Teniamo i medici, non gli sprechi. Il mancato turn over negli
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Teniamo i medici, non gli sprechi. Il mancato turn over negli
Teniamo i medici, non gli sprechi. Il mancato turn over negli ospedali “C’è qualche differenza fra Tanai e il suocero di Visellio” scriveva Orazio. E c’è qualche differenza fra quello che la Regione chiede agli Ospedali in questi giorni e quello che ha proposto Howard Brody, che è professore di medicina nel Texas. Gli uni e l’altro vogliono ridurre i costi della sanità. Però da noi si chiede di farlo sostituendo la metà dei dipendenti che vanno in pensione, Brody invece in un bellissimo articolo “Dall’etica dei tagli all’etica di evitare gli sprechi” ha una ricetta diversa. Sostiene che ci si deve spostare dalla logica dei tagli a quella di evitare gli sprechi. Che senso ha sostituire il cinquanta percento dei medici e degli infermieri che vanno in pensione in tutti gli Ospedali, come se tutti gli Ospedali fossero uguali. Vuole dire che non servivano? Ma se invece servono non sostituire chi lascia vuole dire mettere in difficoltà settori che in qualche caso sono un punto di riferimento non solo per la nostra Provincia ma per la Regione e per l’Italia. Proprio adesso che la Regione vuole entrare, ed è un gran bene, nella logica della programmazione. Ci potrebbero essere Ospedali dove nessuno di quelli che vanno in pensione va sostituito, altri che hanno bisogno di più persone e altri che andrebbero proprio chiusi. "To reduce cost, the best approach is often to spend more on some services to reduce the need of others" – scriveva qualche tempo fa Michael Porter sul New England Journal of Medicine - insomma per ridurre i costi certi servizi vanno ridotti e certi altri potenziati. Non solo ma gli interventi che non portano a nulla da loro fanno il trenta percento della spesa e non c’è ragione di pensare che in Lombardia sia diverso. Ma allora “l’etica di evitare gli sprechi” dev’essere un imperativo morale per i medici e non dimentichiamo che quello che non serve può far male. Ci sono cinque regioni del mondo dove questo obiettivo è stato raggiunto o che comunque hanno fatto grandi passi avanti in questa direzione. Si tratta di Bangladesh, Etiopia, Kyrgyzstan, Tailandia e dello stato indiano di Tamil Nandu. Come hanno fatto? Quattro regole: 1. capacità di governare il sistema 2. politici dedicati e consapevoli dell'importanza di quell'obiettivo 3. burocrazia efficace 4. capacità di adattarsi con soluzioni innovative alle risorse limitate per venire incontro ai bisogni della gente. Se lo fanno in Bangladesh e in Kyrgyzstan perché non lo si dovrebbe poter fare in Lombardia e a Bergamo dove le risorse almeno finora non sono poi così limitate? In Kyrgyzstan per esempio c'erano troppi Ospedali e troppi medici e nessuno che avesse le conoscenze per fare buona medicina con gli standard di oggi. Negli ultimi anni hanno chiuso il cinquanta percento degli Ospedali, creato case della salute e riconvertito gli operatori a ruoli di prevenzione e assistenza dove i medici sono assistiti da infermiere e ostetriche competenti. Noi non siamo riusciti a chiuderne neanche uno di Ospedale e non ditemi che così si perdono posti di lavoro e che il sindaco non vuole. Sono argomenti molto deboli; non se ne perderebbe di posti di lavoro se facessimo anche noi come hanno fatto non dico a Londra ma in Bangladesh. E i sindaci, mantenendo in vita Ospedali che zoppicano, non fanno certamente il bene dei loro cittadini. I piccoli Ospedali vanno chiusi perché sono piccoli, ma non sempre. Quelli delle zone più disagiate (nebbia per molti mesi all’ anno o neve in montagna) vanno mantenuti e andrebbero anzi potenziati. Per gli altri, prima si trova la forza di chiuderli, meglio è. Ma in Lombardia non la trovano mai; non la trovavano prima, sembra che non la trovino adesso nonostante le indicazioni della Commissione Sviluppo Sanità - voluta proprio da Maroni - che su questo punto sono chiarissime. Giuseppe Remuzzi http://bergamo.corriere.it/notizie/opinioni/14_agosto_08/teniamo-medici-non-sprechi-01a1732c-1ee611e4-935f-58b9b86038b5.shtml