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Giubileo blindato - Il Giornale D`Italia

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Giubileo blindato - Il Giornale D`Italia
Anno IV - Numero 289 - Martedì 8 dicembre 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Cronache
Calcio
Finisce un'epoca,
il Wwf va in crisi
La moda italiana
piange Krizia
Per Juve e Roma
obiettivi diversi
Calvo a pag 5
Moriconi a pag 10
Colosimo a pag 11
DAL L E ELEZIONI FRANCESI
UN' OPPORTUNITÀ ANCHE DA NOI
LA GRANDEUR
La Le Pen vince e fa
da apripista a Salvini in Italia
QUESTA MATTINA, IN UNA ROMA NELLA MORSA DELLA PAURA, L’APERTURA DELLA PORTA SANTA
Giubileo blindato
Più controlli e spiegamento di forze, ma il lavoro di prevenzione non convince
Allerta massima per il timore di attentati dopo le ripetute minacce da parte dell’Isis
di Igor Traboni
arà difficile sfuggire all’emozione
quando Papa Francesco questa
mattina aprirà la Porta Santa per
dare ufficialmente inizio al Giubileo straordinario della Misericordia. Negli occhi e nel cuore abbiamo
ancora l’ultimo anno santo del 2000, non
a caso definito il ‘Grande Giubileo’, segnato soprattutto dalla figura maestosa
di San Giovanni Paolo II e da una religiosità – riflesso di civiltà - allora tangibile:
le torri gemelle sarebbero arrivate da lì
a poco, mentre le bestialità di Parigi le
abbiamo ancora davanti a noi. Ed ecco
che questo Giubileo diventa allora terreno
fecondo per le nostre paure, così forti
da far passare in secondo piano proprio
l’essenza dell’Anno che sta per iniziare,
di quella misericordia che è attributo
lontano da ogni moralismo e filantropia,
come ha scritto Alessandro D’Avenia,
scrittore non a caso molto amato tra i
giovani. Ma è inutile girarci attorno: la
paura c’è, perché concreto è il pericolo.
L’Isis ha già minacciato più volte la volontà
di colpire il centro della cristianità. Roma
e l’Italia hanno cercato di attrezzarsi per
fronteggiare un eventuale attacco terroristico, ma l’impressione dell’uomo della
strada è di una pochezza di interventi
reali. Non basta certo qualche solerte
carabiniere in più davanti alle basiliche
o un varco di ingresso a Termini presidiato
dai controllori delle ferrovie a chiederti
il biglietto, quando però di fatto sei già
entrato in stazione; e se tanti altri agenti
S
di Francesco Storace
a tastiera è utile, ma le
scarpe rendono di più.
La lunga marcia del Front
National è reale e non virtuale;
ed è semplicemente fantastico
vedere una sinistra con la
bava alla bocca che ulula alla
luna contro il pericolo Marine
Le Pen. O, magari fra un po’,
contro la bella nipote Marion,
che ad appena 26 anni ha
sbaragliato ogni avversario
nelle regionali di domenica.
Un percorso lungo, quello della
“destra” francese, che arriva
a compimento e prende la rincorsa per il gran balzo dell’Eliseo, alle prossime elezioni
presidenziali.
È fantastico e triste contemporaneamente, perché in Italia
ci si accontenta delle miserabilie di Beppe Grillo, che odia
tutti e ama solo se stesso.
Altro stile, Oltralpe: di là il
contegno istituzionale della
leader del Front in presenza
della tragedia provocata dal
terrorismo di radice islamica;
di qua, giustificazionisti in
azione nelle fila del movimento
a cinque stelle. Gente assolutamente immatura.
Poi, la Lega. Che ha la grande
opportunità. Chi, a destra,
storce il naso dimentica la rivoluzione di Marine, che ha
capovolto gli schemi e per
questo ottiene grandi consensi
trasversali. La partita oggi
non è più o meglio non solo
tra destra e sinistra, ma soprattutto tra popolo e palazzo.
Rivolgersi a Salvini con la
testa di dieci anni fa, significa
non capire che sta cambiando
il mondo. Ovviamente, lo deve
capire anche Matteo da Milano
che deve prendere il coraggio
a due mani e aprire davvero
ad un movimento che abbia
autentica dimensione nazionale, sopportando anche qualche schiamazzo dal confine.
Se la Le Pen ha rotto col
L
padre, potrà Salvini mettere
sull’attenti qualche suo improvvido seguace che si ostina
a non comprendere che oggi
la battaglia è contro Bruxelles
e non più contro Roma.
“Lo stesso successo”, ha augurato la Le Pen a Salvini.
Per averlo, il leader leghista
deve osare ancora di più. Il
leghismo prima maniera ebbe
sicuramente un tratto di nobiltà
e di coraggio che avevano una
loro dignità; ma somiglia tanto,
nel ricordo, più a Jeanmarie
che a Marion. Lo stesso dicasi
per la vecchia, stravecchia,
consunta alleanza con Berlusconi: grande padre nobile,
ma non più protagonista del
futuro. Se Silvio sta ancora
incollato al Partito popolare
europeo, a Salvini non resta
che il mare aperto della sfida:
competition is competition.
Alle amministrative la Le Pen
non ha esitato per candidarsi.
Ha deciso e basta, senza tatticismi. Marine vince senza
alleanze. Ragioni anche la
Lega, ad esempio sulla battaglia per il Campidoglio: è il
popolo che va affascinato, e
senza portaborse è meglio. Si
può candidare a destra gente
pulita. Che si schiera e torna
in campo senza disertare le
urne se vede chi dice basta ai
vertici di palazzo.
Più in generale, un’epoca è
finita. Ci sono almeno venti
milioni di italiani, una decina
sicuramente a destra, che non
ne vogliono più sapere di moderatini smidollati. Cinquanta
milioni gli elettori, venticinque
quelli che votano, col 15 per
cento nei sondaggi Salvini ne
può contare già quasi quattro
milioni. Ne servono altrettanti,
quattro milioni su venticinque
che stanno ancora a casa.
Non è impossibile se lancia
la grande offensiva nazionale.
Se si ferma sul Po, non serve.
Se osa, ne arriveranno molti
altri di più.
vengono mandati nella capitale, non è
che puoi pensare di farli dormire in auto
– come denunciato da questo giornale
– se li vuoi pronti ad ogni evenienza. E il
famoso lavoro di intelligence, quelle indagini a monte che dovrebbero prevenire
più che reprimere? Finora tutto si è
ridotto, con il contorno dei soliti gridolini
di gioia del ministro Alfano che ogni
volta pare aver vinto la terza guerra
mondiale, a scoprire un appartamento a
Bolzano possibile covo di fiancheggiatori
jihadisti (bella scoperta: l’Italia passava
SALVA-BANCHE: RENZI PROMETTE,
MA NON SA CHE FARE
loro vitto e alloggio perché ‘rifugiati politici’) o a fermare un iracheno – ieri, a
Bari – sospettato di far entrare in Italia
persone inneggianti all’Isis, e in verità
già ‘attenzionato’ dagli investigatori, ma
a quanto pare rimasto da noi perché
proprietario di un negozio di kebab. Attività imprenditoriale che, come noto,
vale di più di eventuali bombe. Un po’
poco, davvero. Anche per questo abbiamo paura. Che magari passerà nell’istante
in cui Papa Francesco aprirà quella porta.
Ma sarà giusto un momento.
INCREDIBILE: IL PREZZO DEL PETROLIO CROLLA
MA IN ITALIA LA BENZINA RESTA ALLE STELLE
SPOMPATI
n prezzo del petrolio così
basso non lo si vedeva da
un bel po’ di tempo sui
mercati internazionali: negli ultimi
giorni si è tenuto sempre sotto i
40 dollari al barile, mentre ieri è
crollato addirittura sotto i 38.
Tradotto in soldoni, significa che,
senza neppure tener conto dell’ultimo ribasso, la benzina dovrebbe diminuire di almeno 6
centesimi al litro. E in Italia invece
che succede? La solita storia: il
prezzo dei carburanti non cala
neanche per il piffero e, anzi,
qualche compagnia ritocca ad-
U
NON DATEGLI
CREDITO
A pag 3
dirittura all’insù. Tanto per ‘accompagnare’ il ponte dell’Immacolata, quando magari qualche
italiano in più si mette ancora in
viaggio, anche se di certo non
siamo ai livelli oceanici pre-crisi
e pre-Renzi-Letta-Monti.
Per le associazioni dei consumatori il mancato ribasso del
prezzo della benzina si traduce
in un aggravio di trenta milioni
di euro per gli italiani, anche per
quelli che alla pompa ci vanno
per motivi i lavoro. E sollecitano
ancora una volta l’intervento del
governo. Campa cavallo.
2
Martedì 8 dicembre 2015
PRIMO PIANO
ELEZIONI IN FRANCIA
Il “jour de gloire” di Marine Le Pen
Il partito guidato dalla “pasionaria” nera conquista la maggioranza
in sei regioni su tredici. Ed è favorito per la vittoria finale
di Cristina Di Giorgi
A
urne chiuse e scrutinio completato, si
conferma quello
che i sondaggi e gli
exit poll avevano già
indicato: il Front National di
Marine Le Pen è il primo partito
in Francia. Le percentuali parlano chiarissimo: il partito della
pasionaria nera d'oltralpe ha
infatti conquistato il 27,96% dei
consensi, seguito dai Republicains/Udi (l'alleanza di centrodestra di Sarkozy) con il
26,89%. Più indietro i socialisti
(23,33%) seguiti da Verdi e
Front de gauche, entrambi con
percentuali inferiori al 4%.
Un primo turno che vede dunque la destra identitaria francese avanti. In sei regioni su
tredici (quella in corso è infatti la prima consultazione con la nuova legge, che riduce da
22 ad appunto 13 il numero delle assemblee
locali). Tra esse quelle in cui sono candidate
Marine Le Pen e sua nipote Marion, che hanno
entrambe superato la ragguardevole soglia
del 40% delle preferenze.
Domenica prossima si andrà
ai ballottaggi. Che si preannunciano difficili per una sinistra sconfitta che già mostra
le prime crepe: il segretario
del Partito socialista ha infatti
chiesto ai suoi candidati arrivati
in terza posizione di ritirarsi
(con la speranza di aiutare il
candidato repubblicano e bloccare l'avanzata del FN). Direttiva che alcuni hanno però già
dichiarato di non voler rispettare. Non è escluso comunque
che i socialisti possano ottenere, alla fine, un risultato discreto (da quattro a sette regioni) se sapranno convogliare
il voto delle altre formazioni
di sinistra.
Dal canto suo l'ex presidente
Francois Sarkozy – il vero
sconfitto di queste amministrative: ha tentato
per anni di raccogliere il voto di destra riproponendone le parole d'ordine; ma alla fine
non è risultato convincente quanto la destra
della Le Pen - che a caldo aveva commentato
dicendo che i cittadini sono “esasperati”
perché la “Francia ha troppo indietreggiato”,
ha fatto sapere che i candidati del suo partito
arrivati terzi non si ritireranno e che la coalizione da lui guidata non farà accordi di desistenza con i socialisti. Fine del “fronte repubblicano” dunque, ovvero del patto tra centrodestra e centrosinistra che al secondo turno
si mettevano d'accordo per sostenere il candidato più forte per non far vincere quello
del Front National, che non riusciva quindi a
trasformare in seggi i voti ottenuti. Oggi anche
questo muro sembra crollato sotto i colpi
della sconfitta.
Il partito di Marine Le Pen si avvia dunque a
proseguire il suo cammino, implementando
ancora i voti che, elezione dopo elezione, ha
visto in aumento costante. Voti ottenuti dimostrandosi una destra forte, identitaria e nazionalista. E soprattutto decisa quanto ai temi,
molto sentiti, della sicurezza, dell'immigrazione
e della difesa della tradizione transalpina
anche rispetto alle ingerenze delle organizzazioni internazionali.
LO STIVALE E I CUGINI D'OLTRALPE
“Ha vinto una destra estremamente bella, netta, smoderata”
I commenti di Storace, Salvini, Meloni. E di una sinistra che non ci sta
a vittoria del Front National e della
sua leader ha scatenato, anche nel
nostro Paese, innumerevoli commenti ed interventi. Da un lato c'è chi, a
sinistra e dalle pagine di qualche quotidiano, ne parla come di un campanello
d'allarme, un pericolo, una minaccia.
Arturo Scotto, capogruppo alla Camera
di Sinistra Italiana, ha definito “inquietante” l'avanzata del FN: “l'Europa e le
forze progressiste titubanti e troppo
spesso subalterne alle politiche di destra
– ha dichiarato – riflettano bene: è ora
di cambiare pagina”. Di cambio di direzione, ma delle istituzioni europee, ha
parlato il premier Renzi, secondo il quale
“è arrivato il momento di guardare in
L
faccia la realtà: senza un disegno strategico, i populisti vinceranno prima o
poi anche alcune politiche nazionali. In
Italia no, perché la maggioranza sta con
chi vuole cambiare, non con chi sa solo
lamentarsi. Ma se l'Europa non cambia,
le istituzioni rischiano di diventare le
migliori alleate di Marine Le Pen e di
quelli che provano ad emularla”.
Qualcuno poi, sempre a sinistra, ha addirittura scritto che a spingere la Francia
a destra sia stato l'Isis, il cui “assalto ha
devastato gli equilibri occidentali”. Su
questo punto non concorda l'ex premier
Enrico Letta, che attualmente risiede a
Parigi: “il risultato delle elezioni francesi
– ha scritto su twitter – era già da mesi
nei sondaggi: è un no radicale alla politica
tradizionale”. E c'è anche chi, come Gad
Lerner, ha abbandonato ogni moderata
razionalità descrivendo il risultato francese
come “un percorso d’involuzione della
democrazia repubblicana”.
Dall'altro lato vi sono invece i positivi e
fiduciosi esponenti della destra nostrana.
A cominciare da Francesco Storace, che
auspica che “il trionfo della destra francese faccia rompere ogni indugio anche
in Italia: basta con i moderatini che frenano il cantiere della sovranità e della libertà” ha scritto sulla sua pagina facebook
ad urne appena chiuse il segretario nazionale de La Destra. Che ha poi aggiunto:
“In Francia ha vinto una destra estre-
mamente bella, netta, smoderata”.
Entusiasta è poi il commento di Matteo
Salvini, “Grande Marine, cambia la Francia. Cambieranno anche l'Europa e l'Italia:
più sicurezza e più lavoro, con coraggio
e onestà si può fare”. E l'alleata della
Lega al Parlamento europeo risponde ai
complimenti: “a Salvini auguro molto
successo. E' un uomo coraggioso – ha
detto Marine Le Pen – e spero che
otterrà alle prossime elezioni lo stesso
risultato che ha ottenuto il Front National
in Francia”.
Parole di soddisfazione sono poi venute
anche da Giorgia Meloni: “con Marine
Le Pen – ha dichiarato la leader di Fratelli
d'Italia – ha vinto il popolo francese e
inizia il riscatto di tutti i popoli d'Europa.
La vittoria del Front National, oggi primo
partito di Francia, è un terremoto per la
politica europea e una clamorosa bocciatura dell'Ue”. Parla infine di bocciatura
anche Maurizio Gasparri (Forza Italia),
secondo cui la Francia ha appunto bocciato “inesorabilmente Hollande e la sinistra. In tempi difficili la gente vuole
essere difesa da gente di destra”. CdG
EUROSCETTICI ALLA RISCOSSA
Il Front National vince e Bruxelles trema
I timori (e i mal di pancia) delle istituzioni europee all'indomani del trionfo della destra francese
giornali francesi di ieri mattina, commentando i risultati
delle elezioni regionali, avevano quasi tutti la parola “Choc”
in prima pagina. Ovvero sconvolgimento, colpo, scossa. Ed
anche in Europa sono in molti
a pensare che l'ascesa del Front
National di Marine Le Pen possa
essere una scossa di terremoto
destinata a rompere equilibri
anche sovranazionali sempre
meno stabili e sicuri.
Un'ipotesi questa che potrebbe
essere fondata, se si tiene conto
delle posizioni e delle dichiarazioni della leader d'oltralpe
per esempio in tema di moneta
unica (definita “fallimento totale” e “aberrazione economi-
I
ca”) e Unione europea, criticata
più volte e sotto diversi punti
di vista. Euroscetticismo dun-
que. Espresso anche, alla vigilia
del voto, con dichiarazioni più
che chiare sull'ipotesi di uscita
di Londra dall'Ue, paragonata
addirittura alla caduta del Muro
di Berlino (“Sarebbe l'inizio
della fine dell'Unione Europea”
aveva detto la Le Pen in un'intervista al Telegraph).
Più che comprensibile dunque
che il risultato ottenuto dal FN
al primo turno delle regionali
francesi (uno storico 28% su
base nazionale) abbia scatenato
a Bruxelles più di qualche mal
di pancia. Un risultato tra l'altro
che si pone come indicatore di
una tendenza centrifuga che
trova riscontro anche in altri
Stati: si pensi alla Gran Bretagna, con l'Ukip di Nigel Farage,
alla Grecia con Alba Dorata,
alla Germania con Alternative
fur Deutschland. Ai quali si aggiungono la recente vittoria
elettorale della destra in Polonia
(26 ottobre 2015) e le posizioni
apertamente e marcatamente
nazionaliste dell'Ungheria di
Viktor Orban, assai rilevanti in
ambito internazionale per quanto riguarda il peso che hanno
nella gestione della crisi dei
migranti.
Che il trionfo di Marine Le Pen
possa essere il proverbiale sassolino che, rotolando via dalla
montagna, da inizio alla frana
che seppellirà l'Europa come
la conosciamo? E' presto per
dirlo. Quel che è certo è che
sicuramente non si potrà non
CdG
tenerne conto.
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n° 286 del 19-10-2012
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Martedì 8 dicembre 2015
ATTuALITA’
ANCORA NON SI SA SE E QUALI PROVVEDIMENTI VERRANNO PRESI PER TUTELARE I RISPARMIATORI
Salva-banche, governo in affanno
Le opposizioni hanno chiesto al ministro Padoan di riferire in commissione Bilancio
di Igor Traboni
oche idee (e
pochissimi soldi) e pure confuse. Così il governo Renzi va
avanti un po’ alla cieca
sulla questione salva-banche e soprattutto sulla necessità di salvaguardare
i cittadini che a queste
quattro banche, ora ‘salvate’ dal governo, avevano
affidato i risparmi. Il presidente della
Commissione Bilancio della Camera,
Francesco Boccia, si è limitato a dire:
"Abbiamo completato questa sera (ieri
sera, ndr) le votazioni in commissione
sul fascicolo banche. Domani mattina
(oggi, ndr) ripartiamo dall'impianto generale della legge di stabilità. Le proposte
di modifica all'emendamento banche
del governo, ora accantonate, permetteranno ai relatori Melilli e Tancredi di
fare proposte che alla fine dei lavori in
commissione sottoporremo al voto. Nella
giornata conclusiva dell'esame della Stabilità in commissione ci sarà modo di
tornare sul tema per affrontare gli aspetti
più delicati, anche alla luce di quello
che dirà il ministro Padoan, la cui presenza
in commissione è stata richiesta dalle
opposizioni".
E la prende alla lontana, mettendo tutto
e il contrario di tutto nel calderone delle
dichiarazioni, anche il sottosegretario
all’Economia, il montiano Enrico Zanetti:
P
“Credo che una politica seria e responsabile come risposte debba dare la
tutela esclusivamente di chi rischia di
cadere nella vera e propria indigenza,
perseguire le responsabilità del management, di chi doveva controllare e
anche di quei dipendenti che avessero
seguito direttive sbagliate vendendo a
chi non dovevano vendere. Le banche
– ha aggiunto Zanetti riprendendo lo
stesso leit motiv sostenuto anche dal
premier Renzi - non sono state salvate
intese come una realtà astratte ma sono
stati salvati depositi, posti di lavoro, è
stata salvata la continuità aziendale e
sono stati evitati effetti domino altrimenti
ci troveremmo di fronte a quelle stesse
situazioni moltiplicate per dieci".
Le opposizioni invece, fatta salva come
detto la convocazione del ministro Padoan in Commissione, continuano ad
andar giù duro sull’argomento: “Il governo Renzi-Boschi assiste inerte alla
rapina ai danni di migliaia e migliaia
di risparmiatori di tante
regioni italiane – afferma
il senatore Maurizio Gasparri di FI - Bisogna
rimborsare integralmente questi cittadini. Renzi
è inerte perché sa benissimo che ci sono
complicità diffuse negli
ambienti politici che a
lui fanno riferimento. C’è
stato un chiaro abuso
del rapporto fiduciario
tra banca e cliente. La
Banca d’Italia ancora una volta non ha
vigilato. Come si è visto prima nel
Monte dei Paschi di Siena e ora nella
vicenda di queste banche del territorio,
la Banca d''Italia è stata sempre più attenta a oscuri interessi che non alla
tutela dei risparmiatori. Visco e company hanno violato i principi costituzionali che garantiscono la tutela del
risparmio. Che cosa resta a fare in via
Nazionale un gruppo di persone cosi
inadeguato e così colpevole per quanto
sta avvenendo?", si chiede al fine Gasparri.
Si terrà invece domani alla Camera dei
deputati la conferenza stampa del Movimento 5 Stelle sul provvedimento ''salvabanche'' del governo. I parlamentari
5stelle illustreranno in questa occasione
delle proposte alternative. Sarà presente
in conferenza stampa una delegazione
del M5S composta dai deputati Daniele
Pesco e Alessio Villarosa e dal senatore
Enrico Cappelletti.
DISPOSTO UN PIANO STRAORDINARIO DI ISPEZIONI
Il Ministero dell’Istruzione
apre la ‘caccia’ alle paritarie
l via il Piano straordinario di ispezioni nelle
scuole paritarie previsto dalla legge Buona Scuola: sono 673 le istituzioni
scolastiche di cui quest’anno
sarà verificato il mantenimento dei requisiti per il riconoscimento della parità.
Di queste, 532 sono scuole
superiori. Particolare attenzione sarà posta agli istituti
secondari di II grado dove
viene rilevata una forte differenza fra il numero di ragazzi iscritti al primo anno
e quello di iscritti all'esame
di Stato. La prima tornata
di ispezioni – fanno sapere
dal Ministero - coprirà oltre
il 30% delle 1.526 scuole
paritarie di II grado. Il Piano
è già partito nelle Marche e
in Abruzzo ed è stato disposto
a seguito del seminario "La
Buona Scuola e il sistema
delle scuole paritarie" che
si è svolto al Miur il 30 settembre scorso, alla presenza
del Ministro Stefania Giannini e del Sottosegretario
A
Gabriele Toccafondi.
Un apposito gruppo di lavoro
ha poi prodotto una scheda
di rilevazione tipo da adoperare su tutto il territorio
nazionale, con gli elementi
fondamentali per lo svolgimento delle attività ispettive.
Gli Uffici Scolastici Regionali
hanno indicato, oltre alle
istituzioni scolastiche, le
modalità di svolgimento dell'attività ispettiva per questo
anno scolastico e per queli
dei prossimi due anni. Fatta
eccezione per le Province e
Regioni autonome o a statuto
speciale. Durante le ispezioni saranno verificati fra
l'altro l'elaborazione e la
pubblicazione del Piano
triennale dell'Offerta formativa; l'elaborazione e la pubblicazione del rapporto di
Autovalutazione; il rispetto
della legislazione in materia
di contratti di lavoro e del
principio di pubblicità dei
bilanci; l'adeguamento alle
modifiche ordinamentali degli ultimi anni.
L’EX MINISTRO CONTRO IL GOVERNO MONTI: “PRESSIONI SULLA PROCURA DI ROMA PER FARLI TORNARE IN INDIA”
Le “verità” (fuori tempo massimo) di Terzi sui Marò
Le dichiarazioni dell’ambasciatore, che arrivano con tre anni di ritardo, sono sconcertanti. Anche
la magistratura ora deve intervenire e spiegare come sono andate realmente le cose nel 2012
NOVITÀ
Certamente tutte da accertare ma che arrivano
na vera e propria bomcon un colpevole ritardo
ba a orologeria. E’
di tre anni dai fatti ora dequella “innescata”
nunciati. Alcune domande,
dall’ex ministro degli Esteri
a questo punto, sorgono
Giulio Terzi di Sant’Agata
spontanee. Perché l’allora
durante la trasmissione “Cittitolare della Farnesina ha
tadini in divisa” su Radio Radeciso di parlare solo ora?
dicale. E confermate in un’inCosa l’ha spinto a trattetervista rilasciata al Tempo,
nersi fino a questo momenche racconta di presunte
to? Chi è stato – eventualpressioni esercitate nel 2012
mente – a esercitare “presda alcuni esponenti del gosioni” sulla magistratura?
verno Monti nei confronti
E per quale motivo lo ha –
della procura di Roma per
nel caso – fatto?
L'ex ministro Terzi con l'allora premier Mario Monti
far sì che i Marò tornassero
Gravissime poi le dichiain India quando invece sarazioni che danno credito
rebbero dovuti e potuti restare in Italia.
inspiegabile, che non riguarda solo il
a tutta quella stampa – Giornale d’Italia
Dimessosi da quell’esecutivo per via
governo. E’ inspiegabile che organi
compreso – che nel corso degli ultimi
di una gestione a dir poco approssidi monitoraggio parlamentari, comitati
anni ha parlato di presunti interessi
mativa di una vicenda paradossale che
che sorvegliano e rispondono all’esieconomici contrapposti al destino dei
va avanti ormai da quattro lunghissimi
genza democratica di vedere cosa acmilitari.
anni, l’ambasciatore dopo le stoccate
cade nell’ambito dell’intelligence, non
E’ arrivato il momento di stabilire chi
riservate al bocconiano nei mesi scorsi,
acquisiscano tutta la documentazione
dice il vero e chi il falso. E adesso
torna alla carica. E sulle colonne dello
del caso”. E al cronista che gli dopure la procura capitolina è chiamata
storico quotidiano romano torna a punmanda se si riferisce o no al Copasir,
a intervenire e a spiegare se ci sono
tare il dito contro quel governo dei
Terzi risponde sibillino: “Lo ha menstate o no pressioni da parte dell’etecnici che certamente ha contribuito
zionato lei”. Senza confermare e senza
secutivo Monti affinché Latorre e Gia perpetrare l’odissea giudiziaria di
smentire. Ma i sospetti lanciati poco
rone tornassero in India. Per rispetto
Salvatore Girone e Massimiliano Ladopo dal diplomatico sono pesantisnei confronti dei due Fucilieri e di
torre. “Fin dal primo giorno – l’attacco
simi. Con l’ex ministro che narra di
un intero Paese che ha il diritto di
- l’esecutivo avrebbe dovuto ribadire
una “moral suasion effettuata nei conconoscere come sono andate realin ogni opportuna sede una semplice
fronti della magistratura capitolina per
mente le cose. E di chi sono le vere
frase: sono innocenti e li vogliamo inrispedire i Marò a New Delhi”. Sono
colpe di una ingiustizia che sembra
dietro. Invece assistiamo a un’inerzia
accuse pesanti quelle mosse da Terzi.
non finire mai.
di Marcello Calvo
U
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www.minervaedizioni.com
4
Martedì 8 dicembre 2015
ATTUALITA’
IL TRIBUNALE VATICANO HA ACCETTATO LA RICHIESTA PER DUE CARDINALI, VARI MONSIGNORI E PERFINO ALCUNI LIBRAI
Vatileaks: arrivano i testimoni eccellenti
La Chaouqui: “Non voglio la grazia dal Papa” - Niente perizia psichiatrica per Vallejo Balda
ECCO DOVE VORREBBERO LAVORARE…
I talenti di casa nostra
preferiscono la Apple
a Apple a Google, da Procter &
Gamble a Gucci: sono queste le
prime quattro tra le 50 aziende
più desiderate dai talenti italiani. Linkedin,
il network professionale più grande del
mondo, ha infatti realizzato la classifica
delle aziende InDemand in Italia. La lista
classifica i datori di lavoro più desiderati
sulla base di milioni di interazioni da
parte degli iscritti a LinkedIn.
Invece di basarsi su questionari, la classifica InDemand misura l'effettivo comportamento online dei professionisti.
Questa metodologia comprende indici
D
I
l processo per il Vatileaks 2
è stato aggiornato a data da
destinarsi e dunque i tempi
per arrivare a capo della vicenda sul furto di alcuni documenti vaticani, poi finiti in due
libri di recente pubblicazione, si allungano a dismisura.
"Hanno deciso di accettare una
serie di eccezioni e tutto viene spostato a data da definirsi. Devono
fare una serie di controlli, non c'è
stato alcun interrogatorio" ha affermato all'uscita dall'aula il giornalista Emiliano Fittipaldi, imputato
nel processo assieme all'altro gior-
nalista Gianluigi Nuzzi, a monsignor
Lucio Vallejo Balda (ancora detenuto
in una piccola cella della gendarmeria vaticana), a Francesca Immacolata Chaouqui e all’ex collaboratore informatico Nicola Maio,
tutti presenti a quest’ultima udienza
poi rinviata.
"Siamo soddisfatte, sono state accolte le nostre istanze istruttorie.
C'é stata l'ammissione delle liste
dei testi e alcune perizie sono state
ammesse" ha detto l'avvocato di
Francesca Immacolata Chaouqui,
Laura Sgrò. La stessa Chaouqui, un
po’ la figura centrale di questa vi-
cenda di ‘corvi’, ai cronisti che le
chiedevano se si attendesse un gesto da Papa Francesco ha risposto:
"Non mi attendo nulla dal Pontefice
e comunque qualsiasi gesto non è
quello che voglio. Sono innocente
e voglio essere dichiarata tale, non
si graziano gli innocenti, ma si assolvono".
Ma quest’ultima udienza ha comunque prodotto delle novità, anche di
una certa importanza, visto che
sono stati ammessi come testimoni,
richiesti proprio dalla Chaouqui, i
cardinali Pietro Parolin, segretario
di Stato, e Santos Abril y Castellò,
presidente della Commissione Ior,
D’altro canto, il Tribunale Vaticano,
nel processo Vatileaks, ha ammesso
tutti i testimoni richiesti dalle difese.
Ecco l’elenco dettagliato: Mons.Vallejo Balda ha citato in aula Mario
Benotti, indagato nell'inchiesta della
Procura di Terni confluita a Roma;
la Chaouqui, oltre ai cardinali Parolin
e Abril, vuole come testimoni l'elemosiniere mons. Konrad Krajewski,
mons. Paolo Lojudice, Lucia Ercoli
e padre Vittorio Trani. Nicola Maio
ha citato mons. Alfredo Abbondi
della Prefettura economica. Nuzzi
porterà Paolo Mieli, Paolo Mondani
come il livello di engagement, l'interazione
con i job pubblicati, il numero di persone
raggiunte con le azioni effettuate online.
In particolare, per ogni azienda vengono
misurate le interazioni dei membri del
network appartenenti all'area considerata,
in questo caso l'Italia, con le company
page, i profili dei dipendenti e i job pubblicati su LinkedIn.
Ecco la lista dei primi 13: 1. Apple 2.
Google 3. Procter & Gamble 4. Gucci 5.
Barilla Group 6. Ferrari 7. Eni 8. Gruppo
Campari 9. Pirelli 10. Unilever 11. Bulgari
12. Pfizer 13. IKEA Group.
e i librai Marco Bernardi e Paola
Brazzale. Fittipaldi non ha chiesto
invece testimoni.
Ulteriore novità di questa udienza:
il Tribunale ha detto no alla richiesta
della difesa di mons. Vallejo Balda,
il religioso spagnolo vicino all’Opus
Dei, di effettuare una "perizia psicologica" sull'imputato, in quanto
"non ammissibile" essendo questo
esame non previsto dall'ordinamento. Ha ammesso invece l'acquisizione agli atti di una perizia
psichiatrica cui si è personalmente
sottoposto lo stesso Vallejo qualche
tempo fa.
COME CAMBIA LA SPESA DEGLI ITALIANI: VERO E PROPRIO BOOM PER LE BANCARELLE
Meno negozi, più commercio ambulante
I mercati tornano al centro della vita quotidiana in molte città; Napoli, Roma e Milano in testa
O
ltre 22mila bancarelle in
più in tre anni e mezzo
e 2.200 negozi tradizionali in meno. E' questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall'analisi dei dati del Registro imprese, realizzata da
Unioncamere e InfoCamere ed
aggiornata al 30 giugno scorso,
secondo gli ultimi rilevamenti
fatti e che comunque non dovrebbero essere cambiati di
molto in questa seconda parte
dell’anno. Questo dato conferma ciò che appare evidente
un po’ a tutti attraversando le
nostre città: agli italiani i mercatini piacciono. Soprattutto se,
grazie al cosiddetto “ commercio di prossimità”, possono
acquistare prodotti tessili, abbigliamento e calzature, ma
anche prodotti per la casa, fiori
e piante, piccoli elettrodomestici
o materiale elettrico. E magari
togliersi anche qualche sfizio
in più perché a prezzi contenuti,
comprando bigiotteria o profumi e cosmetici.
Stando al bilancio fornito dall'anagrafe delle imprese, in
questi tre anni e mezzo il commercio ambulante nel suo complesso è aumentato del 12,8%,
una crescita dovuta soprattutto
MA CRESCE ANCHE L’EXPORT VERSO GLI STATI UNITI
Francesi, tedeschi e inglesi
golosi dei nostri panettoni
dolci natalizi della tradizione
artigiana italiana piacciono
sempre di più all’estero. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze
varie esclusivamente made in
Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni
di euro, con un aumento del
10,2% rispetto all'anno precedente. Lo ha rilevato Confartigianato che ha stilato una classifica dei Paesi più golosi di prodotti
italiani: in testa c'è la Francia,
seguita da Germania e Regno
Unito.
I
ai prodotti non legati all'alimentare e all'abbigliamento. A
livello territoriale, performance
di buon livello sono state realizzate in regioni come la Campania, la Lombardia, il Lazio e
la Sicilia. Il vero e proprio boom,
quindi, lo hanno registrato le
imprese del commercio am-
bulante di "altri prodotti" (divisione che al suo interno comprende la vendita di fiori, bigiotteria e casalinghi), aumentate di quasi il 40% fino a raggiungere le 66.375 unità a fine
giugno scorso. Molto più contenuto, invece, l'aumento delle
bancarelle più tradizionali, quel-
le cioè legate al tessile, all’abbigliamento e alle calzature,
così tipiche in tanti nostri mercati: +5% tra il 31 dicembre
2011 e il 30 giugno 2015, per
complessive 76.201 unità. La
probabile concorrenza di iper
e supermercati si è fatta sentire
invece sul segmento alimentare,
Dall'inizio dell'anno, i francesi
hanno comprato 75,1 milioni di
euro di dolci natalizi (pari al
24,3% del nostro export di questo
tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 53,8 milioni di
pasticceria per le feste di fine
anno (17,4% del totale esportato),
mentre nel Regno Unito il nostro
export di dolci di Natale è pari a
34,3 milioni (11,1% del totale).
Ma l'exploit di crescita nel 2015
si registra negli Stati Uniti , addirittura con il 45,5% di dolci in
più rispetto al 2014. Seguono la
Germania con il 32,1% in più,
l'Austria con il 22,2% e la Spagna
con il 15,6%.
Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di
specialità natalizie è in linea con
il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015 e che ha toccato
i 29,6 miliardi di euro.
diminuito dello 0,5% nel periodo e stabilizzatosi a fine giugno sulle 35.828 imprese.
L'analisi provinciale tra fine
2011 e fine giugno 2015 evidenzia che, in valore assoluto,
a crescere di più sono state le
imprese del commercio ambulante di Napoli, piazza pe-
raltro storica per questo settore:
+4.191, pari al +40%. A distanza
seguono Roma, con 2.547 imprese in più (+26,2%) e Milano
+2.256 (+34%). In termini percentuali, alle spalle di Napoli
si posizionano invece Palermo
(+36,2% pari a +2.009 imprese) e di nuovo Milano.
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Martedì 8 dicembre 2015
ATTUALITA’
NEL 2016 CHIUDERANNO PRATICAMENTE TUTTE LE SEDI AD ECCEZIONE DI MILANO, ROMA E PALERMO
Wwf in crisi e… in via di estinzione
Dipendenti praticamente azzerati, contributi irrisori e debiti per quasi 700mila euro
DUE MINISTRI AL CONGRESSO NAZIONALE
E Legambiente torna a cercare
un po’ di visibilità a sinistra
all’11 al 13 dicembre prossimi
a Milano, all’ex Ansaldo, si svolgerà il decimo congresso nazionale di Legambiente, sul tema “Legambiente 10.0 l'era del cambiamento”.
Per il presidente Vittorio Cogliati Dezza
si tratta di “una sfida e una provocazione. Una provocazione contro tutti
coloro che si sentono moderni perché
usano le nuove tecnologie della comunicazione. E una sfida perché un
ambientalismo, che vive nell’era del
cambiamento e vuole indirizzarlo e facilitarlo, deve confrontarsi con la modernità”.
Per rispondere alle esigenze dei tempi
che mutano – fanno sapere inoltre dai
vertici dell’associazione - l'ambientalismo deve capire il futuro per cambiare
il presente.
E il futuro, per Legambiente, “è fatto
di agricoltura moderna che valorizza
D
di Marco Zappa
A
ltro che animali.
Direttamente il
Wwf è in via di
estinzione.
L’organizzazione
ambientalista, alle prese con
debiti e finanziamenti pubblici irrisori, rischia di sparire.
Come rivela il Fatto Quoti-
diano, nel 2016 saranno chiuse tutte le 19 sedi regionali,
a eccezione di Palermo e Milano (dove cesserà quella
principale). Resterà aperta
solo quella nazionale di via
Po a Roma, ma l’organico subirà una netta sforbiciata. Tagli drastici pure alle sezioni
locali, gestite peraltro da volontari, per ridurre i costi ri-
sparmiando su affitti e utenze.
Svolta epocale. Dovuta in primis alla necessità di risanare
il deficit economico venutosi
a creare anche in seguito a
campagne e iniziative forse
sbagliate e certamente onerose che negli ultimi anni
non hanno avuto buon esito.
I bilanci recenti non mentono: dal 2011 al 2013 s’è pas-
sati da un sostanziale pareggio di bilancio a un disavanzo
di gestione di oltre 4 milioni,
sceso quest’anno a 700 mila
euro. Il debito verso Wwf internazionale ha toccato quote
inimmaginabili. Di qui, la decisione di provare a ristrutturare un’associazione in evidente difficoltà. Ma le malelingue sostengono che non
si tratta di una drastica ristrutturazione. Dietro questa
etichetta si celerebbe infatti
una proposta per molti inaccettabile. Con la direzione
che vorrebbe trasformare
l’organizzazione in una sorta
di multinazionale il cui scopo
sarebbe quello di trasformare l’adesione e la rappresentazione delle sezioni in
contratti economici tra società aggregate i cui respon-
la qualità e la sostenibilità, di energie
rinnovabili a vantaggio dei cittadini, di
raccolta differenziata, di legalità che si
oppone al degrado e di cultura dell''accoglienza che si oppone ai vecchi e
nuovi muri. Bisogna marciare spediti
verso una economia libera dalle fonti
fossili e a zero emissioni, consapevoli
che le questioni ambientali sono imprescindibili per il benessere personale
e collettivo”.
Ma per Legambiente sarà anche l’occasione per cercare di ridarsi una visibilità politica, sempre a sinistra.
E così il congresso vedrà anche la
partecipazione dei ministri dell'Ambiente
Gian Luca Galletti, al suo rientro dopo
la Conferenza di Parigi, e della Giustizia
Andrea Orlando. Parteciperanno anche
il viceministro all'Agricoltura Andrea
Olivero e il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni.
sabili si impegnano a raccogliere fondi per mandarli
a loro. Sospetti pesanti, tutti
da accertare, lanciati più volte, negli scorsi mesi, da esponenti vicini al mondo ambientalista.
Il riassetto – come spiegato
dal Fatto - dovrebbe passare
“attraverso un mix tra licenziamenti veri e propri, una
trentina, cassa integrazione
a zero ore, dimissioni volontarie e mancato rinnovo di
contratti a termine”. Come
se già non bastasse, alcuni
dipendenti delle oasi saranno
“esternalizzati”, passando a
ruolo di società terze. Verranno infatti gestite direttamente solo quelle di interesse
comunitario europeo.
Rimarranno in tutto 50 persone contro le 95 attuali e le
140 di cinque anni fa. Un’ecatombe. “Colpa” anche delle
istituzioni che dopo il circo
sembrano avere abbandonato pure il Wwf. I contributi
nazionali sono ingenerosi e
arrivano solo per un piccolissimo numero di riserve naturali dello Stato. Come l’oasi
di “Miramare” alle porte di
Trieste, la riserva di Orbetello
in Toscana o il Cratere degli
Astroni a Pozzuoli (Napoli).
La dirigenza punta al pareggio di bilancio già nel 2016.
Un obiettivo ambizioso ma
non facilmente raggiungibile
nonostante un (quasi) azzeramento dell’organico, ridotto
all’osso.
Il Wwf rischia di sparire. Nel
silenzio di molti e nell’indifferenza di uno Stato assente
e ingrato.
VISTOSO CALO NEGLI ULTIMI ANNI
Bocconi e Politecnico
eccellenze universitarie
A
tenei milanesi ancora sugli scudi nella
classifica dellet migliori business school
d'Europa. La Bocconi sale infatti di una
posizione ed è settima in Europa nel ranking
del Financial Times, mentre si conferma in
classifica, per il settimo anno consecutivo, la
School of Management del Politecnico.
Il piazzamento della Bocconi, fanno sapere
dal prestigioso ateneo, è stato conseguito
grazie ai risultati dei programmi di Bocconi
e Sda Bocconi nelle classifiche che ogni
anno realizza il quotidiano britannico. Il
Master of science in International management è salito al 9° posto al mondo mentre
l’Mba è al 10° posto in Europa. L’Executive
Mba si è collocato al 32° gradino in Europa
e nella classifica dell’executive education la
business school ha conquistato il 10° posto
nel vecchio continente.
“I risultati ottenuti nel 2015 - commenta
Stefano Caselli, prorettore per l’internazionalizzazione della Bocconi - ci avvicinano
ulteriormente all’obiettivo del nostro piano
strategico Bocconi2020: migliorare il posizionamento nei principali ranking internazionali posizionandoci tra le prime 5 in
Europa e fra le prime 20 nel mondo in tutti i
ranking riguardanti le scuole di management
e le università nell'ambito delle scienze sociali”.
Per il settimo anno consecutivo, come detto,
anche la School of Management del Politecnico di Milano conferma la propria presenza
nella classifica delle migliori Business School
europee stilata dal Financil Times. "Il risultato
conferma il percorso di crescita e internazionalizzazione intrapreso dalla nostra Scuola
da diversi anni”, spiegano Cristina Masella
e Andrea Sianesi, rispettivamente direttore
del Dipartimento e dean di Mip.
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Martedì 8 dicembre 2015
ESTERI
I RISULTATI DELLE ELEZIONI POLITICHE IN VENEZUELA
La pesantissima sconfitta del chavismo
Il Partito socialista di Maduro battuto dall’opposizione. Che potrebbe avere addirittura la maggioranza qualificata
di Cristina Di Giorgi
I
n Venezuela vincono crisi
economica, carestia ed inflazione. O meglio l'incapacità del governo di Nicolas
Maduro di affrontarle e di
gestirle adeguatamente. E' infatti
questo, secondo gli analisti, uno dei
motivi principali della sconfitta subita
dalla formazione del presidente
(Partito socialista unificato del Venezuela) alle elezioni politiche svolte
ieri nel Paese sudamericano. Che
hanno visto, per la prima volta in 17
anni, la vittoria dell'opposizione: la
Mesa de la unidad democratica
(Mud) ha infatti ottenuto la maggioranza in parlamento, conquistando 99 dei 167 seggi dell'Assemblea
nazionale (contro i 46 del Psvup).
E anche se ne restano da assegnare
22 (il dato definitivo è atteso nelle
prossime ore), il dato risulta comunque chiarissimo: in Venezuela
vince l'antichavismo. Che potrebbe
addirittura sfiorare il 60% dei suffragi
ed ottenere la maggioranza qualificata: un fatto questo che garantisce
la possibilità di cambiare la Costituzione, di scegliere i giudici del
tribunale elettorale e di promulgare
un'amnistia per i detenuti politici
(in carcere vi sono attualmente, tra
gli altri, Leopoldo Lopez, leader di
Voluntad Popular, il gruppo più radicale dell'opposizione, e Antonio
Ledezma, l'ex sindaco di Caracas).
Chiaramente entusiastiche le dichiarazioni degli esponenti del Mud,
che per bocca del segretario Jesus
Torrealba hanno ringraziato gli elettori e sostenuto che “con il voto abbiamo battuto democraticamente
un governo che non è democratico”.
Rivolgendosi all'esecutivo, il leader
dell'opposizione ha poi aggiunto:
“il popolo ha parlato chiaramente.
Le famiglie venezuelane si sono
stancate di soffrire a causa del vostro
fallimento. Ora basta”.
Quanto a Maduro e ai suoi, che
hanno dunque meno della metà
dei seggi dell'opposizione, la pesantissima sconfitta è stata riconosciuta dallo stesso leader subito
dopo che la Commissione elettorale
ha diffuso i primi risultati ufficiali:
“siamo venuti qui con la nostra morale e la nostra etica – ha detto Maduro parlando in televisione a reti
unificate – a riconoscere questi risultati e a dire al nostro Venezuela
che ha trionfato la costituzione e la
democrazia”. Ma ha però aggiunto,
per spiegare la sconfitta, che a suo
dire si tratta di una conseguenza
della “guerra economica” che il
suo governo sta combattendo contro
gli “interessi del capitalismo internazionale”.
Termina dunque, in Venezuela, l'era
del “socialismo del XXI secolo” del
presidente Hugo Chavez (morto nel
marzo 2013), che con una politica
di nazionalizzazione delle imprese,
di carismatica gestione del potere
e di alleanze, aveva creato un modello esteso a diversi Paesi dell'area.
Un modello che i suoi successori
non sono stati a quanto pare in
grado di portare avanti: la spinta
sociale iniziale del “chavismo” sembra si sia infatti arenata, dalla scomparsa del leader in poi, in un vortice
di accuse di corruzione, cattiva amministrazione e totalitarismo.
Lo scenario che si apre per il Paese
è comunque ancora piuttosto incerto.
Il nuovo Parlamento si insedierà ai
primi di gennaio. E non avrà vita facile, se si tiene conto del fatto che il
mandato di Nicolas Maduro scade
tra tre anni e che il potere esecutivo,
da lui detenuto, gli consente di avere
il pieno controllo della magistratura.
Un'opposizione così forte come quella che dominerà la nuova Assemblea
potrebbe però chiedere un referendum revocatorio per far decadere
il presidente. Sul futuro del Venezuela
e del suo popolo continua inoltre a
pesare la drammatica crisi economica. Che dovrà essere affrontata
con misure drastiche e immediate.
Ed impopolari. Difficili da prendere
per chi deve deciderle ed anche
da accettare per chi dovrà adeguarvisi.
TRIPOLI E TOBRUK D’ACCORDO. MA SENZA L’ONU
In Libia regna l’incertezza. E il Califfato ne approfitta
L’intesa per la formazione di un governo unitario, in attesa di conferma, è al centro di indiscrezioni e colloqui
a Libia avrà un governo nazionale
unitario. Ma probabilmente non sarà
quello proposto dalle Nazioni unite.
E' questo, a quanto sembra, l'ultimo capitolo della crisi politica che sta tormentando il Paese nordafricano da quando,
nel 2011, è stato deposto l'ex leader
Gheddafi.
I rappresentanti dei parlamenti di Tripoli
e Tobruk hanno firmato ieri a Tunisi un
accordo che prevede, entro due anni,
l'organizzazione di libere elezioni. E hanno
stabilito di formare un comitato composto
da dieci membri per agevolare la creazione
di un governo di riconciliazione nazionale
e rivedere la Costituzione. Entro due settimane, inoltre, è prevista la nomina di
un presidente ad hinterim e di due vice,
uno per parte.
La notizia è stata riportata da Al Jazeera,
che cita un comunicato congiunto dei
due organi rivali. Ed arriva poco prima
dei colloqui di pace mediati dalle Nazioni
Unite, che si svolgeranno a Roma il 13
dicembre. Un tavolo atteso, al quale siederanno rappresentanti di Stati Uniti, di
Paesi membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza e di diversi Stati dell'aera
coinvolti a vario titolo in Libia: tra essi
Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Egitto.
Un appuntamento importante ma, secondo
alcuni, non decisivo (mancheranno infatti
vari attori protagonisti della realtà libica).
L'intesa tra Tobruk e Tripoli arriva dunque
in un momento particolare. Oltretutto si
discosta dall'accordo proposto dall'Onu
(governo nazionale guidato da Fajez Serraj
e da ben cinque vicepremier), a favore
L
GUERRA IN SIRIA
Bombe “alleate”
sui soldati di Damasco
n attacco aereo ha colpito postazioni delle forze governative
siriane nei pressi della città di
Ayyash, nella zona est del Paese. Il bilancio del raid – riferisce al Jazeera – è
di tre soldati morti e tredici feriti. Non
si sa ancora di che nazionalità sono i
bombardieri, ma secondo il governo di
Damasco potrebbe trattarsi di jet della
coalizione guidata dagli Stati Uniti, che
hanno però negato ogni coinvolgimento.
In proposito il ministro degli Esteri
siriano, ha dichiarato che un campo
dell'esercito nazionale è stato colpito
da nove missili ed ha fatto sapere di
aver inviato una lettera alle Nazioni
Unite denunciando l'attacco subito:
“la Repubblica araba siriana - si legge
in un comunicato - condanna con
forza questa flagrante aggressione da
parte delle forze della coalilzione a
guida Usa, che viola palesemente gli
obiettivi della Carta delle Nazioni Unite”.
Il funzionario ha inoltre invitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a “prendere
misure urgenti per evitare che tali aggressioni si verifichino nuovamente”
anche perché “ostacolano gli sforzi
U
del quale si sono espressi diversi deputati
di entrambe le assemblee).
Resta da vedere se i firmatari dell'accordo
(il rimo vicepresidente del parlamento di
Tripoli Awad Abdul Saddeq e il leader
della delegazione di Tobruk, il deputato
di Bengasi Ibrahim Amaish) hanno realmente l'autorità per rendere esecutivo il
documento. Ed è un particolare non trascurabile, soprattutto se si tiene conto
che entrambe le istituzioni sono attraversate, al loro interno, da divisioni e rivalità
tra correnti. Non è escluso, affermano
alcuni analisti, che questa sia una manovra
di quanti, sia a Tripoli che a Tobruk, non
apprezzano il piano Onu e puntano a
farlo saltare o quantomeno a ritardarlo
ulteriormente.
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per
la Libia Martin Kobler si è comunque recentemente incontrato con il presidente
del parlamento di Tobruk per discutere
dei passi da compiere per far progredire
il piano, che dovrebbe essere firmato il
20 dicembre (data del previsto incontro
convocato in Marocco). E ieri, dopo una
riunione con i deputati di Tobruk, ha
anche avuto un vertice con il comandante
dell'esercito libico, il generale Khalifa
Haftar. Il cui ruolo, che inizialmente non
era stato riconosciuto nella bozza dell'accordo, sembrerebbe dunque tornare
alla ribalta. In tutto questo, anche e soprattutto a causa della fragilità della situazione, in Libia il Califfato continua a
CdG
prosperare.
per combattere il terrorismo”.
Il portavoce della coalizione, colonnello
Steve Warren, ha però negato ogni responsabilità: “abbiamo visto la relazione
siriana – ha dichiarato all'agenzia di
informazione AFP – ma non abbiamo
confotto raid in quella zona del Paese”.
Warren ha poi aggiunto che ieri sono
stati effettuate quattro missioni, a circa
55 km di distanza dalla città di Ayyash.
Quello denunciato è il primo incidente
di questo tipo dichiarato pubblicamente
dal governo di Damasco da quando gli
Usa hanno cominciato i bombardamenti
in Siria. Un incidente che oltretutto
sembra confermato dalle dichiarazioni
dell'Osservatorio siriano per i diritti
umani, riportate anche dalla BBc.
Nel frattempo è stato annunciato che
domani, a Riad, si terrà un incontro tra
i rappresentanti delle varie formazioni
dell'opposizione siriana, che si confronteranno in vista dei colloqui a mediazione
Onu previsti per gennaio a New York.
Al vertice parteciperanno anchequindici
gruppi armati islamisti anti-Damasco,
che combattono Assad sostenuti da
Turchia, Arabia Saudita e Qatar. CdG
7
Martedì 8 dicembre 2015
SToRIA
“ L’UOMO - DICE BALBINO GIULIANO - HA ANCHE BISOGNO NELLA GIORNATA DI UN MOME NT O IN CUI L A S UA AT T IVIT À
SI SVOLGA LIBERA DALLE COSTRIZIONI CONTINUE CHE L A VITA GL I IMPONE ”
Il Dopolavoro, per l’elevazione
spirituale degli Italiani
“Incoraggiare un tale nobile ozio vuol dire talvolta redimere delle anime, vuol dire elevare il modello della cultura del popolo”
di Emma Moriconi
ra le necessità della famiglia, una volta badato alla
scuola e al lavoro, il Fascismo contemplava anche
il dopolavoro: "L'uomo dice Balbino Giuliano - che ha il
pane ed il lavoro, ha anche bisogno
nella giornata di un momento pur
breve in cui possa dimenticare il lavoro e il pane. Di un momento in
cui la sua attività si svolga libera
dalle costrizioni continue che la vita
gli impone. Ha bisogno di dimenticare per un momento le cose necessarie che deve fare ogni giorno,
e fare un poco le non necessarie e
poi ritornare un'altra volta all'opera
quotidiana. Questa dimenticanza
nella vita comune si chiama distrazione o divertimento e l'uomo lavora
per solito in un'altra occupazione
che lo libera dalle nebbie in cui lo
fascia la meccanica e continua ripetizione del lavoro a cui i doveri della
vita lo costringono. Ora una grande
vittoria sarebbe portare gli uomini
che lavorano a trovare la distrazione
e il divertimento in un nobile ozio,
cioè in una occupazione che ci elevi
alle forme ideali di una sfera superiore dove l'uomo possa sentire palpitare più forte la vita dello spirito. E
senza alcuna paura di sembrare ingenui ottimisti diciamo pure che ogni
uomo in qualche momento ama questo divertimento che è elevazione
dello spirito, e lo amano anche i modesti lavoratori più che i savi non
abbiano mai sospettato. Forse nemmeno gli uomini che ne fanno professione hanno mai sentito tanta ammirazione per la coltura, come certe
persone che vivono sulla soglia del
mondo della coltura senza mai poterci
T
entrare decisamente. E forse può
anch'essere che molti uomini prendano certe tristi disordinate abitudini
per la mancanza di elevati puri divertimenti. Ed appunto, per offrire a
chi lavora la possibilità di questi più
puri ed elevati divertimenti fatti di
ricreazioni colturali, il Partito fascista
ha creato l'istituzione del Dopolavoro".
Dell'argomento abbiamo già parlato
in passato, più volte e soprattutto
quando abbiamo esaminato la Carta
del Lavoro di Bottai. Valgono dunque
le considerazioni espresse a suo
tempo, e in questa sede ci limiteremo
a impreziosire quanto già sottolineato
con lo scritto di Giuliano, che merita
certamente di essere riportato. Egli
prosegue: "L'istituzione si estende
per tutto il Regno. Si divide naturalmente in infinite sezioni di carattere
diverso secondo la diversa classe di
persone a cui si rivolge. Ad ogni
modo si può capire molto facilmente
quale possa essere almeno nelle
sue linee generali: conferenze e spettacoli cinematografici, teatrali, viaggi
d'istruzione e visite ai musei, e soprattutto concerti e rappresentazioni
dove gli stessi soci possano spiegare
un loro valore artistico che troppo
speso viene rintuzzato nella monotonia del lavoro giornaliero. Il Dopolavoro - dice ancora Giuliano - ha
anche organizzato mostre nelle quali
sono stati esposti lavori d'arte e d'industria fatti dai soci stessi. Chi giudicava quelle mostre con un superiore criterio da professionisti, poteva
facilmente dire che si esponevano
lavori mediocri. Ma bisognava invece
giudicarli tenendo presente che erano lavori di dilettanti, prodotti delle
ore di ozio dopo le fatiche giornaliere.
Siamo anzi persuasi che non sarebbe
affatto male incoraggiare anche que-
ste mostre, come tutta la produzione
che si compie fuori dal campo strettamente professionale. Anzitutto incoraggiare un tale nobile ozio vuol
dire talvolta redimere delle anime,
vuol dire elevare il modello della
coltura del popolo italiano: senza
contare che nessuno può escludere
che dalla produzione dei dilettanti
appassionati possa sorgere una nuova
forma di verità e di bellezza". Si
tratta di un concetto importante, che
si confà in maniera perfetta al pensiero fascista: innanzitutto parliamo
di un modo di diffondere la cultura,
a vari livelli, anche tra persone che,
viceversa, non avrebbero occasione
probabilmente di elevarsi in termini
culturali e dunque anche spirituali,
perché arte e spiritualità sono strettamente
connessi. In questo
senso il Dopolavoro è
perfettamente aderente allo spirito fascista
di elevazione degli Italiani. Il Dopolavoro ha
una funzione fondamentale, anche se in
termini amatoriali tutti,
grazie a questo strumento, possono non
solo distrarre per un
po' la propria mente
dagli affanni quotidiani
- la qual cosa costituisce anche un ammortizzatore sociale di indubbia efficacia - ma
concorre a quell'elevazione mistica, culturale, spirituale, filosofica che il Fascismo ha
sempre propugnato
per il popolo italiano.
E poi, come osserva
correttamente Giuliano, chissà che
da queste produzioni esca qualcosa
di importante: di certo "una nuova
forma di verità e di bellezza", perché
sarà sempre e comunque qualcosa
che sgorga dall'intima essenza dell'uomo. Un po' come succede per le
bande musicali, tanto per fare un
semplice esempio: fungono da intrattenitrici, consentono lo sviluppo
di una forma artistica che ciascun
essere umano cova dentro di sé seppure a vari livelli, e qualche volta da
questo tipo di realtà esce anche
qualche talento, perché no? Dunque
il Dopolavoro va inteso anche in questo senso, e bene si può osservare
come la sua funzione abbia molteplici
risvolti, tutti certamente positivi.
"BISOGNA AMARE DIO IN QUANTO È PERFEZIONE VIVENTE ED OPERANTE DE L L O S PIRIT O CRE AT ORE , S INT E S I
E TERMINE DI TUTTE LE FORME IDEALI CHE SI PRESENTANO AL L O S GUARDO UMANO"
Il senso del dovere
"Ogni atto col quale ciascun Italiano perfeziona la sua intelligenza ed il suo carattere,
è un passo fatto per esplicare tutta la latente virtù di questo grande popolo"
ltimo argomento, il senso
del dovere. "Non è certo
facile - dice Giuliano chiudere in una formula l'infinità del dovere umano. Ma poiché è necessaria anche una
formula che rappresenti una
conclusione, diremo che il dovere sta nel punto in cui si
congiungono due amori, l'amore di Dio e l'amore di noi
stessi. Naturalmente quest'Io
U
che dobbiamo amare in unione
colla divinità non è il piccolo
Io chiuso e fermo nella materialità di una organizzazione
di ciechi egoismi negativi, ma
è un Io che vive ed opera,
quasi dimenticando la sua piccola individualità empirica e
quasi risolvendosi nelle forme
ideali che sono simbolo dell'universalità divina. E così bisogna amare Dio in quanto è
perfezione vivente ed operante
dello spirito creatore, sintesi
e termine di tutte le forme
ideali che si presentano allo
sguardo umano. Noi dobbiamo
in altre parole amare noi stessi,
finché quest'amore non preclude la nostra attività e non
nega gl'ideali che ci portano
verso Dio; e dobbiamo amare
Dio in quanto questo amore
non annulli ed avvilisca la nostra persona umana e non isterilisca la nostra attività spirituale, ma anzi ne accresca ed
esalti l'energia ed il valore.
Nell'un caso noi ameremmo
solo un materiale idolo di noi
stessi, e non il nostro vero Io,
che per la sua intima essenza
è continuamente proteso a superare la sua materialità nell'ansia di un più alto ideale. E
nell'altro caso noi ameremmo
un idolo di Dio e non Dio stesso, che solo esaltando la virtù
attiva della sua creatura la richiama alla sua unità originaria". Come si può notare, lo
scritto di Giuliano verte molto
sulla spiritualità, ed è coerente
con tutto ciò che ha espresso
nelle pagine che abbiamo avuto
modo di esaminare insieme.
Per concludere questo speciale
dedicato agli scritti di questo
pensatore, che ci auguriamo
abbia spalancato una finestra
su certi aspetti del Fascismo
che sono essenziali per com-
prenderne l'essenza più intima,
useremo le stesse parole con
cui l'autore chiude il suo lavoro,
e che suona oggi come un monito: "Noi non possiamo non
sentire che cosa significhi per
un popolo avere una capitale
che si chiama Roma, e una
terra disseminata di monumenti
che attestano venticinque secoli
di glorie: e ciò che forse persa
anche di più è sapere che questo nostro popolo italiano ha
ereditato dalla sua storia tali
virtù, che se riesca ad educarle
ed esprimerle pienamente, può
fare tanto bene al mondo quanto
nessun altro popolo, e come
nessun altro può portare un
contributo decisivo alla solu-
zione dei problemi in cui si travaglia oggi così dolorosamente
l'umanità. Ecco la norma morale
ultima, che piccoli o grandi
possiamo darci: riflettere che
ogni atto per quanto modesto,
col quale ciascun Italiano perfeziona la sua intelligenza ed il
suo carattere, è un passo fatto
per esplicare tutta la latente
virtù di questo grande popolo,
è un contributo portato alla creazione di una nuova gloria per
l'Italia e al superamento di una
grande crisi spirituale dell'umanità, è dovere compiuto verso
la verità più profonda del nostro
Io e più alta nel divino cielo
dello spirito".
[email protected]
8
Martedì 8 dicembre 2015
ROMA
TERRORE TRA CITTADINI, TURISTI E PELLEGRINI. OLTRE DUE MILIONI DI PERSONE HANNO RINUNCIATO AL VIAGGIO NELLA CAPITALE
Giubileo, paura e allerta massima
Intanto la denuncia del Sap al Giornale d’Italia sarà oggetto di un’interrogazione
parlamentare dell’Italia dei valori. Presentato il piano di sicurezza
di Giuseppe Sarra
M
assima allerta per l’inizio del Giubileo della
Misericordia. Roma è
blindatissima con una
pianificazione articolata che è scattata ieri e coprirà tutti
gli eventi in programma oggi.
In ogni area di servizio, secondo il
piano di sicurezza del questore D’Angelo e del prefetto Gabrielli, è stata
svolta una bonifica con artificieri,
unità cinofile anti-esplosivo e controlli
con metal detector fissi e portatili.
A vigilare a largo raggio le unità
operative antiterrorismo, poliziotti
altamente specializzati ed equipaggiati per verificare particolare minacce ed assicurare il primo intervento in situazioni critiche. Sul campo
anche i reparti speciali della Polizia
di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.
Inoltre è stata coinvolta l’Aeronautica
militare, con una rappresentanza all’interno del Centro per la gestione
dei grandi eventi.
Il contributo della Difesa, e dell’Aereonautica in particolare, per la realizzazione della cornice di sicurezza
legata all’Anno Santo, viene attuato
mediante l’incremento del dispositivo di controllo dello spazio aereo
con lo schieramento di un radar di
difesa aerea dell’Aeronautica e di
un radar acquisizione dell’Esercito
italiano. Al fine di evitare le scene
del funerale di Vittorio Casamonica,
il piano di sicurezza ha aumentato
la sorveglianza e l’intervento aereo
con elicotteri HH212 per l’intercettazione di velivoli a bassa velocità,
di intercettori EF2000 come incremento della normale attività di difesa
aerea e di un velivolo a pilotaggio
remoto (Predator) per la sorveglianza delle aree sensibili della Capitale.
Misure scattate sin da oggi, giorno
in cui c’è il divieto assoluto di sorvolo
tra le 7 e le 19 in un’area circolare
con un raggio di circa 10 km dal
cuore di Roma.
Allerta massima anche in piazza
San Pietro e tutta la zona circostante,
presidiata da forze dell’ordine e telecamere, circa 200 sono state installate recentemente in centro. Poi:
“oltre 2250 uomini delle forze armate
- ha detto il prefetto - ce ne sono
altri mille delle forze di polizia che
si aggiungeranno”, ma si potrà contare anche su 900 vigili.
Gabrielli ha inoltre vietato per martedì di trasportare carburanti, Gpl
e metano dentro il Grande raccordo
anulare (Gra), mentre fino a mercoledì 9 sono interdette armi, munizioni, esplosivi, sostanze esplodenti
e gas tossici. E’ severamente vietata
l’accensione di fuochi d’artificio.
“Noi siamo preoccupati per il contesto, anche se non c’è un allarme
specifico”, ha spiegato Gabrielli
a Sky tg 24. “Sicuramente oggi è
l’overture e come tutti gli inizi - ha
continuato - deve avere una particolare attenzione e per questo a
fronte di una presenza numerica
non particolarmente significativa”
di fedeli e turisti. Ovviamente, ha
concluso,“l’attenzione la dobbiamo
tenere alta fino al 21 di novembre,
il giorno dopo la chiusura” del
Giubileo.
Emerge, infatti, la paura dei romani
e dei pellegrini, tanto che già oltre
2 milioni di italiani hanno rinunciato
al viaggio a Roma per il Giubileo
per paura degli attentati terroristici.
E’ l’analisi di Coldiretti/Ixe dalla
quale si evidenzia che il clima di
preoccupazione ha costretto molti
italiani a cambiare le abitudini di
vita ed anche i programmi turistici
e religiosi.
Insomma, il Giubileo dovrà fare i
conti con l’effetto sul terrorismo
che serpeggia nella Capitale. Se
da un lato cittadini, turisti e fedeli
sono fortemente preoccupati, dall’altro i sindacati delle forze di polizia (in 2000 saranno coinvolti, ma
a rotazione) non rassicurano lo
stato di agitazione del Paese. Anzi,
il Sindacato autonomo di polizia
(Sap) non ha risparmiato dure critiche al governo, dal personale
(2500 assunti su 5000 in pensione
entro la fine dell’anno) alla mancanza di un addestramento antiterroristico, fino alle criticità sui
mezzi e sui kit.
Intanto l’ultima denuncia del Sap
sul Giornale d’Italia sarà oggetto
di un’interrogazione parlamentare
che verrà presentata dall’Italia. Al
centro del contendere le centinaia
di poliziotti trasferiti, provenienti
da fuori regione per garantire la
sicurezza del Giubileo, che dormono in auto a causa della mancanza di alloggi.
“Chiediamo chiarezza sulla vicenda”, ha assicurato Ignazio Messina,
leader Idv, secondo cui “non è
questo il trattamento che si deve
a dei servitori dello Stato che già
guadagnano uno stipendio misero,
costretti a turni massacranti e ora
anche in grandissima difficoltà
nella ricerca di un alloggio economicamente sostenibile”.
TRASPORTI, SANITÀ, ABUSIVISMO E STRUTTURE RICETTIVE, C’È TANTO DA FARE
Un anno… in alto mare
L
a macchina capitolina
prosegue a rilento, nonostante il cambio di passo avvenuto con l’arrivo del
commissario Tronca in Campidoglio. Un ritardo denunciato
anche da monsignor Fisichella,
responsabile del Vaticano per
l’Anno Santo, che nei giorni
scorsi si era espresso così: “Si
era partiti con 131 opere, siamo
arrivati a 31, e di fatto sono alcuni marciapiedi che vengono
sistemati...”. Tuttavia, è la promessa dal Comune, la gran
parte dei lavori sono stati avviati
e termineranno entro fine gennaio. Staremo a vedere, ma la
macchina organizzativa non
può permettersi momenti di
defaillance. Eppure il trasporto
pubblico locale è in condizioni
indecorose, con ritardi e guasti
all’ordine del giorno.
Ma dal Campidoglio assicurano che, a partire dai prossimi
giorni, la mobilità verrà potenziata con più corse di bus
e metro durante le feste natalizie e nei fine settimana, con
la speranza di non incorrere
con i disservizi quotidiani che
hanno paralizzato recentemente la Capitale.
Il piano speciale prenderà il
via con l’apertura della Porta
Santa. Nel corso degli eventi
giubilari del mese di dicembre, Roma Capitale ha disposto l’entrata in vigore del piano
grandi eventi per i bus turistici.
Nelle giornate dell’8, 13, 20 e
27 dicembre sarà possibile
acquistare permessi giornalieri che consentiranno di prenotare un “parcheggio lunga
sosta” in cinque aree situate
nelle vicinanze di stazioni ferroviarie, delle stazioni della
metropolitana e del Vaticano.
Nonostante una moratoria firmata dai sindacati, il governo
pronto a precettare in caso di
scioperi.
Ma un altro tasto dolente riguarda la sanità, nonostante
gli annunci e le promesse della
Regione Lazio che comunque
ha riservato “300 posti letto
per situazioni di crisi”, ha affermato il prefetto Gabrielli,
anche se altri posti saranno
garantiti dalle strutture militari.
Non solo, ha aggiunto Gabrielli,
“in caso di attentato abbiamo
posti disponibili nei pronto soccorso: 13 sono già stati resi
operativi”. Lo stesso Zingaretti
affermava qualche mese fa
che c’erano tanti problemi. Eppure la situazione non sembra
essere migliorata, almeno stando alle denunce dell’opposizione regionale.Si sta tentando
di limitare al massimo il fenomeno dell’abusivismo, una piaga della Capitale, potenziando
anche l’attività di controllo delle
strutture ricettive, b&b e case
vacanza, le quali rappresentano
un altro motivo di preoccupazione. A Roma, più che altrove,
la presenza diffusa di alloggi
abusivi è da tempo un problema. Calcolando hotel, bed
and breakfast e case vacanza,
in tutta la città sono registrate
circa 3.500 strutture autorizzate,
per un totale di 167mila posti
letto. Invece sul web se ne trovano almeno 6-7mila, con la
possibilità di alloggiare senza
alcun tipo di controllo.
In questi giorni, infatti, sono
numerose le ispezioni per raccomandare ai gestori di B&B
la regolare trasmissione dei
documenti dei clienti, ma soprattutto per scoprire le strutture fuori controllo. Diverse realtà illegali nel centro storico
sono già state sanzionate.
IL PROGRAMMA
Si apre la Porta Santa
l Giubileo della Misericordia
inizia ufficialmente oggi con
l’apertura della Porta Santa
di San Pietro.
Si parte quindi dalla solennità
dell’Immacolata Concezione e si
proseguirà per un anno, fino al
20 novembre 2016, con un calendario fitto di eventi che attireranno nella Capitale milioni di
I
Intanto, oltre allo stop ai “centurioni” in alcune zone della
Città Eterna, il commissario
pellegrini provenienti da tutto il
mondo.
Sarà una giornata intensa, a partire dall’arrivo di mattina presto
dei fedeli in piazza San Pietro,
alla messa con apertura della
Porta Santa della Basilica, fino
al tradizionale all'omaggio all'Immacolata Concezione in piazza di Spagna nel pomeriggio.
Tronca ha varato anche il divieto all’attività dei risciò e
dei cosiddetti “saltafila” in di-
Il cronoprogramma
- ore 6.30: apertura di piazza
San Pietro ai fedeli;
- ore 9.00: il Papa arriva nella
basilica di San Pietro;
- ore 9.30: piazza San Pietro:
inizio Messa;
- ore 10.30 (circa): apertura
della Porta Santa nella Basilica
Vaticana, presieduta dal Papa
per l’inizio dell'Anno Santo della
Misericordia, il Papa emerito Benedetto XVI è presente al rito di
apertura della Porta Santa, nell’Atrio della Basilica di San Pietro;
- ore 11.00 (circa): il Papa attraversa in processione la porta
santa;
- ore 12.00: Angelus in Piazza
San Pietro;
- ore 15.45: partenza in auto da
Santa Marta;
- ore 16.00: piazza di Spagna:
omaggio all’Immacolata.
La tradizione prevede che il Papa
si rechi per un omaggio alla Madonna anche a Santa Maria Maggiore, quindi Bergoglio si fermerà
in preghiera presso l’icona della
“Salus Popoli Romani”.
verse aree del centro cittadino,
anche vicino la basilica di San
Pietro.
9
Martedì 8 dicembre 2015
VERSO LE COMUNALI
Anche a Roma
il modello Le Pen
L’appello di Francesco Storace:
“A destra candidare gente pulita”
DA RoMA E DAL LAzIo
CONTRO L’ORDINANZA DEL COMMISSARIO TRONCA
Protesta tour operator,
in sei sul Colosseo
Lo striscione apparso davanti all’Anfiteatro Flavio:
“No ai bagarini. Da Mafia Capitale a Capitale mafiosa”
No ai bagarini. Da Mafia Capitale a Capitale mafiosa”, “Diritto
al lavoro, no saltafila”. Sono alcuni degli striscioni apparsi ieri
mattina davanti al Colosseo
dove è andata in scena la seconda protesta di alcuni lavoratori delle agenzie
di viaggio di Roma, alcuni dei quali si
sono arrampicati, alla faccia delle misure
anti-terrorismo, proprio alla vigilia del
Giubileo, sull’Anfiteatro Flavio contro le
ordinanze del commissario Tronca.
In sei sono saliti sulle arcate, in tre, invece,
si sono incatenati alla cancellata per manifestare contro il provvedimento che
impedisce di esercitare le loro attività.
L’ordinanza è chiara: “Il divieto di svolgere
in maniera ambulante l’attività su suolo
pubblico di intermediazione e promozione di tour turistici e vendita di biglietti
per l’accesso ai musei e siti di interesse
storico, artistico e culturale perché lesivi
della leale concorrenza commerciale”.
“Noi non scendiamo fino a che non ci
garantiscono nero su bianco di poter
tornare a lavorare”, ha detto uno di loro,
continuando: “Anzi, saremo sempre più
persone a salire su”.
Insomma, una situazione estremamente
calda che dovrebbe essere chiarita una
volta per tutte. Ovviamente dal Campidoglio hanno proposto l’ennesimo incontro, rispedito al mittente dai manifestanti che non hanno accettato la condizione: si terrà solo se i sei tour operator
“
onda lepenista, che vede
nella coerenza e nel patriottismo i suoi punti cardine, potrebbe attraversare anche la Penisola. E’ l’auspicio
di Francesco Storace, leader
de La Destra, in un tweet, commentando il balzo in avanti del
partito della destra francese in
ben sei regioni sulle 13 dove
si è votato lo scorso weekend.
Se in casa nostra in molti cominciano a guardare con un
occhio diverso lo sfondamento
del Front National nel panorama
politico francese, il segretario
nazionale de La Destra è dell’avviso che occorra seguire la
strategia politica della Le Pen
per essere vincenti, a partire
dalle prossime amministrative
con tantissime città alle urne:
L’
da Milano a Napoli, passando
per Roma che per anni ha rappresentato il laboratorio della
destra italiana.
“Le Pen vince senza alleanze.
In Campidoglio con il popolo.
Candidare a destra gente pulita.
Basta vertici di palazzo”, è la
strada indicata dal vicepresidente del Consiglio regionale
del Lazio.
L’exploit del Front National e
di Marine Le Pen è stato accolto
positivamente da gran parte
del centrodestra, da Fratelli
d’Italia alla Lega Nord fino a
Forza Italia. Ma è ancora presto
per affermare se tali dichiarazioni si trasformeranno in azione
politica. Il tempo scorre veloce
e le prossime amministrative
sono dietro l’angolo.
G.S
decideranno di scendere dal Colosseo.
Nulla da fare.
“Non ce ne andremo fino a che non sarà
fatta una promessa scritta. I tour operator
rimarranno qua tutta la notte, sia quelli
sopra al Colosseo che quelli sotto, organizzandosi con dei turni”, ha spiegato
Stefano Donghi, uno degli animatori della
protesta.
E’ stato necessario anche l’intervento
dei vigili del fuoco e dei sanitari del 118.
Uno dei manifestanti è stato colto da un
malore, riportato giù dal personale del
115, dopo essere entrato nel Colosseo
per affacciarsi insieme agli altri colleghi.
Soccorso anche un manifestante, trasportato da una seconda ambulanza in
ospedale.
Intanto Stefano Pedica (Pd) ha messo in
evidenza le criticità del sistema di sicu-
rezza in prossimità dei punti ritenuti sensibili, tra i quali spicca il Colosseo, simbolo
della Capitale.
“ Come mai i controlli non hanno funzionato? Alla vigilia del Giubileo e in una
città completamente blindata, com’è possibile che un gruppo di tour operator
riesca a salire tranquillamente sul Colosseo per protestare contro le ordinanze
del commissario Tronca? Dopo l’analogo
episodio dello scorso 27 novembre, quando un uomo era salito sull’Anfitetatro
Flavio per un paio di ore, e il blitz dei
movimenti per la casa a Castel Sant’Angelo di qualche settimana fa, arriva un
altro esempio lampante di vulnerabilità
che non può essere affatto ignorato”, ha
evidenziato l’esponente democratico.
Dov’erano le forze di polizia assicurate
dal ministro Alfano?
I TRE, TUTTI ROMENI, ERANO SCAPPATI DALL’ITALIA DOPO AVER AMMAZZATO IL MANAGER TEDESCO
Omicidio Degenhardt:
presi i fuggitivi
In manette anche un complice, un artista di strada
n quattro sono stati arrestati
per l’omicidio di Oliver Degenhardt, il 49 manager tedesco trovato morto lo scorso 6
novembre in un appartamento
di via dei Volsci. E’ il risultato
della complessa indagine condotta dai carabinieri del nucleo
investigativo di Roma e le polizie
di Romania e Norvegia, Paesi
scelti dai tre fuggitivi. Sono accusati di concorso in omicidio
I
volontario.
Secondo la ricostruzione, cinquanta minuti sono serviti a Laurentiu Dragan, Costantin Andronache e Sebastian Zamfir, tutti
di origini romene, per mettere
la parola fine a Degenhardt. Prima
un incontro programmato via
chat, forse per un rapporto sessuale, forse per una semplice
chiacchiera. Poi la lite cruenta,
degenerata in omicidio prima e
rapina poi. Per cancellare ogni
traccia infine l’incendio.
Il primo tassello è stata un’impronta lasciata da Andronache
su una scatola di cellulare. Da lì
si è riusciti a collocare il il ragazzo
sulla scena del crimine. L’esame
dei tabulati - ulteriore tassello del telefono di Degenhardt hanno
mostrato i contatti del manager
tedesco con Dragan, ma anche
con un’utenza francese. Que-
st’ultima, all’inizio delle indagini,
si pensava fosse in uso di Andronache. I successivi riscontri
hanno evidenziato come la stessa
fosse in realtà in uso a Zamfir.
Le utenze, però, sono risultate
spente nella notte dell’omicidio.
I tre avevano infatti deciso di
darsi alla fuga, non prima però
di aver consegnato la refurtiva
al padre di Laurentiu Dragan,
artista di strada dimorante in
una baracca sotto il Ponte della
Musica. Anche per questo Ionel
Dragan è stato posto in arresto,
con le accuse di favoreggiamento
e ricettazione.
Sono scappati prendendo il primo
pullman dalla Tiburtina verso la
Romania. Poi le loro strade si
sono divise. Andronache si è diretto in Norvegia. Credevano di
averla fatta franca, invece i militari
dell’Arma sono riusciti a ricostruire l’accaduto.
“E’ stato a questo punto - ha
spiegato Lorenzo D’Aloia, comandante del nucleo investigativo
della Capitale - che abbiamo allertato la polizia romena. Nonostante ci mancassero delle prove
per poter far scattare l’arresto,
gli agenti hanno attenzionato comunque i sospettati, evitando
che si disperdessero ulteriormente”.
Le manette sono poi scattate a
seguito della perquisizione a casa
di Dragan. Nei giorni successivi
si è quindi risaliti anche a Zamfir
che si poi scoperto essere il
reale utilizzatore dell’utenza francese che ha contattato Degenhart.
“E’ stata un’indagine complessa
e articolata con investigazioni
tradizionali e moderne - ha detto
nel corso della conferenza stampa
il comandante provinciale dei
carabinieri Salvatore Luongo che ha permesso di catturare
pericolosi malviventi con precedenti. È stata importante anche
la fattiva collaborazione della polizia romena”.
10
Martedì 8 dicembre 2015
DALL’ITALIA
PEZZI DA DIECI PER UN TOTALE DI CINQUECENTOMILA EURO: SI TRATTA DELLA PRIMA CONTRAFFAZIONE DELLA NUOVA SERIE
Napoli, maxisequestro di banconote false
Arrestato un uomo di 39 anni dopo un inseguimento ad opera delle Fiamme Gialle
SOTTO SFRATTO, CHIEDONO UNA TRATTATIVA CON IL COMUNE
Bologna, senza tetto occupano
l’ex palazzo delle Poste
Sessantotto famiglie, tra cui moltissimi
minori, si sono chiuse all’interno dello stabile
essantotto famiglie italiane e straniere hanno occupato un palazzo
delle Poste in via Agucchi, nella
periferia della città di Bologna. Tra gli
occupanti vi sarebbero una settantina di
minori.
Sul posto è intervenuta la polizia con i
blindati e in tenuta antisommossa, posta
a presidio dell’ingresso. Alcuni attivisti
del collettivo Social Log sono saliti sul
tetto dello stabile al grido di “Via via la
polizia”; gli occupanti si sono chiusi all’interno e hanno chiesto una trattativa
con il Comune e con le Poste. Si tratterebbe di persone sotto sfratto, alcune di
esse vivevano all’ex Telecom di via Fioravanti, occupato il 4 dicembre dell’anno
scorso dallo stesso collettivo e recente-
S
di Emma Moriconi
C
inquecentomila euro in
banconote false da dieci
sono stati sequestrati in
provincia di Napoli dalla
Guardia di Finanza. Si tratterebbe, secondo i finanzieri del
comando provinciale e del nucleo
speciale di polizia valutaria, del primo sequestro della nuova serie effettuato in Europa. È stato arrestato
un uomo di 39 anni residente a Milano, del quale sono state rese note
le sole iniziali, A.F., dopo un inseguimento a opera delle Fiamme
Gialle tra le strade di Casoria, in
provincia di Napoli. L’uomo ha tentato la fuga e ha speronato le auto
della Guardia di Finanza, che avevano chiuso il passaggio al fuggitivo
al termine di un inseguimento. L’uomo era stato affiancato dalle auto
dei militari e non aveva rispettato
l’alt intimatogli dai finanzieri lanciandosi per le vie della cittadina
ad alta velocità.
Dieci minuti di inseguimento, poi
l’immobilizzazione dell’uomo e la
perquisizione del suo mezzo che
ha portato alla scoperta, nel bagagliaio, di quattro scatole che conte-
Il cadavere di un uomo di 68
anni è stato rinvenuto nell’ufficio
della sua azienda in via Crispi, a
Cattolica Eraclea, in provincia di
Agrigento, con la gola recisa. Giuseppe Miceli – questo il suo nome
– era titolare di una ditta di lavorazione del marmo. I Carabinieri,
coordinati dalla Procura della Repubblica di Agrigento, stanno valutando l’ipotesi dell’omicidio; ieri
i militari della scientifica hanno
effettuato rilievi sia dove è stato
rinvenuto il corpo sia nel laboratorio in cui l’uomo lavorava. Sul
posto è intervenuto anche il medico legale. Stando alle prime indiscrezioni, sul pavimento ove
era riverso il corpo sono state
rinvenute tracce di sangue. Le
indagini dell'Arma sono coordinate
dal sostituto procuratore di Agrigento Silvia Baldi.
ACCOLTELLA IL FIGLIO DOPO
UNA LITE
È successo a Napoli, nel quartiere
Arenella: una lite tra padre e figlio
per futili motivi sfocia in tragedia.
Un uomo di 62 anni, V.D., ha accoltellato il figlio ventitreenne,
R.D., al torace destro con un coltello. Il giovane è stato portato
urgentemente all’ospedale Cardarelli dove è stato operato e dove
è ricoverato in prognosi riservata.
A quanto parte fortunatamente
non è in pericolo di vita. Per l’ag-
glio di sé. L’uomo è stato denunciato
alla Procura della Repubblica di
Napoli, che ha assunto la direzione
delle indagini. A quanto riferiscono
le Fiamme Gialle, “è un ulteriore
colpo messo a segno da parte dei
militari del comando provinciale di
Napoli e del Nucleo Speciale di Po-
lizia Valutaria di Roma, dopo lo
smantellamento di 5 stamperie clandestine negli ultimi due anni, a testimonianza del costante impegno
del Corpo nel contrasto al falso monetario, a tutela dei cittadini, dell'economia legale e dei mercati finanziari".
AVEVA 91 ANNI, I FUNERALI DOMANI ALLE 11 NELLA CHIESA DI SANT’ANGELO A MILANO
IN BREVE
CADAVERE CON LA GOLA
TAGLIATA AD AGRIGENTO
nevano banconote da 10 euro per
cinquecentomila euro in totale. I finanzieri hanno esaminato le banconote e ne hanno rilevato la fattura
quasi perfetta. Ad essere contraffatte
erano le banconote della nuova
serie emessa dalla BCE nel settembre 2014, studiate in modo tale da
garantirne proprio una difficile contraffazione dopo che il fenomeno
della falsificazione era diventato
molto diffuso. Nel territorio partenopeo ad occuparsi della falsificazione delle banconote c’è il noto
“Napoli Group”, che anche questa
volta a quanto pare ha dato ilo me-
mente sgombrato, altri erano ospiti del
dormitorio di via Beltrame.
La polizia ha tentato uno sgombero, ma
gli agenti sono stati bloccati all’ingresso
da alcuni attivisti, che hanno manifestato
a suon di slogan, reclamando “Casa,
reddito e dignità” dal terrazzo. Il clima è’
stato teso per tutta la giornata di ieri. I
Vigili del Fuoco sono riusciti ad aprire
una porta bloccata ed è partita una carica
della polizia per allontanare gli attivisti
che presidiavano l’ingresso.
Nel pomeriggio sul posto sono arrivati i
servizi sociali. I primi a darne notizia
sono stati proprio gli attivisti del collettivo
su Twitter: “Apriamo le porte al diritto
all’abitato! Occupato ex Poste in via
em
Agucchi a Bologna”.
gressore ilo Magistrato ha disposto
la denuncia in stato di libertà mentre l’arma del delitto, un coltello,
è stata sequestrata. Il fatto è avvenuto in via Simone Martini, nel
quartiere Arenella, dove sono intervenuti gli agenti della Polizia di
Stato.
OGLIASTRA, OPERAI SALVATI
DAI VIGILI DEL FUOCO
Allagamenti e disagi nei collegamenti stradali in Ogliastra a seguito
di un violento nubifragio che si è
abbattuto nella zona durante la
notte di ieri. Particolarmente colpita
la zona da Tortoli a Tertenia. Due
tecnici dell’Enel stavano riparando
un guasto nella marina di Sarrala,
a Tertenia, quando un torrente in
piena li ha travolti trascinando il
loro furgone. Uno dei due era all’interno del mezzo, l’altro fuori.
Quest’ultimo si è messo in salvo,
mentre l’altro è stato preso dai
Vigili del Fuoco del distaccamento
di Lanusei, che hanno provveduto
a mettere in salvo anche altre
persone in difficoltà lavorando
per tutta la notte di ieri. I due
sono stati ricoverati presso l’ospedale di Lanusei per accertamenti.
Molti i disagi registrati nel territorio
a seguito del maltempo sono dovute intervenire anche due squadre
in assetto fluviale da Nuoro. Diverse case di San Gemiliano, a
Porto Frailis, sono state allagate,
come pure bar e attività commerciali a Tortolì.
Moda in lutto, è morta Krizia
Ha contribuito a creare e sostenere l’affermazione internazionale
di un modello di eleganza tipicamente italiano
D
omenica 6 dicembre 2015, muore all’età di quasi 91 anni Maria
Mandelli detta Mariuccia, in arte
Krizia.
La notizia della scomparsa della stilista
arriva tramite un comunicato stampa
emanato da il cda di M.M.K. spa:
Krizia è nata a Bergamo il 31 gennaio
1925; il suo nome d’arte, grazie al quale
si è affermata nel mondo della moda,
prende spunto dall’ultimo Dialogo di
Platone, il Dialogo incompiuto; secondo
quanto riferito da Aldo Pinto, marito e
coetaneo di Krizia, la coniuge sarebbe
morta per un malore improvviso; i funerali della designer si svolgeranno domani alle ore 11:00 nella Chiesa di Sant’Angelo in Via della Moscova, a Milano.
La moda è un aspetto che ha sempre
caratterizzato la vita di Krizia, tanto che
in un certo momento, ha rifiutato anche
una cattedra come insegnante elementare per aprirsi un proprio laboratorio
ed iniziare così ad inseguire il proprio
sogno; Krizia apre il suo primo laboratorio a Milano insieme a Flora Dolci, i
primi capi d’abbigliamento realizzati
dalla giovane stilista sono semplici e
caratterizzati da linee semplici e senza
ornamenti superflui. Difatti lo stile che
caratterizza gli abiti di Krizia va molto
in contrasto con la moda del 1971; in
quegli anni ad andare di moda erano le
gonne lunghissime, al massimo fino a
sotto il ginocchio; ma questo stile tutto
nuovo ha portato la giovane stilista a
vincere il premio “Tiberio d’oro”; così,
la gomma ed il sughero divennero un
punto cardine delle creazioni di Krizia,
che arrivò al punto di farsi conoscere
anche dalla stampa americana, la quale,
giunse a definirla “Crazy Krizia”, Pazza
Krizia.
“Mariuccia - dice il comunicato stampa
che dà notizia della sua scomparsa -,
per tutti gli amici, è stata una straordinaria
ed innovativa stilista di moda che, col
nome di Krizia, ha contribuito a creare
e sostenere l'affermazione internazionale
di un modello di eleganza tipicamente
M.B.
italiano".
11
Martedì 8 dicembre 2015
SPORT
CHAMPIONS LEAGUE - STASERA I BIANCONERI A SIVIGLIA. BASTA UN PUNTO PER CONSERVARE IL PRIMO POSTO NEL GIRONE
La Juve per il primato, la Roma per la faccia
Domani i giallorossi si giocano tutto contro il Bate Borisov. Partita da dentro o fuori per Garcia, che rischia grosso
di Federico Colosimo
N
ovanta minuti che possono valere una stagione. Almeno per la Roma.
Perché se la Juve ha già
messo in cassaforte la
qualificazione agli ottavi di finale,
i giallorossi non possono fallire
quell’obiettivo minimo che porterebbe nelle casse del club pure
un bel gruzzoletto di denaro da
investire sul mercato a gennaio.
Torna la Champions League. Torna
la competizione più affascinante
d’Europa. Con le italiane protagoniste. Stasera tocca ai bianconeri
che a Siviglia, nell’ultima tappa
della fase a gironi, vogliono conservare il primo posto del gruppo
“D” per sperare in un sorteggio
favorevole per gli ottavi. In Spagna,
per riuscirci, basterà un pareggio.
Ma capitan Buffon e compagni
punteranno lo stesso alla vittoria.
Senza fare troppi calcoli che alla
resa dei conti potrebbero giocare
brutti scherzi alla banda Allegri.
Che vuole centrare l’obiettivo e
dedicarlo al presidente Agnelli
che ha appena festeggiato i 40
anni.
Contro i detentori dell’Europa League, il tecnico toscano punterà ancora sul 3-5-2. Quel modulo con
cui la Vecchia Signora sta recuperando terreno in campionato. I problemi maggiori sono a centrocampo, dove l’ex trainer del Milan ha
gli uomini contati. Khedira è ancora
out, come Hernanes, mentre Pereyra ha avuto una ricaduta proprio
quando sembrava sulla via del recupero. Con Padoin e Asamoah
fuori dalla lista Uefa, Allegri premerà
sulla freschezza di Pogba, che non
ha giocato contro la Lazio perché
squalificato, e sulla voglia di Lemina,
anche lui reduce da un infortunio.
In attacco chance per Morata. Confermatissimo Dybala.
Partita da dentro o fuori per la
Roma, con Garcia che domani sera
si gioca la panchina. Sempre più
al centro delle critiche, il francese
non può permettersi altri passi
falsi. Prima la partita col Bate e
poi la supersfida col Napoli. In pa-
lio l’accesso agli ottavi di finale di
Champions e la possibilità di rimanere agganciati - seppur da inseguitrice - al treno scudetto. Dopo
la figuraccia contro il Barcellona
(6-1), la disfatta in casa con l’Atalanta (0-2) e il pareggio col Torino
(1-1), Garcia è finito con le spalle
al muro. La clessidra sta per esau-
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
rirsi e il presidente Pallotta - che
ha tenuto diversi incontri con i dirigenti giallorossi (Zanzi, Baldissoni
e Sabatini) - ha lanciato l’ultimatum
all’ex manager del Lille. A cui
spetta il delicato compito di risollevare una squadra in crisi di gioco
e risultati. E per farlo il transalpino
dovrebbe forse appellarsi alle parole di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Perché per la
Roma tutto si decide domani. “Ora
noi o risorgiamo come squadra, o
cederemo un centimetro alla volta,
uno schema dopo l’altro, fino alla
disfatta. Siamo all’inferno signori
miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi
oppure aprirci la strada lottando
verso la luce”. Per i giallorossi è
la partita della verità. “O risorgiamo adesso, come collettivo, o saremmo annientati individualmente.
È il football ragazzi. È tutto qui”.
Non ci sono alternative. In un girone dominato dai catalani, i giallorossi per ottenere il pass per gli
ottavi dovranno “solo” battere il
Bate Borisov senza guardare il risultato del Bayer Leverkusen impegnato contro i blaugrana. Ai vicecampioni d’Italia potrebbe bastare anche un pareggio nel caso
le “aspirine” non dovessero ottenere l’intera posta in palio contro
i marziani d’Europa.
Tutto in 90 minuti. La Roma contro
i bielorussi si gioca la faccia. Garcia
il futuro. Sullo sfondo lo spettro di
Capello, Lippi e Spalletti.
12
Martedì 8 dicembre 2015
TuRISMo
ROBA DI VIAGGI – PRIMA CARRELLATA SUGLI APPUNTAMENTI DI CAPODANNO IN GIRO PER L’EUROPA
Ad Amsterdam ce n’è per tutti i gusti
All’aperto o nei locali, feste a tema capaci di soddisfare qualsiasi aspettativa: la guida al San Silvestro olandese
rascorrere il capodanno ad
Amsterdam è diventato un
classico per molti. Ma il divertimento è assicurato, non
soltanto nella sua sregolatezza.
Perché se la capitale olandese ha saputo
affermarsi come approdo sicuro di festeggiamenti da ricordare presso i visitatori di tutta Europa, è perché ha tanto
da offrire in varietà e numero di offerte:
Feste, concerti, cene per gli irriducibili
dei party, i romantici, per i più giovani
e per i meno giovani.
T
Festeggiare all’aperto
L’inizio del nuovo anno viene festeggiato
calorosamente in varie zone della città,
tra cui sulle 3 bellissime piazze Nieuwmarkt, Leidseplein e Rembrandtplein.
Allo scoccare della mezzanotte la maggior parte degli eventi avrà inizio e si
concluderanno nelle prime ore del mattino, popolando le strade della capitale
olandese con festeggiamenti ormai
molto apprezzati non solo dagli abitanti,
ma anche da migliaia di turisti che si
aggirano per le strade e tra i canali
della capitale.
Il nuovo anno viene naturalmente accolto
con spettacoli pirotecnici indimenticabili,
come quelli sul Magere Brug (Ponte
Magro), uno dei luoghi più suggestivi
per ammirare i fuochi d’artificio che regalano meravigliosi giochi di luce riflessi
sulle acque del fiume Amstel.
Festeggiare nei locali
Per chi invece preferisce passare il capodanno al chiuso, la città offre molte
possibilità di divertimento in numerosi
club, locali e location di ogni genere al
ritmo di svariati generi musicali: dalla
techno alla house, alla musica degli
anni 80, a divertentissime feste a tema.
Per chi non avesse ancora deciso cosa
fare, di seguito una lista degli eventi
più gettonati del Capodanno 2015 con
una breve spiegazione.
1. REAKTOR, primo giorno dell’anno
La sera di capodanno con Reaktor si
balla la techno dalle 22.00 fino alle
prime ore del mattino nella famosa
Warehouse Elementenstraat di Amsterdam. La line-up è già disponibile online.
2. Midnite burlesque show & party
Ecco come festeggiare il nuovo anno
con stile, una combinazione perfetta
per chi vuole mangiare bene senza
perdersi gli spettacoli e i festeggiamenti
di capodanno. Al Club 8 si gusta un’ottima cena di quattro portate accompa-
gnata da uno spettacolo burlesque,
buona musica, champagne e fuochi
d’artificio.
3. Loveland New Year
L’ultimo giorno del 2015 e il primo del
2016 si festeggiano con i botti al Loveland New Year. La festa si svolge nel
Mediahaven di Amsterdam il 31 dicembre 2015.
4. 80's New Years Eve
Per i nostalgici degli anni Ottanta, l’inizio
ideale del nuovo anno si celebra da
Studio 80 con il suo party all’insegna
del ritmo e del divertimento per iniziare
al meglio il 2016!
5. Tik Tak
Per accogliere il nuovo anno alla grande,
cosa c’è di meglio della Heineken Music
Hall che il 31 dicembre vedrà una fantastica sequenza di artisti quali: Dirtcaps,
FeestDJRuud, GirlsLoveDjs, Raynor
Bruges, Sem Vox, The Flexican ft Sef,
The Partysquad e FS Green & MC Fit.
6. New Years Eve Escape Amsterdam
Questa location, permette a gruppi di
amici con diversi gusti musicali di festeggiare comunque tutti insieme.
L’Escape club offre infatti ai suoi clienti
la possibilità di ascoltare vari generi
musicali come revival, techno, elettronica
e house in diverse sale.
7. The privileged
Il Club Abe si contraddistingue per il
suo stile glamour, e per l’occasione
sfoggia esibizioni di ballo, musica e intrattenitori spettacolari. E se ci si vuole
sentire davvero importanti, si può prenotare un tavolo VIP per una fine dell’anno
indimenticabile.
8. Ball Masqué New Years Eve Party
Ecco l’evento che gli amanti delle feste
a tema non possono perdersi. Il Club
Paradiso di Amsterdam organizza il 31
dicembre un fantastico Ballo in Maschera
che garantisce un inizio del nuovo anno
pieno di fantasia e originalità!
9. Het Partyfeest
Questa festa si svolge nella Westerunie
di Amsterdam. Il 31 dicembre la location
sarà addobbata con decorazioni di ogni
genere, pronta per servire vodka e
champagne per un brindisi coi fiocchi.
10. Awakenings New Years Special
Con la partecipazione di Bart Skills e
Adam Beyer (solo due dei tanti grandi
artisti presenti che animeranno la serata),
la serata Awakenings NY Special, al
Westergasfabriek di Amsterdam, assicurerà un inizio del nuovo anno molto
speciale.
11. Freaqshow
Per il capodanno del 2014 i biglietti
erano già esauriti 4 settimane prima
dell’evento. E’ quindi consigliabile affrettarsi a comprare i biglietti per uno
degli eventi più ambiti del capodanno!
Il Freaqshow con la sua particolare animazione presso l’immenso Ziggo Dome
di Amsterdam offre un capodanno molto
originale e un po’ pazzerello.
12. Full moon party
Il Winston Kindom di Amsterdam propone uno strabiliante spettacolo di
bodypainting, per accogliere il 2016
con insolita vivacità.
13. Crociera di Capodanno
Un modo del tutto diverso e unico per
festeggiare il nuovo anno: Dal “de Pier”
partiranno il 31 dicembre diverse crociere
sull’acqua, complete di intrattenimento
dal vivo e tanta musica. A bordo vi aspetta tanto spazio per ballare!
14. Secret Affair New Years Eve
Per concludere l’anno con una notte
indimenticabile, il Secret Affair propone
una serata veramente fantastica grazie
alla buona musica e i numerosi DJ,
tra cui Aaron Gril, Dyna e Gregor
Salto. Per chi volesse partecipare è
importante sapere che per i primi 500
arrivati ci sarà anche una bellissima
sorpresa.
Il primo giorno dell’anno
Dopo i grandi festeggiamenti c’è chi ha
ancora energie e vuole godersi il primo
giorno dell’anno nella capitale olandese.
Una delle attività più piacevoli e consuete
è quella di farsi una bella passeggiata
nel Vondelpark. Per ricaricare le energie
perse la sera precedente, è usanza
mangiare le gustose e tipiche frittelle
ripiene di mele e i bomboloni .
GLI APPUNTAMENTI NELLA CAPITALE AUSTRIACA TRA RAFFINATEZZA E VOGLIA DI FESTEGGIARE
Un classico: i valzer di Vienna
affinata, elegante, esclusiva:
Vienna è da sempre il cuore
pulsante dell’Europa in occasione delle festività di Capodanno e come una nobildonna
sa offrire sempre il meglio ai
suoi ospiti, secondo un programma collaudato ma capace
di inserire anche appuntamenti
alternativi al classico valzer o
alla trionfale marcia di Radetzky.
In occasione dell’ultimo dell’anno
a Vienna si balla e si fa festa: al
Percorso di San Silvestro, nel
centro storico di Vienna, all’elegante Ballo di Capodanno nella
Hofburg e ai numerosi galà e
party, che hanno luogo negli hotel, nei ristoranti e nei bar. High-
R
light musicale è il Concerto di
Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna nella Sala dorata del Musikverein.
Oggetti portafortuna come spazzacamini, maialini e quadrifogli
si possono acquistare al Mercatino di Capodanno davanti
alla Reggia di Schönbrunn o al
Villaggio di San Silvestro in
piazza Maria-Theresien-Platz. Il
31 dicembre 2015 il centro storico poi si trasforma in un gigantesco party: attraverso il Percorso di San Silvestro, che si
snoda attraverso il primo distretto, si possono gustare punch e specialità gastronomiche.
Numerose tappe che propon-
gono show, valzer, operette,
musica rock, pop, Dj line e musica folkloristica, intrattengono
la gente. Particolarmente apprezzata è l’area dedicata alla
musica classica lungo il Graben.
Le scuole di ballo viennesi offrono crash course di valzer in
piazza Stephansplatz. È lungo
questo percorso che i festeggiamenti iniziano alle 14 del 31
dicembre. A mezzanotte poi
sono i rintocchi della grande
campana del Duomo di Santo
Stefano, la cosiddetta “Pummerin”, e il “Valzer del bel Danubio blu” ad avviare il nuovo
anno. In piazza Rathausplatz e
al Prater intorno a mezzanotte
si svolge un grande spettacolo
di fuochi d’artificio.
Il Ballo di Capodanno nella Hofburg è perfetto per trascorrere
una scatenata notte di balli nelle
solenni sale del palazzo imperiale,
con allegre melodie e star del
mondo del balletto e dell’opera
lirica. Una raffinata cena di gala,
eleganti bar e uno squisito buffet
faranno della serata qualcosa di
magico. Un grande momento a
cavallo tra l’ultimo dell’anno e il
Capodanno è il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna nella Sala dorata
del Musikverein con Concerto
preliminare (30.12.2015), Concerto di San Silvestro (31.12.2015)
e Concerto di Capodanno
(1.1.2016). A causa della grande
richiesta, i biglietti vengono estratti
a sorte esclusivamente al sito internet dell’Orchestra Filarmonica
di Vienna. E la prima giornata
dell’anno a Vienna la si inizia di
solito con una bella colazione
doposbornia, il cosiddetto Katerfrühstück, la colazione del
gatto, sulla piazza antistante il
Municipio dove è prevista la trasmissione in diretta su un megaschermo del Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica di Vienna.
R. V.
DUBLINO
Grandi concerti ed eventi gratuiti:
il NewYear’s Festival promette scintille
L
a capitale irlandese è sempre festaiola: una regola
che non poteva certamente
trovare un’eccezione proprio nel
passaggio tra il 2015 e il 2016. Il
festival di Capodanno a Dublino,
ritorna dal 30 dicembre al 1° gennaio per concludere degnamente
l’anno vecchio.
Si tratta di tre giorni pieni di musica,
divertimento, arte e ottimo cibo, nel
segno delle esperienze delle edizioni passate che hanno già saputo
stupire un folto pubblico di visitatori.
In questa occasione il cuore della
città di Dublino sarà interamente
pedonale e centro dei festeggiamenti: la zona attorno a Trinity College, George Street e Dame Street
saranno il cuore pulsante di questo
fantastico festival di Capodanno.
Il Festival di Capodanno New Year's
Festival a Dublino ospiterà tantissimi
eventi, tra i quali ci saranno anche
eventi gratuiti, come la divertente
e colorata fiaccolata Procession of
Light. La sera del 31 dicembre dal
St. Stephen Green questa divertente
fiaccolata attraverserà il centro della
città con artisti di strada, musica, e
la più grande sessione di Bodhran
- il famoso tamburo irlandese.
Anche l'evento Luminosity sarà gratuito e da non perdere. Tutte le
sere, in location diverse per la città
di Dublino, alcuni palazzi storici
prenderanno vita con un vero e
proprio spettacolo di luci in 3D.
Ma l'evento in assoluto da non perdere è il famoso concerto di Capodanno. Quest'anno l'evento si svolgerà alla 3 Arena e vedrà la partecipazione di The Coronas, FatBoy
Slim, Kila, Ryan Sheridan e Little
Hours. Qui ci vuole il biglietto, ma
l’atmosfera è davvero assicurata.
B. F.
Fly UP