di sgretolare nell'ironia sia l'atmosfera fatta d'emozioni trattenute, sia la maggior fonte di tenerezza del tutto, vale a dire il tema della "lontananza che avvicina". Il suo espediente tecnico, al contrario, è un "avvicinamento che allontana". Mel Brooks, marito di Anne Bancroft, è produttore esecutivo. Gian Luigi Rondi (“Il Tempo”, 23 gennaio 1988) "Il film, così profondamente inglese, è anche e soprattutto un'espressione d'amore a un tipo di civiltà del libro sempre più rara e forse destinata a disperdersi del tutto: quello che rifiuta il bestseller di un momento e si richiama alla conoscenza dell'autentica cultura di un Paese. Un'opera dunque, questa di David Jones, di inusuale e variegata ricchezza, alla quale può essere fatto il solo appunto della recitazione di Anne Bancroft tendente all'istrionismo oltre le richieste del personaggio. In compenso, le si contrappone un Anthony Hopkins che ricama il suo personaggio su delicati registri di rattenuta e stupefacente espressività. Per dire le sue virtù basti osservare quanto traspare dal suo volto, fra trepida speranza e delusione, al cospetto della bella turista americana che, entrata nella libreria, egli si illude possa essere la cara e sospirata Helene." (Leonardo Autera, 'Il Corriere della Sera', 15 Novembre 1987)"In questo piccolo film, così deliziosamente anacronistico per molti motivi, Jones e il suo sceneggiatore hanno visualizzato le lettere con una serie di vignette descrittive che, più che raccontare, evocano i piccoli accadimenti privati e qualche grande avvenimento pubblico di vent'anni. E' una narrazione inevitabilmente monocorde, ma non monotona, sostenuta da una musica di sentimenti in sordina sotto il segno della discrezione che diventa il rendiconto - suggerito più che detto, come tracciato con matita leggera - di due vite così comuni eppure così diverse come sono diversi i due interlocutori. Soltanto verso la fine di questo film dove le immagini sono al servizio delle parole (scritte) vibra qualcosa d'altro. C'è almeno un momento di cinema puro, di qualcosa che si poteva esprimere o suggerire soltanto sullo schermo: quel campo e controcampo tra due persone che si parlano a migliaia di chilometri di distanza. Anthony Hopkins - doppiato da Manlio De Angelis impersona Frank Doel con un'ammirevole recitazione sotto le righe, suggerendo la quieta e dignitosa malinconia di un uomo rispettabile che si aspetta poco dalla vita. Sembra che Mel Brooks abbia Pag. 5 di 6 voluto finanziare e produrre questo film così inconsueto e per pochi, come regalo alla moglie in occasione del loro 21mo anniversario di nozze Ann Bancroft non spreca l'occasione: è una Helene Hanff energica, vitale, mordace come nel libro. Recita sulle righe, lei, e inclina ad andarci sopra, se non fosse per il controllo del regista. La doppia mirabilmente Anna Miserocchi con una voce alla quale un giorno o l'altro farò una dichiarazione d'amore. Nell'edizione italiana perdiamo il contrasto tra il suo aspro timbro nuovayorchese e l'accento molto 'british' di Hopkins ma con due doppiatori di questa classe è una perdita medicabile." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 15 Novembre 1987)"Il cinema di parola. Come il regista inglese David Jones aveva già mostrato di perseguire con calda sensibilità nel suo film 'Tradimenti', da un testo di Harold Pinter. L'occasione, questa volta, gliel'ha suggerita un libretto autobiografico in cui la scrittrice americana Helen Hanff ha raccolto un suo epistolario, durato vent'anni, dal '40 al '60, con il titolare di una libreria antiquaria di Londra, Frank Doel, al n. 84 di Charing Cross Road. Partecipano di questo fascino anche i due interpreti soprattutto Anthony Hopkins nei panni dell'antiquario inglese. Un'interpretazione a buon diritto premiata al Festival di Mosca, sempre sapientemente sottotono, senza mai un momento troppo scoperto. Un'occasione per esibirsi: con una grazia raccolta e una impassibilità quieta di classe, a ricordare il Trevor Howard di 'Breve incontro'. Meno contenuta al suo confronto, la sua partner americana, Anne Bancroft ma anche se tende un po' a sottolineare e ad insistere, svela sempre un talento in cui tutto si riconcilia e trova la collocazione giusta. Con la possibilità, anche interiore di commuovere." In Italia, la prima edizione di questo romanzo, è stata pubblicata nel 1987 da Archinto, nella collana “Lettere”; nell’immagine si vede la copertina del volume in questione, nella traduzione di Marina Premoli. Arrivederci a martedì 12 marzo, per vedere, “Molto rumore per nulla” di Kenneth Branagh. ________________________________________________________________________________ C.G.S. “Vincenzo Cimatti” – presso Oratorio San Giovanni Bosco via Bartolomeo M. dal Monte 14, 40139 Bologna tel.051467939 sito web: http://www.donbosco-bo.it e-mail: [email protected]