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FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Fisioterapia Sede di Arezzo “Il trattamento riabilitativo dell’instabilità cronica di caviglia: il ruolo del taping” Relatore: Candidata: Dott.ssa Patrizia De Palma Elena Mazzieri Anno Accademico 2009/2010 1 ..La Medicina è un’arte che esercitiamo in attesa di scoprirla.. Émile Deschamps 2 INDICE PREMESSA ……………………………………………………………………… 5 INTRODUZIONE ...………………………………………………………………5 BACKGROUND ………………………………………………………………….6 CAPITOLO I – CONTESTO ANATOMO FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA 1.1 .OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA ………………………….7 1.2 MUSCOLI DELLA CAVIGLIA …...……………………………………10 1.3 VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………..10 1.4 INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………………..11 1.5 STATICA DEL PIEDE ...……………………………………………….. 12 1.6 BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA ……………………………….16 CAPITOLO II – LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA 2.1 MECCANISMI TRAUMATICI ………………………………………..22 2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI ………………………...23 2.3 EZIOPATOGENESI ……………………………………………………26 2.4 FATTORI DI RISCHIO ………………………………………………...27 2.5 EPIDEMIOLOGIA ……………………………………………………..28 2.6 SEGNI E SINTOMI …………………………………………………….29 CAPITOLO III – QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE 3.1 ESAME SOGGETTIVO ………………………………………………..32 3.2 ESAME OGGETTIVO (FISICO) ………………………………………34 3.3 TEST DI STABILITÀ …………………………………………………. 37 3.4 SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI ………………………...39 CAPITOLO IV – TRATTAMENTO 4.1 OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE ………………..40 3 4.2 OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE TERAPEUTICHE …………40 4.3 PRIMO INTERVENTO ………………………………………………..41 4.4 FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI LESIONE ……….43 4.5 STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO ……………….45 CAPITOLO V – IL BENDAGGIO 5.1 PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO …………………………………..48 5.2 EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO …………………………………..49 5.3 BENDAGGIO FUNZIONALE ………………………………………...51 CAPITOLO VI – L‟EVIDENCE 6.1 L‟IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA SULL‟EVIDENCE …………………………………………………………62 6.2 CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE ……………………………64 6.3 METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA ………………..72 6.4 CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA BIBLIOGRAFICA………...74 RISULTATI ……………………………………………………………………. 75 DISCUSSIONE DEI RISULTATI ……………………………………………...80 CONCLUSIONI ………………………………………………………………...85 BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………..86 ALLEGATI ……………………………………………………………………..92 RINGRAZIAMENTI ………………………………………………………….125 4 PREMESSA Sono circa dieci anni che gioco a pallavolo e una tra le cose che purtroppo capita più spesso è quella di vedere una giocatrice che subisce un trauma. Nella pallavolo il trauma più frequente è la distorsione di caviglia. È capitato anche a me e ad alcune delle mie compagne di squadra, durante gli anni di gioco, di andare incontro a lesioni recidive. Dato che frequento il Corso di Laurea in Fisioterapia, alcune di loro mi chiedono spesso di applicare un bendaggio funzionale all‟articolazione prima di un allenamento o di una partita. Proprio per questo motivo ho deciso di approfondire l‟argomento, di verificare l‟efficacia del bendaggio sperando inoltre di poter essere d‟aiuto alle mie compagne, ed è così che questa idea si è poi trasformata nella scelta della mia tesi. INTRODUZIONE Il proposito di questa tesi, è definire, attraverso una revisione degli studi recenti, l‟efficacia del taping nell‟instabilità cronica della caviglia. La tecnica del bendaggio ha riscosso, infatti, interesse e consensi sempre maggiori nel mondo della fisioterapia. Tecniche, materiali e metodi si sono sempre più evoluti nel corso degli anni, grazie soprattutto all‟uso che nello sport si è sempre più fatto di tale 5 metodica, allo scopo di incrementare e supportare al massimo la performance degli atleti, riducendo i tempi di recupero e cercando di accelerare il ritorno all‟attività dopo un infortunio. BACKGROUND La distorsione della caviglia rappresenta il trauma sportivo più diffuso (circa il 25% di tutti gli infortuni da sport) e colpisce soprattutto coloro che praticano attività di salto. Le discipline più a rischio sono: pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica leggera, ginnastica. Le ricadute dall'alto (soprattutto quando c'è contatto con l'avversario), gli arresti improvvisi su terreni veloci (come i campi sintetici del calcetto) e l'appoggio a terra scorretto (nelle corse campestri) rappresentano situazioni a forte rischio. Esistono poi dei fattori predisponenti, cioè ci sono sportivi che più facilmente vanno incontro a questo tipo di trauma a causa di disturbi nell'appoggio del piede a terra (come avviene nel piede piatto o nel piede cavo) o di distorsioni precedenti mal curate. (1) 6 CAPITOLO PRIMO CONTESTO ANATOMO-FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA 1.1. OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA L‟articolazione della caviglia è una troclea a ginglimo angolare composta dall‟estremità distale della tibia e del perone e dall‟astragalo. Sul versante della gamba, la tibia e il perone (fibula) formano un mortaio, con i rispettivi malleoli che ne costituiscono le pareti laterali. Il mortaio tibiofibulare si articola con l‟astragalo, che presenta una troclea convessa dall‟avanti all‟indietro, più larga di 5mm anteriormente. (1) Quest‟articolazione è dotata di un solo tipo di movimento sul piano sagittale: la flesso-estensione; anche se, in realtà, l‟articolazione tibiotarsica e il complesso angolare del retro piede (soprattutto l‟articolazione sottoastragalica tra astragalo e calcagno) permettono di orientare la volta plantare in tutte le direzioni in modo da adattarla a tutti i tipi di terreno su cui deve appoggiare (2). La flessione della caviglia si definisce come il movimento che ravvicina il dorso del piede alla faccia anteriore della gamba; inversamente, l‟estensione della tibiotarsica allontana il dorso del piede dalla faccia anteriore della gamba, mentre il piede tende a disporsi nel prolungamento della gamba. 7 L‟articolazione tibiotarsica oltre che alla presenza di una capsula articolare di rivestimento presenta un apparato legamentoso esterno composto da tre legamenti (che in alcuni casi vengono considerati fasci di un unico legamento più strutturato che prende il nome di legamento collaterale esterno): Peroneo-astragalico anteriore, fissato al margine anteriore del malleolo peroneale, si dirige obliquamente in basso e in avanti per fissarsi sull‟astragalo fra la fascia esterna e l‟apertura del seno del tarso; 8 Peroneo-calcaneare, partendo presso l‟apice del malleolo e dirigendosi in basso ed in dietro si fissa sulla faccia esterna del calcagno; Peroneo-astragalico posteriore, prende origine dalla faccia interna del malleolo dietro la faccetta articolare, si dirige orizzontalmente e leggermente in dietro per fissarsi sul tubercolo posteriore esterno dell‟astragalo. L‟apparato legamentoso interno è composto dal legamento collaterale interno che si divide in due fasci: profondo, suddiviso a sua volta nel tirante tibioastragalico anteriore e in quello posteriore; superficiale, espanso a forma triangolare che forma il legamento deltoideo. La dinamica articolare del passo prevede che nelle fasi di appoggio il compartimento legamentoso laterale sia maggiormente sollecitato (soprattutto in trazione) rispetto al compartimento mediale e quindi più a rischio per eventuali fenomeni distorsivi-distrattivi. Esistono poi il legamento anteriore e il legamento posteriore che, pur rappresentando ispessimenti capsulari, sul piano articolare sagittale non hanno una funzione stabilizzatrice così rilevante come i legamenti dei comparti mediale e laterale. (2) 9 1.2. MUSCOLI DELLA CAVIGLIA I muscoli che determinano i movimenti della caviglia originano nella gamba e sono divisi in tre logge: Loggia anteriore: tibiale anteriore (TA), dorsiflessore della caviglia e inversore del piede. Loggia posteriore: tricipite surale (gastrocnemio e soleo), flessore plantare della caviglia; tibiale posteriore (TP), inversore del piede. Loggia laterale: peroniero lungo (PL), eversore del piede e flessore plantare della caviglia; peroniero breve (PB), eversore del piede. Inoltre, la caviglia, non offrendo inserzioni tendinee muscolari, risente passivamente dell‟azione dei muscoli, sfruttandone la loro presenza per la propria stabilità: così i muscoli flessori delle dita, che decorrono dietro l‟astragalo, evitano le lussazioni posteriori della caviglia e lo stesso avviene con il tendine di Achille attraverso il suo decorso. (3) 1.3. VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA L‟arteria poplitea dà origine all‟arteria tibiale anteriore inferiormente al ginocchio e poi si continua come arteria tibiale posteriore. L‟arteria tibiale anteriore diviene l‟arteria dorsale del piede. L‟arteria 10 tibiale posteriore dà origine all‟arteria fibulare, o peroniera, e, poi, alle arterie plantare mediale e laterale, che a loro volta, danno origine ai rami digitali per le dita del piede. (3) 1.4. INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA Nervi Periferici Il nervo peroniero profondo decorre lateralmente al muscolo TA. Il nervo peroniero superficiale decorre lateralmente al muscolo estensore breve delle dita e va ad innervare la cute dorsale del piede. Il nervo tibiale scende nella doccia mediale del calcagno, dietro ai tendini del TP e del flessore lungo delle dita e medialmente al tendine flessore lungo dell‟alluce e ramifica dietro al malleolo tibiale come ramo calcaneare mediale. (3) Innervazione Radicolare I dermatomeri sono territori cutanei innervati dalle fibre sensitive di singole radici midollari; in particolare S1 innerva quasi tutto il tallone e il margine laterale del piede; L5 solo in minima parte il tallone nel margine mediale, poi la volta plantare; L4 innerva il margine mediale della gamba. 11 I miotomi sono i muscoli innervati dalle fibre motorie di singole radici midollari. I singoli muscoli sono sempre innervati da più radici, si identificano dei gruppi muscolari di riferimento, i dorsi-flessori del piede per L4, gli eversori del piede per S1. I riflessi tendinei profondi verificano l‟integrità dell‟arco riflesso spinale, e verificano le singole radici nervose; alla radice S1 corrisponde il riflesso del tendine di Achille. 1.5. STATICA DEL PIEDE Archi Plantari L‟architettura della pianta del piede si può definire come una volta sostenuta da tre archi, con tre pilastri o punti di appoggio al suolo, corrispondenti alle teste di 1° e 5° metatarso ed alle tuberosità posteriori del calcagno. Ogni punto d‟appoggio è comune a due archi contigui. Archi longitudinali: interno ed esterno Arco interno o mediale (calcagno mediale – scafoide - 1° cuneiforme - 1° metatarso) 12 È più lungo e più alto, e il più importante sia sul piano statico che dinamico. Poggia sulla testa del 1° metatarso e sulla tuberosità mediale del calcagno. Viene stabilizzato dai legamenti calcaneo-scafoideo plantare e astragalo-calcaneare. È tenuto in tensione dai muscoli tibiale posteriore, peroneo lungo, flessore lungo dell‟alluce e adduttore dell‟alluce. Arco esterno o laterale (calcagno laterale–cuboide - 5° metatarso) Di lunghezza e altezza intermedi, poggia sul processo laterale del calcagno e le teste di 4° e 5° metatarso. Viene stabilizzato dal legamento calcaneo-cuboideo plantare. È tenuto in tensione dai muscoli peronei e abduttori del 5°dito. Arco trasversale o anteriore È il più corto e basso degli archi, disposto su due file di ossa. La lieve concavità permette all‟arco, mantenuto in tensione dal muscolo abduttore dell‟alluce, di appoggiare al suolo attraverso i tessuti molli. Arco trasversale, avampiede (teste dei cinque metatarsi) I pilastri sono il 1° e 5° metatarso con i relativi cuscinetti adiposi, mentre il 2° è più distante dal suolo. È sostenuto dai legamenti intermetatarsali e dal muscolo abduttore dell‟alluce. Arco trasversale, mediopiede (1° - 2° - 3° cuneiforme – cuboide) Tocca a terra solo lateralmente, tramite cuboide e tessuti molli sottostanti. È sostenuto dal tendine del muscolo peroneo lungo. 13 Coppia scafoide-cuboide posteriormente, il cuboide è l‟unico scarico a terra. Sostenuta dalle espansioni plantari del muscolo tibiale posteriore. Statica del piede Diagramma dei carichi: ripartizione del peso corporeo misurata con una piattaforma munita di sensori; normalmente è il 60% sul tallone, l‟8% sul mediopiede e il 32% sull‟avampiede. A livello di distribuzione dei carichi della volta, l‟astragalo per ogni 6 kg di peso ne scarica 1 sulla testa del 5° metatarso, 2 sula testa del 1° e 3 sul calcagno. Podogramma: rappresentazione grafica del carico, l‟intensità del colore è proporzionale al carico applicato; si confrontano la larghezza dell‟impronta del tallone, dell‟istmo (punto di carico più esiguo) e dell‟avampiede. Proiezione del baricentro: in posizione eretta, cade in mezzo ai due piedi, 1-2 cm davanti all‟osso navicolare; le oscillazioni avvengono in tutte le direzioni nell‟ambito di 4 mm intorno. La sua posizione influenza l‟attività muscolare di equilibrio. 14 Funzione degli archi plantari nel cammino Gli archi con la loro struttura elastica e resistente consentono di assorbire e dissipare lo stress del carico e aumentano velocità e agilità nel cammino. Durante il carico, le forze si trasmettono attraverso il talo alla regione mediale del piede e alla talo-navicolare nell‟articolazione trasversa tarsale, provocando la pronazione del retropiede. Il peso del corpo spinge in basso la testa del talo, questa forza è contrastata dallo spring legament (calcaneo-navicolare), il calcagno va in eversione sottoastragalica e lo scafoide si abbassa leggermente. Il contatto al suolo della parte laterale dell‟arco mediale, offre un supporto addizionale al piede oltre all‟assorbimento delle forze sulle teste dei metatarsi. Nel piede propriamente allineato, l‟asse del calcagno è perpendicolare al piano delle teste dei metatarsi a contatto col suolo, ed è la fascia plantare che mantiene le posizioni relative di calcagno e il profilo dell‟arco, assorbendo circa il 60% delle forze d‟impatto. Durante la fase di propulsione o push-off, le dita si estendono e l‟aumento di tensione nella fascia innalza l‟arco mediale facilitando la supinazione (meccanismo o effetto argano). La pronazione immediata alla ripresa del carico appiattisce l‟arco mediale e favorisce l‟assorbimento dello shock. 15 1.6. BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA Il complesso articolare del retro piede, coadiuvato dalla rotazione assiale del ginocchio, realizza l‟equivalente di una sola articolazione con tre gradi di libertà che permette di orientare la volta plantare in tutte le direzioni. I tre assi principali di questo complesso articolare si incontrano approssimativamente a livello del retro piede. Quando il piede è in posizione di riferimento (quando il piano della pianta del piede è perpendicolare all‟asse della gamba) i tre assi sono perpendicolari fra loro. L’asse trasversale passa per i due malleoli e corrisponde all‟asse della tibio-tarsica. E‟ compreso nel piano frontale e condiziona i movimenti di flesso-estensione del piede che si effettuano nel piano sagittale. L’asse longitudinale della gamba è verticale e condiziona i movimenti di adduzione-abduzione del piede, che si effettuano nel piano trasversale. Questi movimenti sono possibili grazie alla rotazione assiale del ginocchio flesso. In piccola misura questi movimenti di adduzione-abduzione rilevano articolazioni della parte posteriore del tarso. L’asse longitudinale del piede è orizzontale e contenuto in un piano sagittale. Condiziona l‟orientamento della pianta del piede permettendole di “guardare” sia direttamente in basso, sia 16 in fuori, sia in dentro. Questi movimenti vengono rispettivamente chiamati di pronazione e supinazione. (4) I movimenti di flessione e di estensione La posizione di riferimento per la flesso estensione del piede, come già detto, si realizza quando il piano plantare è perpendicolare all'asse longitudinale della gamba. Partendo da questa posizione, la flessione del piede (che può essere attribuita alla caviglia), è il movimento che avvicina il dorso del piede alla faccia anteriore della gamba, mentre l'estensione del piede allontana il dorso dello stesso dalla faccia anteriore della gamba e lo porta a disporsi sul prolungamento della stessa. L'angolo di flesso-estensione del piede viene misurato come l'angolo che la pianta del piede forma con l'asse verticale della gamba. In flessione questo angolo ha valori massimi tipici che variano da 20° a 30°, mentre in estensione la sua ampiezza varia da 30° a 50°. I movimenti di abduzione-adduzione La posizione di riferimento è con il piede sul piano orizzontale, in queste condizioni si ha un movimento di abduzione quando la punta del piede si porta in dentro, verso il piano di simmetria del corpo, mentre si ha un movimento di adduzione quando la punta del piede gira all'esterno e sì allontana dal piano di simmetria. L'ampiezza dei movimenti di adduzione-abduzione eseguiti unicamente nel piede 17 varia dai 35° ai 45°. Va tenuto presente che il movimento del piede sul piano orizzontale può essere aumentato grazie alla somma delle rotazioni esterne - interne del ginocchio e dell'anca che possono portare il piede ad abduzioni di 90°. I movimenti di rotazione interna-esterna La posizione di riferimento è quella definita per il movimento di flesso - estensione. La rotazione interna è il movimento che orienta la pianta del piede verso l'interno, questo movimento viene indicato come supinazione. L'ampiezza di questo movimento è di circa 50°. La rotazione esterna è il movimento che orienta la pianta del piede verso l'esterno, viene indicato come movimento di pronazione. L'ampiezza di questo movimento è circa la metà di quello di supinazione e varia dai 20° ai 25°. Le superfici della tibio-tarsica La tibio-tarsica, paragonata ad un modello meccanico può essere descritta così: Una parte inferiore, l‟astragalo, a superficie cilindrica a grande asse trasversale; Una parte superiore, l‟estremità inferiore della tibia e del perone, che formano un blocco, la cui faccia inferiore è scavata da un segmento di cilindro complementare al precedente. 18 Il cilindro pieno (puleggia astragalica), incastrato nel segmento di cilindro cavo, mantenuto lateralmente fra i due fianchi della parte superiore, può effettuare dei movimenti di flessione ed estensione attorno all‟asse trasversale. La puleggia astragalica è costituita da tre parti: una faccia superiore e due laterali. La faccia superiore, convessa dall‟avanti all‟indietro, è solcata longitudinalmente da una depressione assiale, verso la quale convergono il versante interno ed esterno della troclea. La faccia interna è piana e sagittale, entra in contatto con la faccetta articolare della faccia esterna del malleolo interno, ricoperta dalla cartilagine che continua quella della faccia inferiore del mortaio tibiale. La faccia esterna, è fortemente inclinata in fuori, concava dall‟alto in basso ed anche dall‟avanti in dietro; entra in contatto con la faccetta articolare della faccia interna del malleolo peroneale. (4) 19 CAPITOLO SECONDO LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA Con il termine distorsione si indica il complesso delle lesioni causate da un trauma che sollecita un‟articolazione al di là dei gradi fisiologici del movimento. (2) Le distorsioni di caviglia rappresentano le lesioni più frequenti in traumatologia dello sport. L‟articolazione tibio-tarsica e il piede rappresentano le strutture che ricevono il carico di tutto il corpo in posizione antigravitaria sia statica che dinamica e posseggono una conformazione anatomica ben adeguata a questa funzione. Lo spesso cuscinetto calcaneare e del polpastrello delle dita ha la funzione di assorbire l‟urto nelle varie fasi del cammino e della corsa e le articolazioni sono capaci degli adattamenti necessari al miglior equilibrio su una grande varietà di terreni. A causa di queste concentrazioni di forze, il piede e la tibiotarsica sono frequentemente interessati da deformità e insulti che di solito non colpiscono altri segmenti del corpo. Poiché l‟articolazione tibiotarsica è sottoposta al carico ed è importante per la deambulazione, essa deve essere sia stabile che mobile. (5) La stabilità di un‟articolazione dipende dai vincoli intrinseci costituiti dalla configurazione ossea e dal contenimento attivo e passivo dei tessuti molli. La caviglia, in posizione neutra, è un‟articolazione 20 abbastanza stabile perché la porzione anteriore della troclea dell‟astragalo, che è più ampia, è stretta nel mortaio tibioperoneale. Durante la flessione plantare, nella cavità articolare tibioperoneale viene a trovarsi la parte posteriore della troclea dell‟astragalo, che essendo più stretta ha maggiore spazio a disposizione; ciò consente movimenti di lateralità e in particolare di supinazione. Il contenimento attivo dei tessuti molli dipende dall‟unità muscolo-tendinea coinvolta nel movimento e nel sostegno dell‟articolazione. Tuttavia, l‟astragalo, non avendo inserzioni tendinee, deve far affidamento, in modo indiretto, sull‟azione muscolare che agisce sulle ossa adiacenti. Il sostegno passivo è garantito dai legamenti mediale, laterale e posteriore e della sindesmosi. Il complesso legamentoso laterale è la struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni di caviglia. (6) Traumi in inversione o in eversione possono stirare o lacerare i legamenti di supporto dell‟articolazione e creare un‟instabilità. 21 2.1. MECCANISMI TRAUMATICI I meccanismi traumatici della distorsione sono principalmente due, in inversione e in eversione. Distorsione in inversione: prevalentemente in associazione a flessione plantare genera uno stress laterale con interessamento del legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA) e comparsa del cassetto anteriore. Se la distorsione è grave può interessare anche il peroneo-calcaneare e in rare circostanze anche il legamento peroneo-astragalico posteriore (PAP). Se associata invece alla dorsi-flessione può ledere dapprima il legamento peroneo-calcaneare (PC) e poi il peroneo-astragalico anteriore. Distorsione in eversione: è interessato il legamento deltoideo. (2) 22 2.2. CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI Esistono due diverse classificazioni delle distorsioni. La prima divide la gravità della distorsione in tre gradi, mentre la seconda le classifica in quattro gradi. Secondo la prima classificazione la distorsione della caviglia può essere di 1º, 2º, o 3º grado secondo la gravità della lesione: Grado 1º: stiramento del legamento senza lacerazione microscopica, lieve gonfiore e dolore alla palpazione sulle strutture interessate, piccola perdita di funzionalità, assenza di instabilità articolare. 23 Grado 2º: microscopica lacerazione parziale del legamento con moderato dolore spontaneo, gonfiore e dolore alla palpazione sulle strutture interessate, piccola perdita di funzionalità e un‟instabilità articolare da lieve a moderata. Grado 3º: rottura completa del legamento con accentuato gonfiore, versamento ematico e dolore alla palpazione. Sono presenti perdita funzionale e una grave instabilità articolare. I pazienti non riescono a caricare il peso corporeo sull‟articolazione. (2) 24 La seconda classificazione prevede quattro gradi diversi: Grado 0º : non vi è rottura dei legamenti, presente modesta tumefazione, talvolta piccolo ematoma laterale, dolenzia premalleolare laterale. Grado 1º : rottura isolata del peroneo-astragalico anteriore, tumefazione laterale crepitante con ematoma, dolore all‟angolo peroneo-tibiale, carico con dolore. Grado 2º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del peroneo-calcaneare e dell‟astragalo-calcaneare. É presente ematoma laterale-mediale, dolore sotto e premalleolare esterno, aumento della mobilità laterale e zoppia. Grado 3º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del peroneo-calcaneare, dell‟astragalo-calcaneare e dell‟interosseo. Nell‟angolo tibio-peroneale anteriore è presente edema ed ematoma. Il test del cassetto risulta positivo; i pazienti non riescono a caricare sull‟arto. 25 2.3. EZIOPATOGENESI Il meccanismo eziopatogenetico è estremamente importante, perché permette di capire quali strutture anatomiche siano interessate dalla distorsione di caviglia. Il trauma è quasi sempre indiretto, è può avvenire in uno dei seguenti modi: con l‟arto in appoggio, un trauma in inversione della caviglia, interessa la capsula laterale, i legamenti peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare o peroneo-astragalico posteriore, 26 la sindesmosi tibio-peroneale e i legamenti del compartimento mediale. con arto in appoggio, un trauma in eversione della caviglia, interessa la capsula mediale, il legamento deltoideo, la sindesmosi tibio-peroneale, e i legamenti del compartimento laterale. (7) 2.4. FATTORI DI RISCHIO Fattoti anatomici: piede cavo; piede piatto dismetria degli arti inferiori difetti di assialità sovrappeso Fattori funzionali: squilibri muscolari Errori di allenamento: gesto atletico non fisiologico allenamento non corretto Biomeccanica della corsa: appoggio con pronazione o supinazione accentuata Tipi di scarpa: calzature inadatte, scarpe usurate Terreni di allenamento: irregolari, superfici dure 27 2.5. EPIDEMIOLOGIA Nel mondo dello sport, tutti gli atleti, almeno una volta, hanno avuto un problema alla caviglia. Grande o piccolo che sia, il trauma alla caviglia lascia sempre qualche strascico come dolore, gonfiore o incapacità di ripetere i gesti atletici in modo corretto. Nell‟esame della letteratura recente troviamo studi epidemiologici che hanno preso in considerazione sport con cambi di direzione (pivoting) e di lateralità (cutting) in cui sono in gioco intense forze rotatorie e traslatorie a carico dell‟arto inferiore. E‟ emerso che durante l‟attività in catena cinetica chiusa i traumi distorsivi dell‟articolazione tibio-tarsica rappresentano l‟evento traumatologico principale (40% nel volley, 13,6% nel calcio, 50% nella pallacanestro e 22% nel football) e che il meccanismo di lesione è ricollegabile per il 90% a traumi in inversione, ovvero: flessione plantare della tibiotarsica, varismo sottoastragalico, flessione interna mediotarsica. Purtroppo le lesioni distorsive di caviglia sono solite e recidive se non vengono trattate correttamente. Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al 30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto. Anche nella popolazione non sportiva, la distorsione della tibiotarsica costituisce un evento abbastanza frequente, correlato spesso a percorsi su terreni sconnessi, ostacoli e l‟utilizzo di calzature non idonee. Per 28 quanto riguarda la terapia, le lesioni di 1º e 2º grado richiedono un trattamento conservativo, mentre le lesioni di 3º grado, cioè le più gravi, qualche volta richiedono un trattamento chirurgico. (2) 2.6. SEGNI E SINTOMI Da un punto di vista obiettivo, si può osservare, in fase acuta, la presenza di una tumefazione anteperimalleolare, frequente e caratteristica, perché alla distorsione si associa anche la rottura di un piccolo vaso arterioso presente lungo il decorso del legamento peroneo-astragalico anteriore. È presente dolorabilità alla palpazione dei legamenti nelle sedi interessate e durante le mobilizzazioni dei legamenti lesionati lungo i piani articolari di competenza. (1) Ispezione Obiettivamente, la caviglia appare ecchimotica e tumefatta, nella regione maggiormente interessata dal trauma: lateralmente nei traumi in inversione, medialmente nei traumi in eversione, bilateralmente nei traumi di media entità o gravi. (7) Palpazione Alla palpazione, devono essere palpati i malleoli ed i legamenti del compartimento laterale, mediale e la sindesmosi tibio-peroneale. È 29 importante ricercare i punti dolenti lungo il percorso dei legamenti peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare, peroneo-astragalico posteriore, sindesmosi tibio-peroneale e deltoideo. In questo modo è possibile rendersi conto se si tratta di una distorsione lieve, ad interessamento prevalentemente monocompartimentale, media, per l‟interessamento di più legamenti o grave, per la rottura di vari legamenti. È importante nei traumi in inversione palpare anche il 5º metatarsale, in quanto si associa spesso la frattura della base del 5º metatarsale, per trauma diretto. (7) Dolore Il dolore si avverte nella zona superiore esterna del piede ed eventualmente nella regione interna, coincide infatti con i legamenti lesionati. Insufficienza Funzionale Il paziente non riesce a caricare il peso del corpo sull‟arto colpito. 30 CAPITOLO TERZO QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE In letteratura si trovano numerosi casi relativamente alla Distorsione di Caviglia, ma non esiste un percorso valutativo standard univocamente riconosciuto e applicato in ambito clinico. Ciò nonostante esistono aspetti della patologia che vengono comunemente ricercati da tutti, seppur con modalità diverse. Secondo tutti gli autori presi in considerazione la diagnosi della Distorsione di Caviglia si raggiunge principalmente con un esame clinico anche se, in alcuni casi, trovano indicazioni la RMN per indagare lo stato dei tessuti molli e la radiografia per escludere la presenza di eventuali fratture. Spesso però la preoccupazione di ricorrere a mezzi diagnostici strumentali per dimostare la causa di un dolore e la disabitudine alla diagnosi clinica fanno trascurare la reale causa dei sintomi. Questo comporta uno spreco enorme di risorse economiche e di tempo così che, per indagini diagnostiche inutili e trattamenti riabilitativi inconcludenti, la distorsione può diventare così invalidante da impedire lo svolgimento dei compiti lavorativi e sportivi e, nei casi più gravi, limitare le normali attività della vita quotidiana. 31 3.1. ESAME SOGGETTIVO Durante l‟esame soggettivo vengono ricavate dal colloquio con il paziente e dalle indagini mediche numerose informazioni per poter identificare e inquadrare meglio il problema. Si registra la localizzazione dei sintomi (area dei sintomi correnti) che il paziente riferisce su un grafico del corpo; occorre essere precisi poiché non sempre l‟area dei sintomi corrisponde poi alla struttura responsabile (dolore proiettato). Le aree asintomatiche ma pertinenti vanno comunque spuntate sul grafico, per essere sicuri di avere interrogato il paziente anche su queste. L‟esame continua indagando le caratteristiche del dolore: la qualità (sordo, lancinante, bruciante, superficiale, profondo o altro); l‟intensità, utilizzando ad esempio la scala analogico-visiva o VAS che permette di quantificare il dolore e di seguirne l‟andamento nel tempo; la relazione tra i sintomi. È necessario capire se ci sono fattori aggravanti, movimenti o posizioni che intensificano i sintomi, e indagare sulle abitudini di vita e sulle attività lavorative e sportive del paziente, per identificare eventuali condizioni sfavorevoli. Altrettanto importanti sono eventuali fattori allevianti, sapere cosa fa il paziente per diminuire la sintomatologia e i movimenti o posizioni di maggior comfort. 32 L‟andamento dei sintomi nell‟arco delle 24 ore ci dà informazioni importanti sul sintomo per comprenderne la gravità (grado di limitazione del movimento/funzione), irritabilità (se e quanto aumenta su provocazione, e quanto tempo impiega a scomparire) e la natura. Va indagata la sintomatologia notturna (difficoltà ad addormentarsi o risveglio a causa del dolore) e modifiche che possono aver influito sulla sintomatologia. La sintomatologia al mattino è altrettanto importante, il dolore prolungato e la rigidità che si allevia col movimento suggerisce una natura infiammatoria , mentre una forte rigidità mattutina associata o meno a minimo dolore indirizza verso la natura degenerativa. Concludendo nel colloquio facciamo riferimento alla condizione presente (storia delle aree sintomatiche , come e quando è iniziato il sintomo, come si è modificato), alla storia medica passata per avere dettagli su qualunque precedente attinente al problema (episodi trascorsi trattamenti in passato) e a domande speciali per determinare la salute generale del paziente e la natura della sue condizioni (se prende dei farmaci, ecc) e individuare precauzioni e controindicazioni al trattamento. 33 3.2. ESAME OGGETTIVO (FISICO) Durante l‟esame fisico lo scopo del clinico è quello di “osservare” e di trovare test fisici che possano riprodurre il sintomo. Ogni test è usato per valutare l‟efficacia del trattamento, sia nella sessione che tra una seduta e l‟altra. La prima parte dell‟esame si basa esclusivamente sull‟osservazione. In un primo momento l‟osservazione è informale, mentre il paziente è in situazioni statiche e dinamiche, si notano la qualità dei movimenti, le caratteristiche posturali e l‟espressione della faccia, e proseguirà fino alla fine dell‟esame fisico. Si passa all‟osservazione formale, più dettagliata, dove il terapista controlla la postura del paziente a livello della colonna vertebrale e degli arti inferiori, nel profilo anteriore, laterale e posteriore mentre sta in piedi, notando la posizione assunta nei piani frontale, sagittale, e orizzontale. Il clinico deve correggere passivamente qualunque asimmetria. L‟esame continua osservando la massa e il tono muscolare, confrontando i due lati, ponendo attenzione anche sulla qualità e il colore della pelle e la presenza di gonfiori o cicatrici. La palpazione della parte ci può dare informazioni utili sulla temperatura, il gonfiore, la presenza di edemi e versamenti, la dolorabilità dei tessuti superficiali e le alterazioni della sensibilità. In ultima istanza il clinico valuta l‟andatura, da davanti, dietro e di lato, guardando bacino, anche, ginocchia, caviglia e piedi. 34 Durante l‟esame è sempre necessario osservare l‟atteggiamento del paziente (età, sesso, etnia, ambiente sociale, ecc.) in modo da rapportarsi in maniera adeguata e costruire una relazione di fiducia per accrescere la disponibilità verso il trattamento. La seconda parte dell‟esame clinico si basa sulla valutazione dei movimenti fisiologici attivi (effettuati dal paziente) e passivi (effettuati dal terapista) in modo da verificare la qualità del movimento, la portata, la presenza di resistenze e l‟andamento del dolore (locale e proiettato). Successivamente si valuta anche la forza muscolare. L‟operatore pone resistenza manuale durante lo svolgimento da parte del paziente di un determinato movimento (flessione, estensione, adduzione, abduzione, pronazione e supinazione) in modo da valutare la forza del muscolo singolo o del gruppo muscolare. Si nota anche la capacità di carico sul piede, da senza a carico completo. Infine vengono applicati al paziente dei test, speciali e differenziali, che saranno di notevole aiuto per meglio identificare la zona di origine dei sintomi. I test speciali sono altamente significativi e vengono applicati per confermare il pensiero che la sintomatologia possa essere determinata da una certa struttura. Quelli differenziali servono invece per escludere altre zone come possibili cause del dolore. Durante la stazione eretta possiamo anche osservare alcune alterazioni posturali. Si osserva la morfologia del piede e l‟allineamento della gamba con il piede su tutti i piani. 35 Si ispezionano entrambe le scarpe per avere indicazioni sulla distribuzione dei carichi e sul tipo di appoggio abituale del paziente durante il cammino, notando le zone di differente consunzione ed eventuali asimmetrie tra destra e sinistra. 36 3.3. TEST DI STABILITÀ Per effettuare un esame fisico accurato è sempre necessario valutare, oltre la zona ipotizzata come centrale del dolore, anche altre strutture che possono essere identificate come la causa della sintomatologia avvertita dal paziente. Per individuare segni di instabilità articolare vengono di solito utilizzati il test del cassetto anteriore e il test di inclinazione dell’astragalo. Test del cassetto anteriore Viene effettuato stabilizzando con una mano anteriormente la parte distale della tibia e tirando in avanti con l‟altra mano, posta dietro il tallone, il piede in leggera flessione plantare. Un risultato positivo, >5 mm di traslazione anteriore, indica una rottura del PAA. 37 Test di inclinazione dell‟astragalo Viene eseguito stabilizzando con una mano la porzione distale della tibia e supinando contemporaneamente astragalo e calcagno con l‟altra mano. Un risultato positivo, >5 mm con un limite finale elastico, indica una lesione combinata del PAA e del PC. È importante confrontare sempre la caviglia affetta con quella controlaterale perché alcuni pazienti sono per natura più flessibili (lassità legamentosa generalizzata) e questo potrebbe portare a un test falso positivo. (6) 38 3.4. SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI Anche se la diagnosi di distorsione di caviglia si può raggiungere attraverso l‟esame clinico, in alcuni casi trovano indicazione l‟utilizzo degli esami strumentali. La valutazione radiografica è utile per evidenziare o escludere eventuali lesioni ossee come le fratture malleolari e della base del 5° metatarso. Esami più specifici come la RMN o la TAC mettono in luce alterazioni dei tessuti molli oltre che l‟ispessimento e la presenza di edema. 39 CAPITOLO QUARTO TRATTAMENTO 4.1. OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE Recupero del ROM Recupero della forza muscolare Recupero di propriocettività e stabilità articolare Recupero della funzionalità all‟interno del proprio stile di vita 4.2. OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE TERAPEUTICHE Controllo delle turbe trofiche: benda elestica, FANS, crioterapia, massaggio di drenaggio, bagni alternati (ginnastica vascolare) Controllo del dolore: correnti antalgiche (TENS), ultrasuoni, MTP, infiltrazione di anestetici locali Recupero articolare selettivo attraverso una mobilizzazione inizialmente passiva, poi attiva e resistita con esercizi eseguiti fuori carico (flessione, estensione, inversione, eversione), posture, manipolazioni 40 Recupero stabilità attraverso utilizzo di tavolette propriocettive instabili per recuperare la capacità di reazione della caviglia alle destabilizzazioni Recupero forza muscolare: rinforzo dei muscoli peronieri, tibiali, tricipite, estensore lungo dell‟alluce ed estensore lungo delle dita, prima contro resistenza manuale poi con bande elastiche; rinforzo dei muscoli flessori delle dita Esercizi in carico eseguiti in punta di piedi in appoggio bipodalico, aumento progressivo dell‟intensità degli esercizi e del carico con abbandono progressivo delle canadesi Esercizi in CCA Esercizi in CCC che reintegrano il piede nella funzione dell‟arto inferiore Rinforzo isocinetico per riequilibrare la coppia inversori/eversori Riprogrammazione neuromotoria (propriocettiva) Recupero del gesto funzionale: inserimento di eserizi specifici che richiamino il gesto atletico proprio dello sport praticato. 4.3. PRIMO INTERVENTO Nelle distorsioni è importantissimo il primo intervento cioè quello in campo. Nel caso non fosse presente un medico al momento del trauma, l‟atleta dovrebbe essere in grado di adottare i comportamenti più appropriati. 41 Il trattamento di una distorsione richiede per prima cosa l‟applicazione di ghiaccio e l‟elevazione dell‟arto. Dopo aver tolto calza e scarpa, la caviglia deve essere fasciata con un bendaggio compressivo e non bisogna caricare il peso corporeo sull‟arto. Dopo circa cinque minuti il dolore in genere diminuisce, la fasciatura viene rimossa e la caviglia può essere esaminata accuratamente. In questa fase è importante che la caviglia venga valutata da personale medico che eseguendo test specifici effettuerà la diagnosi del grado di lesione, per la scelta del trattamento più appropriato. Se si sospetta una distorsione grave (2° o 3° grado) si deve applicare una fasciatura semirigida mantenendo l‟arto in scarico fino all‟effettuazione di un esame radiografico, che escluda la presenza di una frattura. Tuttavia dovrebbe essere applicato un taping di protezione per evitare ulteriori stress alle strutture interessate dal trauma. La caviglia andrà nuovamente controllata per essere trattata secondo le necessità. 42 4.4. FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI LESIONE La letteratura attuale sostiene come metodo preferito di trattamento per le distorsioni della caviglia la riabilitazione funzionale, che permette, rispetto all‟immobilizzazione con gesso, un più precoce ritorno al lavoro e all‟attività fisica senza determinare un tasso più alto di sintomi tardivi (instabilità di caviglia, dolore, rigidità e ipostenia muscolare). (6) Immediatamente dopo la lesione nella fase acuta ( -Lesioneprevalgono la sintomatologia algica, i segni infiammatori e l‟insufficienza funzionale) viene seguito il principio RICE (Rest, Ice, Compression, Elevation) Rest (riposo): può essere un‟immobilizzazione totale nei casi più gravi, oppure un‟immobilizzazione “funzionale” nei casi di minore gravità. Spesso si utilizzano antibrachiali per qualche giorno. Ice (ghiaccio): fondamentale agente fisico con importante azione antalgica e di arresto dell‟emorragia tissutale, contrasta la formazione di ematomi che possano poi interferire con il processo di riparazione tissutale. Compression (compressione): attraverso una benda elastica si effettua un bendaggio compressivo con lo scopo di contrastare ancora il travaso ematico e la conseguente formazione di ematoma e stasi periferica. 43 Elevation (elevazione): l‟arto deve essere posto in elevazione per ridurre la pressione di scarico dei capillari e contrastare ancora una volta il travaso ematico post-traumatico. L‟obiettivo è ridurre l‟eventuale ematoma, la tumefazione, l‟infiammazione e il dolore. In funzione della gravità della lesione si consiglia un periodo di immobilizzazione. Negli stiramenti di grado 1 e 2, come immobilizzazione viene utilizzato un tutore per la caviglia. Negli stiramenti di grado 3 uno stivale gessato amovibile offre maggiore stabilità e protezione e permette un carico precoce meno doloroso. L‟immobilizzazione continua per qualche giorno negli stiramenti lievi e fino a 3 settimane negli stiramenti di 3° grado. Quando gli stiramenti di 3° grado migliorano, lo stivale gessato viene sostituito con un tutore di caviglia. (6) Nella fase subacuta (-Riparazione-Guarigione- diminuzione della sintomatologia algica, dei segni infiammatori e inizio del ripristino funzionale) , gli obiettivi includono una riduzione continua della tumefazione, dell‟infiammazione e del dolore mentre si dà inizio ad alcuni movimenti, esercizi di rinforzo e appropriati esercizi di carico. In questo periodo vi è la proliferazione delle fibre collagene e stress eccessivi sui legamenti possono indebolire i tessuti. (6) L‟ultima fase (-Rimodellamento- scomparsa dell‟infiammazione, controllo completo del dolore e ripresa funzionale sempre maggiore) si concentra sull‟aumento della forza, della resistenza, dell‟equilibrio e della propriocezione in carico. Durante questa fase di maturazione 44 della cicatrizzazione del legamento, circa 3 settimane dopo la lesione, uno stretching controllato dei muscoli e dei movimenti dell‟articolazione favorisce un orientamento più normale delle fibre collagene, parallelo alle linee di tensione. È stato provato che esercizi ripetuti durante questa fase aumentano la forza meccanica e strutturale del legamento. (6) 4.5. STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO 1. Strategie per il recupero del ROM Al fine di ristabilire la normale meccanica e cinematica articolare il lavoro di articolarità deve essere iniziato il più precocemente possibile, compatibilmente con le indicazioni mediche, e a seconda dello scopo prefissato possono essere utilizzate varie tecniche di mobilizzazione. Si inizia con dei movimenti passivi, per poi passare a quelli attivi, aumentando i gradi di articolarità progressivamente. Dorsiflessione Supinazione Circonduzione del piede Flessione plantare Pronazione 45 2. Strategie per il recupero della forza muscolare Isometria nel raggio indolore Flessione ed estensione le dita Afferramento di oggetti con le dita Esercizi con Theraband e cavigliere con pesi (eccentrici/concentrici e isotonici) Esercizi in carico a) Sollevare i talloni b) Sollevare le punte c) Mettere un piede su un gradino d) Accovacciarsi (6) 3. Riabilitazione propriocettiva Metodica riabilitativa di riattivazione dei riflessi propriocettivi (articolari e muscolari) ponendo l‟arto inferiore in condizioni di equilibrio precario in modo che il paziente comprenda l‟instabilità conseguente all‟evento distorsivo, la controlli e la elimini attraverso un perfetto coordinamento neuromuscolare. Il soggetto progressivamente impara a resistere a situazioni d‟instabilità sempre crescenti creandodei riflessi condizionati che sostituiscono quelli perduti con il trauma e contemporaneamente potenzia i muscoli stabilizzatori del complesso articolare leso. (2) a) Criteri Iniziare la rieducazione il più precocemente possibile (anche nella fase di non carico) con movimenti non dolenti 46 (prevalentemente flesso-estensione) per poi proseguirla e intensificarla (in carico parziale e poi totale in appoggio monopodalico) con i movimenti maggiormente difficili da controllare (prono-supinazione, eversione-inversione) Necessaria la piena partecipazione attiva del paziente che deve essere dapprima concentrato sull‟esecuzione dei movimenti da compiere per poi riuscire ad attivare il controllo neuromotorio di stabilizzazione anche di fronte a stimolazioni esterne di “disturbo” b) Tecniche Tavolette (possibilmente di Freeman a uno o due punti di appoggio) con superficie d‟appoggio zigrinata per attivare i recettori della pianta del piede e della sensibilità tattile superficiale Piede assolutamente “nudo”, ben fisso e “grippante” sulla tavoletta Durante il movimento i bordi anteriore e posteriore della tavola non devono mai toccare il pavimento, ma solo sfiorarlo Eseguire gli esercizi per almeno 20 minuti tutti i giorni fino alla totale ripresa funzionale del complesso articolare e poi proseguirli 2-3 volte alla settimana come mezzo di prevenzione di recidive. (2) 47 CAPITOLO QUINTO IL BENDAGGIO La tecnica del bendaggio ha riscosso interesse e consenso sempre più crescenti nel mondo della fisioterapia. Tecniche, materiali e metodi si sono sempre più evoluti nel corso degli anni, grazie soprattutto all‟uso che nello sport si è sempre più fatto di tale metodica, allo scopo di incrementare a supportare al massimo la performance degli atleti, riducendo i tempi di recupero e cercando di accelerare il ritorno all‟attività dopo un infortunio. (20) 5.1. PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO La tecnica del bendaggio nasce dalla volontà di trattare una parte del corpo danneggiata, soprattutto in corrispondenza di parti molli, mediante un‟immobilizzazione parziale e una detensione del tessuto leso, possibilmente mantenendo la funzione dell‟apparato di sostegno e quello motorio, evitando così i danni conseguenti all‟immobilizzazione dovuta alle fasciature rigide. Con la completa immobilizzazione, la capsula articolare si retrae molto velocemente, la secrezione del liquido sinoviale diminuisce e, quindi, la cartilagine articolare risulta mal nutrita. (20) Per di più, la muscolatura si atrofizza, aumenta il rischio di retrazioni muscolo-tendinee e infine il deflusso venoso è disturbato; con l‟atrofia muscolare crescente si giunge all‟insufficienza della valvola venosa con conseguente comparsa di stasi. Questa, a sua volta, provoca, oltre 48 la tanto incresciosa predisposizione all‟edema, una rapida atrofia da inattività ed una decalcificazione dell‟osso. (20) Se durante la guarigione il tessuto viene tenuto assolutamente immobile, la riparazione fibrosa risultante è debole. Quando non ci sono forze che agiscono sul tessuto in via di guarigione il collagene viene strutturato a caso.(21) Può essere abbondante ma è scarsamente strutturato. La guarigione fibrosa è più forte se vengono incoraggiati movimenti naturali, che forniscano ai fibroblasti le corrette indicazioni per le direzioni in cui stendere le loro fibre di collagene. Movimenti normali e cauti forniscono una naturale tensione nel tessuto in via di guarigione e la guarigione risultante è molto più forte. (21) 5.2. EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO Già nel XIX secolo incontriamo, come testimoniano alcune tavole illustrate, i primi tentativi di codifica delle tecniche di bendaggio specifiche per diversi distretti anatomici con utilizzo di bende in tessuto associate a materiali rigidi (prime forme di tutore rigido o gesso) mentre nella prima metà del novecento si confezionavano, nelle semplici realtà rurali, dei bendaggi con tessuto (sostituiva le moderne bende), albume d‟uovo (rapprendendosi l‟albume conferiva al bendaggio maggiore consistenza e stabilità) e una moneta da una lira 49 ( la lira era costituita in gran parte da zinco che ossidandosi produceva l‟ossido di zinco le cui proprietà antiedemigene sono ben note). (28) Negli anni 50 negli USA i trainers americani utilizzavano delle bende adesive anelastiche, prodotte dalla tecnologia del dopoguerra per conferire una maggiore stabilità meccanica soprattutto ad alcune articolazioni come caviglia, ginocchio, dita e polsi: questo tipo di materiale viene utilizzato anche oggi con il nome di “tape”, mentre la tecnica che lo vede protagonista è definita “taping”. Il tape presenta fin da subito assieme alla sua vasta diffusione sul mercato anche i suoi limiti: infatti, essendo costituito da materiale anelastico, risulta poco adattabile alle svariate forme del nostro corpo e crea facilmente delle lesioni cutanee in assenza di materiali interposti tra la benda adesiva e la cute. Per risolvere questi problemi negli ultimi anni la ricerca scientifica ha messo a disposizione una grande varietà di bende e di nuovi materiali che hanno permesso di creare un‟innovativa e più efficace tecnica di bendaggio chiamata “bendaggio funzionale”. La grande innovazione del bendaggio funzionale consiste nell‟utilizzo associato del vecchio tape con le più moderne bende elastiche adesive o coesive che permette una maggior compliance da parte del paziente ed una maggiore efficacia del bendaggio che risulta così in grado di proteggere l‟articolazione o l‟unità muscolare lesionata salvaguardando la libertà funzionale dei distretti anatomici vicini. Il bendaggio funzionale permette di adattarci alla fisiologia delle strutture anatomiche da bendare in relazione alla diagnosi medica. Come dall‟evoluzione del concetto di taping (bendaggio realizzato con materiale anelastico adesivo) si è passati a quello di bendaggio funzionale (tecnica mista che prevede l‟utilizzo di materiale anelastico 50 adesivo associato a una struttura portante fatta di materiale elastico adesivo o coesivo) così dal bendaggio funzionale si è passati al concetto di “strapping” una tecnica di bendaggio che prevede nella sua realizzazione l‟utilizzo esclusivo di bende elastiche adesive o coesive. Risulta così evidente come il bendaggio funzionale si collochi, per la sue caratteristiche tecniche ed i materiali che utilizza, tra lo strapping ed il taping ed è proprio per questo che ha riscosso un così grande consenso nel mondo della fisioterapia sportiva soprattutto ad alto livello. (28) 5.3. BENDAGGIO FUNZIONALE Per bendaggio funzionale si intende una metodica che, utilizzando bende adesive estensibili ed inestensibili opportunamente combinate, si propone di ottenere la prevenzione di singole strutture muscolotendinee e capsulo-legamentose da agenti patomeccanici o potenzialmente tali senza limitare la fisiologica articolarità su qualsiasi piano essa si sviluppi. Tipologia - articolari - muscolo-tendinei 51 Ruolo - preventivo - terapeutico - riabilitativo Funzioni - scarico - stabilizzazione - supporto psicologico - compressione - sostegno - antalgico (24) TIPI DI BENDAGGI Bendaggi articolari Sono utilizzati a prevenzione delle strutture capsulo-legamentose stabilizzatrici passive delle articolazioni. I materiali si usano combinati in vario modo sia in rapporto al fine, sia in rapporto alla morfologia del distretto articolare da trattare. Bendaggi muscolo-tendinei Sono utilizzati a difesa delle strutture muscolari e/o tendinee. 52 Bendaggi preventivi Vengono utilizzati normalmente per la gara e l‟allenamento e hanno la precisa finalità di proteggere le strutture potenzialmente più vulnerabili da specifiche sollecitazioni patomeccaniche negli sport (25) per: - difetti somatici congeniti o acquisiti - difetti di portamento - instabilità croniche secondarie a pregressi eventi traumatici - carichi iterativi submassimali cronici ad effetto lesivo cumulativo. I bendaggi preventivi devono sempre essere rimossi dopo la gara o l‟allenamento. Bendaggi terapeutici Vengono usati nel trattamento di lesioni traumatiche acute o microtraumatiche croniche in cui il danno anatomo-patologico è contenuto o assente, con il fine di ottenere la guarigione clinica della lesione evitando l‟immobilizzazione totale. (25) Bendaggi riabilitativi Vengono usati nella fase di recupero dell‟atleta, quando cioè, ottenuta la guarigione della lesione (indipendentemente dalla gravità e dal tipo di trattamento) ci si propone di ottenere un precoce ripristino della 53 completa articolarità, della vigilanza propriocettiva e della coordinazione motoria, indispensabile per riportare l‟atleta nella migliore condizione di forma: le funzioni meccaniche sono di sostegno, scarico, stabilizzazione, compressione. (25) - Sostegno Articolare realizzato con cerotto da taping; ha il compito di proteggere singole strutture capsulo-legamentose da insulti patomeccanici. - Scarico Funzionale realizzato con bende estensibili nei vari piani; ha la sua applicazione ottimale sulle strutture muscolo-tendinee e ha il compito di ammortizzare sollecitazioni distrattive agenti sulle unità motorie. La tecnica prevede ancoraggi muscolari per ridurre l‟intensità della contrazione muscolare e ancoraggi tendinei che agendo sulle leve scheletriche inserzionali pongono in detensione la struttura tendinea. L‟uso della benda estensibile è preferibile al fine di evitare stop bruschi che mal si conciliano con gli automatismi neurofisiologici di queste strutture. - Stabilizzazione Articolare: con combinazione di bende estensibili e inestensibili; ha il compito di potenziare la funzione di contenzione di legamenti ipovalidi, insufficienti o comunque vulnerabili sotto lo stress del carico sportivo. La stabilità attiva è condizionata dall‟esigenza tecnica di preservare il movimento fisiologico e quindi di mantenere attiva la propriocettività. La tecnica prevede il posizionamento di nastri 54 stabilizzanti lungo gli assi neutri delle articolazioni da proteggere con conseguente minor uso di materiale. - Compressione Articolare e muscolare realizzata con bende estensibili; ha il compito di esercitare un‟azione pressoria che si oppone in termini fisici alla formazione di eventuali versamenti articolari o di ematomi muscolari. Le funzioni generiche sono di supporto psicologico e antalgicoantiflogistica. (25) Supporto psicologico L‟atleta protetto dal bendaggio ritrova più rapidamente quel senso di sicurezza indispensabile per una maggiore vigilanza soggettiva ed un migliore rendimento atletico. (25) Antalgico - antiflogistica Legata al relativo riposo funzionale prodotto dal bendaggio sulla struttura lesa. Viene molto apprezzata dall‟atleta e dal tecnico poiché favorisce un rapido reinserimento dell‟atleta nell‟attività sportiva. (25) TECNICA Lo studio e lo sviluppo del bendaggio funzionale hanno permesso di codificare alcuni principi basilari che devono essere sempre tenuti presenti dai cultori della materia per evitare di incorrere in errori di indicazione che potrebbero essere altamente dannosi. E‟ opportuno 55 pertanto: - fare una diagnosi utilizzando tutti i supporti clinici e strumentali necessari - analizzare la fisiopatologia del movimento traumatico - conoscere le tecniche di applicazione del taping (a palizzata, intrecciato, a farfalla, a ventaglio, ecc.) e la loro funzione - scegliere i materiali le cui proprietà strutturali risultino le più efficaci per le finalità previste dal bendaggio - evitare che il bendaggio rimanga oltre i dieci giorni per non creare fenomeni irritativi cutanei - preparare adeguatamente la cute con la depilazione e migliorare l‟adesività con l‟uso di sostanze sgrassanti e benzoino. (26) MATERIALI Un bendaggio funzionale eseguito correttamente richiede l‟uso di materiali combinati e utilizzati in modo diversificato: - bende adesive estensibili o distensibili - bende adesive inestensibili (cerotto da taping) - compresse di gomma schiuma di diverse forme e dimensioni - salvapelle il cui uso è però riservato solo a quei rari casi in cui è accertata un‟intolleranza cutanea da contatto o da allergia ai materiali adesivi o ai tessuti che compongono la trama di base delle bende - maglia tubulare distensibile di rifinitura. (27) 56 Le bende adesive sono il materiale di base che costituisce il supporto fondamentale di ogni bendaggio e le loro proprietà sono legate al tessuto di supporto ed al materiale adesivo (a base di lattice o acrilica) che devono avere caratteristiche ben precise. (27) Il tessuto deve essere: - poroso per permettere la traspirazione cutanea al fine di evitare ristagni di sudore che potrebbero diminuire la tenuta del bendaggio - resistente per poter assorbire in modo soddisfacente le sollecitazioni patomeccaniche che si scaricano su di esso - di facile rottura (cerotto da taping) per permettere all‟operatore di romperlo con estrema facilità nella fase di confezione del bendaggio. Il materiale adesivo deve essere: - ipoallergenico per evitare reazioni cutanee locali che possono controindicare l‟uso di tale metodica e per la traspirazione cutanea - con buona adesività in quanto lo stretto rapporto fra cute e benda è fondamentale per la validità e la tenuta del bendaggio nel tempo. A questo proposito è bene ricordare che la cute deve essere adeguatamente preparata con accurata depilazione ed impacco con etere o sostanze simili per sgrassare e ripulire la cute stessa da eventuali residui inerti, a beneficio della tenuta del bendaggio; la benda adesiva deve inoltre essere di facile ed uniforme srotolamento per evitare tensioni involontarie nella confezione dell‟impianto di contenzione. (28) 57 Le bende distensibili sono principalmente utilizzate per la loro proprietà compressiva, anche se limitatamente possono svolgere una funzione di scarico e di stabilizzazione. Le bende inestensibili hanno una peculiare funzione di sostegno, di stabilizzazione e di scarico. Il bendaggio funzionale nasce da una differente combinazione di due tipi di bende e la prevalenza di un tipo sull‟altro è in rapporto alla funzione che il bendaggio deve espletare dando priorità alla componente inestensibile se si vuole privilegiare la contrazione e la tenuta. Le compresse in gomma schiuma hanno utilizzo limitato a quei casi in cui può essere necessario rendere più efficace un‟azione compressiva locale ( lesioni muscolari acute), un‟azione di sostento (ad esempio, volta longitudinale o trasversa anteriore del piede), un‟azione di scarico (ad es. per sollevare l‟appoggio calcaneare). La maglia tubulare ha un uso facoltativo di rifinitura estetica e di maggiore stabilità dell‟impianto. (28) 58 Si utilizza una benda elastica da 8 cm con partenza alla base del piede e si effettua un bendaggio a 8 base eventualmente con staffe contro laterali in TAPE o cerotto anelastico La prima staffa in TAPE viene applicata passando sotto al calcagno e sormontando successivamente i malleoli. Dopo aver fissato il lato mediale si eserciterà una forte trazione. (28) 59 INDICAZIONI Le indicazioni all‟uso del bendaggio funzionale sono molteplici e si diversificano in base alla loro tipologia: - nella prevenzione: si usa in alternativa al “taping americano” e ha un‟ampia applicazione; in esso deve prevalere la componente distensibile in quanto deve essere il più dinamico possibile per potersi conciliare nel modo migliore con le necessità del “gesto atletico”. Il bendaggio preventivo non deve mai essere usato su distretti articolari “sani” dal punto di vista morfologico, statico e dinamico. - nel trattamento: si usa come presidio integrativo ma non sostitutivo dell‟apparecchio gessato; in esso sarà prevalente la componente inestensibile in quanto si deve ottenere una contenzione più rigida ed una maggiore tenuta. (28) La staffa verrà fissata in alto posteriormente, per non creare ostacolo alla circolazione e verrà centrata sui malleoli con trazione verso l‟alto. La trazione sarà applicata contro lateralmente alla lesione. 60 La seconda staffa si applica col passaggio a „8‟. Si parte dal terzo distale di gamba, posteriormente e si fissa, rispettivamente, sul 4° e sul 1°metatarsale. 61 CAPITOLO SESTO L’EVIDENCE 6.1. L’IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA SULL’EVIDENCE La fisioterapia, come qualsiasi disciplina in ambito scientifico, deve scostarsi dalla visione della pratica professionale come applicazione della “razionalità tecnica”, un modello impregnato di Positivismo che vede la pratica come rigorosa applicazione di teorie generali e tecniche a base scientifica. In questo modo la pratica perde importanza, risultando, gerarchicamente subordinata alla teoria scientifica. (18) Le continue scoperte in ambito scientifico rendono rapidamente obsolete le pratiche e le procedure, inoltre, la grande variabilità degli scenari clinici rende difficile ricondurre a principi e regole generali ogni singola pratica professionale. Questi fattori hanno posto in rilievo la necessità di sovvertire l‟ordine di relazione tra teoria e pratica. Sulla scia di questo pensiero è nata l‟EBM (Evidence-Based Medicine), un movimento culturale che ha come fine quello che ogni operatore possa fornire al paziente la migliore assistenza, tramite l‟unione delle proprie conoscenze e della propria esperienza clinica, integrate con le ultime evidenze scientifiche presenti in letteratura. L‟agire sulla base dell‟evidence permette di costruire un modello di operatività condivisa fra tanti, riconducendosi a una generalizzazione 62 non statica (cioè basata su applicazione di principi esterni all‟agire), ma derivata dall‟efficacia della pratica documentata rigorosamente. Questa nuovo approccio metodologico volto a orientare la pratica lavorativa porta il professionista a dover effettuare una costante formazione professionale (Dlgs 229/99) ed una continua ricerca di evidenze in letteratura, per rimanere sempre aggiornato con le prassi e colmare i gap nelle conoscenze. Fine ultimo di ciò è avere l‟uniformità e la flessibilità nelle buone pratiche cliniche, nei sistemi di misura e poter disporre di un vocabolario condiviso dagli operatori che dovranno lavorare insieme e confrontarsi. Per portare nella pratica clinica le evidenze scientifiche in merito all‟efficacia di un determinato trattamento, si attua un processo che partendo dalla ricerca bibliografica, porta attraverso varie fasi alla compilazione di linee guida e, infine, a protocolli operativi. Le linee guida sono “raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere operatori sanitari e pazienti nel decidere quali siano le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche” (Institute of Medicine 1992). Nell‟usarle l‟operatore dovrà tenere presente il grado di raccomandazione indicato, e coniugare in ogni caso l‟EBP alla propria esperienza professionale. Infine il protocollo di lavoro del professionista si configura come insieme di procedure sistematizzate che trovano appoggio anche nelle evidenze ricavate dalla letteratura e che guidano la pratica. 63 6.2. CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE Le evidence sono dei risultati ottenuti tramite studi condotti nei vari campi biomedici, e rappresentano la prova che un determinato atto o pratica terapeutica possa indurre o meno, un cambiamento positivo, o negativo, dopo la sua applicazione. Per essere pubblicato, il risultato di uno studio deve essere raccolto in un articolo e deve seguire un processo editoriale standard, al fine di garantire al lettore l‟affidabilità di quanto è stato pubblicato. In genere gli autori inviano le proprie produzioni al direttore scientifico (Chief Editor) e al vice-direttore (Assistant Editor), che le inviano a due componenti di un comitato editoriale che ne operano una prima selezione. Qualora ci fosse discordanza di opinioni tra i due revisori, il direttore può inviarlo ad un terzo arbitro per la revisione o effettuarla lui stesso. Le riviste scientifiche internazionali rappresentano il più autorevole e attendibile servizio di divulgazione per l‟aggiornamento professionale. Non tutte le riviste godono dello stesso valore scientifico; in genere si consiglia di scegliere quelle dotate di “peer review”, cioè quelle revisionata da un gruppo di professionisti della specifica area di cui parla l‟articolo, o più semplicemente di leggere le riviste indicizzate, ovvero inserite nelle banche dati internazionali. Le banche dati sono uno strumento efficace, sicuro e veloce di selezione, raccolta e catalogazione dei dati bibliografici. All‟interno si trovano gli abstracts e i dati bibliografici degli articoli scientifici pubblicati su riviste dotate di “peer review”. Le banche dati sono 64 diverse tra loro, alcune sono gratuite (Medline), altre a pagamento (Current Contents), altre contengono solo revisioni sistematiche (Cochrane), e altre sono specifiche per alcuni rami biomedici (PEDro). Tra le varie banche dati sicuramente la più importante in campo biomedico è la National Library of Medicine, che seleziona periodicamente il materiale da censire, lo elabora e lo commercializza tramite i volumi dell‟Index Medicus ed il corrispondente database Medline. Per essere pubblicati in una rivista, gli articoli inviati dagli autori devono essere strutturati come una delle tipologie previste, per la necessità di standardizzare e ordinare la trattazione degli argomenti, in modo da semplificare la comprensione e la ricerca del lettore. Tra le varie tipologie troviamo: o Rassegna: è una revisione della letteratura riguardo ad uno specifico argomento, e rappresenta lo stato attuale delle conoscenze. In genere molto utile per il lettore perché trova in un solo articolo un‟esauriente ed aggiornata trattazione. o Articolo originale: è uno studio sperimentale che ha come scopo quello di verificare gli effetti di un particolare trattamento. Deve essere obbligatoriamente impostato in sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione, bibliografia. o Caso clinico: è la descrizione di un singolo caso particolarmente interessante, deve essere strutturato come l‟articolo originale. o Nota tecnica: è una breve ma dettagliata descrizione di particolari accorgimenti, modifiche ad apparecchiature, 65 innovazioni e idee che l‟autore vuole portare all‟attenzione dei colleghi. o Editoriale: è un commento su temi attuali in genere a cura della Direzione. o Lettera al direttore: contiene critiche ed osservazioni di articoli precedentemente pubblicati, viene inviata direttamente all‟autore dell‟articolo, che può a sua volta rispondere. Un altro metodo per la catalogazione degli studi scientifici è distinguere tra studi sperimentali, quando c‟è la manipolazione della realtà e l‟osservazione degli effetti prodotti, e studi osservazionali, dove vengono solo osservate le variazioni. Gli studi sperimentali servono per analizzare gli effetti di un intervento su un gruppo di pazienti, e possono essere: controllati, randomizzati, a singolo, doppio o triplo cieco, placebo e cross-over. Gli studi osservazionali, sono i classici studi epidemiologici, e possono essere: descrittivi o analitici, prospettici o retrospettivi, trasversali, di coorte, caso-controllo. In aggiunta in riabilitazione, diversamente da quanto accade nelle altre branche della medicina, è difficile trovare un campione ampio ed omogeneo. Per questo motivo, spesso, gli esperimenti vengono fatti su un unico gruppo di pazienti, che vengono sottoposti preventivamente a varie misurazioni per dimostrare la stabilità o cronicità del loro stato clinico. Questo tipo di studio è definito semi-sperimentale, caratterizzato cioè dall‟assenza di un gruppo di controllo e dalla presenza di misurazioni ripetute prima dell‟inizio dell‟esperimento. 66 Infine spesso si trovano dei Pilot Study, ovvero degli studi pilota che vengono fatti quando si ha una casistica ridotta per poter fare un articolo originale; in genere a fine articolo si trova un invito a svolgere lo stesso studio con una casistica più ampia. Risulta evidente che, vista la varietà di tipologia delle pubblicazioni, non tutte avranno lo stesso valore scientifico. Per una classificazione omogenea, sono state create delle tabelle che ci aiutano a ricollegare ogni articolo a un livello di evidenza. Di seguito inserisco i tipi di classificazione adottati da autorevoli associazioni internazionali. TABELLA 1: livelli di evidenza19 Scottish Institute for clinical National Institute for Intercollegiate system improvement Clinical Excellence Guidelines Network. www.icsi.org http://www.nice.org.uk Methodology Review Group www.sign.ac.uk Livelli di evidenza Livelli di evidenza Livelli di evidenza Studi di riferimento Studi di riferimento (per studi di terapia) Studi di riferimento 1++ M I - Metanalisi di alta - Metanalisi - Revisione sistematica di qualità - Revisione RCT - Revisione sistematica sistematica di RCT - Analisi decisionale - RCT con bassissima - Analisi di costprobabilità di bias effectiveness 67 Scottish Intercollegiate Guidelines Network. Methodology Review Group www.sign.ac.uk 1+ - Metanalisi ben condotta - Revisione sistematica di RCT - RCT con bassa probabilità di bias 1- Metanalisi - Revisione sistematica di RCT - RCT con alta probabilità di bias 2++ - Revisione sistematica di studi caso-controllo o di coorte - Studi caso-controllo o di coorte di alta qualità con bassissima probabilità di bias o fattori confondenti e alta probabilità di relazione casuale 2+ - Studi ben condotti caso-controllo o di coorte con basso rischio di fattori confondenti e bias e moderata probabilità di relazione casuale 2- Studi caso-controllo o di coorte con alto rischio di fattori confondenti e bias con Institute for clinical system improvement www.icsi.org National Institute for Clinical Excellence http://www.nice.org.uk A - RCT II - RCT B - Studio di coorte III - Revisione sistematica di non-RCT C - Trial non randomizzato controllato (anche con controllo storico) - Caso controllo - Studio di sensibilità e specificità di test diagnostico - Studio descrittivo di popolazione D - Studio crosssectional - Serie di casi - Case report IV - Studi quasi sperimentali (studi sperimentali con randomizzazione non casuale) R - Decisione basata sul consenso - Revisione narrativa VI - Studio osservazionale senza controllo V - Studi osservazionali controllati: Coorte Caso-controllo 68 rischio significativo di relazione non casuale 3 X - Studi non analitici, - Opinione di esperti serie di casi o case report 4 - Opinione di esperti TABELLA 1 (continua): livelli di evidenza19 VII - Opinione di esperti Individuato il livello di ogni evidenza raccolta, si passa a catalogare l‟intervento rispetto ad un grado di raccomandazione. TABELLA 2: gradi di raccomandazione19 Scottish Institute for clinical Intercollegiate system improvement Guidelines Network. www.icsi.org Methodology Review Group www.sign.ac.uk Gradi di Gradi di raccomandazione raccomandazione A I - Almeno una - Evidenze consistenti metanalisi, revisione in risultati derivanti da sistematica o un RCT studi con disegno forte con livello di evidenza per rispondere al almeno 1++, quesito considerato. I direttamente risultati sono sia applicabile alla clinicamente popolazione di importanti sia riferimento consistenti con poche - Almeno una eccezioni. Non revisione sistematica esistono dubbi che i di RCT o evidenze di risultati siano livello 1+ direttamente generalizzabili o applicabile alla presentino bias o limiti popolazione di nel disegno della riferimento e ricerca. Gli studi con dimostranti una risultato negativo complessiva hanno un campione consistenza dei sufficientemente largo National Institute for Clinical Excellence http://www.nice.org.uk Gradi di raccomandazione I - Intervento con evidenze che ne dimostrano l‟efficacia - Generale accordo circa l‟utilità e l‟efficacia dell‟intervento 69 risultati da consentire un‟adeguata potenza statistica B II - Presenza di studi con - Evidenze consistenti livello di evidenza 2++ in risultati derivanti da direttamente studi con disegno forte applicabile alla per rispondere al popolazione di quesito considerato, riferimento e ma con dubbi sulle dimostranti una conclusioni perché i complessiva risultati di diversi studi consistenza dei risultano inconsistenti risultati o perché ci sono dubbi - Presenza di studi con minori circa la livello 1++ o 1+ generalizzabilità e la presenza di bias nel disegno della ricerca o nell‟adeguatezza del campione. In alternativa le evidenze derivano solamente da risultati di studio con disegno debole per rispondere al quesito considerato ma con risultati confermati in studi differenti che risultano consistenti con poche eccezioni C III - Studi con livello di - Evidenze consistenti evidenza 2+ in risultati derivanti da direttamente studi con disegno forte applicabile alla per rispondere al popolazione di quesito considerato, riferimento e ma c‟è una sostanziale dimostranti una incertezza circa le complessiva conclusioni per consistenza dei l‟inconsistenza dei risultati risultati fra gli studi o - Studi con livello di perché esistono seri evidenza 2++ dubbi circa la IIa - Intervento con evidenze conflittuali o opinioni divergenti circa la sua utilità e l‟efficacia: peso delle evidenze o delle opinioni comunque a favore dell‟utilità e dell‟efficacia IIb - Intervento con evidenze conflittuali o opinioni divergenti circa la sua utilità e l‟efficacia: peso delle evidenze o delle opinioni meno ben stabilite 70 generalizzabilità, presenza di bias nel disegno della ricerca e nell‟adeguatezza delle dimensioni campionarie. In alternativa le evidenze consistono solamente in risultati di un limitato numero di studi con disegno debole per rispondere al quesito considerato D Grado non III - Studi con livello di - Intervento con evidenze assegnabile evidenza 3 o 4 - Non ci sono evidenza o opinioni generali che - Studi con livello di che supportano dimostrano la sua NON evidenza 2+ direttamente o utilità e in alcuni casi la respingono le sua pericolosità conclusioni TABELLA 2 (continua): gradi di raccomandazione19 71 LA RICERCA IN LETTERATURA 6.3. METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA Per fare una buona ricerca in letteratura bisogna seguire un procedimento standard: formulare il quesito, trovare i termini, combinare i termini tra loro. 1. formulare il quesito: è uno step importante, con l‟elaborazione di un‟unica domanda, bisogna chiarire bene il problema su cui vogliamo avere una risposta; deve essere una breve frase, ma contenere allo stesso tempo tutte gli indizi fondamentali. I quesiti possono essere di background quando il ricercatore ha scarse o nulle conoscenze sull‟argomento, o di foreground, cioè quesiti molto specifici in genere espressi da un esperto. Per formulare la domanda in maniera precisa si può utilizzare il metodo PICO: Patient (tipologia del paziente o del problema), Intervention (una causa, un fattore prognostico, un trattamento), Comparison (un eventuale Intervento di controllo), Outcome (l‟esito che si vorrebbe ottenere o evitare con l‟intervento). 2. trovare i termini: dobbiamo cioè capire quali sono le parole chiave da utilizzare nella ricerca. Trovati questi termini li possiamo utilizzare sia come parole libere nel testo, sia come termini indicizzati. L‟indicizzazione è un‟operazione svolta da esperti che attribuiscono ad ogni articolo una serie di parole chiave che ne descrivono il contenuto. Le Key Word sono 72 contenute nel Medical Subject Heandings (MeSH) Thesaurus, un vocabolario controllato e aggiornato annualmente. 3. combinare i termini tra loro: questa operazione viene eseguita con l‟aiuto degli operatori Booleani AND, OR, NOT. Con AND vengono selezionati tutti gli articoli che contengono tutti i termini, con OR quelli che contengono almeno uno dei termini, con NOT si escludono gli articoli che contengono termini indesiderati. Al termine di questa procedura, si otterrà un elenco degli abstract degli articoli. Se questi risultano numericamente eccessivi si può effettuare una nuova ricerca con dei limiti in più, o utilizzando termini MeSH più specifici, o utilizzando i Major Topics (trova solamente gli articoli che contengono la parola chiave come principale), o utilizzando i limiti per tipologia, periodo di pubblicazione, lingua. 73 MATERIALE E METODI 6.4. CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA BIBLIOGRAFICA La ricerca è stata effettuata tramite letteratura indicizzata nelle banche dati di Medline, Cochrane, Pedro, e mediante letteratura non indicizzata e inoltre tramite appositi “hand searching”. Le banche dati che mi hanno fornito maggiori elementi sono state Medline e Pedro, sia per la facile accessibilità e gratuità di entrambe, sia per lo specifico indirizzo fisioterapico di Pedro. Su Pedro, ho svolto una ricerca con la modalità “Simple Search” , utilizzando come Key Word “tape ankle sport”, sono stati trovati 20 articoli, tra cui ne sono stati selezionati 2. Su Medline ho svolto la mia indagine attraverso due ricerche tramite parole libere. Per la prima ricerca sono entrata nella Home di Pubmed e ho digitato le mie parole chiave: 1) “ankle sprain tape” ottenendo 56 articoli e selezionando solo 8 articoli, quelli che più si avvicinavano alla mia ricerca. 2) “ankle tape after sprain” ho ottenuto come risultato 20 articoli, di cui ne ho selezionati 5 inerenti al mio studio. 3) “ankle sprain tape chronic” ho ottenuto 10 articoli e ne ho selezionati 9. 74 RISULTATI Di seguito, nella tabella 3, sono sintetizzati i dati degli articoli. Autori Karlsson J, Anno Obiettivo 1993 Valutare l'effetto del nastro adesivo sulla stabilità della caviglia Revisione della letteratura 1995 Valutare se il taping alla caviglia migliora la propriocezi one Valutare l'effetto del taping sulle oscillazioni posturali Studio di coorte Trattamento con stabilometria 9 pz Analisi delle oscillazioni pre e post trattamento L'effetto profilattico del taping è più importante durante la prima parte di una sessione di pratica o di gioco. Confrontar e il rinforzo semirigido Air-Stirrup e il taping L'effetto dell‟eserciz io e del Programma di esercizi 26 pz Uno sprint di quasi 40 metri, e un salto in verticale Programma di esercizi 20 pz Carico monopodalico con e senza I soggetti erano più a loro agio con una procedura standard di taping alla caviglia L'uso del taping migliora la resistenza Andréasson GO Waked E, Rappel R 1996 Ekstam S, 20 pz Con il taping, il tempo di reazione è stato significativamen te ridotto Rom in pronazione, supinazione, plantaflessione e dorsiflessione Salomonsso nC Verbrugge JD 1996 Manfroy PP, 1997 Ashton- Risultati Training con segnale elettromiogra fico Swärd L, Leanderson J, Outcame: misure e tempi Esaminare l'effetto del taping sulla stabilità articolare della caviglia GO Robbins S, Pz 1992 Andreasson Karlsson J, Approccio Maggiore stabilità meccanica, diminuzione del range di movimento della caviglia e miglioramento della funzione propriocettiva dei legamenti Migliora la propriocezione, prima e dopo l'esercizio. 75 Miller JA, Wojtys EM Callaghan MJ. 1997 Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P 1998 Lynch SA, 1999 Renström PA taping sulla massima resistenza della caviglia in inversione Valutare il ruolo del taping alla caviglia e il rinforzo nell'atleta taping Training 1999 Valutare l'efficacia di vari approcci per la prevenzion e delle distorsioni di caviglia negli atleti Revisione della letteratura Cordova 2000 Valutare gli effetti sulla motilità articolare dei diversi tipi di supporto alla caviglia Revisione della letteratura Ingersoll CD, LeBlanc MJ 220 pz EMG senza supporto e con bendaggio Revisione della letteratura Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA ML, L‟uso del taping aumenta la propriocezione, la stabilità meccanica e funzionale Revisione della letteratura Valutare l'influenza di cavigliere su una mobilità articolare patologica Confrontar e il trattamento conservativ o con il chirurgico massima in inversione di oltre il 10% Questi supporti sono efficaci per la protezione durante il trattamento funzionale Il trattamento funzionale precoce fornisce il più veloce recupero della mobilità della caviglia Gli atleti che soffrono di una distorsione moderata o grave devono indossare un‟ortesi adeguata per almeno 6 mesi 253 pz Rom in inversione, eversione, dorsiflessione e flessione plantare Limitazione di movimento sul piano frontale è stata offerta dal supporto semirigido, mentre il taping ha offerto di più il supporto per limitare il 76 Verhagen movimento di flessione dorsale L'uso del taping o del sostegno riduce l'incidenza di distorsioni della caviglia 2000 Valutare l'efficacia delle misure di prevenzion e Revisione della letteratura 2001 Valutare l‟efficacia dell‟allena mento sul disco alla caviglia, combinata con la stimolazion e tattile Sessioni di formazione 2004 Valutare le nuove proposte sul rinforzo e sulla riabilitazio ne Valutare gli effetti di un dispositivo sull‟attività muscolare durante il cammino Revisione della letteratura Training motorio 9 pz Esaminare i dati degli infortuni e individuare potenziali prevenzioni degli infortuni. Revisione della leteratura 1550 pz EA, van Mechelen W, de Vente W Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M Arnold BL, Docherty CL Forestier N, 2005 Toschi P Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J 2007 22 pz 10 minuti al giorno, cinque volte alla settimana, per un periodo di 10 settimane EMG dei muscoli durante la stabilizzazione in inversione La correzione delle oscillazioni posturali è dovuta ad un maggiore utilizzo dei recettori afferenti della pelle, stimolati dalla trazione del taping adesivo La correzione e la riabilitazione precoce sono importanti per prevenire i sintomi residui alla caviglia I risultati suggeriscono che il dispositivo di destabilizzazione della caviglia può essere utile per programmi di riabilitazione A soggetti con una precedente distorsione della caviglia si consiglia di portare un tutore o di fare uso del taping per diminuire il rischio di lesioni 77 Refshauge 2009 KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I Ozer D, 2009 Senbursa G, Baltaci G, Hayran M Dizon JM, 2010 Reyes JJ Hubbard TJ, 2010 Cordova M Seah R, Mani-Babu S 2010 Valutare l'efficacia del taping sulla rilevazione dei movimenti in inversioneeversione Valutare gli effetti del taping e del rinforzo preventivo nell‟equilib rio funzionale Valutare l'efficacia dei supporti esterni alla caviglia nella prevenzion e delle distorsioni Studiare l‟efficacia del taping alla caviglia sulla lassità meccanica in soggetti con CAI Training 16 pz Training 20 pz Valutare quale sia la pratica migliore nelle distorsioni di caviglia Revisione della letteratura Revisione della letteratura Training motorio 20 pz ricorrenti Con il taping alla caviglia è diminuita la capacità di rilevare il movimento nel piano inversioneeversione Esperimento con test variabili indipendenti in 3 prove Il rinforzo e il taping possono svolgere un ruolo importante nella prevenzione delle lesioni o nella riabilitazione della caviglia lesa Nessun tipo di supporto caviglia risultata essere superiore rispetto agli altri La lassità meccanica è notevolmente diminuita nei soggetti con CAI dopo l'applicazione del nastro Per le distorsioni della caviglia di grado lievemoderato, le opzioni di trattamento funzionale sono risultate statisticamente migliori di 78 immobilizzazione Delahunt E, McGrath A, Doran N, Coughlan GF 2010 Verificare se due diversi meccanism i di taping possono migliorare la stabilità dinamica posturale in soggetti con instabilità cronica della caviglia Training motorio 16 pz Star Excursion Balance Test (Sebt) in 3 diverse condizioni Dopo l'applicazione del taping la percezione dei partecipanti di sicurezza, di stabilità e di rassicurazione è sensibilmente migliorata 79 DISCUSSIONE DEI RISULTATI Le pubblicazioni prese in esame, sono state raggruppate in tre categorie, in base ai risultati ottenuti dallo studio effettuato sul campione: Efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo Prevenzione di lesioni recidive Miglioramento della propriocezione Risultato Articoli selezionati Efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo Prevenzione di lesioni recidive 12 Miglioramento della propriocezione 5 7 Tabella 4: numero articoli per ogni risultato In TABELLA 5 sono riportate le pubblicazioni che hanno dimostrato come risultato l‟efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo. Autori Tipologia articolo Risultati Livello Evidence Raccomandazione Karlsson J, Andreasson GO Studio semisperimentale Miglioramento IV IIa Leanderson J, Ekstam S, Salomonsson C Studio semisperimentale Miglioramento percettivo IV IIa (National Institute for Clinical excellence) 80 Verbrugge JD Studio semisperimentale Studio semisperimentale Miglioramento IV IIa Miglioramento IV IIa Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P Studio semisperimentale Utilità IV IIa Lynch SA, Renström PA Studio semisperimentale Miglioramento IV IIa Cordova ML, Ingersoll CD, LeBlanc MJ Forestier N, Toschi P Revisione sistematica con metanalisi Studio semisperimentale Miglioramento I I Utilità IV IIa Refshauge KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I. Studio osservazionale controllato Diminuita capacità di rilevare movimento V IIb Seah R, ManiBabu S Revisione sistematica con metanalisi Studio semisperimentale Miglioramento I I Miglioramento IV IIa Revisione sistematica Miglioramento I I Manfroy PP, Ashton-Miller JA, Wojtys EM Arnold BL, Docherty CL Callaghan MJ TABELLA 5: pubblicazioni sull‟efficacia dei supporti durante il trattamento funzionale Tutte le pubblicazioni hanno evidenziato l‟efficacia del taping sul controllo dell‟articolarità, risaltano anche le tre revisioni sistematiche di I livello di evidenza. Per la presenza di numerosi studi, anche se con disegni di strutturazione diversa, il grado di raccomandazione assegnato all‟efficacia del taping durante il trattamento riabilitativo nel controllo dell‟articolarità è 81 identificabile nel livello I, poiché pur in presenza di evidenze di vario grado esiste un generale accordo sull‟efficacia. Oltre a quest‟analisi più generale è interessante approfondire meglio le pubblicazioni, in particolare gli articoli sostengono che: il taping limita gli estremi di movimento, soprattutto sul piano frontale (flessione dorsale), ed aiuta ad abbreviare il tempo di reazione, modificando la funzione propriocettiva (58) il taping fornisce un risultato positivo sulle oscillazioni posturali, e ha un effetto profilattico (42) migliora la prestazione atletica (52) aumenta del 10% la resistenza in inversione (50) i supporti rigidi sono efficaci per la protezione durante il trattamento funzionale (56) il trattamento funzionale precoce fornisce il più veloce recupero della mobilità della caviglia (55) il taping diminuisce la capacità di rilevare movimento in inversioneeversione (40) le ortesi semi-rigide e il rinforzo forniscono beneficio e supporto alla caviglia (53) il dispositivo di destabilizzazione della caviglia potrebbe essere utile per programmi di riabilitazione durante il training di cammino (54) il taping aumenta sia la stabilità meccanica sia la stabilità funzionale della caviglia (57) 82 In TABELLA 6, invece, sono raggruppate le pubblicazioni che hanno dimostrato l‟efficacia del taping nella prevenzione di lesioni recidive. Autori Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA Verhagen EA, van Mechelen W, de Vente W Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J Ozer D, Senbursa G, Baltaci G, Hayran M Hubbard TJ, Cordova M Dizon JM, Reyes JJ Callaghan MJ Tipologia articolo Risultati Livello Evidence (National Institute for Clinical excellence) Raccomandazione Revisione sistematica con metanalisi Miglioramento I I Revisione critica Miglioramento I I Studio (coorte) osservazionale controllato Utilità V IIa Studio semisperimentale IV RTC Miglioramento II IIa Revisione sistematica con metanalisi Revisione sistematica Miglioramento I I Miglioramento I I TABELLA 6: pubblicazioni sull‟efficacia del taping nella prevenzione di recidive I risultati di questi studi sono incoraggianti, poiché , quattro dei sei studi presi in esame, sono revisioni sistematiche, con livello I di evidenza, e quindi con un elevato grado di raccomandazione. Quindi, in definitiva, può essere consigliabile l‟utilizzo del taping nella prevenzione di lesioni recidive. Gli articoli evidenziano che: è utile l‟uso del taping o di supporti rigidi per almeno 6 mesi dopo l‟evento distorsivo (49) 83 c‟è una diminuzione significativa dell‟incidenza di distorsioni (47) (44) l‟uso del taping o del tutore è utile per diminuire le recidive (45) (57) il taping è utile nelle prestazioni di salto in verticale, nella prevenzione di recidive e migliora il coordinamento (43) il taping migliora la stabilità meccanica in soggetto con instabilità cronica di caviglia (39) Sotto, nella TABELLA 7, sono elencate le pubblicazioni che provano l‟efficacia del taping sul miglioramento della propriocezione. Autori Tipologia articolo Risultati Livello Evidence (National Institute for Clinical excellence) Raccomandazione Robbins S, Waked E, Rappel R Revisione sistematica Miglioramento I I Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M Delahunt E, McGrath A, Doran N, Coughlan GF Karlsson J, Swärd L, Andréasson GO Studio semisperimentale No miglioramento significativo IV IIb Studio semisperimentale No miglioramenti oggettivi, Miglioramenti percettivi Miglioramento IV IIa IV IIa Miglioramento I I Callaghan MJ Studio semisperimentale Revisione sistematica TABELLA 7: pubblicazioni sul miglioramento della propriocezione 84 L‟omogeneità dei risultati, unita anche all‟eterogeneità del livello di evidence delle pubblicazioni, porta un grado di raccomandazione I. Gli studi presi in considerazione dimostrano che: il taping migliora la consapevolezza della posizione del piede, prima e dopo l‟esercizio (48) i recettori afferenti della pelle sono stimolati dalla trazione del taping (51) la percezione dei pazienti sulla propriocezione è migliorata (38) il taping fornisce una maggiore stabilità meccanica, una diminuzione del range di movimento e un miglioramento delle funzioni propriocettive (59) (57) CONCLUSIONI Dallo studio della letteratura presa in esame si può confermare l‟utilità dell‟uso del taping funzionale nella distorsione di caviglia sia per quanto riguarda la sua efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo, sia per la prevenzione di lesioni recidive e sia per il miglioramento della propriocezione. 85 BIBLIOGRAFIA 1) Pasquetti P., Mascherini V.: Riabilitare l‟atleta infortunato, Edi-Ermes, 2007 2) Carubelli C., Meinecke C.: Riabilitazione ortopedica, Edi- Ermes, 2009 3) Seeley R.R., Stephens T.D., Tate P.: Anatomia, Idelson-Gnocchi, 2006 4) Kapandji I.A.: Fisiologia articolare, Manduzzi, 2002 5) Hoppenfeld S., Esame obbiettivo del piede e della tibiotarsica, Aulo Gaggi Editore, 1985 6) Brent Brotzman S., Stephenson K., Saltzman C.L.: La riabilitazione in ortopedia, Edizioni Elsevier, 2003 7) Giannini S., Faldini C.: Manuale di ortopedia e traumatologia, Minerva medica, 2008 8) Petty, Moore: Esame clinico e valutazione muscoloscheletrica, Masson ° 9) Melegati G.: Il bendaggio funzionale, Relazione personale VI Congresso Nazionale A.I.T.R. 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OBIETTIVO: Per verificare se due diversi meccanismi di taping alla caviglia ([1] fascia laterale sottoastragalica o [2] riposizionamento del perone) possano migliorare la stabilità dinamica posturale reale e percepita in soggetti con instabilità cronica della caviglia (CAI). DESIGN: Laboratory-based repeatedmeasures study. DESIGN: Laboratorio a base di studio per misure ripetute. SETTING: University biomechanics laboratory. REGOLAZIONE: Laboratorio dell’università di biomeccanica. PARTICIPANTS: Participants (n=16) with CAI. PARTECIPANTI: I partecipanti (n = 16) con CAI. INTERVENTIONS: Participants performed the Star Excursion Balance Test (SEBT) under 3 different conditions: (1) no tape, (2) lateral subtalar sling taping and (3) fibular repositioning taping. INTERVENTI: I partecipanti hanno eseguito lo Star Excursion Balance Test (Sebt) in 3 diverse condizioni: (1) senza taping, (2) taping laterale sottoastragalico e (3) taping di riposizionamento del perone. MAIN OUTCOME MEASURES: Reach distances in the anterior, posteromedial, and posterolateral directions on the SEBT. Participants' perceptions of stability, confidence, and reassurance when performing the SEBT under 2 different taping conditions. MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO: Allungare le distanze nelle direzioni anteriore, postero-mediale, e posterolaterale sul Sebt. Le percezioni dei partecipanti sulla stabilità, sicurezza e rassicurazione quando eseguono il Sebt è inferiore nella 2 condizione di taping. RESULTS: Taping did not improve reach distance on the SEBT (P>.05). Feelings of confidence increased for 56% of participants (P=.002) under both tape conditions. Feelings of stability increased for 87.5% of participants (P<.001) using condition 2 (lateral subtalar sling taping) and 75% of participants (P=.001) using condition 3 (fibular repositioning taping). RISULTATI: Il taping non migliora l’allungamento della distanza sul Sebt (P> .05). Si hanno sensazioni di una maggiore sicurezza per il 56% dei partecipanti (P =. 002) in entrambe le condizioni con il taping. Sensazioni di maggiore stabilità per 87,5% dei partecipanti (P <.001) nella condizione 2 (taping laterale sottoastragalico) e il 75% dei partecipanti 92 Feelings of reassurance increased for 68.75% of participants (P=.001) using condition 2 (lateral subtalar sling taping) and 50% of participants (P=.005) using condition 3 (fibular repositioning taping). CONCLUSIONS: No significant change in dynamic postural stability was observed after application of either taping mechanism; however, participants' perceptions of confidence, stability, and reassurance were significantly improved. Further research is necessary to fully elucidate the exact mechanisms by which taping may help reduce the incidence of repeated injury in subjects with CAI. (P =. 001) utilizzando la condizione 3 (taping di riposizionamento del perone). Sensazioni di rassicurazione aumentate per 68,75% dei partecipanti (P =. 001) utilizzando la condizione 2 (taping laterale sottoastragalico) e il 50% dei partecipanti (P =. 005) utilizzando condizione 3 (taping di riposizionamento del perone). CONCLUSIONI: Nessun cambiamento significativo è stato osservato nella stabilità posturale dopo l'applicazione del meccanismo di taping, tuttavia, la percezione dei partecipanti 'di sicurezza, stabilità e rassicurazione sono sensibilmente migliorati. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire completamente l'esatto meccanismo attraverso il quale taping può contribuire a ridurre l'incidenza di lesioni ripetute in soggetti con CAI. 93 Hubbard TJ, Cordova M. Effect of ankle taping on mechanical laxity in chronic ankle instability Efficacia del taping sulla lassità meccanica nell’instabilità cronica della caviglia. BACKGROUND: The high percentage of re-injury after an initial ankle sprain necessitates examination of preventative methods. The purpose of this project was to investigate the effect ankle tape has on mechanical laxity in subjects with CAI. BACKGROUND: L'elevata percentuale di un re-infortunio dopo una distorsione alla caviglia richiede un esame dei metodi di prevenzione. Lo scopo di questo progetto era di studiare l’efficacia del taping alla caviglia sulla lassità meccanica in soggetti con CAI. MATERIALS AND METHODS: Twenty subjects with unilateral CAI (seven males and 13 females; age, 20.6 +/- 1.8 years; mass, 69.9 +/- 13.7 kg; height, 172.3 +/9.3 cm) and 20 healthy subjects (seven males and 13 females; age, 21.9 +/- 4.3 years; mass, 72.0 +/- 14.6 kg; height, 171.1 +/- 6.7 cm) participated in the study. Both ankles of each subject were tested under two conditions: 1) before the application of tape; and 2) immediately after 30 minutes of exercise with the ankle taped. Mechanical laxity was measured with an instrumented ankle arthrometer. RESULTS: There were significant group by time interactions (p = 0.014) for anterior displacement with significantly increased anterior displacement in the involved ankle of the CAI group relative to the matched control limb both before and after tape application. Similarly, there were significant time main effects for posterior displacement (p = 0.004), inversion (p = 0.001) and eversion (p = 0.043) rotation. Specifically, tape application decreased posterior displacement, inversion and eversion rotation only in the CAI group. Additionally, a significant group main effect for inversion rotation (p = 0.001) was also noted. Followup testing indicated significantly greater inversion rotation for the CAI ankle compared to the matched healthy ankle before tape application. CONCLUSION: Mechanical laxity MATERIALI E METODI: Venti pazienti con CAI unilaterale (7 maschi e 13 femmine, di età, 20,6 / - 1,8 anni, di massa, 69,9 / - 13,7 kg, altezza, 172,3 / 9,3 cm) e 20 soggetti sani (7 maschi e 13 femmine , l'età, il 21,9 / - 4,3 anni; di massa, 72,0 / - 14,6 kg, altezza, 171,1 / 6,7 cm) hanno partecipato allo studio. Entrambe le caviglie di ogni soggetto sono state testate in due condizioni: 1) prima dell'applicazione del taping e 2) subito dopo 30 minuti di esercizio con il taping alle caviglie. La lassità meccanica è stata misurata con un artrometro. RISULTATI: Ci sono stati gruppi significativi da interazioni di tempo (p = 0,014) per la dislocazione anteriore con un aumento significativo dello spostamento anteriore della caviglia del gruppo con CAI relativo al ramo di controllo, abbinati sia prima che dopo l'applicazione del taping. Allo stesso modo, ci sono stati significativi effetti per lo spostamento posteriore (p = 0,004), inversione (p = 0,001) ed eversione (p = 0,043). In particolare, l'applicazione del taping ha diminuito lo spostamento posteriore, l'inversione e la rotazione in eversione solo nel gruppo con CAI. Inoltre, nel gruppo principale è stato osservato un effetto significativo per la rotazione in inversione (p = 0,001). Il test di Followup ha indicato una rotazione in inversione significativamente maggiore 94 significantly decreased in CAI subjects after tape application. Laxity decreased in the CAI ankle after the application of tape. CLINICAL RELEVANCE: Ankle taping may be able to improve mechanical instability in those with CAI. per la caviglia con CAI rispetto alla caviglia sana prima dell'applicazione del taping. CONCLUSIONE: La lassità meccanica è notevolmente diminuita nei soggetti con CAI dopo l'applicazione del taping. La lassità è diminuita nella caviglia con CAI dopo l'applicazione del taping. SIGNIFICATO CLINICO: Il taping della caviglia può essere in grado di migliorare l'instabilità meccanica in soggetti con CAI. 95 Refshauge KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I. The effect of ankle taping on detection of inversion-eversion movements in participants with recurrent ankle sprain L'efficacia del taping sulla rilevazione dei movimenti in inversione-eversione nei partecipanti con distorsione ricorrente alla caviglia BACKGROUND: Taping is often used to counter the proprioceptive deficit after joint injury such as ankle sprain. However, the effect of taping on proprioceptive acuity at the ankle is unclear, with conflicting findings. BACKGROUND: Il taping viene spesso utilizzato per contrastare il deficit propriocettivo dopo un infortunio, come la distorsione alla caviglia. Tuttavia, l'effetto del taping sull'acutezza propriocettiva alla caviglia non è chiaro, con risultati contrastanti. HYPOTHESIS: Application of tape improves detection of inversion and eversion movements at the ankle. STUDY DESIGN: Controlled laboratory study. METHODS: The 70% threshold for movement detection was measured in 16 participants with recurrent ankle sprain under 2 conditions: with the ankle taped or untaped. The threshold for movement detection was examined at 3 velocities (0.1 deg/s, 0.5 deg/s, and 2.5 deg/s) and in 2 directions (inversion and eversion). RESULTS: Application of tape significantly decreased the ability to detect movements at the ankle (P < .023). For example, at 0.5 deg/s, the 70% detection threshold was 3.40 degrees +/1.05 degrees in inversion and 3.49 degrees +/- 1.15 degrees in eversion at the untaped ankle, and 4.02 degrees +/- 0.86 degrees in inversion and 4.04 degrees +/- 0.89 degrees in eversion at the taped ankle. CONCLUSION: Taping the ankle decreased the ability to detect movement in the inversion-eversion plane in participants with recurrent ankle sprain. CLINICAL RELEVANCE: The findings suggest that the efficacy of taping is unlikely to be explained by an enhanced ability to detect inversion or eversion movements. However, because it has been IPOTESI: Applicazione del taping migliora il rilevamento dei movimenti di inversione ed eversione alla caviglia. DISEGNO DI STUDIO: studio controllato di laboratorio. METODI: La soglia del 70% per il rilevamento del movimento è stata misurata in 16 partecipanti con ricorrenti distorsioni alla caviglia in 2 condizioni: con la caviglia fasciata o non fasciata. La soglia per il rilevamento del movimento è stata esaminata a 3 velocità (0,1 ° / s, 0,5 ° / s, e 2,5 ° / s) e in 2 direzioni (inversione ed eversione). RISULTATI: L’applicazione del taping ha significativamente diminuito la capacità di rilevare i movimenti a livello della caviglia (P <0,023). Per esempio, a 0,5 ° / s, la soglia di rilevamento del 70% è stata 3,40 gradi + / - 1,05 gradi in inversione e 3,49 gradi + / - 1,15 gradi in eversione alla caviglia non fasciata, e 4.02 gradi + / - 0,86 gradi in inversione e 4,04 gradi + / - 0,89 gradi in eversione alla caviglia fasciata. CONCLUSIONE: Con il taping alla caviglia è diminuita la capacità di rilevare il movimento nel piano inversione-eversione dei partecipanti con distorsione ricorrente alla caviglia. SIGNIFICATO CLINICO: I risultati 96 found effective in reducing the incidence of ankle sprain, clinicians should continue taping to reduce the likelihood of resprain. suggeriscono che l'efficacia del taping è improbabile che si spiega con una maggiore capacità di rilevare movimenti di inversione o eversione. Tuttavia, poiché è stato trovato efficace nel ridurre l'incidenza della distorsione alla caviglia, i medici dovrebbero continuare la fasciatura per ridurre la probabilità di recidive. 97 Cordova ML, Ingersoll CD, LeBlanc MJ. Influence of ankle support on joint range of motion before and after exercise: a meta-analysis Influenza di un supporto alla caviglia sulla motilità articolare, prima e dopo l'esercizio fisico: una meta-analisi OBJECTIVE: To evaluate the effects of different types of ankle support on ankle and foot joint range of motion before and after activity using meta-analysis procedures. OBIETTIVO: Valutare gli effetti sulla motilità articolare dei diversi tipi di supporto alla caviglia e al piede, prima e dopo l'attività utilizzando una metaanalisi come procedura. BACKGROUND: The effects of ankle support on joint range of motion before and after exercise has been extensively studied, but the results among studies are not consistent. Obtaining knowledge from synthesizing the available literature with a meta-analysis can provide a greater understanding of these effects. BACKGROUND: Gli effetti del supporto alla caviglia sulla motilità articolare, prima e dopo l'esercizio fisico sono stati ampiamente studiati, ma i risultati tra gli studi non sono coerenti. Si vuole ottenere la conoscenza di sintesi della letteratura disponibile con una meta-analisi in grado di fornire una maggiore comprensione di questi effetti. METHODS AND MEASURES: A total of 253 cases from 19 studies were examined and included in this analysis. The treatment variables were ankle support with 3 levels (tape, lace-up, and semirigid) and time with 2 levels (before exercise and after exercise). Standardized effect sizes were computed for inversion, eversion, dorsiflexion, and plantar flexion range of motion to measure the difference between control and treatment groups at each point in time. Effect sizes were analyzed using a mixed-model factorial analysis of variance. RESULTS: Before exercise, the semirigid condition (-2.97 +/- 0.63) demonstrated greater restriction compared with the tape (-2.33 +/- 0.38) and lace-up conditions (2.18 +/- 0.86) for inversion range of motion. After exercise, the semirigid condition (-3.85 +/- 0.64) restricted inversion range of motion more than the tape (-1.07 +/- 0.20) and lace-up (-1.56 +/0.29) conditions. No differences were found between the mean effect sizes for the tape and lace-up conditions before and after exercise. With respect to eversion range of motion, the semirigid support (2.69 +/- 0.43) provided greater restraint METODI E MISURE: Un totale di 253 casi da 19 studi sono stati esaminati e inclusi in questa analisi. Le variabili di trattamento per il supporto alla caviglia sono state di 3 livelli (taping, lace-up, e semirigido) e con 2 livelli di tempo (prima dell'allenamento e dopo l'esercizio). L’entità degli effetti standardizzati è stata calcolata per l'inversione, l’eversione, la dorsiflessione e la flessione plantare per misurare la differenza tra i gruppi di controllo e di trattamento in ogni momento. L’entità degli effetti è stata analizzata utilizzando un modello misto di analisi fattoriale della varianza. RISULTATI: Prima dell’esercizio, la condizione con semirigido (-2,97 / - 0,63) ha dimostrato maggiori restrizioni rispetto al taping (-2,33 / - 0,38) e le condizioni di lace-up (-2,18 / - 0,86) per il movimento di inversione. Dopo l'esercizio, la condizione con il semirigido (-3,85 / - 0,64) ha limitato il movimento di inversione più che il taping (-1,07 / - 0,20) e il lace-up (-1,56 / 0,29). Non sono state riscontrate differenze tra gli effetti del taping e del lace-up, prima e dopo l'esercizio. Per quanto riguarda il movimento di eversione, il supporto 98 compared with the tape (-1.00 +/- 0.21) and lace-up (-1.40 +/- 0.47) conditions. The lace-up condition also displayed greater support compared with tape alone. For dorsiflexion range of motion, greatest overall support was provided by the tape condition (-0.94 +/- 0.06) compared with the lace-up condition (-0.51 +/- 0.06). CONCLUSIONS: The greatest restriction of motion in the frontal plane was offered by the semirigid support condition, whereas taping offered the most support for limiting dorsiflexion range of motion. The results of this study may help clinicians make rational decisions concerning the selection of ankle appliances for preventing acute or chronic reinjury. semirigido (-2,69 / - 0,43) ha fornito una maggiore moderazione rispetto al taping (-1,00 / - 0,21) e al lace-up (-1,40 / 0,47). Il lace-up dimostra maggiore sostegno rispetto a taping da solo. Per il movimento di dorsiflessione, il più grande sostegno complessivo è stato fornito dal taping (-0,94 / - 0,06) rispetto al lace-up (-0,51 / - 0,06). CONCLUSIONI: La più grande limitazione di movimento sul piano frontale è stata offerta dal supporto semirigido, mentre il taping ha offerto di più il supporto per limitare il movimento di flessione dorsale. I risultati di questo studio possono aiutare i medici a prendere decisioni razionali relative alla scelta delle applicazioni alla caviglia per prevenire altri danni acuti o cronici. 99 Leanderson J, Ekstam S, Salomonsson C. Taping of the ankle--the effect on postural sway, before and after a training session Taping della caviglia - l'effetto sulle oscillazioni posturali, prima e dopo una sessione di allenamento The application of adhesive tape to the ankle prevents sprains and is therefore frequently used by athletes with functional instability of that joint. The purpose of the study was to investigate the effect of taping on postural sway during a sudden perturbation in subjects with unilateral functional instability of the ankle joint. Nine Swedish male elite soccer players with unilateral functional instability of the ankle joint after a sprain participated in the study. Their mean age was 25 years. All but one had sustained an ankle sprain during the last 1-12 months, and they applied adhesive tape on one ankle at every practice session and game. Eight moderately active male subjects served as controls (mean age 32 years). Recording and analysis of postural sway was performed by the use of stabilometry. We used a device previously tested for reliability and added a perturbation device. The perturbation device was an ankle disc standing on four bars on top of the force plate. At the start of each recording, the ankle disc was stable. The bars could be removed simultaneously by the test leader. The following parameters were analysed: (1) max sway, the maximal sway amplitude upon perturbation in mediolateral and anteroposterior directions; (2) mean sway, the mean sway during the recording in mediolateral and anteroposterior directions. There was no difference between the right and left ankles before the practice session. The postural sway during perturbation (max sway) decreased when the ankle was taped before the exercise. After the exercise there was no difference between the taped and untaped ankles. The maximum and mean amplitude of sway without tape were smaller after exercise than before exercise. The results in the present study L'applicazione del taping per evitare distorsioni alla caviglia è spesso usata dagli atleti con instabilità funzionale di quest’articolazione. Lo scopo dello studio era di esaminare l'effetto di un taping adesivo sulle oscillazioni posturali durante una perturbazione improvvisa in soggetti con instabilità funzionale unilaterale della caviglia. Nove giocatori di sesso maschile di calcio svedese con instabilità funzionale unilaterale della caviglia dopo una distorsione hanno partecipato allo studio. La loro età media era di 25 anni. Tutti tranne uno avevano subito una distorsione alla caviglia nel corso degli ultimi 1-12 mesi, e hanno applicato un taping adesivo sulla caviglia ad ogni sessione di pratica e di gioco. Otto soggetti maschi moderatamente attivi sono serviti come controllo (età media 32 anni). La registrazione e l'analisi delle oscillazioni posturali sono state effettuate mediante l'uso di stabilometria. Abbiamo utilizzato un dispositivo precedentemente testato per l’affidabilità e abbiamo aggiunto un dispositivo di perturbazione. Il dispositivo di perturbazione era un disco per caviglia su quattro barre sulla parte superiore della piastra di forza. All'inizio di ogni registrazione, il disco per caviglia è stabile. Le barre possono essere rimosse simultaneamente dalla prova. Sono stati analizzati i seguenti parametri: (1) ondeggiamento max, l'ampiezza di oscillazione massima su perturbazione in direzione medio-laterale e antero-posteriore, (2) significativa oscillazione, durante la registrazione in senso medio-laterale e antero-posteriore. Non c'era alcuna differenza tra le caviglie a destra e sinistra prima della sessione di prove libere. Le oscillazioni posturali durante la perturbazione (Sway max) sono diminuite quando la caviglia è stata fasciata prima dell'esercizio. Dopo 100 indicate a positive effect of tape on postural sway during perturbation before a practice session. The decreased sway with an untaped ankle after the practice session could mean that the prophylactic effect of taping is most important during the first part of a practice session or a game. l'esercizio non vi era alcuna differenza tra le caviglie fasciate e non fasciate. L'ampiezza massima e media delle oscillazioni senza taping erano più piccole dopo l'esercizio che prima dell'allenamento. I risultati di questo studio indicano un effetto positivo del taping adesivo sulle oscillazioni posturali durante una perturbazione prima di una sessione di pratica. L'influenza è diminuita con una caviglia non fasciata dopo la sessione di pratica, ciò potrebbe significare che l'effetto profilattico del taping è più importante durante la prima parte di una sessione di pratica o di gioco. 101 Ozer D, Senbursa G, Baltaci G, Hayran M. The effect on neuromuscular stability, performance, multi-joint coordination and proprioception of barefoot, taping or preventative bracing L'effetto sulla stabilità neuromuscolare, la performance, il coordinamento multiarticolare e la propriocezione a piedi nudi, taping o rinforzo preventivo OBJECTIVE: The objective of this study was to assess the effects of taping and preventive bracing on functional balance, jumping performance, multi-joint coordination and proprioception on comparison to barefoot and each other. OBIETTIVO: L'obiettivo di questo studio era di valutare gli effetti del taping e del rinforzo preventivo nell’equilibrio funzionale, in prestazioni di salto, il coordinamento multi-articolare e la propriocezione a confronto con piedi nudi e altro. DESIGN: Controlled trial as an experiment with the independent variable testing in 3 trials: control (barefooted), preventive bracing, and taping. SETTING: The sports physiotherapy, research laboratory. PARTICIPANTS: Twenty physically active male university students aged between 20 and 28 who had been free from lower extremity pathology for 12 months and had no previous history of ankle sprain served as participants. MAIN OUTCOME MEASURES: Single leg balance (s), jumping performance (cm), coordination and proprioception assessments by the Functional Squat System. The software automatically calculated the absolute average error (cm) and the standard deviation (SD) of the average error. Average errors were independently quantified as a function of the action mode (concentric versus eccentric) and of the lower limb (dominant versus non-dominant). RESULTS: There was no significant difference among the groups for balance tests (p>0.05). For vertical jump performance of bilateral and the dominant leg there were significant differences that the barefoot group had better results compared to the other groups (p=0.059; 0.017). According to the coordination results of Functional Squat System DESIGN: studio controllato come un esperimento con test variabili indipendenti in 3 prove: controllo (a piedi nudi), rinforzo preventivo e taping. REGOLAZIONE: La fisioterapia sportiva, laboratorio di ricerca. PARTECIPANTI: Venti studenti maschi universitari attivi fisicamente di età compresa tra i 20 ei 28 anni esenti da patologia agli arti inferiori da 12 mesi e che non avevano una storia precedente di distorsione della caviglia. MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO: Equilibrio a una sola gamba (s), prestazioni salto (cm), valutazioni di coordinamento e propriocezione con il FSS. Il software ha automaticamente calcolato l'errore assoluto medio (cm) e la deviazione standard (SD) dell'errore medio. Gli errori medi sono stati quantificati in modo indipendente in funzione della modalità di azione (concentrica vs eccentrica) e degli arti inferiori (dominante rispetto a nondominante). RISULTATI: Non vi era alcuna differenza significativa tra i gruppi per le prove di equilibrio (p> 0,05). Per la prestazione di salto in verticale bilaterale e per la gamba dominante vi erano differenze significative: il gruppo che era a piedi nudi ha ottenuto risultati migliori rispetto 102 participants were better in brace and tape situations since the deviations were less for all concentric and eccentric positions. Deviation results for the proprioception test were different for first visual and nonvisual deviations for dominant leg (p<0.05). CONCLUSION: In conclusion, bracing and taping may play an important role in preventing injury or rehabilitation of the injured ankle by improving concentric and eccentric coordination, proprioception with the ability of reproducing motion in closed kinetic chain while decreasing vertical jump performance. agli altri gruppi (p = 0,059, 0,017). Secondo i risultati del FSS i partecipanti sono stati migliori nelle situazioni con taping da quando le deviazioni erano meno e per tutte le posizioni in concentrica ed eccentrica. I risultati della deviazione per la prova di propriocezione erano differenti per le deviazioni visive e non visive per la gamba dominante (p <0,05). CONCLUSIONE: In conclusione, il rinforzo e il taping possono svolgere un ruolo importante nella prevenzione delle lesioni o nella riabilitazione della caviglia lesa, migliorando il coordinamento in concentrica ed eccentrica, la propriocezione, con la capacità di riprodurre il movimento in catena cinetica chiusa, diminuendo le prestazioni in salto verticale. 103 Dizon JM, Reyes JJ. A systematic review on the effectiveness of external ankle supports in the prevention of inversion ankle sprains among elite and recreational players Una revisione sistematica sull'efficacia dei supporti esterni per la prevenzione delle distorsioni di caviglia in inversione tra i giocatori esperti e dilettanti Epidemiological studies have shown that 10-28% of all sports injuries are ankle sprains, leading to the longest absence from athletic activity compared to other types of injuries. This study was conducted to evaluate the effectiveness of external ankle supports in the prevention of inversion ankle sprains and identify which type of ankle support was superior to the other. A search strategy was developed, using the keywords, ankle supports, ankle brace, ankle tapes, ankle sprains and athletes, to identify available literature in the databases (MEDLINE, PubMed, CINAHL, EMBASE, etc.), libraries and unpublished papers. Trials which consider adolescents and adults, elite and recreational players as participants were the study of choice. External ankle supports comprise ankle tape, brace or orthosis applied to the ankle to prevent ankle sprains. The main outcome measures were frequency of ankle sprains. Two reviewers assessed the quality of the studies included using the Joanna Briggs Institute (JBI Appraisal tool). Whenever possible, results were statistically pooled and interpreted. A total of seven trials were finally included in this study. The studies included were of moderate quality. The main significant finding was the reduction of ankle sprain by 69% (OR 0.31, 95% CI 0.18-0.51) with the use of ankle brace and reduction of ankle sprain by 71% (OR 0.29, 95% CI 0.14-0.57) with the use of ankle tape among previously injured athletes. No type of ankle support was found to be superior than the other Studi epidemiologici hanno dimostrato che il 10-28% di tutte le lesioni sportive sono distorsioni della caviglia, ciò porta ad una lunga assenza dall’attività atletica rispetto ad altri tipi di lesioni. Questo studio è stato condotto per valutare l'efficacia dei supporti esterni alla caviglia nella prevenzione delle distorsioni della caviglia in inversione e di identificare quale tipo di supporto era migliore degli altri. Una strategia di ricerca è stata sviluppata, usando le parole chiave, supporti caviglia, tutori caviglia, taping caviglia, distorsioni della caviglia e atleti, per individuare la letteratura disponibile nel database (MEDLINE, PubMed, CINAHL, EMBASE, ecc), le biblioteche e gli articoli inediti. Prove che considerano gli adolescenti e adulti, giocatori esperti e dilettanti come partecipanti sono stati la scelta dello studio. Le cavigliere esterne comprendono taping alla caviglia, tutore o ortesi applicata alla caviglia per evitare distorsioni. La principale misura di outcome era la frequenza di distorsioni della caviglia. Due revisori hanno valutato la qualità degli studi inclusi con il Joanna Briggs Institute (JBI). Quando possibile, i risultati sono stati statisticamente raggruppati e interpretati. Sette studi sono stati inclusi in totale. Gli studi inclusi erano di qualità moderata. Il risultato principale più significativo è stato la riduzione della distorsione alla caviglia del 69% (OR 0,31, 95% CI 0,180,51), con l'uso del tutore alla caviglia e la riduzione della distorsione alla caviglia del 71% (OR 0.29, 95% CI 0,14-0,57), con l'uso del taping fra gli atleti precedentemente lesionati. Nessun tipo di supporto alla caviglia risultata essere superiore rispetto agli altri. 104 Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J. Descriptive epidemiology of collegiate women's gymnastics injuries: National Collegiate Athletic Association Injury Surveillance System, 1988-1989 through 2003-2004 Epidemiologia descrittiva delle lesioni nella ginnastica di ragazze collegiali: National Collegiate Athletic Association Injury Surveillance System,dal 19881989 al 2003-2004 OBJECTIVE: To review 16 years of National Collegiate Athletic Association (NCAA) injury surveillance data for women's gymnastics and identify potential areas for injury prevention initiatives. OBIETTIVO: Per esaminare nei 16 anni di National Collegiate Athletic Association (NCAA) i dati di sorveglianza degli infortuni per la ginnastica femminile e individuare potenziali aree per le iniziative di prevenzione degli infortuni. BACKGROUND: In the 1988-1989 academic year, 112 schools were sponsoring varsity women's gymnastics teams, with approximately 1550 participants. By 2003-2004, the number of varsity teams had decreased 23% to 86, involving 1380 participants. Significant participation reductions during this time were particularly apparent in Divisions II and III. MAIN RESULTS: A significant annual average decrease was noted in competition (-4.0%, P < .01) but not in practice (-1.0%, P = .35) injury rates during the sample period. Over the 16 years, the rate of injury in competition was more than 2 times higher than in practice (15.19 versus 6.07 injuries per 1000 athlete-exposures; rate ratio = 2.5, 95% confidence interval [CI] = 2.3, 2.8). A total of 53% of all competition and 69% of all practice injuries were to the lower extremity. A participant was almost 6 times more likely to sustain a knee internal derangement injury in competition than in practice (rate ratio = 5.7, 95% CI = 4.5, 7.3) and almost 3 times more likely to sustain an ankle ligament sprain (rate ratio = 2.7, 95% CI = 2.1, 3.4). The majority of competition injuries (approximately 70%) resulted from either landings in floor exercises or dismounts. RECOMMENDATIONS: Gymnasts with a previous history of ankle sprain should either wear an ankle brace or use BACKGROUND: Durante l'anno accademico 1988-1989, in 112 scuole sono state sponsorizzate squadre di ginnastica femminile, con circa 1.550 partecipanti. Dal 2003-2004, il numero delle squadre era diminuito del 23% a 86, e hanno coinvolto 1380 partecipanti. La riduzione significativa di partecipanti in questo periodo è stata particolarmente evidente nelle divisioni II e III. RISULTATI PRINCIPALI: Una significativa diminuzione media annua è stata notata nella competizione (-4,0%, P <.01) ma non in pratica (-1,0%, P = 0,35) del tasso di infortuni durante il periodo di campionamento. Nel corso dei 16 anni, il tasso delle lesioni nelle competizioni è stato più di 2 volte superiore a quello nella pratica (15,19 contro 6,07 infortuni per 1000 atleti-esposizioni; rate ratio = 2.5, 95% intervallo di confidenza [CI] = 2.3, 2.8). Un totale di 53% di tutta la concorrenza e il 69% di tutte le lesioni sono state a carico degli arti inferiori. Un partecipante era quasi 6 volte più propenso ad avere un infortunio al ginocchio nelle competizioni piuttosto che in pratica (rate ratio = 5.7, 95% CI = 4.5, 7.3); è quasi 3 volte più probabile sostenere una distorsione alla caviglia(= 2,7, IC 95% = 2.1, 3.4). La maggior parte delle lesioni nelle competizioni (circa il 70%) è dovuta al terreno. RACCOMANDAZIONI: Alle ginnaste con 105 prophylactic tape on their ankles to decrease the risk of recurrent injury. Preventive efforts may incorporate more neuromuscular training and core stability programs in the off-season and preseason conditioning to enhance proper landing and skill mechanics. Equipment manufacturers are encouraged to reevaluate the design of the landing mats to allow for better absorption of forces. una precedente storia di distorsione della caviglia si consiglia di portare un tutore alla caviglia o di fare uso del taping per diminuire il rischio di lesioni ricorrenti. Un’attività di prevenzione può includere degli allenamenti neuromuscolari e dei programmi di stabilità, per migliorare l’atterraggio e la meccanica di abilità. I produttori di apparecchiature sono invitati a rivalutare la progettazione delle stuoie di atterraggio per consentire un migliore assorbimento delle forze. 106 Arnold BL, Docherty CL Bracing and rehabilitation--what's new Based on the recent evidence, ankle bracing and taping do appear to have positive effects on ankle support. For example, both bracing and taping restrict inversion range of motion, with tape and stirrup-style braces providing the best support. Although exercise reduces this restriction, the range remains consistent with levels considered to be within the normal range. Ankle supports also appear to improve the strength of the muscular response to perturbation, potentially providing a stronger muscular contraction. In contrast, ankle supports fail to improve the neuromuscular response time to unexpected perturbations. Thus, it appears that the stronger response may occur too slowly to protect the joint. This slowness of the neuromuscular response, however, may be offset by the support's ability to slow the inversion motion. The slowing of inversion appears to allow the neuromuscular system to respond at or before the point of ligament damage. Finally, ankle supports appear to improve balance only in individuals with previously injured ankles. This suggests that supports may have a selective effect in protecting injured but not uninjured individuals. Despite these positive effects, some cautions should be emphasized. First, most of the studies cited have been performed in the laboratory setting with joint velocities and loads much below what are encountered in the athletic and daily activities. Whether tape and braces can maintain their effectiveness under the more extreme conditions of functional activities remains unclear. Additionally, some evidence suggests that ankle supports may transfer loads to other joints putting them at risk for injury. Thus, further study is needed to determine the risk-to-benefit ratio of ankle supports. Finally, much of the research presented has been done only on uninjured ankles. Based on the current evidence, it seems Rinforzo e riabilitazione - cosa c'è di nuovo Sulla base delle recenti prove, il rinforzo e il taping sembrano avere effetti positivi sulla caviglia. Ad esempio, il taping per la restrizione del movimento in inversione e lo styrrup-style taping forniscono il miglior supporto. Anche se l'esercizio riduce questa restrizione, il movimento è in linea con i livelli considerati entro il normale range. La caviglia supportata inoltre sembra migliorare la forza della risposta muscolare alla perturbazione e potenzialmente fornisce una più forte contrazione muscolare. Al contrario, i sostegni alla caviglia non riescono a migliorare il tempo di risposta neuromuscolare a perturbazioni inattese. Così, sembra che la risposta più forte può verificarsi troppo lentamente per proteggere l'articolazione. Questa lentezza della risposta neuromuscolare, tuttavia, può essere compensata con la capacità del supporto di rallentare il movimento di inversione. Il rallentamento dell’inversione sembra consentire al sistema neuromuscolare di rispondere prima del danno ai legamenti. Infine, il supporto alla caviglia sembra migliorare l'equilibrio solo negli individui con le caviglie precedentemente lesionate. Ciò suggerisce che il supporto può avere un effetto selettivo nel proteggere gli individui lesionati, ma non illesi. Nonostante questi effetti positivi, alcune cautele devono essere valorizzate. In primo luogo, la maggior parte degli studi citati è stata condotta nei laboratori congiunti con velocità e carichi molto al di sotto di quelli che si incontrano nelle attività sportive e quotidiane. Rimane poco chiaro se il taping e il sostegno sono in grado di mantenere la loro efficacia nelle condizioni più estreme di attività funzionali. Inoltre, alcune evidenze suggeriscono che il supporto alla caviglia possa trasferire i carichi in altre articolazioni mettendole a rischio di 107 possible that the effectiveness of ankle supports may differ depending on the population, and it seems clinically important to know whether we can expect the same results for injured and uninjured ankles. Proper and early rehabilitation is important in preventing residual ankle symptoms. Reports indicate that up to 73% of people who sustain a lateral ankle sprain have recurrent sprains, but it is unknown how many of these participants partake in rehabilitation. Proper immobilization and acute care of the injured ankle is imperative. An immobilization boot or strapping that can be removed during early non-weight bearing exercises seems to be most effective. Strength and balance training of the uninjured contralateral limb can be used to assist reaching full recovery in a shorter period of time. Functional exercises can also be performed earlier in the rehabilitation process by reducing the gravitational forces so patients can perform in a pain-free range and still receive the benefits of early activity. lesioni. Pertanto, sono necessari ulteriori studi per determinare il rapporto rischiobeneficio dei supporti della caviglia. Infine, gran parte della ricerca presentata è stata effettuata solo su caviglie illese. Sulla base dei dati attualmente disponibili, sembra possibile che l'efficacia dei supporti della caviglia possa variare a seconda della popolazione, e sembra clinicamente importante sapere se possiamo aspettarci gli stessi risultati per le caviglie lesionate e illese. La correzione e la riabilitazione precoce sono importanti per prevenire i sintomi residui alla caviglia. I rapporti indicano che il 73% delle persone che hanno avuto una distorsione laterale della caviglia sono distorsioni recidive, ma non è noto quanti di questi partecipanti hanno effettuato la riabilitazione. L’immobilizzazione e la cura della caviglia lesa sono imperative. Un avvio di immobilizzazione o fasciatura che può essere rimossa durante le prime esercitazioni, sembra essere più efficace. L'allenamento della forza e l'equilibrio dell'arto controlaterale indenne possono essere utilizzati per assistere e raggiungere il pieno recupero in un periodo di tempo più breve. Gli esercizi funzionali possono essere eseguiti anche in precedenza nel processo di risanamento, riducendo le forze gravitazionali, così i pazienti li possono eseguire senza dolore e continuare a ricevere i benefici dell'attività precoce. 108 Verhagen EA, van Mechelen W, de Vente W. The effect of preventive measures on the incidence of ankle sprains OBJECTIVE: To critically review the current data concerning the efficacy of preventive measures described in the literature, on the incidence of lateral ankle ligament injuries. DATA SOURCES: MEDLINE, Sportdiscus, and EMBASE were searched for papers published between 1980 and December 1998. Keywords used in the search were "prevention" in combination with "ankle," "ankle taping," "ankle bracing," "orthosis," "shoes," and "proprioception." Additional references were reviewed from the bibliographies of the retrieved articles. STUDY SELECTION: A study was included if: 1) the study contained research questions regarding the prevention of lateral ankle ligament injuries; 2) the study was a randomized controlled trial, a controlled trail, or a time intervention; 3) the results of the study contained incidence rates of lateral ankle ligament injuries as study outcome; and 4) the study met the cut-off score set for quality. DATA EXTRACTION AND SYNTHESIS: Two reviewers reviewed relevant studies for strengths and weaknesses in design and methodology, according to a standardized set of predefined criteria. Eight relevant studies met the criteria for inclusion and were analyzed. MAIN RESULTS: Overall, all studies reported a significant decrease in incidence of ankle sprains using the studied preventive measure. There was a great variety in methodology and study design between the eight analyzed studies, and every study had one or more drawbacks. Therefore, between studies L'efficacia delle misure di prevenzione nell'incidenza di distorsioni della caviglia OBIETTIVO: Revisione critica dei dati correnti riguardanti l'efficacia delle misure di prevenzione descritte in letteratura, sull'incidenza delle lesioni del legamento laterale della caviglia. FONTE DEI DATI: MEDLINE, Sportdiscus, EMBASE e sono stati ricercati per articoli pubblicati tra il 1980 e il dicembre 1998. Le parole chiave utilizzate nella ricerca sono state "prevenzione" in combinazione con la "caviglia", "taping caviglia", "sostegno caviglia", "ortesi", "scarpe" e "propriocezione". Ulteriori riferimenti sono stati esaminati dalla bibliografie degli articoli recuperati. SELEZIONE DI STUDIO: Uno studio è stato incluso se: 1) lo studio conteneva domande di ricerca in materia di prevenzione degli infortuni ai legamenti laterali della caviglia; 2) lo studio è un trial randomizzato e controllato, un trial controllato, o un intervento tempo, 3) i risultati dello studio contengono tassi di incidenza di infortuni ai legamenti laterali della caviglia; 4) Lo studio ha raggiunto il punteggio di cut-off fissato per la qualità. ESTRAZIONE DEI DATI E SINTESI: Due revisori hanno esaminato gli studi con i relativi punti di forza e di debolezza nella progettazione e nella metodologia, in base a una serie standardizzata di criteri predefiniti. Otto studi rilevanti hanno incontrato i criteri di inclusione e sono stati analizzati. PRINCIPALI RISULTATI: In generale, tutti gli studi hanno riportato una diminuzione significativa dell'incidenza di distorsioni della caviglia con la misura di prevenzione studiata. C’è stata una 109 only general results could be compared. CONCLUSIONS: The use of either tape or braces reduces the incidence of ankle sprains. Next to this preventive effect, the use of tape or braces results in less severe ankle sprains. However, braces seem to be more effective in preventing ankle sprains than tape. It is not clear which athletes are to benefit more from the use of preventive measures: those with or those without previous ankle sprains. The efficacy of shoes in preventing ankle sprains is unclear. grande varietà nel design e nella metodologia di studio tra gli otto studi analizzati, e ogni studio ha avuto uno o più svantaggi. Pertanto, tra gli studi solo i risultati generali possono essere confrontati. CONCLUSIONI: L'uso del taping o del sostegno riduce l'incidenza di distorsioni della caviglia. Accanto a questo effetto preventivo, l'uso del taping o del sostegno danno come risultato la diminuzione distorsioni gravi di caviglia. Tuttavia, il sostegno sembra essere più efficace del taping nel prevenire distorsioni della caviglia. Non è chiaro quali sono gli atleti a trarre maggiori benefici dall'uso di misure di prevenzione: quelli con o quelli senza precedenti distorsioni della caviglia. L'efficacia di scarpe nel prevenire distorsioni non è chiara. 110 Robbins S, Waked E, Rappel R Ankle taping improves proprioception before and after exercise in young men Ankle sprains are common sports injuries. Inadequate foot position awareness is thought to be the fundamental cause of these injuries. Ankle taping may decrease risk of injury through improving foot position awareness. The benefit of taping is thought to decrease with duration of exercise because of poor tape adherence to human skin. This study was a randomized, crossover, controlled comparison experiment that tested the hypothesis that ankle taping improves foot position awareness before and after exercise. A sample of 24 healthy young blindfolded volunteers, wearing their own athletic shoes, indicated perceived slope direction and estimated slope amplitude when bearing full body weight and standing on a series of blocks. The top slope of the blocks varied between 0 degree and 25 degrees, in 2.5 degrees increments, to orient the plantar surface with respect to the leg toward pronation, supination, plantarflexion, and dorsiflexion, relative to its position on a flat surface. Foot position awareness, which was considered the reciprocal of surface slope estimate error, varied with testing condition, particularly when surface slope was greater than 10 degrees, presumably the most important range considering ankle injuries. In this higher range absolute position error was 4.23 degrees taped, and 5.53 degrees untaped (P < 0.001). These data support the hypothesis that ankle taping improves proprioception before and after exercise. Il taping alla caviglia migliora la propriocezione, prima e dopo l'esercizio fisico in giovani uomini Le distorsioni della caviglia sono le più comuni lesioni sportive. L’inadeguata posizione del piede è considerata la causa principale di queste lesioni. Il taping alla caviglia può diminuire il rischio di lesioni, migliorando la consapevolezza della posizione del piede. Il vantaggio del taping si pensa che diminuisca con la durata degli esercizi a causa della scarsa aderenza del nastro alla pelle umana. Questo studio era randomizzato, un crossover, un esperimento di confronto controllato che ha valutato l'ipotesi che il taping alla caviglia potesse migliorare la consapevolezza della posizione del piede prima e dopo l'esercizio. Un campione di 24 volontari sani giovani, in cieco, indossando le loro scarpe atletiche,hanno indicato di percepire la direzione e l'ampiezza della pendenza prevista al momento della sopportazione del peso a corpo pieno e in piedi su una serie di blocchi. La pendenza superiore dei blocchi varia tra 0 gradi e 25 gradi, in incrementi di 2,5 gradi, per orientare la superficie plantare per quanto riguarda la gamba verso la pronazione, la supinazione, la plantarflessione, e la dorsiflessione, relativa alla sua posizione su una superficie piana. La consapevolezza della posizione del piede, che è stato considerato il reciproco della pendenza della superficie di errore stima, varia con le condizioni di prova, soprattutto quando pendenza della superficie è superiore a 10 gradi; probabilmente la serie più importante se si considera gli infortuni alla caviglia. In questo range l’errore di posizione assoluta è stato registrato a 4,23 gradi, e 5,53 gradi (P <0,001). Questi dati supportano l'ipotesi che il taping alla caviglia migliora la propriocezione, prima e dopo l'esercizio. 111 Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA The prevention of ankle sprains in sports. A systematic review of the literature La prevenzione delle distorsioni della caviglia nello sport. Una revisione sistematica della letteratura To assess the published evidence on the effectiveness of various approaches to the prevention of ankle sprains in athletes, we used textbooks, journals, and experts in the field of sports medicine to identify citations. We identified 113 studies reporting the risk of ankle sprains in sports, methods to provide support, the effect of these interventions on performance, and comparison of prevention efforts. The most common risk factor for ankle sprain in sports is history of a previous sprain. Ten citations of studies involving athletes in basketball, football, soccer, or volleyball compared alternative methods of prevention. Methods tested included wrapping the ankle with tape or cloth, orthoses, hightop shoes, or some combination of these methods. Most studies indicate that appropriately applied braces, tape, or orthoses do not adversely affect performance. Based on our review, we recommend that athletes with a sprained ankle complete supervised rehabilitation before returning to practice or competition, and those athletes suffering a moderate or severe sprain should wear an appropriate orthosis for at least 6 months. Both coaches and players must assume responsibility for prevention of injuries in sports. Per valutare gli elementi di prova pubblicati sull'efficacia di vari approcci per la prevenzione delle distorsioni di caviglia negli atleti, abbiamo usato libri di testo, riviste specializzate, e gli esperti nel campo della medicina dello sport per identificare le citazioni. Abbiamo identificato 113 studi che riportano il rischio di distorsioni della caviglia nello sport, i metodi per fornire il supporto, l'effetto di questi interventi sulle prestazioni, e il confronto di interventi di prevenzione. Il fattore di rischio più comune per la distorsione alla caviglia nello sport è la storia di una distorsione precedente. Dieci citazioni di studi che hanno coinvolto atleti di basket, calcio, calcetto, pallavolo, hanno comparato i metodi alternativi di prevenzione. Metodi di prova hanno incluso l’avvolgimento della caviglia con del taping adesivo o una fasciatura, ortesi, scarpe high-top, o una combinazione di questi metodi. La maggior parte degli studi indicano che i supporti opportunamente applicati, nastro o ortesi, non influiscono negativamente sulle prestazioni. Sulla base della nostra recensione, è consigliabile che gli atleti con una distorsione alla caviglia eseguano una riabilitazione completa con supervisione, prima di tornare a praticare l’attività, e gli atleti che soffrono di una distorsione moderata o grave devono indossare un’ortesi adeguata per almeno 6 mesi. Gli allenatori ed i giocatori devono assumersi la responsabilità per la prevenzione degli infortuni nello sport. 112 Manfroy PP, Ashton-Miller JA, Wojtys EM The effect of exercise and athletic tape on the maximal active and passive ankle resistance to ankle inversion L'effetto dell’esercizio e del taping sulla massima resistenza attiva e passiva della caviglia in inversione This investigation explored alternatives: 1) the use of prophylactic adhesive athletic tape, 2) the use of nonadhesive prewrap (underwrap), or 3) 40 minutes of vigorous exercise. Ten healthy men and 10 healthy women (mean age, 25 +/- 3 years) with no recent ankle injuries underwent testing to determine maximal ankle resistance to inversion under unipedal, weightbearing conditions. Tests were performed with and without the support of athletic tape, and before and after 40 minutes of exercise. Half the testing sessions were performed with prewrap under the tape. At 15 degrees of inversion, without any external ankle support, healthy young men and women could maximally resist a mean (SD) inversion moment of 52.9 (6.4) N-m and 28.3 (5.8) N-m, respectively. Although use of ankle tape provided a 10% increase in maximal resistance to inversion moments, this increase diminished to insignificant levels after 40 minutes of vigorous exercise. Use of prewrap improved maximal resistance to inversion by more than 10%. L'indagine ha esplorato le ipotesi: 1) l'uso del taping adesivo, 2) l'uso di prewrap non adesivo (underwrap), o 3) 40 minuti di esercizio vigoroso. Dieci uomini sani e dieci donne sane (età media 25 + / - 3 anni) senza lesioni alla caviglia recente, sono stati sottoposti a test per determinare la massima resistenza alla caviglia in inversione sotto carico monopodalico. Le prove sono state effettuate con e senza il supporto del taping, e prima e dopo 40 minuti di esercizio. La metà delle sessioni di test sono state eseguite con prewrap sotto il nastro. A 15 gradi di inversione, senza alcun sostegno esterno della caviglia, gli uomini e le donne, al massimo potrebbero resistere a una media (DS) momento di inversione del 52.9 (6.4) e 28,3 Nm (5,8) Nm rispettivamente. Sebbene l'uso del taping alla caviglia abbia previsto un aumento del 10% della resistenza massima a movimenti in inversione, questo aumento è diminuito a livelli insignificanti dopo 40 minuti di esercizio fisico vigoroso. L'uso di prewrap migliora la resistenza massima in inversione di oltre il 10%. 113 Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M Effect of ankle disk training combined with tactile stimulation to the leg and foot on functional instability of the ankle Efficacia dell’allenamento sul disco alla caviglia, combinata con la stimolazione tattile alla gamba e al piede sulla instabilità funzionale della caviglia Twenty-two university students with unilateral functional instability of the ankle participated in this study. They were randomly assigned to one of two experimental groups. Subjects in both groups were trained to stand on the affected limb on an ankle disk. In group 1, two pieces of 1-cm wide nonelastic adhesive tape were applied to the skin around the lateral malleolus from the distal third of the lower leg to the sole of the foot before the training sessions. Subjects in group 2 participated in the training sessions without the application of the adhesive tape. Training was performed for 10 minutes a day, five times per week, for a period of 10 weeks. Subjects were tested for postural sway while standing on the affected limb before, during, and after the training period. In group 1, postural sway values decreased significantly after 4 weeks compared with the pretraining performance, and they were within the normal range after not more than 6 weeks of training. In group 2, the values did not improve significantly compared with the pretraining performance, and they were not within the normal range until after 8 weeks of training. The findings suggest that the 2-week earlier correction of postural sway in group 1 was due to an increased afferent input from skin receptors that were stimulated by the traction of the adhesive tape. Ventidue studenti universitari con instabilità unilaterale funzionale della caviglia hanno partecipato a questo studio. Sono stati assegnati in modo random ad uno dei due gruppi sperimentali. I soggetti di entrambi i gruppi sono stati addestrati a stare sull'arto interessato in un disco per caviglia. Nel gruppo 1, due pezzi di 1 cm di larghezza di taping adesivo non elastico, sono stati applicati intorno al malleolo laterale del terzo distale della gamba fino alla pianta del piede prima delle sedute di allenamento. I soggetti nel gruppo 2 hanno partecipato alle sessioni di formazione, senza l'applicazione del taping adesivo. La formazione è stata effettuata per 10 minuti al giorno, cinque volte alla settimana, per un periodo di 10 settimane. I soggetti sono stati testati per l'ondeggiamento posturale, prima in piedi su l'arto colpito, poi durante e dopo il periodo di formazione. Nel gruppo 1, i valori di oscillazione posturale erano diminuiti significativamente dopo 4 settimane rispetto alla performance preallenamento, ed erano all'interno della gamma normale dopo non più di 6 settimane di addestramento. Nel gruppo 2, i valori non sono migliorati in misura significativa rispetto alle prestazioni preallenamento, e non erano nella norma fino a dopo 8 settimane di allenamento. I risultati suggeriscono che la correzione di 2 settimane prima delle oscillazioni posturali nel gruppo 1 è dovuto ad un maggiore utilizzo dai recettori afferenti della pelle che sono stati stimolati dalla trazione del taping adesivo. 114 Verbrugge JD The effects of semirigid Air-Stirrup bracing versus adhesive ankle taping on motor performance Gli effetti del rinforzo semirigido AirStirrup contro il taping adesivo alla caviglia sulle prestazioni motorie The impact on athletic performance is a critical consideration when choosing ankle support devices for competitive athletes. The purpose of this study was to determine if Air-Stirrup ankle bracing and adhesive ankle taping differed in their effects on motor performance. An additional purpose was to determine if there was a subjective preference toward the use of one support method over the other. Twenty-six male athletes performed an agility run, a 40-yard sprint, and a vertical jump while wearing: 1) adhesive tape, 2) Air-Stirrup brace, and 3) no support (control). Observed data suggest that both taping and bracing have no substantial effect on agility, sprinting speed, or vertical jumping ability. The difference in perceived comfort ratings reported by subjects with respect to support system shows that subjects were more comfortable using the brace over a standard ankle taping procedure. These results suggest that both the Air-Stirrup brace and conventional tape do not impede athletic performance. This study may assist athletes and clinicians in making a more informed selection of a prophylactic ankle support device when considering the effect on performance and comfort. L'impatto sulle prestazioni atletiche è una considerazione critica soprattutto quando si scelgono i dispositivi di supporto alla caviglia per atleti agonisti. Lo scopo di questo studio era di determinare se il rinforzo AirStirrup e il taping adesivo per la caviglia differivano nei loro effetti sulle prestazioni motorie. Un ulteriore obiettivo era di determinare se ci fosse una preferenza soggettiva verso l'uso di un metodo di supporto sull'altro. Ventisei atleti hanno svolto una corsa, uno sprint di quasi 40 metri, e un salto in verticale mentre indossavano: 1) il taping adesivo, 2) tutore Air-Stirrup, e 3) senza supporto (controllo). I dati osservati suggeriscono che sia il taping e il tutore non hanno alcun effetto sostanziale sull’agilità, sullo sprint di velocità, o sulla capacità di salto in verticale. La differenza di voti riportati sul comfort percepito dai soggetti in relazione al sostegno del sistema indica che i soggetti erano più a loro agio con una procedura standard di taping alla caviglia. Questi risultati suggeriscono che sia il tutore Air-Stirrup e il taping convenzionale non ostacolino la prestazione atletica. Questo studio potrebbe aiutare gli atleti e i medici a fare una selezione più consapevole di un dispositivo di supporto alla caviglia profilattico se si considera l'effetto sulle prestazioni e sul comfort. 115 Seah R, Mani-Babu S Managing ankle sprains in primary care: what is best practice? A systematic review of the last 10 years of evidence Gestione delle distorsioni della caviglia nelle cure primarie: qual è la pratica migliore? Una revisione sistematica degli ultimi 10 anni di prove To summarize the best available evidence in the last decade for managing ankle sprains in the community, data were collected using MEDLINE database from January 2000 to December 2009. Terms utilized: 'ankle injury primary care' (102 articles were found), 'ankle sprain primary care' (34 articles), 'ankle guidelines primary care' (25 articles), 'ankle pathways primary care' (2 articles), 'ankle sprain community' (18 articles), 'ankle sprain general practice' (22 articles), 'Cochrane review ankle' (58 articles). Of these, only 33 satisfied the inclusion criteria. The search terms identified many of the same studies. Two independent reviewers reviewed the articles. The study results and generated conclusions were extracted, discussed and finally agreed on. Ankle sprains occur commonly but their management is not always readily agreed. The Ottawa Ankle Rules are ubiquitous in the clinical pathway and can be reliably applied by emergency care physicians, primary care physicians and triage nurses. For mild-to-moderate ankle sprains, functional treatment options (which can consist of elastic bandaging, soft casting, taping or orthoses with associated coordination training) were found to be statistically better than immobilization for multiple outcome measures. For severe ankle sprains, a short period of immobilization in a below-knee cast or pneumatic brace results in a quicker recovery than tubular compression bandage alone. Lace-up supports are a more effective functional treatment than elastic bandaging and result in less persistent swelling in the short term when compared with semi-rigid ankle supports, elastic bandaging and tape. Semi-rigid orthoses and pneumatic braces provide Per riassumere le migliori evidenze disponibili nel corso dell'ultimo decennio per la gestione delle distorsioni della caviglia nella comunità, i dati sono stati raccolti utilizzando database MEDLINE dal gennaio 2000 al dicembre 2009. Termini utilizzati: 'caviglia cura lesione primaria' (102 articoli sono stati trovati), 'distorsione alla caviglia cura primaria' (34 articoli), 'le linee guida caviglia cure primarie' (25 articoli), 'percorsi caviglia cure primarie' (2 articoli), ' distorsione alla caviglia comunità '(18 articoli),' distorsione alla caviglia pratica generale '(22 articoli),' caviglia revisione Cochrane '(58 articoli). Di questi, solo 33 soddisfacevano i criteri di inclusione. Molti termini di ricerca individuavano gli stessi studi. Due revisori indipendenti hanno esaminato gli articoli. I risultati dello studio e le conclusioni generate sono stati estratti, discussi e infine approvati. Le distorsioni della caviglia si verificano comunemente, ma la loro gestione non sempre è prontamente accettata. L’Ottawa Ankle Rules è onnipresente nel percorso clinico e può essere affidabilmente applicata dai medici di pronto soccorso, dai medici e dagli infermieri di triage. Per le distorsioni della caviglia di grado lieve-moderato, le opzioni di trattamento funzionale (che può essere costituito da bendaggio elastico, morbido casting, nastratura o ortesi con il coordinamento della formazione associata) sono risultati statisticamente migliori dell’immobilizzazione. Per le gravi distorsioni della caviglia, un breve periodo di immobilizzazione in un gesso sotto il ginocchio o un sostegno si traduce in un recupero più veloce rispetto al bendaggio compressivo tubolare da solo. Il supporto Lace-up è un trattamento più 116 beneficial ankle support and may prevent subsequent sprains during high-risk sporting activity. Rehabilitation in combination with conventional treatment for acute lateral ankle sprains can be beneficial, although some of the studies reviewed gave conflicting outcomes. Therapeutic hyaluronic acid injections in the ankle are a relatively novel nonsurgical treatment but may have a role in expediting return to sport after ankle sprain. There is a role for surgical intervention in severe acute and chronic ankle injuries, but the evidence is limited. efficace del bendaggio funzionale elastico e dà come risultato meno gonfiore persistente nel breve termine se confrontato con cavigliere semirigide, bendaggio elastico e taping. Le ortesi semi-rigide e il rinforzo forniscono beneficio e supporto alla caviglia e possono prevenire distorsioni successive durante l'attività sportiva ad alto rischio. La riabilitazione in combinazione con la terapia convenzionale per distorsioni laterali della caviglia può essere utile, anche se alcuni degli studi esaminati hanno dato risultati contrastanti. Le iniezioni terapeutiche di acido ialuronico nella caviglia sono un trattamento relativamente nuovo non-chirurgico, ma possono avere un ruolo nell’accelerare il ritorno allo sport dopo la distorsione alla caviglia. C'è un ruolo per l'intervento chirurgico in gravi lesioni acute e croniche della caviglia, ma l'evidenza è limitata. 117 Forestier N, Toschi P The effects of an ankle destabilization device on muscular activity while walking Gli effetti di un dispositivo sull’attività muscolare durante il cammino in una caviglia destabilizzata Chronic Ankle Instability sprain causes are unclear and many factors or mechanisms may contribute to recurrence of this injury. The aim of the study was to investigate how an ankle destabilization device affects the EMG patterns of the ankle muscles during ankle stabilization against inversion. The left foot was equipped with a mechanical device mounted under the heel of the shoe. This mechanical device induces subtalar joint destabilization necessitating the control of ankle muscles. Surface electrodes were placed over the tibialis anterior, the peroneus longus, the peroneus brevis, the gastrocnemius lateral, and the gastrocnemius medial. Nine healthy subjects (mean age 37+/-12 yr; mean mass 68+/-17 kg; mean height 1.73+/-0.7 m) were instructed to walk normally along a tape fixed on the floor. The ankle destabilization device altered the walking pattern of all subjects. More specifically, the walking pattern is disturbed resulting in higher amplitude of the EMG activity of the peroneal muscles and the Tibialis Anterior and anticipatory reactions in the peroneal muscles. The results suggest that the ankle destabilization device could be beneficial for rehabilitation programs especially during the training of walking. Using this material may help to a specific reinforcement of muscles involved in antiinversion ankle movement. Le cause di instabilità cronica di caviglia sono poco chiare e molti fattori o meccanismi possono contribuire al ripetersi di tale danno. Lo scopo dello studio è stato quello di indagare come un dispositivo di destabilizzazione alla caviglia colpisce i modelli EMG dei muscoli durante la stabilizzazione in inversione. Il piede sinistro è stato dotato di un dispositivo meccanico montato sotto il tacco della scarpa. Questo dispositivo meccanico induce la sottoastragalica a destabilizzazioni comuni che richiedono il controllo dei muscoli della caviglia. Elettrodi di superficie sono stati collocati sopra il tibiale anteriore, il peroneo lungo, il peroneo breve e il gastrocnemio. Nove soggetti sani (età media 37+ / -12 anni; massa media 68+ / -17 kg, altezza media 1,73+ / -0,7 m) sono stati istruiti a camminare normalmente lungo un nastro fissato sul pavimento. Il dispositivo di destabilizzazione della caviglia ha alterato il pattern del cammino di tutti i soggetti. Più specificamente, il pattern del cammino è disturbato con conseguente maggiore ampiezza dell'attività EMG dei muscoli peronei e del tibiale anteriore e crea reazioni anticipatrici nei muscoli peronei. I risultati suggeriscono che il dispositivo di destabilizzazione della caviglia potrebbe essere utile per programmi di riabilitazione particolare durante il training del cammino. L'utilizzo di questo materiale può contribuire a un rafforzamento specifico dei muscoli coinvolti nella caviglia nel movimento di anti-inversione. 118 Lynch SA, Renström PA Treatment of acute lateral ankle ligament rupture in the athlete. Conservative versus surgical treatment Acute lateral ankle ligament sprains are common in young athletes (15 to 35 years of age). Diagnostic and treatment protocols vary. Therapies range from cast immobilisation or acute surgical repair to functional rehabilitation. The lateral ligament complex includes 3 capsular ligaments: the anterior tibiofibular (ATFL), calcaneofibular (CFL) and posterior talofibular (PTFL) ligaments. Injuries typically occur during plantar flexion and inversion; the ATFL is most commonly torn. The CFL and the PTFL can also be injured and, after severe inversion, subtalar joint ligaments are also affected. Commonly, an athlete with a lateral ankle ligament sprain reports having 'rolled over' the outside of their ankle. The entire ankle and foot must be examined to ensure there are no other injuries. Clinical stability tests for ligamentous disruption include the anterior drawer test of ATFL function and inversion tilt test of both ATFL and CFL function. Radiographs may rule out treatable fractures in severe injuries or when pain or tenderness are not associated with lateral ligaments. Stress radiographs do not affect treatment. Ankle sprains are classified from grades I to III (mild, moderate or severe). Grade I and II injuries recover quickly with nonoperative management. A non-operative 'functional treatment' programme includes immediate use of RICE (rest, ice, compression, elevation), a short period of immobilisation and protection with a tape or bandage, and early range of motion and neuromuscular training exercises. Proprioceptive training on a tilt board after 3 to 4 weeks helps improve balance and neuromuscular control of the ankle. Treatment for grade III injuries is more controversial. A comprehensive literature evaluation and meta-analysis showed that Trattamento per la rottura del legamento laterale della caviglia in un atleta. Il trattamento conservativo vs chirurgico Le distorsioni del legamento laterale della caviglia sono comuni nei giovani atleti (dai 15 ai 35 anni di età). I protocolli diagnostici e di trattamento sono diversi. Le terapie vanno dall’immobilizzazione o dalla riparazione chirurgica alla riabilitazione funzionale. Il complesso del legamento laterale include 3 legamenti capsulari: il tibiofibulare anteriore (ATFL), calcaneale (CFL) e il tibiofibulare posteriore (PTFL). Le lesioni si verificano in genere durante la flessione plantare e inversione; il ATFL è il più comunemente lesionato. Il CFL e la PTFL possono anche essere lesionati, dopo un inversione grave, insieme agli altri legamenti. Comunemente, un atleta con una distorsione laterale della caviglia ha un’instabilità dell’articolazione. La caviglia e il piede intero devono essere esaminati per verificare che non vi siano altre lesioni. Le prove di stabilità clinica per la rottura dei legamenti comprendono il test del cassetto anteriore (funzione ATFL) e tilt test in inversione di entrambi ATFL e CFL. Le radiografie possono escludere fratture nelle lesioni gravi o quando il dolore o la fragilità non sono associati con i legamenti laterali. Le radiografie sotto stress non influenzano il trattamento. Le distorsioni della caviglia sono classificate dai gradi da I a III (lieve, moderata o grave). Le lesioni di grado I e II si recuperano rapidamente con la gestione incruenta. Il programma di 'trattamento funzionale' prevede l'uso immediato di RICE (riposo, ghiaccio, compressione, elevazione), un breve periodo di immobilizzazione e protezione con un taping o una fasciatura, e i range iniziali di movimento e esercizi neuromuscolari. L’allenamento propriocettivo su una tavoletta oscillante dopo 3 o 4 settimane aiuta a migliorare 119 early functional treatment provided the fastest recovery of ankle mobility and earliest return to work and physical activity without affecting late mechanical stability. Functional treatment was complication-free, whereas surgery had serious, though infrequent, complications. Secondary surgical repair, even years after an injury, has results comparable to those of primary repair, so even competitive athletes can receive initial conservative treatment. Sequelae of lateral ligament injuries are common. After conservative or surgical treatment, 10 to 30% of patients have chronic symptoms, including persistent synovitis or tendinitis, ankle stiffness, swelling, pain, muscle weakness and 'giving-way'. Well-designed physical therapy programmes usually reduce instability. For individuals with chronic instability refractory to conservative measures, surgery may be needed. Subtalar instability should be carefully evaluated when considering surgery. l'equilibrio e il controllo neuromuscolare della caviglia. Il trattamento per le lesioni di grado III è più controverso. Una valutazione completa della letteratura e una meta-analisi hanno mostrato che il trattamento precoce funzionale forniscono un più veloce recupero della mobilità della caviglia e un veloce ritorno al lavoro e all'attività fisica senza influire sulla stabilità meccanica. Il trattamento funzionale è stato privo di complicanze, considerando che la chirurgia ha avuto complicanze gravi, anche se poco frequenti. Secondariamente alla riparazione chirurgica, anche anni dopo un infortunio, i risultati sono paragonabili a quelli di una riparazione primaria, quindi, anche gli atleti possono ricevere un iniziale trattamento conservativo. Gli esiti di lesioni legamentose laterali sono più comuni. Dopo il trattamento conservativo o chirurgico, dal 10 al 30% dei pazienti hanno avuto sintomi cronici, compresi sinovite persistente o tendiniti, rigidità della caviglia, gonfiore, dolore, debolezza muscolare e 'ceduta del passo'. Alcuni programmi ben progettati di terapia fisica in genere riducono l'instabilità. Per i soggetti con instabilità cronica recidiva dalle misure conservative può essere necessaria la chirurgia. Un’instabilità della sottoastragalica deve essere attentamente valutata quando si considera l'intervento chirurgico. 120 Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P Objective roentgenologic measurements of the influence of ankle braces on pathologic joint mobility. A comparison of 9 braces The stabilizing effect of external support (taping and nine different ankle braces) was tested in a total of 220 functionally unstable ankles. A standard surface EMG controlled stress Roentgen test protocol was used, measuring talar tilt (TT) without support and with tape bandage or brace. Different levels of TT restraining by external support could be identified. Tape bandage and two braces had a highly significant influence on the talar tilt. The mean TT without support was decreased by using from 13.4 degrees to 4.9 degrees, by using one brace to 4.8 degrees and by using another brace to 5.9 degrees. These two braces are effective for protection during functional treatment. A classification into three grades of effectiveness is proposed. It is concluded that the stabilizing influence offered by bandages and braces should be measured before using the external support as a treatment device for acute ankle sprain and as a reliable protection against sprain injuries in daily living and sports. Obiettiva misurazione dell'influenza di cavigliere su una mobilità articolare patologica. Un confronto di 9 sostegni L'effetto stabilizzante del supporto esterno (taping adesivo e nove suppoti diversi di caviglia) è stato testato in un totale di 220 caviglie funzionalmente instabili. È stato utilizzato uno standard di superficie EMG controllato dallo stress test Roentgen, la misura di inclinazione dell'astragalo (TT) senza supporto e con bendaggio, taping o tutore. Diversi livelli di contenimento della TT da supporto esterno potevano essere identificati. La fasciatura del taping e due supporti hanno avuto un'influenza molto significativa sul tilt astragalico. La TT media senza il supporto è stata ridotta utilizzando da 13,4 gradi a 4,9 gradi, utilizzando un sostegno di 4,8 gradi e con un altro rinforzo a 5,9 gradi. Questi due supporti sono efficaci per la protezione durante il trattamento funzionale. Una classificazione in tre gradi di efficacia viene proposta. Si è concluso che l'influenza stabilizzante offerta da bende e supporti deve essere misurata prima di usare il supporto esterno come un dispositivo di trattamento per la distorsione alla caviglia e a come una protezione affidabile contro gli infortuni di distorsione nella vita quotidiana e sportiva. 121 Callaghan MJ. Role of ankle taping and bracing in the athlete Il ruolo del taping alla caviglia e il rinforzo nell'atleta Adhesive tape is often used to help athletes recover from ligament sprains of the ankle or to prevent further injury. The choice of taping technique or material is often decided by personal preference, superstition, or anecdote. More recently, the use of ankle braces has become more prevalent, but reasons for their use are similarly variable. As ankle sprains are a major cause of an athlete's disability and time off sport, the choice of the method of support should be more scientifically reasoned. This paper attempts to review the literature concerning the effects of various methods of ankle support on swelling, stability, range of movement, proprioception, muscle function, gait, and performance tests. There is still some contradiction in the literature about the effects of taping and braces in both the acute and chronic phases of ligament sprains of the ankle. Il taping adesivo è spesso usato per aiutare gli atleti a riprendersi da distorsioni ai legamenti della caviglia o per prevenire ulteriori lesioni. La scelta della tecnica del taping o il materiale è spesso deciso da preferenze personali, superstizione, o aneddoti. Più recentemente, l'uso di cavigliere è diventato più prevalente, ma i motivi della loro utilizzazione sono altrettanto variabili. Dato che le distorsioni della caviglia sono una delle principali cause di disabilità di un atleta nel tempo libero e nello sport, la scelta del metodo di sostegno dovrebbe essere più scientificamente motivata. Questo documento cerca di passare in rassegna la letteratura sugli effetti delle diverse modalità di supporto alla caviglia, sul gonfiore, sulla stabilità, sul range di movimento, sulla propriocezione, sulla funzione muscolare, sull’andatura e sulle prove di funzionamento. C'è ancora qualche contraddizione in letteratura sugli effetti del taping e dei supporti sia nella fase acuta che cronica di distorsioni dei legamenti della caviglia. 122 Karlsson J, Andreasson GO The effect of external ankle support in chronic lateral ankle joint instability. An electromyographic study. We examined the effect of ankle taping on ankle joint stability by measuring mechanical stability using standardized stress radiographs. Anterior talar translation and talar tilt, both with and without ankle tape, were examined. The reduction of anterior talar translation and talar tilt with tape as compared to without tape was insignificant. The reaction time of the peroneus muscles was measured by electromyographic signal after a simulated ankle sprain on a tilting trapdoor. The reaction time was significantly slower in the unstable ankles of 20 athletes with unilateral ankle instability than in the stable contralateral ankles. With tape, the reaction time was significantly shortened, although not back to normal. The greatest improvement in reaction time was achieved in ankles with the highest degree of mechanical instability. Thus, the mechanism behind the function of ankle tape may be to restrict the extremes of ankle motion and to help shorten the reaction time of the peroneus muscles by affecting the proprioceptive function of the ankle. L'efficacia di un supporto esterno per la caviglia con instabilità cronica laterale. Uno studio elettromiografico. Abbiamo esaminato l'effetto del taping sulla stabilità articolare della caviglia, misurando la stabilità meccanica usando le radiografie con stress standardizzati. Sono state esaminate la traslazione anteriore e l’inclinazione dell'astragalo, con e senza taping alla caviglia. La riduzione di traslazione anteriore e l'inclinazione dell'astragalo con il taping rispetto ai senza taping sono state insignificanti. Il tempo di reazione dei muscoli peronei è stato misurato dal segnale elettromiografico dopo una distorsione alla caviglia simulato su una botola basculante. Il tempo di reazione è stato significativamente più lento nelle caviglie instabili di 20 atleti con instabilità unilaterale di caviglia rispetto alla caviglia controlaterale stabile. Con il taping, il tempo di reazione è stato significativamente ridotto, anche se non torna alla normalità. Il più grande miglioramento nel tempo di reazione è stato ottenuto nelle caviglie con il più alto grado di instabilità meccanica. Così, il meccanismo di base del funzionamento del taping alla caviglia può essere quello di limitare gli estremi di movimento e di aiutarli ad abbreviare il tempo di reazione dei muscoli peronei modificando la funzione propriocettiva della caviglia. 123 Karlsson J, Swärd L, Andréasson GO The effect of taping on ankle stability. Practical implications Ankle ligamentous injuries are very common in sports. One of the most popular methods of supporting the weakened ankle is external support with ankle tape. The tape can be used to prevent ankle injuries, to stabilise the injured ankle to prevent further injury, and as a stabiliser during the rehabilitation phase. Of the various taping methods, basket weaves (combined with stirrup and a heel-lock) are the most effective for increasing the mechanical stability of the ankle, especially in the frontal plane (talar tilt). A combination of increased mechanical stability, decreased range of ankle motion and an improvement in the proprioceptive function of the ankle ligaments are factors associated with effectiveness of ankle taping. The major drawbacks of ankle taping are the high costs and decreased support after exercise. L'effetto del nastro adesivo sulla stabilità della caviglia. Implicazioni pratiche. Le lesioni legamentose della caviglia sono molto comuni nello sport. Uno dei metodi più diffusi per sostenere la caviglia debole è il supporto esterno con taping alla caviglia. Il nastro può essere usato per prevenire le lesioni, per stabilizzare la caviglia lesa per evitare un’ulteriore lesione e come stabilizzatore durante la fase di riabilitazione. Tra i vari metodi di taping, i basket weaves (in combinazione con supporto e un heel-lock) sono i più efficaci per aumentare la stabilità meccanica della caviglia, soprattutto sul piano frontale (inclinazione dell'astragalo). Una combinazione di una maggiore stabilità meccanica, una diminuzione del range di movimento della caviglia e un miglioramento della funzione propriocettiva dei legamenti della caviglia sono i fattori associati con l'efficacia del taping alla caviglia. Gli svantaggi principali del taping sono i costi elevati e una diminuzione di sostegno dopo l'esercizio. 124 RINGRAZIAMENTI Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia. Grazie alla mamma e al babbo, per essere stati sempre presenti, per avermi incoraggiata e sostenuta in ogni mia scelta, per quell'aiuto silenzioso o esplicito che tante volte è venuto dal loro cuore. È a loro che devo tutto. Un grazie a mia sorella Giulia, che rende ogni giorno un pò speciale. Grazie ad Alessio, che in questo periodo un pò particolare, ha sopportato con estrema pazienza i miei sbalzi d‟umore e le mie paranoie, grazie per essermi sempre stato vicino, per tutti i giorni passati insieme e per quelli che verranno. Un grazie ai miei amici e alle mie amiche, in particolare Alice, che pur non avendo vissuto questi anni universitari con me, mi ha sempre aiutata, non negandomi mai un consiglio o un favore, grazie per essere stata come una sorella. Grazie a Patrizia, la mia relatrice, che oltre alla sua professionalità, mi ha dimostrato e insegnato l‟umanità di questa professione. Un grazie a tutti i miei tutor, per la loro pazienza e per tutto quello che ho potuto apprendere da loro. Grazie ad Alice, Claudio, David, Elena, Elisa, Francesco e Gabriele, i miei compagni di corso, con loro ho trascorso tre anni di studi e di amicizia. Un particolare grazie va infine al mio allenatore e alle mie compagne di squadra, soprattutto a quelle che “purtroppo” hanno ispirato la mia tesi. 125