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SARNICO: DISBOSCAMENTO IN ZONA SURRE, SPARITI OLTRE

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SARNICO: DISBOSCAMENTO IN ZONA SURRE, SPARITI OLTRE
www.giornalebassosebino.it
Anno VII - Luglio 2013 - DIFFUSIONE GRATUITA - Periodico d’informazione locale, cultura, sport e spettacolo
Direttore responsabile:
Prof. Eugenio Baldi
Editore: G.B. Comunications di Giorgio Bertazzoli
Via Cerro, 30/C Sarnico (BG)
Grafica: Silvia Facchinetti
Castelli Calepio (BG) www.silviafacchinetti.it
Pubblicazione periodica registrata
presso il Tribunale di Bergamo
Coordinatore editoriale:
Prof. Giorgio Bertazzoli
Informazioni e Pubblicità:
[email protected]
Stampa: CPZ spa
Via Landri, 37 - Costa di Mezzate (BG)
Autorizzazione n° 17 del 15 giugno 2007
SARNICO: DISBOSCAMENTO IN ZONA SURRE,
SPARITI OLTRE 3.000 MQ DI ALBERI
Legambiente Sebino: pronti ad azioni legali. Lega Nord Sarnico: il Comune cosa ha fatto?
Q
Sarnico, zona Surre, in GIALLO il disboscamento eseguito questa primavera,
e in ROSSO il vallo di contenimento realizzato nel 2011 dopo la caduta del masso da 12 tonnellate
Via Suardo, 18/i - 24067 SARNICO (BG)
Tel. 035.912144 - Fax 035.4264219
[email protected] - www.polimedwork.it
SI RICEVE TUTTI I GIORNI SU APPUNTAMENTO (SABATO COMPRESO)
ne occupata, scrivendo agli
Uffici Tecnici di Sarnico
e Predore e alla Comunità Montana dei Laghi
Bergamaschi. Dai primi
accertamenti della Forestale risulterebbe che il proprietario dei boschi (3.000
metri a Sarnico e i restanti 7.000 a Predore), abbia
mostrato una carta dicendo
che per disboscare aveva il
permesso della Comunità
Montana. Ma la Comunità
Montana ha risposto con
una nota all’Ufficio Tecnico del Comune di Predore
che si è subito interessato:
“In riferimento alla vostra
nota la Comunità Montana
non rilascia alcuna <<autorizzazione conforme>>,
pertanto non si comprende
come gli <<attori>> impegnati nel disboscamento
abbiano potuto presentare
tale autorizzazione”. Fatto
sta che con le dovute pressioni da parte del Comune
di Predore il disboscamen-
uesta primavera abbiamo assistito, piogge incessanti a parte, a un
vero e proprio disboscamento in località Surre a
Sarnico senza che nessuno
se ne sia minimamente preoccupato. E infatti il danno
irreversibile è stato fatto.
Più di 3.000 mq di alberi
si sono volatilizzati e altri
7.000 mq hanno rischiato
di fare la stessa fine. L’allarme è stato lanciato in
prima battuta dagli abitanti del luogo (zona Surre, a
ridosso della meravigliosa
villa in stile Liberty del
Sommaruga e della zona
Cocca), preoccupati da
questo incessante taglio
di alberi per il rischio di
smottamenti e frane, visto
che nel gennaio 2011 un
masso di 12 tonnellate s’è
staccato finendo giù dalla
montagna e fermando la
propria corsa, fortunatamente, a ridosso delle
case, senza il benché minimo ferito. Dopodiché
Legambiente Sebino s’è
continua a pag. 2

RITIRO ORO E ARGENTO USATO,
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Luglio 2013
Pag. 2
Il masso di 12 tonnellate caduto nel gennaio 2011 in zona Surre-Cocca Hotel a Sarnico a ridosso delle abitazioni
dalla prima pagina...
to è stato fatto “solamente”
nella parte di Sarnico. Ed
ecco quindi, come si nota
nella foto aerea da noi pubblicata e segnalata in giallo,
il gigantesco “buco”, ben
visibile dal lago o da Clusane, che irrimediabilmente
ha deturpato la nostra collina nei pressi di villa Surre.
Un vero e proprio danno,
sia ambientale sia di rischio
idrogeologico. La zona, infatti, è da sempre compromessa per il rischio frane
con diversi sassi e sassetti di
ogni tipo che rimangono incastrati tra gli alberi. Quando nel 2011 cadde il famoso masso di 12 tonnellate e
la zona fu evacuata (vedi
foto pagina 2), venne fatto
un vallo di contenimento
dal costo di 80.000 euro
(da noi segnalato in rosso,
nella foto in prima pagina),
che avrebbe potuto attutire,
o almeno rallentare, qualsiasi altra caduta. Gli abitanti della zona vivono nella
costante paura. Da allora
nessuno s’è più visto, ci
dicono i nostri concittadini, né per verificare lo
stato del vallo (che con le
intemperie e il tempo s’è di
molto sottilizzato), né per
fare periodicamente delle
ricognizioni sulla montagna per i costoni di roccia
in procinto di staccarsi.
Quello che comunque a
noi risulta strano, è il più
completo disinteressamento dell’Amministrazione
di Sarnico comunque a
conoscenza del problema,
viste le molteplici segnalazioni pervenute all’Ufficio Tecnico e del comunicato stampa emesso dal
Presidente Legambiente
Sebino, Dario Balota: “Se
continuerà l’inspiegabile
intervento di disboscamento, pericoloso e dannoso
per l’assetto idrogeologico della zona, faremo un
esposto alla Procura della
Repubblica di Bergamo.
L’area interessata è già
di per sé geologicamente
complessa e pericolosa ed
è paradossale che si voglia
modificare il difficile equilibrio naturale realizzato
con la messa in sicurezza della parete rocciosa,
con una trincea di quasi
300 metri, dopo la frana
del 2011. Il diboscamento
compromette il cono paesaggistico modificandone
la natura originaria e mette
a repentaglio la biodiversità della zona”. Una volta
ricevute tale informazioni
da Dario Balota e segnalazioni varie, a margine della penultima Conferenza
dei Capigruppo a Sarnico,
in qualità di Capogruppo
Lega Nord in Consiglio comunale, ho informato della
questione il Vicesindaco
Romy Gusmini, la quale
mi ha detto di non saperne
nulla. Il Sindaco non viene
più da tempo ormai a tale
Conferenza, prevista dal
nostro Statuto, e molto importante per le trattazioni
all’Ordine del Giorno nei
vari Consigli comunali,
ufficialmente per impegni,
ufficiosamente per evitare la presenza e il dialogo
con il sottoscritto Giorgio
Bertazzoli. Quindi, a margine dell’ultimo Consiglio
comunale, dov’era stata
appena bocciata la nostra
interessante proposta “Un
albero per ogni nato” (vedi
articolo pagina 3), ho chiesto al Sindaco se, in quanto
primo responsabile della
sicurezza del Paese, fosse a
conoscenza della vicenda.
Egli mi ha detto visibilmente scocciato che sapeva tutto e che aveva fatto
“il possibile”. Ora, che “il
possibile” abbia per ogni
persona delle scale differenti di valori è appurato,
ma per quanto riguarda la
Cosa Pubblica per noi queste parole rappresentano
l’impegno maggiore a cui
uno, in particolar modo un
amministratore, ci si possa
dedicare. Si sa che il nostro Sindaco è una persona molto impegnata, ma il
risultato finale è che nella
parte riguardante il nostro
paese gli alberi sono stati tagliati, mentre oltre il
confine di Predore NO. Il
risultato è quello che conta, non le parole. Il nostro
SINDACO Dometti, NON
HA sicuramente fatto una
tempestiva ordinanza che
fermasse la scure degli
accorti boscaioli per motivi di sicurezza, aldilà di
chi dovesse o non dovesse
dare il consenso del taglio
alberi. Questo è quello che
conta, questi sono i fatti.
A noi pare che questo disboscamento possa essere
interpretato come volontà
di nuove e future costruzioni e lottizzazioni. Il vallo potrebbe essere la nuova
strada e l’assenza di bosco
potrebbe essere indice di
nuova edificabilità cambiato in variante nel Piano
del Governo del Territorio.
A ridosso di Ville Surre,
nell’ultimo P.G.T, s’è cercato di lottizzare, trovando
il diniego assoluto del nostro Gruppo, infine defini-
tivamente stralciato dalla
Provincia. Ma nel futuro,
non si sa… Il nostro territorio è per noi molto importante da salvaguardare
e tutelare, perché rappresenta il nostro patrimonio
storico-paesistico da portare avanti per le nuove
generazioni. Sulla vicenda
vogliamo e chiediamo risposte chiare e invitiamo il
Sindaco, non vicesindaco o
chi per esso, a relazionarci
sulla vicenda, senza bisogno ogni volta di fare interrogazioni o interpellanze.
E visto che ormai il danno
è fatto, che si sappia almeno la verità e che si trovi
una soluzione, magari obbligando o favorendo la ripiantumazione della zona.
Prof. Giorgio Bertazzoli,
Capogruppo e
Consigliere comunale
“LEGA NORD PADANI PER SARNICO”
P O L I A M B U L AT O R I O
MED WORK S.r.l.
Direttore Sanitario: Dott. Bruno Falconi
(Informazione sanitaria ai sensi della Legge 248 (Legge Bersani) del 04/08/2006)
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Luglio 2013
Pag. 3
SARNICO: LA CAPPELLA DELLA DISCORDIA
Indignazione da parte di molti cittadini sulla costruzione a ridosso del Mausoleo al
cimitero di una cappella acquistata dalla famiglia dell’Assessore Lauretta Cadei
N
egli ultimi tempi serpeggia molto malumore in giro per il paese per la
costruzione della nuova Cappella funebre, acquistata dalla famiglia dell’Assessore al
Commercio e Polizia Locale,
Lauretta Cadei. Non tanto
per l’acquisto di una cappella che ci sta pure, (l’hanno
messa in vendita, è stata fatta
un’asta - di cui pochi ne erano a conoscenza - ed è stata
assegnata), ma quanto per i
modi e il luogo. Innanzitutto
fa veramente specie che quella che un tempo era la cappella mortuaria del cimitero,
donata dalla Famiglia Faccanoni (committente del Mausoleo monumentale in stile
Liberty progettato e costruito
da Giuseppe Sommaruga nel
1907) al Comune di Sarnico,
oggi venga venduta per fare
cassetto. Questo vuol dire
che le finanze del nostro Comune, a differenza di quanto
dice il nostro beneamato Sindaco, sono veramente ridotte
all’osso. Quando il progetto
fu presentato in Commissione edilizia, il nostro uomo del
Gruppo Lega Nord di Sarnico, Geometra Angelo Albertinelli, non era presente, se no
avrebbe votato sicuramente
contro l’edificazione di quello
che era come detto pocanzi,
prima una camera mortuaria
e poi un passaggio a lato del
monumento. E’ anche vero
che la Sovraintendenza ai
Beni Culturali ha dato parere
favorevole, ma secondo noi,
a ridosso di un monumento di
grande valore e prestigio, non
doveva farlo. E presto indagheremo sul progetto presentato e l’iter burocratico che
ha seguito, proprio a scanso
di ogni tipo di equivoco. Sta
di fatto che ora la cappella è
stata venduta ed è in avanzato
stato di costruzione. All’interno del Mausoleo, stanno
giustamente le spoglie della
famiglia Faccanoni, benefattori di un passato lontano
e glorioso, che ha lasciato a
Sarnico le prestigiose ville,
l’asilo, l’ospedale e la casa
di riposo. In cima al mauso-
leo campeggiano le spoglie
del Generale Albricci, quale
simbolo sacro dei caduti per
la Patria. Quindi a parer nostro si sarebbe dovuta tutelare
anche l’integrità storica e l’esclusività del diritto di restare o meno in un monumento
funebre, anche perché, come
diceva il Foscolo nel carme
de <<I Sepolcri>>, “A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti”. Ecco
l’esempio mirabile e storico
dei grandi del passato che
hanno reso grande e migliore
la nostra Nazione e il nostro
paese, invece che i gattopardi
e le iene di oggi che si mettono a vendere pezzi di storia
e che sembrano più tombaroli
e sciacalletti di quart’ordine.
Giorgio Bertazzoli
SARNICO: BOCCIATA L’INIZIATIVA
E IL GRUPPO LEGA NORD
DEL GRUPPO LEGA NORD
RILANCIA CON L’AREA CANI AL
“UN ALBERO PER OGNI NATO”
LIDO FOSIO
S
embrava una mozione
semplice, la più innocua
che ci potesse essere, anzi, lodevole iniziativa, green e ambientalista. Invece la 20° mozione presentata in Consiglio
comunale dal Gruppo Lega
Nord s’è rivelata un fiasco,
dato che è stata sonoramente
bocciata dal Sindaco Dometti e dalla sua Maggioranza.
Semplice anche nel suo contenuto: per ogni nuovo nato di
Sarnico, l’Amministrazione
avrebbe dovuto piantare un
albero. Una legge inoltre già
esistente e nazionale che obbliga i Comuni sopra i 15.000
abitanti a farlo, ma che sensibilizza anche i Comuni più
piccoli a seguire tale via, nel
rispetto dell’ambiente che ci
circonda. “Non che ci aspettassimo nulla da questa Amministrazione sorda alle istan-
ze della minoranza – ci spiega
il Capogruppo e Consigliere
Prof. Giorgio Bertazzoli –,
ma siamo rimasti tutti un po’
di stucco, cittadini compresi presenti in sala consiliare,
quando ci siamo visti bocciare tale iniziativa. Ogni anno a
Sarnico nascono circa 35/40
bambini, sarebbe stato bello
piantare questi alberi, con la
partecipazione delle scuole,
nella giornata nazionale degli
alberi. Magari un albero con
una targhetta del nome del nascituro. Sensibilizzare le scuole e i ragazzi sin dalla giovane
età su questi temi, al rispetto
della natura e soprattutto alla
preservazione del paesaggio
per le generazioni future non
ha eguali. Si spendono nel nostro paese centinaia di migliaia di euro per fiori e fiorellini
che vengono cambiati e buttati
ogni settimana, invece per degli alberi che possono anche
essere un deterrente per frane
e smottamenti, NO. Il nostro
Sindaco s’è limitato soltato a dire che siccome la sua
Amministrazione aveva fatto
tutto per gli alberi di Sarnico,
non trovava necessaria e utile
tale iniziativa. Sì, è vero, questa Amministrazione ha fatto
molto per gli alberi a Sarnico,
LI HA FATTI MORIRE, come
le 25 palme sul Lungolago, il
disboscamento dei Lazzarini,
l’eliminazione del Parco delle Rimembranze davanti al
Sagrato della Chiesa con una
targhetta per ogni soldato caduto nella Prima Guerra Mondiale e la nuova questione del
deforestamento in zona Surre.
Complimenti!”
Vanessa Gritti
A
ltra interessante mozione promossa dal Gruppo
Lega Nord di Sarnico. L’idea,
sostenuta da tempo anche
dall’Associazione RiFosiamoci, è quella di creare all’interno del Lido Fosio, un’area
recintata dove i cani possano
girare liberamente sotto comunque il vigile controllo dei
propri proprietari, pena sanzioni amministrative. I cani,
infatti, nei parchi pubblici devono essere sempre tenuti al
guinzaglio e con la museruola.
Invece in quest’area potrebbero girare liberamente senza
arrecare possibile danno a
bambini o adulti. Ma vediamo
nel dettaglio cosa dice questa
mozione. Innanzitutto specifica l’AREA CANI: “Le <<aree
cani>> sono zone recintate e
dotate di cancello, che sono
aperte e chiuse in orari pre-
stabiliti in cui i proprietari
di cani, obbligati a tenere al
guinzaglio i propri animali in
tutti gli altri luoghi, ivi comprese le aree verdi pubbliche,
possono liberare i cani e farli
scorrazzare tranquillamente,
sotto la propria vigile responsabilità”. Una volta stabilito
questo ecco che inoltre la mozione impegna il Sindaco e la
Giunta “a creare tramite recinzione all’interno del <<Parco
Fosio>> un’area adibita per
i cani; ad attrezzare tale area
nel miglior modo possibile
(punto acqua per far bere gli
animali, possibilità di giochi o
piantumazione di alberi per la
stagione calda, ecc.) e a predisporre e far applicare un Regolamento tramite sanzioni e
massima pubblicità (con cartello ben visibile all’ingresso
dell’Area) nel quale si osser-
vino le seguenti regole: l’obbligo di rimuovere le deiezioni solide, lasciando pulito lo
spazio sporcato dagli animali.
Il divieto di accesso all’area
per i cani affetti da malattie
infettive. E l’obbligo di museruola comunque per i cani di
taglia grossa o di indole mordace”. Conclude il Capogruppo e Consigliere Prof. Giorgio
Bertazzoli: “Speriamo che
almeno questa mozione possa
essere accolta. A Sarnico ci
sono un’infinità di cani, ed è
giusto trovare uno spazio idoneo anche per i nostri amici
animali, come già fatto a Bergamo, Palazzolo o in tanti altri
Comuni”.
Vanessa Gritti
Luglio 2013
Pag. 4
SARNICO: ANCHE LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
S’E’ OCCUPATA DEL LIDO FONTANI’
S
toria ormai infinita quella del Lido Fontanì/Stella
Maris. Storia che inizia più di
un anno fa con la concessione
del Lido da parte della Polisportiva di Sarnico (avuto a
sua volta dal Comune) all’Associazione Dilettantistica
Sportiva Spritz Wakeboard
Club. Le polemiche innescate
lo scorso anno furono molteplici, come il non rispetto lamentato degli abitanti del luogo su rumori d’ogni sorta e a
tutte le ore del giorno e della
notte, i parcheggi “selvaggi”,
il non rispetto del luogo di
culto della Chiesetta di Stella
Maris, l’assegnazione senza
bando del luogo all’Associazione Wakeboard da parte
della Polisportiva, la “concorrenza sleale” lamentata da diversi esercenti e, soprattutto,
i permessi mancati in materia
di pubblica edilizia, visto il
triplice vincolo paesistico, artistico-storico e idraulico sottoposto in quest’area che ha
portato, come ciliegina sulla
torta, la Guardia Forestale di
Sarnico, dopo precise indagini, a delineare NOTIZIA
DI REATO per L’Amministrazione comunale. Tutto
spedito alla Procura della
Repubblica di Bergamo che
ancora si sta occupando del
caso. In mezzo a tutto questo
marasma, la signora Manuela
Bargoni, sola con il marito disabile, che fino a un anno fa
viveva nella tranquillità più
assoluta vicino al Lido. La signora si è rivolta più volte lo
scorso anno alla Polizia locale e ai Carabinieri per ottenere
qualche risultato su musica e
orario, che non è mai arrivato.
L’abitazione della Signora Bargoni
a ridosso del Lido Fontanì
Ce ne parla direttamente lei
in prima persona: “La scorsa
estate, dopo 14 anni di assoluta tranquillità mi sono ritrovata catapultata in un vero e proprio inferno creato dai ragazzi
dell’Associazione Wakeboard. Musica altissima giorno e
notte che ha creato soprattutto grandi disagi a mio marito
purtroppo divenuto disabile in
seguito ad un grave incidente. Sono stata così costretta a
rivolgermi alla Procura della
Repubblica e, in un momento
di particolare esasperazione,
a seguito del peggioramento
delle condizioni di mio marito causato dal volume della
musica, ho scritto alla Presidenza della Repubblica. Dopo
15 giorni il Presidente mi ha
risposto dicendo che avrebbe
informato il Prefetto di Bergamo”. Il Prefetto di Bergamo ha fatto uscire gli ispettori
dell’Arpa (che hanno verificato il rumore dalla casa della
signora riscontrando più di
20 decibel in eccesso rispetto
ai 5 decibel consentiti con le
finestre aperte e 3 con le fi-
Lettera della Presidenza della Repubblica
alla Signora Manuela Bargoni
nestre chiuse). Il Prefetto ha
contattato il Sindaco Dometti
che ha dovuto relazionale su
quanto stava succedendo. Poi
l’inverno ha “congelato” il
tutto. La speranza da parte dei
molti concittadini del luogo,
era che il pregresso fosse bastato al Sindaco per non dare
più l’autorizzazione alla nuova apertura. Ma poi si sono
messi di mezzo gli avvocati, e
il Sindaco, probabilmente per
non prendere un’ulteriore denuncia per inadempienza contrattuale o per non far prende-
re altre denunce all’Ufficio
Tecnico per le mancate concessioni e permessi, ha fatto
una mezza sanatoria, almeno
per quanto riguarda gli abusi
edilizi, facendo ripartire la
stagione. Stagione che, pioggia a parte, è ripartita male,
con i ragazzi del Wakeboard
probabilmente risentiti con
la signora che non demorde e
continua con la sua personale
battaglia: “Quando sono ritornati questi ragazzi, ogni volta
che uscivo sul balcone di casa
mia a fare delle foto, e non
solo, hanno iniziato a ingiuriarmi con epiteti di ogni tipo,
gridando e sbraitando contro
di me frasi ingiuriose e indecorose. Ho avuto paura anche
a uscire di casa. La musica
è sempre forte, e sono giunti
Carabinieri e Polizia Locale.
Ma questi ragazzi se vedono
una pattuglia, diminuiscono
la musica. Ma io continuo a
documentare il tutto con foto
e filmati, soprattutto il fatto
che oltre le ore 21 spesso e
volentieri sono presenti ancora al Lido persone estranee,
oltre ai gestori. Addirittura
poco tempo fa questi ragazzi
mi hanno mandato i Carabinieri a casa accusandomi con
le mie foto di creare fastidio.
Ma io documento solo tutto
ciò che non dovrebbe essere
fatto al Lido e BASTA! Dal
balcone di casa mia posso
fare tutte le foto che voglio.
Nel frattempo, per parlare con
il Sindaco ho dovuto chiedere ben tre appuntamenti ed
aspettare più di un mese. A lui
ho esposto i miei problemi ed
ho portato anche mio marito,
cosicché vedesse in che condizioni versava. Dal Sindaco
mi sono state fatte promesse
di un limitatore per la musica,
ma al momento è un nulla di
fatto. La musica in certe ore è
davvero fuori da ogni regola
di buon senso! Io speravo in
una civile convivenza ma, se
sarò costretta, utilizzerò fino
al mio ultimo mezzo per tutelare la salute della mia famiglia. Speriamo soltanto in
un vero e proprio cambio di
rotta”.
Vanessa Gritti
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Insta
Luglio 2013
Pag.5
SINDACO DOMETTI, AL LIDO FONTANI’ C’E’ UN BAR
O UN’ASSOCIAZIONE SPORTIVA?
Interpellanza in Consiglio del Gruppo Lega Nord di Sarnico sull’effettiva natura
dell’Ass. Spritz Wakeboard Club e sulla Sanatoria emessa dall’Ufficio Tecnico
C
ontinua l’estate delle polemiche al Lido
Fontanì, soprattutto dopo che il 10
maggio scorso il Responsabile del Servizio n. 4, Edilizia Privata e Urbanistica, del
Comune di Sarnico, Arch. Franco Balbo ha
firmato il permesso di costruire IN SANATORIA all’Associazione Spritz Wakeboard
Club cancellando, di fatto, buona parte degli
abusi commessi l’estate scorsa, in materia
di edilizia e urbanistica, al Lido Fontanì.
“Quello che noi non capiamo – commenta il
Capogruppo e Consigliere Lega Nord Prof.
Giorgio Bertazzoli – è come il Comune di
Sarnico possa aver SANATO degli evidenti e riscontrati abusi soprattutto perché se
ne sta occupando ancora la Procura della
Repubblica di Bergamo in seguito alla denuncia della Guardia Forestale. Abbiamo
fatto diverse interpellanze sull’argomento
e a dicembre dell’anno scorso il Sindaco ci
aveva garantito in Consiglio comunale che
avrebbe valutato attentamente la possibilità
o meno di far riaprire al Lido a questa Associazione. Noi ci muoviamo sul piano della
legalità. La Forestale aveva detto che, visto
il triplice vincolo del luogo, idraulico, storico-artistico e paesaggistico, e i molteplici
abusi riscontrati nonché permessi mancati,
bisognava ripristinare lo stato dei luoghi,
SABBIA COMPRESA, così com’era prima.
E’ passato l’inverno, ed ecco che tutto è rimasto così com’è… Anzi, poco tempo fa è
stata fatta una domanda da parte dell’Associazione per ampliare il chiosco per poterci
fare stare dei frigoriferi! ROBE DA PAZZI!
Quello che avrebbe dovuto fare una seria
Amministrazione in seguito a tutto ciò è
dire: FERMI TUTTI, seguiamo le direttive
della Forestale, aspettiamo che la Procura
della Repubblica ci dica come muoverci, e
poi, al massimo, consentiamo nuovamente a questa Associazione di operare. O c’è
sotto altro che noi cittadini dovremmo o
Il Sindaco Dometti al Lido Fontanì
non dovremmo sapere? L’Associazione accusava l’Architetto Ruggeri, responsabile
dell’Ufficio Tecnico, di avergli dato carta
bianca per fare ogni cosa sul Lido. Ci sono
inoltre diverse testimonianze che parlano di
operai del Comune che hanno lì lavorato, e
materiale pagato dal Comune a beneficio di
un’Associazione privata. Vogliamo, com’è
nostro diritto, in quanto minoranza che vigila sull’operato dell’Amministrazione, delle
risposte serie e concrete, e non risposte lacunose o mezze verità. Perché l’Amministrazione ha acconsentito alla riapertura di
quello che “di fatto”, visto le persone che
vanno al Wakeboard a bere e basta (centinaia
e centinaia di persone), risulterebbe essere
un bar? Il Lido Fontanì è stato dato in concessione l’anno scorso a questa Associazione
dalla Polisportiva di Sarnico proprio perché
dovrebbe come attività prevalente praticare sport acquatici. Invece secondo quanto è
successo finora, sembrerebbe dimostrare il
contrario… Ossia che “di fatto” quest’Associazione SENZA FINE DI LUCRO, pratichi
più la vendita di bibite e bevande di vario
genere che di sport acquatici. Si può dedurre
che, di tutte le tessere rilasciate finora ai soci,
solo una minima e marginale parte sarebbe
riconducibile all’attività sportiva di Wakeboard, motivo di affiliazione dell’ASD Spritz Wakeboard Club alla Federazione Sport
Nautici e Wakeboard, dipendente a sua volta
dal Coni e quindi Associata alla Polisportiva
di Sarnico. L’attività di somministrazione si
configura quindi come attività PREVALENTE e come un’attività commerciale a tutti
gli effetti, soggetta a tutt’altre normative e
obblighi amministrativi, con conseguente
perdita delle agevolazioni di cui godono le
Associazioni Dilettantistiche Sportive. Inoltre questa prevalenza farebbe “perdere” di sicuro la location allo “Spritz” perché essendo
quindi un bar, non avrebbe senso di esistere
al Lido Fontanì. Un’Associazione sportiva
PUO’ dare ristoro ai suoi associati che praticano sport… Ma se io associo 500 persone
di cui 450 NON praticano sport ma bevono
è basta, vuol dire che non sono più un’associazione sportiva! Cosa centrano infatti le
continue feste fatte al lido con lo sport ce lo
domandiamo da tempo (N.d.R. non da ultima quella del 30 giugno WELCOME SUMMER PARTY). Comunque continueremo
ad andare a fondo su questa ormai intricata
vicenda, com’è giusto che sia, perché molti
nostri concittadini ci chiedono risposte adeguate. Ecco perché su questi argomenti abbiamo presentato delle nuove interpellanze
in Consiglio comunale, e attenderemo come
sempre le risposte del nostro Sindaco, visto
che per ora, non possiamo fare altro”.
Vanessa Gritti
Luglio 2013
Pag. 6
SARNICO: RACCOLTA FIRME CONTRO IL SENSO
UNICO DI FOSIO
D
ivide in due località Fosio e
non solo, la proposta lanciata
dall’Amministrazione comunale
di creare un nuovo senso unico
in via Manzoni, una modifica che
andrebbe a toccare via Manzoni e via Monsignor Bonassi, via
dei Mille e altre vie limitrofe. Ai
cittadini della zona è arrivata in
queste settimane a casa una lettera nella quale l’Amministrazione
comunale lancia la proposta in
attesa di avere da parte dei residenti una risposta: “Recentemente l’Amministrazione ha ricevuto
da alcuni cittadini residenti nelle
vie in oggetto indicate, alcune
proposte di miglioramento della circolazione stradale locale.
In particolare è stato richiesto
di regolare a senso unico il tratto laterale di via mons. Bonassi dal civico 27 al civico 21. E’
stato altresì proposto di regolare
a senso unico il tratto di via Manzoni, dall’incrocio con via Mons.
Bonassi sino all’incrocio con via
dei Mille. Per entrambe le ipotesi
è prevista la formazione laterale
di una pista ciclabile per garantire
una maggiore sicurezza a pedoni
e ciclisti. Prima di dare attuazione
alla sperimentazione del progetto,
si richiede un parere dei residenti
direttamente interessati”. E il parere eccolo, in via Manzoni i residenti sembrano essere divisi tra
favorevoli e contrari. Quelli favo-
revoli al senso unico sposano la
tesi della maggior sicurezza e del
fatto che si potrebbe avere anche
la pista ciclabile. “E’un’idea ottima ma deve essere considerata in
un aspetto più globale con tutta la
viabilità della zona che deve essere ristudiata – spiega Vittorio Ragazzi –, le criticità maggiori sono
in via Rinaldo Colombo con uno
stop pericoloso. Se si riesce a fare
qualcosa in quello stop, allora io
sono pienamente d’accordo”. C’è
chi invece non è assolutamente
d’accordo poiché già con il doppio senso, le auto passano velocemente, figuriamoci se ci fosse solo il senso unico. Ma basta
spostarsi di pochi metri e andare
in via dei Mille per trovare addirittura una raccolta firme contro
la proposta lanciata dal Comune,
raccolta firme promossa da Franco Gangemi: “Un aspetto rilevante è che buona parte del traffico
verrà riversata su via dei Mille
che già ospita un parco e degli insediamenti artigianali con carico/
scarico merci. Ci sono poi alcuni aspetti critici che andrebbero
maggiormente analizzati dalla
popolazione e dal Comune, alcuni punti critici nella viabilità da
eliminare. Ci portano tutto il traffico qui in una zona che è sempre
stata molto tranquilla. Inoltre, per
quanto riguarda la pista ciclabile,
le sue caratteristiche sono nor-
mate dal D.M. 30-11-99, n.557
e progettarla in via Manzoni non
ha molto senso perché non si raccorda con altre piste e rimarrebbe
solo un percorso sospeso”. Da qui
la raccolta firme che ha già raggiunto ottanta persone. “La raccolta firme ha visto un’alta partecipazione – spiega sempre Franco
Gangemi –, in molti hanno firmato per dire no alla proposta lanciata dal Sindaco di Sarnico”. In
parallelo, altra raccolta firme è
stata avanzata dall’Associazione
RiFosiamoci. Staremo quindi a
vedere come andrà a finire.
Vanessa Gritti
M.C.P. s.r.l.
Luglio 2013
Pag.7
CREDARO: INAUGURATA LA CHIESA DI S. GIORGIO
S
Foto Vezzoli
i sono completamente conclusi qualche
settimana fa i lavori di restauro della
Chiesa di S. Giorgio, a Credaro. I lavori
di restauro hanno riguardato però più che
la Chiesa in sé, i locali ad essa adiacenti.
La Chiesa e l’affresco del Lotto (visibile
anche dalla strada) erano già stati ristrutturati in un primo momento. “Questo lavoro – ci tiene a dire il Parroco di Credaro, Don Giovanni – lo aveva già iniziato
tempo fa Don Romano, proprio per il recupero di questo complesso che un tempo
era un convento. E questo recupero è stato
possibile perché il valore della chiesetta,
di origine romanica, e la presenza al suo
interno di un affresco del Lotto, lo avevo
reso indispensabile”. Con i lavori è stato
riportato alla luce tutto l’abside romanico
dietro alla Chiesa, che in passato era stato
chiuso da muri che consentivano una sorta
di abitazione. Oltre all’abside poi è stato
anche ripristinato un pavimento in legno
nel quale si possono vedere quelle che erano le linee dei muri perimetrali originali. I
lavori si sono conclusi ad aprile e il complesso è stato inaugurato proprio il giorno
di San Giorgio, il 23 aprile: “E’ stata una
cosa molto tranquilla, molto semplice, in
un giorno feriale. Non abbiamo voluto
portarla alla domenica proprio perché volevamo che l’inaugurazione fosse il giorno stesso di San Giorgio”. Erano presenti
il Sindaco del paese, Heidi Andreina, la
giunta comunale, i consiglieri, e i due ar-
chitetti che avevano seguito i lavori: Labaa
Gianmaria e Piovesan Maria Teresa. Oltre
a loro, per l’inaugurazione, era presente
anche il Vescovo di Fidenza, Mons. Carlo Mazza, che un tempo fu curato proprio
di Credaro. Purtroppo però in quei giorni
Credaro stava attraversando un periodo
poco felice: pochi giorni prima, infatti, il
19 aprile, era giunta la notizia della morte
di Don Romano, lo “storico” Parroco del
paese, i cui funerali avevano avuto luogo
proprio il giorno prima. “Questo luogo
ora sarà adibito a museo, conterrà reperti
e oggetti della zona, proprio perché questo
era il fine della ristrutturazione – continua
Don Giovanni – ma è giusto che anche
la Parrocchia usi questo spazio. Come ho
già detto il giorno dell’inaugurazione mi
piacerebbe che questa chiesetta, insieme
con quella di San Fermo, diventassero un
po’ due luoghi “spirituali” del paese, dove
potersi recare per trovare pace, restare un
po’ in silenzio e ritrovarsi”. Come detto, in
questa seconda fase dei lavori, sono stati
recuperati gli spazi adiacenti alla Chiesa,
dai quali ora sono stati ricavati dei locali
che ora saranno usati per le visite guidate alla chiesetta (la Chiesa di San Giorgio,
infatti, così come quella di San Fermo, rientra negli itinerari del romanico) e come
spazio espositivo per delle vetrine con dei
reperti recuperati in zona.
Marco Corna
CREDARO: LA STAGIONE DELLE FESTE TRA MILLE DIFFICOLTA’
L
’area feste con i lavori rimandati a settembre, la crisi
economica o forse anche la poca
voglia di fare veramente festa in
un periodo non certo bello per
molte famiglie alle prese con
difficoltà economiche, con la
perdita del lavoro. Così a Credaro anche le feste sembrano essere in bilico o quanto meno pare
essere così. L’Amministrazione
comunale si prepara a delineare le feste estive per animare la
stagione calda nel Comune del
Basso Sebino ma qualcosa non
torna nei calcoli dell’Assessore
alla Cultura Anna Valsecchi, che
in questi giorni sta predisponendo gli ultimi dettagli per stilare il
programma della stagione 2013.
“Sicuramente abbiamo delineato
la data della festa di Castel Trebecco – spiega Anna Valsecchi
– festa nata proprio con l’arrivo
in municipio del nostro Gruppo
a guida Leghista. Sin dai primi
anni di mandato del Sindaco Heidi Andreina abbiamo deciso di
puntare sulla valorizzazione di
questo antico borgo storico con
una festa che negli anni è cresciuta enormemente. Quest’anno
la festa si terrà dal 20 al 21 luglio
e avrà anche quest’anno un ricco
calendario d’iniziative per quella
che sarà l’ultima festa con il nostro Sindaco uscente Andreina”.
L’area feste di Credaro vicina al Bocciodromo
Ma per una festa che punta a riconfermare il successo degli anni
passati, un’altra festa, ancora
più antica e radicata in paese, la
festa di San Fermo, ha rischiato
proprio grosso di non farsi. Ma
invece si farà dal 7 all’11 agosto.
Una festa ridotta in tutti i sensi,
specchio anche della crisi che
regna anche nell’estate 2013. La
festa rischiava, infatti, seriamente di saltare per un disguido nato
tra l’associazione e le intenzioni,
poi posticipate, dell’Amministrazione comunale retta da Heidi
Andreina. “Il Sindaco Heidi An-
dreina – ha spiegato Lino Aceti,
uno degli organizzatori della festa – ci aveva detto che l’Amministrazione comunale avrebbe
dato il via ai lavori per la realizzazione della nuova area feste.
Così ci ha chiesto di smantellare
le strutture che avevamo da tempo all’area feste, capannoni, bagni cucine, abbiamo passato tutto
il mese di gennaio al freddo e al
gelo a lavorare per smantellare
l’area, sicuri poi che i lavori sarebbero partiti. Poche settimane
fa il Sindaco ci ha riconvocati in
Comune e ci ha detto che per pro-
blemi legati al Patto di Stabilità i
lavori erano rimandati a ottobre
e che quindi potevamo riportare
le strutture al loro posto, come se
fosse così semplice. Così ora ci
troviamo con una festa totalmente da organizzare, con strutture da
rimontare e con un grande lavoro
e tanta fatica da fare. Ovviamente
per questo motivo ci servono volontari e i soliti che lavorano non
bastano. Così abbiamo lanciato
un appello alla popolazione di
Credaro, se volete la festa di San
Fermo dovete aiutarci, non ci
sono alternative di sorta”. Da qui
la necessità di reclutare nuove
forze, di spronare la popolazione
a dare una mano per rimontare
la struttura smantellata a gennaio, con il risultato pienamente
centrato. “Per fortuna in molti si
sono detti disponibili a dare una
mano, saremo quindi un buon numero a lavorare per rimettere in
piedi il tendone, quindi la festa si
farà”. Una festa però, come detto
all’inizio, specchio della crisi con
qualche rinuncia da fare. I tradizionali fuochi d’artificio infatti
non verranno fatti. “Quest’anno,
un po’ perché siamo arrivati in
extremis a organizzare la festa,
un po’ perché mancano gli sponsor, abbiamo deciso di non fare i
fuochi d’artificio tradizionali qui
alla festa di San Fermo. Questo
è per noi un sacrificio inevitabile visto che molti sponsor hanno purtroppo declinato l’invito
a contribuire alla festa. I fuochi
costano dai 5 ai 6.000 euro e
quest’anno non ce la sentiamo di
spendere quei soldi per i fuochi.
Sarà per il prossimo anno – conclude Lino Aceti – sperando che
ci possa essere un po’ di ripresa e
magari così gli sponsor potrebbero tornare a darci una mano”.
Vanessa Gritti
Luglio 2013
Pag.8
VILLONGO: INTERVISTA AL SINDACO
ORI BELOMETTI AD UN ANNO DAL SUO MANDATO
A
un anno circa dal suo insediamento dopo la vittoriosa
campagna elettorale del 2012,
abbiamo incontrato il Sindaco
di Villongo, Maria Ori Belometti, per discutere con lei di
quanto è stato fatto, quanto è
ancora da fare, e quali sono i
problemi che ha incontrato in
questi primi dodici mesi da Sindaco.
Innanzitutto, com’è andato,
a suo avviso, questo primo
anno?
Direi che è andata bene, secondo me è andata bene. Trovo
che soprattutto il rapporto con
la gente sia soddisfacente. Per
quanto riguarda invece il “fare”
è più complicato. Ci sono molte limitazioni dovute a problemi finanziari. E poi il tempo…
non si può fare tutto in anno,
nonostante quello che qualcuno
va affermando! E poi bisogna
anche fare i conti con quello
che ci hanno lasciato… ovvero
soldi, ma in negativo: ci hanno
lasciato solo debiti! E stiamo
ancora cercando di tamponare
quelli, per evitare il dissesto.
Ogni anno dobbiamo pagare
oltre 500.00 euro di rimborso
mutui…
Se lo aspettava che sarebbe
stato così difficile?
Sì, che non fosse per niente facile me lo aspettavo. Anche perché io non sono molto pratica.
Ho fatto altro (N.d.R. il medico)
per oltre quarant’anni. Ma sono
circondata da gente pratica, da
esperti. Io mi vedo più come un
“tramite” tra le persone e il Comune: una sorta di controllore
tra la gente e la mia Amministrazione.
(N.d.R. Il Sindaco insiste sul
fatto di essere circondata da
persone “esperte”. Sulla sua
scrivania c’è una copia di “Araberara” aperta sull’articolo con
il quale l’ex Sindaco, Lorena
Boni, accusava l’attuale Giunta
di essere formata da gente “inesperta”.)
Cos’è stato realizzato in questo primo anno della sua Amministrazione?
Abbiamo iniziato diverse le
cose. Le aule della scuola media, che saranno disponibili a
settembre. Il rifacimento della
copertura del tetto della palestra
delle scuole elementari. Abbiamo in piano per il 2013 la pista
di allenamento per i ciclisti, e
ci siamo muovendo anche per
quanto riguarda la sicurezza.
Interverremo anche per il piano
del traffico: creeremo dei sensi
unici per migliorare la viabilità.
Il tutto oltre all’ordinaria amministrazione. Ma siamo un po’
in sospeso per il discorso dei
finanziamenti… I soldi scarseggiano davvero.
La squadra è ancora quella
dell’anno scorso? Consiglie-
ri, Assessori… ancora tutti al
loro posto?
Sì, loro sono tutti molto competenti ed esperti, e con tutti loro
c’è un bellissimo rapporto sia
umano che di lavoro.
Con l’opposizione i rapporti
invece non sono esattamente
idilliaci…
Lasciamo perdere… Io trovo
sia allucinante. Diventa impossibile lavorare così. Ogni volta
osservazioni, controsservazioni, e osservazioni alle controsservazione. È Pazzesco. Mi
hanno pure dato della “stalinista” perché non li lascio parlare.
Ma ormai ho capito, conviene
che io faccia come un muro di
gomma, che mi lasci rimbalzare
addosso certe critiche assolutamente gratuite, senza senso.
Forse semplicemente non hanno ancora digerito la sconfitta…
(N.d.R. Sull’argomento interviene anche il Vicesindaco,
Danilo Bellini, che negli ultimi
Consigli comunali ha avuto accesi dibattiti con la minoranza:
“Io capisco la battaglia politica,
la diversità di opinioni ma non
questa atmosfera. Che urta è il
ricorso alle continue bugie, a
cose non vere, come quelle dette nell’ultimo Consiglio comunale o scritte nell’ultimo volantino della Lista Piccioli”.)
Marco Corna
(Foto S. Marco)
Luglio 2013
Pag. 9
VENDESI VILLONGO DISPERATAMENTE
Il Comune mette in vendita un importante terreno destinato a parco, la Lista Piccioli non ci sta!
(Foto S. Marco)
’idea e il progetto di un
PARCO pubblico a S. FILASTRO è nato qualche anno fa
con l’Amministrazione Piccioli
per rispondere alla necessità (in
un contesto fortemente urbanizzato e vicino al cimitero) di un’area attrezzata (una pista ciclabile,
un percorso vita, area pic-nic) per
vivere meglio le giornate estive e come luogo d’incontro dei
bambini e famiglie. “Abbiamo
confermato questo progetto nel
programma elettorale – ci spiega
il Capogruppo in Consiglio comunale e Consigliere provincial
Prof. Alberto Piccioli Cappelli –,
ne avevamo verificato la reale
fattibilità, a costo minimo per
l’Amministrazione Comunale,
che proprio qui ha a disposizione in via Betty Ambiveri un’area pubblica (di circa 1500 mq)
necessaria per il PARCO. Anche
l’attuale maggioranza consiliare,
prima delle elezioni comunali,
era convinta della necessità del
Parco, tanto da metterlo, anche
loro, nel programma elettorale
come opera pubblica prioritaria. Purtroppo a distanza di un
anno dal voto, questa Amministrazione ha deciso di buttare nel
cestino della cartastraccia questo
progetto importante e soprattutto
una importante promessa fatta ai
suoi elettori e nostri concittadini.
La trovo quindi una cosa vergognosa!” Nel consiglio comunale
del 17 maggio 2013 il Sindaco e
tutta la maggioranza consiliare hanno votato la vendita a
privati del terreno comunale di
via Betty Ambiveri, azzerando
di fatto qualsiasi possibilità di
realizzare un parco pubblico perchè l’area comunale, indispensabile anche come unico accesso al
parco, verrebbe venduta ad un
privato. “L’ipotesi di non riuscire
a salvaguardare quest’area verde
– continua il Capogruppo Piccioli, lanciando un accorato appello
–, sempre più indispensabile alla
qualità della vita a Villongo, ci
lascia fortemente amareggiati.
ANCHE TU GENTILE CONCITTADINO, indipendentemente dal colore politico o dal voto
espresso nelle elezioni comunali,
NON PUOI ESSERE INDIFFERENTE. La giustificazione di
questa Amministrazione di voler
vendere per far quadrare i conti
del Bilancio non corrisponde alla
realtà, anche perchè si tratterebbe
di una cifra molto marginale del
Bilancio stesso. Da parte di que-
sta Amministrazione Comunale
appare la volontà di distruggere
un progetto ambientale, educativo e di sviluppo sostenibile. AIUTACI A TUTELARE IL
DIRITTO ALLA SALUTE DEI
BAMBINI DANDO LORO LA
POSSIBILITA’ DI AVERE “UN
POLMONE VERDE” IN VILLONGO INVIANDO una MAIL
all’indirizzo: [email protected] e scrivendo <<NO
ALLA VENDITA DEL TERRENO, SI’ ALLA REALIZZAZIONE DEL PARCO>>”.
Vanessa Gritti
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L
Il Capogruppo Alberto Piccioli Cappelli
e il Consigliere Alberto Bonzi
Luglio 2013
Pag. 10
GANDOSSO, INAUGURATO IL PARCO DELLO SPORT
L
Una grande festa e il taglio del nastro in onore di Pamela Rota
o scorso sabato 15 giugno, a Gandosso, è stato inaugurato il Parco dello
Sport “Pamela Rota”. E’
proprio il primo cittadino,
Alberto Maffi, a sottolineare che l’Amministrazione
comunale ha fortemente
voluto dedicare il nuovo
parco alla giovane ragazza, di Gandosso, scomparsa tragicamente nel 1996.
Grazie all’incontro con il
Sindaco di Gandosso, andiamo a scoprire tutti i dettagli di questo nuovo Parco
dello Sport: si compone di
un campo da calcio da undici in sabbia, che verrà
utilizzato esclusivamente
per allenamenti. Per l’occasione è stato dato un nuovo
volto al campo da calcio in
erba, realizzato con erba di
ultima generazione. Ma non
solo sarà possibile giocare
anche a tennis, a calcetto
e a pallavolo. Il campo da
tennis, infatti, è adibito anche per altri sport, cosicché
tutti possano giocare e divertirsi con la propria passione. “Il nostro intento è
quello di riunire un numero
sempre maggiore di persone all’interno del parco, per
condividere momenti insieme. Gli impianti sportivi si
trasformeranno in un vero e
proprio centro di accoglienza per tutte le generazioni.
Sono davvero soddisfatto
del risultato finale che siamo riusciti a raggiungere
nonostante il difficile perio-
do economico che stiamo
affrontando.” Sottolinea
il primo cittadino Alberto
Maffi. Presenti alla cerimonia, oltre al Sindaco e al
suo vice Carlo Paltenghi, in
prima linea i genitori di Pamela Rota, che per quanto
fosse possibile, cercavano
di velare un dolore, ancora vivo. All’inaugurazione
erano presenti anche il Senatore Giacomo Stucchi,
l’Assessore Provinciale allo
Sport Alessandro Cottini,
il Capogruppo Lega Nord
e Consigliere provinciale
Alberto Piccioli Cappelli,
Daniele Belotti e la giunta
dell’Amministrazione comunale al completo. Tra gli
ospiti anche Lino Mutti, ex
allenatore e giocatore, della formazione calcistica di
serie A, l’Atalanta. Anche i
Sindaci dei comuni limitro-
fi hanno voluto presenziare
all’evento: presenti, infatti, Maria Ori Belometti di
Villongo, Gennaro Bellini
di Foresto Sparso, Luciano
Trapletti di Berzo San Fermo e Fabrizio Facchinetti,
Assessore allo Sport di Sarnico. Tutte le autorità presenti hanno sostenuto Alberto Maffi durante il taglio
del nastro che ha inaugurato, in una splendida gior-
nata di sole il nuovo parco.
Molta la gente presente
all’evento. Prima di dare
il via all’assalto dei nuovi
campi da gioco, il parroco
del paese, Angelo Giudici
ha dato la benedizione con
la speranza che sia un parco
in cui grandi e piccoli possano divertirsi e trascorrere
il tempo libero in compagnia. E’ stato poi presentato anche il nuovo impianto
fotovoltaico che renderà la
struttura efficiente dal punto di vista energetico. Ricordiamo inoltre, che all’epoca, Gandosso fu il primo
Comune della bergamasca
a installare pannelli fotovoltaici prima sull’edificio
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Serena Danesi
Luglio 2013
Pag. 11
A PREDORE C’È QUALCOSA DI MOLTO STRANO…
E
’ da sempre chiamata “la Piccola Sanremo” la cittadina di Predore, per il clima particolarmente favorevole
senza picchi di temperatura, sia in inverno che in estate. In
origine era un’antica sede di terme romane, ancora visibile e visitabile. Un paese che si affaccia sul lago, frequentato da turisti, che si fermano per un tuffo o una semplice
passeggiata. A due passi dalla piazza principale di Predore è anche possibile fare un’arrampicata nella palestra di
roccia. Andando a fondo, si scopre però, che a Predore
qualcosa non funziona. Dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, abbiamo voluto, appunto, andare fino in fondo,
e il risultato è palese: opere abusive. L’articolo 632 del
Codice Penale è chiaro: “Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi. Chiunque, per procurare a sé
o ad altri un ingiusto profitto, devia acque, ovvero immuta nell’altrui proprietà lo stato dei luoghi, è punito”. Ora
vi raccontiamo i dettagli. In località Sotto Piazza Lunga,
nella valle torrentizia di Isino, dove scorre il conosciuto
fiume Rino abbiamo trovato queste strane opere abusive.
Come dimostrano le foto, in primis, ci sono più fontanelle
costruite in punti pericolosi e non si adattano all’ambiente
naturale. Continuando a percorrer questa strada l’occhio
cade su un ponticello, costruito sopra una secolare fontana
naturale e all’interno della quale, abbiamo scovato un tubo
molto strano. Procedendo si entra nella valle naturale d’Isino e si nota nel bel mezzo una costruzione di una piramide a supporto del chiusino (tombino). Attenzione: pericolo
doppio. Prima di tutto deturpano l’ambiente, e poi è stato
utilizzato del materiale non idoneo. Al posto del cemento, perché non utilizzare materiali ecocompatibili? Come
rovinare l’ambiente naturale! E’ una valle naturale, ops,
era. Perché l’elenco di costruzioni abusive, purtroppo non
è ancora terminato. Ogni tre passi, si trova un chiusino,
assai strano, dato il terreno in cui ci si trova. Ci si chiede
quindi, come può essere che ci sia un convoglio di acque?
Un destinatario ci sarà, ma è segreto. Serve il permesso
del Genio Civile per accatastare le costruzioni in questi
luoghi, sotto vincolo idrogeologico, in caso contrario, si
rischia penalmente. Non è ben evidente a occhio nudo, ma
se si scava, si controlla e si sposta qualche foglia, ecco la
verità. E’ giusto che i cittadini della “Piccola Sanremo”
siano a conoscenza di tutto ciò. Noi ce lo chiediamo, ma
l’Amministrazione Comunale, è invece a conoscenza di
tutto ciò? E quest’acqua, dove andrà a finire? Noi non lo
sappiamo, ma forse…. Qualcuno, c’è lo potrà spiegare…
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Luglio 2013
Pag. 12
PARATICO: “MULTATO” L’AUTOVELOX PARATICO: PIOGGE, ALLAGAMENTI
E POLEMICHE
È
finita male la breve vita del nuovo autovelox di Paratico. L’apparecchio, situato lungo via Garibaldi, ovvero la strada
provinciale 469 che collega Paratico a Capriolo, aveva il compito di limitare la velocità degli automobilisti in arrivo proprio
da Capriolo. Nelle ultime settimane probabilmente tutti l’hanno notato, e tutti hanno corso dei rischi frenando bruscamente
dopo averlo visto in uscita dalla curva. A
molti forse saranno anche arrivate delle
multe. Multe che però ora saranno oggetto
di contestazione. Già, perché dopo qualche
settimana in funzione, all’autovelox sono
stati posti i sigilli della Procura della Repubblica di Brescia. Il tratto di strada in
questione, infatti, sarebbe di competenza
della Provincia, non del Comune: di conseguenza anche la velocità massima consentita è molto diversa. La delibera del
Consiglio comunale prevedeva un limite
di 50 km/h, ma se davvero il tratto di strada è di competenza della Provincia, allo-
L
ra la velocità massima dovrebbe essere di
90 km/h: una bella differenza. Il disguido
tecnico, o l’errore, sarebbe emerso in occasione di controlli effettuati della Polizia
di Stato, che hanno praticamente reso nulla
la delibera comunale. Ora le indagini proseguiranno per attribuire eventuali responsabilità, ma soprattutto anche per valutare
cosa fare delle molte multe che, nei pochi
giorni in funzione, l’autovelox ha fatto.
Insomma, l’occhio elettronico si è chiuso,
ma la vicenda ancora non è risolta. Nel
frattempo la perplessità riguardo alla decisione di posizionare l’autovelox proprio in
quel tratto di strada, in discesa e in uscita
da una curva, rimane. Quell’apparecchio
era pericoloso, si capiva, e gli incidenti (almeno un paio, per fortuna di lieve entità)
verificatisi -anche- per causa sua, sono lì a
dimostrarlo.
Marco Corna
a primavera che si è da poco conclusa
è stata senza dubbia caratterizzata da
piogge di notevole intensità, inusuali per
questo periodo, e che hanno lasciato alcuni
problemi nel paese di Paratico. A farne le
spese è stata soprattutto un’abitazione di
via Garibaldi che si è ritrovata con cantina, garage e piano seminterrato completamente allagati. “Da settimane conviviamo
con questo problema: non possiamo più
mettere la macchina in garage, la cantina è
inagibile e inoltre in uno dei locali allagati
abbiamo anche la caldaia”. La Protezione
Civile è prontamente intervenuta sistemando dei sacchi di sabbia, ma il problema
è tutt’altro che risolto. Problema che tra
l’altro, sostengono gli abitanti della zona,
potrebbe non essere stato dovuto solo ai
capricci di madre natura, ma quanto meno
“agevolato” anche da alcuni errori. Quando i lavori di costruzione di un nuovo stabile nella zona conosciuta come “Lame”
erano iniziati, in molti avevano storto il
naso, considerando quella zona poco sicura a causa della conformazione del terreno
e della sua altezza rispetto al livello del
lago. Le precipitazioni abbondanti delle
ultime settimane hanno fatto il resto, allagando completamente tutta l’area. Il parere
degli abitanti è che i lavori di costruzione
abbiano cancellato tre canali di scolo che
portavano via l’acqua. La zona, infatti, è
sempre stata umida, ma “l’acqua arrivava
e poi se ne andava, invece da quando sono
iniziati i lavori, l’acqua arriva e non va più
via, e qui si è formato uno stagno”. Il terreno, infatti, non assorbe l’acqua che, non
avendo più vie di fuga, forma un acquitrino melmoso che arriva fin dentro l’abitazione. Già settimane fa c’erano rane e girini, e la preoccupazione degli abitanti è che,
con l’arrivo del caldo e della vera estate, la
situazione possa peggiorare: “Sentiamo le
rane gracchiare, vediamo i girini, e possiamo solo immaginare cosa succederà con
l’estate. Arriveranno insetti a non finire
ed anche topi. Nel frattempo i nostri locali
restano inagibili, e chissà che quest’acqua
stagnante non stia influendo anche sulla tenuta delle fondamenta”. Come dargli torto? Le immagini parlano chiaro.
Marco Corna
CULTURA
Luglio 2013
Pag. 13
GINO MURATORI E LA SUA GRANDE PASSIONE: I LIBRI
C
70.000 volumi a Capriolo in una delle Librerie più importanti della zona
hi non conosce la storica libreria di Gino
Muratori? Centosessanta
metri quadrati coperti da
circa 70.000 volumi: un infinito viaggio nella cultura.
Ovunque sono appoggiati
testi: sugli scaffali, impilati dal terreno verso il
soffitto, appoggiati a una
sedia, e lui, Luigino, ha
una memoria impeccabile,
entra il cliente, e sa dove
cogliere il titolo, chapeau.
Abbiamo chiesto al titolare
della tradizionale libreria
di Capriolo il significato di
leggere: “Leggere significa
imparare, conoscere, viaggiare ma soprattutto, crescere.” Questo il suo primo
commento. Ogni spazio,
ogni angolo è ricoperto
da montagne e piramidi
di libri, di testi o semplicemente di volumi, come
dice lui. Settantamila volumi appunto, distribuiti in
centosessanta metri quadri.
Una sensazione di caos?
No, anzi, un ordine pazzesco. La prima apertura fu
nel 1978, ma la sede era
differente. Luigi Muratori,
conosciuto “Gino” ha inaugurato la storica libreria nel
1990 e da quel giorno è lui,
il fornitore di molti amanti della lettura e non solo.
Capriolesi in primis, ma il
signor Muratori ha clienti
che provengono da ovunque. Bergamo, Brescia,
Milano e non solo. Molti
clienti ormai si sono affezionati alla libreria bresciana, e partono con l’obiettivo di vivere un’esperienza
letteraria, entrando nel tunnel culturale di Gino. Questa non è una libreria commerciale, ce ne sono troppe
sul territorio, la sua ormai è
una libreria in via d’estinzione, unica ma che piace
ancora, assai. Qui tutto si
trova: libreria e cartoleria.
Penne, diari, matite, pennarelli, tutto ciò che serve
per scrivere e leggere, qui
si trova. “Io preferisco avere più versioni di un libro,
piuttosto che avere solo la
più recente. Mi piace offrire al cliente più possibilità di scelta. Ognuno ha
le proprie idee per quanto
riguarda il genere di testo
da leggere ma Muratori
ci suggerisce: “A me, piace stuzzicare, cercare di
dirottare il mio cliente in
un’altra direzione. Ogni libro offre un mondo da scoprire”. A lui, piace assai,
consigliare e raccontare
qualche aneddoto inerente
al testo o al volume che il
cliente sceglie. Squilla il
telefono, e già sa che quel
libro chiesto è lì, in basso a destra. Davvero tanta
memoria ha il signor Muratori. La clientela è tanta,
ma è anche varia. Bambini, adolescenti, giovani e
genitori, che s’informano
e vogliono continuare a
tenersi in allenamento perché credono che sia importante leggere, anzi forse
ora, sia un ottimo hobby
che non va trascurato, ma
va continuamente coltivato. Gino, poi, un grazie
particolare lo vuole rivolgere alla propria moglie,
una persona speciale. Non
è solo un ringraziamento
finanziario, ma un ringraziamento che vale molto
di più. Prima di salutarci,
la domanda è d’obbligo:
sono tanti, tantissimi, innumerevoli gli autori letti, ma
se dovesse fare un nome
secco? “Cesare Pavese,
unico!” Gino, un sogno nel
cassetto, lo ha ancora: se
un giorno, dovessi cedere
l’attività, il mio sogno sarebbe di rivedere questa
mia libreria continuare a
lavorare in questo modo.
Una bella storia quella in
cui il protagonista è Gino,
ma in questa fiaba, che ha
un volto sorridente e positivo, ci sono molto attori
che interpretano la parte in
modo perfetto. Amando la
lettura, amano la cultura,
e quindi affrontano la vita
in modo diverso. Perché
leggere è crescere, vivere
e imparare, giorno dopo
giorno. Loro sono i clienti
più fidati, sono tanti e lui,
li ringrazia tutti.
Serena Danesi
ELENA MASNAGHETTI: LA MUSICA E’ NEL SUO DNA
U
Sarnico annovera una pianista di eccezionale valore. Conosciamola insieme
mile, riservata, ma
allo stesso tempo con
una grinta straordinaria.
Crede nella musica e di
questa ne ha fatto la sua
professione. Elena Masnaghetti, nata a Sarnico ma
spesso in giro per l’Italia
e non solo, per crescere,
imparare e studiare, perché
non c’è un’età per smettere
di studiare se si ama la propria professione, è una pianista concertista sulla scena nazionale. L’abbiamo
incontrata e ci ha raccontato la sua grande passione:
il pianoforte. Pianista concertista per professione,
insegnante per passione. Il
sogno più grande di Elena
era diventare una concertista. Traguardo raggiunto
egregiamente. “Fare concerti significa condividere
momenti di musica con
altre persone. Per me è un
grande piacere condividere con il pubblico di fronte
e me, ciò che ho studiato.
Bisogna saper rapire chi ci
ascolta”, queste le parole
della professoressa Masnaghetti. Un musicista,
come un’artista, è in continuo aggiornamento, e ciò
che studia non può tenerlo
solo per se stesso, ma va
comunicato. Elena sa che
la strada è ancora tanta da
percorrere, ma è pronta ad
affrontare difficoltà di ogni
sorta per essere un giorno
la migliore. Da molti è già
considerata un talento, e
come ci ha confessato, ringrazia il Padre Eterno per
averle donato questa dote,
quella di saper interpretare,
raccontare e catturare gli
sguardi di chi l’ascolta. Ha
scoperto la musica da bambina, ascoltando la mamma
che suonava il piano, ed è
stato colpo di fulmine, ma
non avrebbe mai pensato di
farne una professione. Ora
è lei a far innamorare chi
la ascolta. Ama Chopin,
ma si diletta in tutti i generi di musica, dal classico
(sua passione più grande)
al moderno, passando per
il barocco. L’autore che
suona con più piacere è
Claude Debussy. Dopo
essersi diplomata al Liceo
Scientifico, ha ottenuto
prima il diploma accademico di II livello a Brescia
e poi la laurea in musicologia presso l’Università di
Cremona. Studiare fa rima
con migliorare, perfezionare e continuare. E difatti,
per essere sempre pronta
e preparata, ha deciso di
iscriversi a una scuola di
perfezionamento. Per raffinare gli studi frequenta le
scuole più rinomate, a Porto Ceresio. Una scuola per
pochi, e lei, un talento vero
e proprio, si è guadagnato
un posto prestigioso. Arrossisce quando i genitori
sussurrano che trasmette passione, una passione
contagiosa. Elena quando
è a tu per tu con il suo gran
coda trasporta tutti quanti
nel viaggio che crea con le
sue note. Un talento puro.
Ha lavorato con Walter Tiraboschi, ha insegnato in
diverse scuole e già dirige
un’orchestra, costituita da
un gruppo di giovani studenti. Un ringraziamento
particolare lo rivolge alla
sua famiglia, in primis ai
suoi genitori, che l’hanno
sempre sostenuta e incoraggiata, anche nei momenti più complicati e al
maestro Giovanni Salvato-
re Astorino, che ha creduto
in lei, e la considera una
donna che ha tutte le carte in tavola per avere una
carriera più che rosea. Fra
qualche mese, compirà un
passo importante nella vita
professionale: inciderà un
disco. In allegato al nuovo
volume del grande maestro
Salvatore Astorino verrà
venduto un disco, all’interno del quale ci saranno
anche alcuni pezzi composti dalla giovane bergamasca. La collaborazione sarà
con la casa editrice Intra’s
quindi, di valore nazionale.
La sua prima esibizione fu
esattamente trent’anni fa a
Sarnico, era una giovane
matricola con tanta voglia
di imparare e crescere. Ora,
grazie all’esperienza, agli
studi e agli anni trascorsi
a suon di note, è una donna, capace di trasmettere
emozioni. Perché non far
sì che possano essere condivise proprio a Sarnico,
dove iniziò la sua brillante
carriera? Con la speranza
di poterla vedere e sentire, anche in riva al lago, in
bocca al lupo per la tua già,
splendida carriera.
Serena Danesi
SPORT
Luglio 2013
Pag. 14
GRUPPO CICLISTICO LAGO D’ISEO: A VILLONGO
ECCO UNA NOVITA’
I
Un team di amatori e appassionati per la continuità del GSC Villongo
n tutti i sensi è una novità. Mai
Villongo ha avuto una squadra
di ciclismo amatoriale. E ora, è
nata la formazione Gc Lago d’Iseo. “E il progetto, - come racconta uno dei fautori, Alberto
Bonzi -, è diverso da tutti gli altri perché spesso una squadra di
amatori nasce dall’iniziativa di un
negozio di biciclette, per coinvolgere i propri clienti e offrire loro
un servizio. Questo nuovo sodalizio nasce, invece, da un’esigenza
differente. A Villongo, esiste una
squadra di ragazzini (N.d.R. proprio in questi giorni si è laureata
per la quarta volta in cinque anni
Campioni d’Italia nella categoria
Giovanissimi nel meeting svoltosi ad Andalo, Trento) molto forte
e con una storia che dura da decenni che coinvolge sempre più
genitori, parenti, amici e appassionati per collaborare. Quindi,
perché non creare un team anche
per i <<grandi>>? E così, ci siamo subito messi all’opera coinvolgendo appunto l’unica società
presente sul territorio e, in grado
di supportarci al meglio per la
realizzazione del progetto. L’idea - continua Bonzi - di coloro
che hanno pensato a questa nuova squadra amatoriale è quella di
dare un continuo alla società del
patron Attilio Ruggeri, il Gsc Villongo. Sono molti i ragazzi, che
dopo la categoria allievi, ricoperta dalla società Biketreteam,
vorrebbero continuare a pedalare,
ma con uno spirito diverso. Ora a
Villongo, nasce un team per chi
vuole divertirsi stando ancora in
gruppo. Non sarà difficile riconoscere coloro che difenderanno
i colori del Gc Lago d’Iseo, perché la maglia che indosseranno
sarà molto simile a quella dei ragazzini della formazione bianco
verde. I lavori sono iniziati mesi
fa, e ora, questa nuova formazione composta a oggi da un gruppo
di stradisti che settimanalmente
macina chilometri su chilometri è
pronta per pedalare sul lago d’Iseo. E’ bastato coinvolgere alcuni amici per arrivare, in poco più
di un mese, a oltre 30 iscritti. A
oggi, solo uomini, ma il team Gc
Lago d’Iseo è aperto a tutti e a
tutte, quindi aspetta tante donne:
dalle mamme alle zie e alle sorelle, comprese le ex atlete, a tutte
le appassionate delle due ruote.
Obiettivo primario della squadra
è quello di divertirci e creare un
gruppo importante, raddoppiare
il numero degli iscritti di partenza, entro la fine della stagione”.
Gli atleti più temerari sono sicuramente Alberto Bonzi, Mauro
Bresciani, Paolo Gusmini, Sergio
Fedrighini e Mario Reccagni: un
gruppo che da anni pedala insieme. Loro si definiscono gran
fondisti e non vedono l’ora di
iniziare a correre. In programma
non solo gare italiane, ma anche
una trasferta in terra austriaca. Un
progetto quindi internazionale,
che punta, già il prossimo anno, a
disputare gare anche in altri Paesi
europei e, nel frattempo, aspettano che il gruppo dei gran fondisti aumenti! A oggi è già certa la
partecipazione alla Gran Fondo
Eddy Mercks e alla gran fondo
di Linz, in Austria appunto. Passione e divertimento, un binomio
perfetto. Alla neo formazione del
lago d’Iseo vanno i nostri auguri
per un inizio di una lunga avventura e ricordiamo che chiunque
abbia bisogno di informazioni o
voglia avvicinarsi al ciclismo pedalato, per divertirsi, può inviare
una mail all’indirizzo [email protected]
Serena Danesi
Dott. Nicola Catania
specialista in ginecologia, esperto in chirurgia estetica
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EVENTI
Luglio 2013
Pag. 15
SARNICO: IL GRUPPO MARINAI FESTEGGIA
IL SUO 65° ANNO
Relazione dell’Ammiraglio Franco Magazzù inviata all’Associazione A.N.M.I di Sarnico.
E alla Presidenza Nazionale A.N.M.I di Roma
S
abato 8 giugno mi sono recato a Sarnico (lago d’Iseo), ospite del locale Gruppo ANMI, che in concomitanza della festa
della Marina Militare, ha festeggiato il 65°
dalla data della sua fondazione. Il giorno
dell’arrivo sono stato ricevuto dal Delegato Regionale il quale mi ha accompagnato
nella piazza innanzi al Comune di Sarnico
ove, in tardo pomeriggio, ha avuto luogo
la cerimonia dell’alza bandiera e in sfilata, per le vie della cittadina. La banda comunale ha ben interpretato, oltre all’inno
nazionale, vari brani musicali della M.M.,
molti negozi tenevano in vetrina oggetti
attinenti al tema: foto di navi, modellini,
manifesti ecc. E’seguito un rinfresco, tenuto nella sala conferenze del Comune, con
l’inaugurazione di una mostra, veramente
bella, di modellismo navale a cura dei modellisti di Sarnico, Pandino e di Palazzolo
s/o. In serata mi è stata data opportunità di
tenere una conferenza sui nostri transatlantici e la conquista del Nastro Azzurro da
parte del REX condotto dal CSLC Francesco TARABOTTO. Il giorno seguen-
te, nella mattinata di Domenica 9 sotto il
coordinamento del Consigliere Nazionale Francesco Volpe, erano presenti tutti i
Gruppi della Delegazione Nord Est e due
Gruppi appartenenti ad altre Delegazioni.
Dopo un breve rinfresco, concentramento
presso la chiesetta di Stella Maris innanzi
al Monumento ai Marinai Caduti, con la
partecipazione di un rappresentante della
Provincia, Sindaco e Vicesindaco, Assessori, Capogruppo di minoranza, Parroco,
Arma Carabinieri, Guardia di Finanza, e
rappresentanti Gruppi in congedo Aeronautica Militare, Alpini, Arma C.C., Ass.
Combattenti, e numerose Associazioni
Umanitarie. La banda ha intonato l’Inno di Mameli per l’alza bandiera e sono
state deposte corone in memoria di tutti i
Caduti. Il Parroco don Luciano Ravasio,
dopo una breve riflessione, ha impartito
la benedizione. E’ seguito un defilamento
verso la piazza principale della cittadina,
con le Autorità. I Gonfaloni, tutti i Gruppi
ANMI e una vasta partecipazione di invitati e simpatizzanti, tutti i suonatori della
banda musicale di Tavernola Bergamasca
indossavano sulla loro divisa il “Solino”.
Ai lati della strada molte persone hanno
applaudito al passaggio, e molti gridavano
“Viva i marinai”. Raggiunta la piazza Umberto I°, dopo la deposizione di una corona
al Monumento ai Caduti, sono seguite le
allocuzioni del Sindaco Franco DOMETTI e del Presidente del Gruppo ANMI di
Sarnico Adriano PALTENGHI; da ultimo
ho preso la parola, rammentando l’impresa
di Premuda, con a seguire una breve riflessione sulla particolare circostanza. Dopo
la cerimonia in piazza, siamo saliti su due
imbarcazioni, belle e di rappresentanza,
tutte mogano e coppale, ed è stata gettata a
“mare” nel lago una corona in ricordo dei
Caduti in Mare. Dal lungo lago, a breve distanza, molte persone assieme all’infaticabile banda musicale, hanno potuto assistere
al lancio della corona. Alle 13, nella bella
cornice del qualificato ristorante Aquarium
si è tenuto il pranzo sociale, ottimo e ricco
il menù, alla fine del quale si è dato lettura
alle circa trecento persone presenti, il mes-
saggio del Presidente Nazionale ANMI
Amm. Paolo PAGNOTTELLA. Dopo il
taglio della torta celebrativa dell’evento
il Presidente Adriano PALTENGHI, con
grande senso della ricorrenza e dell’ospitalità, ha distribuito a tutti i Gruppi intervenuti e alle Autorità un artistico oggetto ricordo eseguito in vetro da una comunità di
ragazzi diversamente abili, verso il quale
il Gruppo ANMI è particolarmente attento.
Desidero personalmente rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente del Gruppo ANMI di Sarnico Adriano Paltenghi ed
ai suoi collaboratori per il grosso lavoro
organizzativo e per la perfetta ospitalità di
cui tutti i partecipanti hanno avuto l’opportunità di godere. (Servizio: Foto S. Marco)
C.Amm. Franco Magazzù
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