Aziende Ospedaliere Private: in Italia è ora di stringere la cintura
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Aziende Ospedaliere Private: in Italia è ora di stringere la cintura
Insight Driven Health Aziende Ospedaliere Private: in Italia è ora di stringere la cintura Le aziende ospedaliere private in Italia sono senz’altro in grado di adattarsi alle necessità imposte dall’attuale clima di austerità, ma per molte di esse sarà necessario ridefinire i propri modelli di finanziamento se vorranno sopravvivere. Questo è uno dei risultati chiave emersi dall’analisi condotta da Accenture dal titolo “European Hospital Rating Report” (EHRR), un benchmark dei dati finanziari di 303 aziende ospedaliere private in Italia che complessivamente rappresentano circa il 25% degli ospedali a livello nazionale. Partendo da un’analisi dei bilanci e di altri dati chiave di oltre 1.500 ospedali distribuiti in nove delle principali Economie europee, l’EHRR mette in evidenza la proporzione relativa degli ospedali in Europa e l’entità del rischio finanziario cui vanno incontro. Gli ospedali sono stati classificati a seconda del loro livello di rischio accertato: basso (verde), medio (giallo) o alto (rosso), in base alla capacità di ciascun istituto di far fronte ai propri impegni finanziari, misurata secondo i criteri di analisi della loro solidità creditizia. Nel caso specifico dell’Italia, i dati emersi dall’analisi delineano un quadro in cui circa il 30% degli ospedali sul territorio nazionale è costituito da strutture private a scopo di lucro. Nonostante l’assicurazione sanitaria privata sia una realtà da tempo radicata, la maggior parte di questi ospedali dipende fortemente dai pagamenti incassati a fronte delle prestazioni sanitarie erogate per conto del Sistema Sanitario Nazionale [“SSN”]. Di conseguenza, gli ospedali risultano particolarmente esposti agli effetti collaterali del programma di contenimento dei costi avviato con determinazione dal Governo. La tendenza nazionale prevede infatti uno spostamento graduale del livello di assistenza sanitaria erogata, allontanandolo dalle cure secondarie per avvicinarlo a quelle primarie– anche attraverso l’introduzione di soglie massime sul volume di cure che gli ospedali sono autorizzati ad erogare in finestre di tempo predefinite. L’implementazione di una simile misura comporterebbe una serie di conseguenze dirette per i ricavi del settore ospedaliero privato. Al tempo stesso, è previsto lo sviluppo di un nuovo quadro finanziario che permetta maggiore integrazione tra SSN e assicurazioni sanitarie private– aprendo la strada a nuove possibili soluzioni per il finanziamento del SSN. Un’analisi attenta del ruolo dell’ospedale privato nel panorama della sanità italiana non potrà più prescindere da queste considerazioni. Migliore dei vicini L’EHRR ha inoltre preso in considerazione la situazione finanziaria degli ospedali privati in Spagna (154 le strutture private censite) e in Francia (con un campione di 348 istituti privati), permettendo così di effettuare una serie di analisi comparative fra i Paesi interessati. L’analisi ha evidenziato come le strutture sanitarie private in Italia siano quelle meglio posizionate per resistere ad un nuovo possibile giro di vite all’insegna dell’austerità, risultando finanziariamente più robusti rispetto agli istituti analoghi in Francia e in Spagna. La media dell’EBITDA delle strutture italiane (Earnings Before Interest, Tax, Depreciation and Amortization) espressa come percentuale dei ricavi si attesta al 12,1%–significativamente meglio di Francia (10.7%) e Spagna (8%). L’EBITDA a confronto 14,0 12,0 EBITDA media per singolo Paese (in %) 12,1 10,7 10,0 8,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Italia Francia Fig 1: Un confronto tra l’EBIDTA degli ospedali privati in Italia, Francia e Spagna Spagna A livello di media dei ricavi al netto delle imposte, la differenza risulta ancora più marcata: il 3,1% dell’Italia è più di 1,5 volte maggiore rispetto al 2% della Spagna, mentre gli ospedali privati in Francia addirittura registrano una perdita media del 1,2%. I margini di guadagno degli ospedali privati in Italia non solo forniscono agli Istituti stessi una fonte più consistente di capitale circolante ma hanno anche contribuito ad irrobustire le loro credenziali finanziarie, migliorando sensibilmente le loro possibilità di sottoscrivere linee di credito presso fonti esterne. Tra gli ospedali in Italia presi in esame, il 16% viene classificato come ad alto rischio, il che significa che le strutture non hanno risorse patrimoniali sufficienti per coprire l’equivalente di un anno di indebitamento. Questo dato sottolinea quanto sarebbe difficile per loro farsi concedere prestiti commerciali, con la conseguenza che si vedrebbero costretti ad attingere agli utili accantonati, o ad affidare del tutto il proprio destino nelle mani delle autorità pubbliche. Sebbene possa sembrare alto, il dato italiano risulta comunque inferiore ai dati analoghi registrati in Spagna (21%) e in Francia (25%). L’EBITDA a confronto % Ospedali per classificazione Rischio basso 22 16 26 32 52 52 Spagna Italia rischio aumentato rischio alto Fig 2: Le probabilità di default [“PD”] degli ospedali privati in Italia, Francia e Spagna 25 29 46 Francia Troppe strutture con deficit di efficienza La diversità è un tratto distintivo del SSN dell’Italia. In un contesto che vede 21 amministrazioni regionali al lavoro per adattare le politiche nazionali alle esigenze specifiche del territorio e in cui le autorità locali apportano ulteriori modifiche, non sorprende rilevare un’elevata divergenza tra le performance dei diversi ospedali, in relazione ad esempio ai tempi di attesa. Il problema per le strutture sanitarie private è che questa diversità si riflette anche su un ampio spettro di indicatori finanziari. La buona notizia, invece, è che il 25% degli ospedali più performanti in Italia rientrano anche tra quelli che, a livello europeo, generano gli utili maggiori. Registrano infatti il più elevato livello di EBITDA (14,1% dei ricavi), con un margine di utile netto che scende ad un pur sempre rispettabile 6,2%, collocandosi dietro alla Spagna con il suo margine del 7,8%. La fotografia del 25% degli ospedali ritenuti più deboli, invece, non potrebbe restituire un’immagine più diversa: la loro realtà finanziaria infatti è motivo di seria preoccupazione. La quasi totalità di questi istituti– circa il 22% del campione–ha riportato per l’anno 2011 perdite operative medie del 5%. La sfida che deve affrontare il 25% degli istituti finanziariamente più deboli è particolarmente grave. Il basso tasso di redditività non consente loro di autofinanziarsi attingendo ai flussi di cassa, e i più faticherebbero a farsi concedere finanziamenti all’esterno–e comunque solo a tassi di interesse piuttosto sfavorevoli. Solo il 52% più forte degli ospedali italiani sarebbe in grado di ottenere prestiti dal mercato esterno a condizioni relativamente agevoli. Un altro risultato che emerge dall’EHHR e che può sorprendere ancor di più è il fatto che, del quartile più debole degli ospedali italiani, il 7% è a forte rischio di default entro un anno. L’EAT a confronto (il 25% più forti, e il 25% più deboli) 10,0 Margine EAT per il 25% più forte e per il 25% più debole (in %) 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 -2,0 -4,0 -6,0 -8,0 il 25% più forte il 25% più debole Fig 3: Margini degli utili al netto delle imposte (Earning After Tax–EAT) negli ospedali privati in Italia, Franzia e Spagna Le implicazioni per le aziende ospedaliere private Tutti gli ospedali italiani sono alle prese con i minori trasferimenti di fondi da parte dello Stato e questo, per gli istituti finanziariamente più deboli, rappresenta una sfida particolarmente drammatica. L’interrogativo che si pone ora è ovvio: come reagire al meglio a tali provvedimenti? Concentrarsi sulla riduzione dei costi può non essere semplice: di tutti i Paesi analizzati nell’EHRR, gli ospedali in Italia già detengono il rapporto più basso tra il costo del lavoro e i ricavi (29%), anche se va ricordato che nel 2013 il personale medico in Italia ha scioperato per rivendicare stipendi più consistenti. Tuttavia, i dati regionali lasciano intravedere qualche margine di manovra per quanto riguarda le possibilità di migliorare il livello di efficienza in un numero importante di ospedali. Diversi studi, compreso uno curato dalla Banca d’Italia, hanno evidenziato come il tasso di efficienza degli ospedali dell’Italia meridionale sia notevolmente inferiore rispetto a quello degli istituti del Nord: ne consegue che, se le best practice del settore fossero spalmate meglio sull’intero territorio nazionale, potrebbero migliorare sensibilmente gli standard nelle strutture attualmente più deboli.1 Più in generale, gli ospedali privati dovranno individuare nuove modalità per differenziarsi tra loro, e cominciare a competere in regioni in cui al medico e al paziente è consentita la facoltà di scegliere. In un contesto di assistenza sanitaria senza più frontiere, potrebbero trovarsi a dover competere a livello dell’Unione Europea come possibile conseguenza dell’implementazione della direttiva UE sull’esercizio dei diritti del paziente. La direttiva, infatti, ha l’obiettivo di chiarire quali siano i diritti del paziente in tutta l’Unione Europea che discendono dalla “libera circolazione dei servizi”. Il divario tra strutture forti e strutture deboli non è un problema circoscritto al solo caso italiano: Francia e Spagna devono fare fronte al medesimo fenomeno. In tempi economici avversi, una soluzione spesso adottata è il consolidamento tra le aziende del settore. L’Italia finora non ha visto i livelli di attività M&A tra gli ospedali che sono invece all’ordine del giorno in altri Paesi, ma la situazione potrebbe cambiare. Nel 2013, ad esempio, AXA Private Equity ha raddoppiato la quota patrimoniale che detiene in un nuovo ospedale a Legnano, portandola dal 40 al 80%. ben specifica, ovvero quella di convincere gli istituti di credito e gli investitori privati dei benefici e delle implicazioni derivanti da simili investimenti, specie per quanto riguarda la tecnologia sanitaria. Non sarà facile aggiudicarsi gli investimenti necessari per finanziare i complessi programmi di trasformazione, soprattutto se essi prevedono l’introduzione di nuovi servizi o soluzioni per le cure. Serviranno business plans coerenti e convincenti per sostenere presso le banche e i diversi altri investitori le domande di finanziamenti per tali nuovi servizi. Dal canto loro, anche gli istituti di credito e gli investitori privati dovranno sostenere tale trasformazione, mettendo a disposizione strumenti di finanziamento più innovativi, oppure dotandosi di una migliore comprensione di come la trasformazione della sanità possa verificarsi nell’epoca digitale. Gli ospedali in ogni caso dovranno trasformarsi per rispondere alla realtà digitale, avviando importanti cambiamenti strutturali e di processo come precondizioni necessarie al miglioramento in termini di produttività e di efficienza. Tali cambiamenti potrebbero portare alla creazione di organi di vigilanza muniti di poteri significativi, a maggiore specializzazione e coordinamento delle cure, alla telemedicina, e ai servizi multicanale per il paziente. Nel caso dei gruppi finanziariamente meno forti, molti dei cambiamenti sopra elencati comportano una sfida Maura Francese e Marzia Romanelli, “Healthcare in Italy: Expenditure Determinants and Regional Differentials,” Banca d’Italia Eurosistema, October 2011, Working Paper 828, Arianna De Nicola e Paolo Mancuso e Vivian Valdmanis, “Quality and Healthcare Performance in the Italian Regions,” University of Munich Personal RePEc Archive, October 2013, Paper No. 50495. 1 Metodologia utilizzata– Liberatoria Accenture European Hospital La ricerca condotta di Accenture è Rating Report espressamente circoscritta ad una Lo European Hospital Rating Report (EHRR) di Accenture è basato sui dati del 2011 riportati in 1.522 bilanci di fine esercizio di ospedali e trust in nove Paesi diversi. Tali dati sono stati estrapolati dal database ORBIS messo a disposizione da Bureau van Dijk. L’analisi condotta da Accenture in collaborazione con RWI (Rheinisch-Westfaelisches Institut für Wirtschaftsforschung) copre circa il 30% dell’intero mercato ospedaliero dei Paesi compresi nel campione dello studio, ovvero Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svizzera. Sebbene il campione comprenda ospedali sia pubblici che privati, non ha la pretesa di essere rappresentativo di entrambi i settori. L’indice dell’affidabilità finanziaria degli ospedali è stato calcolato facendo riferimento ad un modello di Accenture basato sulle categorie di rating ModeFinance MORE. Tale modello valuta la capacità degli ospedali di far fronte ai propri impegni creditizi in base ad un’analisi dei loro bilanci e conti economici. L’analisi approfondisce due indici chiave: il PD (Probability of Default), che indica la probabilità di default di un’organizzazione entro un anno; e l’EBITDA (Earnings Before Interest, Tax, Depreciation and Amortization), che viene utilizzato per stimare il flusso di cassa di un’organizzazione. Il PD fornisce un’indicazione della capacità dell’organizzazione di assicurarsi finanziamenti esterni, mentre l’EBITDA indica la capacità di reinvestire e di autofinanziarsi internamente. panoramica generale. Accenture non è autorizzata, né abilitata, in alcuna giurisdizione ad esercitare le professioni di revisore di bilancio, di commercialista, di ragioniere, o di consulente legale o fiscale. Si precisa altresì che la ricerca non ha comportato l’espletamento di funzioni che per legge, o per consuetudine, sono riservate in via esclusiva agli inscritti degli appositi albi professionali. Con la presente ricerca, non è l’intenzione di Accenture di fornire alcuna consulenza di tipo legale, contabile, o fiscale. Accenture: Insight Driven Health Insight Driven Health (un sistema sanitario basato sulle informazioni acquisite) rappresenta la base su cui costruire una sanità più efficace, efficiente ed economicamente accessibile. Ecco perché i fornitori leader di assistenza sanitaria e i programmi sanitari di tutto il mondo si rivolgono ad Accenture per usufruire di un’ampia gamma di servizi sanitari che si basano su un diverso utilizzo delle conoscenze– dalla gestione delle funzioni di back-office a quelle dello studio medico. I nostri professionisti, dotati dell’esperienza acquisita nel mercato, di conoscenze di settore e di competenze cliniche, utilizzano le tecnologie innovative per trarre il massimo vantaggio dalle possibilità offerte dalla sanità “insight driven”. Per maggiori dettagli visitare: www.accenture.com/ insightdrivenhealth. Copyright © 2015 Accenture All rights reserved. Accenture, its logo, and High Performance Delivered are trademarks of Accenture. Accenture Accenture è un’azienda globale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing che conta oltre 319 mila professionisti in oltre 120 paesi del mondo. Combinando un’esperienza unica, competenze in tutti i settori di mercato e nelle funzioni di business e grazie ad un’ampia attività di ricerca sulle aziende di maggior successo al mondo, Accenture collabora con i suoi clienti, aziende e pubbliche amministrazioni, per aiutarli a raggiungere alte performance. A livello globale, i ricavi netti per l’anno fiscale 2014 (settembre 2013–agosto 2014) ammontano a 30 miliardi di dollari. www. accenture.it-www.accenture.com Per ulteriori informazioni, potete contattare Alessandro Campana Managing Director, Accenture Health EALA [email protected]