...

Carla horat nasce geneticamente artista grazie al padre Teo, noto

by user

on
Category: Documents
34

views

Report

Comments

Transcript

Carla horat nasce geneticamente artista grazie al padre Teo, noto
LE PAGINE DEL TEMPO
MOSTRA PERSONALE DI CARLA HORAT
COMPLESSO MONUMENTALE “FILIPPO CORRIDONI”
MAZARA DEL VALLO
Carla Horat nasce geneticamente artista,
grazie al padre Teo, noto ed apprezzato
acquarellista svizzero.
La sua passione, sopita per anni, si
riaccende prepotentemente agli inizi
degli anni ’70, con studio e impegno
che portano alla prima mostra personale nel 1978, a Chiasso. Da allora un
incalzante susseguirsi di personali in sedi sempre più prestigiose a Lugano, Verona, Brema, Rio de
Janeiro, Venezia, Palermo, New York, Città del Messico, Merida, Fuehrt, per citarne alcune, con
presentazioni a firme autorevoli (Trombadori, Sciascia, Baj, Bufalino, Consolo e altri)
La mostra in essere, inaugurata il 30 luglio presso il
Complesso monumentale Corridoni, a Mazara del Vallo, si
protrarrà fino al 4 settembre.
Le numerose opere in
essa esposte esprimono
appieno
il
percorso
dell’artista, che si articola in forma di scultura, pittura, e
creazione di libri d’artista. Un percorso
affascinante e complesso che mette in
risalto la sensibilità e la bravura dell’autrice - del resto già note - nel dare vita
ai colori “rubati alla terra di Sicilia” e dimostra nelle sue sculture (esposte
per la prima volta in assoluto) un’essenzialità di linee e volumi che denotano
il rigore già dimostrato nelle sue opere
calcografiche. Ma l’arte - che è gioia
nel modellare la materia - la porta a
vivere intensamente anche nella creazione del libro d’artista,
simbiosi tra metafora e realtà.
Nella monografia pubblicata per l’occasione (con il
contributo
delle
Assicurazioni
Generali), di lei Nicola Cristaldi, che
ha curato l’allestimento della mostra,
scrive tra l’altro “La nostra Galleria
d’Arte
Contemporanea
ospita
la
fatica, il respiro, la gioia, il travaglio e
la poesia di un’artista che rispetta il tempo e gioca con lo spazio, che scrive
una lingua di segni senza la presunzione dell’alfabeto”.
Fly UP