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Una “caramella” al... jet
> Dal cantiere Geosistema di Alberto Finotto Una “caramella” al... jet-grouting A Tezze di Grigno, in provincia di Trento, esiste una delle realtà nazionali più innovative nel campo del jet-grouting. Si chiama Geosistema e il suo direttore tecnico, Francesco Sagrillo, è l’inventore di un brevetto che ha rivoluzionato questa tecnologia ormai diffusa nel settore delle fondazioni speciali. La titolarità del brevetto è stata ceduta al Gruppo Trevi mentre Geosistema ne ha mantenuto licenza d’uso non esclusiva. Come ben noto, il jet-grouting consiste nell’iniettare – attraverso fori di piccolo diametro collocati lungo una batteria di aste infisse nel terreno – volumi controllati di miscela cementizia in tratti di terreno predefiniti. L’innovazione in questione si chiama “caramella o colonne ellittiche” ed è stata ideata e sviluppata da Sagrillo nel febbraio del 2006 per eseguire diaframmi con sistema jet-grouting. Il sistema ci è stato spiegato direttamente dal suo autore nel corso di un sopralluogo a Sestri Levante (Ge), dove l’impresa trentina è impegnata nella realizzazione di diaframmi e tamponamenti con jet-grouting in un cantiere residenziale dov’è prevista la costruzione di box interrati. Rivoluzione ellittica Il brevetto lanciato dall’impresa trentina quattro anni fa ha conferito nuove prospettive di applicazione a tutto il settore. Con il valore di una riduzione delle giunzioni e di un utile sovradimensionamento degli spessori 88 PF | marzo-aprile 2010 Il cantiere di Sestri riguarda una delle tante opere commissionate a Geosistema negli ultimi anni un po’ in tutta la Liguria, soprattutto in provincia di Genova. “Fino al 2006, l’anno dello sviluppo decisivo del mio brevetto ‘caramella’ – spiega Sagrillo – per eseguire i ‘cut-off walls’ utilizzando il sistema jet grouting esistevano solo due tipi alternativi di geometria: il sistema colonnare o il metodo monodirezionale. Il primo offre la possibilità di ottenere spessori importanti con lo svantaggio di dover comunque ese- guire innumerevoli perforazioni e con la necessità di gestire grandi sfridi di miscela per ottenere la compenetrazione tra le colonne. Il secondo, invece, permette di ottenere lunghi ‘baffi’, a discapito però di spessori molto contenuti, da 2 a 15 cm al massimo”. “A differenza di questi due metodi – continua Sagrillo – il nuovo brevetto prevede di eseguire setti che assumono la conformazione di una ‘caramella’, con dimensioni ragguardevoli, una lunghezza anche oltre i 4 m e spessori variabili tra i 0,4 m e i 2 m. Operando in questo modo si riduce il numero di giunzioni rispetto al trattamento colonnare vantando lo spessore massimo proprio in corrispondenza dei punti di giunzione. Questa tecnologia è già stata utilizzata con ottimi risultati in alternativa a diaframmi plastici e strutturali”. Va rilevato inoltre che è possibile – come nel caso delle colonne jet – armare i setti a fresco o dopo la riperforazione, per assorbire gli sforzi di flessione con profilati metallici del tipo IPE o HE oppure impiegare in alternativa un tubolare metallico permettendo così lo scavo per l’esecuzione di opere interrate. “Per i diaframmi plastici eseguiti con il sistema jet ‘caramella’ – aggiunge Sagrillo – è possibile arrivare a permeabilità dell’ordine di 10E-6 ÷ 10E-7 cm/s, con la produzione di una bassissima quantità di materiale di risulta che nei terreni contaminati si traduce in minori costi di smaltimento. Si tratta, quindi, di una tecnologia che trova una vasta possibilità di impiego nel confinamento di discariche o di siti inquinati e nell’impermeabilizzazioni degli argini, con una notevole ottimizzazione di oneri, tempi ed efficacia dei risultati finali. Per quanto riguarda l’esecuzione di diaframmi strutturali, i vantaggi rispetto ai diaframmi eseguiti con benna sono senza dubbio quelli di poter operare anche in spazi ristretti, in qualsiasi tipo di terreno, senza dover smaltire il materiale bentonitico di scavo e con una maggior velocità di esecuzione”. Primo campo prove a Motta di Livenza nel 2006 Il vantaggio dimensionale Un esempio di realizzazione dei diaframmi con il metodo jet-grouting “caramella” è offerta da un cantiere di Genova Bolzaneto, all’interno di una zona artigianale, dov’è stata smantellata di recente una raffineria di idrocarburi che ha provocato nel tempo la contaminazione del terreno sottostante e della falda acquifera. Per limitare i danni prodotti dall’inqui- Il cantiere di Sestri Levante (Ge) che ha visto all’opera Geosistema, con la sua tecnologia “jet-grouting caramella”. L’impresa Draghin – committente dell’opera – in questo caso si è affidata all’ingegner Bruno Dettori per lo studio tecnico di realizzazione dell’edificio e dei parcheggi interrati Sempre a Sestri Levante, Geosistema ha costituito in fase preliminare un campo prove per testare la realizzazione delle colonne jet. Il diametro conseguito per ogni colonna è stato di 2,8 m namento, l’amministrazione comunale ha deciso di intervenire con una bonifica ambientale importante. “L’opera prevista – ci mostra l’ingegner Corrado Pilati, collaboratore assiduo di Geosistema in molte opere di jet-grouting, realizzate con il supporto dello Studio Associato Pilati di Costabissara (Vi) – consisteva nel confinare all’interno di una area specifica l’acqua di falda contaminata dagli idrocarburi. All’inizio del progetto si era previsto di eseguire una diaframmatura tramite la metodologia jet-grouting monodirezionale, contemplando due file di jet parallele tra di loro, una perforazione a quinconce e con i baffi di una fila che compenetravano nell’altra. Un intervento caratterizzato da una difficile esecuzione e dal controllo arduo. In alternativa è stata proposta la nuova tecnologia ‘caramella’ da me già collaudata con successo. La lavorazione, in questo caso, contemplava la realizzazione di setti dallo spessore importante PF | marzo-aprile 2010 89 > Dal cantiere La fase di perforazione, eseguita a rotazione: si utilizza l’acqua come fluido di perforazione e allo stesso tempo si invia aria agli ugelli per evitarne l’occlusione Francesco Sagrillo, inventore del brevetto (a sinistra), insieme all’ingegner Corrado Pilati (60-80 cm), eseguendo perforazioni con interasse di 250–300 cm. A differenza del sistema monodirezionale, che presenta il difetto già citato di spessori molto contenuti (al massimo di 2,5 cm, in corrispondenza dell’attaccatura dell’asta), risulta molto vantaggioso il fatto di poter ottenere una lunghezza dei setti di ragguardevole dimensione, oltre i 3 m. Ciò, a differenza dei trattamenti colonnari classici, significa una riduzione del numero delle perforazioni e un maggior grado di sovrapposizione tra i setti, fino a 40-50 cm in più per ogni lato”. Il metodo Posa dell’armatura metallica HEA300 90 PF | marzo-aprile 2010 La sequenza delle operazioni di jet-grouting a colonne ellittiche prevede i seguenti stadi: • piazzamento: si esegue traslando con la perforatrice cingolata fino alla sommità del picchetto; la perforatrice viene quindi messa a piombo, attraverso dei cilindri idraulici che movimentano il braccio, e viene controllata con l’inclinometro, adottato come equipaggiamento della macchina stessa. L’operazione è verificata con l’uso della livella ad acqua; • impostazione dati e verifica direzione ugelli: si registra il numero del foro; si rileva la posizione degli ugelli (direzionati in asse trat- tamento), viene registrata la loro posizione e la lettura a “zero” della verticalità. perforazione: si procede quindi con la perforazione che viene eseguita a rotazione, utilizzando l’acqua come fluido di perforazione, e allo stesso tempo si invia aria agli ugelli per evitarne l’occlusione. Ogni 5 m si esegue una lettura della verticalità con il sistema Tigor; la misura, in questo caso, è riferita a un asse Y normale all’asse X che corrisponde all’asse trattamento; il punto d’incontro dei due assi è il centro di ogni perforazione. Si procede così fino alla profondità prevista dal progetto, con un immorsamento di 2 m in roccia; • jet-grouting: a questo punto si passa alla fase di iniezione con i parametri prestabiliti (definiti dai risultati del campo prove), si mettono in pressione miscela e aria come prestabilito e si inizia la risalita. Durante le operazioni di perforazione la lettura di inclinazione e iniezione è debitamente monitorata e registrata. Una volta eseguiti i setti e rilevate le relative posizioni (con eventuali deviazioni Viareggio, via Piave, diaframma di “caramelle jet-grouting” con funzioni strutturali dalla verticale) le reali posizioni alle diverse profondità vengono riportate da un computer su planimetrie a -5 m, 10 m, 15 m e così via per evidenziare eventuali zone che presentino discontinuità nel trattamento. Le carenze, quindi, vengono uniformate in seguito con la realizzazione di setti supplementari aggiuntivi. PF | marzo-aprile 2010 91