Difesa estiva di peronospora e oidio e difesa antibotritica
by user
Comments
Transcript
Difesa estiva di peronospora e oidio e difesa antibotritica
LA VITE N° 5 del 31 luglio 2015 Fase fenologica Ormai in quasi tutte le zone viticole lombarde si è in fase di invaiatura, appena iniziata per i vitigni tardivi (scala BBCH 81), in fase già avanzata per quelli più precoci (scala BBCH 83). Difesa estiva – Peronospora Quest’anno l’andamento della peronospora si è rivelato incostante col progredire della stagione: dopo un inizio abbastanza precoce (prime macchie delle primarie il 7 maggio in Oltrepo’ pavese e il 14-15 maggio in provincia di Mantova), l’andamento stagionale faceva pensare ad una stagione particolarmente problematica. In realtà, nonostante le condizioni meteorologiche siano state favorevoli alla malattia in molte delle zone viticole (cosa dimostrata dall’andamento della stessa su diversi testimoni non trattati), le piogge abbastanza cadenzate hanno permesso di entrare in campo ed effettuare i trattamenti fungicidi in maniera relativamente agevole, per cui in linea di massima non si sono registrate particolari difficoltà nella difesa. Il drastico cambiamento delle condizioni climatiche avvenuto a partire dalla metà di giugno, con elevate temperature e pressoché nulle precipitazioni, ha poi rallentato (se non completamente bloccato) l’evoluzione della malattia. Attualmente anche la suscettibilità degli organi della vite comincia a ridursi (ad eccezione delle foglie di nuova formazione sulle femminelle), per cui se non ci si trova in presenza di infezioni “scappate” a causa di un errato Variazione nella sensibilità alla peronospora nel corso della stagione (fonte: www.peronospora.it) piano di difesa o per trattamenti mal eseguiti, nella maggior parte delle zone viticole la stagione antiperonosporica può essere considerata ormai quasi conclusa. Gli unici interventi ancora consigliati sono quelli con prodotti a base di sali di rame, per mantenere efficiente la parete fogliare ai fini di una buona maturazione delle uve (attenzione al rispetto dei tempi di carenza). In presenza di macchie ancora “attive”, cioè con presenza abbondante di muffa bianca (conidi del fungo) possibile causa di ulteriori infezioni secondarie, può essere ancora utile intervenire con principi attivi dotati di maggiore capacita di penetrazione e persistenza come il dimetomorf, sempre associato al rame. Difesa estiva – Oidio La stagione 2015 ha registrato delle condizioni agrometereologiche molto favorevoli allo sviluppo della malattia: i sistemi di supporto alle decisioni hanno indicato la possibilità di infezioni ascosporiche precoci (a partire dalla metà di aprile) seguite da condizioni di elevato rischio di Oidio PV - Andamento infezioni ascosporiche e rischio per infezioni secondarie (Vite.net Horta s.r.l.) infezioni secondarie. Le scarse precipitazione registrate dalla metà di giugno, associate ad elevate temperature ed umidità, hanno permesso alla malattia di diffondersi in modo epidemico, tanto che i testimoni non trattati si presentavano completamente invasi dal fungo già a metà luglio. Infezioni (in qualche caso anche gravi) si sono osservate anche in vigneti trattati, soprattutto in quelli in cui nello scorso anno si erano registrati forti attacchi a fine stagione, dove sono stati adottati turni di intervento troppo allungati o pratiche di gestione della chioma favorevoli allo sviluppo del fungo. La strategia da adottare in questo periodo dovrà quindi essere diversificata a seconda della situazione fitosanitaria dei diversi vigneti, tenendo però bene in considerazione che un’adeguata difesa preventiva è l’unica possibilità per evitare la presenza di questa malattia e di tutti gli effetti diretti e collaterali negativi che ne conseguono sulla produzione, nonché il fatto che intervenire con modalità curative od eradicanti espone maggiormente al rischio di selezionare ceppi resistenti del fungo ai diversi principi attivi impiegati. Nei vigneti in cui si riscontrano attacchi (controllare bene soprattutto i grappoli nelle zone interne della vegetazione) è bene mantenere alta l’attenzione e ripetere i trattamenti con turni ravvicinati e dosaggi anche elevati di zolfo, operando nelle ore più fresche della giornata per ridurre i rischi di scottature. In alternativa, e qualora non siano stati già utilizzati precedentemente fino al limite dei tre trattamenti consentiti, si può intervenire con altri prodotti ad azione curativa, come gli IBS (sempre associati allo zolfo) o la spiroxamina, trattando a turni piuttosto ravvicinati. In caso di forti attacchi può essere utile intervenire fino a fine stagione con il biofungicida Ampelomyces quisqualis, sfruttando l’assenza di tempo di carenza e di residui sulla produzione. Inoltre A. quisqualis devitalizza i cleistoteci in via di formazione e quindi può essere applicato anche dopo la vendemmia, per ridurre il potenziale di inoculo dell’oidio dell’annata successiva. Nei vigneti in cui non sono presenti grosse infezioni è sufficiente mantenere in efficienza la parete fogliare con alcuni interventi con prodotti a base di zolfo ai dosaggi minimi, sospendendo i trattamenti per tempo al fine di non interferire con i processi di vinificazione (comparsa di odori sgradevoli). La Botrite o muffa grigia Si tratta di un fungo ascomicete, Botrytis cinerea Pers., che risulta essere ubiquitario, polifago e in grado di sopravvivere e moltiplicarsi anche su residui vegetali morti. Questo parassita è in grado di svernare sotto diverse forme: come micelio fungino nelle fessure della corteccia della vite o nei residui in decomposizione, come sclerozio nei residui sul terreno, o anche tramite i conidi, che sono le normali forme di diffusione. Sulla vite si possono riscontrare le prime infezioni già in primavera, con temperature superiori ai 4°C, anche se l’intervallo ottimale risulta compreso tra i 16 ed i 25°C: è comunque sempre necessaria un’elevata umidità relativa (superiore al 90%). Nelle condizioni pedoclimatiche del Nord Italia la maggior parte delle infezioni a livello dei grappoli sembrano avvenire nel periodo tra l’invaiatura e la vendemmia, anche se per alcuni vitigni possono avere importanza anche infezioni in post-fioritura, a seguito della colonizzazione da parte del fungo dei residui fiorali e delle ferite causate dalla caduta delle caliptre, infezioni che rimangono poi latenti fino in prossimità della maturazione. I danni provocati dalla botrite sono sia di tipo diretto, dovuti quindi alle perdite quantitative della produzione dovute all’attacco del patogeno, sia di tipo indiretto. Le uve colpite contengono infatti elevate quantità di enzimi polifenolossidasici di origine fungina, in grado di favorire la “casse ossidasica” nei vini con conseguente rottura del colore, intorbidimento e formazione di depositi. Nella difesa da questo fungo patogeno assumono grande importanza una serie di accorgimenti di tipo preventivo, in grado di sfavorire lo sviluppo del fungo garantendo una buona aerazione e riducendo l’umidità relativa a livello della chioma e dei grappoli. Scelte colturali quali il tipo di portainnesto e di clone, la forma di allevamento, l’orientamento dei filari, nonché le concimazioni azotate, influiscono sia sulla vigoria e lo sviluppo della vegetazione che sulla compattezza dei grappoli, e sono quindi correlate anche alla possibilità di danno da parte del patogeno. Anche le pratiche di gestione della parete fogliare (operazioni di potatura, cimature, sfogliature della fascia produttiva, ecc.) e della produzione (diradamenti) possono influire sul microclima a livello dei grappoli e, quindi, anche sulla gravità delle infezioni botritiche. Ugualmente importanti sono tutti gli interventi volti a prevenire, per quanto possibile, lesioni sugli Riduzione FATTORE COLTURALE CONSIDERATO incidenza % max acini, quali una corretta difesa da Scelta del portinnesto -50% oidio e tignole dell’uva, le Scelta del clone -50% protezioni antigrandine, ecc. Riduzione della fertilizzazione azotata -40% Sfogliatura precoce e moderata della zona dei Adottando questi accorgimenti, -50% grappoli nelle annate poco piovose e sulle Controllo delle tignole dell’uva -60% varietà a grappolo spargolo non Inerbimento controllato permanente -50% Trattamenti fungicidi di copertura -10% sono di norma necessari Trattamento fungicida specifico -70% trattamenti fungicidi. Tradizionalmente i momenti di Riduzioni massime sull’incidenza della malattia ottenibili a seguito di alcune pratiche colturali (fonte: VenetoAgricoltura) intervento contro la botrite erano quattro, contraddistinti dalle prime lettere dell’alfabeto: in post-fioritura (A), in pre-chiusura del grappolo (B), all’invaiatura (C) e in pre-raccolta (D): le moderne strategie integrate di intervento, condivise dal Servizio fitosanitario, prevedono di effettuare al massimo due interventi. Sulle varietà a grappolo compatto, in annate particolarmente piovose, in presenza di acini lesionati o in vigneti situati in zone particolarmente umide può essere necessario intervenire con un prodotto fungicida già in pre-chiusura del grappolo (fase B). In tutti gli altri casi, solitamente, può essere sufficiente intervenire solo in annate particolarmente umide tra la fase di invaiatura (fase C) e quella di pre-raccolta (fase D), ritardando il trattamento soprattutto in caso di varietà tardive e facendo attenzione al tempo di Indicazioni FRAC carenza del prodotto utilizzato. Principio Gruppo/codice FRAC Rischio Strategia Come già visto per i prodotti attivo resistenza antiresistenza antiperonosporici ed antioidici, Ciprodinil (solo anche per i principi attivi contro in miscela) Anilino-Pirimidine/D1 medio necessaria la botrite è importante Pyrimethanil conoscere il meccanismo di Fludioxonil Fenil-Pirroli / E2 Medio/basso consigliata Fenpyrazamide azione, al fine di impostare un SBI classe III / G3 Medio/basso consigliata Fenexamide piano di difesa efficace ed in Fluazinam Dinitroaniline / C5 basso consigliata grado di contrastare la comparsa Boscalid SDHI / C2 Medio/alto necessaria di fenomeni di resistenza, anche in considerazione del fatto che le classi di meccanismo di azione – MoA dei formulati disponibili sono inferiori di numero. Nell’ambito di una strategia antiresistenza è quindi necessario limitare ad un trattamento all’anno il numero degli interventi e, qualora le condizioni ambientali rendessero necessario intervenire anche una seconda volta, alternare i principi attivi delle diverse classi di azione. La difesa antibotritica in agricoltura biologica Quanto illustrato precedentemente a proposito degli interventi preventivi risulta ancora maggiormente importante in agricoltura biologica, dove i mezzi tecnici di intervento sono ancora minori. Infatti, non essendo disponibile una molecola chimica naturale ad alta efficacia, nella pratica aziendale i prodotti microbiologici e fisici disponibili offrono una protezione insufficiente se non abbinati a opportune strategie agronomiche preventive. Alcune di queste sostanze (bentonite, litotamnio, polvere di roccia, ecc.) vengono impiegate per asciugare la vegetazione dopo piogge battenti, oppure per ripulire dal patogeno residui vegetali che possono rappresentare un substrato ideale per lo sviluppo del patogeno. Recentemente sono stati registrati per l’impiego contro B. cinerea su vite alcuni preparati naturali e/o microbiologici in grado di contrastare questo patogeno in caso di insufficienza dei fattori preventivi di controllo. Bicarbonato di potassio: prodotto di origine naturale in grado di agire preventivamente per contatto nei confronti della botrite e, come già detto, dell’oidio della vite. Agisce provocando l’innalzamento del pH, che a sua volta causa un aumento della pressione osmotica delle superfici fogliari rendendole non idonee allo sviluppo delle spore fungine. Inoltre, l’elevato pH disattiva gli enzimi legati allo sviluppo delle pareti cellulari e delle membrane delle spore del patogeno. ATTENZIONE: il prodotto se non usato correttamente può dare problemi di fitotossicità, seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in etichetta. Bacillus subtilis: svolge un’azione di tipo preventivo, colonizzando la superficie della pianta prima che le spore della botrite possano germinare ed eliminare i competitori utilizzandoli come fonte di cibo oppure producendo alcuni metaboliti che inibiscono la crescita del micelio fungino. Aureobasidium pullulans: questo lievito colonizza le microlesioni presenti sul grappolo e agisce da scudo preventivo naturale contro il patogeno, sottraendogli lo spazio e gli elementi nutritivi. Bacillus amyloliquefaciens: si tratta di un batterio comunemente presente in diversi areali, in grado di insediarsi sulle radici e su altri parti della pianta (foglie ecc.). Essendo in grado di moltiplicarsi rapidamente impedisce l’insediamento di altre specie di batteri o funghi, tra cui anche B. cinerea, anche tramite l’attivazione dei meccanismi di induzione di resistenza nella pianta. In presenza di condizioni ambientali particolarmente favorevoli al patogeno, tali prodotti devono essere applicati preventivamente, seguendo le indicazioni sul momento di intervento e sul numero di trattamenti riportate in etichetta. In generale, i mezzi di difesa microbiologici possono rappresentare un valido strumento per la difesa delle colture, particolarmente adatti anche all’inserimento nelle strategie di difesa integrata, contribuendo a soddisfare le richieste delle nuove normative sull’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. Andamento meteorologico Nel corso degli ultimi giorni la situazione meteorologica è rientrata appieno in quelli che sono i caratteri più propri dell’estate Lombarda: massime attorno, o poco superiori, ai 30°C e isolate precipitazioni anche sulla Pianura. L’anomalia che aveva contraddistinto buona parte del mese di luglio è sostanzialmente terminata tra venerdì 24 e sabato 25 quando il passaggio di un fronte temporalesco - più attivo sulle Alpi - ha fatto calare le temperature e riportato precipitazioni nei fondovalle Alpini, su Appennino e, localmente, fino alla pianura (39.8 mm a Sarnico-BG il 27, 36 mm a Rivolta d’Adda-CR il 25, 29.4 mm a Varese il 24, 25.2 mm a Canevino-PV il 24, 8.8 mm a Chiari-BS il 25). Nei prossimi giorni sono attese ancora temperature nel complesso miti (nella media o leggermente inferiori ad essa) fino alla giornata di lunedì 3 agosto. In seguito è prevista una nuova intensificazione del caldo per il rafforzamento dell’anticiclone subtropicale che riporterà le temperature, per qualche giorno, nuovamente al disopra della medie del periodo. Per ulteriori informazioni sull’andamento agrometeorologico dell’ultima settimana, e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all’interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/bollettino-agrometeorologici/Pagine/AgrometeoSettimana.aspx (aggiornato ogni martedì); http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagine/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle 13.00 tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI Casteggio, CO.DI.MA Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia