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Giubileo blindato - Il Giornale D`Italia
Anno IV - Numero 289 - Martedì 8 dicembre 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Cronache Calcio Finisce un'epoca, il Wwf va in crisi La moda italiana piange Krizia Per Juve e Roma obiettivi diversi Calvo a pag 5 Moriconi a pag 10 Colosimo a pag 11 DAL L E ELEZIONI FRANCESI UN' OPPORTUNITÀ ANCHE DA NOI LA GRANDEUR La Le Pen vince e fa da apripista a Salvini in Italia QUESTA MATTINA, IN UNA ROMA NELLA MORSA DELLA PAURA, L’APERTURA DELLA PORTA SANTA Giubileo blindato Più controlli e spiegamento di forze, ma il lavoro di prevenzione non convince Allerta massima per il timore di attentati dopo le ripetute minacce da parte dell’Isis di Igor Traboni arà difficile sfuggire all’emozione quando Papa Francesco questa mattina aprirà la Porta Santa per dare ufficialmente inizio al Giubileo straordinario della Misericordia. Negli occhi e nel cuore abbiamo ancora l’ultimo anno santo del 2000, non a caso definito il ‘Grande Giubileo’, segnato soprattutto dalla figura maestosa di San Giovanni Paolo II e da una religiosità – riflesso di civiltà - allora tangibile: le torri gemelle sarebbero arrivate da lì a poco, mentre le bestialità di Parigi le abbiamo ancora davanti a noi. Ed ecco che questo Giubileo diventa allora terreno fecondo per le nostre paure, così forti da far passare in secondo piano proprio l’essenza dell’Anno che sta per iniziare, di quella misericordia che è attributo lontano da ogni moralismo e filantropia, come ha scritto Alessandro D’Avenia, scrittore non a caso molto amato tra i giovani. Ma è inutile girarci attorno: la paura c’è, perché concreto è il pericolo. L’Isis ha già minacciato più volte la volontà di colpire il centro della cristianità. Roma e l’Italia hanno cercato di attrezzarsi per fronteggiare un eventuale attacco terroristico, ma l’impressione dell’uomo della strada è di una pochezza di interventi reali. Non basta certo qualche solerte carabiniere in più davanti alle basiliche o un varco di ingresso a Termini presidiato dai controllori delle ferrovie a chiederti il biglietto, quando però di fatto sei già entrato in stazione; e se tanti altri agenti S di Francesco Storace a tastiera è utile, ma le scarpe rendono di più. La lunga marcia del Front National è reale e non virtuale; ed è semplicemente fantastico vedere una sinistra con la bava alla bocca che ulula alla luna contro il pericolo Marine Le Pen. O, magari fra un po’, contro la bella nipote Marion, che ad appena 26 anni ha sbaragliato ogni avversario nelle regionali di domenica. Un percorso lungo, quello della “destra” francese, che arriva a compimento e prende la rincorsa per il gran balzo dell’Eliseo, alle prossime elezioni presidenziali. È fantastico e triste contemporaneamente, perché in Italia ci si accontenta delle miserabilie di Beppe Grillo, che odia tutti e ama solo se stesso. Altro stile, Oltralpe: di là il contegno istituzionale della leader del Front in presenza della tragedia provocata dal terrorismo di radice islamica; di qua, giustificazionisti in azione nelle fila del movimento a cinque stelle. Gente assolutamente immatura. Poi, la Lega. Che ha la grande opportunità. Chi, a destra, storce il naso dimentica la rivoluzione di Marine, che ha capovolto gli schemi e per questo ottiene grandi consensi trasversali. La partita oggi non è più o meglio non solo tra destra e sinistra, ma soprattutto tra popolo e palazzo. Rivolgersi a Salvini con la testa di dieci anni fa, significa non capire che sta cambiando il mondo. Ovviamente, lo deve capire anche Matteo da Milano che deve prendere il coraggio a due mani e aprire davvero ad un movimento che abbia autentica dimensione nazionale, sopportando anche qualche schiamazzo dal confine. Se la Le Pen ha rotto col L padre, potrà Salvini mettere sull’attenti qualche suo improvvido seguace che si ostina a non comprendere che oggi la battaglia è contro Bruxelles e non più contro Roma. “Lo stesso successo”, ha augurato la Le Pen a Salvini. Per averlo, il leader leghista deve osare ancora di più. Il leghismo prima maniera ebbe sicuramente un tratto di nobiltà e di coraggio che avevano una loro dignità; ma somiglia tanto, nel ricordo, più a Jeanmarie che a Marion. Lo stesso dicasi per la vecchia, stravecchia, consunta alleanza con Berlusconi: grande padre nobile, ma non più protagonista del futuro. Se Silvio sta ancora incollato al Partito popolare europeo, a Salvini non resta che il mare aperto della sfida: competition is competition. Alle amministrative la Le Pen non ha esitato per candidarsi. Ha deciso e basta, senza tatticismi. Marine vince senza alleanze. Ragioni anche la Lega, ad esempio sulla battaglia per il Campidoglio: è il popolo che va affascinato, e senza portaborse è meglio. Si può candidare a destra gente pulita. Che si schiera e torna in campo senza disertare le urne se vede chi dice basta ai vertici di palazzo. Più in generale, un’epoca è finita. Ci sono almeno venti milioni di italiani, una decina sicuramente a destra, che non ne vogliono più sapere di moderatini smidollati. Cinquanta milioni gli elettori, venticinque quelli che votano, col 15 per cento nei sondaggi Salvini ne può contare già quasi quattro milioni. Ne servono altrettanti, quattro milioni su venticinque che stanno ancora a casa. Non è impossibile se lancia la grande offensiva nazionale. Se si ferma sul Po, non serve. Se osa, ne arriveranno molti altri di più. vengono mandati nella capitale, non è che puoi pensare di farli dormire in auto – come denunciato da questo giornale – se li vuoi pronti ad ogni evenienza. E il famoso lavoro di intelligence, quelle indagini a monte che dovrebbero prevenire più che reprimere? Finora tutto si è ridotto, con il contorno dei soliti gridolini di gioia del ministro Alfano che ogni volta pare aver vinto la terza guerra mondiale, a scoprire un appartamento a Bolzano possibile covo di fiancheggiatori jihadisti (bella scoperta: l’Italia passava SALVA-BANCHE: RENZI PROMETTE, MA NON SA CHE FARE loro vitto e alloggio perché ‘rifugiati politici’) o a fermare un iracheno – ieri, a Bari – sospettato di far entrare in Italia persone inneggianti all’Isis, e in verità già ‘attenzionato’ dagli investigatori, ma a quanto pare rimasto da noi perché proprietario di un negozio di kebab. Attività imprenditoriale che, come noto, vale di più di eventuali bombe. Un po’ poco, davvero. Anche per questo abbiamo paura. Che magari passerà nell’istante in cui Papa Francesco aprirà quella porta. Ma sarà giusto un momento. INCREDIBILE: IL PREZZO DEL PETROLIO CROLLA MA IN ITALIA LA BENZINA RESTA ALLE STELLE SPOMPATI n prezzo del petrolio così basso non lo si vedeva da un bel po’ di tempo sui mercati internazionali: negli ultimi giorni si è tenuto sempre sotto i 40 dollari al barile, mentre ieri è crollato addirittura sotto i 38. Tradotto in soldoni, significa che, senza neppure tener conto dell’ultimo ribasso, la benzina dovrebbe diminuire di almeno 6 centesimi al litro. E in Italia invece che succede? La solita storia: il prezzo dei carburanti non cala neanche per il piffero e, anzi, qualche compagnia ritocca ad- U NON DATEGLI CREDITO A pag 3 dirittura all’insù. Tanto per ‘accompagnare’ il ponte dell’Immacolata, quando magari qualche italiano in più si mette ancora in viaggio, anche se di certo non siamo ai livelli oceanici pre-crisi e pre-Renzi-Letta-Monti. Per le associazioni dei consumatori il mancato ribasso del prezzo della benzina si traduce in un aggravio di trenta milioni di euro per gli italiani, anche per quelli che alla pompa ci vanno per motivi i lavoro. E sollecitano ancora una volta l’intervento del governo. Campa cavallo. 2 Martedì 8 dicembre 2015 PRIMO PIANO ELEZIONI IN FRANCIA Il “jour de gloire” di Marine Le Pen Il partito guidato dalla “pasionaria” nera conquista la maggioranza in sei regioni su tredici. Ed è favorito per la vittoria finale di Cristina Di Giorgi A urne chiuse e scrutinio completato, si conferma quello che i sondaggi e gli exit poll avevano già indicato: il Front National di Marine Le Pen è il primo partito in Francia. Le percentuali parlano chiarissimo: il partito della pasionaria nera d'oltralpe ha infatti conquistato il 27,96% dei consensi, seguito dai Republicains/Udi (l'alleanza di centrodestra di Sarkozy) con il 26,89%. Più indietro i socialisti (23,33%) seguiti da Verdi e Front de gauche, entrambi con percentuali inferiori al 4%. Un primo turno che vede dunque la destra identitaria francese avanti. In sei regioni su tredici (quella in corso è infatti la prima consultazione con la nuova legge, che riduce da 22 ad appunto 13 il numero delle assemblee locali). Tra esse quelle in cui sono candidate Marine Le Pen e sua nipote Marion, che hanno entrambe superato la ragguardevole soglia del 40% delle preferenze. Domenica prossima si andrà ai ballottaggi. Che si preannunciano difficili per una sinistra sconfitta che già mostra le prime crepe: il segretario del Partito socialista ha infatti chiesto ai suoi candidati arrivati in terza posizione di ritirarsi (con la speranza di aiutare il candidato repubblicano e bloccare l'avanzata del FN). Direttiva che alcuni hanno però già dichiarato di non voler rispettare. Non è escluso comunque che i socialisti possano ottenere, alla fine, un risultato discreto (da quattro a sette regioni) se sapranno convogliare il voto delle altre formazioni di sinistra. Dal canto suo l'ex presidente Francois Sarkozy – il vero sconfitto di queste amministrative: ha tentato per anni di raccogliere il voto di destra riproponendone le parole d'ordine; ma alla fine non è risultato convincente quanto la destra della Le Pen - che a caldo aveva commentato dicendo che i cittadini sono “esasperati” perché la “Francia ha troppo indietreggiato”, ha fatto sapere che i candidati del suo partito arrivati terzi non si ritireranno e che la coalizione da lui guidata non farà accordi di desistenza con i socialisti. Fine del “fronte repubblicano” dunque, ovvero del patto tra centrodestra e centrosinistra che al secondo turno si mettevano d'accordo per sostenere il candidato più forte per non far vincere quello del Front National, che non riusciva quindi a trasformare in seggi i voti ottenuti. Oggi anche questo muro sembra crollato sotto i colpi della sconfitta. Il partito di Marine Le Pen si avvia dunque a proseguire il suo cammino, implementando ancora i voti che, elezione dopo elezione, ha visto in aumento costante. Voti ottenuti dimostrandosi una destra forte, identitaria e nazionalista. E soprattutto decisa quanto ai temi, molto sentiti, della sicurezza, dell'immigrazione e della difesa della tradizione transalpina anche rispetto alle ingerenze delle organizzazioni internazionali. LO STIVALE E I CUGINI D'OLTRALPE “Ha vinto una destra estremamente bella, netta, smoderata” I commenti di Storace, Salvini, Meloni. E di una sinistra che non ci sta a vittoria del Front National e della sua leader ha scatenato, anche nel nostro Paese, innumerevoli commenti ed interventi. Da un lato c'è chi, a sinistra e dalle pagine di qualche quotidiano, ne parla come di un campanello d'allarme, un pericolo, una minaccia. Arturo Scotto, capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana, ha definito “inquietante” l'avanzata del FN: “l'Europa e le forze progressiste titubanti e troppo spesso subalterne alle politiche di destra – ha dichiarato – riflettano bene: è ora di cambiare pagina”. Di cambio di direzione, ma delle istituzioni europee, ha parlato il premier Renzi, secondo il quale “è arrivato il momento di guardare in L faccia la realtà: senza un disegno strategico, i populisti vinceranno prima o poi anche alcune politiche nazionali. In Italia no, perché la maggioranza sta con chi vuole cambiare, non con chi sa solo lamentarsi. Ma se l'Europa non cambia, le istituzioni rischiano di diventare le migliori alleate di Marine Le Pen e di quelli che provano ad emularla”. Qualcuno poi, sempre a sinistra, ha addirittura scritto che a spingere la Francia a destra sia stato l'Isis, il cui “assalto ha devastato gli equilibri occidentali”. Su questo punto non concorda l'ex premier Enrico Letta, che attualmente risiede a Parigi: “il risultato delle elezioni francesi – ha scritto su twitter – era già da mesi nei sondaggi: è un no radicale alla politica tradizionale”. E c'è anche chi, come Gad Lerner, ha abbandonato ogni moderata razionalità descrivendo il risultato francese come “un percorso d’involuzione della democrazia repubblicana”. Dall'altro lato vi sono invece i positivi e fiduciosi esponenti della destra nostrana. A cominciare da Francesco Storace, che auspica che “il trionfo della destra francese faccia rompere ogni indugio anche in Italia: basta con i moderatini che frenano il cantiere della sovranità e della libertà” ha scritto sulla sua pagina facebook ad urne appena chiuse il segretario nazionale de La Destra. Che ha poi aggiunto: “In Francia ha vinto una destra estre- mamente bella, netta, smoderata”. Entusiasta è poi il commento di Matteo Salvini, “Grande Marine, cambia la Francia. Cambieranno anche l'Europa e l'Italia: più sicurezza e più lavoro, con coraggio e onestà si può fare”. E l'alleata della Lega al Parlamento europeo risponde ai complimenti: “a Salvini auguro molto successo. E' un uomo coraggioso – ha detto Marine Le Pen – e spero che otterrà alle prossime elezioni lo stesso risultato che ha ottenuto il Front National in Francia”. Parole di soddisfazione sono poi venute anche da Giorgia Meloni: “con Marine Le Pen – ha dichiarato la leader di Fratelli d'Italia – ha vinto il popolo francese e inizia il riscatto di tutti i popoli d'Europa. La vittoria del Front National, oggi primo partito di Francia, è un terremoto per la politica europea e una clamorosa bocciatura dell'Ue”. Parla infine di bocciatura anche Maurizio Gasparri (Forza Italia), secondo cui la Francia ha appunto bocciato “inesorabilmente Hollande e la sinistra. In tempi difficili la gente vuole essere difesa da gente di destra”. CdG EUROSCETTICI ALLA RISCOSSA Il Front National vince e Bruxelles trema I timori (e i mal di pancia) delle istituzioni europee all'indomani del trionfo della destra francese giornali francesi di ieri mattina, commentando i risultati delle elezioni regionali, avevano quasi tutti la parola “Choc” in prima pagina. Ovvero sconvolgimento, colpo, scossa. Ed anche in Europa sono in molti a pensare che l'ascesa del Front National di Marine Le Pen possa essere una scossa di terremoto destinata a rompere equilibri anche sovranazionali sempre meno stabili e sicuri. Un'ipotesi questa che potrebbe essere fondata, se si tiene conto delle posizioni e delle dichiarazioni della leader d'oltralpe per esempio in tema di moneta unica (definita “fallimento totale” e “aberrazione economi- I ca”) e Unione europea, criticata più volte e sotto diversi punti di vista. Euroscetticismo dun- que. Espresso anche, alla vigilia del voto, con dichiarazioni più che chiare sull'ipotesi di uscita di Londra dall'Ue, paragonata addirittura alla caduta del Muro di Berlino (“Sarebbe l'inizio della fine dell'Unione Europea” aveva detto la Le Pen in un'intervista al Telegraph). Più che comprensibile dunque che il risultato ottenuto dal FN al primo turno delle regionali francesi (uno storico 28% su base nazionale) abbia scatenato a Bruxelles più di qualche mal di pancia. Un risultato tra l'altro che si pone come indicatore di una tendenza centrifuga che trova riscontro anche in altri Stati: si pensi alla Gran Bretagna, con l'Ukip di Nigel Farage, alla Grecia con Alba Dorata, alla Germania con Alternative fur Deutschland. Ai quali si aggiungono la recente vittoria elettorale della destra in Polonia (26 ottobre 2015) e le posizioni apertamente e marcatamente nazionaliste dell'Ungheria di Viktor Orban, assai rilevanti in ambito internazionale per quanto riguarda il peso che hanno nella gestione della crisi dei migranti. Che il trionfo di Marine Le Pen possa essere il proverbiale sassolino che, rotolando via dalla montagna, da inizio alla frana che seppellirà l'Europa come la conosciamo? E' presto per dirlo. Quel che è certo è che sicuramente non si potrà non CdG tenerne conto. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Martedì 8 dicembre 2015 ATTuALITA’ ANCORA NON SI SA SE E QUALI PROVVEDIMENTI VERRANNO PRESI PER TUTELARE I RISPARMIATORI Salva-banche, governo in affanno Le opposizioni hanno chiesto al ministro Padoan di riferire in commissione Bilancio di Igor Traboni oche idee (e pochissimi soldi) e pure confuse. Così il governo Renzi va avanti un po’ alla cieca sulla questione salva-banche e soprattutto sulla necessità di salvaguardare i cittadini che a queste quattro banche, ora ‘salvate’ dal governo, avevano affidato i risparmi. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, si è limitato a dire: "Abbiamo completato questa sera (ieri sera, ndr) le votazioni in commissione sul fascicolo banche. Domani mattina (oggi, ndr) ripartiamo dall'impianto generale della legge di stabilità. Le proposte di modifica all'emendamento banche del governo, ora accantonate, permetteranno ai relatori Melilli e Tancredi di fare proposte che alla fine dei lavori in commissione sottoporremo al voto. Nella giornata conclusiva dell'esame della Stabilità in commissione ci sarà modo di tornare sul tema per affrontare gli aspetti più delicati, anche alla luce di quello che dirà il ministro Padoan, la cui presenza in commissione è stata richiesta dalle opposizioni". E la prende alla lontana, mettendo tutto e il contrario di tutto nel calderone delle dichiarazioni, anche il sottosegretario all’Economia, il montiano Enrico Zanetti: P “Credo che una politica seria e responsabile come risposte debba dare la tutela esclusivamente di chi rischia di cadere nella vera e propria indigenza, perseguire le responsabilità del management, di chi doveva controllare e anche di quei dipendenti che avessero seguito direttive sbagliate vendendo a chi non dovevano vendere. Le banche – ha aggiunto Zanetti riprendendo lo stesso leit motiv sostenuto anche dal premier Renzi - non sono state salvate intese come una realtà astratte ma sono stati salvati depositi, posti di lavoro, è stata salvata la continuità aziendale e sono stati evitati effetti domino altrimenti ci troveremmo di fronte a quelle stesse situazioni moltiplicate per dieci". Le opposizioni invece, fatta salva come detto la convocazione del ministro Padoan in Commissione, continuano ad andar giù duro sull’argomento: “Il governo Renzi-Boschi assiste inerte alla rapina ai danni di migliaia e migliaia di risparmiatori di tante regioni italiane – afferma il senatore Maurizio Gasparri di FI - Bisogna rimborsare integralmente questi cittadini. Renzi è inerte perché sa benissimo che ci sono complicità diffuse negli ambienti politici che a lui fanno riferimento. C’è stato un chiaro abuso del rapporto fiduciario tra banca e cliente. La Banca d’Italia ancora una volta non ha vigilato. Come si è visto prima nel Monte dei Paschi di Siena e ora nella vicenda di queste banche del territorio, la Banca d''Italia è stata sempre più attenta a oscuri interessi che non alla tutela dei risparmiatori. Visco e company hanno violato i principi costituzionali che garantiscono la tutela del risparmio. Che cosa resta a fare in via Nazionale un gruppo di persone cosi inadeguato e così colpevole per quanto sta avvenendo?", si chiede al fine Gasparri. Si terrà invece domani alla Camera dei deputati la conferenza stampa del Movimento 5 Stelle sul provvedimento ''salvabanche'' del governo. I parlamentari 5stelle illustreranno in questa occasione delle proposte alternative. Sarà presente in conferenza stampa una delegazione del M5S composta dai deputati Daniele Pesco e Alessio Villarosa e dal senatore Enrico Cappelletti. DISPOSTO UN PIANO STRAORDINARIO DI ISPEZIONI Il Ministero dell’Istruzione apre la ‘caccia’ alle paritarie l via il Piano straordinario di ispezioni nelle scuole paritarie previsto dalla legge Buona Scuola: sono 673 le istituzioni scolastiche di cui quest’anno sarà verificato il mantenimento dei requisiti per il riconoscimento della parità. Di queste, 532 sono scuole superiori. Particolare attenzione sarà posta agli istituti secondari di II grado dove viene rilevata una forte differenza fra il numero di ragazzi iscritti al primo anno e quello di iscritti all'esame di Stato. La prima tornata di ispezioni – fanno sapere dal Ministero - coprirà oltre il 30% delle 1.526 scuole paritarie di II grado. Il Piano è già partito nelle Marche e in Abruzzo ed è stato disposto a seguito del seminario "La Buona Scuola e il sistema delle scuole paritarie" che si è svolto al Miur il 30 settembre scorso, alla presenza del Ministro Stefania Giannini e del Sottosegretario A Gabriele Toccafondi. Un apposito gruppo di lavoro ha poi prodotto una scheda di rilevazione tipo da adoperare su tutto il territorio nazionale, con gli elementi fondamentali per lo svolgimento delle attività ispettive. Gli Uffici Scolastici Regionali hanno indicato, oltre alle istituzioni scolastiche, le modalità di svolgimento dell'attività ispettiva per questo anno scolastico e per queli dei prossimi due anni. Fatta eccezione per le Province e Regioni autonome o a statuto speciale. Durante le ispezioni saranno verificati fra l'altro l'elaborazione e la pubblicazione del Piano triennale dell'Offerta formativa; l'elaborazione e la pubblicazione del rapporto di Autovalutazione; il rispetto della legislazione in materia di contratti di lavoro e del principio di pubblicità dei bilanci; l'adeguamento alle modifiche ordinamentali degli ultimi anni. L’EX MINISTRO CONTRO IL GOVERNO MONTI: “PRESSIONI SULLA PROCURA DI ROMA PER FARLI TORNARE IN INDIA” Le “verità” (fuori tempo massimo) di Terzi sui Marò Le dichiarazioni dell’ambasciatore, che arrivano con tre anni di ritardo, sono sconcertanti. Anche la magistratura ora deve intervenire e spiegare come sono andate realmente le cose nel 2012 NOVITÀ Certamente tutte da accertare ma che arrivano na vera e propria bomcon un colpevole ritardo ba a orologeria. E’ di tre anni dai fatti ora dequella “innescata” nunciati. Alcune domande, dall’ex ministro degli Esteri a questo punto, sorgono Giulio Terzi di Sant’Agata spontanee. Perché l’allora durante la trasmissione “Cittitolare della Farnesina ha tadini in divisa” su Radio Radeciso di parlare solo ora? dicale. E confermate in un’inCosa l’ha spinto a trattetervista rilasciata al Tempo, nersi fino a questo momenche racconta di presunte to? Chi è stato – eventualpressioni esercitate nel 2012 mente – a esercitare “presda alcuni esponenti del gosioni” sulla magistratura? verno Monti nei confronti E per quale motivo lo ha – della procura di Roma per nel caso – fatto? L'ex ministro Terzi con l'allora premier Mario Monti far sì che i Marò tornassero Gravissime poi le dichiain India quando invece sarazioni che danno credito rebbero dovuti e potuti restare in Italia. inspiegabile, che non riguarda solo il a tutta quella stampa – Giornale d’Italia Dimessosi da quell’esecutivo per via governo. E’ inspiegabile che organi compreso – che nel corso degli ultimi di una gestione a dir poco approssidi monitoraggio parlamentari, comitati anni ha parlato di presunti interessi mativa di una vicenda paradossale che che sorvegliano e rispondono all’esieconomici contrapposti al destino dei va avanti ormai da quattro lunghissimi genza democratica di vedere cosa acmilitari. anni, l’ambasciatore dopo le stoccate cade nell’ambito dell’intelligence, non E’ arrivato il momento di stabilire chi riservate al bocconiano nei mesi scorsi, acquisiscano tutta la documentazione dice il vero e chi il falso. E adesso torna alla carica. E sulle colonne dello del caso”. E al cronista che gli dopure la procura capitolina è chiamata storico quotidiano romano torna a punmanda se si riferisce o no al Copasir, a intervenire e a spiegare se ci sono tare il dito contro quel governo dei Terzi risponde sibillino: “Lo ha menstate o no pressioni da parte dell’etecnici che certamente ha contribuito zionato lei”. Senza confermare e senza secutivo Monti affinché Latorre e Gia perpetrare l’odissea giudiziaria di smentire. Ma i sospetti lanciati poco rone tornassero in India. Per rispetto Salvatore Girone e Massimiliano Ladopo dal diplomatico sono pesantisnei confronti dei due Fucilieri e di torre. “Fin dal primo giorno – l’attacco simi. Con l’ex ministro che narra di un intero Paese che ha il diritto di - l’esecutivo avrebbe dovuto ribadire una “moral suasion effettuata nei conconoscere come sono andate realin ogni opportuna sede una semplice fronti della magistratura capitolina per mente le cose. E di chi sono le vere frase: sono innocenti e li vogliamo inrispedire i Marò a New Delhi”. Sono colpe di una ingiustizia che sembra dietro. Invece assistiamo a un’inerzia accuse pesanti quelle mosse da Terzi. non finire mai. di Marcello Calvo U Prenota la tua copia su www.minervaedizioni.com 4 Martedì 8 dicembre 2015 ATTUALITA’ IL TRIBUNALE VATICANO HA ACCETTATO LA RICHIESTA PER DUE CARDINALI, VARI MONSIGNORI E PERFINO ALCUNI LIBRAI Vatileaks: arrivano i testimoni eccellenti La Chaouqui: “Non voglio la grazia dal Papa” - Niente perizia psichiatrica per Vallejo Balda ECCO DOVE VORREBBERO LAVORARE… I talenti di casa nostra preferiscono la Apple a Apple a Google, da Procter & Gamble a Gucci: sono queste le prime quattro tra le 50 aziende più desiderate dai talenti italiani. Linkedin, il network professionale più grande del mondo, ha infatti realizzato la classifica delle aziende InDemand in Italia. La lista classifica i datori di lavoro più desiderati sulla base di milioni di interazioni da parte degli iscritti a LinkedIn. Invece di basarsi su questionari, la classifica InDemand misura l'effettivo comportamento online dei professionisti. Questa metodologia comprende indici D I l processo per il Vatileaks 2 è stato aggiornato a data da destinarsi e dunque i tempi per arrivare a capo della vicenda sul furto di alcuni documenti vaticani, poi finiti in due libri di recente pubblicazione, si allungano a dismisura. "Hanno deciso di accettare una serie di eccezioni e tutto viene spostato a data da definirsi. Devono fare una serie di controlli, non c'è stato alcun interrogatorio" ha affermato all'uscita dall'aula il giornalista Emiliano Fittipaldi, imputato nel processo assieme all'altro gior- nalista Gianluigi Nuzzi, a monsignor Lucio Vallejo Balda (ancora detenuto in una piccola cella della gendarmeria vaticana), a Francesca Immacolata Chaouqui e all’ex collaboratore informatico Nicola Maio, tutti presenti a quest’ultima udienza poi rinviata. "Siamo soddisfatte, sono state accolte le nostre istanze istruttorie. C'é stata l'ammissione delle liste dei testi e alcune perizie sono state ammesse" ha detto l'avvocato di Francesca Immacolata Chaouqui, Laura Sgrò. La stessa Chaouqui, un po’ la figura centrale di questa vi- cenda di ‘corvi’, ai cronisti che le chiedevano se si attendesse un gesto da Papa Francesco ha risposto: "Non mi attendo nulla dal Pontefice e comunque qualsiasi gesto non è quello che voglio. Sono innocente e voglio essere dichiarata tale, non si graziano gli innocenti, ma si assolvono". Ma quest’ultima udienza ha comunque prodotto delle novità, anche di una certa importanza, visto che sono stati ammessi come testimoni, richiesti proprio dalla Chaouqui, i cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, e Santos Abril y Castellò, presidente della Commissione Ior, D’altro canto, il Tribunale Vaticano, nel processo Vatileaks, ha ammesso tutti i testimoni richiesti dalle difese. Ecco l’elenco dettagliato: Mons.Vallejo Balda ha citato in aula Mario Benotti, indagato nell'inchiesta della Procura di Terni confluita a Roma; la Chaouqui, oltre ai cardinali Parolin e Abril, vuole come testimoni l'elemosiniere mons. Konrad Krajewski, mons. Paolo Lojudice, Lucia Ercoli e padre Vittorio Trani. Nicola Maio ha citato mons. Alfredo Abbondi della Prefettura economica. Nuzzi porterà Paolo Mieli, Paolo Mondani come il livello di engagement, l'interazione con i job pubblicati, il numero di persone raggiunte con le azioni effettuate online. In particolare, per ogni azienda vengono misurate le interazioni dei membri del network appartenenti all'area considerata, in questo caso l'Italia, con le company page, i profili dei dipendenti e i job pubblicati su LinkedIn. Ecco la lista dei primi 13: 1. Apple 2. Google 3. Procter & Gamble 4. Gucci 5. Barilla Group 6. Ferrari 7. Eni 8. Gruppo Campari 9. Pirelli 10. Unilever 11. Bulgari 12. Pfizer 13. IKEA Group. e i librai Marco Bernardi e Paola Brazzale. Fittipaldi non ha chiesto invece testimoni. Ulteriore novità di questa udienza: il Tribunale ha detto no alla richiesta della difesa di mons. Vallejo Balda, il religioso spagnolo vicino all’Opus Dei, di effettuare una "perizia psicologica" sull'imputato, in quanto "non ammissibile" essendo questo esame non previsto dall'ordinamento. Ha ammesso invece l'acquisizione agli atti di una perizia psichiatrica cui si è personalmente sottoposto lo stesso Vallejo qualche tempo fa. COME CAMBIA LA SPESA DEGLI ITALIANI: VERO E PROPRIO BOOM PER LE BANCARELLE Meno negozi, più commercio ambulante I mercati tornano al centro della vita quotidiana in molte città; Napoli, Roma e Milano in testa O ltre 22mila bancarelle in più in tre anni e mezzo e 2.200 negozi tradizionali in meno. E' questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall'analisi dei dati del Registro imprese, realizzata da Unioncamere e InfoCamere ed aggiornata al 30 giugno scorso, secondo gli ultimi rilevamenti fatti e che comunque non dovrebbero essere cambiati di molto in questa seconda parte dell’anno. Questo dato conferma ciò che appare evidente un po’ a tutti attraversando le nostre città: agli italiani i mercatini piacciono. Soprattutto se, grazie al cosiddetto “ commercio di prossimità”, possono acquistare prodotti tessili, abbigliamento e calzature, ma anche prodotti per la casa, fiori e piante, piccoli elettrodomestici o materiale elettrico. E magari togliersi anche qualche sfizio in più perché a prezzi contenuti, comprando bigiotteria o profumi e cosmetici. Stando al bilancio fornito dall'anagrafe delle imprese, in questi tre anni e mezzo il commercio ambulante nel suo complesso è aumentato del 12,8%, una crescita dovuta soprattutto MA CRESCE ANCHE L’EXPORT VERSO GLI STATI UNITI Francesi, tedeschi e inglesi golosi dei nostri panettoni dolci natalizi della tradizione artigiana italiana piacciono sempre di più all’estero. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze varie esclusivamente made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all'anno precedente. Lo ha rilevato Confartigianato che ha stilato una classifica dei Paesi più golosi di prodotti italiani: in testa c'è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. I ai prodotti non legati all'alimentare e all'abbigliamento. A livello territoriale, performance di buon livello sono state realizzate in regioni come la Campania, la Lombardia, il Lazio e la Sicilia. Il vero e proprio boom, quindi, lo hanno registrato le imprese del commercio am- bulante di "altri prodotti" (divisione che al suo interno comprende la vendita di fiori, bigiotteria e casalinghi), aumentate di quasi il 40% fino a raggiungere le 66.375 unità a fine giugno scorso. Molto più contenuto, invece, l'aumento delle bancarelle più tradizionali, quel- le cioè legate al tessile, all’abbigliamento e alle calzature, così tipiche in tanti nostri mercati: +5% tra il 31 dicembre 2011 e il 30 giugno 2015, per complessive 76.201 unità. La probabile concorrenza di iper e supermercati si è fatta sentire invece sul segmento alimentare, Dall'inizio dell'anno, i francesi hanno comprato 75,1 milioni di euro di dolci natalizi (pari al 24,3% del nostro export di questo tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 53,8 milioni di pasticceria per le feste di fine anno (17,4% del totale esportato), mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 34,3 milioni (11,1% del totale). Ma l'exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti , addirittura con il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Seguono la Germania con il 32,1% in più, l'Austria con il 22,2% e la Spagna con il 15,6%. Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015 e che ha toccato i 29,6 miliardi di euro. diminuito dello 0,5% nel periodo e stabilizzatosi a fine giugno sulle 35.828 imprese. L'analisi provinciale tra fine 2011 e fine giugno 2015 evidenzia che, in valore assoluto, a crescere di più sono state le imprese del commercio ambulante di Napoli, piazza pe- raltro storica per questo settore: +4.191, pari al +40%. A distanza seguono Roma, con 2.547 imprese in più (+26,2%) e Milano +2.256 (+34%). In termini percentuali, alle spalle di Napoli si posizionano invece Palermo (+36,2% pari a +2.009 imprese) e di nuovo Milano. 5 Martedì 8 dicembre 2015 ATTUALITA’ NEL 2016 CHIUDERANNO PRATICAMENTE TUTTE LE SEDI AD ECCEZIONE DI MILANO, ROMA E PALERMO Wwf in crisi e… in via di estinzione Dipendenti praticamente azzerati, contributi irrisori e debiti per quasi 700mila euro DUE MINISTRI AL CONGRESSO NAZIONALE E Legambiente torna a cercare un po’ di visibilità a sinistra all’11 al 13 dicembre prossimi a Milano, all’ex Ansaldo, si svolgerà il decimo congresso nazionale di Legambiente, sul tema “Legambiente 10.0 l'era del cambiamento”. Per il presidente Vittorio Cogliati Dezza si tratta di “una sfida e una provocazione. Una provocazione contro tutti coloro che si sentono moderni perché usano le nuove tecnologie della comunicazione. E una sfida perché un ambientalismo, che vive nell’era del cambiamento e vuole indirizzarlo e facilitarlo, deve confrontarsi con la modernità”. Per rispondere alle esigenze dei tempi che mutano – fanno sapere inoltre dai vertici dell’associazione - l'ambientalismo deve capire il futuro per cambiare il presente. E il futuro, per Legambiente, “è fatto di agricoltura moderna che valorizza D di Marco Zappa A ltro che animali. Direttamente il Wwf è in via di estinzione. L’organizzazione ambientalista, alle prese con debiti e finanziamenti pubblici irrisori, rischia di sparire. Come rivela il Fatto Quoti- diano, nel 2016 saranno chiuse tutte le 19 sedi regionali, a eccezione di Palermo e Milano (dove cesserà quella principale). Resterà aperta solo quella nazionale di via Po a Roma, ma l’organico subirà una netta sforbiciata. Tagli drastici pure alle sezioni locali, gestite peraltro da volontari, per ridurre i costi ri- sparmiando su affitti e utenze. Svolta epocale. Dovuta in primis alla necessità di risanare il deficit economico venutosi a creare anche in seguito a campagne e iniziative forse sbagliate e certamente onerose che negli ultimi anni non hanno avuto buon esito. I bilanci recenti non mentono: dal 2011 al 2013 s’è pas- sati da un sostanziale pareggio di bilancio a un disavanzo di gestione di oltre 4 milioni, sceso quest’anno a 700 mila euro. Il debito verso Wwf internazionale ha toccato quote inimmaginabili. Di qui, la decisione di provare a ristrutturare un’associazione in evidente difficoltà. Ma le malelingue sostengono che non si tratta di una drastica ristrutturazione. Dietro questa etichetta si celerebbe infatti una proposta per molti inaccettabile. Con la direzione che vorrebbe trasformare l’organizzazione in una sorta di multinazionale il cui scopo sarebbe quello di trasformare l’adesione e la rappresentazione delle sezioni in contratti economici tra società aggregate i cui respon- la qualità e la sostenibilità, di energie rinnovabili a vantaggio dei cittadini, di raccolta differenziata, di legalità che si oppone al degrado e di cultura dell''accoglienza che si oppone ai vecchi e nuovi muri. Bisogna marciare spediti verso una economia libera dalle fonti fossili e a zero emissioni, consapevoli che le questioni ambientali sono imprescindibili per il benessere personale e collettivo”. Ma per Legambiente sarà anche l’occasione per cercare di ridarsi una visibilità politica, sempre a sinistra. E così il congresso vedrà anche la partecipazione dei ministri dell'Ambiente Gian Luca Galletti, al suo rientro dopo la Conferenza di Parigi, e della Giustizia Andrea Orlando. Parteciperanno anche il viceministro all'Agricoltura Andrea Olivero e il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni. sabili si impegnano a raccogliere fondi per mandarli a loro. Sospetti pesanti, tutti da accertare, lanciati più volte, negli scorsi mesi, da esponenti vicini al mondo ambientalista. Il riassetto – come spiegato dal Fatto - dovrebbe passare “attraverso un mix tra licenziamenti veri e propri, una trentina, cassa integrazione a zero ore, dimissioni volontarie e mancato rinnovo di contratti a termine”. Come se già non bastasse, alcuni dipendenti delle oasi saranno “esternalizzati”, passando a ruolo di società terze. Verranno infatti gestite direttamente solo quelle di interesse comunitario europeo. Rimarranno in tutto 50 persone contro le 95 attuali e le 140 di cinque anni fa. Un’ecatombe. “Colpa” anche delle istituzioni che dopo il circo sembrano avere abbandonato pure il Wwf. I contributi nazionali sono ingenerosi e arrivano solo per un piccolissimo numero di riserve naturali dello Stato. Come l’oasi di “Miramare” alle porte di Trieste, la riserva di Orbetello in Toscana o il Cratere degli Astroni a Pozzuoli (Napoli). La dirigenza punta al pareggio di bilancio già nel 2016. Un obiettivo ambizioso ma non facilmente raggiungibile nonostante un (quasi) azzeramento dell’organico, ridotto all’osso. Il Wwf rischia di sparire. Nel silenzio di molti e nell’indifferenza di uno Stato assente e ingrato. VISTOSO CALO NEGLI ULTIMI ANNI Bocconi e Politecnico eccellenze universitarie A tenei milanesi ancora sugli scudi nella classifica dellet migliori business school d'Europa. La Bocconi sale infatti di una posizione ed è settima in Europa nel ranking del Financial Times, mentre si conferma in classifica, per il settimo anno consecutivo, la School of Management del Politecnico. Il piazzamento della Bocconi, fanno sapere dal prestigioso ateneo, è stato conseguito grazie ai risultati dei programmi di Bocconi e Sda Bocconi nelle classifiche che ogni anno realizza il quotidiano britannico. Il Master of science in International management è salito al 9° posto al mondo mentre l’Mba è al 10° posto in Europa. L’Executive Mba si è collocato al 32° gradino in Europa e nella classifica dell’executive education la business school ha conquistato il 10° posto nel vecchio continente. “I risultati ottenuti nel 2015 - commenta Stefano Caselli, prorettore per l’internazionalizzazione della Bocconi - ci avvicinano ulteriormente all’obiettivo del nostro piano strategico Bocconi2020: migliorare il posizionamento nei principali ranking internazionali posizionandoci tra le prime 5 in Europa e fra le prime 20 nel mondo in tutti i ranking riguardanti le scuole di management e le università nell'ambito delle scienze sociali”. Per il settimo anno consecutivo, come detto, anche la School of Management del Politecnico di Milano conferma la propria presenza nella classifica delle migliori Business School europee stilata dal Financil Times. "Il risultato conferma il percorso di crescita e internazionalizzazione intrapreso dalla nostra Scuola da diversi anni”, spiegano Cristina Masella e Andrea Sianesi, rispettivamente direttore del Dipartimento e dean di Mip. 6 Martedì 8 dicembre 2015 ESTERI I RISULTATI DELLE ELEZIONI POLITICHE IN VENEZUELA La pesantissima sconfitta del chavismo Il Partito socialista di Maduro battuto dall’opposizione. Che potrebbe avere addirittura la maggioranza qualificata di Cristina Di Giorgi I n Venezuela vincono crisi economica, carestia ed inflazione. O meglio l'incapacità del governo di Nicolas Maduro di affrontarle e di gestirle adeguatamente. E' infatti questo, secondo gli analisti, uno dei motivi principali della sconfitta subita dalla formazione del presidente (Partito socialista unificato del Venezuela) alle elezioni politiche svolte ieri nel Paese sudamericano. Che hanno visto, per la prima volta in 17 anni, la vittoria dell'opposizione: la Mesa de la unidad democratica (Mud) ha infatti ottenuto la maggioranza in parlamento, conquistando 99 dei 167 seggi dell'Assemblea nazionale (contro i 46 del Psvup). E anche se ne restano da assegnare 22 (il dato definitivo è atteso nelle prossime ore), il dato risulta comunque chiarissimo: in Venezuela vince l'antichavismo. Che potrebbe addirittura sfiorare il 60% dei suffragi ed ottenere la maggioranza qualificata: un fatto questo che garantisce la possibilità di cambiare la Costituzione, di scegliere i giudici del tribunale elettorale e di promulgare un'amnistia per i detenuti politici (in carcere vi sono attualmente, tra gli altri, Leopoldo Lopez, leader di Voluntad Popular, il gruppo più radicale dell'opposizione, e Antonio Ledezma, l'ex sindaco di Caracas). Chiaramente entusiastiche le dichiarazioni degli esponenti del Mud, che per bocca del segretario Jesus Torrealba hanno ringraziato gli elettori e sostenuto che “con il voto abbiamo battuto democraticamente un governo che non è democratico”. Rivolgendosi all'esecutivo, il leader dell'opposizione ha poi aggiunto: “il popolo ha parlato chiaramente. Le famiglie venezuelane si sono stancate di soffrire a causa del vostro fallimento. Ora basta”. Quanto a Maduro e ai suoi, che hanno dunque meno della metà dei seggi dell'opposizione, la pesantissima sconfitta è stata riconosciuta dallo stesso leader subito dopo che la Commissione elettorale ha diffuso i primi risultati ufficiali: “siamo venuti qui con la nostra morale e la nostra etica – ha detto Maduro parlando in televisione a reti unificate – a riconoscere questi risultati e a dire al nostro Venezuela che ha trionfato la costituzione e la democrazia”. Ma ha però aggiunto, per spiegare la sconfitta, che a suo dire si tratta di una conseguenza della “guerra economica” che il suo governo sta combattendo contro gli “interessi del capitalismo internazionale”. Termina dunque, in Venezuela, l'era del “socialismo del XXI secolo” del presidente Hugo Chavez (morto nel marzo 2013), che con una politica di nazionalizzazione delle imprese, di carismatica gestione del potere e di alleanze, aveva creato un modello esteso a diversi Paesi dell'area. Un modello che i suoi successori non sono stati a quanto pare in grado di portare avanti: la spinta sociale iniziale del “chavismo” sembra si sia infatti arenata, dalla scomparsa del leader in poi, in un vortice di accuse di corruzione, cattiva amministrazione e totalitarismo. Lo scenario che si apre per il Paese è comunque ancora piuttosto incerto. Il nuovo Parlamento si insedierà ai primi di gennaio. E non avrà vita facile, se si tiene conto del fatto che il mandato di Nicolas Maduro scade tra tre anni e che il potere esecutivo, da lui detenuto, gli consente di avere il pieno controllo della magistratura. Un'opposizione così forte come quella che dominerà la nuova Assemblea potrebbe però chiedere un referendum revocatorio per far decadere il presidente. Sul futuro del Venezuela e del suo popolo continua inoltre a pesare la drammatica crisi economica. Che dovrà essere affrontata con misure drastiche e immediate. Ed impopolari. Difficili da prendere per chi deve deciderle ed anche da accettare per chi dovrà adeguarvisi. TRIPOLI E TOBRUK D’ACCORDO. MA SENZA L’ONU In Libia regna l’incertezza. E il Califfato ne approfitta L’intesa per la formazione di un governo unitario, in attesa di conferma, è al centro di indiscrezioni e colloqui a Libia avrà un governo nazionale unitario. Ma probabilmente non sarà quello proposto dalle Nazioni unite. E' questo, a quanto sembra, l'ultimo capitolo della crisi politica che sta tormentando il Paese nordafricano da quando, nel 2011, è stato deposto l'ex leader Gheddafi. I rappresentanti dei parlamenti di Tripoli e Tobruk hanno firmato ieri a Tunisi un accordo che prevede, entro due anni, l'organizzazione di libere elezioni. E hanno stabilito di formare un comitato composto da dieci membri per agevolare la creazione di un governo di riconciliazione nazionale e rivedere la Costituzione. Entro due settimane, inoltre, è prevista la nomina di un presidente ad hinterim e di due vice, uno per parte. La notizia è stata riportata da Al Jazeera, che cita un comunicato congiunto dei due organi rivali. Ed arriva poco prima dei colloqui di pace mediati dalle Nazioni Unite, che si svolgeranno a Roma il 13 dicembre. Un tavolo atteso, al quale siederanno rappresentanti di Stati Uniti, di Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e di diversi Stati dell'aera coinvolti a vario titolo in Libia: tra essi Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Egitto. Un appuntamento importante ma, secondo alcuni, non decisivo (mancheranno infatti vari attori protagonisti della realtà libica). L'intesa tra Tobruk e Tripoli arriva dunque in un momento particolare. Oltretutto si discosta dall'accordo proposto dall'Onu (governo nazionale guidato da Fajez Serraj e da ben cinque vicepremier), a favore L GUERRA IN SIRIA Bombe “alleate” sui soldati di Damasco n attacco aereo ha colpito postazioni delle forze governative siriane nei pressi della città di Ayyash, nella zona est del Paese. Il bilancio del raid – riferisce al Jazeera – è di tre soldati morti e tredici feriti. Non si sa ancora di che nazionalità sono i bombardieri, ma secondo il governo di Damasco potrebbe trattarsi di jet della coalizione guidata dagli Stati Uniti, che hanno però negato ogni coinvolgimento. In proposito il ministro degli Esteri siriano, ha dichiarato che un campo dell'esercito nazionale è stato colpito da nove missili ed ha fatto sapere di aver inviato una lettera alle Nazioni Unite denunciando l'attacco subito: “la Repubblica araba siriana - si legge in un comunicato - condanna con forza questa flagrante aggressione da parte delle forze della coalilzione a guida Usa, che viola palesemente gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite”. Il funzionario ha inoltre invitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a “prendere misure urgenti per evitare che tali aggressioni si verifichino nuovamente” anche perché “ostacolano gli sforzi U del quale si sono espressi diversi deputati di entrambe le assemblee). Resta da vedere se i firmatari dell'accordo (il rimo vicepresidente del parlamento di Tripoli Awad Abdul Saddeq e il leader della delegazione di Tobruk, il deputato di Bengasi Ibrahim Amaish) hanno realmente l'autorità per rendere esecutivo il documento. Ed è un particolare non trascurabile, soprattutto se si tiene conto che entrambe le istituzioni sono attraversate, al loro interno, da divisioni e rivalità tra correnti. Non è escluso, affermano alcuni analisti, che questa sia una manovra di quanti, sia a Tripoli che a Tobruk, non apprezzano il piano Onu e puntano a farlo saltare o quantomeno a ritardarlo ulteriormente. L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia Martin Kobler si è comunque recentemente incontrato con il presidente del parlamento di Tobruk per discutere dei passi da compiere per far progredire il piano, che dovrebbe essere firmato il 20 dicembre (data del previsto incontro convocato in Marocco). E ieri, dopo una riunione con i deputati di Tobruk, ha anche avuto un vertice con il comandante dell'esercito libico, il generale Khalifa Haftar. Il cui ruolo, che inizialmente non era stato riconosciuto nella bozza dell'accordo, sembrerebbe dunque tornare alla ribalta. In tutto questo, anche e soprattutto a causa della fragilità della situazione, in Libia il Califfato continua a CdG prosperare. per combattere il terrorismo”. Il portavoce della coalizione, colonnello Steve Warren, ha però negato ogni responsabilità: “abbiamo visto la relazione siriana – ha dichiarato all'agenzia di informazione AFP – ma non abbiamo confotto raid in quella zona del Paese”. Warren ha poi aggiunto che ieri sono stati effettuate quattro missioni, a circa 55 km di distanza dalla città di Ayyash. Quello denunciato è il primo incidente di questo tipo dichiarato pubblicamente dal governo di Damasco da quando gli Usa hanno cominciato i bombardamenti in Siria. Un incidente che oltretutto sembra confermato dalle dichiarazioni dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, riportate anche dalla BBc. Nel frattempo è stato annunciato che domani, a Riad, si terrà un incontro tra i rappresentanti delle varie formazioni dell'opposizione siriana, che si confronteranno in vista dei colloqui a mediazione Onu previsti per gennaio a New York. Al vertice parteciperanno anchequindici gruppi armati islamisti anti-Damasco, che combattono Assad sostenuti da Turchia, Arabia Saudita e Qatar. CdG 7 Martedì 8 dicembre 2015 SToRIA “ L’UOMO - DICE BALBINO GIULIANO - HA ANCHE BISOGNO NELLA GIORNATA DI UN MOME NT O IN CUI L A S UA AT T IVIT À SI SVOLGA LIBERA DALLE COSTRIZIONI CONTINUE CHE L A VITA GL I IMPONE ” Il Dopolavoro, per l’elevazione spirituale degli Italiani “Incoraggiare un tale nobile ozio vuol dire talvolta redimere delle anime, vuol dire elevare il modello della cultura del popolo” di Emma Moriconi ra le necessità della famiglia, una volta badato alla scuola e al lavoro, il Fascismo contemplava anche il dopolavoro: "L'uomo dice Balbino Giuliano - che ha il pane ed il lavoro, ha anche bisogno nella giornata di un momento pur breve in cui possa dimenticare il lavoro e il pane. Di un momento in cui la sua attività si svolga libera dalle costrizioni continue che la vita gli impone. Ha bisogno di dimenticare per un momento le cose necessarie che deve fare ogni giorno, e fare un poco le non necessarie e poi ritornare un'altra volta all'opera quotidiana. Questa dimenticanza nella vita comune si chiama distrazione o divertimento e l'uomo lavora per solito in un'altra occupazione che lo libera dalle nebbie in cui lo fascia la meccanica e continua ripetizione del lavoro a cui i doveri della vita lo costringono. Ora una grande vittoria sarebbe portare gli uomini che lavorano a trovare la distrazione e il divertimento in un nobile ozio, cioè in una occupazione che ci elevi alle forme ideali di una sfera superiore dove l'uomo possa sentire palpitare più forte la vita dello spirito. E senza alcuna paura di sembrare ingenui ottimisti diciamo pure che ogni uomo in qualche momento ama questo divertimento che è elevazione dello spirito, e lo amano anche i modesti lavoratori più che i savi non abbiano mai sospettato. Forse nemmeno gli uomini che ne fanno professione hanno mai sentito tanta ammirazione per la coltura, come certe persone che vivono sulla soglia del mondo della coltura senza mai poterci T entrare decisamente. E forse può anch'essere che molti uomini prendano certe tristi disordinate abitudini per la mancanza di elevati puri divertimenti. Ed appunto, per offrire a chi lavora la possibilità di questi più puri ed elevati divertimenti fatti di ricreazioni colturali, il Partito fascista ha creato l'istituzione del Dopolavoro". Dell'argomento abbiamo già parlato in passato, più volte e soprattutto quando abbiamo esaminato la Carta del Lavoro di Bottai. Valgono dunque le considerazioni espresse a suo tempo, e in questa sede ci limiteremo a impreziosire quanto già sottolineato con lo scritto di Giuliano, che merita certamente di essere riportato. Egli prosegue: "L'istituzione si estende per tutto il Regno. Si divide naturalmente in infinite sezioni di carattere diverso secondo la diversa classe di persone a cui si rivolge. Ad ogni modo si può capire molto facilmente quale possa essere almeno nelle sue linee generali: conferenze e spettacoli cinematografici, teatrali, viaggi d'istruzione e visite ai musei, e soprattutto concerti e rappresentazioni dove gli stessi soci possano spiegare un loro valore artistico che troppo speso viene rintuzzato nella monotonia del lavoro giornaliero. Il Dopolavoro - dice ancora Giuliano - ha anche organizzato mostre nelle quali sono stati esposti lavori d'arte e d'industria fatti dai soci stessi. Chi giudicava quelle mostre con un superiore criterio da professionisti, poteva facilmente dire che si esponevano lavori mediocri. Ma bisognava invece giudicarli tenendo presente che erano lavori di dilettanti, prodotti delle ore di ozio dopo le fatiche giornaliere. Siamo anzi persuasi che non sarebbe affatto male incoraggiare anche que- ste mostre, come tutta la produzione che si compie fuori dal campo strettamente professionale. Anzitutto incoraggiare un tale nobile ozio vuol dire talvolta redimere delle anime, vuol dire elevare il modello della coltura del popolo italiano: senza contare che nessuno può escludere che dalla produzione dei dilettanti appassionati possa sorgere una nuova forma di verità e di bellezza". Si tratta di un concetto importante, che si confà in maniera perfetta al pensiero fascista: innanzitutto parliamo di un modo di diffondere la cultura, a vari livelli, anche tra persone che, viceversa, non avrebbero occasione probabilmente di elevarsi in termini culturali e dunque anche spirituali, perché arte e spiritualità sono strettamente connessi. In questo senso il Dopolavoro è perfettamente aderente allo spirito fascista di elevazione degli Italiani. Il Dopolavoro ha una funzione fondamentale, anche se in termini amatoriali tutti, grazie a questo strumento, possono non solo distrarre per un po' la propria mente dagli affanni quotidiani - la qual cosa costituisce anche un ammortizzatore sociale di indubbia efficacia - ma concorre a quell'elevazione mistica, culturale, spirituale, filosofica che il Fascismo ha sempre propugnato per il popolo italiano. E poi, come osserva correttamente Giuliano, chissà che da queste produzioni esca qualcosa di importante: di certo "una nuova forma di verità e di bellezza", perché sarà sempre e comunque qualcosa che sgorga dall'intima essenza dell'uomo. Un po' come succede per le bande musicali, tanto per fare un semplice esempio: fungono da intrattenitrici, consentono lo sviluppo di una forma artistica che ciascun essere umano cova dentro di sé seppure a vari livelli, e qualche volta da questo tipo di realtà esce anche qualche talento, perché no? Dunque il Dopolavoro va inteso anche in questo senso, e bene si può osservare come la sua funzione abbia molteplici risvolti, tutti certamente positivi. "BISOGNA AMARE DIO IN QUANTO È PERFEZIONE VIVENTE ED OPERANTE DE L L O S PIRIT O CRE AT ORE , S INT E S I E TERMINE DI TUTTE LE FORME IDEALI CHE SI PRESENTANO AL L O S GUARDO UMANO" Il senso del dovere "Ogni atto col quale ciascun Italiano perfeziona la sua intelligenza ed il suo carattere, è un passo fatto per esplicare tutta la latente virtù di questo grande popolo" ltimo argomento, il senso del dovere. "Non è certo facile - dice Giuliano chiudere in una formula l'infinità del dovere umano. Ma poiché è necessaria anche una formula che rappresenti una conclusione, diremo che il dovere sta nel punto in cui si congiungono due amori, l'amore di Dio e l'amore di noi stessi. Naturalmente quest'Io U che dobbiamo amare in unione colla divinità non è il piccolo Io chiuso e fermo nella materialità di una organizzazione di ciechi egoismi negativi, ma è un Io che vive ed opera, quasi dimenticando la sua piccola individualità empirica e quasi risolvendosi nelle forme ideali che sono simbolo dell'universalità divina. E così bisogna amare Dio in quanto è perfezione vivente ed operante dello spirito creatore, sintesi e termine di tutte le forme ideali che si presentano allo sguardo umano. Noi dobbiamo in altre parole amare noi stessi, finché quest'amore non preclude la nostra attività e non nega gl'ideali che ci portano verso Dio; e dobbiamo amare Dio in quanto questo amore non annulli ed avvilisca la nostra persona umana e non isterilisca la nostra attività spirituale, ma anzi ne accresca ed esalti l'energia ed il valore. Nell'un caso noi ameremmo solo un materiale idolo di noi stessi, e non il nostro vero Io, che per la sua intima essenza è continuamente proteso a superare la sua materialità nell'ansia di un più alto ideale. E nell'altro caso noi ameremmo un idolo di Dio e non Dio stesso, che solo esaltando la virtù attiva della sua creatura la richiama alla sua unità originaria". Come si può notare, lo scritto di Giuliano verte molto sulla spiritualità, ed è coerente con tutto ciò che ha espresso nelle pagine che abbiamo avuto modo di esaminare insieme. Per concludere questo speciale dedicato agli scritti di questo pensatore, che ci auguriamo abbia spalancato una finestra su certi aspetti del Fascismo che sono essenziali per com- prenderne l'essenza più intima, useremo le stesse parole con cui l'autore chiude il suo lavoro, e che suona oggi come un monito: "Noi non possiamo non sentire che cosa significhi per un popolo avere una capitale che si chiama Roma, e una terra disseminata di monumenti che attestano venticinque secoli di glorie: e ciò che forse persa anche di più è sapere che questo nostro popolo italiano ha ereditato dalla sua storia tali virtù, che se riesca ad educarle ed esprimerle pienamente, può fare tanto bene al mondo quanto nessun altro popolo, e come nessun altro può portare un contributo decisivo alla solu- zione dei problemi in cui si travaglia oggi così dolorosamente l'umanità. Ecco la norma morale ultima, che piccoli o grandi possiamo darci: riflettere che ogni atto per quanto modesto, col quale ciascun Italiano perfeziona la sua intelligenza ed il suo carattere, è un passo fatto per esplicare tutta la latente virtù di questo grande popolo, è un contributo portato alla creazione di una nuova gloria per l'Italia e al superamento di una grande crisi spirituale dell'umanità, è dovere compiuto verso la verità più profonda del nostro Io e più alta nel divino cielo dello spirito". [email protected] 8 Martedì 8 dicembre 2015 ROMA TERRORE TRA CITTADINI, TURISTI E PELLEGRINI. OLTRE DUE MILIONI DI PERSONE HANNO RINUNCIATO AL VIAGGIO NELLA CAPITALE Giubileo, paura e allerta massima Intanto la denuncia del Sap al Giornale d’Italia sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare dell’Italia dei valori. Presentato il piano di sicurezza di Giuseppe Sarra M assima allerta per l’inizio del Giubileo della Misericordia. Roma è blindatissima con una pianificazione articolata che è scattata ieri e coprirà tutti gli eventi in programma oggi. In ogni area di servizio, secondo il piano di sicurezza del questore D’Angelo e del prefetto Gabrielli, è stata svolta una bonifica con artificieri, unità cinofile anti-esplosivo e controlli con metal detector fissi e portatili. A vigilare a largo raggio le unità operative antiterrorismo, poliziotti altamente specializzati ed equipaggiati per verificare particolare minacce ed assicurare il primo intervento in situazioni critiche. Sul campo anche i reparti speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Inoltre è stata coinvolta l’Aeronautica militare, con una rappresentanza all’interno del Centro per la gestione dei grandi eventi. Il contributo della Difesa, e dell’Aereonautica in particolare, per la realizzazione della cornice di sicurezza legata all’Anno Santo, viene attuato mediante l’incremento del dispositivo di controllo dello spazio aereo con lo schieramento di un radar di difesa aerea dell’Aeronautica e di un radar acquisizione dell’Esercito italiano. Al fine di evitare le scene del funerale di Vittorio Casamonica, il piano di sicurezza ha aumentato la sorveglianza e l’intervento aereo con elicotteri HH212 per l’intercettazione di velivoli a bassa velocità, di intercettori EF2000 come incremento della normale attività di difesa aerea e di un velivolo a pilotaggio remoto (Predator) per la sorveglianza delle aree sensibili della Capitale. Misure scattate sin da oggi, giorno in cui c’è il divieto assoluto di sorvolo tra le 7 e le 19 in un’area circolare con un raggio di circa 10 km dal cuore di Roma. Allerta massima anche in piazza San Pietro e tutta la zona circostante, presidiata da forze dell’ordine e telecamere, circa 200 sono state installate recentemente in centro. Poi: “oltre 2250 uomini delle forze armate - ha detto il prefetto - ce ne sono altri mille delle forze di polizia che si aggiungeranno”, ma si potrà contare anche su 900 vigili. Gabrielli ha inoltre vietato per martedì di trasportare carburanti, Gpl e metano dentro il Grande raccordo anulare (Gra), mentre fino a mercoledì 9 sono interdette armi, munizioni, esplosivi, sostanze esplodenti e gas tossici. E’ severamente vietata l’accensione di fuochi d’artificio. “Noi siamo preoccupati per il contesto, anche se non c’è un allarme specifico”, ha spiegato Gabrielli a Sky tg 24. “Sicuramente oggi è l’overture e come tutti gli inizi - ha continuato - deve avere una particolare attenzione e per questo a fronte di una presenza numerica non particolarmente significativa” di fedeli e turisti. Ovviamente, ha concluso,“l’attenzione la dobbiamo tenere alta fino al 21 di novembre, il giorno dopo la chiusura” del Giubileo. Emerge, infatti, la paura dei romani e dei pellegrini, tanto che già oltre 2 milioni di italiani hanno rinunciato al viaggio a Roma per il Giubileo per paura degli attentati terroristici. E’ l’analisi di Coldiretti/Ixe dalla quale si evidenzia che il clima di preoccupazione ha costretto molti italiani a cambiare le abitudini di vita ed anche i programmi turistici e religiosi. Insomma, il Giubileo dovrà fare i conti con l’effetto sul terrorismo che serpeggia nella Capitale. Se da un lato cittadini, turisti e fedeli sono fortemente preoccupati, dall’altro i sindacati delle forze di polizia (in 2000 saranno coinvolti, ma a rotazione) non rassicurano lo stato di agitazione del Paese. Anzi, il Sindacato autonomo di polizia (Sap) non ha risparmiato dure critiche al governo, dal personale (2500 assunti su 5000 in pensione entro la fine dell’anno) alla mancanza di un addestramento antiterroristico, fino alle criticità sui mezzi e sui kit. Intanto l’ultima denuncia del Sap sul Giornale d’Italia sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare che verrà presentata dall’Italia. Al centro del contendere le centinaia di poliziotti trasferiti, provenienti da fuori regione per garantire la sicurezza del Giubileo, che dormono in auto a causa della mancanza di alloggi. “Chiediamo chiarezza sulla vicenda”, ha assicurato Ignazio Messina, leader Idv, secondo cui “non è questo il trattamento che si deve a dei servitori dello Stato che già guadagnano uno stipendio misero, costretti a turni massacranti e ora anche in grandissima difficoltà nella ricerca di un alloggio economicamente sostenibile”. TRASPORTI, SANITÀ, ABUSIVISMO E STRUTTURE RICETTIVE, C’È TANTO DA FARE Un anno… in alto mare L a macchina capitolina prosegue a rilento, nonostante il cambio di passo avvenuto con l’arrivo del commissario Tronca in Campidoglio. Un ritardo denunciato anche da monsignor Fisichella, responsabile del Vaticano per l’Anno Santo, che nei giorni scorsi si era espresso così: “Si era partiti con 131 opere, siamo arrivati a 31, e di fatto sono alcuni marciapiedi che vengono sistemati...”. Tuttavia, è la promessa dal Comune, la gran parte dei lavori sono stati avviati e termineranno entro fine gennaio. Staremo a vedere, ma la macchina organizzativa non può permettersi momenti di defaillance. Eppure il trasporto pubblico locale è in condizioni indecorose, con ritardi e guasti all’ordine del giorno. Ma dal Campidoglio assicurano che, a partire dai prossimi giorni, la mobilità verrà potenziata con più corse di bus e metro durante le feste natalizie e nei fine settimana, con la speranza di non incorrere con i disservizi quotidiani che hanno paralizzato recentemente la Capitale. Il piano speciale prenderà il via con l’apertura della Porta Santa. Nel corso degli eventi giubilari del mese di dicembre, Roma Capitale ha disposto l’entrata in vigore del piano grandi eventi per i bus turistici. Nelle giornate dell’8, 13, 20 e 27 dicembre sarà possibile acquistare permessi giornalieri che consentiranno di prenotare un “parcheggio lunga sosta” in cinque aree situate nelle vicinanze di stazioni ferroviarie, delle stazioni della metropolitana e del Vaticano. Nonostante una moratoria firmata dai sindacati, il governo pronto a precettare in caso di scioperi. Ma un altro tasto dolente riguarda la sanità, nonostante gli annunci e le promesse della Regione Lazio che comunque ha riservato “300 posti letto per situazioni di crisi”, ha affermato il prefetto Gabrielli, anche se altri posti saranno garantiti dalle strutture militari. Non solo, ha aggiunto Gabrielli, “in caso di attentato abbiamo posti disponibili nei pronto soccorso: 13 sono già stati resi operativi”. Lo stesso Zingaretti affermava qualche mese fa che c’erano tanti problemi. Eppure la situazione non sembra essere migliorata, almeno stando alle denunce dell’opposizione regionale.Si sta tentando di limitare al massimo il fenomeno dell’abusivismo, una piaga della Capitale, potenziando anche l’attività di controllo delle strutture ricettive, b&b e case vacanza, le quali rappresentano un altro motivo di preoccupazione. A Roma, più che altrove, la presenza diffusa di alloggi abusivi è da tempo un problema. Calcolando hotel, bed and breakfast e case vacanza, in tutta la città sono registrate circa 3.500 strutture autorizzate, per un totale di 167mila posti letto. Invece sul web se ne trovano almeno 6-7mila, con la possibilità di alloggiare senza alcun tipo di controllo. In questi giorni, infatti, sono numerose le ispezioni per raccomandare ai gestori di B&B la regolare trasmissione dei documenti dei clienti, ma soprattutto per scoprire le strutture fuori controllo. Diverse realtà illegali nel centro storico sono già state sanzionate. IL PROGRAMMA Si apre la Porta Santa l Giubileo della Misericordia inizia ufficialmente oggi con l’apertura della Porta Santa di San Pietro. Si parte quindi dalla solennità dell’Immacolata Concezione e si proseguirà per un anno, fino al 20 novembre 2016, con un calendario fitto di eventi che attireranno nella Capitale milioni di I Intanto, oltre allo stop ai “centurioni” in alcune zone della Città Eterna, il commissario pellegrini provenienti da tutto il mondo. Sarà una giornata intensa, a partire dall’arrivo di mattina presto dei fedeli in piazza San Pietro, alla messa con apertura della Porta Santa della Basilica, fino al tradizionale all'omaggio all'Immacolata Concezione in piazza di Spagna nel pomeriggio. Tronca ha varato anche il divieto all’attività dei risciò e dei cosiddetti “saltafila” in di- Il cronoprogramma - ore 6.30: apertura di piazza San Pietro ai fedeli; - ore 9.00: il Papa arriva nella basilica di San Pietro; - ore 9.30: piazza San Pietro: inizio Messa; - ore 10.30 (circa): apertura della Porta Santa nella Basilica Vaticana, presieduta dal Papa per l’inizio dell'Anno Santo della Misericordia, il Papa emerito Benedetto XVI è presente al rito di apertura della Porta Santa, nell’Atrio della Basilica di San Pietro; - ore 11.00 (circa): il Papa attraversa in processione la porta santa; - ore 12.00: Angelus in Piazza San Pietro; - ore 15.45: partenza in auto da Santa Marta; - ore 16.00: piazza di Spagna: omaggio all’Immacolata. La tradizione prevede che il Papa si rechi per un omaggio alla Madonna anche a Santa Maria Maggiore, quindi Bergoglio si fermerà in preghiera presso l’icona della “Salus Popoli Romani”. verse aree del centro cittadino, anche vicino la basilica di San Pietro. 9 Martedì 8 dicembre 2015 VERSO LE COMUNALI Anche a Roma il modello Le Pen L’appello di Francesco Storace: “A destra candidare gente pulita” DA RoMA E DAL LAzIo CONTRO L’ORDINANZA DEL COMMISSARIO TRONCA Protesta tour operator, in sei sul Colosseo Lo striscione apparso davanti all’Anfiteatro Flavio: “No ai bagarini. Da Mafia Capitale a Capitale mafiosa” No ai bagarini. Da Mafia Capitale a Capitale mafiosa”, “Diritto al lavoro, no saltafila”. Sono alcuni degli striscioni apparsi ieri mattina davanti al Colosseo dove è andata in scena la seconda protesta di alcuni lavoratori delle agenzie di viaggio di Roma, alcuni dei quali si sono arrampicati, alla faccia delle misure anti-terrorismo, proprio alla vigilia del Giubileo, sull’Anfiteatro Flavio contro le ordinanze del commissario Tronca. In sei sono saliti sulle arcate, in tre, invece, si sono incatenati alla cancellata per manifestare contro il provvedimento che impedisce di esercitare le loro attività. L’ordinanza è chiara: “Il divieto di svolgere in maniera ambulante l’attività su suolo pubblico di intermediazione e promozione di tour turistici e vendita di biglietti per l’accesso ai musei e siti di interesse storico, artistico e culturale perché lesivi della leale concorrenza commerciale”. “Noi non scendiamo fino a che non ci garantiscono nero su bianco di poter tornare a lavorare”, ha detto uno di loro, continuando: “Anzi, saremo sempre più persone a salire su”. Insomma, una situazione estremamente calda che dovrebbe essere chiarita una volta per tutte. Ovviamente dal Campidoglio hanno proposto l’ennesimo incontro, rispedito al mittente dai manifestanti che non hanno accettato la condizione: si terrà solo se i sei tour operator “ onda lepenista, che vede nella coerenza e nel patriottismo i suoi punti cardine, potrebbe attraversare anche la Penisola. E’ l’auspicio di Francesco Storace, leader de La Destra, in un tweet, commentando il balzo in avanti del partito della destra francese in ben sei regioni sulle 13 dove si è votato lo scorso weekend. Se in casa nostra in molti cominciano a guardare con un occhio diverso lo sfondamento del Front National nel panorama politico francese, il segretario nazionale de La Destra è dell’avviso che occorra seguire la strategia politica della Le Pen per essere vincenti, a partire dalle prossime amministrative con tantissime città alle urne: L’ da Milano a Napoli, passando per Roma che per anni ha rappresentato il laboratorio della destra italiana. “Le Pen vince senza alleanze. In Campidoglio con il popolo. Candidare a destra gente pulita. Basta vertici di palazzo”, è la strada indicata dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. L’exploit del Front National e di Marine Le Pen è stato accolto positivamente da gran parte del centrodestra, da Fratelli d’Italia alla Lega Nord fino a Forza Italia. Ma è ancora presto per affermare se tali dichiarazioni si trasformeranno in azione politica. Il tempo scorre veloce e le prossime amministrative sono dietro l’angolo. G.S decideranno di scendere dal Colosseo. Nulla da fare. “Non ce ne andremo fino a che non sarà fatta una promessa scritta. I tour operator rimarranno qua tutta la notte, sia quelli sopra al Colosseo che quelli sotto, organizzandosi con dei turni”, ha spiegato Stefano Donghi, uno degli animatori della protesta. E’ stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118. Uno dei manifestanti è stato colto da un malore, riportato giù dal personale del 115, dopo essere entrato nel Colosseo per affacciarsi insieme agli altri colleghi. Soccorso anche un manifestante, trasportato da una seconda ambulanza in ospedale. Intanto Stefano Pedica (Pd) ha messo in evidenza le criticità del sistema di sicu- rezza in prossimità dei punti ritenuti sensibili, tra i quali spicca il Colosseo, simbolo della Capitale. “ Come mai i controlli non hanno funzionato? Alla vigilia del Giubileo e in una città completamente blindata, com’è possibile che un gruppo di tour operator riesca a salire tranquillamente sul Colosseo per protestare contro le ordinanze del commissario Tronca? Dopo l’analogo episodio dello scorso 27 novembre, quando un uomo era salito sull’Anfitetatro Flavio per un paio di ore, e il blitz dei movimenti per la casa a Castel Sant’Angelo di qualche settimana fa, arriva un altro esempio lampante di vulnerabilità che non può essere affatto ignorato”, ha evidenziato l’esponente democratico. Dov’erano le forze di polizia assicurate dal ministro Alfano? I TRE, TUTTI ROMENI, ERANO SCAPPATI DALL’ITALIA DOPO AVER AMMAZZATO IL MANAGER TEDESCO Omicidio Degenhardt: presi i fuggitivi In manette anche un complice, un artista di strada n quattro sono stati arrestati per l’omicidio di Oliver Degenhardt, il 49 manager tedesco trovato morto lo scorso 6 novembre in un appartamento di via dei Volsci. E’ il risultato della complessa indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma e le polizie di Romania e Norvegia, Paesi scelti dai tre fuggitivi. Sono accusati di concorso in omicidio I volontario. Secondo la ricostruzione, cinquanta minuti sono serviti a Laurentiu Dragan, Costantin Andronache e Sebastian Zamfir, tutti di origini romene, per mettere la parola fine a Degenhardt. Prima un incontro programmato via chat, forse per un rapporto sessuale, forse per una semplice chiacchiera. Poi la lite cruenta, degenerata in omicidio prima e rapina poi. Per cancellare ogni traccia infine l’incendio. Il primo tassello è stata un’impronta lasciata da Andronache su una scatola di cellulare. Da lì si è riusciti a collocare il il ragazzo sulla scena del crimine. L’esame dei tabulati - ulteriore tassello del telefono di Degenhardt hanno mostrato i contatti del manager tedesco con Dragan, ma anche con un’utenza francese. Que- st’ultima, all’inizio delle indagini, si pensava fosse in uso di Andronache. I successivi riscontri hanno evidenziato come la stessa fosse in realtà in uso a Zamfir. Le utenze, però, sono risultate spente nella notte dell’omicidio. I tre avevano infatti deciso di darsi alla fuga, non prima però di aver consegnato la refurtiva al padre di Laurentiu Dragan, artista di strada dimorante in una baracca sotto il Ponte della Musica. Anche per questo Ionel Dragan è stato posto in arresto, con le accuse di favoreggiamento e ricettazione. Sono scappati prendendo il primo pullman dalla Tiburtina verso la Romania. Poi le loro strade si sono divise. Andronache si è diretto in Norvegia. Credevano di averla fatta franca, invece i militari dell’Arma sono riusciti a ricostruire l’accaduto. “E’ stato a questo punto - ha spiegato Lorenzo D’Aloia, comandante del nucleo investigativo della Capitale - che abbiamo allertato la polizia romena. Nonostante ci mancassero delle prove per poter far scattare l’arresto, gli agenti hanno attenzionato comunque i sospettati, evitando che si disperdessero ulteriormente”. Le manette sono poi scattate a seguito della perquisizione a casa di Dragan. Nei giorni successivi si è quindi risaliti anche a Zamfir che si poi scoperto essere il reale utilizzatore dell’utenza francese che ha contattato Degenhart. “E’ stata un’indagine complessa e articolata con investigazioni tradizionali e moderne - ha detto nel corso della conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri Salvatore Luongo che ha permesso di catturare pericolosi malviventi con precedenti. È stata importante anche la fattiva collaborazione della polizia romena”. 10 Martedì 8 dicembre 2015 DALL’ITALIA PEZZI DA DIECI PER UN TOTALE DI CINQUECENTOMILA EURO: SI TRATTA DELLA PRIMA CONTRAFFAZIONE DELLA NUOVA SERIE Napoli, maxisequestro di banconote false Arrestato un uomo di 39 anni dopo un inseguimento ad opera delle Fiamme Gialle SOTTO SFRATTO, CHIEDONO UNA TRATTATIVA CON IL COMUNE Bologna, senza tetto occupano l’ex palazzo delle Poste Sessantotto famiglie, tra cui moltissimi minori, si sono chiuse all’interno dello stabile essantotto famiglie italiane e straniere hanno occupato un palazzo delle Poste in via Agucchi, nella periferia della città di Bologna. Tra gli occupanti vi sarebbero una settantina di minori. Sul posto è intervenuta la polizia con i blindati e in tenuta antisommossa, posta a presidio dell’ingresso. Alcuni attivisti del collettivo Social Log sono saliti sul tetto dello stabile al grido di “Via via la polizia”; gli occupanti si sono chiusi all’interno e hanno chiesto una trattativa con il Comune e con le Poste. Si tratterebbe di persone sotto sfratto, alcune di esse vivevano all’ex Telecom di via Fioravanti, occupato il 4 dicembre dell’anno scorso dallo stesso collettivo e recente- S di Emma Moriconi C inquecentomila euro in banconote false da dieci sono stati sequestrati in provincia di Napoli dalla Guardia di Finanza. Si tratterebbe, secondo i finanzieri del comando provinciale e del nucleo speciale di polizia valutaria, del primo sequestro della nuova serie effettuato in Europa. È stato arrestato un uomo di 39 anni residente a Milano, del quale sono state rese note le sole iniziali, A.F., dopo un inseguimento a opera delle Fiamme Gialle tra le strade di Casoria, in provincia di Napoli. L’uomo ha tentato la fuga e ha speronato le auto della Guardia di Finanza, che avevano chiuso il passaggio al fuggitivo al termine di un inseguimento. L’uomo era stato affiancato dalle auto dei militari e non aveva rispettato l’alt intimatogli dai finanzieri lanciandosi per le vie della cittadina ad alta velocità. Dieci minuti di inseguimento, poi l’immobilizzazione dell’uomo e la perquisizione del suo mezzo che ha portato alla scoperta, nel bagagliaio, di quattro scatole che conte- Il cadavere di un uomo di 68 anni è stato rinvenuto nell’ufficio della sua azienda in via Crispi, a Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento, con la gola recisa. Giuseppe Miceli – questo il suo nome – era titolare di una ditta di lavorazione del marmo. I Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Agrigento, stanno valutando l’ipotesi dell’omicidio; ieri i militari della scientifica hanno effettuato rilievi sia dove è stato rinvenuto il corpo sia nel laboratorio in cui l’uomo lavorava. Sul posto è intervenuto anche il medico legale. Stando alle prime indiscrezioni, sul pavimento ove era riverso il corpo sono state rinvenute tracce di sangue. Le indagini dell'Arma sono coordinate dal sostituto procuratore di Agrigento Silvia Baldi. ACCOLTELLA IL FIGLIO DOPO UNA LITE È successo a Napoli, nel quartiere Arenella: una lite tra padre e figlio per futili motivi sfocia in tragedia. Un uomo di 62 anni, V.D., ha accoltellato il figlio ventitreenne, R.D., al torace destro con un coltello. Il giovane è stato portato urgentemente all’ospedale Cardarelli dove è stato operato e dove è ricoverato in prognosi riservata. A quanto parte fortunatamente non è in pericolo di vita. Per l’ag- glio di sé. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Napoli, che ha assunto la direzione delle indagini. A quanto riferiscono le Fiamme Gialle, “è un ulteriore colpo messo a segno da parte dei militari del comando provinciale di Napoli e del Nucleo Speciale di Po- lizia Valutaria di Roma, dopo lo smantellamento di 5 stamperie clandestine negli ultimi due anni, a testimonianza del costante impegno del Corpo nel contrasto al falso monetario, a tutela dei cittadini, dell'economia legale e dei mercati finanziari". AVEVA 91 ANNI, I FUNERALI DOMANI ALLE 11 NELLA CHIESA DI SANT’ANGELO A MILANO IN BREVE CADAVERE CON LA GOLA TAGLIATA AD AGRIGENTO nevano banconote da 10 euro per cinquecentomila euro in totale. I finanzieri hanno esaminato le banconote e ne hanno rilevato la fattura quasi perfetta. Ad essere contraffatte erano le banconote della nuova serie emessa dalla BCE nel settembre 2014, studiate in modo tale da garantirne proprio una difficile contraffazione dopo che il fenomeno della falsificazione era diventato molto diffuso. Nel territorio partenopeo ad occuparsi della falsificazione delle banconote c’è il noto “Napoli Group”, che anche questa volta a quanto pare ha dato ilo me- mente sgombrato, altri erano ospiti del dormitorio di via Beltrame. La polizia ha tentato uno sgombero, ma gli agenti sono stati bloccati all’ingresso da alcuni attivisti, che hanno manifestato a suon di slogan, reclamando “Casa, reddito e dignità” dal terrazzo. Il clima è’ stato teso per tutta la giornata di ieri. I Vigili del Fuoco sono riusciti ad aprire una porta bloccata ed è partita una carica della polizia per allontanare gli attivisti che presidiavano l’ingresso. Nel pomeriggio sul posto sono arrivati i servizi sociali. I primi a darne notizia sono stati proprio gli attivisti del collettivo su Twitter: “Apriamo le porte al diritto all’abitato! Occupato ex Poste in via em Agucchi a Bologna”. gressore ilo Magistrato ha disposto la denuncia in stato di libertà mentre l’arma del delitto, un coltello, è stata sequestrata. Il fatto è avvenuto in via Simone Martini, nel quartiere Arenella, dove sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato. OGLIASTRA, OPERAI SALVATI DAI VIGILI DEL FUOCO Allagamenti e disagi nei collegamenti stradali in Ogliastra a seguito di un violento nubifragio che si è abbattuto nella zona durante la notte di ieri. Particolarmente colpita la zona da Tortoli a Tertenia. Due tecnici dell’Enel stavano riparando un guasto nella marina di Sarrala, a Tertenia, quando un torrente in piena li ha travolti trascinando il loro furgone. Uno dei due era all’interno del mezzo, l’altro fuori. Quest’ultimo si è messo in salvo, mentre l’altro è stato preso dai Vigili del Fuoco del distaccamento di Lanusei, che hanno provveduto a mettere in salvo anche altre persone in difficoltà lavorando per tutta la notte di ieri. I due sono stati ricoverati presso l’ospedale di Lanusei per accertamenti. Molti i disagi registrati nel territorio a seguito del maltempo sono dovute intervenire anche due squadre in assetto fluviale da Nuoro. Diverse case di San Gemiliano, a Porto Frailis, sono state allagate, come pure bar e attività commerciali a Tortolì. Moda in lutto, è morta Krizia Ha contribuito a creare e sostenere l’affermazione internazionale di un modello di eleganza tipicamente italiano D omenica 6 dicembre 2015, muore all’età di quasi 91 anni Maria Mandelli detta Mariuccia, in arte Krizia. La notizia della scomparsa della stilista arriva tramite un comunicato stampa emanato da il cda di M.M.K. spa: Krizia è nata a Bergamo il 31 gennaio 1925; il suo nome d’arte, grazie al quale si è affermata nel mondo della moda, prende spunto dall’ultimo Dialogo di Platone, il Dialogo incompiuto; secondo quanto riferito da Aldo Pinto, marito e coetaneo di Krizia, la coniuge sarebbe morta per un malore improvviso; i funerali della designer si svolgeranno domani alle ore 11:00 nella Chiesa di Sant’Angelo in Via della Moscova, a Milano. La moda è un aspetto che ha sempre caratterizzato la vita di Krizia, tanto che in un certo momento, ha rifiutato anche una cattedra come insegnante elementare per aprirsi un proprio laboratorio ed iniziare così ad inseguire il proprio sogno; Krizia apre il suo primo laboratorio a Milano insieme a Flora Dolci, i primi capi d’abbigliamento realizzati dalla giovane stilista sono semplici e caratterizzati da linee semplici e senza ornamenti superflui. Difatti lo stile che caratterizza gli abiti di Krizia va molto in contrasto con la moda del 1971; in quegli anni ad andare di moda erano le gonne lunghissime, al massimo fino a sotto il ginocchio; ma questo stile tutto nuovo ha portato la giovane stilista a vincere il premio “Tiberio d’oro”; così, la gomma ed il sughero divennero un punto cardine delle creazioni di Krizia, che arrivò al punto di farsi conoscere anche dalla stampa americana, la quale, giunse a definirla “Crazy Krizia”, Pazza Krizia. “Mariuccia - dice il comunicato stampa che dà notizia della sua scomparsa -, per tutti gli amici, è stata una straordinaria ed innovativa stilista di moda che, col nome di Krizia, ha contribuito a creare e sostenere l'affermazione internazionale di un modello di eleganza tipicamente M.B. italiano". 11 Martedì 8 dicembre 2015 SPORT CHAMPIONS LEAGUE - STASERA I BIANCONERI A SIVIGLIA. BASTA UN PUNTO PER CONSERVARE IL PRIMO POSTO NEL GIRONE La Juve per il primato, la Roma per la faccia Domani i giallorossi si giocano tutto contro il Bate Borisov. Partita da dentro o fuori per Garcia, che rischia grosso di Federico Colosimo N ovanta minuti che possono valere una stagione. Almeno per la Roma. Perché se la Juve ha già messo in cassaforte la qualificazione agli ottavi di finale, i giallorossi non possono fallire quell’obiettivo minimo che porterebbe nelle casse del club pure un bel gruzzoletto di denaro da investire sul mercato a gennaio. Torna la Champions League. Torna la competizione più affascinante d’Europa. Con le italiane protagoniste. Stasera tocca ai bianconeri che a Siviglia, nell’ultima tappa della fase a gironi, vogliono conservare il primo posto del gruppo “D” per sperare in un sorteggio favorevole per gli ottavi. In Spagna, per riuscirci, basterà un pareggio. Ma capitan Buffon e compagni punteranno lo stesso alla vittoria. Senza fare troppi calcoli che alla resa dei conti potrebbero giocare brutti scherzi alla banda Allegri. Che vuole centrare l’obiettivo e dedicarlo al presidente Agnelli che ha appena festeggiato i 40 anni. Contro i detentori dell’Europa League, il tecnico toscano punterà ancora sul 3-5-2. Quel modulo con cui la Vecchia Signora sta recuperando terreno in campionato. I problemi maggiori sono a centrocampo, dove l’ex trainer del Milan ha gli uomini contati. Khedira è ancora out, come Hernanes, mentre Pereyra ha avuto una ricaduta proprio quando sembrava sulla via del recupero. Con Padoin e Asamoah fuori dalla lista Uefa, Allegri premerà sulla freschezza di Pogba, che non ha giocato contro la Lazio perché squalificato, e sulla voglia di Lemina, anche lui reduce da un infortunio. In attacco chance per Morata. Confermatissimo Dybala. Partita da dentro o fuori per la Roma, con Garcia che domani sera si gioca la panchina. Sempre più al centro delle critiche, il francese non può permettersi altri passi falsi. Prima la partita col Bate e poi la supersfida col Napoli. In pa- lio l’accesso agli ottavi di finale di Champions e la possibilità di rimanere agganciati - seppur da inseguitrice - al treno scudetto. Dopo la figuraccia contro il Barcellona (6-1), la disfatta in casa con l’Atalanta (0-2) e il pareggio col Torino (1-1), Garcia è finito con le spalle al muro. La clessidra sta per esau- Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio rirsi e il presidente Pallotta - che ha tenuto diversi incontri con i dirigenti giallorossi (Zanzi, Baldissoni e Sabatini) - ha lanciato l’ultimatum all’ex manager del Lille. A cui spetta il delicato compito di risollevare una squadra in crisi di gioco e risultati. E per farlo il transalpino dovrebbe forse appellarsi alle parole di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Perché per la Roma tutto si decide domani. “Ora noi o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando verso la luce”. Per i giallorossi è la partita della verità. “O risorgiamo adesso, come collettivo, o saremmo annientati individualmente. È il football ragazzi. È tutto qui”. Non ci sono alternative. In un girone dominato dai catalani, i giallorossi per ottenere il pass per gli ottavi dovranno “solo” battere il Bate Borisov senza guardare il risultato del Bayer Leverkusen impegnato contro i blaugrana. Ai vicecampioni d’Italia potrebbe bastare anche un pareggio nel caso le “aspirine” non dovessero ottenere l’intera posta in palio contro i marziani d’Europa. Tutto in 90 minuti. La Roma contro i bielorussi si gioca la faccia. Garcia il futuro. Sullo sfondo lo spettro di Capello, Lippi e Spalletti. 12 Martedì 8 dicembre 2015 TuRISMo ROBA DI VIAGGI – PRIMA CARRELLATA SUGLI APPUNTAMENTI DI CAPODANNO IN GIRO PER L’EUROPA Ad Amsterdam ce n’è per tutti i gusti All’aperto o nei locali, feste a tema capaci di soddisfare qualsiasi aspettativa: la guida al San Silvestro olandese rascorrere il capodanno ad Amsterdam è diventato un classico per molti. Ma il divertimento è assicurato, non soltanto nella sua sregolatezza. Perché se la capitale olandese ha saputo affermarsi come approdo sicuro di festeggiamenti da ricordare presso i visitatori di tutta Europa, è perché ha tanto da offrire in varietà e numero di offerte: Feste, concerti, cene per gli irriducibili dei party, i romantici, per i più giovani e per i meno giovani. T Festeggiare all’aperto L’inizio del nuovo anno viene festeggiato calorosamente in varie zone della città, tra cui sulle 3 bellissime piazze Nieuwmarkt, Leidseplein e Rembrandtplein. Allo scoccare della mezzanotte la maggior parte degli eventi avrà inizio e si concluderanno nelle prime ore del mattino, popolando le strade della capitale olandese con festeggiamenti ormai molto apprezzati non solo dagli abitanti, ma anche da migliaia di turisti che si aggirano per le strade e tra i canali della capitale. Il nuovo anno viene naturalmente accolto con spettacoli pirotecnici indimenticabili, come quelli sul Magere Brug (Ponte Magro), uno dei luoghi più suggestivi per ammirare i fuochi d’artificio che regalano meravigliosi giochi di luce riflessi sulle acque del fiume Amstel. Festeggiare nei locali Per chi invece preferisce passare il capodanno al chiuso, la città offre molte possibilità di divertimento in numerosi club, locali e location di ogni genere al ritmo di svariati generi musicali: dalla techno alla house, alla musica degli anni 80, a divertentissime feste a tema. Per chi non avesse ancora deciso cosa fare, di seguito una lista degli eventi più gettonati del Capodanno 2015 con una breve spiegazione. 1. REAKTOR, primo giorno dell’anno La sera di capodanno con Reaktor si balla la techno dalle 22.00 fino alle prime ore del mattino nella famosa Warehouse Elementenstraat di Amsterdam. La line-up è già disponibile online. 2. Midnite burlesque show & party Ecco come festeggiare il nuovo anno con stile, una combinazione perfetta per chi vuole mangiare bene senza perdersi gli spettacoli e i festeggiamenti di capodanno. Al Club 8 si gusta un’ottima cena di quattro portate accompa- gnata da uno spettacolo burlesque, buona musica, champagne e fuochi d’artificio. 3. Loveland New Year L’ultimo giorno del 2015 e il primo del 2016 si festeggiano con i botti al Loveland New Year. La festa si svolge nel Mediahaven di Amsterdam il 31 dicembre 2015. 4. 80's New Years Eve Per i nostalgici degli anni Ottanta, l’inizio ideale del nuovo anno si celebra da Studio 80 con il suo party all’insegna del ritmo e del divertimento per iniziare al meglio il 2016! 5. Tik Tak Per accogliere il nuovo anno alla grande, cosa c’è di meglio della Heineken Music Hall che il 31 dicembre vedrà una fantastica sequenza di artisti quali: Dirtcaps, FeestDJRuud, GirlsLoveDjs, Raynor Bruges, Sem Vox, The Flexican ft Sef, The Partysquad e FS Green & MC Fit. 6. New Years Eve Escape Amsterdam Questa location, permette a gruppi di amici con diversi gusti musicali di festeggiare comunque tutti insieme. L’Escape club offre infatti ai suoi clienti la possibilità di ascoltare vari generi musicali come revival, techno, elettronica e house in diverse sale. 7. The privileged Il Club Abe si contraddistingue per il suo stile glamour, e per l’occasione sfoggia esibizioni di ballo, musica e intrattenitori spettacolari. E se ci si vuole sentire davvero importanti, si può prenotare un tavolo VIP per una fine dell’anno indimenticabile. 8. Ball Masqué New Years Eve Party Ecco l’evento che gli amanti delle feste a tema non possono perdersi. Il Club Paradiso di Amsterdam organizza il 31 dicembre un fantastico Ballo in Maschera che garantisce un inizio del nuovo anno pieno di fantasia e originalità! 9. Het Partyfeest Questa festa si svolge nella Westerunie di Amsterdam. Il 31 dicembre la location sarà addobbata con decorazioni di ogni genere, pronta per servire vodka e champagne per un brindisi coi fiocchi. 10. Awakenings New Years Special Con la partecipazione di Bart Skills e Adam Beyer (solo due dei tanti grandi artisti presenti che animeranno la serata), la serata Awakenings NY Special, al Westergasfabriek di Amsterdam, assicurerà un inizio del nuovo anno molto speciale. 11. Freaqshow Per il capodanno del 2014 i biglietti erano già esauriti 4 settimane prima dell’evento. E’ quindi consigliabile affrettarsi a comprare i biglietti per uno degli eventi più ambiti del capodanno! Il Freaqshow con la sua particolare animazione presso l’immenso Ziggo Dome di Amsterdam offre un capodanno molto originale e un po’ pazzerello. 12. Full moon party Il Winston Kindom di Amsterdam propone uno strabiliante spettacolo di bodypainting, per accogliere il 2016 con insolita vivacità. 13. Crociera di Capodanno Un modo del tutto diverso e unico per festeggiare il nuovo anno: Dal “de Pier” partiranno il 31 dicembre diverse crociere sull’acqua, complete di intrattenimento dal vivo e tanta musica. A bordo vi aspetta tanto spazio per ballare! 14. Secret Affair New Years Eve Per concludere l’anno con una notte indimenticabile, il Secret Affair propone una serata veramente fantastica grazie alla buona musica e i numerosi DJ, tra cui Aaron Gril, Dyna e Gregor Salto. Per chi volesse partecipare è importante sapere che per i primi 500 arrivati ci sarà anche una bellissima sorpresa. Il primo giorno dell’anno Dopo i grandi festeggiamenti c’è chi ha ancora energie e vuole godersi il primo giorno dell’anno nella capitale olandese. Una delle attività più piacevoli e consuete è quella di farsi una bella passeggiata nel Vondelpark. Per ricaricare le energie perse la sera precedente, è usanza mangiare le gustose e tipiche frittelle ripiene di mele e i bomboloni . GLI APPUNTAMENTI NELLA CAPITALE AUSTRIACA TRA RAFFINATEZZA E VOGLIA DI FESTEGGIARE Un classico: i valzer di Vienna affinata, elegante, esclusiva: Vienna è da sempre il cuore pulsante dell’Europa in occasione delle festività di Capodanno e come una nobildonna sa offrire sempre il meglio ai suoi ospiti, secondo un programma collaudato ma capace di inserire anche appuntamenti alternativi al classico valzer o alla trionfale marcia di Radetzky. In occasione dell’ultimo dell’anno a Vienna si balla e si fa festa: al Percorso di San Silvestro, nel centro storico di Vienna, all’elegante Ballo di Capodanno nella Hofburg e ai numerosi galà e party, che hanno luogo negli hotel, nei ristoranti e nei bar. High- R light musicale è il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna nella Sala dorata del Musikverein. Oggetti portafortuna come spazzacamini, maialini e quadrifogli si possono acquistare al Mercatino di Capodanno davanti alla Reggia di Schönbrunn o al Villaggio di San Silvestro in piazza Maria-Theresien-Platz. Il 31 dicembre 2015 il centro storico poi si trasforma in un gigantesco party: attraverso il Percorso di San Silvestro, che si snoda attraverso il primo distretto, si possono gustare punch e specialità gastronomiche. Numerose tappe che propon- gono show, valzer, operette, musica rock, pop, Dj line e musica folkloristica, intrattengono la gente. Particolarmente apprezzata è l’area dedicata alla musica classica lungo il Graben. Le scuole di ballo viennesi offrono crash course di valzer in piazza Stephansplatz. È lungo questo percorso che i festeggiamenti iniziano alle 14 del 31 dicembre. A mezzanotte poi sono i rintocchi della grande campana del Duomo di Santo Stefano, la cosiddetta “Pummerin”, e il “Valzer del bel Danubio blu” ad avviare il nuovo anno. In piazza Rathausplatz e al Prater intorno a mezzanotte si svolge un grande spettacolo di fuochi d’artificio. Il Ballo di Capodanno nella Hofburg è perfetto per trascorrere una scatenata notte di balli nelle solenni sale del palazzo imperiale, con allegre melodie e star del mondo del balletto e dell’opera lirica. Una raffinata cena di gala, eleganti bar e uno squisito buffet faranno della serata qualcosa di magico. Un grande momento a cavallo tra l’ultimo dell’anno e il Capodanno è il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna nella Sala dorata del Musikverein con Concerto preliminare (30.12.2015), Concerto di San Silvestro (31.12.2015) e Concerto di Capodanno (1.1.2016). A causa della grande richiesta, i biglietti vengono estratti a sorte esclusivamente al sito internet dell’Orchestra Filarmonica di Vienna. E la prima giornata dell’anno a Vienna la si inizia di solito con una bella colazione doposbornia, il cosiddetto Katerfrühstück, la colazione del gatto, sulla piazza antistante il Municipio dove è prevista la trasmissione in diretta su un megaschermo del Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna. R. V. DUBLINO Grandi concerti ed eventi gratuiti: il NewYear’s Festival promette scintille L a capitale irlandese è sempre festaiola: una regola che non poteva certamente trovare un’eccezione proprio nel passaggio tra il 2015 e il 2016. Il festival di Capodanno a Dublino, ritorna dal 30 dicembre al 1° gennaio per concludere degnamente l’anno vecchio. Si tratta di tre giorni pieni di musica, divertimento, arte e ottimo cibo, nel segno delle esperienze delle edizioni passate che hanno già saputo stupire un folto pubblico di visitatori. In questa occasione il cuore della città di Dublino sarà interamente pedonale e centro dei festeggiamenti: la zona attorno a Trinity College, George Street e Dame Street saranno il cuore pulsante di questo fantastico festival di Capodanno. Il Festival di Capodanno New Year's Festival a Dublino ospiterà tantissimi eventi, tra i quali ci saranno anche eventi gratuiti, come la divertente e colorata fiaccolata Procession of Light. La sera del 31 dicembre dal St. Stephen Green questa divertente fiaccolata attraverserà il centro della città con artisti di strada, musica, e la più grande sessione di Bodhran - il famoso tamburo irlandese. Anche l'evento Luminosity sarà gratuito e da non perdere. Tutte le sere, in location diverse per la città di Dublino, alcuni palazzi storici prenderanno vita con un vero e proprio spettacolo di luci in 3D. Ma l'evento in assoluto da non perdere è il famoso concerto di Capodanno. Quest'anno l'evento si svolgerà alla 3 Arena e vedrà la partecipazione di The Coronas, FatBoy Slim, Kila, Ryan Sheridan e Little Hours. Qui ci vuole il biglietto, ma l’atmosfera è davvero assicurata. B. F.