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Carissimi la Nigritella “è una pianta perenne”, anche noi sia per

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Carissimi la Nigritella “è una pianta perenne”, anche noi sia per
Carissimi la Nigritella “è una pianta perenne”, anche noi sia per sempre perché siamo dono di
Dio. “Fiorisce su terreni magri, prati e pascoli”, noi ci creiamo tante esigenze che alla fine ci
schiavizzano, ma forse ci basta poco ed essenziale e soprattutto la sicurezza di persone che ti
stanno vicino e ti vogliono bene. “È una specie protetta”, anche noi siamo protetti, Dio ad
Abramo dice “io sarò tuo scudo”, Gesù risorto rassicura i suoi e noi con “Io sarò con voi fino alla
fine del mondo”. Dovremmo prendere coscienza della nostra realtà e della bellezza che la
costituisce. Inoltre dovremmo meditare la preghiera del Congresso Eucaristico del 1983 a Milano
e risentire la fede e il desiderio del nostro amato card. Martini:
Dio nostro Padre,
e il suo Sangue.
Tu vuoi radunare tutti gli uomini
Tu ci hai donato l’Eucaristia
in un solo popolo capace di amare,
come principio e fonte di questa unità.
nel quale risplenda l’amore del Figlio
Manda il tuo Spirito
tuo
perché faccia di noi una cosa sola
che ha dato per noi il suo Corpo
attorno a questo mistero.
Ci desiderava come popolo e non solo dei singoli capace di amare, saper spendere la nostra esistenza per . . . e quindi per Dio, ci indicava la sorgente della forza e dell’identità personale e comunitaria: l’Eucaristia. Che questa prossima settimana vocazionale sia per ognuno e per le nuove
generazione individuare la radice di ogni SI per sempre.
Buona Settimana don Giuseppe
***************************
PAPA FRANCESCO, UDIENZA GENERALE - Mercoledì, 5 giugno 2013
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi vorrei soffermarmi sulla questione dell’ambiente, come
ho avuto già modo di fare in diverse occasioni. Me lo suggerisce anche l’odierna Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite, che lancia un forte richiamo alla necessità di
eliminare gli sprechi e la distruzione di alimenti.
Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (cfr 2,15). E mi sorgono le domande: Che cosa vuol dire coltivare e custodire la
terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra
perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è
parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia
un giardino, un luogo abitabile per tutti. Benedetto XVI ha ricordato più volte che questo compito
affidatoci da Dio Creatore richiede di cogliere il ritmo e la logica della creazione. Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non
la “custodiamo”, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura.
Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione; e così non riusciamo più a leggervi quello che Benedetto XVI chiama “il ritmo della storia di
amore di Dio con l’uomo”. Perché avviene questo? Perché pensiamo e viviamo in modo orizzontale, ci siamo allontanati da Dio, non leggiamo i suoi segni.
Ma il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il
creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente,
ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. La persona umana è in pericolo: questo è certo, la persona
umana oggi è in pericolo, ecco l’urgenza dell’ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. La Chiesa lo ha sottolineato più volte; e molti dicono: sì, è giusto, è vero…
ma il sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di un’economia e di
una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, il denaro, i soldi
comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli
uomini e alle donne. noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli
idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Se
una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è
notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassa mento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una
notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti.
Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita uma na, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è pove ra o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano. Questa
cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono
fame e malnutrizione. Una volta i nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo
avanzato. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al
quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla
mensa di chi è povero, di chi ha fame! Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello
spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano
veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi.
Pochi giorni fa, nella Festa del Corpus Domini, abbiamo letto il racconto del miracolo dei pani:
Gesù dà da mangiare alla folla con cinque pani e due pesci. E la conclusione del brano è importante: «Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi avanzati: dodici ceste» (Lc 9,17). Gesù
chiede ai discepoli che nulla vada perduto: niente scarti! E c’è questo fatto delle dodici ceste: perché dodici? Che cosa significa? Dodici è il numero delle tribù d’Israele, rappresenta simbolicamente tutto il popolo. E questo ci dice che quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più po veri. Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme.
I santi cercavano la propria personalità? No.
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L’hanno trovata senza cercarla, perché cercavano Dio solo
Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere at tenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro. Grazie.
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Carica ideale e presa sulla realtà - Il Papa rilegge la «lezione» ignaziana
Siamo un popolo difficile, di spiriti liberi, di persone educate a trovare la loro singola e irriducibi le missione nella vita, difficili da aggregare ed intruppare, ma stavolta ce l’abbiamo fatta a radunarci tutti insieme. Per uno nato e cresciuto in questa grande famiglia il valore di quest’incontro di
novemila di noi studenti ed ex studenti delle scuole dei Gesuiti con il Papa è inestimabile e già
questo evento mi pare uno dei miracoli che Francesco è riuscito a compiere. Il primo passaggio
del Papa è stato sulla «magnanimità incarnata» come caratteristica fondante della spiritualità ignaziana. Avere cuore grande e scommettere su grandi ideali, ma allo stesso tempo prendere sul serio
ciò che di più piccolo e quotidiano c’è nella nostra vita. Questo principio è mirabilmente sintetizzato dal detto latino, attribuito ai gesuiti, «non coerceri a maximo sed contineri a minimo divinum
est» (ovvero: ciò che è divino è l’avere ideali che non sono limitati neppure da ciò che c’è di più
grande, ma ideali che siano allo stesso tempo contenuti e vissuti nelle cose più piccole della
vita). . . Ma il progresso dell’uomo non è possibile senza incarnazione, ovvero senza uomini che
cercano di essere ponte tra ideale e reale, tra testimoni sensibili ma spesso senza le conoscenze
degli addetti ai lavori e addetti ai lavori competenti ma privi di sensibilità. La missione nella cul tura e per la giustizia richiede oggi uomini ponte tra sensibilità e competenze in grado di utilizzare
strumenti educativi e comunicativi non convenzionali, nuovi ed adatti al mondo d’oggi. È proprio
questa la sfida di sempre della spiritualità ignaziana che da centinaia di anni forma equilibristi che
camminano su questo delicato filo, pronti a rialzarsi dopo ogni caduta e ad imparare dai loro pic coli fallimenti, con un piede nella sicurezza delle certezze già acquisite e un altro che si sporge
verso l’azzardo del nuovo che ancora deve essere costruito.
SETTIMANA VOCAZIONALE 10 - 16 giugno –
Andate, IO sono con voi!
in occasione del 30° anniversario di ordinazione sacerdotale
di don Giuseppe Pediglieri
COMUNITÀ PASTORALE SAN LUCIO
 Lunedì 10 giugno: San Nazzaro ore 20.30 “Liturgia della Parola”
Testimonianza Don Nazzareno Mazzacchi
 Martedì 11 giugno: San Bartolomeo ore 20.30 “Concelebrazione”
nel giorno - anniversario del 30° di ordinazione di Don Giuseppe
 Mercoledì 12 giugno: San Bartolomeo ore 20.30 “FILM” per tutti
 Giovedì 13 giugno: Cavargna ore 20.30“Liturgia Penitenziale”
Testimonianza suor Pierpaola Crispi e Famiglia Cristian
 Venerdì 14 giugno: Cusino ore 20.30 “Adorazione Eucaristica”
Testimonianza Don Marco Cianci
I santi cercavano la propria personalità? No.
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L’hanno trovata senza cercarla, perché cercavano Dio solo
 Sabato 15 giugno: San Bartolomeo ore 20.30 “Concerto del Corpo Musicale Santa Cecilia con la partecipazione del Gruppo Folclorico Val Cavargna”
 Domenica 16 giugno San Bartolomeo ore 11.00 “Santa Messa”
ore 12.30 Pranzo comunitario (è necessaria la prenotazione entro il giorno 13)
ore 15.00 “Giochi organizzati” a seguire “Gli Sbandieratori” di Besnate
2 - 9 giugno 2013 / II settimana dopo Pentecoste / Anno C - I /
IX settimana del Tempo Ordinario / L. d. O. I
Sabato 8
ore 11.00 S. Bartolomeo
ore 15.15 S. Bartolomeo
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 9
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 14.30 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Lunedì 10
ore 8.00 S. Margherita
ore 20.30 S. Nazzaro
Martedì 11
ore 8.00 Cusino
ore 20.30 S. Bartolomeo
Mercoledì 12
ore 8.00 S. Antonio
ore 20.30 S. Bartolomeo
Giovedì 13
ore 8.00 Cavargna
ore 20.30 Cavargna
Venerdì 14
ore 8.00 S. Bartolomeo
ore 20.30 Cusino
Sabato 15
ore 10.00 Vegna
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
ore 21.00 S. Bartolomeo
Domenica 16
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Cuore Immacolata della beata Vergine Maria
Matrimonio: Davide – Sabrina
Confessioni
Def.
Def. Frazione di Tavaino
Def. Butti Walter e Pierino // Ivano, Dino e Serafino // Attilio, Maria e Giovanni
S. Cresima – ore 10.30 ritrovo in Oratorio Cresimandi e Padrini/Madrine
Battesimo: Andrea
Def. Curti Ernesto // Monga Battista, Rossi Pierina, Monga Aldo e Bassi Pierina // Monga Rosa, Maria e Alfredo
Settimana Vocazionale
Def.
S. Barnaba, apostolo - Settimana Vocazionale
Def.
Settimana Vocazionale
Def.
InOratorio
S. Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa - Settimana Vocazionale
Def.
Settimana Vocazionale
Def.
Beato Clemente Vismara, sacerdote - Settimana Vocazionale
S. Messa di S. Antonio
Def.
Def.
Oratorio
Settimana Vocazionale
Def.
Def.
Def.
I santi cercavano la propria personalità? No.
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L’hanno trovata senza cercarla, perché cercavano Dio solo
APPUNTAMENTI
Domenica 9
Lunedì 10
Martedì 11
Giovedì 13
ore 18.30
ore 9.00
ore 20.30
ore 14.00
ore 9.00
Incontro Adolescenti e Giovani (Oratorio e Oratorio Estivo)
Inizio Oratorio Estivo
INIZIO SETTIMANA VOCAZIONALE vedi programma
Uscita Oratorio Estivo
Uscita Oratorio Estivo
I santi cercavano la propria personalità? No.
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L’hanno trovata senza cercarla, perché cercavano Dio solo
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