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La testuggine e la tartaruga
LA testuggine e la tartaruga La tartaruga e la testuggine, essendo rettili appartengono, all’ordine “chelonia”. I cheloni, come gli altri membri del gruppo Amniota (Rettili, Uccelli e Mammiferi) sono caratterizzati dal fatto di respirare aria e di non deporre uova nell’acqua. Di seguito è illustrata una classificazione semplificata, che mostra solo i gruppi attualmente esistenti: 1 • Anapsida Comprende i rettili più antichi e primi ad essere comparsi. Essi hanno dato origine agli uccelli, mammiferi, i dinosauri,e i rettili attuali nonostante siano comparsi 30 milioni di anni dopo l’estinzione di questa stessa sottoclasse. • Diapsida Deriva dall’evoluzione di rettili anapsidi e comprende tutti i rettili attuali tranne le tartarughe e la maggior parte dei rettili estinti. • Synapsida Comprende gli animali denominati rettilimammifero. Generarono la linea evolutiva da cui sarebbero derivati i mammiferi e si estinsero nel Giurassico a causa della pressione selettiva dei grandi rettili. L’ordine Chelonia è diviso in due sottordini: 1. Cryptodira Il collo e in genere anche la testa vengono retratti nella corazza tra le scapole, ed il collo si piega formando una "s" sul piano verticale. Si trovano in Europa, Africa, Asia e America. Non tutte le tartarughe di questo sottordine, comunque, sono in grado di ritirare completamente la testa nella corazza, come nel caso delle 2 tartarughe azzannatrici e alligatore. 2. Pleurodira Il collo viene piegato di lato anziché retratto nella corazza, formando una "s" sul piano orizzontale. Il cinto pelvico non è libero, contrariamente ai Cryptodira, bensì fuso con la corazza. I Pleurodira si trovano in Africa, Australia e Sud America. Questo sottordine comprende due famiglie. Generalità e anatomia E’ bene precisare che, nonostante i termini “tartaruga e testuggine” siano usati scambievolmente, il primo sta a indicare la specie acquatica, carnivora o onnivora, sia marina sia palustre, mentre il secondo si riferisce alla specie terrestre, erbivora. Entrambe possono raggiungere dimensioni fino a 3 m e un peso di 750 chili e, in particolare le testuggini possono vivere fino a 150 anni, mentre quelle acquatiche dai 25 ai 30 anni. E presente un guscio protettivo che racchiude gli organi interni, costituito da due parti: una dorsale chiamata carapace, e una ventrale, il piastrone, composte di un totale di 50-60 tessere chiamate scuti. Sono di origine epidermica, sono cioè prodotti dallo strato più superficiale della cute e rappresentano scaglie modificate, che in buona parte non combaciano con i margini delle singole ossa sottostanti della corazza, ma sono sfasati, per dare alla corazza una struttura più solida. 3 Carapace 4 Piastrone Le tartarughe sostituiscono la parte più esterna degli scuti vecchi, mentre nelle testuggini lo strato esterno si logora gradatamente e viene sostituito dalla produzione di nuova cheratina. Il rispettivo carapace è molto convesso e la dimensione varia da specie a specie. Sono provviste di quattro arti ricoperti di squame, dure che spesso contengono una porzione ossea e conformati in maniera differente a seconda dello spostamento, se avviene per via terrestre o acquatica. Essendo animali pentadattili presentano cinque dita per ciascuna zampa, munite di unghie di solito cinque nell’arto anteriore e quattro in quello posteriore. In particolare, nelle testuggini le dita sono unite, mentre nelle tartarughe sono separate e legate solamente da membrane per facilitarne il movimento natatorio. Sia la testuggine sia la tartaruga necessita di adeguate cure e attenzioni riguardo alla metodologia di allevamento e alla manipolazione, in particolare la tartaruga può subire lesioni irreversibili se non viene maneggiata con cura perché la giuntura tra il cranio e la prima vertebra cervicale è collegata solamente da due fasce articolari. I cheloni non possiedono denti e le mandibole hanno bordi affilati e formano una specie di becco corneo (ranfoteca) che viene usato per tagliare il cibo in pezzi che possano essere facilmente ingoiati. Il margine della ranfoteca può essere molto tagliente e in alcune specie è seghettato. La ranfoteca è adatta sia a un’alimentazione vegetariana sia a una carnivora; è a crescita continua, per compensare il consumo causato dall’uso e la lingua è poco mobile, carnosa. Gli occhi sono situati lateralmente e sono protetti da due palpebre, di cui solo quella inferiore è mobile, e da una terza palpebra o membrana nittitante. I cheloni hanno una sensibilità ai colori superiore a quella umana, perché spazia dagli ultravioletti di tipo A (UVA) al rosso; 5 mentre il condotto uditivo e il padiglione auricolare sono assenti, per la presenza della membrana timpanica protetta da una squama ovoidale rotondeggiante, posteriormente all’apparato visivo. Organi interni Le tartarughe non possiedono il diaframma, quindi la cavità toracica e addominale non sono divise e gli organi interni si trovano in un’unica grande cavità chiamata cavità celomatica. Oltre agli organi interni sono annessi i vari sistemi, ovvero quello digerente, respiratorio e circolatorio e i vari apparati, quello urinario e riproduttivo. Per struttura e funzione il fegato e lo stomaco sono simili a quelli dei mammiferi. Il primo è molto grande infatti occupa metà della cavità celomatica; il secondo produce acido cloridrico e pepsina. L’intestino tenue comprende : il duodeno, il primo tratto, e affiancato dal pancreas, riceve il dotto pancreatico e i dotti biliari; il colon, corto e connesso alla milza; e la parte finale detta cloaca. Sistema digerente Il transito intestinale è molto lento e può arrivare fino ad un mese in cui la digestione della fibra avviene attraverso l’azione dei batteri e dei protozoi intestinali. La produzione di enzimi digestivi e l’assimilazione dei principi nutritivi è la stessa di quella dei vertebrati superiori. 6 Come in tutti i rettili, le cellule ematiche dei cheloni possiedono il nucleo, al contrario dei mammiferi. I globuli rossi sono ovoidali con un nucleo spesso irregolare. Oltre che dalla classica produzione a livello di Sistema circolatorio Il cuore, composto da due atri e un ventricolo, si trova tra le due masse dei muscoli che muovono gli arti anteriori. Nei cheloni le narici esterne sono in comunicazione con le narici interne, per cui c'è comunicazione tra la bocca e le camere nasali. Questa comunicazione è evidente quando si osserva una tartaruga che beve: lo fa, infatti, aspirando l'acqua dalle narici, dopo averle immerse nel liquido. Sistema respiratorio I bronchi entrano nei polmoni dorsalmente. I polmoni hanno una struttura molto diversa da quella dei mammiferi, spongiosa, e dimensioni relativamente grandi perché occupano la parte superiore della cavità celomatica; la superficie respiratoria tuttavia è proporzionalmente inferiore a quella dei mammiferi, perché i rettili hanno un tasso metabolico inferiore. Il volume dei polmoni si riduce notevolmente quando la testa e i quattro arti sono completamente retratti all’interno della corazza. Dorsalmente e lateralmente i polmoni aderiscono alla superficie interna delle ossa del carapace; inferiormente aderiscono a una lamina di tessuto connettivo, detta membrana diaframmatica, che li separa dalla cavità celomatica sottostante. Essendo attaccati da tutti i lati, i polmoni non collassano in caso di ferite penetranti che espongono il tessuto polmonare, come accadrebbe ai mammiferi. L’aria viene inspirata dalle narici; la respirazione a 7 aperta nei cheloni non può avvenire poiché il bocca torace non si può espandere, essendo completamente ossificato e rigido. La respirazione avviene tramite la Respirazione Apparato urinario Il sistema urinario dei cheloni, come nei mammiferi, è composto da reni, ureteri, vescica urinaria e uretra, che si tovano nella parte caudale della cavità celomatica. La vescica in molte specie è bilobata; può fungere da riserva d’acqua: per questo motivo molte tartarughe terrestri urinano mentre bevono, per poter rimpiazzare la loro riserva idrica. Lo svuotamento della vescica urinaria è un comune meccanismo di difesa quando una tartaruga viene afferrata. In base ai prodotti finali del metabolismo proteico possiamo distinguere i cheloni in: • • • • Uricotelici (eliminazione principalmente di acido urico e urati) Ureo-uricotelici (eliminazione di acido urico e urea). Ureotelici (eliminazione principalmente di urea). Amino-ureotelici (eliminazione di ammoniaca e urea). I cheloni terrestri di ambienti aridi o semi aridi sono prevalentemente uricotelici o ureo-uricotelici e quelli acquatici eliminano prevalentemente urea, in quanto hanno a disposizione acqua in abbondanza. Apparato riproduttore 8 Maschile Femminile I testicoli sono organi pari, ovoidali, localizzati in posizione dorso-caudale, accanto ai reni; producono gli spermatozoi e gli ormoni sessuali. Il pene si differenzia da quello dei mammiferi per il fatto di non contenere l’uretra; non è quindi correlato all’apparato urinario. La sua sola funzione è riproduttiva. Nelle femmine sono presenti due ovaie, che producono gli ovuli e gli ormoni sessuali. Legislazione relative ai cheloni La CITES ( convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate dall’estinzione) ha il compito di controllare il commercio di animali e piante vivi, morti, o parti e prodotti derivati) minacciati dall’estinzione. In Italia è entrata in vigore nel 1980 e l’attuazione della Cites è affidata a diversi ministeri : 1. Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 2. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 3. Ministero dello sviluppo economico 1. E’ l’autorità di gestione Cites. 2. Si avvale delle guardie forestali per il controllo e la certificazione a rispetto della Convenzione. 3. Rilascia licenze di importazione ed esportazione. Le specie animali e vegetali minacciate dall’estinzione vengono suddivise in tre appendici: • Appendice 1 Specie cui commercio è vietato • Appendice 2 Specie cui commercio è regolamentato • Appendice 3 Specie protette dai singoli Stati per regolamentare le esportazioni dai loro territori 9 Nei regolamenti le specie da proteggere, a seconda del grado di controllo e di protezione che si vuole esercitare, sono state suddivise in 4 allegati: • Allegato A • Allegato B Le specie che rientrano nell’appendice 1 e alcune specie dell’appendice 2. Le specie che rientrano nell’appendice 2, le specie dell’appendice 1 per le quali è stata avanzata una riserva, e altre specie per le quali si è stabilito che l’introduzione di semplari vivi nell’ambiente naturale della comunità possa costituire un pericolo ecologico per le analoghe specie indigene. • Allegato C Le specie dell’appendice 3 e alcune riserve dell’appendice 2. • Allegato D Le specie di cui la importanza del volume di importazioni comunitarie giustifica un controllo e specie dell’appendice 3 per le quali è stata avanzata una riserva. Sanzioni Le violazioni alle disposizioni della Convenzione e del regolamento (CE) n.338 del 1997 sono punite con le sanzioni previste dalla legge 150/92 integrata e modificata dalla legge 59/93 e dal D. lgs. 275/01 che, oltre a prevedere specifiche sanzioni per i reati di violazione della normativa CITES, indica precise misure per regolamentare la detenzione ed il commercio della specie. In base a questa legge è vietato importare esportare o riesportare, vendere esporre e detenere esemplari vivi, morti nonché loro parti e derivati dalle specie iscritte alle appendici 2 e all’appendice 3 che siano sprovviste di regolari permessi. 10 La legge 150/92 configura l’inosservanza dei sopraelencati divieti come reati e li penalizza con l’arresto o l’ammenda e, sempre, con la confisca degli esemplari o dei prodotti. L’art. 8 affida al corpo forestale dello Stato la sorveglianza sull’applicazione della normativa che viene effettuata dai nuclei operativi istituiti presso le dogane abilitate ed i servizi CITES territoriali. Solo per gli oggetti che effetti personali sono previste specifiche deroghe e sanzioni, sono punite con sanzioni le violazioni che riguardino sia gli esemplari che i loro prodotti e derivati. Le testuggini Le specie Nel nostro paese sono tre le specie di Testuggini presenti. La prima specie, quella da più tempo radicata nel nostro territorio è la testuggine di Hermann (Testudo hermanni); poi in ordine di diffusione, la testuggine marginata (Testudo marginata), importata in Italia dalla Grecia meridionale già nel secolo scorso e in ultimo, quella di origine più dubbie, in quanto alcuni la reputano originaria italiana ed altri pensano sia stata importata fin dai tempi di Noè, la testuggine moresca (Testudo graeca). Testudo Hermanni La Testudo hermanni deve il suo nome al noto naturalista francese Jean Hermann ( 1738-1800); è l'unica specie autoctona che abita la nostra penisola e con le diverse sottospecie si allarga a buona parte del continente Europeo. In questi animali vista e olfatto sono ben sviluppati: sanno distinguere forme, colori, riconoscono anche le persone e l'odorato è fondamentale per la 11 ricerca del cibo distinguendo erbe commestibili da quelle velenose, necessarie per il proprio fabbisogno. ll loro senso dell'orientamento è molto preciso e sono abbastanza metodiche nell'abitare il proprio territorio: se vengono spostate dall'area abituale, in breve tempo ricercheranno la strada di casa. E’ diffusa nell’Europa meridionale, nella Spagna orientale, nella Francia meridionale, in Corsica, in Grecia, in Italia e nella Penisola Balcanica. In particolare si presuppone che le sottospecie Testudo hermanni herrmanni e Testudo hermanni boettgeri provengano rispettivamente dalle ughe della parte occidentale dei Balcani e da quelle della parte orientale. Testudo Testudo Hermanni Hermanni HABITAT L'habitat tipicamente mediterraneo, è Testudo Hermanni Hermanni caratterizzato da inverni miti e discretamente piovosi e da estati aride e molto calde, con temperature abbastanza elevate. Si addentra nella bassa vegetazione della macchia, costituita da cespugli, arbusti e sottobosco, con spazi dedicati a distese di erbe di campo. Testudo Hermanni Boettgeri DESCRIZIONE Le dimensioni di questo chelone variano a seconda della sottospecie; tuttavia possiamo dire che mediamente oscillano dai 13-14 cm. per gli esemplari maschi, ai 28-30 per le femmine adulte. Il carapace discretamente bombato, quasi a formare una sorta di cupola liscia, ha la colorazione base che varia dal giallo olivastro al giallo ocra; caratteristica fondamentale che contraddistingue la specie, sono le macchie 12 nere presenti su di esso: molto ben marcate e concentrate nei margini esterni degli scuti. • Le T.H.H. sono note per le marcature ben definite e nitide che, con il passare del tempo, tendono a scurirsi sempre di più. Il fondo di ogni scuto si presenta vivace con colori simili all’oro e, in alcuni esemplari, anche quasi all’arancione • Una differenza ancora più visibile è presente sul quinto scuto vertebrale. Le T.H.H. possiedono una marcatura ben definita a formare la cosiddetta forma a “buco della serratura“. • • Un’ulteriore caratteristica della zona posteriore del carapace, è presente sugli scuti sopracaudali. In tutti gli esemplari di T.H.H. la placca sopracaudale è divisa in due scuti. Nelle T.H.H. la giuntura tra gli scuti pettorali è in modo evidente più corta della giuntura presente tra gli scuti femorali. 13 • Nelle T.H.H. il piastrone si presenta marcato con una colorazione divisa in due barre longitudinali ininterrotte, che appaiono uniformi e ben definite. • T.H.H. il bordo inferiore una specie di “U” anche è più delineato come degli scuti omerali forma se non mancano casi in cui una “V”. • Le guance delle T.H.H. presentan o una macchia gialla nella zona appena sotto l’occhio. Le specifiche morfologiche descritte in precedenza, in particolare le dimensioni, l'aspetto del guscio e quindi la colorazione possono essere strettamente influenzati dalle caratteristiche climatiche, ma non solo, dell'habitat in cui l'animale vive: il tasso di umidità, la quantità di acqua presente, l'irradiazione solare, la temperatura e il tipo di alimentazione che la natura offre. DIMORFISMO SESSUALE Gli esemplari maschi presentano dimensioni inferiori rispetto alle femmine, una coda molto più lunga e grossa e il piastrone concavo, per consentire di montare sopra il carapace della femmina molto più facilmente durante l'accoppiamento; al contrario il piastrone di queste ultime è piatto e la coda molto più piccola e corta. 14 L'angolo formato dagli scuti anali del piastrone ha un'ampiezza maggiore nei maschi, così come la distanza dell'apertura cloacale dalla base della coda; al contrario l'altezza di questi scuti è maggiore nelle femmine. Lo scuto sopracaudale è incurvato verso il basso nel maschio, mentre allineato al carapace nelle femmine. ABITUDINI Durante le primissime ore del giorno assaporano i caldi raggi solari, permettendo così alla temperatura corporea di raggiungere i gradi necessari per attivare tutte le funzioni metaboliche. Sovente è in questa fase della giornata che si dedicano all'accoppiamento, o nelle ore un po' più fresche dell'imbrunire. Durante il corso della giornata si dedicano alla ricerca del cibo e nelle ore più calde, soprattutto durante la piena stagione estiva, cercano freschi ripari tra i cespugli, nei rifugi scavati nella terra o sotto qualche pianta che offre loro un po' di ombra. ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO Essendo la Testudo hermanni originaria delle zone mediterranee va allevata all'aperto.E' assolutamente sconsigliato l'allevamento nei terrari in casa, poichè non si riuscirebbe a garantire in modo perfetto tutta una serie di condizioni che sono necessarie alla salute del nostro animale. Si può ricorrere a questa alternativa in caso di necessità per malattie. Nel nostro giardino come prima cosa è opportuno limitare l'area dedicata alle nostre tartarughe, con l'allestimento di un recinto molto robusto; il materiale utilizzabile può essere di vario genere: dai mattoni di tufo, da una staccionata o una 15 semplice rete metallica (in quest'ultimo caso è consigliabile rivestirla all'interno con del materiale liscio, per evitare possibili arrampicate e di conseguenza la fuga). La recinzione deve essere interrata almeno 25 cm. e alta circa 30/40 cm. Per ogni esemplare adulto è necessario almeno uno spazio di 4/6 mq., non va sottovalutato che spesso la convivenza tra più esemplari maschi è rischiosa, soprattutto nel periodo dell'accoppiamento, ecco perché il rapporto ideale è di un maschio per 5/6 femmine. Le nostre testuggini, necessitano inoltre di zone d'ombra necessarie per ripararsi dai raggi solari nelle ore più calde, di acqua fresca e pulita sempre a disposizione, di un rifugio dove poter trascorrere al riparo la notte ed il letargo e naturalmente di erbe di campo per il proprio nutrimento. Il rifugio può essere in legno o di altro materiale isolante, mentre per ricavare zone d'ombra è consigliato usare piante di rosmarino, salvia e lavanda. Per ultima, ma non perché meno importante, è l'esposizione al sole: presente sin dalle prime ore del mattino fino al tramonto, in modo tale che le tartarughe possano seguire il naturale decorso della giornata. LETARGO Con il calare delle temperature e l'avvicinarsi della stagione fredda le Testudo rallentano la loro attività fisica e metabolica iniziando così a prepararsi per il letargo; perdono gradualmente appetito diventando sempre più apatiche e a poco a poco svuotano l'apparato digerente. E' importante che lo stomaco sia libero perché, i residui di cibo potrebbero portare fermentare creando gravi conseguenze per l'animale. Una volta pronte e trovato un punto idoneo dove trascorrere l'inverno cominciano a scavare: può corrispondere alla base di un cespuglio o di qualche tronco, oppure direttamente all'interno dei rifugi preparati. Il letargo è sempre un periodo in cui molte preoccupazioni si fanno luce, ma se la tartaruga è 16 in ottima salute, ha seguito un'alimentazione corretta e quindi ha le riserve giuste di grasso, non ci sono problemi affinché possa affrontare questo periodo fondamentale e naturale della sua vita. Una volta interrate è consigliabile coprirle ulteriormente con un ampio strato di foglie secche e fieno. E' una fase molto delicata: il chelone non ha alcuna capacità di difesa ed è inerme agli attacchi dei roditori (nemici per eccellenza), ecco perché è importante creare dei rifugi ben strutturati, o ricoprire totalmente la nostra recinzione con una rete metallica a maglie molto strette. La temperatura ideale del letargo si aggira intorno ai 5° gradi; oltre i 10° gradi gli animali tendono a riprendere la loro attività, seppur lenta, mentre ad una soglia inferiore agli zero gradi c'è il rischio di congelamento e morte. Questo periodo non deve superare la durata di 20 settimane complessive. In taluni casi è possibile anche il letargo controllato, ovvero porre la nostra tartaruga in un contenitore di legno o di altro materiale, riempirlo con paglia o torba e posizionarlo in un luogo al chiuso, facendo ben attenzione che le temperature non superino i 10°. Durante i primi tepori primaverili assisteremo al risveglio ed è importante non far mancare l'acqua e provvedere per qualche giorno a bagnetti in pochi centimetri d'acqua tiepida. Far saltare il letargo è altamente sconsigliabile, in quanto è una fase naturale presente nella vita della nostra tartaruga. Solo in casi estremi in cui l'animale presenta delle patologie si può ricorrere ad un terrario ben allestito e prestare così le cure necessarie tenendola sotto osservazione; in questo habitat si devono creare le temperature adeguate, il corretto tasso di umidità, una giusta aerazione, cercando di riproporre una condizione il più simile a quella esterna. ACCOPPIAMENTO E RIPRODUZIONE Al risveglio dal periodo di ibernazione, dopo alcuni giorni di "assestamento", inizia il noto periodo dell'accoppiamento. Il maschio corteggia la femmina attraverso inseguimenti, morsi e colpi sul carapace. 17 La monta avviene sul dorso della compagna e la copula per mezzo dell'estroflessione del pene contenuto nella grande coda del maschio. E'solo durante questo atto che si può sentire un gemito che accompagna tutta la fase dell'accoppiamento. La femmina in taluni casi, ha la capacità di conservare lo sperma anche per tre-quattro anni, in un apposito organo, la spermateca, situato all'interno dell'ovidotto. Sono animali ovipari quindi soggetti alla deposizione delle uova. Possono verificarsi fino a quattro deposizioni per stagione, anche con una sola fecondazione. Il periodo di incubazione oscilla dai due ai tre mesi e sul sesso dei nuovi nascituri, hanno moltissima influenza la temperatura esterna, il tasso di umidità e le condizioni climatiche. Con temperature inferiori ai 31° gradi circa, le probabilità che nascano esemplari maschili sono maggiori; viceversa assisteremo a più nascite di cheloni femmina. Al momento della schiusa, che avviene in tempo per nutrirsi prima dell'arrivo dell'inverno, la baby tartaruga romperà il guscio per mezzo di un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore, denominato "dente dell'uovo". Dopo pochi giorni questa protuberanza sparirà, così come dopo circa 48 ore verrà assorbito completamente il sacco vitellino. In taluni casi la schiusa può non avvenire per tempo e così i piccoli affronteranno il periodo di ibernazione direttamente nell'uovo per poi abbracciare i raggi del sole in primavera. ALIMENTAZIONE ALIMENTAZIONE E' un animale esclusivamente erbivoro. In natura può anche nutrirsi di piccole chioccioline, utili per la somministrazione di calcio o altri piccoli insetti, ma solo a causa di lunghi periodi di aridità in cui la vegetazione è molto più scarsa. In questi casi si regola autonomamente. In cattività è assolutamente da evitare la somministrazione di proteine, attraverso carne o altri alimenti, che come è noto, possono provocare deformazioni al carapace ed altre patologie. La sua alimentazione è composta principalmente da erbe di campo, come ad esempio il tarassaco, la piantaggine, il trifoglio, la malva, etc. E' consigliabile piantare queste erbe direttamente nel recinto, in modo tale che l'animale possa autoregolarsi. La frutta può essere somministrata, ma deve corrisponde al 10% della sua alimentazione. Diversamente si può preparare una miscela di varie erbe e procedere alla somministrazione. 18 Assolutamente importante non far mancare mai l'acqua alla nostra tartaruga. In natura è abituata a sorseggiare da piccole pozze e in caso di prolungata siccità sfrutta le proprie risorse interne. Legislazione Testudo hermanni è in appendice II CITES e in allegato A del Regolamento CE 2724/2000. Significa che è una specie protetta e non può essere detenuta o venduta (salvo deroghe particolari), a meno che non si tratti di un soggetto nato in cattività. Anche in tal caso, per essere venduta, deve essere reso riconoscibile mediante vari mezzi (ad esempio l’inserimento del microchip, se la tartaruga è lunga almeno 10 cm o ha almeno 5 anni di età, oppure la foto di piastrone e carapace) e accompagnata dalla relativa documentazione legale. In caso di cessione gratuita sono sufficienti i documenti forniti dall’allevatore. Inoltre, rientrando nella fauna protetta, se si trova casualmente una di queste tartarughe non la si può tenere. È possibile però denunciarne il ritrovamento al Corpo Forestale dello Stato e chiederne l’affidamento, se l’ambiente in cui viene rinvenuta non è idoneo alla sua sopravvivenza (ad esempio nei pressi di un centro abitato dove rischia di venire schiacciata dalle automobili), o se viene trovata ferita o malata. Testudo Hermanni Boettgeri HABITAT Vive in ambienti aridi e pietrosi, costiere e sub costiere, pinete, zoni collinari e campi coltivati. DESCRIZIONE DESCRIZIONE Le dimensioni si aggirano attorno ai 20-30 cm. Il carapace robusto e allungato presenta una colorazione chiara, con le areole degli scuti di colore scuro brunastro o nero. La pelle è di colore chiaro, munita di robuste squame. Le caratteristiche che contraddistinguono questa sottospecie dalla Hermanni Hermanni sono : 19 • I colore degli scuti è più spento e presente in tre varianti: color corno, marrone chiaro e qualche variante non vivace di giallo. Le marcature nere poste ai bordi di ogni scuto, non sono molto scure . Con l’avanzare dell’età inoltre, tendono a sbiadire sempre di più fino a quasi scomparire. • Una differenza presente vertebrale. Il genere dispone distinguibile o simbolo in ancora più visibile è sul quinto scuto quinto scuto vertebrale in di un marcatura non riconducibile a qualche particolare. • Un’ulteriore caratteristica della zona posteriore del carapace, è presente sugli scuti sopracaudali. Nelle T.H.B. alcuni esemplari l’hanno divisa mentre in altri manca questa separazione. • La giuntura tra gli scuti pettorali è più lunga della giuntura presente tra gli scuti femorali. 20 • La colorazione del piastrone è nero, irregolare, spezzettata e sbiadita • Le guance non presentano o presentano a malapena la macchia gialla che solitamente si trova sotto l’occhio. • Il bordo inferiore degli scuti omerali di solito forma una “V“. In particolare questa “V” è delimitate da linee abbastanza dritte. DIMORFISMO SESSUALE I maschi hanno dimensioni minori, possiedono un piastrone concavo, la coda lunga, e larga. Le femmine sono di dimensioni maggiori e presentano un carapace più bombato, il piastrone è piatto, la coda è corta e sottile. 21 L’accoppiamento avviene nella stagione primaverile, e dopo l’accoppiamento le femmine scavano una piccola buca per deporre da 3 a 12 uova in 2 o 3 covate a distanza di tre settimane l’una dall’altra. In incubatrice alla temperatura di 30-32° si schiuderanno dopo due mesi, mentre se si lasciano dove sono state deposte si schiuderanno dopo tre mesi. ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO L’ambiente ideale è una zona di giardino recintata ed esposta al sole, ricco di ripari, nascondigli, e zone d’ombra. La recinzione può essere realizzata in legno, con reti metalliche, mattoni di tufo, o in muro di cinta. E’ fondamentale che non vi siano vie di fuga, in modo che l’animale possa evitare lesioni fisiche e traumi dovuti ad auto o altri animali. Per risolvere il problema è necessario che l’altezza della recinzione sia almeno il doppio di quella dell’animale, e che sia utilizzata una rete metallica di almeno 20 cm sotterrata alla base della recinzione. Per l’allevamento di questa specie si possono utilizzare substrati ricchi di erbe selvatiche che permettano all’animale di alimentarsi. ACCOPPIAMENTO ACCOPPIAMENTO E RIPRODUZIONE Il rapporto quantitativo tra maschi e femmine è molto importante all’interno dell’allevamento: se la maggioranza è di sesso maschile le lotte per il territorio o eventuali femmine potrebbero causare agli animali ferite gravi e stress continuo, e inoltre il maschio nella stagione dell’accoppiamento può causare lesioni mortali alla femmina. Per questo si consiglia un rapporto 1 a 3, e se non è possibile, è preferibile separare il maschio è introdurlo nella stagione dell’accoppiamento. LETARGO Questa sottospecie è attiva da marzo fino ai primi di novembre, e tre questo mese e febbraio entrano in ibernazione. Il letargo è fondamentale per la testuggine, altrimenti invecchierebbe precocemente, e si indebolirebbe a seguito della riduzione delle difese immunitarie e quindi alla contrazione di malattie e infezioni. 22 Il letargo può essere fatto fare anche all’aperto, utilizzando materiali isolanti e riscaldanti come foglie secche o paglia, in modo tale che la testuggine non possa risentire delle basse temperature. E’ necessario un controllo periodico soprattutto per quelle che non sono interrate. Al risveglio è opportuno lavarle delicatamente con acqua tiepida per reidratarle, farle defecare e urinare. ALIMENTAZIONE E vegetariana. L’alimentazione deve essere varia,e solitamente le testuggini vengono nutrite in maniera sbagliata, solo con lattuga o alimenti proteici. Il 90% dell’alimentazione deve essere costituita da vegetali e il restante 10% da frutta e ortaggi. L’alimentazione deve fornire fibre, vitamine, minerali, pochissime proteine animali e molta acqua. E’ bene che la testuggine si nutra autonomamente con le erbe selvatiche, se presenti nel recinto e prive di qualsiasi antiparassitario. Si preferiscono vegetali che contengono molto calcio e poco fosforo come il tarassaco, la malva, la piantaggine e le cicorie selvatiche, anche il radicchio verde e rosso, scarola, indivia, riccia, pale di punzia, fiorie e foglie di ibisco, foglie di vite non trattata. Gli ortaggi e la frutta che possono essere somministrati una volta al mese sono: le carote, le zucchine, i finocchi, le melanzane, i pomodori, le albicocche, le pere, le mele, fragole, pesche susine e fichi d’india, il tutto lavato sotto acqua corrente. Sono da evitare, in quanto tossiche: il ranuncolo, il romice,la robinia, la vitalba, il pepe d’acqua, l’oleandro, l’edera, la felce, e l’aucuba. Siccome l’alimentazione è formata dal 70-80% di acqua, la testuggine non ha eccesivo bisogno di bere, ma deve essere presente una vaschetta d’acqua in modo che andrà quotidianamente sostituita, la quantità di acqua deve essere tale da impedire l’annegamento delle testuggini più piccole. La “piramidalizzazzione” è la patologia più diffusa tra le testuggini, in quanto è sintomo di una cattiva alimentazione, e si manifesta con la deformazione permanente degli scuti del carapace. Sono assolutamente da evitare alimenti come : il riso, la pasta, il pane, legumi, banane, latte, formaggi, o altri prodotti derivati del latte, cibo per cani o per gatti. LEGISLAZIONE 23 La specie è compresa nell’appendice 2 C.I.T.E.S e in allegato A del regolamento CE. Testudo Marginata HABITAT E ORIGINE E’ diffuso nella Grecia centrale e meridionale, in Albania sud occidentale e in Italia, dove è stata introdotta in epoca storica, più precisamente in Toscana, in Emilia Romagna, in Calabria e in Sardegna. Vive in zone collinari, in campi coltivati e in zone boscose. DESCRIZIONE E’ a più grande del genere Testudo; le dimensioni medie dei maschi sono di 2530cm, quelle delle femmine di 24-28cm. Le femmine pesano 24 più dei maschi di pari lunghezza, perché hanno una maggiore circonferenza. Segno distintivo della Testudo Marginata è caratterizzata da una forte svasatura del margine posteriore della corazza. Le caratteristiche fisiche sono le seguenti: • Lo scuto sopracaudale non è diviso. • Il carapace è nero o bruno scuro e le areole centrali e laterali sono solitamente gialle; è presente una banda gialla sugli scuti laterali. • Il piastrone è giallo, e su ogni scuto è presente una caratteristica macchia nera a forma di triangolo con la base rivolta anteriormente e l'apice verso la coda. • La testa è molto scura. • Le zampe sono scure o marrone giallastre. DIMORFISMO SESSUALE La differenza tra i sessi è piuttosto evidente. Il maschio adulto è leggermente più grande, e presenta un restringimento a metà della corazza. Il suo piastrone è leggermente concavo, mentre nella femmina è liscio. La coda è più lunga e larga, l'apertura cloacale è più lontana dalla base della coda e la testa più grossa. Il margine posteriore della corazza è più svasato che nelle femmine. 25 ALLEVAMENTO Questa tartaruga, essendo originaria dell'area mediterranea, nei nostri climi si presta molto bene ad essere allevata all'aperto, soprattutto nel centro-sud. Nel nord Italia può essere allevata anche nella Pianura Padana, al cui clima, anche se più umido di quello originario, si adatta piuttosto bene. Invece non si presta ad essere allevata in terrario. La loro sistemazione ideale è rappresentata da un giardino soleggiato e a prova di fuga, o comunque un ampio spazio recintato ricco di erbe di campo. La presenza di una recinzione è indispensabile sia per prevenire la fuga delle tartarughe, sia per impedire che vengano aggredite da cani, e inoltre per evitare che vengano schiacciate dalle automobili. La recinzione deve essere interrata per almeno 20cm, per evitare che le tartarughe possano fuggire scavando una galleria al di sotto, e deve essere liscia, perché spesso questi rettili hanno discrete capacità di arrampicarsi, e alta almeno 40cm. La superficie ideale è di almeno 10 m2 per tartaruga. La presenza di bassi cespugli permette di creare indispensabili ripari e zone d'ombra. Per riparare le tartarughe nelle serate più fresche, in primavera ed in autunno, si deve predisporre una casetta di legno, ben isolata, perché le tartarughe trovino riparo dal freddo e dall'umidità eccessiva. Il pavimento deve essere leggermente rialzato per evitare l'acqua in caso di pioggia. All'interno si possono mettere dei giornali o delle foglie secche. ACCOPPIAMENTO E RIPRODUZIONE E' molto importante separare i maschi dalle femmine, altrimenti il corteggiamento e il continuo accoppiamento dei maschi finirà per creare alla corazza delle femmine delle gravi lesioni. Si deve tenere presente che il rapporto ideale è di un maschio per 5-6 femmine. Anche se si tengono insieme più maschi, questi si creeranno lesioni alla corazza, che in certi casi possono essere tanto gravi da portare alla morte il rettile. LETARGO 26 Nell'habitat naturale T. marginata va in letargo da novembre ad aprile; nell'Italia del Nord il letargo generalmente è anticipato di un mese. Nelle aree più a Sud, quando la temperatura aumenta molto queste tartarughe subiscono un periodo di estivazione. Lo stimolo per la preparazione al letargo è determinato dalla diminuzione della temperatura diurna e delle ore di luce, che determina la sospensione dell'alimentazione: in questo modo il rettile ha modo di svuotare l'apparato digerente. In caso contrario il cibo contenuto nel tratto digerente andrebbe in putrefazione con gravi conseguenze per la salute. Solo animali in condizioni fisiche ottimali, con sufficienti riserve di grasso accumulate durante la stagione calda, devono essere lasciati ibernare. Gli animali che non rispondono a questi requisiti, che sono malati, debilitati o sottopeso non devono essere lasciati andare in letargo, ma vanno mantenuti al caldo per tutto l'inverno, in un terrario ben allestito, affinché possano essere alimentati e/o curati. Le tartarughe possono essere lasciate andare in letargo all'aperto oppure al chiuso. Ognuno dei due sistemi ha dei vantaggi e degli svantaggi. Se ben organizzata, la seconda scelta è la migliore in quanto è più sicura per l'animale. Per effettuare il letargo al chiuso si utilizza un contenitore di dimensioni adeguate, che può essere rappresentato da una scatola di cartone, di legno o di polistirolo, poco più grande della tartaruga, con delle piccole aperture per il passaggio dell'aria. Lo si riempie con un substrato quale paglia, foglie secche o pezzi di giornale e lo si pone dentro un contenitore più grande, con le stesse caratteristiche, riempito con lo stesso tipo di materiale. In questo modo, se anche la tartaruga si sposta dentro il primo contenitore, rimane sempre isolata dall'ambiente esterno. Il contenitore va sistemato in una stanza, ad esempio una cantina o un garage, con una temperatura non superiore a 10°C. La situazione ideale consiste nell'utilizzare delle apposite strutture con un monitoraggio costante della temperatura e un'adeguata aerazione. Il letargo all'aperto comporta rischi maggiori per l'animale (congelamento, attacco da parte di roditori). Si deve scegliere una zona di terreno morbido al riparo dal vento, ben drenata, dove la tartaruga s'interrerà. Sopra si sparge 27 del fieno o delle foglie secche. La temperatura ottimale durante il letargo deve essere di circa 5°C. Temperature inferiori a 2°C si possono essere potenzialmente pericolose, mentre sopra gli 11°C gli animali tendono a diventare attivi. A temperature al di sotto dello zero si possono verificare lesioni oculari o cerebrali, con danni irreversibili anche per esposizioni brevi. Questi problemi si riscontrano generalmente in animali lasciati ibernare all'aperto senza adeguata protezione. Uno dei principali errori che si commettono nella gestione delle tartarughe in letargo è di lasciarle ad una temperatura intermedia tra quella ottimale e quella del letargo, dal momento che in queste condizioni il metabolismo continua, anche se ad un ritmo più lento, ma l'animale non si alimenta, consumando le sue riserve energetiche ad un ritmo troppo elevato. Si calcola che per ogni mese di letargo effettuato in condizioni ideali una tartaruga perda l'1% del proprio peso corporeo. Il periodo di letargo non deve superare una durata di 20 settimane, il che nei nostri climi non rappresenta in genere un problema. Al termine del letargo è indispensabile permettere alle tartarughe di bere; per stimolare l'assunzione d'acqua sono molto utili dei bagni in un recipiente con un paio di centimetri d'acqua, in cui la tartaruga può essere lasciata per un'ora. Se è necessario ricoverare una T. marginata in terrario (per motivi di salute, per tenerla in osservazione, perché non è in grado di affrontare il letargo) occorre fornire condizioni ambientali che simulino quelle naturali. L’intervallo ottimale di temperatura è di 24-27° C durante il giorno e di 18° C durante la notte. Ad un'estremità del terrario si pone una lampadina riscaldante che crei un punto caldo di circa 32° C e accanto a questa un tubo al neon a spettro completo con emissione di UVB, che stia a non più di40 cm di distanza dal fondo. Il ciclo luce - buio deve essere di 12-12 ore. Durante la notte il riscaldamento va effettuato con fonti di calore che non emettono luce (materassini riscaldanti, lampade di ceramica o a luce blu o rossa). E' indispensabile collocare nel terrario due termometri (uno nel punto più fresco e uno sotto il punto caldo) per verificare il gradiente di temperatura. L'ideale è utilizzare un terrario di tipo "aperto", senza coperchio, che permette un ricambio d'aria ottimale. Il materiale migliore per il fondo è rappresentato da fogli di giornale, da cambiare ogni volta che si rende 28 necessario. Materiali come sabbia, segatura, o trucioli comportano elevati rischi di ingestione e costipazione. Nel terrario vanno posti dei rifugi nella parte più fresca, e non deve mancare un basso recipiente d'acqua in cui il rettile possa entrare ed uscire senza problemi. Dal momento che le tartarughe tendono a defecare in acqua, questa va cambiata ogni volta che si sporca, e comunque almeno una volta al giorno. Questo tipo di sistemazione è adatta anche alle tartarughe neonate per far loro trascorrere il primo inverno al caldo. Negli anni successivi è però opportuno permettere loro di effettuare il letargo. ALIMENTAZIONE Le tartarughe mediterranee sono specie strettamente erbivore; qualunque fonte di proteine animali deve essere totalmente bandita dalla loro dieta. La dieta in cattività deve rispecchiare più possibile quella naturale: ricca di fibra, minerali, microelementi e vitamine, povera di grassi e con poche proteine vegetali. L'alimentazione ideale è composta dalle piante che crescono spontaneamente in prati e giardini: erba, trifoglio, tarassaco, piantaggine, fiori, ecc. Altri alimenti adeguati sono l'erba medica e le foglie di fico d'India. Se la tartaruga ha a disposizione a sufficienza di questo tipo di alimento non necessita di altri alimenti o di integrazione. I vegetali coltivati rappresentano una scelta nettamente inferiore, e vanno dati sporadicamente, nei periodi in cui sia carente l'alimento naturale. Si possono offrire ad esempio cavoli (di vari tipi), ravizzone, lattuga, prezzemolo, foglie di carota, cardo. Frutta e ortaggi non devono superare il 10% della dieta: melone, pomodoro, mango, ananas, mela, pera, peperoni dolci rossi e verdi, anguria, zucchini, ecc. 29 Tutti gli ingredienti devono essere ridotti in pezzi adeguati alla taglia degli animali, mescolati in un grande recipiente e cosparsi con un integratore multi minerale e vitaminico di qualità e con carbonato di calcio. La frutta va fornita con molta parsimonia, perché in quantità eccessiva causa gravi disordini intestinali; inoltre non contiene adeguati livelli di calcio. Le specie erbivore alimentate con una quantità eccessiva di proteine vanno incontro a una crescita deforme della corazza, che appare irregolare anziché liscia ed è troppo tenera a causa dell'insufficiente calcificazione, e a gravi problemi a carico del fegato e dei reni. Ciò può essere causato non solo dalla somministrazione di carne e di alimenti per cani e gatti, ma anche di fagioli, piselli, fagioli germinati e simili alimenti vegetali ricchi di proteine. L'insalata brasiliana va evitata perché è particolarmente scarsa dal punto di vista nutritivo. Totalmente controindicati e dannosi sono i carboidrati (pane, pasta, ecc.), il latte e i derivati del latte (ad esempio la mozzarella), qualunque alimento contenente proteine animali (carne, cibo per cani e gatti, mangime per tartarughe onnivore, larve di insetti). Non deve mai mancare un basso recipiente d'acqua, sempre fresca e pulita, a cui la tartaruga possa facilmente accedere per immergersi a bere. LEGISLAZIONE Testudo marginata è in appendice II CITES e in allegato A del Regolamento CE 2724/2000. Significa che è una specie protetta e non può essere detenuta o venduta (salvo deroghe particolari), a meno che non si tratti di un soggetto nato in cattività. Anche in tal caso, per essere venduto, deve essere reso riconoscibile mediante vari mezzi (ad esempio l’inserimento del microchip, se la tartaruga è lunga almeno 10cm o ha almeno 5 anni di età, oppure la foto di piastrone e carapace) e accompagnato sempre dalla relativa documentazione legale. In caso di cessione gratuita sono sufficienti i documenti forniti dall’allevatore. 30 Inoltre, rientrando nella fauna protetta, se si trova casualmente una di queste tartarughe non la si può tenere. È possibile però denunciarne il ritrovamento al Corpo Forestale dello Stato e chiederne l’affidamento, se l’ambiente in cui viene rinvenuta non è idoneo alla sua sopravvivenza (ad esempio nei pressi di un centro abitato dove rischia di venire schiacciata dalle automobili), o se viene trovata ferita o malata. Testudo graeca HABITAT E ORIGINE E’ diffusa in Marocco, Algeria, Spagna meridionale e introdotta e acclimata in Sardegna. Vive prevalentemente nelle zone costiere. DESCRIZIONE Fa parte del gruppo nordafricano. Può arrivare a misurare dai 22 ai 30cm di lunghezza, il carapace tondeggiante e bombato presenta una colorazione viva e brillante, che tende ad inscurirsi con l’età. Presenta svariate sfumature 31 che vanno dal nero al marrone fino al giallo crema. Presenta una macchia gialla, gli arti sono lunghi e sottili, con scaglie gialle e nere. DIMORFISMO SESSUALE I maschi hanno dimensioni minori rispetto alla femmina, presentano un piastrone piuttosto concavo, il carapace è più allungato, la coda del maschio è più lunga e larga alla base. Le femmine hanno dimensioni maggiori e il carapace più bombato, il piastrone è piatto, la coda più corta e sottile. Le deposizioni sono effettuate da marzo a giugno, la femmina può compiere da una a quattro covate per anno deponendovi fino a 9 uova per covata. LETARGO Il periodo del letargo è breve ed accompagnato da frequenti risvegli. Nella stagione invernale questa specie potrebbe trascorrere il letargo all’aperto nelle regioni meridionali dell’Italia, però si consiglia di effettuare un periodo di letargo controllato di 60-80 giorni ad una temperatura che non si né inferiore né superiore a questo intervallo di temperatura, di 5°-10°C. I restanti mesi invernali è necessario spostare gli animali in ampi terrari. ALLEVAMENTO Il luogo ideale per l’allevamento è una parte di giardino ben esposta al sole, munita di nascondigli, ripari, zone d’ombra e ricco di vegetazione. Per l’allevamento di questa specie si possono utilizzare substrati sabbiosi e ricchi di erbe selvatiche di cui la testuggine può nutrirsi. La tartaruga dovrebbe nutrirsi delle erbe selvatiche che crescono all’interno della recinzione, esenti da qualsiasi antiparassitario o prodotto chimico. Si può inserire nella dieta alimentare il radicchio, la scarola, la cicoria, l’indivia, la riccia, pale di opunzia. E’ necessario somministrare almeno una volta al mese determinati tipi di ortaggi e frutta come albicocche, melanzane, fragole, pere, pesche, mele, carote, zucchine, finocchi, fichi d’india, e pomodori. La “piramidalizzazzione” è la patologia più diffusa tra le testuggini, in quanto è sintomo di una cattiva alimentazione, e si manifesta con la deformazione degli scuti del carapace. Sono assolutamente da evitare alimenti come : il riso, la pasta, il pane, legumi, banane, latte, formaggi, o altri prodotti derivati del latte, cibo per cani o per gatti. 32 LEGISLAZIONE E’ inserita in Appendice II C.I.T.E.S in allegato A La tartaruga Specie Le specie di tartaruga più comuni in Italia è la Trachemys scripta. Essa comprende tre sottospecie : la Trachemys scripta scripta, la Trachemys scripta trostii e la Trachemys scripta elegans. Trachemys scripta scripta e trachemys scri scripta elegans 33 HABITAT E DIFFUSIONE Sia la Trachemys scripta scripta che la Trachemys Elegans è diffusa negli Stati Uniti centro meridionali, nella valle del Mississipi, e nei suoi affluenti, Alabama, Oklahoma, Arkansas, kansas, Tennessee, Louisiana, Missouri, Indiana, Illinois, e New messico. Trachemys elegans Preferisce habitat umidi, soleggiati e caldi, ad esempio paludi, stagni, fiumi, grandi corsi d’acqua, calmi e con anse tranquille, ricchi di vegetazione con tronchi e sassi emersi per esporsi al sole, e un fondo particolarmente fangoso per affrontare il letargo durante l’inverno. Abili nuotatrici si avventurano anche nelle acque profonde fino a 2m per poter cacciare, ma in generale vivono in acque non troppo profonde. GENERALITA’ Il piastrone è di color giallo intenso e presenta due macchie, una per ogni scuto gulare. Il carapace presenta un colore verde brillante nei giovani, ma che tende ad inscurirsi con l’avanzare dell’età. Gli scuti vengono sostituiti periodicamente e la testa ha dei disegni inequivocabili e presenta delle striature gialle più accentuate sopra agli occhi, che anch’esse tendono ad inscurirsi con l’avanzare dell’età. DIMORFISMO SESSUALE I maschi presentano dimensioni minori, unghie anteriori molto pronunciate ( fino a 3 cm), una coda con una base molto larga. Il piastrone è concavo per facilitare l’accoppiamento. Le femmine hanno dimensioni maggiori, le unghie delle zampe anteriori poco pronunciate, un piastrone piatto per aumentare lo spazio per contenere le uova, la coda sottile. Gli individui maschi 34 sessualmente maturi possono raggiungere i 10 cm di dimensione, mentre le femmine 18cm. RIPRODUZIONE Una volta raggiunta la maturita' sessuale, le Trachemys iniziano i classici rituali di corteggiamento in cui il maschio fa vibrare le zampe anteriori davanti al muso della compagna per poi afferrarla e iniziare l' accoppiamento in acqua che dura circa una decina di minuti. Dopo un mese dalla fecondazione avviene la deposizione pertanto e' necessario allestire del terriccio leggermente inumidito e smosso alto circa 20 cm e largo altrettanto dove la tartaruga deporrà da 5 a 20 uova a seconda delle condizioni dell' animale, e della sua età riproduttiva.Sono possibili più deposizioni (in genere due o tre) nell' arco della stagione. Le uova a seconda della temperatura impiegano dai 2 ai 4 mesi per schiudersi. Come in gran parte dei rettili il sesso e' determinato dalle temperature di incubazione nelle prime settimane: a temperature basse, in genere sotto i 28 nascono prevalentemente maschi, a temperature elevate, sopra i 30 nascono soprattutto femmine mentre a temperature intermedie si hanno nascite variabili. In cattività e' consigliata una incubazione artificiale delle uova mantenendo una umidità del 70% e temperature comprese tra i 25 e i 32, con eventuali lievi abbassamenti notturni, in un substrato di vermiculite e acqua in proporzioni 1:1 per mantenere la corretta umidità. E' importante che le uova non vengano girate dalla loro posizione originaria al momento della deposizione per evitare la morte dell'embrione. Al fine di favorire e stimolare l'accoppiamento e l'ovulazione della femmina e' necessario far rispettare un periodo di letargo anche se spesso molti allevatori ottengono successi tenendole tutto l'anno attive. ALLEVAMENTO Sono tartarughe che riescono ad adattarsi molto bene ai nostri climi e se correttamente stabulate e' possibile allevarle all' aperto tutto l' anno, escludendo le zone montane più fredde. E' necessario costruire un laghetto di dimensioni minime 3 x 2 metri e con una profondità di almeno 1 metro con circa 30 cm 35 di fondo fangoso o sabbioso per permettere alle Trachemys scripta scripta di passare indenni il letargo con le nostre temperature abbastanza rigide, (ricordandosi di rompere l' eventuale ghiaccio di superficie). Tale laghetto deve essere provvisto di tronchi che emergono dall' acqua per il basking e di argini non troppo ripidi per permettere alle tartarughe di uscire dall' acqua agevolmente o sostare in acque meno profonde. Deve essere dotato di una ampia zona di sabbia e terriccio opportunamente inumidita per una eventuale deposizione delle uova. E' importante che sia in una posizione soleggiata tutto il giorno ma al tempo stesso e' necessario creare delle zone d' ombra per la corretta termoregolazione della tartaruga secondo le sue esigenze e necessità. Per evitare eventuali fughe e' bene che sia recintato per almeno 50 cm o più in altezza e ulteriori 30 cm sotto terra visto che sono sia buone scalatrici che scavatrici. Se si rispettano queste condizioni mantenerle all' aperto sarà la soluzione migliore. E' comunque possibile mantenerle in casa in un acquaterrario opportunamente attrezzato di dimensioni minime pari a 100 cm x 50 cm considerando una tartaruga adulta. Il livello dell' acqua deve permettere alla tartaruga di respirare tenendo le zampe posteriori ancorate a terra. Considerando che sono ottime nuotatrici e' possibile innalzare il livello dell' acqua fornendo però degli appigli o delle zone di sosta meno profonde. Sono consigliate per le Trachemys scripta scripta temperature dell' acqua comprese tra i 23 e i 27 gradi centigradi: 25-26 gradi centigradi sono ottimali per mia esperienza soprattutto per individui giovani, mentre per adulti anche qualche grado in meno (24-25); al di sotto del valore minimo tollerabile (intorno ai 20 gradi) iniziano a manifestare rallentamento del metabolismo, inappetenza e apatia: una situazione dannosa per la loro salute. Gli individui adulti sopportano temperature più basse più facilmente di individui giovani che invece soffrono molto gli abbassamenti di temperatura. 36 Di notte e' opportuna una escursione termica di qualche grado. E' necessario dotare l'acquaterrario di un area emersa costituita da sassi non taglienti o tronchi (ottime le radici di mangrovia) e una superficie estesa pari almeno al 30% della superficie acquatica. L' area emersa deve essere dotata di un neon UVB (essenziale) con valore minimo del 5% acceso dalle 10 alle 12 ore e posto a distanza massima di 30 cm e di una lampadina tipo spot in grado di riscaldarne un punto innalzando la temperatura fino a 30-31 gradi centigradi necessari alla loro termoregolazione, creando in questo modo un gradiente di temperatura. ALIMENTAZIONE E' una specie onnivora, trae il necessario apporto nutritivo da molti alimenti per cui è necessario che la dieta sia molto varia ed equilibrata. Dalle osservazioni in natura si è potuto osservare come da giovani siano quasi completamente carnivore variando saltuariamente con cibo di origine vegetale, mentre da adulte la percentuale di cibo vegetale tende ad aumentare. In natura si nutrono di tutto ciò che capita nei loro paraggi: pesci, insetti, molluschi, vermi, piccoli mammiferi, girini, anfibi, feci, alghe, piante acquatiche e sommerse. In cattività l'alimentazione deve essere molto varia. Gli individui giovani richiedono una frequenza di alimentazione giornaliera con un giorno di digiuno, gli adulti possono tranquillamente essere alimentati ogni tre giorni considerando che i loro tempi digestivi molti più lenti dei giovani. Le Trachemys scripta scripta possono seguire una dieta a base di pesce d’acqua dolce (alborelle, acquadelle, trota ecc.) vivi, morti o interi secondo la taglia della tartaruga: per gli individui più giovani meglio se morti e senza lische ma mantenendo tutte le interiora, per gli adulti di buone dimensioni anche vivi oppure interi con tutte le interiora che contengono importanti elementi nutritivi. A ciò è opportuno integrare con altri alimenti ben accetti: insetti (grilli, lombrichi, cavallette, camole della farina.), girini, piccoli invertebrati (chiocciole con guscio molto ricco di calcio) e cibi vegetali (tarassaco, cicoria selvatica, rucola, radicchio, lenticchie acquatiche, piante acquatiche di ogni tipo, ecc.). 37 La parte vegetale può costituire un buon 20% della dieta dei giovani fino ad arrivare a 50% o più negli adulti. Si consiglia di somministrare con parsimonia frutta e carni bianche e rosse. Ogni tanto possono essere somministrati cibi in pellet di ottima marca ma senza abusarne (massimo 30% dell’alimentazione). E' buona norma lasciare sempre a disposizione un osso di seppia per fornire il calcio necessario o spolverare il cibo con carbonato di calcio. Si ricorda che ogni alimento ha i suoi pro e i suoi contro per cui è necessario che la dieta sia molto varia per non incorrere a carenze di qualsiasi tipo. Eventuali integrazioni vitaminiche sono da fare sotto consiglio e indicazione di un veterinario esperto in rettili, dopo averlo informato della specie allevata e della dieta. LEGISLAZIONE Trachemys scripta scripta non è in nessuna legge o decreto ministeriale ed è dunque di libera vendita, tuttavia eventuali ibridi con Trachemys scripta elegans sono da considerarsi anch'essi in CITES essendo quest’ultima inserita in allegato B. N.B. sia la trachemys scripta scripta sia la trachemys elegans ha gli stessi modi di allevamento e alimentazione. A cura di Bianchi Giulia luglio 2014 I materiali presenti nelle schede, comprese immagini e testo sono state prese da: Siti web documenti : • • • • • http://www.tartarughe.info/anatomia.html http://www.tartaclubitalia.it/anatomia-tartaruga-terrestre http://it.wikipedia.org/wiki/Chelonia http://www.animalieanimali.it/enciclopedia/testuggine.pdf http://www.mille-animali.com/animali/rettili/tartaruga.php 38 • http://www.aaeweb.net/schedearticoli/cheloni_anatomia/cheloni_anato mia.htm#Pelle_ • http://digilander.libero.it/rapsite/wildanimals/tartarughe%20italiane.htm • http://www.tartaweb.it/schede-di-allevamento/43-terrestri/224-testudohermanni-hermanni.html • http://tartapedia.it/differenze-testudo-hermanni-hermanni-e-testudohermanni-boettgeri/ • http://www.tartaweb.it/schede-di-allevamento/43-terrestri/240-testudomarginata.html • http://www.tartarughe.info. Siti web immagini: • • • • • • • • • • • • aquattrozampe.com www.tartaclubitalia.it www.tartarughe.info tartapedia.it metrocity.altervista.org http://www.aaeweb.net/schedearticoli/cheloni_anatomia/cheloni_anato mia.htm en.wikipedia.org tartarugando.it http://www.aaeweb.net/schedearticoli/testudo_marginata.htm www.naturephoto-cz.com sunsu.altervista.org www.tetra.net 39