Un`estate con Fido e senza farsi beccare dal moscerino killer
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Un`estate con Fido e senza farsi beccare dal moscerino killer
@ www.albanesi.it www.scalibor.it C3SOCIETÀ E COSTUME IL CAFFÈ 26 giugno 2011 39 L’allarme Ferie e quattrozampe La Comunità europea l’ha dichiarata “Patologia prioritaria”. È la leishmaniosi, infezione causata da un insetto. In Svizzera non c’è. Per ora. Ma è molto frequente all’estero. Su iPhone e iPad tutte le zone “contaminate” I focolai Cosa sapere L’esperto “Più a rischio se le difese immunitarie sono deboli” “G uardi, ho ancora negli occhi la scena di quel povero cane, un Labrador. È entrato nel mio studio in uno stato pietoso. Aveva croste dappertutto, si scuoteva per il fastidio e il sangue schizzava ovunque”. A raccontarlo è uno che di casi di leishmaniosi ne ha visti parecchi, il veterinario Stefano Boltri, che sul Caffè cura la rubrica “Qua la zampa”, molto seguita dai nostri lettori. Insomma, dottore, non si scherza con la leishmaniosi. È un malattia pericolosa dunque? “Pericolosissima. Soprattutto se le difese immunitarie dell’animale sono deboli”. Addirittura? “Sì perché il cane non riesce a espellere il parassita che il moscerino gli inietta con la puntura”. Quindi il cane può anche morire? “Certo. E quel povero labrador di cui parlo sopra ha fatto proprio questa fine”. Il moscerino responsabile è attivo tutto l’anno? “Colpisce principalmente da maggio ad ottobre”. Com’è possibile non arrivare È una malattia insidiosa. Con un periodo di incubazione molto lungo. Anche un anno per tempo ad accorgersi che l’animale s’è infettato? “Non è così facile. La leishmaniosi è una malattia insidiosa, con un periodo di incubazione molto lungo, anche un anno. È il caso di quel labrador. Inoltre, a confondere le cose, c’era il fatto che in casa avevano eseguito dei lavori e quindi girava cemento e si pensava ad una semplice allergia”. Non esiste un vaccino? “Non c’è un farmaco preciso che agice sulle larve”. Le zone a rischio aumentano sempre di più. Cosa consiglia a chi ha l’abitudine di viaggiare sempre con il cane appresso? “Una buona profilassi”. Iniziando quando? “Anche il giorno prima, va bene”. A base di che? “Repellenti. C’è lo scalibor, un collare che l’animale può tenere anche 5-6 mesi. Altrimenti l’Advantix, a base di fialettine da spargere sulla cute del cane in più punti. Ma se si frequentano zone molto a rischio come il sud Italia meglio ripetere le dosi ogni quindici giorni”. Per tranquillizzare i nostri lettori diciamo però che esistono anche forme molto lievi di leishmaniosi. “Certo. Tutto dipende dalla diversa risposta immunitaria del cane”. p.g. G La prevenzione La leishmaniosi canina in Italia è estesa con percentuali alte: oltre il 25 per cento, in maggior parte al sud, province della Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia. Ma da qualche anno pure al nord della penisola Ad esempio sono stati scoperti focolai in Piemonte, Lombardia. Anche in Val d’Aosta PATRIZIA GUENZI li amanti di Fido possono dormire sonni tranquilli. Per ora. Nel prossimo futuro le cose potrebbero però cambiare e anche il nostro Paese dover fare i conti con una pericolosa malattia parassitaria: la leishmaniosi. Colpisce prevalentemente il cane, anche se l’uomo non ne è immune (i gatti risultano più protetti). Responsabile di questa infezione la puntura di un moscerino, un insetto simile alla zanzara (Phlebotomus papatasi) più comunemente chiamato pappatacio. “Fino ad oggi questo moscerino non è stato individuato nella nostra regione, perché per vivere ha bisogno di un certo clima caldo umido”, premette Luca Bacciarini, sostituto responsabile dell’Ufficio del veterinario cantonale. Tuttavia il pericolo è dietro l’angolo. “Così come è arrivata anche da noi la Bluetongue, la malattia della lingua blu nei ruminanti, e la zanzara tigre, potrebbe quindi benissimo sbarcare anche il pappatacio e, di conseguenza, potremmo dover fare i conti con la leishmaniosi”. A mettere in allarme gli addetti ai lavori, e i proprietari di cani ovviamente, anche la decisione della Comunità europea di dichiarare l’infezione parassitaria “patologia prioritaria”. Fortunatamente, un aiuto arriva da una mappa realizzata da Intervet/Schering Plough, su carta e su i-Phone e i-Pad (applicazione gratuita), che sfrutta il posizionamento Gps del nostro telefono. In questo modo, in tempo reale si hanno le informazioni sui focolai infettivi nelle varie zone che stiamo attraversando, oltre a fornire un elenco di punti vendita di prodotti per cani e aree di sosta. Perché con la leishmaniosi è meglio non scherzare. Purtroppo non è facile capire immediatamente quando la malattia ha infettato il cane. Il rischio è quello di perdere tempo prezioso e ritardare quindi la terapia, mettendo in pericolo la vita dell’animale. Un cane risultato positivo al test può anche vivere a lungo prima di dare evidenti segnali della malattia, ma può tuttavia diffonderla. “I sintomi non si manifestano immediatamente dopo la puntura - precisa Bacciarini -. Possono anche essere diversi e presen- Zone di presunta diffusione della leishmaniosi Da aprile a ottobre inoltrato. Con collari o applicando fialette sulla cute dell’animale. Da ripetere spesso nelle zone più a rischio. Purtroppo i comuni antiparassitari contro le pulci e le zecche non servono a nulla Un’estate con Fido e senza farsi beccare dal moscerino killer tarsi assieme o singolarmente. Non dimentichiano poi che anche gli organi interni possono essere colpiti”. Insomma, meglio non dormire sonni troppo tranquilli. Anche se - per ora - noi svizzeri siamo fuori dal contagio, chi ha l’abitudine di viaggiare col proprio cane deve prestare molta molta attenzione. Anche su internet si trovano le informazioni sui focolai infettivi presenti nelle zone di destinazione, come ad esempio quelle temperate e subtropicali dei diversi continenti, l’area mediterranea in modo particolare. Infatti, negli ultimi anni in Italia la malattia s’è allargata a numerose zone, prima pulite. Territori non costieri e al settentrione, mettendo in pericolo anche l’uomo. Da una recente analisi condotta dagli Istituti zooprofilattici emerge che 2’600 comuni italiani sono positivi alla leishmania canina. Che fare? La solu- zione migliore è ricorrere ad una seria profilassi. Il modo migliore è rivolgersi al proprio veterinario che deciderà il tipo di prodotto e in che modo praticare una protezione efficace prima della nostra partenza. “Possibile solo con repellenti spiega Stefano Boltri, veterinario che cura una rubrica sul Caffè e che abbiamo interpellato (vedi articolo a fianco) -. Collari o fialette”. [email protected] Le terapie Se il cane si infetta sono indispensabili le cure del veterinario. A base di pasticche, perché sovente la malattia colpisce anche gli organi interni La patologia In alcuni casi si manifesta solo sulla cute, in altri vengono colpiti gli organi interni. C’è anche il cane che viene colpito sia fuori che dentro I Paesi pericolosi Dalla Sicilia alla Val d’Aosta ecco dove vive il pappatacio S e una volta il Pappatacio, l’insetto portatore dell’infezione della leishmaniosi, si limitava alle aree costiere della Spagna, della Grecia e del Sud Italia e fino a una ventina di anni fa il Nord Italia era considerato praticamente indenne oggi non è più così. Sono stati accertati focolai in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte ed altri probabili in Trentino e Lombardia. In Piemonte sono tre le aree in cui la leishmaniosi canina è costantemente presente: Torino, Ivrea, Casale Monferrato. Anche in un’area montuosa come la Val d’Aosta, fino a poco tempo fa priva di pericolo, è stato identificato un possibile focolaio instabile. Mentre l’Italia centrale è sempre stata considerata zona a rischio, così come quella meridionale, in Sardegna, in Sicilia. L’aumento di segnalazioni di casi di leishmaniosi canina in zone prima ritenute “pulite” fa concludere che in sostanza non esistono aree che possano essere considerate sicure al cento per cento. E le continue variazioni climatiche modificano il panorama infettivo. Così, le cosiddette mappe della leishmania si allargano a macchia d’olio e oggi praticamente nessuna zona d’Italia può dichiararsi “pulita”. Uscendo dai confini italiani, paesi come la Francia, il Portogallo, la Spagna, la Grecia, Malta devono sempre più spesso fare i conti con la leishmaniosi. Infine, in base ad analogie climatiche e caratteristiche ambientali simili, gli esperti prevedono che in tempi piuttosto brevi la diffusione della malattia potrebbe estendersi ad altre zone dell’Europa centrale. Insomma, viaggiare con Fido sarà sempre più a rischio. p.g La diagnosi Viene effettuata sul sangue, sull’urina, su prelievi citologici di linfonodi, midollo osseo e milza I gatti Hanno un sistema immunitario più resistente, che li protegge rispetto ai compagni cani. E quindi si difendono meglio dal parassita