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Comunita linguistica
DEFINIZIONI DI COMUNITÀ LINGUISTICA (in ordine cronologico) • • • • • • • • • • • • • • • • • • Bloomfield 1933 «un gruppo di persone che interagiscono per mezzo del linguaggio», e la definisce «il più importante tipo di gruppo sociale. Altre fasi della coesione sociale, come i raggruppamenti economici, politici, o culturali, sono in relazione con il raggruppamento in comunità linguistiche, ma, di solito, non coincidono con esso». Weinreich 1953 «Per poter decidere in modo aderente alla realtà quale sia una nuova lingua, si devono prendere in considerazione gli atteggiamenti dei parlanti. Dopotutto, il fatto che la lingua degli Stati Uniti sia ancora l'"inglese" (americano) mentre il ceco e lo slovacco sono due lingue e non una non è deducibile dalla analisi linguistica» Hockett 1958 «Ogni lingua definisce la comunità linguistica: l'insieme degli individui che comunicano tra di loro, sia direttamente che indirettamente, per mezzo della lingua che hanno in comune» Gumperz 1968: «gruppo sociale che può essere mono o multilingue tenuto insieme dalla frequenza delle interazioni sociali e distinto dalle aree circostanti dalla debolezza delle linee di comunicazione» Halliday 1968: «la comunità linguistica è un gruppo di persone che si considerano parlanti lo stesso linguaggio» Le Page 1968: «Ogni individuo crea i sistemi del suo comportamento verbale in modo tale che essi somigliano a quelli del gruppo o dei gruppi con i quelli di volta in volta potrà volere essere identificato, nella misura in cui a. riesce ad identificare i gruppi b. ha la possibilità e la capacità di osservare e analizzare i loro sistemi comportamentali c. ha motivazioni abbastanza forti da spingerlo a scegliere e ad adattare opportunamente il suo comportamento d. è ancora in grado di adattare il suo comportamento» Lyons 1970 «tutte le persone che usano una data lingua o dialetto»; Labov 1972: «La comunità linguistica è definita non tanto da un accordo ben definito nell'uso degli elementi della lingua, quanto piuttosto dal coinvolgimento in un insieme di norme comuni; si possono cogliere tali norme in tipi evidenti di comportamenti valutativi e nell'uniformità di schemi astratti di variazione, invarianti rispetto a livelli particolari di uso». Gumperz 1973: «campo d'azione in cui la distribuzione delle varianti linguistiche è un riflesso di fatti sociali». Gumperz 1973: «ogni aggregato umano caratterizzato da un’interazione regolare e frequente per mezzo di un’insieme condiviso di segni verbali e distinto da altri aggregati simili a causa di differenze significative nell’uso del linguaggio » Labov 1973: «un gruppo di parlanti che condivide un insieme di atteggiamenti sociali riguardo alla lingua». Fishman 1975: «una comunità linguistica è quella comunità i cui membri hanno tutti in comune almeno una varietà di lingua e le norme per un uso appropriato» Bolinger 1975 pone l’accento sul fatto che i gruppi [linguistici] sono quelli che il parlante già percepisce come esistenti: una volta acquisita e accettata l’idea dell’esistenza di vari gruppi, il soggetto regola il suo comportamento a quello del gruppo con cui desidera essere identificato. Berruto 1976: «Una CL è formata da tutti i parlanti che considerano se stessi utenti di una stessa lingua, che svolgono regolari interazioni attraverso un repertorio condiviso di segni linguistici e che hanno in comune una serie di valori normativi riguardo al linguaggio: essa può coincidere o intersecarsi con, o includere, o essere inclusa in una comunità sociale» Kloss 1977: «Gesamtheit der Personen, denen als Muttersprache ein bestimmte sprachliches Diasystem in seinen verschiedenen dialektalen, soziolektalen usw. Varianten gemeinsam ist». Hudson 1980: «può darsi che non esistano comunità linguistiche nella società se non come prototipi nella mente della gente: in questo caso la ricerca della "vera" definizione di "comunità linguistica" è completamente priva di senso». Telmon 1994: «una CL deve, per essere davvero tale, non soltanto possedere un codice comune, ma avere in comune anche l'impiego di tale codice ad ogni livello […]; comune dovrà essere inoltre la considerazione del codice stesso come elemento di coesione sociale che provoca un sentimento di affinità, di condivisione, di appartenenza e di identificazione.» Berruto 1995: «insieme di persone, di estensione indeterminata, che condividano l’accesso a un insieme di varietà di lingua e che siano unite da una qualche forma di aggregazione sociopolitica».