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Inferno di Dante eretici e violenti
TESTO TRATTO DA “DANTE PER GIOCO”, FEDERIGHI EDITORI, PP. 23-28 LA CITTÀ DI DITE - GLI ERETICI La città di Dite si presentava come un immenso cimitero. Dai sepolcri, tutti aperti, uscivano fiamme e lamenti. - Maestro – chiesi a Virgilio – chi giace in quelle tombe ardenti? - Sono gli spiriti degli eretici, coloro che in vita misero in dubbio le verità della chiesa. - Intanto da una tomba si alzò un’anima che rivolta a me esclamò: - Se è per merito del tuo grande ingegno che puoi viaggiare nell’Oltretomba, dimmi, perché mio figlio non è con te? Lo spirito era il padre del poeta Guido Cavalcanti. - La mia guida – gli dissi – è Virgilio, del quale vostro figlio non ebbe molta stima. - Dunque mio figlio non è più vivo? Non sapevo cosa rispondere ed ero assai sorpreso: gli spiriti conoscono il futuro, ma non sanno niente del presente. Quell’anima poi ricadde sconsolata nella tomba senza più rialzarsi. DOMANDE PER LA COMPRENSIONE 1. 2. 3. 4. 5. Come si presenta la città di Dite? Chi sono gli eretici? Quale è la pena degli eretici? Quale personaggio illustre incontra Dante? Perché Dante afferma che i dannati a conoscono il futuro, ma non il presente? I VIOLENTI Mentre scendevamo sempre più in basso negli abissi infernali, giungemmo sulla riva di un lago dal sangue bollente, il Flegetonte: in esso si trovavano immersi, chi più chi meno, tutti i violenti, gli assassini e i tiranni. Sulle sponde correvano decine di Centauri, creature metà uomo e metà cavallo, pronti a scagliare le frecce su coloro che cercavano di sollevarsi. - Vi siete accorti che uno di questi spiriti muove con i piedi ciò che tocca? – gridò il centauro Chirone ai compagni. - - Sì, Chirone – gli rispose pronto Virgilio – il mio compagno è vivo e per poter attraversare il lago non può certo volare. Di’ ad uno dei tuoi compagni che lo faccia montare in groppa. Chirone, allora, si voltò e disse a Nesso: - Va’ tu con loro, guidali e proteggili! Mentre in groppa al centauro attraversavamo il lago, detti uno sguardo in basso: quelli che sembravano soffrire maggiormente erano i tiranni, immersi nel sangue fino alle ciglia. TESTO TRATTO DA “DANTE PER GIOCO”, FEDERIGHI EDITORI, PP. 23-28 DOMANDE PER LA COMPRENSIONE 1. 2. 3. 4. 5. Che cos’è il Flegetonte? Quali dannati si trovano immersi nelle sue acque? Quale è la pena di queste anime infernali? Quali dannati subiscono la pena più cruenta? In che modo Dante e Virgilio attraversano il Flegetonte? I SUICIDI Giunti a riva, ci trovammo davanti un bosco buio, senza un filo verde, pieno di alberi dai rami nodosi e contorti, sui quali svolazzavano dei ripugnanti uccelli dal volto di donna, chiamate Arpie. Dappertutto si udivano solo tristi lamenti. - Qui sono puniti i suicidi – esclamò Virgilio – coloro che sono stati violenti contro se stessi. Strappa un ramoscello da un albero e vedrai. Esitante staccai un rametto da un grande pruno ed il suo tronco subito gridò: - Perché mi spezzi? Non hai nessuna pietà di me? Poi divenne scuro di sangue e continuò a parlare – Eravamo uomini e adesso siamo alberi, La tua mano dovrebbe essere più pietosa anche se fossimo state anime malvagie. Io son Pier delle Vigne ed ero molto stimato dal mio imperator Federico II. La sua ammirazione nei miei confronti suscitò però l’invidia degli altri cortigiani che lo indussero a diffidare di me. Ed io, per disperazione, mi uccisi. Ma giuro che non ho mai tradito il mio sovrano! E se qualcuno di voi tornerà nel mondo dei vivi, riabiliti la mia memoria! Mentre il dannato parlava, dall’albero mutilato uscivano parole e sangue. DOMANDE PER LA COMPRENSIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. Come viene descritto il bosco in cui si addentra Dante e Virgilio? Quali esseri mostruosi vigilano sul bosco? Quale è la pena dei suicidi? Quale anima rivolge la parola a Dante e perché? Perché Pier delle Vigne si suicidò? Quale messaggio vuole che Dante porti ai vivi per suo conto?