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hai vinto alla lotteria
October 2014 – Ottobre 2014
CONDO
HAI VINTO ALLA LOTTERIA
6
Federico Antonini – Luca Buonaguidi – Studio Cheste
Giovanni Collot – Andrea Passador – Bérénice Troeira
CONDO
C O N D O Magazine N.6
Oct/Ott 2014
Thanks to / Grazie a:
Federico Antonini
Luca Buonaguidi
Studio Cheste
Giovanni Collot
Andrea Passador
Bérénice Troeira,
Thanks to Chloe Anderson
and Nina Kurose for helping
us with our (not professional)
translations .
Grazie a Chloe Anderson
e Nina Kurose per averci
aiutato con le nostre traduzioni
(non professionali)
Editors
Gabriella De Domenico
Lucia Del Zotto
Alessandra Giro
Giovanni Andrea Pamio
www.condozine.org
[email protected]
2
*NOTE
VINCITORI
WINNERS
1
Alberto
biglietto 12 verde
2
Stefania
biglietto 39 rosa
3
Gioia
biglietto 30 arancione
COMPLIMENTI!
CONGRATULATION!
122
Imprevedibile ed incontrollabile, la vincita alla lotteria può cambiare le sorti di un’intera esistenza, oppure no.
Nessuno è immune al fascino del gioco, nemmeno noi. All’incirca
un paio di mesi fa abbiamo deciso di tentare la fortuna: un gratta
e vinci o una schedina al giorno, per trenta giorni. 40 euro spesi,
due soli euro vinti. Insomma, la fortuna ha deciso di ignorarci.
A volte però si vince alla lotteria (o 5 euro al gratta e vinci) senza
nemmeno accorgersene: quell’esame di economia passato non
si sa bene come, quei 50 euro trovati nella tasca della giacca al
cambio di stagione, tutti quei semafori verdi quando sei in ritardo,
o l'incontro dell'anima gemella ad un appuntamento al buio; si
tratta di piccole vincite personali che potenzialmente cambiano
la vita. La fortuna, l'azzardo, il caso, il fato, le possibilità, la trepidazione, il desiderio, l'euforia, l'incredulità, l'infelicità. CONDO nel sesto numero ha voluto riunire tutti questi fattori. Dalla
botta di culo politica di Lyndon Johnson, Bashar Al-Assad e Papa
Francesco I, alla reintrepretazione satirica della vita del Cavaliere; dal racconto illustrato, tratto da “La liste de mes envies”, al
sogno e la sua numerologia (provate a giocarli, non si sa mai).
Dall’essere baciati con la lingua dalla fortuna al vincere una vera
remunerazione lavorativa con un gratta e vinci. Se volete tentare la
fortuna, ma avete bisogno di un piccolo aiuto, DIGEST vi fornisce
gli strumenti per vincere.
Per chi non c’era, CONDO ha partecipato al Sound Park di Villavarda (Pordenone) dal 28 al 30 agosto 2014. Per l’occasione, il
magazine ha organizzato il superCONDOlotto. Per scoprirne di
più andate a pagina 122.
Che la fortuna sia con voi.
Gli editori.
3
*NOTE
Unpredictable and uncontrollable, winning the lottery can change
an entire life’s destiny, or not.
No one is immune to the appeal of gambling, not even us. More or
less a couple of months ago, we decided to try our luck: a scratch
card or a play slip each day for 30 days. 40 Euros spent, only 2 Euros
won. In other words, luck decided to ignore us.
But sometimes, we win the lottery (or 5 Euros with a scratch card)
without even noticing it: the economics exam that you have no
idea how you passed, those 50 Euros you found in a pocket of the
jacket at the beginning of a new season, all those green traffic
lights when you are late, or meeting your soul mate on a blind date;
it is about little personal winnings that potentially change a life.
The luck, the gamble, the chance, the fate, the possibility, the
trepidation, the destiny, the euphoria, the incredulity, the unhappiness. CONDO in the sixth issue wanted to bring together
all these factors. From the piece of fucking good luck of Lyndon
Johnson, Bashar Al-Assad and Papa Francesco I to the satirical
reinterpretation of the Cavaliere’s life; form the illustrated story,
from “La liste de mes envies”, to the dream and its numerology
(try to play them, you never know); from being French kissed by
luck to winning a real salary from a scratch-card. If you want to
try your luck but you need some kind of help, DIGEST gives you
instruments to win.
For those who weren’t there, CONDO participated to Sound Park,
in Villavarda (Pordenone, Italy) August 28-30, 2014. On that occasion, the magazine organized the superCONDOlotto. To learn
more see page 120. May Luck be with you.
THE LOTTERY!
To promote the new coming issue topic “You won the lottery”, CONDO decided to create its own lottery, SUPERCONDOLOTTO.
When and Where?
On the last August weekend, at the music festival Soundpark.
Who?
Anybody who, like the most of people, were tempted to try their luck even
if they didn’t know nor prices nor possibilities of winning. Basically,
who wanted to have an instinctive and irrational behaviour.
1)
2)
3)
4)
5)
is
How?
They didn’t take out the wallet.
They gave their contact to CONDOzine.
They got the ticket.
They put the ticket in the box.
They waited until today to know if they won, what they won, and what
actually this whole lottery about.
Why?
Gambling is closely related to the Eros and therefore to emotions, because of hormonal secretions that occur. During preparation for the game
as well as during its actual playing, natural amphetamines –responsible
for excitement—are produced. However, when achieving the goal—or better
the win—endorphins and serotonin are produced which cause feelings of
wellness and satisfaction. While gambling, rationality is blocked and
the pleasure of winning –and therefore of gambling—results from the fact
that the positive event is sporadic and unpredictable. Moreover, it is
demonstrated that to big amount of money won are often associated unhappiness and failure. On the contrary, CONDO tryed to organise a lottery
that leads directly to real happiness; therefore, prices are only those
little and negligible jots that, even if they don’t change your life,
they surprise you and change your day.
What?
Eventually, we can reaveal the prices:
1) The beginning of an epistolary corrispondance
2) Receiving a personal thought, every single day, for one week
3) Forwarding a message you haven’t the courage to send
CONDO
The editors.
4
121
LA LOTTERIA!
Per lanciare il tema del prossimo numero "Hai vinto alla lotteria", CONDO
ha deciso di creare la propria lotteria, SUPERCONDOLOTTO.
Quando e dove?
L'ultimo fine settimana di agosto, al festival di musica Soundpark.
Chi?
Tutti coloro che, come la maggior parte delle persone, sono stati spinti
a tentare la fortuna nonostante non ne conoscessero nè premi nè possibilità di vincere. Insomma, chi ha avuto voglia di avere un comportamento
irrazionale e istintivo.
Come?
1) NON hanno tirarato fuori il portamonete.
2) Hanno dato il loro contatto a Condozine.
3) Hanno ricevuto il loro biglietto.
4) Hanno messo il biglietto nell'urna.
5) Hanno aspettato fino ad oggi per scoprire se hanno vinto, cosa hanno
vinto e di che cosa si tratta veramente.
Perché?
Il gioco d'azzardo è strettamente connesso all'eros e quindi all'emozione a causa di secrezioni ormonali. Durante la fase preparatoria e di
attuazione del gioco, vengono rilasciate delle anfetamine naturali responsabili dell'eccitazione. Mentre nella fase del raggiungimento della
meta, cioè la vincita, vengono prodotte l'endorfina e la serotonina che
sono alla base dei sentimenti di benessere e soddisfazione.
Durante il gioco la razionalità è bloccata e il piacere della vincita, e
quindi dell'azzardo, risiede nella sporadicità e imprevedibilità dell'evento positivo. Inoltre a grandi somme di denaro vinte viene dimostrato
che si associano spesso infelicità e fallimenti. CONDO tenta di organizzare una lotteria che garantisca la felicità; perciò mette in premio solo
quelle piccole e trascurabili inezie che, pur non cambiandoti la vita,
ti sorprendono e mutano il volto della tua giornata.
Cosa?
Finalmente possiamo rivelare i premi:
1) L'inizio di una corrispondenza epistolare
2) Ricevere un pensiero al giorno per una settimana
3) L'invio di un messaggio che non hai il coraggio di mandare
CONDO
120
INDICE
INDEX
3
NOTE DAGLI EDITORI
3
NOTE FROM THE EDITORS
7
STUDIO CHESTE
LA SMORFIA
7
STUDIO CHESTE
THE SMORFIA
17
GIOVANNI COLLOT
STORIE DI CASO
E DI POLITICA
17
GIOVANNI COLLOT
STORIES ABOUT
CHANCE AND POLITICS
31
ANDREA PASSADOR
LA DIMENSIONE
DEL POSSIBILE
31
ANDREA PASSADOR
THE POSSIBLE
DIMENSION
40
BÉRÉNICE TROEIRA
UNE CHANCE SUR DES
MILLIONS. ET C’EST
TOMBÉ SUR MOI.
40
BÉRÉNICE TROEIRA
ONE CHANCE IN A MILLION.
AND IT HAPPENED
TO ME.
59
LUCA BUONAGUIDI
TAUTOLOGIE DELLA FORTUNA
59
LUCA BUONAGUIDI
TAUTOLOGIES OF LUCK
83
FEDERICO ANTONINI
IL NUOVO MILIONARIO
83
FEDERICO ANTONINI
THE NEW BILLIONAIRE
109
DIGEST
109
DIGEST
120
LA LOTTERIA!
120
THE LOTTERY!
5
6
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
119
SC
SC
settentrionale, Spagna, presso i Fenici, i Cartaginesi e i Greci. In Cina si credeva che gli
scarabei garantissero l’immortalità e ancora
oggi si pensa che i portatori di questi amuleti vivano una vita lunga e una morte senza
dolore. Modi d’uso • I talismani a forma di
scarabeo esaltano diverse proprietà in base al
materiale di cui sono costruiti: agata - equilibrio, azzurrite - introspezione, lapislazzuli
- conoscenza e coscienza eterna, malachite
- protezione spirituale per le donne incinte e
gli adolescenti, onice - neutralizzare gli spiriti
negativi e esorcizzare la negatività, turchese pace e serenità. • Sembrerebbe importante
consacrare lo scarabeo; per farlo bisogna
in primo luogo purificare e smagnetizzare
l’amuleto in acqua e sale marino per 4 o 5
giorni. Il giorno della consacrazione occorre
accendere un incenso, una candela bianca e
una del colore corrispondente alla proprietà
che si vuole esaltare (nero - anti cattiva sorte,
rosa - amore, rosso - forza, oro - fortuna, viola
- chiaroveggenza). In secondo luogo pronunciare la formula: “Possa l’energia suprema accompagnarmi nel rituale di consacrazione di
questo Scarabeo. Che l’energia che risiede in
me si unisca all’energia universale allo scopo
di conscrare questo scarabeo come simbolo
della mia richiesta (esporre qui la richiesta).
Con il potere che passa attraverso le mie mani,
io ti consacro Scarabeo”. Posare le mani sullo
scarabeo e dire “È fatto!”.
the gods’ help against evil powers. The beetle
was used also in funeral rituals. It was put on
mothers over their hearts because the beetle
was considered to be a divine organ able to
easily escort the dead to the Kingdom of the
Dead, thus protecting them from evil spirits.
The beetle shaped amulet was worn during
life as good luck charm. Thanks to commerce,
the use of beetle shaped lucky charms got
diffused in Italy, North Africa, Spain, among
Phoneticians, Carthaginian and Greeks. Chinese people used to believe that beetles guaranteed immortality and still today think that
one who wears these lucky charms will live
a long life and have a painless death. Ways
to use it: • The beetle shaped lucky charm
intensifies different features depending on
the material they are made of: agate - balance,
azurite - introspection, lapis lazuli - knowledge
and external awareness, malachite - spiritual
protection for pregnant women and teenagers,
onyx - neutralize negative spirits and exorcise
negativity, turquoise - peace and serenity. •
Consecrating the beetle seems important; to
do it in the first place you must purify and
demagnetize the lucky charm by soaking it
in water and sea salt for 4 or 5 days. On the
consecration day, you must light incense, a
white candle and a candle of the color corresponding to the feature you want to intensify
(black - against bad luck, pink - love, red strength, gold - luck, purple - clairvoyance).
Secondly, you must recite the formula: “could
the supreme energy go along with me in the
consecration ritual of this beetle. Could the
energy in me get together with the universal
energy to consecrate this beetle as symbol of
my request (express your request). With the
power passing through my hands, I consecrate
you beetle.” Put your hands on the beetle and
say: “It is done!”
Beetle (fig. 4) Origins: an animal considered
to be blessed ever since the Egyptian epoch.
They associated the beetle’s habit of throwing
his sperm in manure to make small rolling
balls with the eternal movement of the sun.
It symbolizes eternal renewal and self-generation. The ministers used to dunk a beetle in
black cow’s milk and burn everything to invoke
118
Smorfia è il nome dato
al libro dei sogni da cui
si ricavano i corrispondenti
numeri da giocare al lotto.
Il suo nome deriva
probabilmente dal nome
di Morfeo, dio del sonno
e dei sogni.
Smorfia is the name given
to the book of dreams
from which we get the
corresponding numbers
to play the lottery.
Its name probably comes
from the name Morpheus,
god of sleep.
7
(il giardino, 51)
(the garden, 51)
Il giardino era immenso
e rigoglioso.
Un alto muro di mattoni
lo delimitava da un lato,
facendolo sembrare ancora
più sconfinato.
Sembrava rivestito
di un manto di muschio
vellutato, ma più cercavo
di avvicinarmi per
osservarlo, invitata dal suo
profumo, più mi sembrava
che il muro si allontanasse,
emanando spiritose risate.
The garden was huge
and lush.
A high brick wall delimiting
one side, making it look
even more boundless.
It seemed coated a mantle
of velvet moss,
but the more I tried to get
closer to observe, attracted
by its scent, the more it
seemed to me that the wall
was moving away,
issuing witty laughter.
RA
SC
della caverna in modo che gli uomini di Erode
non trovassero il neonato. Tempo fa si credeva
che la sporcizia fosse benefica per gli animali,
trovare dunque delle ragnatele nelle stalle era
di buon auspicio e soprattutto di prosperità;
da questa credenza deriva il detto “ragno porta
guadagno”. In molte culture il ragno è legato
al mito della creazione dell’universo. Nella
mitologia africana e in quella cherokee sarebbe
colui che portò il fuoco agli uomini; inoltre in
alcune città africane i ragni vengono utilizzati
per leggere il futuro dei giovani soprattutto in
ambito lavorativo. Nello sciamanesimo il ragno
è uno spirito-guida molto saggio che evoca la
continua mutazione del destino (la ragnatela)
e l’oltretomba; viene usato come totem dagli
aspiranti sciamani che devono essere pronti a
viaggiare nel regno dei morti guidati dal ragno.
Modi d’uso: • Per avere i numeri vincenti del
lotto bisognerebbe legare ad un filo una zampa
del ragno e sospenderlo su una superficie sabbiosa. Interpretare i segni lasciati sulla rena
dall’animale e giocare i numeri vincenti trovati.
• Scrivere i numeri su novanta bigliettini, appallottolarli, metterli su un vassoio, inserire nel
vassoio un ragno, i primi tre foglietti toccati
o spostati dall’animale contengono i numeri
vincenti del lotto. • Mettere in una scatola
novanta bigliettini con il numero scritto rivolto
verso il basso, lasciare per tutta la notte un
ragno nella scatola. I bigliettini trovati rigirati
al mattino sarebbero quelli vincenti al lotto.
many cultures the spider is connected to the
myth of the universe’s creation. In the African
and Cherokee mythology, the spider brought
fire to men; moreover, in some African cities
spiders are used to read the future of young
people in working field. In shamanism the
spider is a very wise spirit guide who evokes
the ongoing changing of destiny (spider web)
and afterlife; it is used as a totem by candidate
shamans who have to be ready to travel in the
afterlife guided by the spider. Ways to use it: •
To have the winning lottery numbers you have
to tie a wire to a spider’s leg and hang it up
on sand. Then you must guess the marks left
in the sand by the spider and play the winning numbers found. • Write the numbers on
ninety pieces of paper, roll them into balls, put
them on a tray, put a spider on the tray, and the
first three pieces of paper touched or moved
by the animal will have the winning lottery
numbers. • Put the ninety pieces of paper in
a box with the numbers upside-down, then
leave a spider in the box all night long. In the
morning, the pieces of paper turned over by
the animal are the winning lottery numbers.
Spider (fig. 1) Origins: A lucky charm ani-
mal since the time of the Romans, who used
to put spider webs on wounds, thinking that
it would help the wound to heal. The spider
has been associated with Nativity, since the
legend says that a spider decorated the cabin
in which Maria gave birth to Jesus and hid the
entrance so as to not let King Herod’s men
find the baby. According to an old belief, dirt
is good for animals, so finding spider webs
in stables brings good luck and symbolizes
prosperity. Because of this belief, an Italian
proverb reads, “spider brings earnings.” In
8
117
Scarabeo (fig. 4) Origini: Animale consid-
erato sacro sin dai tempi degli egizi, i quali
accostavano l’abitudine dello scarabeo di gettare il proprio seme nello sterco per poi farne
delle palline che faceva rotolare, con il movimento eterno del sole; simboleggiando quindi
rinnovamento e autorigenerazione eterna. I
sacerdoti erano soliti immergere uno scarabeo nel latte di mucca nera e bruciare il tutto
per invocare l’aiuto degli dei contro le forze
malvagie. Lo scarabeo veniva usato anche nei
rituali funebri. Esso veniva posizionato sulla
mummia a livello del cuore, in quanto lo scarabeo era considerato come un organo divino
capace di condurre facilmente il defunto nel
regno dei morti, proteggendolo dagli spiriti
maligni. L’amuleto a forma di scarabeo veniva
portato anche in vita come portafortuna. Attraverso i commerci, l’utilizzo dello scarabeo
come portafortuna si diffuse in Italia, Africa
(la madonna, 08)
ME
RA
oriental gesture to invite someone to come
closer. The color of the animal’s fur brings
luck in different fields: gold is for money, three
colors is for luck, black is against negative
influence and harassers, white is purity, pink
is love, red is against evil spirits and diseases,
green is for studies and against car crashes.
Ways to use it: • Put a Meneki Neko in a shop
if you want business to be good, at home to be
protected from evil spirits. • The left paw up
attracts money and luck, increases business, or
attracts clients, especially in clubs where you
can drink. • The right paw up instead brings
good luck, health or protection to the family
or in a commercial activity. • Some people
put both paws up; moreover, the more the
paw is up the stronger the good luck or the
further the luck comes from. • Buy a Meneki
Neko per month and put up alternatively the
left and right paw. After 48 months you have
good luck all life long.
caviglia se si vuole che la fortuna segua i propri
passi, sul braccio perché segua le nostre azioni,
sulla spalla perché ci protegga. • Secondo
un’antica usanza, quando si trova un quadrifoglio bisogna mangiarne una foglia, nasconderne
una nel muro esterno della propria abitazione
e conservare le ultime due in casa.
Quadrifoglio (fig. 9) Origini: pianta molto
rara in quanto si tratta di una mutazione genetica del trifoglio (1:10000). È considerato un
portafortuna dal Medioevo, quando si pensava che il quarto elemento dopo la Trinità
fosse la fortuna e che il quadrifoglio ne fosse
il simbolo.
Attualmente, secondo alcuni, le quattro foglie
rappresenterebbero reputazione, ricchezza,
salute e amore sincero; per altri speranza, fede,
amore e fortuna. Inoltre, i quadrifogli a fiorellini rosa indicherebbero fortuna in amore,
mentre quelli con fiori gialli in finanza e lavoro.
A livello esoterico, questa pianta riceverebbe
influssi sia dalla Luna che dal sole. Nei tarocchi, è simbolo di gioia improvvisa, fortuna e
speranza; porta avvenimenti nuovi e positivi.
Modi d’uso: • Quando si trova un quadrifoglio
non bisogna coglierlo, altrimenti porta sfortuna, a meno che non lo si strappi per donarlo;
infatti ricevere in regalo un quadrifoglio è
di buon auspicio. • Mettere un quadrifoglio
sotto al cuscino per assicurarsi dei bei sogni. •
Farsi tatuare un quadrifoglio: sul piede o sulla
Camminando tra i fiori
dalle dimensioni
curiosamente grandi,
inciampai sulla radice
di una peonia e scivolai
a terra.
Quando alzai la tesa vidi
la Madonna.
Non era bella così come te
la descrivono da bambino.
Anzi, la trovai un po’
sciupata. Era comunque
senz’altro lei.
“Sono così stanca – mi
disse – ecco tieni, prendi
un po’ di fagioli”.
Four-leaved clover (fig. 9) Origins: a very
rare plant because it is a genetic mutation of
the clover (1:1000). It has been considered
a lucky charm since the Middle Ages, when
people used to think that the fourth element
after Trinity was luck and that the Four-leaf
clover symbolized it. Now some think that
the four leaves represent reputation, richness,
health and true love; others think that they embody hope, faith, love and fortune. Moreover, a
Four-leaf clover with pink flowers brings luck
in love, while those with yellow flowers bring
luck in work and business. On an esoteric
plan, this plant is influenced both by the moon
and the sun. In tarot cards, it is the symbol of
sudden joy, luck, and hope, and it brings new
and positive events. Ways to use it: • When
you find a Four-leaf clover you should not
pick it, otherwise it will bring you bad luck.
However, you pick it to offer it as receiving a
Four-leaf clover as a gift brings good luck. •
Put a Four-leaf clover under your pillow to
make beautiful dreams. • Have a Four-leaf
clover tattoo on your foot or ankle if you want
fortune to follow your steps, on your arm to
follow your actions, or on the shoulder to be
protected. • According to an old custom, when
you find a Four-leaf clover you should eat one
leaf, hide one in the outside wall of your house,
and conserve the last two at home.
(mother mary, 08)
Walking among strangely
large flowers, I tripped on
the root of a peony and
slipped to the ground.
When I looked up I saw
Our Lady.
She was not pretty as they
describe her when you
were a child.
In fact, I found her a bit
worn. However, it was her,
I’m sure. “I’m so tired”
she told me “take a bunch
of beans”
Ragno (fig. 1) Origini: Animale portafortuna
dall’epoca romana, quando le ragnatele venivano poste sulle ferite, credendo che aiutassero
la cicatrizzazione. Il ragno è stato collegato
anche alla Natività in quanto si dice, sia che
uno di questi decorò la capanna in cui Maria
diede vita a Gesù, sia che nascose l’ingresso
116
9
(i fagioli, 10)
Aprii le mani e lei mi diede
una bella manciata
di fagioli.
Forse era stufa di sgranarli.
La ringraziai salutandola,
e trovai un bel posticino
all’ombra di un’enorme
genziana per aprirli, proprio
come fa mia nonna mentre
è seduta davanti alla
televisione.
(the beans, 10)
I opened my hands
and she gave me a handful
of beans.
Maybe she was tired
of shucking them.
I thanked her and found
a nice spot in the shade
of a huge gentian to shuck
them, just like my granny
does sitting in front of the
television.
GU
ME
gufi e civette, i quali per gratitudine avrebbero
protetto la casa dalla sfortuna. Modi d’uso: •
Mettere delle statuette di gufo con il viso rivolto verso la porta di casa affinché facciano una
barriera contro negatività e invidia. • Portare
un ciondolo a forma di gufo al collo durante
esami e test per avere fortuna.
ragione per la quale Meneki Neko divenne
così celebre. La statuetta, spesso in ceramica
o plastica, raffigura un gatto con una o due
zampe levate, il palmo aperto verso l’esterno
e le dita rivolte verso il basso, perché questo
è il gesto orientale per invitare qualcuno ad
avvicinarsi. In base al colore della pelliccia,
l’animale porta fortuna in ambiti diversi: oro denaro, tricolore - fortuna, nero - anti influssi
negativi e molestatori, bianco - purezza, rosa
- amore, rosso - anti spiriti maligni e malattie,
verde - studi e anti incidenti stradali.
Modi d’uso: • Disporre un Meneki Neko in
negozio se si vuole che gli affari vadano bene,
in casa per essere protetti da cattivi spiriti. •
La zampa sinistra alzata è per attirare denaro
e fortuna o per aumentare gli affari o attrarre
clienti, soprattutto nei locali in cui si beve. •
La zampa destra alzata invece porta buona
fortuna, salute o protezione per la famiglia
o in un’attività commerciale. • Alcuni alzano
entrambe le braccia del gatto; inoltre, più la
zampa è alzata più fortuna attrae oppure da
più lontano arriva la fortuna. • Comprare un
Meneki Neko al mese e alzargli alternativamente
la zampa sinistra e quella destra. Dopo 48 mesi
la fortuna a vita è garantita.
Owl (fig. 3) Origins: a lucky animal since
the time of the Greeks, the owl used to go
everywhere with Athena, the goddess of wisdom and the protector of Athens. Students
used to consider this animal as their protector.
This belief lasted until the Middle Ages, when
during exams young people used to wear owlshaped lucky charms. Hegel used to consider
the owl as a symbol of philosophy; the animal
starts flying only after the sunset in the same
way that philosophy can understand events
only after they took place. In some cultures,
people used to stitch an owl’s feather to a
wedding dress as a lucky charm. Others used
to make a hole in the roof, called “the morning
sundown,” that functioned as an owl’s nest.
The animals, being thankful, would protect
the house from bad luck. Ways to use it: •
Put owl shaped little statues, with the face
looking at the entrance to the house to make
a barrier against negativity and envy. • Wear
an owl-shaped lucky charm around the neck
during exams and tests to be lucky.
Meneki neko (fig. 5) Origini: antico porta
fortuna giapponese. Significa “gatto che chiama”, ma è anche conosciuto come “gatto che
dà il benvenuto”, “gatto della fortuna” o ancora
“gatto del denaro”. A partire dall’epoca Edo
(1603-1868), i gatti vennero considerati come
spiriti saggi e portatori di fortuna; infatti dei
gatti randagi avrebbero salvato da pericoli imminenti personaggi importanti, distraendoli
levando una zampa in segno di saluto.
Nell’epoca successiva, Meiji (1868-1912), tutti
i portafortuna (dipinti compresi) raffiguranti
genitali femminili vennero proibiti nei templi
e nelle abitazioni. Probabilmente questa è la
10
115
Meneki Neko (fig. 5) Origins: an old Japa-
nese lucky charm meaning “cat who calls.”
However, it is also known as “cat who says
welcome,” “lucky cat,” or also “money cat.”
Beginning in the Edo age (1603-1868), cats
were considered Wild spirits bringing luck;
indeed, the tradition says that some alley cats
saved important people from immediate danger through distracting them by putting up
a paw to say hello. In the next age, the Meiji
age (1868-1912), all lucky charms shaped by
feminine genitals (paintings included) were
forbidden in temples and houses. This is most
likely the reason why Meneki Neko became so
famous. The statue, often in ceramic or in plas
tic, represents a cat with one or two paws up
and the palm open towards the outside while
the fingers are turned down, as this is the
(il maltempo, 83)
(bad weather, 83)
Avendone sgranati
una buona quantità,
non riuscii più a trattenerli
e quei piccoli semini neri
mi caddero a terra.
A quel punto
arrivò il maltempo.
Improvvisamente
una miriade di gocce
d’acqua appuntitissime
si liberarono dalle nuvole
verdi e più cadevano
sui miei fagioli, più questi
crescevano, affondando
a terra le radici e
sfoderando foglie sempre
più grandi.
After having shelled a good
amount, I could no longer
hold them and those little
black seeds fell to the
ground.
Then the bad weather
came. Suddenly a myriad
of very sharp and pointed
drops broke free from
the clouds on my beans,
making them grow,
sinking ground roots while
the leaves were
growing bigger and bigger.
Fig. 5
114
11
(il cappio al collo, 39)
(the noose, 39)
Incantata da questo
sortilegio non mi accorsi
che uno dei fagioli mi stava
cingendo il collo, proprio
come un cappio.
Stringeva sempre più forte
e io non riuscivo quasi
a respirare. All’improvviso
i bacelli si misero a cantare
la filastrocca su Guy Fawkes.
Enchanted by this spell
I did not notice that one
of the beans was encircling
my neck, like a noose.
Clutching harder and harder
I almost couldn’t breathe.
Suddenly, the pods
began to sing the
nursery rhyme about
Guy Fawkes.
“will you please
give us a fagot,
if you can’t give us one,
we’ll take two.
the better for us,
the worst for you”.
“will you please
give us a fagot,
if you can’t give us one,
we’ll take two.
the better for us,
the worst for you”.
FE
GU
famous chieftains—among them Alexander
the Great—represented themselves with horns
on their heads so as to symbolize power and
belonging to the divine. Horn is an allusion
to virility, fertility and strength, because it is a
representation of Priapus’ phallus, the god of
prosperity and protector against the evil eye.
Ways to use it: • To bring luck, the horn must
be sharp, sine, red, handmade and hollow. •
To work, the horn must be a gift, not bought
for yourself.
Horseshoe (fig. 6) Origins: A lucky charm
Ferro di cavallo (fig. 6) Origini: oggetto
portafortuna dai tempi dei Romani, che appendevano un ferro di cavallo alla porta come
difesa dalla peste, è la rappresentazione simbolica di Yoni (“fonte di vita” in sanscrito). Nel
Medioevo si associava la forma del ferro di
cavallo con l’apparato genitale femminile; si
usava appendere il ferro di cavallo fuori dalle
dimore in modo di attrarre sessualmente gli
spiriti maligni e quindi evitare che entrassero
in casa. Un’altra spiegazione è da ricercare
nel rapporto tra ricchi e poveri. Si dice che
alcuni cavalieri ferrassero i propri cavalli usando l’oro, il contadino che trovava un ferro
di cavallo trovava dunque una fortuna.
Allo stesso modo, quando un cavaliere in viaggio perdeva un ferro pagava un contadino
perchè glielo rimettesse. Inoltre, in tempi di
guerra, quando le truppe erano in movimento,
se un cavallo perdeva un ferro tutti dovevano
fermarsi, approfittandone per riposarsi.
Modi d’uso: • Non è ben chiaro se bisogna
essere il legittimo proprietario di un ferro di
cavallo o se sia necessario trovarlo per caso
affinché porti fortuna. • Appendere al muro
con dei chiodi il ferro di cavallo con le punte
rivolte verso l’alto per non farne uscire la
fortuna o per imprigionarne all’interno gli
spiriti malvagi. • Tatuare il ferro di cavallo accostato a dei dadi per avere fortuna nel gioco
d’azzardo oppure accostato ad un cuore per
avere fortuna in amore.
12
113
object since the Romans age, people used to
hang the horseshoe on the door as defense
against plagues; it was the symbolic representation of Yoni (“source of life” in Sanskrit).
In the middle ages the horseshoe shape was
associated with feminine genitals; people used
to hang out a horseshoe from their house to
sexually attract the evil spirits and prevent
them from getting inside. Another explication is the relationship between the rich and
the poor. The legend says that some knights
used to put gold horseshoes on their horses
so that the peasant who found a horseshoe
would find fortune. In the same way, when a
travelling knight lost a horseshoe, he would
pay a peasant to put it back on. Moreover,
during wars, when the troops were moving, if
a horse lost a shoe everybody would have to
stop and enjoy this time to rest. Ways to use
it: • It is not really clear if you have to be the
legitimate owner of a horseshoe or if you have
to randomly find it in order to have good luck.
• A horseshoe must be hung on the wall with
an iron nail and the points facing up so as to
not let luck get out or to make a prison for evil
spirits. • One must get a tattoo of a horseshoe
close to dice to have good luck in gambling,
or close to a heart to have good luck in love.
Gufo (fig. 3) Origini: Animale portafortuna
dal tempo dei Greci, il gufo accompagnava
ovunque Atena, dea della saggezza e protettrice di Atene. Gli studenti vedevano questo
animale come loro protettore. Questa credenza
arrivò fino nel medioevo, quando durante gli
esami i giovani portavano monili rappresentanti un gufo. Hegel considerava il gufo simbolo
della filosofia; l’animale prende il volo dopo
l’inizio del tramonto, così come la filosofia
può comprendere gli eventi solo dopo che
questi hanno avuto luogo. In alcune culture
si usava cucire una piuma di civetta o di gufo
al vestito da sposa come portafortuna. Alcuni
praticavano un foro sul tetto, chiamato “crepuscolo del mattino”, che fungeva da nido per
(il gobbo, 57)
CO
CO
Ladybug (fig. 2) Origins: this animal is a
mascot from prehistoric times, when it symbolized the matriarchal society and embodied
the Mother Goddess. For the ancient Italic
peoples, it symbolized Licina (the Roman
Juno), goddess of childbirth, fertility, love, light
and beauty. Even today in some regions it’s
believed that the ladybugs delivers children.
The term ladybug derives from the Greek kokkinos (scarlet red). According to the medical
beliefs of the time, wearing clothes of this color
had the power to cure some diseases, including rheumatism. Since the Middle Ages, the
ladybug has been associated with the cult of
Mary; both for its red pigmentation (the color
of the Virgin’s mantle), as well as because of its
sudden arrival in fields infested with aphids,
thus saving the crops. Even today in southern
Italy it is called the Beetle of Our Lady. In Asia,
it is believed that ladybugs are blessed directly
by God and that they know all of the world
languages.According to the Indians, meeting
a ladybug during a period in which one must
make a decision was a good omen as it was
believed to have the power to transform negative thoughts into positive ones. Ways to use
it: • When you see a ladybug you must count
the black dots. If there are more than 7, then
the harvest will be good. If there are less than
7, it will be bad. • When a ladybug lands on
the hand of a girl, she will be married within
the year and if she counts the dots, she will
have as many children as spots on the insect.
• To really bring luck, the ladybug has to stay
on a person for at least as long as it takes to
count to 22. • If a ladybug lands on someone,
this person has the chance to make a wish
and then blow on the creature. The direction
in which the ladybug flies is the one to whom
the luck will arrive.
gli egizi usavano il cornetto come dono votivo
alla dea Iside affinché proteggesse gli animali
nel procreare. Nel medioevo, i cornetti portafortuna dovevano essere rossi, poiché colore
simbolo della vittoria sui nemici, e fatti a mano,
per avere le energie positive del fabbricante.
Le donne li portavano per essere fertili, gli
uomini invece ne avevano solo uno e lo baciavano prima di affrontare grandi imprese.
Per secoli, celebri condottieri, tra cui Alessandro Magno, si fecero rappresentare con
delle corna in testa come simbolo di potenza
e appartenenza al divino. Il cornetto allude
quindi alla virilità, fertilità e forza, in quanto
raffigurazione del fallo di Priapo, dio della
prosperità e protettore dal malocchio. Modi
d’uso: • Per portare fortuna il corno deve essere: appuntito, sinusidale, rosso, fabbricato
a mano e cavo. • Per funzionare, il cornetto
deve essere regalato e non comperato per se
stessi. • Per caricare il cornetto di buoni auspici e vincere al Lotto bisognerebbe recitare
questa antica filastrocca: “San Gennaro, san
Girolamo, san Crispino, san Giustino usa il
mio cornetto, dagli fuoco, dagli vento. San
Gennaro, san Girolamo, usa il mio cornetto.
San Crispino, san Giustino, fammi vincere il
quattrino. Sant’Eufemia, sant’Assunta, non
tremate nell’aggiunta. Nel borsello il mio quattrino, il cornetto al santino”.
Cornetto (fig. 7) Origini: Oggetto portafor-
tuna dal Neolitico, 3500 a. C., quando veniva
appeso davanti alle dimore per richiamare la
fertilità (più una popolazione era fertile, più
era grande e quindi più fortunata). In seguito,
Quando arrivò il gobbo
ero quasi svenuta.
Era un tipo strano,
piccoletto, grugniva
energicamente e non avrei
proprio saputo dagli un’età.
Indossava una tunica
che sembrava un sacco
di patate, e odorava
anche di terra, proprio
come le patate.
(the hunchback, 57)
I was almost fainted
when the hunchback came.
He was a funny, little,
grunting hard guy and
I couldn’t guess his age.
He wore a tunic that
seemed like a potatoes
sack, and smelled
also of topsoil, just like
potatoes do.
Horn-shaped pendant (fig. 7) Origins: This
was a lucky charm from the Neolithic period,
3500 B.C., when it was hung in the front of the
houses to bring fertility (the more a population was fertile, the bigger it was and therefore
luckier). Later, Egyptians used to offer the
horn as a votive present to the goddess Isis to
make her protect animals giving birth. In the
Middle Ages, the horn-shaped lucky charm
had to be red, because this color symbolized
victory against enemies]. When hand made, it
was believed to possess the positive energies
of the maker. Women used to wear them to be
fertile, while men had one only horn and used
to kiss it before facing big feats. For centuries,
112
13
(il coltello, 41)
Sfoderò il coltello che
teneva negli stivali e mi
liberò dai malefici fagioli,
giusto in tempo prima
che mi squartassero
e decapitassero.
Il suo coltello era
affilatissimo, lucente,
l’impugnatura
a serramanico,
era senz’altro una filiscina.
Sapevo bene che quei
coltelli venivano
forgiati a Maniago.
(the knife, 41)
He unsheathed the knife
he kept in his boots
and delivered me from
the evil beans, just in time
before they dismember
and decapitate me.
His knife was sharp, shiny,
handle switchblades.
It was certainly a “filiscina”
I knew that those knives
were forged in Maniago.
14
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
111
CH
CO
Chiave (fig. 8) Origini: In epoca greca e romana, le chiavi erano molto importanti perché permettevano alle preghiere di arrivare
agli dei. Al tempo questo talismano era in
argento, metallo di Diana, protettrice delle
donne incinte e quindi della porta che si apriva
sulla vita. La chiave inoltre, una volta aperta
la porta d’accesso agli dei, permetteva la memoria del passato e la previsione del futuro.
Le chiavi antiche rappresentano il potere di
aprire porte nuove e chiudere quelle inutili;
una chiave d’oro e una d’argento richiamano
l’emblema papale e l’accesso al paradiso o
all’inferno. In era moderna, la chiave apre le
porte dell’amore, della felicità e del successo.
Modi d’uso: • Per attirare ricchezza, salute e
amore, bisogna legare tre chiavi, di qualsiasi
dimensione, con un nastro di seta rossa, simbolo della vita e del raggiungimento dei propri
scopi. • Per allontanare il male, bisogna tenere
sulla porta di casa una chiave in ferro. • Per
dichiarare l’amore eterno a qualcuno, si regala
una chiave d’oro. • Per scacciare gli incubi,
occorre mettere vicino al letto una chiave vecchia e arrugginita.
house. • To declare eternal love to someone,
give them a gold key as a gift. • To drive away
nightmares, you must put an old and rusted
key close to your bed.
Key (fig. 8) Origins: In Greek and Roman
age, keys were very important because they
were believed to allow one’s prayers to reach
the gods. At the time, this lucky charm was in
silver, Diana’s metal, protector of pregnant
women, and therefore protector of the door
that opens to life. Moreover, the key, once
opening the door to the gods, allowed for one
to have memory of the past and prediction for
the future. Ancient keys represent the power
of opening new doors and closing the useless
ones; a gold and a silver key refer to the papal
symbol and access to either paradise or hell.
In modern age, the key is seen to open the
doors to love, happiness, and success. Ways to
use it: • To have riches, health, and love, you
must tie together three keys of any size with
a red silk ribbon, thus symbolizing life and
achievement of your goals. • To push away evil,
you must keep an iron key on the door of your
Coccinella (fig. 2) Origini: animale porta-
fortuna dai tempi preistorici, quando simboleggiava la società matriarcale e incarnava
la Dea Madre. Per gli antichi popoli italici,
simboleggiava Licina (la Giunone dei romani),
dea delle partorienti, della fertilità, dell’amore,
della luce e della bellezza. Ancora oggi in alcune regioni si dice che siano le coccinelle a
portare i bambini. Il termine coccinella deriva
dal greco kokkinos (rosso scarlatto). Secondo
le credenze mediche dell’epoca, portare abiti
di questo colore aveva il potere di guarire alcune malattie, tra cui i reumatismi. A partire
dal Medioevo, la coccinella venne associata al
culto mariano, e per la pigmentazione rossa
(colore del manto della Vergine), e per l’arrivo
improvviso di questo insetto su dei campi infestati da afidi, salvandone il raccolto. Ancora
oggi nel sud Italia viene chiamata coleottero
della madonna. In Asia si crede che questi animaletti siano uno a uno benedetti da Dio e che
conoscano tutte le lingue del mondo. Secondo
i pellerossa, incontrare una coccinella, in un
periodo in cui si deve prendere una decisione,
sarebbe di buon auspicio perché avrebbe il
potere di trasformare i pensieri negativi in
positivi. Modi d’uso: • Quando si avvista una
coccinella bisogna contarne i puntini neri. Se
sono più di 7 il raccolto sarà buono, in caso
contrario sarà cattivo. • Quando una coccinella
si posa sulla mano di una ragazza, questa si
sposerà entro l’anno e, se ne conta i puntini,
avrà tanti figli tante quante sono le macchie
dell’animale. • Per portare davvero fortuna, la
coccinella deve posarsi su una persona almeno
per il tempo necessario a contare fino a 22. • Se
una coccinella si posa su qualcuno, la persona
ha la possibilità di esprimere un desiderio e
soffiare poi sulla bestiolina; la direzione verso
la quale prenderà il volo è quella da cui la
fortuna arriverà.
110
(le nacchere, 36)
(castanets, 36)
Quando mi alzai per
ringraziarlo e per dirgli
che avevo a lungo vissuto
vicino a quel paese,
il gobbo era svanito.
Non avevo però sentito
né il caratteristico
“puf!” e neanche visto
la nuvoletta.
Sentivo solo un suono
di nacchere in lontananza.
Si avvicinava sempre di più.
Il ritmo si faceva sempre
più chiaro e scandito.
Conoscevo quel suono…
ho aperto gli occhi, erano
le 8.00.
When I stood up to thank
him and to tell him that
I had lived close to that
village for a long time,
the hunchback had
vanished.
But I had neither heard
the characteristic “poof!”
nor seen a bubble.
I just heard a sound of
castanets coming from afar.
It was getting closer
and closer.
The pace was getting
clearer and marked.
I knew that sound...
I opened my eyes, it was
8.00.
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(le nacchere, 36)
(castanets, 36)
Quando mi alzai per
ringraziarlo e per dirgli
che avevo a lungo vissuto
vicino a quel paese,
il gobbo era svanito.
Non avevo però sentito
né il caratteristico
“puf!” e neanche visto
la nuvoletta.
Sentivo solo un suono
di nacchere in lontananza.
Si avvicinava sempre di più.
Il ritmo si faceva sempre
più chiaro e scandito.
Conoscevo quel suono…
ho aperto gli occhi, erano
le 8.00.
When I stood up to thank
him and to tell him that
I had lived close to that
village for a long time,
the hunchback had
vanished.
But I had neither heard
the characteristic “poof!”
nor seen a bubble.
I just heard a sound of
castanets coming from afar.
It was getting closer
and closer.
The pace was getting
clearer and marked.
I knew that sound...
I opened my eyes, it was
8.00.
DIGEST
o
DIZIONARIO DEI PORTAFORTUNA
(LUCKY CHARM DICTIONARY)
Questo inserto fa parte del sesto numero di CONDO ed è stato scritto e creato
dalla redazione stessa della rivista.
This insert is part of CONDO issue #6. It was made by the editorial
staff of the magazine.
TOMO UNICO
CONDO
16
Storie
di caso
e di
politica
Giovanni Collot
108
17
Poche discipline
umane come
la politica sembrano
essere legate a precise
scelte e decisioni
di lungo periodo:
ogni evento è visto come effetto di un evento precedente o di una situazione
globale che lo imponga; ogni politica è legata ad una precisa scelta di campo ideologica, ogni conquista è il frutto di lunghi processi di avvicinamento.
Il caso, nell’idea tradizionale che si ha della politica, ha poco spazio. Tutto
è visto attraverso la lente di un ferreo determinismo.
Eppure, dal caso spesso dipendono alcune delle più sorprendenti decisioni
politiche. Dal caso, e da come gli uomini che si trovano a dover prendere
decisioni che riguardano milioni di persone in situazioni imprevedibili,
sono dipesi alcuni dei cambiamenti più importanti nella storia. Non solo
nell’antichità, ma anche nei precisi e scientifici giorni nostri.
Quelle che seguono sono storie che al caso devono molto. Si tratta di tre
personalità, totalmente diverse tra loro, che si sono trovate a ricoprire ruoli
di enorme responsabilità in circostanze casuali o del tutto inaspettate, e
dalle cui decisioni in tali circostanze sono derivati cambiamenti radicali
nella politica dei loro paesi o mondiale.
Sono tre personalità della seconda metà del ‘900, in modo che siano ancora evidenti gli effetti del loro operato. Uno di loro è espressione di una
democrazia, uno di una dittatura e l’ultimo di una teocrazia: il caso agisce
nello stesso modo a prescindere dalla forma di governo. Le loro storie congiunte danno un affresco di gente che ha vinto, contro ogni possibilità, la
lotteria politica. Ma come in tutte le lotterie, non bisogna dimenticare che
dove c’è un vincitore ci sono anche degli sconfitti. E in politica, le due figure
possono anche coincidere.
18
English
IT
ENG
THE NEW BILLIONAIRE
By Federico Antonini
I’ve never bought a lottery ticket, or scratched
a scratch-card, or bet on anything; I’m afraid
I am not prone to gambling and risk.
I’ve recently started working with a design
studio which pays me on average, more or
less, 25 euro/an afternoon (in line with the
average remuneration in Rome, unfortunately).
Although I thought for a long time how to participate to this Condo issue, I decided to create
my contribution in an afternoon, at the risk of
earning a salary from a pro-bono participation.
107
24
106
L’altro
uomo
di
Dallas
19
La mattina del
22 novembre 1963
Lyndon Johnson
era il secondo
uomo più potente
del mondo,
ed era depresso.
Dopo una carriera lampo, che l’aveva portato a 48 anni a ricoprire il ruolo
di capo della maggioranza Democratica, la nomina a Vice del Presidente
Kennedy si era rivelata una maledizione: ora si ritrovava messo all’angolo,
tenuto a debita distanza da ogni decisione politica. Il vecchio leone del Senato in quell’autunno 1963 era arrivato al capolinea.
Quella mattina, quando l’Air Force One atterrò all’aeroporto di Dallas,
Johnson mai avrebbe potuto immaginare che la giornata sarebbe stata diversa dal solito: davanti a lui stavano il Presidente e sua moglie Jacqueline, giovani, popolari, circondati dai fotografi. Lui e la moglie Lady Bird
seguivano in silenzio. Il corteo Presidenziale salì in macchina, i Kennedy
davanti, i Johnson dietro e cominciò a dirigersi verso il centro della città.
Ad un certo punto, tutto cambiò: uno scoppio, seguito da altri due; la guardia del corpo che urlava “Get Down”; un rivolo rosa che usciva dalla testa
del Presidente. Prima ancora che Johnson si rendesse conto di cosa fosse
successo, il convoglio aveva accelerato in direzione dell’ospedale. Mentre
Kennedy veniva portato in sala operatoria, a Johnson e consorte venne
chiesto di rimanere in una sala d’aspetto lì vicino; data la situazione di
incertezza, era consigliabile esporsi al minimo rischio possibile. In un momento così delicato, Johnson sembrò non perdere mai la calma, mentre il
mondo intorno a lui sembrava pronto a sciogliersi da un momento all’altro.
Alle 13.20, un membro dello staff entrò in lacrime nella stanza: “E’ morto”.
20
23
105
E fu in quel momento che Johnson cominciò a fare qualcosa che non faceva
più da un pezzo: cominciò a comandare. La prima decisione fu di spostarsi sull’Air Force One, l’aereo presidenziale. La seconda, che non sarebbe
tornato a Washington senza il corpo di Kennedy; la terza, infine, che non
avrebbe aspettato a fare il giuramento una volta tornato nella capitale, ma
che l’avrebbe pronunciato proprio lì dove si trovava. Il Paese spaventato
aveva bisogno di vedere che qualcuno fosse al timone. E quel qualcuno era
Lyndon Johnson, il Vice Presidente rinato.
22
104
Le immagini che ci rimangono del giuramento sono iconiche: il nuovo Presidente svetta nella piccola cabina dell’aereo; la gente si accalca attorno a
lui; al fianco Jacqueline Kennedy con il vestito ancora sporco di sangue del
marito, a legittimare il passaggio di consegne. Il tutto lascia trasparire una
strana mescolanza di solennità e caos.
Gli anni di Lyndon Johnson, che venne riconfermato alle successive elezioni
del 1964, furono il trionfo dell’America liberal. Il nuovo Presidente riprese
da dove Kennedy si era fermato – e, nel fare ciò, superò le più rosee aspettative del predecessore: sono frutto della presidenza Johnson la storica legge sui diritti civili, Medicare e Medicaid, la prima forma di assicurazione
sanitaria pubblica nella storia degli Stati Uniti, e un generoso aumento dei
fondi pubblici all’istruzione. Ma fu di Johnson anche l’idea di allargare la
partecipazione militare in Vietnam, dando così di fatto il via alla guerra che
poi ne causò il ritiro, nel 1968. Lasciando in ogni caso un segno indelebile
sulla storia americana. Il segno di un uomo che un momento prima era
finito e un momento dopo si trovò Presidente.
21
Il leone
riluttante
21
22
103
Il suo sguardo
rifletteva le luci di
Londra, la sua vita
era filtrata dagli
occhi di altri,
20
102
il suo camice era tanto più pregno di aspirazioni quanto ne sarebbe stato di
sangue. Era Bashar Al-Assad che, una notte di gennaio, si sarebbe spogliato
dei panni di oftalmologo per rivestire quelli di leader.
Basil e Bashar erano due dei quattro figli di Hafez Al-Assad, detentore del
potere in Siria dal 1970, in cui con un colpo di Stato aveva accentrato tutti
i poteri su di sé e la sua famiglia. Uno stato fondato sull’assabiya, il legame
di sangue al centro dei rapporti di potere nel mondo arabo.
Nonostante fosse il secondo di quattro fratelli, Bashar era sempre stato considerato inetto alla leadership, tanto da venir soprannominato baby Bashar
per il suo carattere timido e apprensivo, nonché per la sua figura fragile e
il suo aspetto un po’ nerd. Qualità bene in contrasto con l’indole del Leone,
l’animale totem della famiglia, in cui il padre Hafez si era incarnato fino
a sbranare tutti i suoi avversari. Ed era anche ben diverso dal fratello, il
carismatico Basil, erede designato del padre. E così, mentre Basil si faceva
strada al comando del paese, preparandosi a sostituire il padre, a Bashar
veniva permesso di portare avanti la sua passione lontano da occhi indiscreti: studiare medicina a Londra.
Ma la storia non sempre va come si pronostica, neanche per i dittatori: la
vita di Bashar al Assad cambiò una notte di gennaio 1994, quando la Mercedes Benz di Basil uscì di strada nel percorso verso l’aeroporto, uccidendo
il conducente. Bashar quindi fu richiamato in tutta fretta a Damasco da
Londra per cambiare il suo camice da medico con una divisa dell’esercito.
Gli anni successivi furono utilizzati per preparargli il terreno, togliere di
mezzo gli avversari fino a che nel Luglio del 2000, alla morte del padre, il
timido oftalmologo Bashar al Assad si ritrovò alla guida di un paese chiave
per le sorti del Medio Oriente.
23
Le sue buone maniere portarono una serie di riforme, che fecero ben sperare per il seguito: che il medico diventato Presidente fosse la persona giusta
per portare la Siria verso la democrazia? Ma queste speranze ben presto si
rivelarono vane; le contraddizioni del paese presto ingoiarono tutto il resto.
La Guerra Civile scoppiata nel Paese nel 2011 ha rivelato l’ultimo scherzo
del fato: Baby Bashar, il ragazzino timido che voleva fare il medico, si è ora
trasformato in un macellaio.
La possibilità di possedere la storia si è trasformato per Bashar in un
fardello, la fatalità ha reso le sue ambizioni fiori del male.
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101
Il Papa
dalla fine
del mondo
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Benedetto XVI
aveva sconvolto
per sempre l’ordine
immutabile della
teocrazia Vaticana
“Mi hanno preso dalla fine del mondo”. Così si presentò al mondo il 13 marzo
2013 il nuovo Papa Francesco I, l’argentino Jorge Mario Bergoglio. Appena
un mese prima, Benedetto XVI aveva sconvolto per sempre l’ordine immutabile della teocrazia Vaticana dando le dimissioni dal Soglio Pontificio. Un atto
inaudito, per lo meno nei tempi moderni; una scossa tellurica di dimensioni
epocali, che richiedeva una reazione almeno uguale per ristabilire l’ordine.
Già da quella prima introduzione si capiva come il nuovo Papa avesse la
possibilità di essere ricordato come l’uomo giusto al momento giusto. In
effetti, Bergoglio già nel 2005 era stato in odore di essere eletto al Soglio
di Pietro, almeno a credere alle memorie dei partecipanti al conclave: si
era fermato al secondo posto, dietro proprio a quel Ratzinger che sarebbe
diventato Benedetto XVI. Ma per Bergoglio l’opportunità doveva ancora
presentarsi. E quando si presentò, lui era pronto.
Capire Papa Francesco è impossibile senza prendere in considerazione
l’aspetto principale del suo pontificato: in poco più di un anno ha trasformato
la Chiesa, modificandone in modo irreversibile l’orientamento geopolitico.
Con Francesco, la periferia smette di essere tale e irrompe al centro della
scena. L’Europa, culla della cristianità occidentale, passa in secondo piano,
sempre più isolata e provinciale; l’interesse si sposta sul Sud del mondo, in
crescita impetuosa – sia religiosa, che economica.
Il mondo di Papa Francesco è distante anni luce da quello di Benedetto: è
multipolare, scevro da pregiudizi e attento alle differenze. “Il tutto è superiore
alla parte”, è la linea guida della strategia di Bergoglio, annunciata già nel
2010 in un discorso da Cardinale: “Il modello non è la sfera, che non è superiore alle parti, dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza
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17
99
di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità… È l’unione
dei popoli, che, nell’ordine universale, conservano la loro peculiarità.” Con
questa idea in testa, non c’è da stupirsi che Francesco abbia portato avanti
azioni a trecentosessanta gradi, non ponendosi limiti ideologici: così si spiega
il dialogo con la Russia e l’Iran, ma anche l’avvicinamento alla Cina. Una
visione strategica che riporta la Chiesa ad agire sul panorama internazionale
e nel fare ciò, riceve plausi da tutte le parti dell’opinione pubblica, come si
è visto durante l’opposizione all’intervento occidentale in Siria. Quello che
più stupisce però è la velocità con cui Francesco è riuscito a capovolgere la
situazione e ad instillare questo nuovo sguardo in una entità bimillenaria.
Salito al Soglio Pontificio quasi per caso, in circostanze strane, uniche e irripetibili, Bergoglio ha dimostrato di essere la persona che serviva, capace
di utilizzare nel miglior modo possibile quelle circostanze e finendo così per
influenzare la politica, non solo Vaticana, degli anni a venire.
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English
IT
ENG
STORIES ABOUT CHANCE
AND POLITICS
THE OTHER MAN IN DALLAS
On 22nd November 1963, in the morning, Lyndon Johnson was the second most powerful
man in the world, and he was depressed. After
a quick rise to the top, which led him, aged
48, to the leadership of the Senate Democratic
majority, the appointment as Kennedy’s Vice
President became a curse: now he was in the
corner, kept far removed from any political decision. The old Senate lion had reached the
terminus in autumn 1963.
That morning, when the Air Force One landed
at Dallas airport, Johnson couldn’t have ever
imagined that day would have been different
from usual: in front of him stood the President
and his wife Jacqueline, young, popular, surrounded by photographers. He and his wife
were following in silence. The presidential parade got in the car, the Kennedys in the front
and the Johnsons in the back, and started
going downtown.
At a certain moment, everything changed: a
burst, followed by other two; the bodyguard
was yelling “get down”; a pink rivulet was
coming out of the President’s head. Before
Johnson could realise what was going on,
the convoy speeded up to the hospital. While
Kennedy was under surgery, Johnson and his
wife staid in a waiting room close by; since
the situation was uncertain, it was vital for
them to be exposed to the minimum risk. In
such a thorny moment, Johnson seemed to
never lose his calm, while the world around
him looked on the verge of melting.
At 1.20 p.m. a staff member came in the
room crying: “He is dead”. At that exact moment, Johnson started doing something that
he hadn’t done for a while: he started leading.
His first decision was to move back to the Air
Force One, the presidential airplane. His second, that he wouldn’t go back to Washington
without Kennedy’s body; his third, eventually,
that he wouldn’t have waited to be back in the
By Giovanni Collot
Few human disciplines seem connected to
long term precise choices and decisions as
politics: every event is seen as an outcome
of a prior one or of a global situation that imposes it; every policy is linked to a precise
ideological choice, every achievement is the
result of long processes preparing it.
In the traditional idea of politics, chance has
little space. Everything is seen through the
filter of a steely determinism. Nevertheless,
some of the most surprising political decisions depend by chance. By chance, and by
those men who are in the position to make
decisions regarding millions of people in unpredictable situations, depended some of the
most important historical changes. Not only
in the past, but also in our scientific and precise present.
The following stories are hugely dependent
on chance. They are about three personalities, completely different from one another,
who had to play roles of huge responsibility
in casual or completely unexpected circumstances; their decisions, in those circumstances, caused radical political changes in their
countries and in the world.
They are three personalities of the second
half of the 20th century, so that the effects
of their actions are still clearly visible. One of
them represents a democracy, one a dictatorship and the last one a theocracy: chance
acts in the same way regardless of the form
of government. Their stories together create a
fresco of people who won the political lottery
against any possibility. But, as in every lottery,
we don’t have to forget that where there is a
winner there are losers too. And in politics,
the two figures can often be the same.
28
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97
Stories about chance and politics
English
Capital to make the oath, but he would have
pronounced it right there where he was. The
country was scared and needed to see that
someone was ready to control the situation.
And that someone was Lyndon Johnson, the
reborn Vice President.
The pictures we have of the oath are iconic: the
new President stands out in the small cabin;
there is a crowd surrounding him; on his side
there is Jacqueline Kennedy, her dress still
stined with her husband’s blood, legitimising
the transition of authority. All this contributes
to reflect a weird mix of solemnity and chaos.
The years of Presidency of Lyndon Johnson,
who was re-elected during the next elections
in 1964, were the triumph of liberal America.
The new President started from where Kennedy had stopped - and, by doing this, he
overcame his predecessor’s best expectations: some results of Johnson’s presidency
are the historical law on civil rights, Medicare
and Medicaid, the first form of public health
insurance in the United States and a big increase of public funds to the education system. But Johnson also had the idea to escalate
American military participation in Vietnam, in
this way starting the war that caused his retirement in 1968. He left, anyway, an unforgettable mark on American history. The mark of
a man that a minute before was finished and
a minute after was President.
and his own hands. A state founded on assabiya, the blood bond at the heart of the relations of power in the Arabic world.
Although he was the second of four brothers,
he had always been considered incapable to
lead, so much as to be called “baby Bashar”
for his shy and anxious nature, together with
his fragile and somewhat nerdy look.
These qualities were well in contrast with
the Lion, the family’s blazon, whom his father
Hafez incarnated so well that he had chewed
up all his opponents. And he was also extremely different from his brother, the charismatic Basil, the designated heir.
The story continues with Basil fighting his way
to power, preparing himself for succeeding his
father, and Bashar, in the meanwhile, having
the permission to follow his passion, away from
prying eyes: studying medicine in London.
Stories do not always finished as expected,
even for dictators: the life of Bashar al Assad
changed on a January night in 1994, when
Basil’s Mercedes Benz crashed on the road
to the airport, killing the driver. Bashar was
urgently called back to Damasco to change
his doctor clothes for an army uniform.
During the following years, the road was slowly
paved for him, all his enemies were eliminated, until July 2000, when the timid ophtmologist Bashar al Assad, after his father’s death,
found himself at the helm of a key country for
the whole Middle East Region.
His good manners, together with his longawaited set of reforms, made the world hope
for the best: was the doctor-President the
right person to lead Syria toward democracy?
Unfortunately, those hopes soon dashed, the
country’s contradictory conditions soon swallowed the rest. The civil war, exploded in 2011,
revealed the last twist of fate: Baby Bashar, the
tiny shy boy who wanted to become a doctor,
had finally turned into a butcher.
Having the history in his own hands has become for Bashar a burden more than a chance,
the fate has made his ambitions fleurs du mal.
THE RELUCTANT LION
His glance reflected London lights, his life was
filtered through the eyes of others, his white
coat was as full of expectations as it would
have been of blood. It was Bashar Al-Assad
who, on a January night, would have stripped
of his ophtamologist robe to start wearing
leader’s trousers.
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Basil and Bashar were two out of the four
children of Hafez Al-Assad, at the power in
Syria since 1970, when he had centralized,
with a coup d’etat, all powers in his family’s
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Stories about chance and politics
English
reflects the convergence of all its parts, each
of which preserves its distinctiveness… It is
the union of people retaining their peculiarities in the universal order”.
Having this idea in mind, it is no wonder Francis carried out thoroughly complete actions,
without ideological limits, from the dialogue
with Russia and Iran, to the approach to China.
A strategic vision that makes the Church act
on the international stage, acclaimed from all
parts of the public opinion, as it has been evident during the opposition against the Western intervention in Syria.
What is most surprising, however, is the speed
at which Francis has been able to turn the situation around and to instill a fresh perspective into a two-thousand-years entity. Seated
on the Papal Throne almost by accident, in
strange and unique circumstances, Bergoglio
has proven to be the needed person, since he
has been able to use those special circumstances in the best way possible, influencing
politics, not just at the Vatican level, for the
years to come.
THE POPE FROM THE END
OF THE WORLD
“I was brought here from the end of the world”.
This was how, on the 13th March 2013, the
new Pope Francis I, the Argentinean Jorge
Mario Bergoglio, introduced himself to the
crowd. Just one month earlier, Benedict XVI
had shocked the immutable theocratic Vatican order, resigning from the pontifical throne.
An inconceivable action, at least in modern
days; this enormous telluric rush needed at
least an equal reaction to restore the order.
From that very first introduction, it was already
clear how the new Pope had the chance to be
remembered as the right man at the right time.
Indeed, in 2005 Bergoglio had already been
close to the papal throne, according to some
memories of Conclave members: he had
reached the second place, behind that Ratzinger himself who went on to become Benedict XVI. The real chance still had to come
for Bergoglio. And when it finally came, he
was ready.
Understanding Pope Francis is impossible
without taking into consideration the most crucial aspect of his pontificate: in a little more
than a year, he has changed the Church and
its geopolitical orientation.
With Francis, the periphery stops being the
periphery and starts being the centre. Europe,
the cradle of western Christianity, has been
moved to the background, more and more
isolated and provincial; the focus has shifted
to the South of the world, on an impetuous
growth, both economic and religious.
Pope Francis’s world is light-years away from
Benedict’s: it is multipolar, free from prejudice
and concerned with differences. “The whole is
greater than its parts” is the guideline of Bergoglio’s strategy, already announced in 2010
during a speech as bishop: “Here our model
is not the sphere, which is no greater than its
parts, where every point is equidistant from
the centre, and there are no differences between them. Instead, it is a polyhedron, which
*(Thanks to Monica Esposito for the irreplaceable help on the piece about Assad)
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LA DIMENSIONE
DEL POSSIBILE
Andrea Passador
Sarebbe fantastico vincere una lotteria, una
lotteria di quelle grosse, che ne so, con un
montepremi di dieci miliardi di euro. Sarebbero tantissime le cose che potrei fare e
molto probabilmente diventerei anche felice. Innanzitutto mi comprerei una bella casa.
Insomma sarei felice.
Beh, visto che sono tanto ricco una casa un
po’ più grande.
A pensarci bene cento miliardi di euro sono
tanti soldi. Credo mi comprerei un castello.
Un castello enorme, medievale, con decine
di bagni, piscina olimpionica, campo da basket, campo da golf, campo da tennis, un numero indefinito di camere da letto e servitù
sottopagata.
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94
Però dopo un po’ mi annoierei a giocare
a golf, a basket, a tennis e a lanciare bicchieri addosso alle cameriere.
Quindi mi comprerei una bella TV.
Ho detto bella, non sto catorcio disegnato male, e poi visto che sono ricco la
comprerei un po’ più grande.
A pensarci bene cento miliardi di euro
sono tanti soldi.
Mi comprerei un fottuto cinema.
A quel punto vivrei in un castello enorme,
con piscina, campo da tennis, da basket,
ecc... e un vero e proprio cinema tutto
per me, con tanto di occhialetti per i film
in 3D e un tizio con cappellino che mi prepara i popcorn con il burro fuso.
Insomma sarei felice.
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93
Ma dopo un po’ mi annoierei a vivere in un
castello enorme con cinema senza poter
condividere tutto questo ben di Dio con
qualcuno. Forse dovrei farmi un amico. È
facile farsi un amico se sei ricco, alla gente piace la gente ricca, perché uno può
dire ai suoi amici poveri che ha un amico
ricco, e questo lo fa sentire un po’ ricco
lui, anche se in realtà è un pezzente.
Ho deciso, mi farei un amico.
Ma se dopo un po’ trovassi questo amico estremamente irritante? Meglio farsi un gruppo di amici, tanto è facile farsi
un gruppo di amici se sei ricco, perché
sperano che un giorno tu possa lasciargli
qualcosa in eredità.
Ho deciso, mi farei un gruppo di amici.
Ma se dopo un po’ di tempo anche il gruppo di amici mi risultasse irritante; non
sono un semplice ricco, sono tremendamente ricco.
Quindi mi farei una montagna di amici.
Quindi vivrei in un castello enorme, con
piscina, campo da golf, cinema e una
montagna di amici.
Insomma sarei felice.
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92
Forse però mi mancherebbe qualcosa. Una
donna credo, perché un uomo ha bisogno
dell’altra metà della mela, del pezzo di puzzle che si incastra, della bottiglia di vino da
tappare; e sappiamo tutti che se per un ricco è facile farsi un amico, farsi una donna
è ancora più semplice. Perché alle donne
piace essere l’amante di un ricco, così una
può sfoggiare una borsa da seimila euro e
fare invidia alle poveracce che non se la
possono permettere.
Ho deciso, mi farei un amante.
Ma se dopo un po’ questa donna mi risultasse insopportabile, se mi chiedesse di
sposarla o peggio ancora di fare dei figli in
un mondo che non permette più di spedire
i cadetti a marcire in qualche certosa per
non intaccare l’asse ereditario? Meglio abbondare, tanto sono ricco.
Ho deciso, mi farei due o tre amanti.
Aspettate un attimo, mi costerà qualche
borsa da seimila euro in più ma dimenticavo
di essere schifosamente ricco.
Quindi mi farei un harem.
Perciò vivrei in un castello enorme, con campo da golf, da basket, piscina, cinema, una
montagna di amici e un vero e proprio harem
con tanto di eunuchi a fare da guardiani.
Insomma sarei felice.
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91
Forse però mi mancherebbe ancora qualcosa.
Un uomo non può vivere di soli amici, amanti
e castelli con cinema e piscina. Forse dovrei
trovarmi un lavoro, un qualcosa da fare. Ma
mica un lavoro tipo andare a togliere le foglie
secche dalle grondaie, ho vinto dieci miliardi
di euro, sono nauseabondamente ricco!
Mi ci vorrebbe qualcosa di imprenditoriale.
Perciò mi comprerei un’azienda.
€
(rappresentazione segnica di un’azienda)
Beh, un’azienda mi sembra un po’ poco per
uno ricco come me. Mi comprerei un gruppo
di aziende.
€€€€€
(rappresentazione segnica di un gruppo
d’aziende)
Mi sembra ancora riduttivo. Mi comprerei un
vero e proprio impero, una multinazionale
operativa in qualsiasi ambito economico
sfruttabile.
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
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€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€
(rappresentazione segnica di una multinazionale)
Così mi ritroverei a vivere in un castello enorme
con piscina, campo da golf, da basket, cinema,
una montagna di amici, un harem e una multinazionale da comandare.
Insomma sarei felice.
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Ma si sa che un uomo non può vivere solo di amici,
donne, castelli e spietate multinazionali votate al
profitto a tutti i costi. Forse dovrei fare qualcosa per gli altri, per restituire quello che la società
mi ha dato, ovvero un sacco di soldi immeritati. E
il modo migliore per contribuire al miglioramento
della società è fare politica. Quindi mi candiderei come sindaco della mia città. Però a pensarci
bene sono vomitevolmente ricco, abbastanza da
corrompere moltissime persone. Quindi mi candiderei come presidente della mia regione.
Beh se uno vuol cambiare davvero le cose però
deve andare in cima alla scala.
Quindi mi candiderei come presidente del consiglio, corromperei tutti con i soldi guadagnati dalla
multinazionale e verrei eletto.
A quel punto vivrei in un castello con campo da
golf, da basket, piscina, cinema, una montagna di
amici, un harem, una multinazionale da gestire e
un paese da governare.
Insomma sarei felice.
O forse no.
Però tutti mi chiamerebbero Cavaliere.
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88
English
IT
ENG
someone. Probably, I should meet a friend.
It’s easy meeting friends if you are rich, people love rich people, because then they can
say to their poor friends that they have a rich
friend, and this makes them feel at least richer, even if they are poor, actually.
THE POSSIBLE DIMENSION
By Andrea Passador
I decided, I would meet a new friend.
Winning the lottery should be amazing, winning a huge lottery, I don’t know, with a ten
billion Euros jackpot. I could make a lot of
things and I would probably be happy.
First of all, I would buy a beautiful house.
What if after a while I would find this friend
extremely annoying? Better to have a group
of friends, it is easy to get a group of friends if
you are rich, because they hope that one day
you can leave them something as inheritance.
Well, since I’m that rich let’s have a bit bigger house.
I decided I would have a bunch of friends.
Actually, one hundred billion Euros are quite
a lot of money. I guess I would buy a castle.
What if after a while also this bunch of friends
would be irritating? I’m not just rich, I’m tremendously rich.
A huge, medieval, castle with a dozen bathrooms, Olympic swimming pool, basketball
court, golf course, tennis court, an undefined
number of rooms and underpaid servants.
So I would make a mountain of friends.
So I would live in a huge castle with swimming
pool, golf course, cinema and a lot of friends.
After a while, probably, I would start being
bored of playing golf, basket, tennis and throw
glasses on the waitresses. So, I would buy
a good TV.
Basically I would be happy.
But maybe I would be missing something. A
woman I think, because a man needs the other
half of the apple, the fitting puzzle piece, the
bottle of wine to crock; and we all know that
if for a rich person it is easy to have a friend,
it is even easier to have a woman. Because
women love being the lover of a rich man,
so that she can show a six thousand Euros
bag and make jealous all the poor girls that
can’t afford it.
I said good, not this shit bad drawn. I’m rich,
so I would buy a bigger tv.
Well, one hundred billion Euros are a lot of
money. I would buy a fucking cinema.
At this point I’d live in a huge castle, with swimming pool, tennis court, basketball court, etc..
and a real cinema just for me, with the glasses for the 3d movies too and a guy with a hat
that prepares popcorn with butter.
I decided, I would have a lover.
But, what if after a while this woman would
annoy me, what if she would ask me to marry her, or even worst to have kids in a world
that doesn’t allow any more to send officercadets rot in some monastery not to touch the
inheritance? Better to quit, anyhow I’m rich.
Basically, I would be happy.
After a while, probably, I would start being
bored of living in a huge castle with a cinema without sharing all this good stuff with
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87
The possible dimension
English
I decided, I would have two or three lovers.
So I would live in a huge castle with swimming
pool, golf course, basketball court, cinema, a
mountain of friends, a harem and a multinational to control.
Wait a minute, this is going to cost me some
six thousand Euros additional bags, but I forgot I’m freaking rich.
Basically I would be happy.
So I would have a harem.
But I suspect that a man can’t live only with
friends, women, castles and evil multinationals dedicated to profit to all the coasts. Maybe
I should do something for the others, to give
back what society gave me, owning loads
of not deserved money. And the best way to
participate to the improvement of the society is politics.
So I would live in a huge castle, with a golf
course, a basketball court, a swimming pool,
a cinema, a mountain of friends and a true
harem with eunuch guardians.
Maybe I would still miss something. A man
can’t live having only friends, lovers and castles with cinema and swimming pool. Maybe I
should find a job, something to do. But not no
metter what job, like picking up dead leaves in
eaves, I won ten billions Euros, I’m sick rich!
I would need something business oriented.
So I would candidate as major of my city.
But, really thinking about it, I’m sick rich,
enough to corrupt many people.
Therefore I would buy a company.
So I would candidate as president of my region.
€
(Symbolic representation of a company)
Well, if someone wants to really change things
he has to go straight to the top of the chain.
Well, I think that only a company is not enough
for such a rich person like me. I would buy a
group of companies.
So I would candidate as Prime Minister of the
Council, I would buy everybody with money
earned from the multinational and I would be
elected.
€€€€€
(Symbolic representation of a group of companies)
At that point I would live in a castle with a golf
course, a basketball court, swimming pool,
cinema, a mountain of friends, a harem, a multinational to control and a country to govern.
Still, it’s not enough. I would buy a real empire, a multinational operative in any exploitable economic field.
Basically I would be happy.
Or maybe not.
4
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€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€€
€ € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € €€
(Symbolic representation of a multinational)
But everybody would call me Cavaliere*
*Silvio Berlusconi is also known as “Cavaliere”.
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Une chance sur des millions.
Et c’est tombé sur moi.
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Nuovo miliardario
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Non ho mai comprato un biglietto della lotteria, né grattato un gratta
e vinci, né scommesso su nulla; temo di non essere predisposto all’azzardo e al rischio.
Di recente ho iniziato a collaborare con uno studio che mi retribuisce
con un compenso che si aggira intorno a una media di 25 euro per pomeriggio (allineato, ahimè, alla media romana). Nonostante abbia pensato a
lungo a come partecipare a questo numero di Condo, ho deciso di concretizzare il mio contributo in un pomeriggio, rischiando di ottenere un
compenso da una partecipazione pro-bono.
1
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English
Tautologies of Luck
used to see in front of her house (equally in
front of my house), who was impossible to get
in contact with, as it used to be in the past;
this is a typical nowadays situation in urban
residential areas. What I can assure you is that
I soon had the feeling that I could trust that
woman more than anything I had ever experienced. From there onward, the relationship
built between us was something I could describe in, at least, four hundred pages, but I
could also sum it up as the commonly known
relationship between a sweet Grandma and a
faithful grandchild. To describe what she has
meant to me for two decades through an image: a 70 year old woman lifting up a huge
sofa with only one arm, while dusting with the
otherarm, a vacuum cleaner under the sofa in
a body torsion which would have killed 97%
of people her age, and, furthermore, waving
at me with a third hand- the hand she always
has for me, even if it is difficult to imagine as
a real scene. I know, I also have doubts about
the mysterious origins of Nada’s physical and
psychological strengths. One time she even
told me that when she was a child she had TB
but didn’t notice, discovering only after two
years, because, all in all, she was feeling quite
alright. What a bull! Among Nada’s qualities,
I choose those which I admired the most: her
unrestrained discretion and her stubbornness
(excessive stubbornness). The same qualities were also two little lacks indeed, that I
always loved like devotional images, two lacks
she thought me, at first, and saw in me afterwards, earlier even than my parents, friends
and girlfriends. For example, she was always
aware that her role was something between
more than a nanny and something less than a
real Grandma (only with regards to the facts
concerning the Office of Vital Statistics). The
genotype (not the phenotype): she has always
refused any invitation to dinner, even though
I dined at her place at least 500 times- in a
rough estimation. Not to mention the patience
of her two children, Sergio and Serena, who
had to tolerate that pain in the arse, named
Me, coming from nowhere. Nobody has understood the reason, every single time we tried
to invite her for dinner she always answered
with some gentle refusal, which we have always tried to turn but in the end respected
her response and saw it as her, very personal and particular, way to love and protect us:
a primordial, archetypical, strangely paternal
concern. This aspect of her character sometimes aroused controversy: I had to personally
convince her to be present, in the front row,
during my graduation ceremony and attend the
party afterwards. I admit, if she hadn’t have
come, she would have made me go crazy for
the very first time in all the time that I’ve known
her. In the end she did come and was really
touched, as expected. She tried to hide her
emotions, but I, along with the most extroverted but moderated among my friends, pressed
her to come and involved her as I wanted. It
was by explaining to a friend how she was a
sort of grandmother that I ended up coining
the phrase “I won my grandmother in a lottery”
and that’s why I’m here to tell you about her.
Nowadays la Nada doesn’t look after our
house as she used to. What’s more, our house
became, in the meantime, my parent’s house
and as a result, we see each other less often.
I’m always running around, living at my place
(unfortunately no more in front of her place) and
her proverbial discretion and stubbornness forbids her to visit me, finding new excuses that I
love more and more. The same excuses which,
mysteriously, make our unique, deep and unshakable understanding grow year after year.
For this reason, alongside others, I can tell
you today how it feels to win the lottery. And,
additionally, from this start, alongside others,
another story can begin. Thanks to all those
who gave me the chance to write it in this license-free way.
1. Emergency is an Italian independent NGO providing medical
treatments.
2. Gino Strada is the founder of the Italian NGO Emergency.
3. Sicilian word for “What the fuck!”
4. Invented law inspired by the Italian law 41bis about hard condition
detention for mafia boss.
5. Knights of the Order of Merit of the Italian Republic.
Silvio Berlusconi is also known as “Cavaliere”.
6. Oscar for Gobbledygook.
7. Municipality public hall, in origin resistant reunion places.
82
Danièle et Françoise jouent au loto depuis
dix-huit ans. Chaque semaine, pour dix
euros de mise, elles font des rêves à vingt
millions. Une villa sur la Côte d’Azur. Un
tour du monde. Même juste un voyage en
Toscane. Une île. Un lifting. Un diamant,
une Santos Dumont Lady de Cartier. Cent
paires de Louboutin et de Jimmy Choo. Un
tailleur Chanel rose. Des perles, des vraies
perles comme Jackie Kennedy, qu’est-ce
qu’elle était belle ! Elles attendent la fin de la
semaine comme d’autres le Messie. Chaque
samedi leurs coeurs s’emballent quand les
boules tourneboulent. Elles retiennent leur
souffle, elles ne respirent plus ; à chaque fois
on pourrait mourir disent-elles en choeur.
5
43
English
Tautologies of Luck
and Giulia, my putative aunt and uncle and
their daughter: if my memories are right, they
won nothing. So, that day I, and only I, played
with Fortune. I remember that we bought a
ticket, or maybe some more, we ate a sandwich in the little square right in front of the
lottery draw room, then we got in. Or maybe
we did everything else but this. Anyhow, I remember a big room - if my memory doesn’t
play tricks with me and if I’m not getting confused with the traditional unconscious. It was
looking like the classic Casa del Popolo7 in
the Tuscan boondocks, one of those kind of
places that, at that time at the end of 80s,
were at the end of an age betrayed by kid’s
television. There was a small stage, where
the the lottery draw took place, but I wasn’t
really aware of what was going on- maybe I
was even bored- then I understood that we
won, that we had won the first price. Immediately I felt conflicting sensations in my brain,
which I felt again in following years, like a
September storm, every joyful moment: happiness for winning, anxiety for the behavior
I should have and a couldn’t-care-less attitude about what the price might be. The important thing was being bloody lucky. That is
how I felt, for the first unmistakable time, the
thrill of luck. The next memory is of my daddy
holding the ham tightly under one arm, taking
care of it and putting it safely in the car. Then
he comes back saying some nonsense and
laughing with Giorgio, while mummy wallows
like a kid, maybe more than me, the first time
that the Fortune in person gave me a kiss on
the forehead.
work. My nanny Giovanna wasn’t a bad person and she sort of loved me, in some way,
but she was simply doing her job, nothing
else. However, not giving real love as a nanny is like not adding onion to an amatriciana
pasta. Moreover, she messed up a couples
of times: for example one day a turtle “disappeared” from our garden. Above all, she used
have an intense hatred of my Lego, accusing
them to be an huge obstacle with regards to
housework. Consequently, she used to regularly dismantle my Lego, and every time she
came I had to rebuild them, like in the aftermath of an earthquake.
Building up stuff meant to me “watching them
collapse”. The allegorical potential of this sentence with regards to other walks of life (which
did actually happened after a while) does not
go unnoticed. If I never wanted to become a
engineer, it is all Giovanna’s fault, who was
destroying even the most stable structure I
built. I would have been paralyzed with fear if I
had seriously taken up engineering, so instead
I decided to, as a job, take care of fear and
the people who feel it. However, this is another story because afterwards Nada arrived
and didn’t just enter our house, but into the
lives of the people occupying it. I remember
when I heard about the nanny change, my
only concern was about that damned Lego.
My mother reassured me and I felt a positive
premonition for a better future. I did not dare
to hope for the lottery I actually ended up
winning. I thought I would have always have
to live with the regret of living away from my
grandparents (far away due to the nature of
my family). However, this time Fortune didn’t
want to kiss me on the forehead but on the
mouth. The first time I saw la Nada, I saw her
from behind, while she was dusting in my parent’s bedroom.
I was coming back from the pine forest where
I was playing football with my dad and a friend;
in short, I was on a high, as it is said nowadays. I don’t remember what we said, but I do
remember that, at the time, I was still a loser
child. She had to bend down to say hello, introduce herself and speak with that kid she
OK, this is better, but they asked me two
pages, what a mess.
Holy shit, why didn’t I think about it before!
6
LUCK KISSES ME ON THE MOUTH
The word Lottery for me has always meant,
and will always mean, “la Nada”. La Nada is,
in effect, the Grandma I won in the lottery.
The story, in a nutshell, is the following: during elementary school, my nanny, Giovanna,
took care of me while my parents were at
81
English
Tautologies of Luck
purchase 5% of Inter Milan, pushing Oriali to
going back into play,demanding Mourinho to
resign and the purchase of Tom Ince (son of
former player Paul and a total wanker). Lastly,
I place a harsh ultimatum to Zanetti because
I blindly believe in his footballing immortality:
either you come back on the field or fuck off.
8. I book an one-way ticket to India for the next
day. Right away I book another for the same
day to every other continent known to man and
I Google when the first civil space mission is
going to leave. I call NASA to reserve, but I
dig my heels in: I want to travel in the Apollo
11 with the Russian crew. I then trigger the
Cold War which I secretly influence by funding the Mossad. Oh sorry, I meant the Isis...
9. I start to write a piece about luck, but everything I write is tautologal and the magazine
I write for is the typical broken nerd’s mag.
My parents call me back. My dad has already
bought a dairy in Trentino, halving the turnover with just the first dinner, mom told the nutritionist about the winning ticket, as a result
the dog blows himself up in a kamikaze attack
in order to defend the home from the siege
of fake creditors, barking “Allah Akbar!” and
finally dying as a martyr of the family capitalist
revolution. I remember that I still have not given
a single penny to charity and I completely abjure any residual fascination for philanthropy. I
corrupt the American Psychiatric Association
in order to include it in the first axes in DSM
VI. Fuck the Amazon. From tomorrow I’ll finally be an upright capitalist and I’ll bet on the
collapse of the Eurozone, selling hedge funds
to the world’s poorest countries. What a hoot.
10. I fall asleep on the couch with the ticket
in a young Egyptian girl’s ass (Morsi’s granddaughter). I sweat a lot, but this time it’s all
real. I would go back to being the Luca that
I’ve always been, but it is too late: I ran out
of money and the Bilderberg Group who welcomed me with all honour for meritorious financial actions (see point 9) is ready to hire
a hitman to blow up my helicopter flying away
over Manhattan. From here a dense series of
events unfolds over the years, I’m going to
shortly sum it up: they stitch me up and I end
up in jail with Totò Riina, from whom I collect
the spiritual testament in a best-seller book
called „Minchia³!”. I end up directing the Sicilian Mafia from 41 tris4 and converting it
to equal, social, non-violent values. I get released and I am appointed Cavaliere5, I stand
as a candidate for the elections but have forgotten that the “Lider Maximo” Beppe Grillo
has cancelled them. I go into exile and dick
around in London like when I was eighteen,
but I die after a quarter of an hour due to unknown causes; the day after, Scotland Yard
find me hanged on the same deck of the River Thames on which Roberto Calvi of Banco
Ambrosiano was found. The case is filed as
suicide. Only my great friend Werner Herzog
goes to my funeral; he gets a documentary of
extraordinary poetic intensity out of it: a bitter
parable ending with the re-enactment of Jesus’ Sermon to the merchants in the temple,
setting it in the new wilderness of the Amazon, winning him an Oscar for Antani6, established by myself.
Dunno, I’m not convinced.
I don’t think I should have been contacted for
this. You can get a laugh, but at most it can
be “quaint” a judgment that I have more contempt for than the neo-Nazi, Hatchet.
ATTEMPT NUMBER 3 –
LUCK KISSES ME ON THE FOREHEAD
I used to like being rewarded. My dad got me
into it, he always sent me to pick up the cups
he won in the marathons he took part in. Usually very shy, in those moments I showed an
unexpected initiative. But they weren’t my trophies, even if I was really proud of them and
I fooled around in the way that people were
expecting from an average kid with a experienced confident lack of self-confidence, making the old ladies cry in the room- I’ve always
loved elderly people (but not in that way, you
perverts!). Anyway, I was little, seven or maybe eight at the most, when I won a ham in a
country festival in the middle of the Tuscan
hills in a village whose name I don’t remember right now. We were with Giorgio, Sandra
80
Joue, pour une fois, me supplie Françoise. Tu
ne vas pas rester mercière toute ta vie. J’aime
bien ma mercerie, dis-je. T’as pas envie
d’autre chose ? renchérit Danièle. Allez, s’il
te plaît. Alors je me dirige vers le buraliste
et demande un bulletin. Lequel ? Lequel
quoi ? Le loto Loto ou l’Euro Millions ? Je
n’en sais rien, moi. L’Euro Millions alors, il
y a une belle cagnotte vendredi. Je lui donne
les deux euros qu’il réclame. La machine
choisit des chiffres et des étoiles pour moi
puis il me tend un bulletin. Les jumelles
applaudissent.
- Enfin ! Enfin notre petite Jo va faire de
beaux rêves cette nuit.
7
45
English
IT
ENG
ward comrades! (to the tune of Mi ha rovinato
il ‘68 by Squallor). And I take the first contact
with the NGO Emergency.¹
2. I call my parents and my girlfriend promising
them submarines. My mum can’t answer because she is making out with the dog, my dad
passes out on the phone. I’m getting worried
so, just in case, I buy him the whole of Pistoia
hospital, inaugurating the cafeteria instead of
the geriatric ward. I give Francesca the largest bouquet ever: I got it by deforesting half
of the Amazon but I have the money for reforesting it three times as much, so who cares?
3. Fuck! Where did I put my ticket? I’m an
asshole. My dad calls me back. I swear extremely loudly and put the phone in the freezer.
4. I find the ticket in an empty bottle of whisky and I think ‘I have to be more careful or
I’ll end up shooting myself in the foot’. I call
Dad back, he passes out again. My mother
is already in prison for dangerous drunkenness and, as bail doesn’t exist in Italy, I buy the
whole prison, then think about taking part at
the upcoming elections. I receive a telegram
from Gino Strada “What about the money?”.
I turn it into roast beef and I combine it with
a Pre-Napoleonic bottle of Dom Pérignon.
5. I choose the soundtrack for the moment
that changed my life forever. It takes me nine
hours. After discarding Neil Young, Bach, Rolling Stones, Neu!, Robert Wyatt, MC5, John
Coltrane and all the music I’ve always loved,
the choice goes to ‘Who Let the Dogs Out?’.
Its chorus excites me and moves me to tears.
Now I have money I don’t need to have an
intellectual style.
6. I dance by myself, then I feel ashamed,
then I don’t care, then I think about what to
do, then I remember that I’ve not peed for 12
hours. I pee from the window and I do the
helicopter with my phallus in full view. Just
like Bluto would do.
7. I buy the National Library of Florence turning it into my private studio and deny entry to
those who read less than 150 books a year.
I produce the next Werner Herzog film in order to become his friend and confidant and
TAUTOLOGIES OF LUCK
Three unhappy attempts
and a happy story
By Luca Buonaguidi
To Nada
ATTEMPT NUMBER 1 –
TAUTOLOGIES OF LUCK
One day, last July, I opened my email and
found a message from a literature magazine
in which I was asked to write a tale, a couple
of pages long, for the new issue on the topic:
“I won the lottery.”
I immediately thought: what a shitty topic, I
can’t do that.
Nevertheless, I said ‘yes’ based on the logic
that lotteries are won only as a consequence
of playing them, even if there are well known
exemplary cases in the news in which a oneoff gamble corresponds to an astonishing win.
Although this has nothing to do with writing a
story, perhaps just with having a talent for luck.
Additionally, I thought that considering where I
was just ten years ago, it was already a noteworthy win to be called out of nowhere to write
for a magazine, when before I would be too
ashamed to even ask to write for a magazine.
No, this is not working at all.
Moreover, it is not very nice towards Condo,
I’m an asshole. Let’s try it again.
8
ATTEMPT NUMBER 2 –
TEN THINGS I WOULD IMMEDIATELY DO
AFTER WINNING A LOT OF MONEY IN
THE LOTTERY
1. I scream, I laugh, I am overjoyed and I do
everything Bluto from Animal House would do
in my shoes, with the exception of drugging a
horse. Money does not corrupt sensitive souls
like mine! My money will not change my life but
it will improve the life of my neighbour! For-
79
tissima. Cercava di non darlo a vedere, ma io incalzavo lei e i miei
amici più estroversi e al contempo misurati nei modi per coinvolgerla
come desideravo. E come è accaduto infine, tanto che per spiegare a
una mia amica la particolarità del suo essermi nonna (anche se all’anagrafe risultiamo due sconosciuti) abbiamo coniato insieme il ruolo
parentale di la mia nonna vinta alla lotteria, per cui oggi sono qui a
parlarvi di lei in questi termini. Oggi la Nada non si occupa più di casa
nostra con la costanza di un tempo, a ciò si aggiunga che questa nel
frattempo è diventata la casa dei miei genitori e di conseguenza ci vediamo meno di prima perché io sono sempre in giro o a casa mia (non
più davanti alla sua, purtroppo) e perché la sua proverbiale discrezione e testardaggine le proibisce intimamente di venirmi a trovare,
trovando sempre nuove scuse che me la fanno amare ancora di più
e che, misteriosamente, fanno crescere con gli anni la nostra intesa
unica, profonda e inaffondabile.
Je ne sais pas comment, mais je sus.
Je sus, sans avoir encore regardé les chiffres,
que c’était moi. Une chance sur soixanteseize millions, et ça tombait sur moi. Je lus
l’encadré dans la Voix du Nord. Tout y était.
Le 6, le 7, le 24, le 30 et le 32. Les étoiles
numéro 4 et 5.
Un bulletin validé à Arras, place des Héros.
Une mise à deux euros. Un système flash. 18
547 301 euros et 28 centimes.
Alors je fis un malaise.
Per questo e altri motivi posso oggi raccontarvi come
ci si senta ad aver vinto la lotteria.
E, ancora, è in questo e altri modi che può nascerne,
se uno vuole, un racconto.
9
Grazie a chi mi ha dato modo di scriverlo con tutte
le licenze del caso.
78
47
10
con la naturalezza di un tempo andato. Ciò che posso assicurare è che
ebbi subito la sensazione di potermi fidare di quella donna che io non
avevo mai visto prima. Da lì nacque un rapporto che potrei descrivere
in non meno di quattrocento cartelle, ma che posso comunemente riassumere come il rapporto che si crea tra una nonna dolcissima e un
nipote fedele alla linea e descrivendo cos’è da due decenni lei per me
attraverso un’immagine: una donna di settant’anni che alza un divano
enorme con un braccio e con l’altro passa sotto di esso l’aspirapolvere, con una torsione posturale che troncherebbe la schiena del 97%
dei suoi coetanei e salutandomi con una terza mano che con me ha
sempre avuto per ogni evenienza, anche se immagino che sia difficile
da immaginare nella scena che vi propongo. Lo so, anche per me la
forza fisica e d’animo della Nada ha origini e fattezze misteriose. Una
volta mi raccontò persino che da ragazza ha avuto la TBC e se ne è
accorta per caso dopo due anni. Lei si sentiva, tutto sommato, bene.
Che toro!
Tra i tanti pregi della Nada sceglierò quelli che ho ammirato di
più: la discrezione smodata e la testa dura, ma dura così. A ben vedere due difettucci che di lei ho invece sempre amato come icone
devozionali e che mi ha prima insegnato e poi ha intuito in me non
di rado prima dei miei stessi genitori, amici e fidanzate. Per esempio,
nonostante abbia sempre saputo di essere qualcosa di ben più di una
tata e di meno di una nonna solo per ciò che concerne l’anagrafe e
il genotipo (ma non il fenotipo), la Nada ha sempre rifiutato qualsiasi
invito a cena nonostante io sia stato a mangiare a casa sua non meno
di 500 volte tonde-tonde, e con lei i figli Sergio e Serena a sopportare questa caccola spuntata dal nulla che rispondeva al mio nome.
Nessuno ha mai capito il perché, ma ad ogni tentativo di averla con
noi a tavola lei ha sempre opposto rifiuti educatissimi che noi provavamo a far cadere ma che alla fine rispettavamo come parte del suo
particolarissimo e indispensabile modo di volerci bene e proteggerci,
una premura primordiale, archetipica e stranamente paterna. Questo
tratto del suo carattere a volte tocca picchi controversi: mi è toccato
convincerla di persona per averla in prima fila alla discussione della
mia tesi di laurea e al pranzo rituale che ne è seguito. Lo ammetto, se
non veniva mi avrebbe fatto incazzare per la prima volta in vent’anni
che ci conosciamo. Ma è venuta, ed era prevedibilmente emoziona77
La parola lotteria per me è e sarà sempre la Nada. La Nada è, appunto, la mia nonna vinta alla lotteria. La storia, brevemente, è questa:
andavo alle elementari quando la tata Giovanna si occupava di me e
della casa quando babbo e mamma erano a lavoro. La tata Giovanna
non era una cattiva persona e a suo modo senz’altro mi voleva bene,
ma semplicemente svolgeva la sua mansione e la finiva lì.
Non mettere amore nel mestiere della tata però è come non mettere il soffritto di cipolla nell’amatriciana. Poi fece un paio di cacate,
tipo che un giorno sparì una tartaruga dal giardino, e soprattutto
odiava le mie costruzioni di Lego, additando ad esse un ostacolo insormontabile nel corretto svolgimento delle pulizie casalinghe; così,
me le smontava sempre e ogni volta che veniva io dovevo ricostruire,
come dopo un terremoto. Costruire cose per me voleva dire vederle
crollare, non escludendo il potenziale allegorico di questa frase in altri ambiti della vita che mi sarebbe venuta in sorte di lì a poco. Se non
ho mai avuto l’ambizione di fare l’ingegnere è per colpa della Giovanna che faceva crollare anche la più salda delle strutture da me edificate. Sarei stato paralizzato dalla paura a fare quel mestiere sul serio,
così ho scelto di occuparmi della paura e chi ha paura, ma questa è
un’altra storia, perché poi in casa arrivò la Nada, che non si accontentò della casa ma volle entrare anche dentro la vita di chi l’abitava
con una grazia tutta sua.
Ricordo che quando mi venne comunicato il cambio di tata la mia
unica preoccupazione era il dannato Lego. La mamma mi rassicurò,
sentii presagi di un futuro migliore, ma non avrei osato sperare nella
lotteria che mi sarebbe capitato di vincere, pensavo che sarei restato
col rimpianto di non aver potuto vivere insieme ai nonni, lontani per
cause naturali o parentali. Ma la Fortuna stavolta mi volle dare un bacio in bocca, altroché sulla fronte. La prima volta che ho visto la Nada
l’ho vista di spalle, mentre spolverava la bilancia in camera dei miei
genitori. Io tornavo dalla pineta dove ero stato a giocare a pallone col
babbo e un amico; insomma, ero preso bene, come si dice oggi. Non
ricordo cosa ci dicemmo, mi ricordo che all’epoca ero ancora una
mezzasega e lei si dovette un po’ chinare per salutarmi, parlarmi, fare
la conoscenza d’un bambino che aveva sempre visto andare in su e in
giù davanti a casa sua (ossia, davanti a casa mia) ma che, come capita
oggi nei quartieri residenziali delle città, non c’è modo di avvicinare
76
Mais tes rêves mon amour, je peux te les offrir
désormais ; ils ne coutent pas bien cher tes
rêves. Un écran plat Sony 52’: 1400 euros.
Une cheminée dans le salon : 500 euros,
plus 1500 pour les travaux. Une Porsche
Cayenne : 89 000 euros. Et ton intégrale de
James Bond, 22 films : 170 euros.
C’est horrible. Je pense n’importe comment.
Ce qui m’arrive est terrifiant.
11
49
1122
LA FORTUNA
MI BACIA IN BOCCA
75
e in un attimo sentii il cervello invadermi di sensazioni
contrastanti che sarebbero proseguite negli anni, ricorrenti come temporali settembrini in ogni attimo di gioia
incomitante: contentezza per la vittoria, ansia per come
mi sarei dovuto comportare e assoluto menefreghismo
circa la natura del fantomatico premio. L’importante
era aver avuto culo. Fu così che provai l’ebbrezza della
fortuna per la prima inequivocabile volta.
Il ricordo successivo è quello del mio babbo che tiene saldamente il prosciutto in braccio, si preoccupa di metterlo
al riparo in macchina e poi torna a fare commenti cazzoni per ridere insieme a Giorgio, mentre la
mia mamma si compiace dell’avvenimento con forse
maggior spirito fanciullo di quanto ne avessi io anche di
fronte al primo dolcissimo bacio in fronte della Fortuna
in persona.
Votre chèque, dit-il. Voilà. Dix-huit millions
cinq cent quarante-sept mille trois cent un
euros et vingt-huit centimes, articule-t-il
lentement comme une condamnation.
Vous êtes sûre que vous ne préférez pas un
virement bancaire ?
Je suis sûre.
En fait je ne suis plus sûre de rien.
Ok, già meglio, però questi qui mi hanno chiesto due
cartelle, bel casino.
(...)
Ma porcaputtana, come ho fatto a non pensarci
prima!
74
13
51
INCARNAVO,
INSCENAVO
14
LA FORTUNA.
73
Mi piaceva essere premiato, mi ci aveva abituato il
mio babbo che pochi anni prima mi mandava sempre a ritirare le coppe che vinceva per le maratone a cui partecipava. Io, timidissimo altrimenti, in
quei momenti svelavo un’intraprendenza insospettabile. Ma non erano trofei miei, per quanto ne fossi orgoglioso e mi prestassi alle scenette richieste a
un bambino medio con consumata sicura-insicurezza,
per commuovere a colpo sicuro le vecchiette in sala
- ho sempre avuto una passione per la terza età (ma
non in quel senso, che andate a pensare, depravati!) -.
Comunque: ero piccolo, avrò avuto sui sette-otto anni
al massimo quando vinsi un prosciutto alla sagra di un
paese collinare toscano di cui ora mi sfugge il nome. Eravamo con Giorgio, la Sandra e la Giulia, i miei zii putativi
con la figlia, che se non mi ricordo male non vinsero
niente. Dunque, quel giorno, io e io solo ero, incarnavo,
inscenavo La Fortuna. Mi ricordo che comprammo un
biglietto o forse qualcuno in più, mangiammo un panino
nella piazzetta antistante il locale dell’estrazione
e poi entrammo. O forse facemmo tutt’altro. Comunque,
ricordo un salone che, se la memoria non mi inganna e
l’immaginario tradizionale non mi confonde, aveva molta
della classica Casa del Popolo della provincia toscana,
quel tipo di luoghi che in quegli anni, fine ottanta, erano
al canto del ciglio di un’epoca nobile tradita dai figli della
tv. C’era un piccolo palco su cui avvenne l’estrazione,
io non capivo niente, forse mi annoiavo anche, poi capii
che s’era vinto, poi capii che s’era vinto il primo premio
72
Parfois, la nuit, j’attendais que Jo se mette à
ronfler pour quitter le lit, marcher sans bruit
jusqu’à l’armoire-penderie, plonger la main
dans la chaussure et en sortir le trésor de papier. J’allais alors m’enfermer dans la salle de
bain et là, assise sur la cuvette des toilettes,
je dépliais le billet et je le regardais.
Les chiffres me donnaient le tournis.
15
53
PROVA NUMERO
3
16
LA FORTUNA
MI BACIA IN FRONTE
71
mi ritrova impiccato sullo stesso ponte del Tamigi in
cui venne ritrovato Roberto Calvi del Banco Ambrosiano. Il caso è archiviato come suicidio. Ai miei
funerali si reca solo il grande amico Werner Herzog,
che ne ricava un documentario di straordinaria
intensità poetica, una parabola amara che si conclude
con la rievocazione del discorso di Gesù ai mercanti
ambientandolo nel nuovo deserto dell’Amazzonia che
gli vale l’Oscar per l’Antani, istituito da me stesso.
Boh, non mi convince. Non credo mi abbiano
contattato per questo. Potrà strappare una risata,
ma al massimo può esser “bellino”, giudizio
che sopporto meno di una stroncatura nazista.
70
Mais je ne suis pas riche. Je possède juste un
chèque de dix-huit millions cinq cent quarante-sept mille trois cent un euros et vingt
huit centimes, plié en huit, caché au fond
d’une chaussure. Je possède juste la tentation. Une autre vie possible. Une nouvelle
maison. Une nouvelle télévision.
Plein de choses nouvelles.
Mais rien de différent.
17
55
English
FR
ENG
Star numbers 4 and 5. A play slip played in
Arras, at Héros square. Two Euros played.
A random system. 18 547 301 Euros and
28 cents.
So I passed out.
ONE CHANCE IN A MILLION.
AND IT HAPPENED TO ME.
By Bérénice Troeira
My darling, I can offer you your dreams from
now on; your dreams are not that expensive.
A flat screen 52’: 1400 Euros. A fire place in
the living room : 500 Euros, plus 1500 for the
work. A Porche Cayenne : 89000 Euros. And
all 22 James Bond movies: 170 Euros. It’s awful. I think no matter how. All of this is terrifying.
Danièle and Françoise have played the lottery
for eighteen years. Every week, for a ten Euro
bet, they make dreams that cost twenty million Euros. A villa on the French Riviera. Go
around the world. Also just a journey in Tuscany. An island. A lifting. A diamond, a Santos
Dumont Lady by Cartier. Hundreds of pairs of
Louboutin and Jimmy Choos. A pink women’s
suit by Chanel. Pearls, real pearls like Jackie
Kennedy, she was so beautiful! They wait for
the end of the week like other people wait
for the messiah. Every Saturday they get really excited when the numbers twist around.
They hold their breath, they stop breathing;
every time we could die together at the same
time, they say.
Your check, he says. Here it is. Eighteen million five hundred forty seven thousand three
hundred and one Euros and twenty eight cents,
he says as slowly and clearly as a sentence.
Are you sure that you don’t want a transfer?
I am sure.
Actually I’m not sure about anything anymore.
Sometimes, during the night, I used to wait for
Jo to start snoring to sneak out of bed, walk
silently to the wardrobe, put my hand deep
into the shoe and take out the paper treasure.
Then I used to lock myself in the bathroom and
there, sitting on the lavatory bowl, I used to
open the peace of paper and I used to watch
it. The numbers made my head spin around.
Play, just once, Françoise begs me. Do you
want to be a mercer all life long? I like my haberdasher’s shop, I say. Don’t you fancy something else? Adds Danièle. Common, please.
So I go to the newsagent and I ask for a play
slip. Which one? Which one what? The lottery, Lotto or Euromillions? I have no idea. Euromillions then, there’s a nice kitty on Friday.
I give him the two Euros that he asks me for.
The machine chooses the numbers and Lucky
Star numbers for me, then he gives me a play
slip. The twins clap their hands.
Eventually! Eventually our dear Jo will have
wonderful dreams tonight.
But I’m not rich. I only own an Eighteen million
five hundred forty seven thousand three hundred and one Euros and twenty eight cents
check, folded up in eight parts, hidden in the
bottom of a shoe. I only own temptation. Another possible life. A new house. A new television.
Plenty of new things. But nothing different.
I don’t know how, but I knew. I knew, without
even looking at the numbers, that it was me.
One chance over seventy seven million and it
happened to me. I read the space in the newspaper, Voix du Nord. Everything was there.
The 6, the 7, the 24, the 30 and the 32. Lucky
56
DA
DOMANI
SARÒ
FINALMENTE
UN
CAPITALISTA
TUTTO
D’UN
PEZZO.
69
residua per la filantropia, corrompendo l’American
Psychiatric Association al fine di includerla nell’Asse
1 del DSM VI. Che si fotta l’Amazzonia. Da domani
sarò finalmente un capitalista tutto d’un pezzo e
scommetterò sul crollo dell’Eurozona vendendo hedge
found ai paesi più poveri del pianeta. Che sballo.
10. Mi addormento sul divano con il biglietto finito
invero nel culo di una minorenne egiziana nipote
di Morsi. Sudo tantissimo, ma stavolta è tutto vero.
Vorrei tornare ad essere il Luca che ho sempre
conosciuto, ma ormai è troppo tardi: ho finito i soldi
e il Gruppo Bilderberg che mi ha accolto con ogni
onore per le meritorie azioni finanziarie del punto n.9
è pronto ad assumere un sicario per far esplodere il
mio elicottero in volo su Manhattan. Da qui si dipana
una fitta rete di incastri negli anni che riassumo
brevemente: mi incastrano e finisco in cella con Totò
Riina, di cui raccolgo il testamento spirituale in un
libro best-seller dal titolo Minchia! e dirigendo la
nuova mafia siciliana dal 41 tris e riconvertendola
ai principi di equità sociale e non-violenza. Ottengo
la scarcerazione e vengo nominato Cavaliere della
Repubblica, mi candido alle elezioni ma mi scordo
che il lider maximo Beppe Grillo le ha annullate.
Vado in esilio a cazzeggiare a Londra come quando
avevo diciotto anni, ma muoio dopo un quarto d’ora
per cause sconosciute; il giorno dopo Scotland Yard
68
Italiano
FR
IT
Una schedina giocata a Arras, in piazza Héros.
Una giocata di due euro. Una giocata a caso.
18 547 301 euro e 28 centesimi.
Allora svenni.
UNA POSSIBILITÀ SU MILIONI.
ED È CAPITATO A ME.
Ma i tuoi sogni amore mio ormai te li posso regalare: non sono poi così costosi i tuoi
sogni. Uno schermo piatto Sony 52 pollici:
1400 euro. Un caminetto in salotto: 500 euro,
più 1500 per i lavori. Una Porsche Cayenne:
89000 euro. E il tuo cofanetto integrale di James Bond, 22 film: 170 euro.
È orribile. Penso a casaccio. Quello che mi
succede è terrificante.
Di Bérénice Troeira
Danièle e Françoise giocano al lotto da diciotto anni. Ogni settimana, con una giocata
di dieci euro, fanno dei sogni da venti milioni. Una villa sulla Costa Azzurra. Un giro del
mondo. Anche solo un viaggio in Toscana.
Un’isola. Un lifting. Un diamante, un orologio
Santos Dumont da donna di Cartier. Un centinaio di scarpe Louboutin e Jimmy Choo. Un
tailleur di Chanel rosa. Delle perle, delle vere
perle come Jackie Kennedy, com’era bella!
Aspettano la fine della settimana come altri
aspettano il messia. Ogni sabato non stavano più nella pelle quando le palline facevano
loro girare la testa. Trattenevano il fiato, non
respiravano più; ogni volta potremmo morire
contemporaneamente, dicono.
Il Suo assegno, dice. Diciotto-milioni cinquecento-quarantasettemila trecentouno euro e
ventotto centesimi, articola lentamente, come
una condanna.
È sicura di non preferire un bonifico bancario?
Sono sicura.
In effetti non sono più sicura di nulla.
A volte, la notte, aspettavo che Jo cominciasse
a russare per uscire dal letto, per camminare senza far rumore fino alla cabina armadio,
infilare la mano nella scarpa e tirarne fuori il
tesoro di carta. Allora andavo a rinchiudermi
in bagno e là, seduta sulla tavoletta del water,
spiegavo il biglietto e lo guardavo. Le cifre mi
facevano girare la testa.
Gioca, per una volta, mi supplica Françoise.
Non vuoi mica restare merciaia per tutta la vita. Mi piace la mia merceria, dico io. Non hai
voglia di qualcos’altro? Rincalzava Danièle.
Dai, per favore. Allora vado dal tabaccaio e
domando una schedina. Quale? Quale cosa? Il lotto, Lotto o Euromilione? E che ne
so io. L’Euromilione allora, c’è un bel bottino
per venerdì. Gli do i due euro che mi chiede.
La macchina sceglie le cifre e i numeri jolly al
posto mio, poi mi tende la schedina. Le gemelle applaudono.
Finalmente! Finalmente la nostra piccola Jo
farà dei bei sogni stanotte.
Ma non sono ricca. Possiedo solamente un
assegno di Diciotto-milioni cinquecento-quarantasettemila trecentouno euro e ventotto
centesimi, piegato in otto, nascosto in fondo
ad una scarpa. Possiedo solo la tentazione.
Un’altra vita possibile. Una nuova casa. Una
nuova televisione.
Tante cose nuove. Ma niente di diverso.
Non so come, ma lo seppi. Seppi, ancora
prima di guardare i numeri, che ero io. Una
possibilità su settantasei milioni, ed è capitato a me. Lessi il riquadro sul giornale Voix du
Nord. C’era tutto. Il 6, il 7, il 24, il 30 e il 32.
I numeri jolly 4 e 5.
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FACCIO
ESPLODERE
LA GUERRA
FREDDA
58
67
Oriali, il sequestro di Mourinho e l’acquisto di Tom
Ince, figlio del grande ex Paul e sicura pippa. Infine,
pongo un durissimo aut-aut a Zanetti perché credo
ciecamente nella sua immortalità calcistica: o torni
in campo o te ne vai a fanculo.
8. Prendo un biglietto per il giorno dopo e di sola
andata per l’India. Poi ne faccio subito un altro per lo
stesso giorno per ogni altro continente noto all’uomo
e cerco su google quando partiranno i primi viaggi
spaziali civili. Chiamo la NASA per prenotarmi,
ma mi impunto: voglio viaggiare con l’Apollo 11
con equipaggio russo e faccio esplodere la Guerra
Fredda, che influenzo finanziando segretamente
il Mossad, scusate volevo dire l’Isis.
9. Inizio a scrivere un brano sulla fortuna, ma tutto
quello che scrivo è tautologico e la rivista che me
l’ha chiesto è una roba da fricchettoni squattrinati.
Mi richiamano i miei genitori. Il babbo ha già comprato
un caseificio in Trentino dimezzando il fatturato con
la sola prima cena, la mamma ha detto del biglietto
vincente anche al dietologo, di conseguenza il cane
si fa esplodere in un attentato kamikaze per difendere
casa dall’assedio dai millantatori di crediti abbaiando
“Allah Akbar!” e morendo da martire della rivoluzione
capitalista della famiglia. Io mi ricordo che non ho
ancora dato un solo centesimo in beneficenza e abiuro
completamente qualsiasi fascinazione
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TAUTOLOGIE
DELLA
FORTUNA
TRE PROVE INFELICI
E UN RACCONTO FELICE
Luca Buonaguidi
59
PROVA NUMERO
1
TAUTOLOGIE
DELLA
FORTUNA
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ORA
HO I
SOLDI.
Mia mamma è già in carcere per ubriachezza molesta,
compro il carcere perché in Italia non esiste la libertà
su cauzione e medito di scendere in campo alle
prossime politiche. Arriva un telegramma di Gino
Strada: “Allora questi soldi?”. Lo trasformo in roastbeef e lo accompagno a una bottiglia di Dom Pérignon
pre-napoleonica.
5. Scelgo la colonna sonora del momento che cambia
la mia vita per sempre. Ci metto nove ore. La scelta
cade su Who let the dogs out il cui ritornello mi esalta
e commuove fino alle lacrime, dopo aver scartato
Neil Young, Bach, Rolling Stones, Neu!, Robert Wyatt,
MC5, John Coltrane e tutta la musica che ho sempre
amato. Ora ho i soldi, non ho più bisogno di darmi un
taglio intellettuale!
6. Ballo da solo, poi me ne vergogno, poi me ne frego,
poi penso al da farsi, poi mi ricordo che non piscio
da 12 ore. Piscio dalla finestra e faccio l’elicottero
col membro ben in vista. È così che Bluto farebbe.
7. Compro la Biblioteca Nazionale di Firenze
trasformandola nel mio studiolo privato e vietando
l’ingresso a chi legge meno di 150 libri l’anno,
produco il prossimo film di Werner Herzog per avere
così motivo di diventare suo amico e confidente e
acquisto il 5% dell’Inter spingendo per il ritorno di
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Un giorno del luglio scorso aprii la casella
mail e vi trovai all'interno un messaggio
firmato da una rivista di letteratura, in cui
mi veniva chiesto un racconto di un paio
di cartelle per il nuovo numero a tema imposto
“Ho vinto alla lotteria”. Pensai subito: che tema
di merda, non ne esco ritto. Ma risposi di si,
perché pensai che le lotterie si vincono a furia
di giocarle, anche se sono noti estemporanei
casi di cronaca in cui l'unica giocata in una vita
corrisponde a una vincita strabiliante, anche
se questo non c'entra molto con lo scrivere
un racconto, forse con l'avere un certo talento
per la fortuna. Pensai secondariamente che
per ciò che io ero di me stesso appena dieci
anni fa era già una vincita degna di nota
quella di esser chiamati dal nulla a scrivere
per una rivista quando prima mi sarei persino
vergognato di chiederlo io stesso, di poter
scrivere sulle riviste.
No, così non funziona per niente.
Peraltro non è neanche troppo carino
nei confronti di Condo, sono proprio
uno stronzo. Riproviamo.
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PROVA NUMERO
2
DIECI COSE CHE FAREI
SUBITO DOPO AVER VINTO
UN SACCO DI SOLDI
ALLA LOTTERIA
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1. Urlo, rido, impazzisco di gioia e faccio tutto
quello che Bluto di Animal House farebbe al posto
mio tranne narcotizzare un cavallo.
I soldi non corrompono anime sensibili come la mia!
Il mio denaro non cambierà la mia vita, ma migliorerà
quella del prossimo! Avanti compagni! (sulle note di
Mi ha rovinato il '68 degli Squallor) E prendo i primi
contatti con Emergency.
2. Chiamo i miei genitori e la mia ragazza promettendo sottomarini, mia mamma non può parlarmi
perché sta limonando duro col cane, il mio babbo
sviene al telefono, io mi preoccupo e nel dubbio gli
compro l'ospedale di Pistoia inaugurando il reparto
salumeria liberando quello di geriatria. Regalo il
mazzo di fiori più grande di sempre alla Francesca,
ottenuto disboscando mezza Amazzonia. Ho i soldi
per ripiantarne tre volte tanta, tanto.
3. Cazzo! Dove ho messo il biglietto? Che coglione.
Il babbo mi richiama. Bestemmio fortissimo e metto
il telefono nel freezer.
4. Trovo il biglietto dentro una bottiglia vuota di
whiskey e penso che devo starci più attento o mi
sparo in bocca. Richiamo il babbo, sviene di nuovo.
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Fly UP