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raoul bova
news sanitarie dal mondo Marilab 1 NEFROLOGIA Cuore e reni uniti per la salute ONCOLOGIA In cucina l’impegno contro il tumore al seno ORTODONZIA Mascherine trasparenti per un sorriso sano e bello A TU PER TU CON RAOUL BOVA “La bellezza che nasce dall’acqua” Foto di Gianluca Saragò Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno VI_n. 1_gennaio/marzo 2012_ distribuzione gratuita PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE Sommario gennaio/marzo2012 Dica 33 - Il personaggio Mali e beni di stagione 6 12 Che STRESS la vita stressata 16 Gastroenteriti fra bimbi, attenzione al rotavirus RAOUL BOVA “L’acqua? Ha un potere psicanalitico” di Chiara Bilancioni Anno VI - numero 01 - gennaio/marzo 2012 Direzione - Redazione Intornoalsegno srl - Voc. Le 5 Torri, 2/21 Fraz. Rosceto - 06059 Todi (PG) Tel. 075 8870055 [email protected] [email protected] Diagnosi e terapia La salute vien mangiando 10 “MAPA” una sigla per la lotta all’ipertensione Direttore responsabile Luca Marino 23 18 Quando il rene non funziona bene anche il cuore soffre Il Gusto della Vita: una campagna itinerante per affrontare meglio il tumore al seno Comitato scientifico Luca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone, Federica Razzi, Domenico Alberti 28 UDITO: quando intervenire nella prevenzione e perchè Mangiare tutto per stare tutti meglio Progetto grafico Intornoalsegno srl - Todi (PG) 24 Bene a sapersi Novità salutari 13 30 Donne sempre più informate su sessualità e salute, ma per le più giovani resistono ancora dei tabù 33 Mascherine trasparenti per conquistare un sorriso sano e bello La bioenergetica per riappropriarsi delle proprie emozioni 14 Il sorriso? Meglio di ogni medicina 22 La storia infinita della DAY SURGERY del Gruppo Marilab 17 Filo diretto 20 Infomarilab Quando il ginocchio è poco sportivo 21 Varie&Curiose 27 Marilab per il sociale 26 32 34 Un bimbo su 250 a rischio autismo, l’importanza della diagnosi precoce Rubriche Caporedattore Maria D’Amico - tel. 3388540988 Stampa Miligraf srl - Formello (RM) VIVENDI è una rivista trimestrale a carattere medico-scientifico edita da: Marilab srl Marketing e pubblicità c/o Marilab srl rif. Valentina Ambrosio - tel. 349 8732864 [email protected] Francesca Boldrini - tel. 06 56195107 [email protected] Gaia Gentile - tel. 06 56195110 [email protected] La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore. L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005 Finito di stampare nel mese di DICEMBRE 2012 VIVENDI viene distribuita gratuitamente. 32 Se la fertilità è bassa occhio alla leptina 23 PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI, POTETE INVIARE UNA MAIL ALL’INDIRIZZO: [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] 14 10 Editoriale a cura di Luca Marino Gentili lettori e lettrici, prima di ogni cosa auguri per un 2012 pieno di novità salutari e desideri che si possano realizzare. Auguri sinceri che vi accompagnino per l’intero anno. L’anno appena iniziato non sarà dei più semplici sotto molti aspetti. Per questo è importante volgere lo sguardo in positivo verso il futuro, impegnandoci ognuno per la propria parte affinché tutto vada per il meglio. Noi del Gruppo Marilab lo facciamo da sempre e non smettiamo mai di pensare e ideare nuovi modi per esservi più vicini. La prima importante e rivoluzionaria novità che troverete in questo numero di Vivendi è la scelta del testimonial. Per la prima volta abbiamo dedicato la copertina a una figura maschile “d’eccezione” in grado di coniugare bellezza, impegno e solidarietà. Raoul Bova è un artista che ha saputo crescere professionalmente sdoganandosi dal ruolo di “bellissimo” per divenire un attore completo in grado di emozionare non solo per il suo aspetto fisico. Il nostro testimonial si racconta nelle pagine della rivista mettendo a nudo la sua umanità. Nelle altre sezioni di Vivendi, come sempre, pagine dedicate alla medicina, al vivere sano e ad alcune importanti novità scientifiche. Lo stretto legame esistente tra il funzionamento di cuore e reni è ben spiegato nell’esaustivo articolo del Prof. Alessandro Colloca e della Dott.ssa Marina Rotondi; così come, attraverso la lettura dell’articolo della Dott.ssa Linda Pisano, scopriamo quali possono essere gli interventi che in campo ortodontico ci possono aiutare a conquistare un sorriso sano e bello anche da adulti. Altri approfondimenti sono dedicati alla salute del ginocchio e al benessere delle donne, all’importanza di un’alimentazione sana per sconfiggere i tumori e ad alcune patologie che colpiscono i più piccoli come il rotavirus. Infine nello spazio rubriche novità riguardanti l’Hockey, ma anche il filo diretto con Voi lettori e clienti. Nel 2012 vogliamo rafforzarci e radicarci sempre più sul territorio. Un obiettivo che possiamo raggiungere solo attraverso il vostro sostegno. Buona lettura. Foto di scena dal film “Come un delfino” “L’acqua? Ha un potere psicanalitico” DICA 33 - IL PERSONAGGIO VIVENDI 6 Inauguriamo il 2012 con il primo testimonial maschile di Vivendi: l’attore Raoul Bova “Il nuoto, e lo sport in genere, formano il carattere e il fisico dell’individuo” A nno nuovo, vita nuova anche per la nostra rivista. Il 2012 di Vivendi si apre infatti con un piacevole cambiamento: dopo mesi e mesi in compagnia di donne bellissime e volti noti del piccolo e grande schermo, abbiamo deciso di cominciare ad esplorare il mondo del benessere declinato al maschile. Non potevamo non iniziare da un attore che è l’esatta immagine della salute. Bello, riservato, sensibile e altruista, Raoul Bova è tra gli attori italiani più apprezzati e in vista del momento. A gennaio nelle sale cinematografiche con Immaturi – Il viaggio, è stato campione di ascolti televisivi con la fiction Come un delfino, prossima al bis su Mediaset. Fin da giovanissimo, del resto, Bova è stato un grande atleta. Qual è il ruolo dello sport, e del nuoto che conosce bene, nel mantenimento del benessere di un individuo? Il nuoto ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione del mio carattere e della mia personalità, imponendomi uno stile di vita controllato e sano che ha sicuramen- te segnato il mio approccio alla vita. Mi ricordo gli allenamenti da adolescente prima di entrare a scuola per poi riprenderli il pomeriggio... Un ritmo a volte eccessivo ma che sono certo ripeterei se tornassi indietro nel tempo. A prescindere dalla mia carriera di attore, lo sport praticato a livello agonistico e amatoriale non può che aiutarci nell’affrontare il nostro percorso di vita. Sono perfettamente d’accordo sul potere psicanalitico dell’acqua, almeno per la mia esperienza. Ricordo da ragazzo il potere che operava su di me. Quando nuotavo mi calavo in una dimensione interiore ed intimista che mi infondeva un profondo senso di protezione. Quando ho deciso di interrompere ed affrontare altre strade ho vissuto un certo disorientamento che però ho superato subito. Ribadisco, quindi, che la scuola offerta dallo sport ti consente di affrontare nuove esperienze di vita, come anche tanti ostacoli, e ti permette di coltivare e mantenere un eccellente benessere fisico. Possiamo quindi affermare che lei ha un approccio positivo in tema di salute? di Chiara Bilancioni In generale lo definirei estremamente sereno e spesso tendo ad ignorare sintomi e piccoli problemi che si presentano. Di solito utilizza medicine o preferisce evitarle? Per mia natura non sono un tipo ipocondriaco e tendo ad utilizzare farmaci solo se effettivamente costretto da reali problemi di salute. Crede nella medicina alternativa? Nel corso della mia esperienza di vita ho spesso trovato giovamento nell’utilizzo dei rimedi Fiori di Bach, in particolare Rescue Remedy. Il suo mestiere è legato all’immagine. Ha paura di invecchiare? Il mio concetto di bellezza si fonda su considerazioni che vanno oltre l’oggettività. Sono spesso i dettagli, i particolari che mi portano a considerare un qualcosa bello, dettagli comunque che debbono essere avvalorati dai sentimenti senza i quali le mie sensazioni e considerazioni sulla bellezza non riescono ad esprimersi. Il mio lavoro è fatto di espressività e di conseguenza il mio pensiero sull’argomento ne è fortemente influenzato. Il nostro viso è il veicolo privilegiato di emozioni, esperienze, percorsi di vita ed ogni singolo momento si fissa su di esso caratterizzandolo e spiegando chi siamo. Intervenendo su questo retaggio, unico e personale, si cancella tutto. So che è stato testimonial di molte onlus che incentivano la ricerca su malattie che colpiscono i giovani. Può ricordare la sua esperienza con associazioni specifiche? Sono molte le associazioni a cui mi sono dedicato, da quella per la fibrosi cistica a quelle per la ricerca in generale. In particolare ritengo che le problematiche di salute ancora senza risposte utili debbano essere appoggiate e supportate incentivando in maniera concreta e senza pregiudizi morali la ricerca che può essere l’unico strumento per ottenere dei risultati. Foto di Alessandro F. Dobici DICA 33 - IL PERSONAGGIO VIVENDI 8 Foto di scena dal film “Immaturi - Il viaggio” É molto impegnato nel sociale e nei progetti di THE SPOT, l’associazione del XIII Municipio presieduta da William Zanchelli. Ci dice di cosa si tratta e se la vedremo ancora coinvolto in iniziative su Ostia? In comune con The Spot ho una visione della realtà basata su una società più giusta e solidale nella quale tutti possano godere di pari opportunità di sviluppo e non vi siano né esclusi né emarginati, una società in cui non ci siano differenze e pregiudizi e dove quello che esprimiamo non è altro che il frutto di ciò che siamo. Assieme a mia moglie abbiamo creato la fondazione Coloriamo i Sogni e la Graffiti Art School che è la prima scuola in Italia ad ospitare artisti della street art, scenografi e writers da tutto il mondo per condividere una filosofia di vita che è alla base di uno scambio artistico ma soprattutto sociale e culturale. Una scuola vivaio di artisti che comunicano l’altra faccia dell’arte del futuro. Questo progetto è stato felicemente sposato anche da William Zanchelli e sicuramente questi ideali ci coinvolgeranno ancora nel futuro. Foto di scena dal film “Amore nero” - Produzione “Sanmarco” Foto glossario Foto di scena dal film “Come un delfino” FIORI DI BACH o rimedi floreali di Bach: sono una cura alternativa basata sulla floriterapia (terapia con i fiori), ideata dal medico britannico Edward Bach. Alla base della floriterapia è il principio secondo il quale nella cura di una persona devono essere prese in considerazione principalmente la prevenzione e la conoscenza dei disturbi psicologici, i quali determinerebbero la sintomatologia. Il singolo fiore, a detta di Bach, curerebbe il disturbo psicologico che ha causato o potrebbe causare un certo malessere fisico. Secondo i sostenitori del metodo ad ogni disturbo psicosomatico corrisponderebbe un ben preciso disturbo emotivo. RESCUE REMEDY: Il 39° fiore di Bach si chiama Rescue Remedy, il Rimedio d’emergenza messo a punto da Bach stesso. Si tratta di una miscela composta da Star of Bethlehem, per il trauma, lo shock; Impatiens, per l’ansia; Rock Rose, per il terrore, il panico; Clematis, per l’incoscienza, la confusione mentale; Cherry Plum, per la paura di perdere il controllo. È un rimedio che riporta ad uno stato di calma e conforto nei momenti di stress. FIBROSI CISTICA: è una malattia congenita, cronica, evolutiva, trasmessa con meccanismo autosomico recessivo più frequente nella popolazione caucasica. La fibrosi cistica è secondaria ad un’anomalia della proteina chiamata CFTR; la sua funzione è quella di regolare gli scambi idroelettrolitici. All’alterazione della proteina consegue un’anomalia del trasporto di sali che determina principalmente una produzione di secrezioni per così dire “disidratate”: il sudore è molto ricco di sodio e cloro, il muco è denso e vischioso e tende ad ostruire i dotti nei quali viene a trovarsi. La malattia coinvolge numerosi organi ed apparati: l’apparato respiratorio, il pancreas, il fegato, l’intestino e l’apparato riproduttivo, soprattutto nei maschi. glossario 9 VIVENDI Vincitore, a sedici anni, del campionato italiano giovanile di nuoto nei 100 metri dorso maschili e istruttore di nuoto presso la scuola sottoufficiali dell’esercito, Raoul Bova debutta nella miniserie tv di Rai Uno “Una storia italiana”, diretta da Stefano Reali, biografia dei fratelli Giuseppe Abbagnale e Carmine Abbagnale, glorie del canottaggio italiano. Nello stesso anno appare per la prima volta sul grande schermo con i film “Quando eravamo repressi”, sotto la regia di Pino Quartullo e “Mutande pazze”, regia di Roberto D’Agostino. Il primo successo lo ottiene con il film del 1993 di Carlo Vanzina, “Piccolo grande amore”, in cui ha il ruolo di Marco, un maestro di surf che conquista la bella principessa straniera, interpretata da Barbara Snellenburg. Nel 1996 è protagonista nel film poliziesco diretto da Claudio Fragasso “Palermo Milano solo andata” con Giancarlo Giannini e nel film “La lupa” con Monica Guerritore. Interpreta il ruolo del Commissario Breda nella fiction “La Piovra” e successivamente è il Capitano dei Carabinieri Ultimo nell’omonima miniserie televisiva del 1998 e nel sequel “Ultimo - La sfida” del 1999. A partire dal 2002 comincia a lavorare in alcune produzioni negli USA: in “Avenging Angelo” con Sylvester Stallone, in “Under the Tuscan Sun” con Diane Lane e da co-protagonista in “Alien vs Predator”. Nel 2003 è protagonista insieme a Giovanna Mezzogiorno nel film “La finestra di fronte” diretto da Ferzan Ozpetek e l’anno successivo è ancora protagonista della miniserie tv “Ultimo - L’infiltrato”, ancora sotto la regia di Michele Soavi. Nel 2007 esce in Italia il film “Io, l’altro”, di cui è attore e produttore. La pellicola, per la regia di Mohsen Melliti, trionfa al “Magna Grecia Film Festival” di Soverato come miglior opera prima. Si susseguono diversi successi da “Scusa ma ti chiamo amore”, commedia con regia di Federico Moccia al sequel “Scusa ma ti voglio sposare”. Del 2011 è la mini-fiction “Come un delfino” dove il nostro attore interpreta il ruolo di Alessandro Dominici, ispirandosi alla storia vera dell’ex nuotatore Domenico Fioravanti, che ha visto finire la sua carriera a causa di problemi cardiaci. La vita pubblica di Raoul Bova è caratterizzata da un notevole impegno nel sociale e nella beneficenza. Nel 2007 partecipa insieme ad altri personaggi tra cui Roberto Benigni e Francesco Totti al calendario dell’associazione “Aipd” posando in coppia con giovani persone down. É più volte presente ai “Derby del Cuore” giocati tra Roma e Lazio e alla “Partita del cuore” in favore di diversi enti benefici ed associazioni di volontariato. Il 15 ottobre 2010, Raoul Bova è stato nominato Ambasciatore di buona volontà dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO). Sposato con Chiara Giordano, ha due figli, Alessandro Leon (1999) e Francesco (2001). DICA 33 - IL PERSONAGGIO Come un delfino, sul set e nella vita di scena dal film “MAPA” DIAGNOSI E TERAPIA una sigla per la lotta all’ipertensione VIVENDI 10 I l monitoraggio della pressione arteriosa ha assunto una notevole importanza diagnostica e prognostica nell’ambito del controllo delle malattie cardiovascolari. Il rischio legato all’ipertensione è stato dimostrato da numerosi studi epidemiologici che confermano come l’ipertensione rappresenti un fattore di rischio “ maggiore” per: • Malattie cerebrovascolari; • Cardiopatia ischemica, infarto miocardio; • Scompenso cardiaco; • Vasculopatie; • Insufficienza renale. Per arrivare a definire un soggetto iperteso è necessario effettuare il rilievo di valori pressori elevati in condizioni standardizzate, ovvero attraverso la misurazione della pressione arteriosa con sfigmomanometro a mercurio (usato dal medico di famiglia o dal cardiologo in condizioni di riposo e di tranquillità). La diagnosi va fatta quando la media di due successive misurazioni in almeno due visite è maggiore di 90 per la minima e di 140 per la massima. La migliore valutazione della pressione arteriosa è il Monitoraggio Ambulatoriale Il Monitoraggio Ambulatoriale della Pressione Arteriosa nelle ventiquattro ore, una metodica sempre più valorizzata per lo studio dell’ipertensione arteriosa della Pressione Arteriosa nelle ventiquattro ore, definito anche MAPA. Si tratta di una tecnica che fornisce informazioni utili e aggiuntive per la valutazione del paziente iperteso rispetto all’approccio clinico tradizionale della misurazione isolata. Consente, infatti, la misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca durante le ore diurne e notturne, nello svolgimento dell’attività lavorativa e durante il sonno, e non determina, a differenza della rilevazione tradizionale, reazione di allarme espressiva. Per l’attendibilità dell’esame occorre che almeno il 70% delle misurazioni sia valido. Gli apparecchi attualmente in commercio utilizzano metodi di misurazione pressoria oscillometrica e o microfonica. Per ottenere risultati attendibili è comunque necessario utilizzare apparecchi che rispondano ai criteri stabiliti dalle linee guida internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Durante il monitoraggio il paziente deve svolgere le sue normali attività registrando su un diario alcuni parametri fondamentali: l’ora del risveglio, quella del riposo, dell’assunzione della terapia e l’eventuale comparsa di disturbi. Dr. Luigi Sulpizii Cardiologo I dati vengono poi elaborati da programmi statistici in modo da ottenere i valori medi della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca nelle ventiquattro ore, i valori medi per ogni ora, i valori medi diurni e notturni. Di solito si programma una misurazione ogni 15 minuti durante il giorno e ogni 30 minuti durante la notte. DIAGNOSI E TERAPIA zione del ritmo sonno-veglia patologico. Il Monitoraggio Ambulatoriale della Pressione Arteriosa è lo strumento più adatto anche per identificare i soggetti affetti dalla cosiddetta “ipertensione da camice bianco”, ovvero alta pressione arteriosa alla misurazione convenzionale e pressione arteriosa normale al MAPA, e dall’ipertensione resistente alla terapia medica. Il Monitoraggio Ambulatoriale della Pressione Arteriosa è una metodica il cui utilizzo è in aumento sia da parte dello spe- cialista sia da parte del medico di medicina generale. La conoscenza delle indicazioni e delle utilità di questo strumento è fondamentale per una corretta interpretazione dei risultati. Il suo uso razionale può rappresentare un importante contributo nell’ottimizzazione della gestione diagnostica e terapeutica dei nostri pazienti. L’OTTIMISMO AIUTA IL CUORE Lo afferma una ricerca condotta negli Usa dalla Duke University. Gli ottimisti con cardiopatie vivono più a lungo dei malati con analoghe patologie ma con una visione più grigia dell’esistenza. La ricerca ha esaminato 2.800 pazienti malati di cuore per oltre 15 anni ed ha pubblicato i risultati sulla rivista americana di medicina interna “Archives” . L’indagine ha osservato che dal primo ricovero ospedaliero per episodi cardiaci i pazienti con una percezione rosea della vita hanno evidenziato il 30% in più di probabilità di essere ancora vivi rispetto ai più pessimisti. I dati hanno mostrato che le probabilità di sopravvivenza tra i malati di cuore e il loro recupero fisico dopo un infarto o altri episodi cardiaci seri sono direttamente legati al loro atteggiamento rispetto alla malattia stessa. Gli ottimisti si prendono più cura del proprio corpo, sono più rigorosi nell’esercizio fisico raccomandato e credono fortemente nelle loro capacità di recupero. 11 VIVENDI Nel soggetto normoteso il ritmo circadiano sonno-veglia della pressione arteriosa ha un calo notturno che raggiunge il massimo intorno alle quattro del mattino con una graduale risalita, più marcata al momento del risveglio. La riduzione durante il sonno è di almeno il 10%. Nei soggetti in cui non si evidenzia questo calo notturno e si perde il ritmo circadiano della pressione arteriosa si deve, prima di tutto, valutare se le cause sono un’insonnia indotta dalla metodica, oppure è un’altera- MALI E BENI DI STAGIONE Carichi di lavoro pesanti, cattiva organizzazione, scarso riconoscimento delle proprie capacità. Tante le cause di stress lavorativo che spesso si trasforma in malattia VIVENDI 12 P Che STRESS la vita stressata arlare oggi di carichi di lavoro e ritmi troppo pesanti rientra nella quotidianità di ognuno di noi. Chi non ha un “capo” che non concede un attimo di tregua? Quanti hanno l’ansia di fare tutto di corsa poiché il tempo a disposizione è poco? Quanti, data anche la crisi occupazionale, hanno timori per il proprio posto di lavoro? Sentirsi “sotto stress” è una condizione di vita sempre più diffusa tra un numero maggiore di persone. Ma, ci ammaleremo tutti? Certo che no, ma le continue tensioni che s’instaurano nel mondo lavorativo impiegatizio o di fabbrica possono minare la salute, con danni di tipo psicofisico. L’incapacità di resistere a intense pressioni può farci ammalare di questa nuova patologia: stress da lavoro. In Italia, secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, un lavoratore su quattro ne è colpito. Il Decreto Legislativo 81/08, con relativo aggiornamento del 2009, ha centrato l’attenzione su questa nuova tipologia di rischio, richiamando l’Accordo quadro firmato nel 2004 tra le parti sociali dell’Unione europea mirato a definire le politiche per prevenirlo. Un quadro legislativo che definisce lo stress nei luoghi di lavoro “una condizione accompagnata da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative”. Ma in un’azienda cosa bisogna fare per individuare i segnali di allarme? In una prima fase, obbligatoria per tutte le imprese, il monitoraggio avviene su gruppi di lavoratori più esposti a rischi come i turnisti, gli operatori dei call center, gli addetti alla sicurezza e al controllo del traffico. Vari possono essere i segnali di questo malessere, tra cui un eccessivo tasso di assenteismo, la frequente rotazione del personale, un numero elevato d’infortuni e malattie professionali, la richiesta di cambio mansione. Spesso i lavoratori sono stressati da orari troppo rigidi, o dalla “quantità” di lavoro che sovrasta le capacità dell’individuo. Ma ciò avviene anche quando la quantità e la qualità del lavoro sono scarse o vi è solo un parziale riconoscimento delle competenze professionali. Spesso esiste una “tensione” emotiva per i continui attriti o conflitti tra colleghi con la sensazione di non ricevere il rispetto che ci si merita. Quando si passa a indagare la sfera del sin- Dr. Massimo Gismondi Specialista in Medicina del Lavoro e Otorinolaringoiatria golo individuo, la valutazione dei rischi diventa più complessa a causa della diversa soglia di tolleranza e quindi di adattamento che ognuno può presentare. Il termine stress è di origine inglese e può essere tradotto con vari vocaboli e significa attivazione, sollecitazione, spinta, sforzo, pressione, tensione. Lo stress può essere pertanto definito come una forte attivazione dell’individuo - inteso nell’insieme corpo/mente - che ne favorisce l’adattamento a qualsiasi cambiamento fisico/psichico che turba l’equilibrio della persona. L’individuo può riuscire ad affrontare l’esposizione a una pressione psicologica a breve termine, cosa che può anche essere considerata positiva, ma ha una maggiore difficoltà a sostenere un’esposizione prolungata ad un’intensa tensione. I singoli individui, inoltre, possono reagire differentemente a una stessa situazione, oppure possono reagire diversamente a situazioni similari in momenti diversi della propria vita. La resistenza allo stress, o adattamento, è caratterizzato da una serie di risposte dell’organismo in grado di mantenere il normale equilibrio, quello che noi chiamiamo “omeostasi”. P resentati i risultati di una ricerca realizzata da Demoskopea sul rapporto che la donna ha con il proprio corpo durante la sua vita e sul ruolo chiave che deve avere la figura del ginecologo in quanto medico di riferimento. L’indagine, svolta su tutto il territorio nazionale, ha visto coinvolte 1.001 donne di età compresa tra i 18 ed i 50 anni (età fertile). Dalle risposte delle intervistate è emerso come la prima volta del ciclo mestruale sia vissuta per lo più con imbarazzo (60%) - sensazione che riguarda soprattutto le donne più mature che all’evento sono giunte con poche informazioni di natura principalmente non istituzionale (ricevute da amiche, parenti e non da medici). Solo 4 donne su 10 la vivono “senza farci caso”, mentre risulta evidente come il ciclo abbia ripercussioni sulla vita sociale: riduce l’efficienza lavorativa (45%), incide sull’attività sportiva (63%) e quella sessuale (85%). La sensazione di fastidio legata al ciclo mestruale è dovuta più che a uno stato doloroso ad un malessere diffuso che si manifesta con emicrania, sensazione di stanchezza e malumore. È compito del ginecologo sfatare falsi miti e tabù sulla mestruazione (come ad esempio quello che la donna debba star lontana dalla cucina durante il ciclo) allo scopo di aiutarla a migliorare il proprio rapporto con il ciclo mestruale, anche attraverso la scelta contraccettiva ormonale. Le donne intervistate considerano la pillola il metodo più efficace, ma poche sanno che aiuta a ridurre il dolore del ciclo e i sintomi che interferiscono con la qualità della vita. Le informazioni sulla contraccezione e la gravidanza sono elevate - circa il 92% - ma differiscono in base all’età. Le giovani, infatti, si rivolgono a canali più informali e meno coinvolgenti come le amicizie e Internet, mentre le donne più mature fanno ricorso al ginecologo. Nel caso di gravidanze, poi, sembra essere ormai consuetudine continuare la vita di sempre con un occhio però a controlli mirati e costanti e a pratiche di vita più regolari. La fine del ciclo è vissuta dalle ultraquarantenni come una liberazione: ma anche la menopausa, che arriva intorno ai 51 anni, si manifesta non senza problemi. Per l’80% delle donne si presentano disturbi come vampate di calore, aumento di peso e sudorazione improvvisa. La maggior parte delle intervistate ha dichiarato di far visita al ginecologo almeno una volta l’anno, vivendo l’appuntamento in modo sereno, anche se per le più giovani il rapporto deve ancora consolidarsi. Dal proprio ginecologo si aspettano un approccio amichevole e riservato allo stesso tempo. Le più grandi di età appaiono invece più disincantate nella relazione con il ginecologo, al quale si rivolgono volentieri per avere informazioni che però devono essere chiare e ben argomentate. Il ginecologo è il medico amico della donna e della femminilità nell’intero arco della vita riproduttiva, dalla prima mestruazione al tempo della menopausa e oltre. Ed è un dato confortante sapere che la donna ha oggi, nel 75% dei casi, un rapporto sereno e di confidenza con il proprio ginecologo, che definisce una figura medica professionale fondamentale per la propria vita. 13 VIVENDI Un’indagine statistica fotografa come le donne vivono le differenti fasi della loro fertilità e conferma l’importante ruolo del ginecologo come “il medico amico delle donne” BENE A SAPERSI Donne sempre più informate su sessualità e salute, ma per le più giovani resistono ancora dei tabù BENE A SAPERSI IL SORRISO? MEGLIO DI OGNI MEDICINA di V.B. VIVENDI 14 Pregi e vantaggi della clownterapia: ne parliamo con Alessia Gioffi, indimenticata protagonista di Non è la Rai N on solo una forma di intrattenimento ludico-creativa ma anche un importante strumento a disposizione dei medici nella loro opera di assistenza e cura dei bambini. È la terapia del sorriso o “clownterapia”, attività che ormai da tempo supporta la medicina tradizionale e fa parte integrante del programma ospedaliero. Ne parliamo con Alessia Gioffi, indimenticata protagonista di Non è la Rai che ha fatto del sorriso un segno distintivo. Alessia è infatti convinta che ridere sia una terapia efficace più di qualunque medicina. È così? Senza dubbio. Credo che sorridere a quello che la vita ci presenta sia la nostra arma migliore per combattere qualsiasi malattia. Tra l’altro è scientificamente dimostrato che il riso ha un effetto terapeutico che spesso rende più rapido il percorso di guarigione. Ridere è un esercizio muscolare e respiratorio che aiuta a rilassare i muscoli del corpo e provoca un fenomeno di purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori. Ecco perché io rido sempre. E ballo. Ridere e ballare rappresentano la mia fonte energetica di benessere. Conosci alcune patologie che possono essere combattute ridendo? Mi sono informata e ridere può far cessare una crisi d’asma grazie al rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi, può migliorare l’insufficienza respiratoria e abbassare la quantità di grasso nel sangue. Quanto è importante adottare la terapia del sorriso negli ospedali? Direi che è fondamentale ma dovrebbero ridere anche dottori e infermieri, non solo i “clown terapeutici”. Il personale ospedaliero dovrebbe essere semplicemente più umano. Sarebbe bellissimo se una persona, già sventurata di suo, potesse avere a che fare, piuttosto che con un freddo letto di ospedale, con un ambiente gentile, avendo la possibilità di essere trattata con amore, gentilezza e sorrisi, appunto. Ridere attenua il dolore inducendo una calma temporanea e inoltre la terapia del sorriso ha effetti positivi su tutti i protagonisti della cura medica: non solo il pazientebambino ricoverato ma anche i parenti e gli amici. BENE A SAPERSI “Ridere attenua il dolore inducendo una calma temporanea e inoltre la terapia del sorriso ha effetti positivi su tutti i protagonisti della cura medica” Potremmo definire il sorriso una sorta di autocura nei confronti delle malattie della vita. Certo! Spesso il sorriso aiuta più di una medicina. Ridere è il primo passo verso uno stato d’animo di ottimismo che contribuisce a donare gioia di vivere ed ha quindi proprietà antidepressive. Insomma, ridere è il mezzo più sano per vivere meglio e più a lungo, sfidando le difficoltà che la vita ci presenta. Di fronte ad ogni avversità io mi guardo allo specchio, sorrido a me stessa e vado avanti. CHI È LA NOSTRA “CONSULENTE” DEL SORRISO Basta aprire la sua pagina Facebook o, meglio ancora, quella del gruppo Alessia Gioffi Friends Club, per capire che Alessia Gioffi non rientra tra i “tipi televisivi qualunque”. Nata sotto il segno dell’Ariete, la Terminator di Non è la Rai è rimasta nel cuore della gente che continua a seguire sempre da vicino le sue evoluzioni artistiche. Sotto la sapiente regia di Gianni Boncompagni ha cantato e ballato alcuni tra i maggiori successi discografici di tutti i tempi e non ha mai smesso di ballare e di incidere le sue canzoni. Nel 2005 la sua voce e il suo volto approdano a Rai Sat Gambero Rosso dove Alessia assume il ruolo di intervistatrice per i canali satellitari Rai dedicati soprattutto a un target giovane. Oggi come oggi i progetti della nostra Terminator continuano ad essere moltissimi ma top secret. Ospite d’eccezione in alcuni programmi tv, Alessia ha in cantiere un progetto discografico importante sul quale mantiene il più assoluto riserbo. E poi c’è il suo adorato libro, scritto e coccolato per tre lunghi anni e che per lavorare ad altre cose ha lasciato nel cassetto. Oggi, magari, è arrivato il momento di farlo uscire! Un grande in bocca al lupo dai lettori di Vivendi. VIVENDI 15 MALI E BENI DI STAGIONE VIVENDI 16 Gastroenteriti fra bimbi, attenzione al rotavirus Rischio disidratazione a causa del virus che ogni anno colpisce piu di 400 mila bambini “E pidemia” di mal di pancia e vomito fra i più piccoli. Questa, infatti, è la stagione delle “influenze”, che frequentemente colpiscono anche l’intestino. Occhio però: spesso non si tratta di episodi banali, l’infezione può, infatti, essere da “rotavirus” con conseguenze che possono essere molto gravi. Il rischio maggiore, almeno nel mondo occidentale, è quello della disidratazione, che in un bambino può avvenire in pochissime ore. «Il rotavirus – spiega Carlo Giaquinto, responsabile del Servizio di Malattie Infettive pediatriche del Dipartimento di Pediatria di Padova – è la causa più comune di gastroenterite grave nei neonati e nei bambini piccoli di tutto il mondo». «Colpisce praticamente tutti i piccoli entro i primi cinque anni, con episodi ripetuti di diarrea e vomito, ed è la causa più frequente di ricovero nell’infanzia». Traducendo questi dati in numeri emerge che ogni anno in Europa si verificano 3,6 milioni di episodi dovuti a rotavirus nei 23,6 milioni di bambini sotto i 5 anni di età. In Italia questo significa che il fenomeno interessa oltre 400 mila bambini. Il virus è molto contagioso, si trasmette con grande facilità e può sopravvivere a lungo nell’ambiente. Nella stagione invernale poi si può confondere con una normale dissenteria, quando in realtà è particolarmente aggressivo. La sua trasmissione avviene più che altro per via orofecale, cioè attraverso il contatto delle mani sporche dopo aver toccato pannolini o aver accudito bambini malati, ma anche per via respiratoria e attraverso lo scambio di oggetti, ad esempio i giocattoli. In molti casi non esiste alcuna terapia efficace per la gastroenterite virale. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus e abusarne può contribuire allo sviluppo di ceppi batterici antibiotico-resistenti. La terapia, quindi, non è di tipo farmacologico e si basa principalmente su semplici consigli di buonsenso. La prima cosa da fare è prevenire la disidratazione e, in fase di guarigione, lasciare riposare lo stomaco anche digiunando completamente per alcune ore. Oppure cercare di mangiare lentamente un ghiacciolo - se è estate - e di bere acqua a piccoli sorsi. In alternativa provare bevendo bibite frizzanti al limone non fredde, brodini o bevande energetiche. Adulti e bambini colpiti dal virus dovrebbero cercare di bere sempre molto, in maniera frequente e a piccoli sorsi. Poi riabituarsi a mangiare cominciando dai cibi in bianco facili da digerire, come crackers, pane tostato, banane, riso e pollo. Ma se la nausea si ripresenta é consigliabile smettere di mangiare. Il virus può essere contratto anche in ospedale, nonostante le misure d’igiene esistenti. E la stessa igiene domestica non è sufficiente a proteggere dall’infezione, per questo è frequente che dai bambini il virus possa essere trasmesso ai genitori, rendendo la situazione ancor più difficile da gestire. Per contattare Daniele Marino si prega di inviare una e-mail a [email protected] o un fax al n° 0656195174 17 VIVENDI «In tutto il vecchio Continente – prosegue il Professor Giaquinto – ogni anno 2,8 milioni di episodi di gastroenterite vengono seguiti a casa dal pediatra, 700 mila casi richiedono una visita in ospedale e 87 mila il ricovero. Lo stesso vale, in proporzione, per il nostro Paese: circa 322 mila gli episodi con sola assistenza al domicilio del piccolo, 80.500 quelli che necessitano di una visita ambulatoriale, mentre oltre 10 mila vengono ospedalizzati». È stato inoltre stimato che la gastroenterite da rotavirus causa 50 mila visite in pronto soccorso l’anno, con conseguente congestione di tutte le strutture ospedaliere, specie nei mesi invernali, quando si registra il picco d’incidenza. La costante ricerca di nuove soluzioni mirate alla crescita della qualità e del numero dei servizi proposti ai nostri clienti ha spinto il Gruppo Marilab alla ristrutturazione del sistema informativo clinico aziendale. L’ambizioso progetto richiedeva professionisti competenti e partner all’altezza della nostra azienda. Dopo aver analizzato le soluzioni offerte dal mercato informatico, abbiamo scelto di rivolgerci ad un’azienda leader in grado di garantire prodotti all’avanguardia. Il team di lavoro creatosi ha implementato il progetto con ottimi risultati che però, in fase di messa in esercizio del sistema, non si sono purtroppo tramutati in una piena soddisfazione del pazienti. Ci siamo accorti subito, infatti, che il disservizio maggiore creato ai nostri pazienti - evidenziato dalle loro stesse segnalazioni - è stato il dilatarsi dei tempi d’attesa, che, in passato, invece, rappresentava un punto di forza delle nostre accettazioni. Ad oggi, possiamo dire che i tempi si sono ridotti rispetto ad un anno fa e che stiamo ancora lavorando per ridurli ulteriormente. È bene, però, descrivere quali garanzie e valori aggiunti il nuovo sistema informativo clinico porta all’interno del Gruppo Marilab e quindi rispetto ai servizi prestati ai pazienti. Come primo punto va menzionata la Cartella Clinica Elettronica: questo strumento permette agli specialisti presenti nelle nostre strutture di condividere le informazioni cliniche dei pazienti, in modo da avere tutti i dati utili per poter analizzare ed individuare le eventuali patologie. Come secondo punto sono state introdotte policy di sicurezza atte alla conservazione dei dati dei nostri pazienti ed alla loro gestione, riducendo al minimo la possibilità di un errore umano. Oltre ai servizi già presenti in passato, Marilab sta lavorando allo sviluppo di nuovi sistemi, come ad esempio la possibilità di scaricare il proprio referto direttamente dal Web, quella di ricevere e-mail e sms come promemoria degli appuntamenti fissati oppure ancora l’invio dei referti, ove esplicitamente richiesto dal paziente, tramite e-mail. In conclusione, rinnoviamo la nostra volontà di fornire servizi qualitativamente elevati in linea con la storia del Gruppo Marilab, obiettivo raggiungibile grazie al costante impegno del team di lavoro. FILO DIRETTO Un nuovo software per nuovi servizi DIAGNOSI E TERAPIA Quando il rene non funziona bene anche il cuore soffre VIVENDI 18 Individuare con anticipo il deterioramento delle funzioni renali aiuta a prevenire l’insufficienza renale, il trattamento dialitico e gli incidenti cardiovascolari O ggi in campo medico si sente frequentemente parlare di Medicina Anticipatoria. Questo nuovo termine evidenzia il desiderio di poter rendere sempre più precoce l’intervento medico sul malato. È ormai un dato acquisito che la rapidità nella diagnosi e nell’avvio della terapia può portare più facilmente a una completa guarigione e, ove questo non fosse possibile, al raggiungimento di una cronicizzazione controllata con limitazione del danno. Un esempio di quanto affermato si può riscontrare nel campo delle patologie nefrologiche, dove poter individuare con anticipo il deterioramento della funzione renale significa prevenire parte dei casi d’insufficienza renale terminale e il conseguente trattamento dialitico. Non va poi dimenticato che un rene mal funzionante compromette anche il funzionamento del cuore. Le statistiche confermano che un danno renale lieve aumenta di tre volte il rischio di un incidente cardiovascolare. Questo perché esiste una complessa e reciproca interazione tra rene e cuore che operano insieme per garantire una buona funzionalità del circolo sanguigno. Di fatto, questi due organi condividono alcuni fattori di rischio come l’iper- tensione, l’obesità e il diabete e questa è la ragione per la quale oggi la letteratura definisce tale rapporto come Sindrome cardio – renale. È quindi necessario potenziare lo screening dei soggetti a rischio. Per valutare la funzionalità renale in laboratorio si usa dosare la creatinina, la cui concentrazione nel sangue è legata alle masse muscolari e alla relativa attività, all’apporto dietetico, al sesso e alla razza. Esistendo tra i vari individui notevoli differenze, può verificarsi che l’intervallo del cosiddetto valore normale risulti molto ampio. Invece, il singolo soggetto ha una propria concentrazione di creatinina con variazioni molto piccole e, conseguentemente, la differenza critica tra due misurazioni sarà notevolmente contenuta. La conoscenza di quest’assetto fisiologico suggerisce di valutare con attenzione la sequenzialità delle misurazioni per evidenziare eventuali trend che potrebbero essere indicativi anche nell’ambito dei cosiddetti valori normali. Infine va ricordato che i reni hanno una riserva funzionale piuttosto ampia e, pertanto, è naturale che la creatininemia cominci ad aumentare solo quando gran parte della funzionalità renale è compromessa. Prof. Alessandro Colloca Patologo clinico Dr.ssa Marina Rotondi Microbiologa Da tutte queste considerazioni ne deriva che: 1. Il dosaggio della creatininemia non può essere considerato un marcatore precoce dell’insufficienza renale; 2. La determinazione della sola creatininemia non può essere affidabile per la misura della funzionalità renale. Ancora oggi il clinico, per maggiore garanzia, richiede frequentemente la clearance della creatinina, indagine che ha una sua validità se condotta con accuratezza, ma, purtroppo, sempre più spesso, può essere resa difficile da problemi logistici e/o inficiata dall’alta probabilità dell’errore preanalitico legato all’inadeguata raccolta del- IPERTENSIONE DIABETE OBESITÀ RENE le urine nell’arco delle ventiquattro ore. Non potendo, quindi, fare affidamento sul dato della creatininemia e sulla sua clearance, gli esperti hanno ritenuto corretto stimare la Velocità del Filtrato Glomerulare (VFG/GFR) con l’applicazione di formule che correggono il valore della creatininemia tenendo conto dei dati antropometrici e applicandola solo ai soggetti di età compresa tra diciotto e settantacinque anni. Oggi le società scientifiche raccomandano di calcolare la VFG/GFR, usando la formula MDRD semplificata e incoraggiano i laboratori a riportare automaticamente la VFG/ GFR ogni qual volta sia richiesta la creatinina. Ai pazienti, in allegato al dato della creatininemia, noi forniremo il valore di filtra- CUORE zione glomerulare, che è considerato il miglior misuratore della funzione renale. Sulla base di esso, sempre considerando il contesto clinico, il medico potrà modulare la sua azione di curante utilizzando anche la classificazione proposta dalle società scientifiche. L’identificazione precoce dei pazienti con insufficienza renale è pertanto uno degli obiettivi che molti Piani Sanitari Regionali si prefigge in collaborazione con le società scientifiche, suggerendo di valutare tutti i soggetti ad aumentato rischio di Insufficienza Renale Cronica con i seguenti test di laboratorio: 1. Dosaggio della creatinina ematica e valutazione della Velocità di Filtrazione Glomerulare (GFR); 2. Esame delle urine con particolare attenzione alla valutazione citologica del sedimento urinario (morfologia dei globuli rossi con uso del citofluorimetro); 3. Dosaggio della microalbuminuria (tecnica immunoturbidimetrica). Questi esami saranno sufficienti per confermare la diagnosi del medico curante che potrà così procedere nell’iter terapeutico. A conclusione di questa sintetica rassegna - che ci auguriamo comprensibile - riteniamo doveroso, ancora una volta, ribadire che spesso, purtroppo, la malattia renale è diagnosticata in ritardo perché i reni restano silenti a lungo prima che compaiano i sintomi rivelatori del danno. DIAGNOSI E TERAPIA Un rene mal funzionante compromette anche il funzionamento del cuore. Le statistiche confermano che un danno renale lieve aumenta di tre volte il rischio di un incidente cardiovascolare PROBLEMI COMUNI 19 VIVENDI Da prog.A.S.L. Lodi Marilab INFOMARILAB UNO SGUARDO AL FUTURO E L’IMPEGNO PER UN MIGLIORAMENTO COSTANTE Miglioramento, qualità, tecnologia e risparmio: quattro punti saldi attorno ai quali ruotano costantemente le scelte strategiche del nostro Gruppo che in pochi mesi è cresciuto ancora aprendo le porte a nuovi servizi. Presso il Marilab Center di Acilia è stato infatti inaugurato il reparto di Nuova Diagnostica Radiologica Digitalizzata dove gli esami radiologici vengono effettuati mediante apparecchiature di ultima generazione e i referti vengono consegnati immediatamente al paziente che, oltre a poter contare sulla professionalità del nostro staff, può godere di un notevole risparmio economico. Sempre nella sede di Acilia è possibile ottenere il rilascio di certificati medico-legali conformi alla legge, quali: patente di guida; porto d’armi; cessione del quinto dello stipendio; idoneità per assunzione lavorativa; sana e robusta costituzione e attività sportiva non agonistica. Il Gruppo Marilab si è inoltre conformato alle nuove disposizioni di legge in materia di rilascio e rinnovo della patente di guida rendendo possibile effettuare, presso la sede di Viale Zambrini 14 ad Ostia, esami di: acuità visiva; sensibilità al contrasto; visione crepuscolare; sensibilità all’abbagliamento; tempo di recupero dopo l’abbagliamento e campo visivo. L’esecuzione di tali esami, in unica seduta, permetterà di ottenere una valutazione reale delle condizioni del paziente e di redigere una certificazione complessiva da presentare in sede di valutazione dell’idoneità. Il tutto ad un prezzo assolutamente vantaggioso e conveniente: solo €99 anziché €230! Anche il reparto di Fisioterapia e Riabilitazione si rinnova e, oltre a garantire un percorso fisioterapico personalizzato e costantemente monitorato, offre da oggi la possibilità, a chiunque ne abbia bisogno, di effettuare terapie a domicilio. VIVENDI 20 UNA SCELTA DIFFICILE MA RESPONSABILE Il desiderio di conciliare le esigenze sanitarie dei nostri pazienti con i disagi economici causati dall’attuale crisi ha spinto il Gruppo Marilab a proporre una promozione esclusiva sulla Risonanza Magnetica. L’azienda ha assunto tale decisione al fine di garantire continuità assistenziale, sempre puntando sulla qualità dei servizi offerti. RISONANZA MAGNETICA 1° TRATTO 2° TRATTO 3°/4° TRATTO MEZZO DI CONTRASTO CRANIO € 170 € 100 +100 € ADDOME € 140 € 100 +100 € COLANGIO € 140 € 100 +100 € MUSCOLO-SCHELETRICA € 130 € 90 € 80 +100 € GINOCCHIO € 120 € 90 +100 € TORACE € 130 € 100 € 120 € 80 COLONNA: • LOMBOSACRALE • CERVICALE • DORSALE ANGIO € 170 € 70 € 100 +100 € Già compreso Per dettagli e prenotazioni contattate il nostro personale di segreteria o chiamate il numero 06 561951. “The Club Roma” sempre più vicino alle istituzioni per intraprendere insieme la strada della beneficenza. Consegnato nelle mani del Vicesindaco di Roma, l’On. Sveva Belviso, un defibrillatore destinato ad un Centro Anziani. Il The Club Roma è un’associazione senza fini di lucro nata dall’impegno e la volontà di diciotto Soci fondatori. In occasione del suo terzo anno di attività The Club Roma ha incontrato le istituzioni capitoline per tracciare un percorso per una collaborazione sempre più solida. Ad accogliere il Presidente di The Club Luca Marino il Vicesindaco Sveva Belviso. Dal 2008 The Club Roma ha intrapreso attività di charity, sostenendo e aiutando a scopo benefico enti e istituzioni di volta in volta selezionati come World Friends, Associazione Peter Pan, Associazione Alessia et ses anges, Associazione Gens Futura. L’ultimo traguardo, ma solo in ordine temporale, il defibrillatore che sarà consegnato ad un Centro Anziani, come segno dell’impegno concreto per la prevenzione d’incidenti cardiologici. Al Vicesindaco Sveva Belviso, nella sala della Piccola Protomoteca in Campidoglio, i soci del The Club hanno illustrato ognuno il proprio specifico settore d’impegno imprenditoriale. Il The Club Roma onorato dalla disponibilità e sensibilità dimostrata dal Vicesindaco, sottolinea quanto l’aiuto e il sostentamento di cause a scopo benefico rappresenti per l’associazione un elemento cardine della propria mission. Dopo la consegna le celebrazioni sono proseguite presso la splendida location “Tenuta di Ripolo” con un evento a tema “Casinò Royale” e una sala da gioco immaginaria dove si è svolta una raccolta fondi da destinare alla prossima iniziativa a scopo benefico. VARIE & CURIOSE A spasso per il quartiere “Garbatella” per conoscere i luoghi storici e parlare dei diritti dei minori. È stata questa l’iniziativa promossa dal Gruppo Marilab insieme all’Associazione il Tempo Ritrovato di Fata Garbatella per ricordare in modo originale e incisivo la Giornata Internazionale dedicata alla tutela dei diritti dei bambini. Il 20 novembre si celebra l’approvazione nel 1989, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, il principale strumento normativo internazionale per la promozione e la tutela dei diritti dei minori, ratificato dall’Italia venti anni fa. L’iniziativa ha visto insieme una realtà radicata sul territorio come il Gruppo Marilab, con una consolidata presenza nell’assistenza sanitaria privata, e l’Associazione il Tempo Ritrovato di Fata Garbatella, da sempre impegnata sul territorio per un’azione di sensibilizzazione e promozione sulla qualità della vita dei bambini e degli adolescenti e la necessità di scelte politiche e strumenti per approfondire la conoscenza dei loro nuovi bisogni e tutelarne i diritti. Durante la visita attraverso i lotti storici del quartiere Fata Garbatella ha associato un articolo della Convenzione Onu per i minori ad ogni lotto di abitazioni visitate, unendo così la memoria storica, la difesa dei diritti dei minori e la scoperta per molti di una parte di città “unica” e non solo sotto il profilo architettonico. “The Club Roma” in Campidoglio per coniugare impegno sociale e spirito imprenditoriale 21 VIVENDI GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA. MARILAB E FATA GARBATELLA INSIEME PER VISITARE I LOTTI DEI “DIRITTI DEI MINORI” Curiose BENE A SAPERSI VIVENDI 22 Dieci posti letto e un reparto completamente funzionante bloccato senza un perchè dalla burocrazia della Regione Lazio La storia infinita della DAY SURGERY del Gruppo Marilab C aro lettore, in questi giorni si parla molto di ripresa economica e di agevolazioni alle imprese, specialmente quelle mediopiccole. Ebbene ti voglio raccontare una storia che ha coinvolto la nostra azienda e che si scontra decisamente con il concetto di favorire l’iniziativa imprenditoriale. Circa quattro anni fa la Marilab iniziava la costruzione di un nuovo reparto dotato di due sale operatorie, totalmente attrezzate per interventi in regime di Day Hospital, di cinque posti letto e cinque poltrone per la degenza post-chirurgica, di un laboratorio specializzato per la Procreazione Medico Assistita. Poiché il reparto era progettato rispettando tutte le normative della legislazione vigente, una volta terminato, a Novembre del 2009, ha passato il vaglio della commissione dell’Asl competente, ricevendo il nulla osta per l’autorizzazione all’esercizio che veniva inviato alla Regione Lazio per le procedure burocratiche. E qui, caro lettore ha inizio il calvario della Day Surgery di Marilab che, dopo due anni di attesa, rimane ancora chiusa con un investimento di milioni di euro buttato al vento. Ciò che fa rabbrividire e che stravolge qualsiasi logica imprenditoriale è che, a tutt’oggi, non è dato sapere quale sia il motivo e questo nonostante un ricorso al T.A.R. che ha condannato la Regione Lazio ad emettere un provvedimento sulla questione entro il 14/06/2011. Tra l’altro, mi preme precisare, per chi è a digiuno di questioni di politica sanitaria, che la richiesta di Marilab è inerente a una mera autorizzazione all’esercizio di un’attività totalmente privata, ossia con spesa a carico dei cittadini. Allora ci si chiede: “Quale può essere il motivo che spinge a non rilasciare un’autorizzazione che non comporterebbe nessuna spesa per le aride casse regionali?” “Perché negare un’autorizzazione per un’attività di cui il territorio è totalmente insufficiente che, per di più, alleggerireb- Dr. Luca Marino Titolare e Direttore Sanitario Gruppo Marilab Delegato Unindustria per la Diagnostica Ambulatoriale be le intasate sale operatorie degli ospedali romani, lasciando maggiore spazio per l’effettuazione di interventi di livello estremamente più urgente e necessario?” Si parla continuamente di spostare la medicina dall’ospedale al territorio, di accorciare le liste d’attesa e questa è la migliore risposta che i nostri geniali burocrati hanno pensato di dare? È questa la soluzione migliore alle esigenze sanitarie dei cittadini romani? Nell’attesa che la Marilab porti a termine le sue battaglie legali, se qualcuno ha una risposta si faccia pure avanti! Trenta ricette di cucina approvate da oncologi, nutrizionisti e cuochi per aiutare le donne anche con stili di vita più sani 23 precoce e alle terapie innovative. «Coniugare efficacia delle terapie e qualità della vita è la nuova sfida - hanno spiegato i promotori della Campagna tra i quali Paolo Marchetti, oncologo dell’Ospedale S. Andrea di Roma - sopratutto per le donne che si trovano in una fase avanzata del tumore e alle quali le terapie puntano a offrire non solo ‘anni per vivere’ ma ‘anni da vivere’». E la qualità di vita può essere ulteriormente migliorata attraverso la dieta, con la scelta di alimenti considerati veri e propri alleati delle terapie. Alcuni cibi, come frutta e verdure ricche di vitamina A, oltre a prevenire i tumori, riducono il rischio di ricadute nelle pazienti operate e limitano gli effetti collaterali delle terapie. Frutti rossi come ribes e more, cavoli, broccoli, verza, rucola, ravanello, sedano di rapa e pomodori sono alcuni degli alimenti maggiormente raccomandati grazie alla loro capacità di contrastare i radicali liberi. Il cibo gioca un ruolo fondamentale nel recupero della salute proprio nei momenti in cui meno si desidera mangiare, come spesso succede durante le terapie oncologiche. Allo stesso tempo, però, la dieta deve essere gradevole e appetitosa, per contrastare l’avversione al cibo che si può avvertire durante le terapie. Una corretta alimentazione è necessaria anche per contrastare l’aumento di peso cui vanno incontro molte pazienti dopo le cure e che rappresenta un fattore di rischio per le recidive: durante la chemioterapia si possono guadagnare anche 10 chili. Da qui la necessità di affiancare alla dieta anche una costante attività fisica. VIVENDI I n Italia ogni anno sono 38 mila le donne colpite dal tumore al seno, ma grazie ai farmaci innovativi, sempre più efficaci e con minori effetti collaterali, e agli stili di vita giusti, a partire da quelli alimentari, la vita delle pazienti può essere sempre più lunga e di qualità. Da qui nasce Il Gusto della Vita, una campagna lanciata da nutrizionisti, oncologi e cuochi per diffondere le ricette di cucina “alleate” con il tumore al seno. Il Gusto della Vita è una la campagna itinerante promossa dalle Associazioni Pazienti che operano sul territorio nazionale per portare nelle città italiane corsi di cucina allo scopo di coniugare la tradizione gastronomica con le esigenze delle pazienti in terapia. Grazie al costante impegno nella ricerca, infatti, le pazienti possono oggi contare su terapie sempre più efficaci e rispettose del loro delicato equilibrio e delle loro esigenze. Migliora la qualità della vita di chi affronta la malattia, ma migliorano anche le possibilità di guarigione. Se negli ultimi sei anni l’incidenza del tumore al seno è cresciuta del 13%, le prospettive di guarigione e sopravvivenza a 5 anni possono arrivare fino al 98% grazie alla diagnosi LA SALUTE VIEN MANGIANDO Il Gusto della Vita: una campagna itinerante per affrontare meglio il tumore al seno LA SALUTE VIEN MANGIANDO Mangiare tutto per stare tutti meglio VIVENDI 24 Breve viaggio tra le diete di tendenza per conoscerne vantaggi ed evitare errori Q uesta volta un argomento molto complesso ed interessante, sicuramente “alla moda” e ricco di curiosità e dubbi. Infatti, ad oggi, l’esistenza di diverse concezioni alimentari finisce per generare confusione tra i meno informati. Riporto, tanto per rendere l’idea dell’enormità di sfumature di stili esistenti, una frase di un testo di alimentazione naturale: “Un naturista è quasi sempre anche un vegetariano, un vegano tende a poco a poco al fruttarismo, un crudista raramente è carnivoro, mentre un macrobiotico può mangiare o non mangiare carne”. Tutto chiaro, no???!!! Già verso la metà dell’Ottocento la dieta differenzia nettamente le classi sociali: la borghesia cittadina segue un’alimentazione “aristocratica” ricca di proteine e grassi animali, mentre l’alimentazione “popolare” è caratterizzata da verdure, cereali, legumi e frutta. ? Ad oggi, il vegetarismo è inteso come un regime alimentare che in pratica elimina dalla dieta qualunque parte animale, Dr.ssa Federica Razzi Dietologia e Nutrizione Terapista cognitivo-comportamentale dell’obesità Responsabile Doceo per il dimagrimento compresi i pesci, i crostacei e il lardo, ma transige su altri prodotti animali per ottenere i quali non è necessaria l’uccisione di un animale. Sono quindi consentiti uova, latte, formaggi, miele. Quest’ultimo è meglio definito come regime ovo-lacto-vegetariano aperto quindi a tutti i prodotti animali non carnei, sicuramente abbastanza completo (rispetto agli altri) da un punto di vista di fabbisogni nutrizionali. Esiste poi il regime lacto-vegetariano che è fondato sui vegetali e sul latte, escludendo le uova. L’uovo, per questa corrente, è considerato un “pulcino non nato” e quindi incompatibile con una mentalità una ricetta facile, gustosa e senza carne COTOLETTE DI SCAMORZA AFFUMICATA Occorrente per 4 persone 500 grammi di scamorza fresca pangrattato q.b. 3 uova farina q.b. olio extravergine d’oliva sale q.b. Tagliare la scamorza a fette di circa 1,5 cm e tamponarle con carta da cucina per asciugarle un po’. Sbattere le uova in una ciotola con un pizzico di sale. Infarinare le fette di scamorza e poi passarle nell’uovo e nel pangrattato premendo un po’ con le mani per farli aderire bene. Ripassare le fette di scamorza nell’uovo e di nuovo nel pangrattato in modo che si formi una crosticina di pane più spessa. Friggere le cotolette di scamorza affumicata in olio extravergine d’oliva tirandole fuori ben dorate, scolarle dall’olio e asciugarle su carta assorbente. Servirle ben calde! LA SALUTE VIEN MANGIANDO Quando la cotoletta è vegetariana VIVENDI 25 che si caratterizza principalmente per un’alimentazione non-violenta. La restrizione che quest’ultimo stile alimentare apporta comincia a “squilibrare” i fabbisogni di nutrienti: spesso si delinea un eccesso di zuccheri, farine e frutta (eccesso di carboidrati in genere). Ora, mi preme sottolineare, che la scelta di escludere dalla dieta alcuni gruppi di alimenti rimane sacra ed inviolabile per ciascun individuo adulto e maturo, ma devo comunque sostenere con forza e gran voce che tutti i vegetariani dovrebbero capire che la carne (e le proteine animali in genere) è un alimento dietologicamente insostituibile e che proseguire con un regime privo di alimenti carnei significa dover riorganizzare tutta la dieta. È necessario, quindi, pensare bene a ciò che si mangia, cercando di puntare su complementazioni proteiche che vadano a sopperire le eventuali carenze di amminoacidi (es: cereali e legumi). Questo “pensare” e questo “organizzarsi” richiede tempo e conoscenza. Il tempo riguarda tutta l’importantissima fase del “prima di mangiare” ossia come fare la spesa, cosa acquistare, come cucinare e come abbinare i vari alimenti. La conoscenza riguarda le basilari regole alimentari di una dieta bilanciata cercando di “contare” l’introito di proteine nobili ed amminoacidi essenziali. Ciò detto, sottolineo che non tutti possono improvvisarsi “vegetariani” per moda o da un momento all’altro, né che tutti possono seguire un tale regime alimenta- re. Mi riferisco in particolare agli anziani, ai soggetti in fase di accrescimento e alle donne in gravidanza. Specialmente queste categorie “più deboli” di persone, se non seguono una corretta e bilanciata alimentazione, rischiano carenze proteiche sia qualitative che quantitative dovute essenzialmente ad un tasso insufficiente degli amminoacidi solforati, carenze vitaminiche (vit. B12, vit.A, Vit.D e vit. E) e minerali (ferro, zinco, calcio). Quando il ginocchio è poco sportivo BENE A SAPERSI Breve panoramica delle patologie a carico del menisco, più diffuse soprattutto tra chi pratica sport VIVENDI 26 L a sempre maggiore diffusione delle pratiche sportive e la progressiva espansione della fascia di popolazione di età avanzata hanno contribuito, negli anni recenti, a modificare l’epidemiologia della patologia meniscale, di natura sia traumatica che degenerativa. In questa sede mi propongo di fare una breve panoramica sulle patologie a carico del menisco. A tale scopo è utile sapere che i menischi sono due strutture fibrocartilaginee interposte tra il femore e la tibia e che sono distinte in menisco mediale e menisco laterale. La loro funzione è quella di garantire una perfetta congruenza tra le superfici articolari di tibia e femore e di assorbire gli urti della vita quotidiana salvaguardando la cartilagine. Sono, quindi, strutture estremamente importanti nella biomeccanica del ginocchio. Il menisco, però, può andare incontro a due principali tipi di lesioni: quella a carattere degenerativo e quella a carattere traumatico. Le lesioni di tipo degenerativo generalmente interessano i pazienti di età compresa tra i quaranta e i sessanta anni di vita, non sono secondarie a traumatismi, ma dipendono dal coinvolgimento dei menischi nella patologia infiammatoria e degenerativa caratteristica dell’artrosi. Le lesioni traumatiche, invece, si riscontrano in pazienti più giovani e sono solitamente causate da movimenti del ginocchio che possono provocare un’eccessiva sollecitazione sui menischi. I movimenti che possono indurre una lesione del menisco sono piuttosto banali come il rialzarsi bruscamente da terra oppure fare una semplice torsione del ginocchio ovvero mediante un trauma discorsivo del ginocchio. Le lesioni possono interessare una porzione più o meno grande della superficie di inserzione meniscale, la capsula articolare, e in tal caso si parla di lesioni periferiche. Si parla invece di lesione a manico di secchio quando tale disinserzione riguarda la quasi totalità di questa superficie. Dr. Barbarino Manfredi Ortopedico La diagnosi della patologia meniscale viene effettuata prima di tutto mediante una visita dallo specialista il quale, individuata la possibile patologia, prescriverà esami strumentali come la RMN. Di solito la terapia relativa a tale disturbo può essere o di tipo conservativo – effettuata mediante sedute di fisioterapia e terapia infiltrativa con Acido Ialuronico - o chirurgico – realizzata mediante le avanzate tecniche artroscopiche. bulanza durante le nostre partite in casa». Le squadre giocano normalmente sul sintetico delle Tre Fontane, anche se in questa prima fase di campionato, che si è conclusa a novembre, hanno giocato all’Acquacetosa per l’indisponibilità dell’impianto dell’EUR (a causa dei lavori di ristrutturazione). Entrambe le squadre giocano con lo scudetto sulle maglie e l’Hockey Club Roma ha chiuso l’andata in seconda posizione, mettendo una seria ipoteca ad un posto per la Final Four che darà lo scudetto, mentre le ragazze della Libertas San Saba appaiono un po’ in ritardo ma con buone possibilità di risalire la corrente nel girone di ritorno che inizierà, come quello dei maschi, all’inizio di marzo. 27 VIVENDI A Roma ci sono due squadre di uno sport olimpico ma bollato come “minore”, l’hockey su prato, che vincono sempre ed hanno centrato tanti scudetti. Si chiamano Hockey Club Roma, i ragazzi, e Hockey Femminile Libertas San Saba, le ragazze, ed hanno vinto rispettivamente 7 e 9 scudetti all’aperto più una serie di titoli indoor e di Coppa Italia. Vincere è sempre difficile, farlo in una grande città come Roma è quasi impossibile, ma i nostri campioni ci sono riusciti e forse un po’ di merito è anche della Marilab! «Ci siamo avvicinati alla struttura dei fratelli Marino per merito della D.ssa Latella appassionata di sport e dotata di una grande carica di simpatia» dice il factotum dei due gruppi, Enzo Corso, un dirigente sportivo molto apprezzato nell’ambiente dello sport dilettantistico romano e nazionale «Ci siamo conosciuti casualmente nel Centro Marilab di Fonte Meravigliosa ed abbiamo costruito una sinergia che, devo dire, ci ha portato molta fortuna. Per dei gruppi di dilettanti, che fanno però sport ad alto livello e con grandi carichi di lavoro, è fondamentale curarsi bene». «I Centri Marilab con la loro professionalità e la loro cortesia (e pazienza) ci hanno aiutato tanto in questi ultimi anni, quindi un po’ dei nostri scudetti sono anche loro!». «Poter fare velocemente un accertamento diagnostico (che la signora Anna ci trova in tempo reale!) ci aiuta tantissimo e ci fa sentire importanti. Quindi grazie alla Marilab, che da quest’anno ha deciso anche di assisterci in esterna, inviando un’am- MARILAB PER IL SOCIALE I Campioni dell’Hockey Club Roma e della Libertas San Saba entrano nel mondo MARILAB L’Hockey F emminile Libertas San Saba scudettata DIAGNOSI E TERAPIA VIVENDI 28 UDITO: quando intervenire nella prevenzione e perchè Dai primi segnali di difficoltà uditiva, riscontrabili dallo specialista, il consiglio di prendere provvedimenti preventivi S ento ma non capisco… Faccio fatica a distinguere le parole quando ci sono due o più persone che mi parlano… Devo aumentare il volume del televisore… Ho un forte mal di testa… Ho un orecchio che sente in modo più ovattato dell’altro: sono questi i possibili sintomi di un probabile calo uditivo. In tali casi è importante sottoporsi alla visita di uno specialista per un attento esame uditivo volto ad individuare eventuali decadimenti precoci della capacità uditiva. Con l’età, infatti, diventa fisiologico assistere ad un calo graduale dell’udito (Presbiacusia) ma spesso ci sono eventi, durante il corso della vita, che possono accelerare questo decadimento. Traumi acustici, cranici o pressori (aereoimmersioni), perforazioni timpaniche, otiti o infiammazioni dell’orecchio medio, ictus o sbalzi della pressione sanguigna, assunzione di medicinali ototossici (chinino-streptomicina-eutirox), Sindrome di Ménière, vertigini etc., rappresentano tutti motivo di alterazione dell’equilibrio uditivo e quindi della soglia tonale. Quando si verificano tali situazioni è sempre opportuno effettuare una valutazione seguendo due strade parallele ma congiunte: la via medica (consultazione di uno specialista in Otorinolaringoiatria) per eventuali cure farmacologiche o per necessità di interventi chirurgici, e la via audiologica (consultazione di uno specialista in Audiologia ed in Tecniche Audioprotesiche) per intervenire parallelamente con eventuali correttori acustici, qualora si fosse scesi sotto soglia di percezione uditiva. Molto spesso ci si ferma solo alla valutazione medica e si tralascia l’aspetto audiologico, ma, quando in una fase successiva diventa necessario percorrere questa seconda via, quasi sempre risulta essere troppo tardi. Ricorrere ad un apparecchio acustico, ove necessario, non deve rappresentare un motivo di vergogna, ma deve essere vissuto con lo stesso stato d’animo con il quale si accetta di indossare un paio di occhiali, grazie anche al fatto che oggi la tecnologia è in grado di realizzare dispo- Dr. Maurizio Serra Specialista in Tecniche Audioprotesiche sitivi discreti ed apprezzabili da un punto di vista estetico. I criteri utili a capire quando ricorrere ad un apparecchio acustico sono fondamentalmente legati al livello medio di soglia tonale ed alla percentuale di intelligibilità protesico immediato. Nessuno immagina o conosce, infatti, quanto la deprivazione acustica comprometta velocemente la percezione uditiva. Si parla di deprivazione uditiva quando i recettori cocleari e di conseguenza la corteccia cerebrale uditiva non vengono stimolati a dovere a causa di una soglia uditiva sotto i 30-35 dB. Se non c’è stimolazione elettrica a livello corticale o la stessa è insufficiente, l’immensa quantità di neuroni deputati alla percezione e all’elaborazione cognitiva del suono, non essendo sufficientemente stimolati, DIAGNOSI E TERAPIA vocale. Se la soglia tonale media è al di sotto dei 30-35 dB allora, tramite la valutazione dell’intelligibilità vocale, si può individuare in quale stato uditivo ci si trova: Normoudenza, Ipoacusia Lieve, Ipoacusia Media o Ipoacusia grave. Ricorrere agli apparecchi acustici fin dall’insorgenza di un’ipoacusia lieve, parallelamente alle eventuali cure mediche appropriate - qualora necessarie - ritengo sia il modo preventivo più auspicabile per rallentare il processo di decadimento uditivo, oltre che per ottenere un beneficio tendono ad inattivarsi con il tempo, compromettendo definitivamente il riconoscimento del suono come parola. Ricorrere in tempo agli apparecchi acustici, invece, garantirebbe una stimolazione continuativa a livello cerebrale impedendone il processo di inattivazione e atrofizzazione, come la fisioterapia per gli arti. Una spiccata capacità nelle relazioni interpersonali, un livello culturale buono, un’intraprendenza mentale verso molteplici attività sono sicuramente motivi di rallentamento del decadimento uditivo, ma conoscere tutti questi aspetti significa avere un quadro anamnestico abbastanza chiaro del paziente che si sottopone ad una valutazione audiologica approfondita. Per tutti i colleghi Otorini e per i nostri lettori, ho realizzato uno schema in cui sono sintetizzati i criteri tecnici e grafici per valutare la decisione di sottoporre un paziente ad un’indagine audiologica più approfondita. 29 VIVENDI Ricorrere ad un apparecchio acustico non deve rappresentare un motivo di vergogna, ma deve essere vissuto con lo stesso stato d’animo con il quale si accetta di indossare un paio di occhiali, grazie anche al fatto che oggi la tecnologia è in grado di realizzare dispositivi discreti ed apprezzabili da un punto di vista estetico. NOVITÀ SALUTARI VIVENDI 30 Mascherine trasparenti per conquistare un sorriso sano e bello L’ortodonzia, una disciplina medica sempre più diffusa per adulti e bambini per curare non solo bocca e palato ma anche per raggiungere l’equilibrio della persona L ‘ ortodonzia o “ortognatodonzia” è una disciplina che studia lo sviluppo e la crescita cranio-facciale al fine di poter curare le malocclusioni eventualmente presenti nei bambini, negli adolescenti e nei pazienti adulti. Gli obiettivi della terapia ortodontica possono variare secondo l’età del paziente e della malocclusione presente. Nel paziente in crescita s’interviene quando il palato è contratto, eseguendo un’espansione per creare una simmetria del volto e far sì che i denti permanenti riescano a uscire in arcata correttamente. In altri casi s’interviene con apparecchi funzionali quando ci sono delle malformazioni della mascella, con il palato molto sporgente rispetto alla mandibola (denti a coniglietto!), o quando la mandibola è molto spostata in avanti rispetto al palato (morso inverso). L’ortodonzia è necessaria anche in presenza di morso aperto anteriore, cioè quando a causa del succhiamento del dito, del ciuccio, o dell’interposizione della lingua si crea uno spazio tra le arcate nella zona anteriore del sorriso. Sempre più spesso noi ortodontisti interveniamo per correggere maleocclusioni anche nei pazienti adulti, in casi di denti accavallati e disallineati, con gravi inestetismi del sorriso, o in casi di pazienti che hanno perso uno o più denti ed hanno la necessità di ripristinare correttamente Dr.ssa Linda Pisano Specialista in Ortodonzia alcuni spazi, prima di eseguire dei lavori protesici o implantologici. L’obiettivo principale del trattamento ortodontico è il raggiungimento di un equilibrio armonico estetico e funzionale dei mascellari, al fine di dare al paziente un bellissimo sorriso con denti sani e perfettamente allineati. Ormai da alcuni anni sta sempre più prendendo piede, con riferimento alla cura dei pazienti adulti, la terapia Invisalign®, un trattamento composto da una serie di mascherine trasparenti chiamate aligner. Questi supporti, invisibili, rimovibili e sostituiti ogni due settimane da un nuovo set, sono personalizzati, cioè realizzati appositamente e soltanto per i denti di NOVITÀ SALUTARI difficili da pulire. La Forte spaziatura dentale accade invece quando la mascella presenta uno spazio eccessivo e ciò può dipendere da diversi fattori. I problemi di spaziatura possono portare a disturbi come gengivite e periodontite, che, se non curati, possono causare la perdita dei denti. Il Morso incrociato avviene quando l’arcata superiore e quella inferiore sono disallineate tra loro. Questo problema può causare erosione dei denti, disturbi alle gengive e perdita dell’osso. L’Overbite si verifica quando i denti superiori presentano una significativa sovrapposizione rispetto ai denti inferiori. Questo problema può causare disturbi o irritazioni alle gengive e/o erosione dei denti inferiori, e dolori alla mascella e problemi articolari. La Protrusione dell’arcata superiore accade quando i denti inferiori si protendono oltre i denti anteriori, solitamente a causa di un sottosviluppo dell’arcata superiore, di una crescita eccessiva della mandibola o di entrambi i fattori. Il problema può essere inoltre causato dalla mancanza di denti superiori e può impedire la normale funzionalità dei denti anteriori o dei molari, provocando l’erosione dei denti. Può essere inoltre causa di dolori alla mascella e problemi articolari. Il trattamento Invisalign può adattarsi senza problemi e con facilità alla routine quotidiana. Non ci sono fili o attacchi metallici e gli aligner sono comodi da indossare e facili da rimuovere in modo da consentire il mangiare, bere, lavarsi i denti e usare il filo interdentale. 31 VIVENDI ciascun paziente. Con gli aligner i denti si muovono piano piano, settimana dopo settimana, finché arrivano ad allinearsi nella posizione finale programmata. Inoltre, attraverso un programma di trattamento virtuale 3D - software ClinCheck® - è possibile vedere gli spostamenti che i denti seguiranno nel corso del trattamento. Tutto questo per permettere al paziente di sapere in anticipo quale sarà l’aspetto dei denti al termine della terapia. Il numero di mascherine è variabile: un trattamento completo prevede 18-36 aligner per l’arcata superiore e inferiore e un periodo di terapia compreso tra 9 e 18 mesi. I benefici della correzione dentale con Invisalign non si limitano a un sorriso più sicuro e a una maggiore fiducia in se stessi ma hanno indubbi effetti sulla salute orale. Vediamo alcune situazioni in cui può essere utilizzato Invisalign. Al fine di comprendere quali siano le possibilità d’intervento risolutivo attraverso Invisalign è utile una breve rassegna su quelli che sono i casi più frequentemente riscontrati. L’Affollamento dentale avviene quando nella mascella lo spazio non è sufficiente per contenere tutti i denti normalmente. Se non curato può aumentare il rischio di disturbi gengivali, poiché i denti sono più BENE A SAPERSI Un bimbo su 250 a rischio autismo, l’importanza della diagnosi precoce VIVENDI 32 Un progetto sperimentale tra scuole d’infanzia e pediatri per individuare la malattia, ma anche per liberare la positività dei giovani U n bambino su 250 potrebbe essere a rischio di autismo e un ritardo nella diagnosi, anche solo di sei mesi, costituisce una differenza fondamentale nella prognosi. L’autismo è una forma di disabilità difficile da capire, quasi “invisibile” in quanto poco descritta e compresa. Le definizioni scientifiche internazionali più riconosciute considerano l’autismo come un disordine dello sviluppo che invade ogni ambito delle funzioni cerebrali. Questo disturbo condiziona gravemente l’organizzazione e l’elaborazione delle informazioni percepite e si evidenzia con disfunzioni che riguardano l’interazione sociale, la comunicazione verbale e lo sviluppo dell’immaginazione e della fantasia. L’autismo è comunque una disabilità complessa dalla quale non si guarisce, ma presenta senza dubbio margini di miglioramento. Spesso però ancora oggi molte persone colpite da autismo ricevono trattamenti inadeguati e accumulano negli anni forte ritardo mentale causato da deprivazione di stimoli abilitanti. L’esperienza ha dimostrato che il miglior trattamento è una precoce e specifica educazione, la cui filosofia sta nel puntare al massimo sviluppo possibile delle capacità individuali e nell’aggirare i deficit presenti. Per sviluppare un percorso formativo diretto ai pediatri di famiglia e agli insegnanti della scuola d’infanzia e per creare un filtro iniziale che permetta la precoce individuazione dei soggetti a rischio, l’IdO - Istituto di Ortofonologia di Roma - ha avviato dal mese di aprile 2011 un progetto di formazione basato sulla centralità della diagnosi precoce nell’autismo infantile. Nella prima fase il progetto prevede l’organizzazione di corsi di formazione dedicati a insegnanti ed educatori. Nelle 42 scuole che hanno aderito sono stati coinvolti circa 301 insegnanti. I corsi per “medici pediatri”, che hanno ottenuto l’adesione di alcune delle più importanti società scientifiche del settore, hanno visto il coinvolgimento di 60 medici pediatri. Nel complesso sono stati effettuati proto- colli di screening su 1.200 bambini, e in totale sono stati coinvolti indirettamente circa 6.000 bambini. La seconda fase del Progetto Autismo prevede anche la realizzazione del “Festival delle giovani idee” - giunto alla sua 3° edizione - evento promosso ogni anno dall’Istituto di Ortofonologia e dal portale Diregiovani.it, dedicato alla positività e creatività dei giovani. L’autismo è una disabilità complessa dalla quale non si guarisce, ma presenta senza dubbio margini di miglioramento Psicoterapeuta, supervisore e local trainer in analisi Bioenergetica. Psicologa analista di formazione junghiana e training autogeno. Perito del tribunale penale e civile di Roma Superare ansie e stress attraverso esercizi corporei utili anche per combattere la mancanza di desiderio S tress e ansia repressi sono i veri nemici dell’amore, si incastonano nel corpo procurando stasi di energia, blocchi muscolari e contrazione del respiro che si esprimono in mancanza di desiderio, disturbi organici e ostilità verso il partner. La frigidità femminile è risolvibile con l’intervento delle tecniche di Bioenergetica, mentre per gli uomini si richiede anche l’intervento dell’andrologo se il sintomo è di vecchia data. La Bioenergetica individuale oltre ad analizzare le dinamiche relazionali e i sogni onirici, permette di scaricare le tensioni rimosse e incastonate nelle stasi di energia, attraverso movimenti fisici mirati a liberare i blocchi muscolari, stimolando il fluire dell’energia frizzante in tutto l’essere. La psicoterapia di coppia consente il superamento delle paure inconsce che influiscono sul contatto, il rilassarsi nella relazione sensoriale, il sentire le emozioni profonde che aprono il cuore verso la tenerezza e l’abbandono al piacere dell’amore. La classe di esercizi Bioenergetici, consentendo alla coppia di interagire con gli altri, aiuta ad elaborare il confronto sociale. L’ascolto del proprio corpo che si esprime con la voce e con il movimento, in gruppo, occupa e vive uno spazio interiore che si delinea nei personali confini pur relazionandosi con altri spazi, formando campi energetici che si incontrano felicemente tra loro in un “io” e in un “noi due” nel mondo. L’alternanza tra movimento e si richiede in situazioni di stress. La fatica mentale e fisica che si innesca in queste situazioni si manifesta con l’ansia, l’insonnia e l’insoddisfazione sessuale, riducendo così le riserve energetiche dell’organismo, tanto da insidiare la piacevolezza delle relazioni. La Bioenergetica utilizza numerosi esercizi corporei per superare la mancanza di desiderio, anorgasmia, eiaculazione precoce, impotenza, frigidità, vaginismo, considerando la salute nella sua globalità: corporea-mentale-emozionale-sessuale. contatto, tra motricità individuale in coppia e in gruppo, tra ascolto e vocalizzazione, utilizza la regolazione energetica per l’evoluzione della salute vibrante di ogni singolo. Le tre possibilità di incontri Bioenergetici - Analisi Bioenergetica individuale, Analisi Bioenergetica di coppia, Classe di esercizi Bioenergetici - aiutano a sentire la propria respirazione superficiale per attivare la capacità di averne una profonda, per aumentare la vitalità, unica spinta verso il piacere della conoscenza, del lavoro e dell’amore, vere sorgenti della vita. Le tecniche Bioenergetiche individuali, di coppia e l’attività psicomotoria emozionale della classe di esercizi, promuovono il movimento respiratorio adeguato al fine di ottenere quell’energia addizionale che Per informazioni: Viale dei Promontori 50, 00122 Roma cell. 338 5438008 www.bioenergeticaonline.it 33 VIVENDI Dr.ssa Maria Stallone Alborghetti NOVITÀ SALUTARI La bioenergetica per riappropriarsi delle proprie emozioni BENE A SAPERSI Se la fertilità è bassa occhio alla leptina VIVENDI 34 Le delicate interazioni tra ambiente, stato metabolico e funzione riproduttiva spiegate da un esperto endocrinologo e andrologo L a sfera riproduttiva è strettamente dipendente dalle disponibilità energetiche ed ambientali. Le modificazioni acute dello stato metabolico sono in grado di alterare la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade. Nell’uomo e in varie specie animali la restrizione calorica e il digiuno causano una rapida soppressione della secrezione delle gonadotropine LH e FSH, con conseguente ridotta fertilità. Una spiegazione plausibile di questo fenomeno è di evitare o limitare al massimo inutili dispendi energetici in condizioni in cui il successo riproduttivo è altamente improbabile. Anche condizioni di eccesso di riserve metaboliche, come l’obesità, interferiscono negativamente con la corretta regolazione dell’asse riproduttivo. In questo contesto di delicate interazioni tra ambiente, stato metabolico e funzione riproduttiva, il tessuto adiposo assume un ruolo di raccordo, informando direttamente, attraverso i suoi prodotti di secrezione, le strutture cerebrali sullo stato delle risorse energetiche a disposizione. Tra le sostanze prodotte dal tessuto adiposo la leptina svolge un ruolo chiave non solo sul controllo dell’appetito, ma anche sulla sfera riproduttiva, i cui centri di controllo cerebrali risiedono in siti anatomici adiacenti a quelli della fame. La leptina, il prodotto ormonale sintetizzato nel tessuto adiposo, circola nel plasma a concentrazioni direttamente proporzionali alle riserve di grasso. Il suo bersaglio principale è il sistema nervoso centrale, dove è espressa la massima concentrazione del suo recettore. La leptina circolante supera la barriera emato-encefalica attraverso un sistema di trasporto saturabile e raggiunge i recettori ipotalamici a livello del nucleo arcuato, ove agisce principalmente come segnale anti-fame. Nell’anoressia nervosa si associano alla severa malnutrizione valori plasmatici estremamente bassi di leptina che riflettono la significativa riduzione delle riserve adipose, bassi livelli delle gonadotropine con assente pulsatilità delle stesse, alterazioni mestruali e amenorrea. Alcuni anni fa è stata identificata una soglia minima di quota di massa grassa nella donna, pari al 17% in rapporto al peso totale, necessaria per il menarca, e del 22% per il successivo Dr. Massimiliano Caprio Endocrinologo e Andrologo mantenimento della funzione riproduttiva. Sulla base di recenti lavori è stato costruito un nomogramma per la valutazione della corretta quota di grasso corporeo in base all’altezza e al peso. Valori di massa grassa al di sotto o al di sopra di soglie stabilite sono infatti in grado di determinare alterazioni significative dell’asse riproduttivo. Le recenti scoperte sul principale fattore ormonale di secrezione del tessuto adiposo, la leptina, hanno in parte chiarito questi fenomeni, fornendo una spiegazione possibile della fisiopatologia dell’asse riproduttivo nell’obesità e nell’eccessiva magrezza. Risulta pertanto essenziale nell’approccio clinico ai disturbi della sfera sessuale (disfunzione erettile, calo del desiderio sessuale) e riproduttiva (infertilità) una corretta valutazione della composizione corporea, facilmente analizzabile attraverso metodica DEXA, al fine di correggerne in prima istanza eventuali alterazioni, prima di ricorrere a presidi terapeutici diretti più costosi e talvolta inutili. INFOMARILAB VIVENDI 35