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n. machiavelli-virtu` e fortuna
Virtù e Fortuna in Machiavelli La Virtù è l’insieme delle doti e delle capacità dell’individuo (non virtus cristiana, qualità moralmente positiva, ma virtus romana). Nel principe la virtù è: a) la perfetta conoscenza delle leggi generali dell’agire politico (ricavabili sia dall’esperienza diretta, sia dalla “lezione” della storia passata) b) la capacità di applicare queste leggi ai casi concreti e particolari c) la decisione, l’energia, il coraggio nel mettere in pratica ciò che si è designato La Virtù del politico è quindi una sintesi di doti intellettuali e pratiche (fusione di teoria e prassi) La Fortuna è un insieme di forze puramente casuali, accidentali, svincolate da ogni finalità trascendente. E’ una serie di fattori esterni all’uomo, che non dipendono dalla sua volontà. La Fortuna è l’oscuro e l’indeterminabile Quella di M. è una concezione laica e immanentistica che mette tra parentesi la presenza nel mondo della Provvidenza, cioè di un disegno divino indirizzato a un fine (cfr. Medio Evo) Dalla tradizione umanistica, tuttavia, M. eredita la convinzione che l’uomo può fronteggiare vittoriosamente la fortuna. Egli ritiene, infatti, che la Fortuna sia arbitra solo della metà delle cose umane, e lasci regolare l’altra metà agli uomini In primo luogo la Fortuna può costituire “l’occasione” dell’agire del Principe, la “materia” su cui egli può imprimere la “forma” da lui voluta Sfruttando “l’occasione”, la “virtù” del Principe si afferma e costruisce il proprio successo, piegando la Fortuna ai propri fini In secondo luogo la Virtù umana si impone alla Fortuna attraverso la capacità di previsione, il calcolo accorto Nei momenti quieti l’abile politico deve pre-vedere i futuri rovesci e predisporre i necessari ripari, come si costruiscono gli argini per contenere i fiumi in piena In questo modo la Virtù umana può imbrigliare la Fortuna impedendole di fare danno o limitandone gli effetti negativi Vi è infine un terzo modo teorizzato da M. per opporsi alla fortuna Il “riscontrarsi” con i tempi cioè la duttilità nell’adattare il proprio comportamento alle varie esigenze oggettive che via via si presentano, alle varie situazioni, ai vari contesti in cui si è obbligati ad operare In certi casi occorre l’astuzia della volpe, in altri la forza del leone (duttilità) La duttilità è una dote auspicabile, ma quasi mai si ritrova negli uomini (nota pessimistica)