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Alitosi No Grazie!

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Alitosi No Grazie!
Alitosi No Grazie!
Tutto quello che avresti voluto sapere
sull’alitosi…e non hai mai osato chiedere!
A cura del Dr.Simone Stori - Direttore sanitario di Microdent
Prima edizione - Gennaio 2016 - Tutti i diritti riservati Introduzione del Dr.Stori ...................................4
Introduzione alla guida “Alitosi No Grazie” ........................5
L’Alitosi ................................................................6
Che cos’è l’alitosi?..................................................................6
Chi soffre di disturbi dell’alito? ........................................................................................ 6
Cosa causa l’alitosi? ..............................................................7
Tipi di Alitosi .........................................................................8
L’alitosi mattutina ................................................................9
Alitosi Immaginaria ............................................................. 9
Cause dell’alito cattivo .......................................10
Paradontite e Disturbi Gengivali .......................................10
Bocca secca...........................................................................11
Carie e protesi incongrue.................................................... 12
Muco in eccesso ...................................................................12
Infezioni dei seni mascellari ........................................................................................... 12
Alimentazione ...................................................................... 13
Categorie di Alimenti Sconsigliati .................................................................................. 13
Farmaci................................................................................15
Tonsille ................................................................................. 15
Sintomi dell’Alitosi ............................................16
Test dall’alito ......................................................17
Rimedi per l’Alitosi ............................................18
Consigli “domiciliari” ..........................................................18
Pulizia della bocca e della lingua .................................................................................... 18
Comportamenti per ridurre alitosi .................................................................................19
Curare l’alimentazione ................................................................................................... 20
Rimedi Naturali ..............................................................................................................20
Terapie Professionali .......................................................... 21
Cura della paradontite .................................................................................................... 21
Terapie Convenzionali ....................................................................................................22
Terapia LASER di Microdent ......................................................................................... 24
Conclusioni ........................................................27
Introduzione del Dr.Stori
Salve a tutti! Sono il dr.Simone Stori, direttore sanitario di
Microdent Dental SPA, centri odontoiatrici siti in Bologna e
Bari specializzati nel trattamento della paradontite con
tecniche minimamente invasive e LASER assistite, nonché
nel trattamento dei pazienti fobici.
Sono nato il 10 gennaio del 1984 e mi sono laureato con
Lode presso l’Università degli Studi di Bologna nel 2008,
con una tesi in parodontologia. Da quel momento ho completato i miei studi a Firenze,
apprendendo le tecnologie più avanzate come il microscopio operatorio ed i laser ad alta
potenza, in particolare riguardo al loro utilizzo nel trattamento della parodontite, meglio
nota come piorrea, e della perimplantite.
La mia formazione è sempre continua verso le nuove tecnologie e procedure
odontoiatriche, al fine di garantire sempre la massima qualità e la minima invasività nelle
prestazioni. Dal 2015 frequento un Master Europeo in Laser in Odontoiatria (EMDOLA).
Attualmente Microdent ha due centri in Italia: uno a Bari, in pieno centro, ed uno a
Bologna, Microdent Dental SPA, la prima Dental SPA italiana!
Entrambi i centri, facilmente raggiungibili, sono dotati delle tecnologie più moderne e
vantano uno staff di quasi 20 persone ed un totale di 8 postazioni operative, tutte dotate
di microscopio operatorio e e LASER.
La terapia LASER della paradontite adottata da Microdent è minimamente invasiva,
spesso eseguita senza anestesia e sopratutto “certificata”, grazie ad una verifica oggettiva
della guarigione. Con questa terapia è possibile salvare denti spesso considerati da
estrarre e risolvere velocemente il problema dell’alitosi!
Inoltre tutte le prestazioni odontoiatriche sono attuate nell’ottica dell’odontoiatria
minimamente invasiva, con un approccio che permette di combattere la paura del dentista
ed attuando piani terapeutici sempre condivisi con i nostri pazienti, che preferiamo
chiamare ospiti, per una scelta pienamente consapevole e basata sulle esigenze e richieste
del paziente.
Vi auguro una buona lettura…e vi aspetto nei centri Microdent!
Introduzione alla guida “Alitosi No Grazie”
Molti si chiederanno ora cosa c’entra l’alitosi con la paradontite e per fugare questi dubbi,
spiegando anche il motivo di questa guida, ecco subito la spiegazione: l’alito cattivo
dipende da delle molecole odorose prodotte dai batteri anaerobi presenti nella bocca…in
particolare modo all’interno delle tasche gengivali! Quindi…gli stessi batteri che causano i
disturbi gengivali e quindi la paradontite sono anche causa principale dell’alitosi!
Infatti nonostante quello che si possa credere…nel 90% dei casi l’alitosi ha origine dalla
bocca e non dallo stomaco o dall’intestino come in molti ancora affermano!
Nel corso degli anni sono sempre più i pazienti che si presentano alla nostra attenzione
perché affetti da importanti alitosi che vanno a minare anche i loro rapporti sociali, con
un’imbarazzo continuo e con un calo importante dell’autostima.
Queste persone vivono anche col terrore i rapporti con parenti e partner e riportano
difficoltà ed imbarazzo anche nei rapporti lavorativi. Spesso gli vengono offerte delle
mentine o caramelle per l’alito e le persone si allontanano da loro. Infine la frustrazione
cresce quando anche iniziando a curare meglio l’igiene orale domiciliare..i risultati sono
molto scarsi!
La maggior parte di questi pazienti sono affetti da qualche forma di disturbo gengivale e,
trattando con tecniche non invasive e “certificate” il problema parodontale, l’alitosi va a
risolversi spontaneamente e velocemente in poche settimane se non giorni!
Ancora più importante è il fatto che l’alitosi è spesso il motivo scatenante l’approccio al
dentista e ciò permette di individuare pazienti affetti da piorrea che se non si fossero
mossi per l’alito cattivo probabilmente avrebbero perso velocemente i loro denti!
In questa guida troverete tutte le informazioni su cos’è l’alitosi, quali sono le varie cause
possibili, come si può verificare il grado dell’alito e ovviamente i consigli più validi sui
rimedi domiciliari e professionali per risolvere questo imbarazzante problema!
Augurandovi una buona lettura, vi ricordo che sono a vostra completa disposizione per
ogni qualsivoglia informazione sul tema alitosi o altri temi di carattere odontoiatrico.
Ecco quindi i nostri contatti:
[email protected]
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L’Alitosi
Che cos’è l’alitosi?
Partiamo immediatamente dalla definizione più comune di alitosi.
Alitosi - /a·li·tò·ṣi/ - sostantivo femminile
“Conosciuta anche come bromopnea, è un disturbo che si manifesta con l'emissione di
cattivo odore durante la respirazione e l'atto fonatorio.”
Quasi tutti i casi di alito cattivo ed i disturbi del gusto coinvolgono un gruppo di batteri
particolari, che vivono nelle tasche gengivali, sotto la superficie della lingua, nella gola, e
spesso nelle tonsille (se presenti). Questi batteri reagiscono ai cambiamenti nel loro
ambiente producendo dei composti volatili solforati (VSC) dall’odore forte e cattivo, come
ad esempio il solfuro di idrogeno (il “classico” odore di uova marce), il mercaptano
metilico (simile all'odore di vecchi calzini), e molti altri prodotti chimici, come la
cadaverina e putrescina.
Prima di entrare in modo approfondito nei dettagli, è importante esprimere un concetto
basilare: l’obiettivo delle terapie verso l’alitosi è in primis di eliminare il più possibile i
batteri produttori di VSC (spesso causa anche dei disturbi gengivali) oppure di modificare
l’ambiente orale per renderlo meno amichevole per i batteri produttori di molecole VSC e
quindi causa dell’alito cattivo. Questa è l’unica soluzione che funziona per un approccio
corretto a questo problema.
Inoltre è molto importante sottolineare che solo molto raramente l’alito cattivo deriva da
problematiche intestinali e dello stomaco!
Chi soffre di disturbi dell’alito?
Il 35% della popolazione mondiale ha una malattia cronica, ossia una condizione di alitosi
che li porta di solito, e giustamente, a cercare aiuto da un professionista. Questo primo
gruppo ha l'alito cattivo 24 ore al giorno, tra gli odori derivanti dagli alimenti, disordini
del gusto, secchezza della bocca e, naturalmente, l’ alitosi mattutina.
Un altro 35% è "borderline" che significa che il loro alito sembra fresco tutto il giorno, ma
possono facilmente raggiungere livelli "critici", se mangiano certi cibi (latticini, alcool,
zuccheri), dopo l'assunzione di farmaci (antistaminici, antidepressivi, ipertensione
farmaco di pressione) e sempre quando si svegliano.
Il restante 30% raramente si preoccupa del proprio alito. Le uniche eccezioni sono quando
mangiano aglio e cipolla.. o al risveglio (alitosi mattutina).
L’American Breath Specialist afferma che 70 milioni di americani soffrono di alitosi!
Cosa causa l’alitosi?
Le condizioni che scatenano l’alitosi sono principalmente le seguenti:
• Parodontite
• Carie e protesi incongrue
• Bocca asciutta
• Saliva “densa”
• Eccesso di muco in gola
• Una dieta ricca di proteine (latticini, carni rosse, fagioli, ecc)
• Fumo
• Alcol (in bevande per adulti e sorprendentemente nel collutorio)
• Cambiamenti ormonali
• Farmaci che hanno la bocca asciutta come un effetto collaterale (antidepressivi, farmaci
ipertensione, antistaminici, ecc).
• Diabete
• Particolari tipi di diete (come la dieta Atkins o altre diete ricche di proteine)
• L'uso eccessivo di prodotti orali a base di alcool e Sodium Lauryl Sulfate
Molti si staranno chiedeno in questo momento, "Ma le cipolle e l'aglio? Che cosa c’entrano
i batteri con l'alito cattivo che ho quando mangio questi cibi? "
La verità è che lo zolfo è anche il colpevole in casi di alito cattivo causato dal cibo. Cipolle,
aglio, e altri cibi piccanti contengono una varietà di composti di zolfo, noti come
mercaptani, che sono molto odorosi.
Iniziamo ora spiegando un altro concetto molto importante su questi batteri. Essi non
sono tutti "cattivi" – e non sono infettive. Tutti nel mondo hanno lo stesso gruppo di
batteri nella loro bocca. Non ci si può infettare ed avere l'alito cattivo per via di qualcun’
altro - anche con un bacio. Dal momento che una parte (esclusi quelli parodontopatogeni e
causa del problema parodontale) compongono la nostra normale flora orale, non si può
rimuoverli totalmente dalla bocca, ad esempio con i nettalingua, gli antibiotici oppure i
collutori!
L'unico metodo clinicamente efficace di arrestare alitosi è di ridurre la concentrazione dei
batteri patogeni e di modificare la capacità dei batteri di produrre VSC, nonché
contrastare le molecole solforose “inattivandole”.
Parlando di batteri, c'è un altro fatto che si deve conoscere su questi batteri. Sono
classificati come "anaerobi" - che letteralmente significa "senza ossigeno". Essi prosperano
in un ambiente dove l'ossigeno non è presente. È per questo che NON vivono sulla
superficie della lingua! Vivono tra papille (fibre) che compongono la lingua oppure , e
soprattutto, all’interno delle tasche parodontali patologiche! Per questo motivo è
fondamentale, se affetti da alitosi, effettuare una visita specialistica da un parodontologo,
soprattutto se sono presenti anche altri sintomi come sanguinamento, mobilità dentaria,
sensibilità al freddo e caldo.
Tipi di Alitosi
I disturbi dell’alito si possono distinguere in fisiologici e patologici.
I disturbi fisiologici sono transitori, generalmente insorgono in particolari circostanze in
cui si ha una diminuzione del flusso salivare ed un’alterazione del pH della bocca e
consistono in:
• alito mattutino o al primo risveglio;
• alito che si sviluppa in una condizione di eccessiva fame;
• alito che si sviluppa quando si discute per molto tempo;
• alito che insorge nel periodo mestruale (menorrea) ;
• alito che insorge se si assumono particolari tipi di alimenti (soprattutto spezie);
• alito che insorge se si assumono particolari tipi di farmaci (alcuni antistaminici,
antiipertensivi, antidepressivi etc).
I disturbi invece patologici sono decisamente più intensi e persistenti, che diventano
cronici qualora non si risolvano le cause, che nella maggior parte dei casi sono di natura
orale.
L’alitosi mattutina
Parlando di alitosi mattutina c’è subito una bella notizia che voglio condividere con te!
Ossia il fatto che, quasi tutti, hanno l’alitosi mattutina in un modo o nell'altro!
Mentre dormiamo per tutta la notte, le nostre ghiandole salivari rallentano (o per alcuni
anziani si spengono completamente) perché il nostro cervello sa che non stiamo
mangiando. Questo, combinato con il flusso costante di aria (per quelli che russano o sono
respiratori orali) crea un ambiente molto secco sulla lingua, all'interno della nostra cavità
orale e nella gola (terreno fertile per i batteri anaerobi produttori di zolfo che causano
l'alito cattivo e i disturbi del gusto). La saliva è il modo naturale di proteggerci dall’alito
cattivo, perché la saliva sana contiene alte concentrazioni di ossigeno - il nemico naturale
di batteri anaerobi. Quindi, se hai l’alitosi mattutina dopo una buona notte di sonno - non
ti preoccupare, non sei il solo!
Alitosi Immaginaria
L’alitosi immaginaria è uno stato molto più frequente di quello che appare. In uno studio
sulle componenti psicosomatiche dell’alitosi guidato dal prof.Rosemberg ti Tel Aviv, è
emerso come nel 66% dei soggetti studiati, in particolare donne dall’età media di 43 anni,
la valutazione soggettiva del proprio alito è enormemente sopravvalutata in senso
negativo rispetto a quella oggettiva!
Sicuramente è abbastanza chiaro come sia facile sovrastimare un disturbo come l’alito
cattivo, dato che ha forti implicazioni psicosociali e disagi nelle relazioni interpersonali!
A livello psichiatrico esiste una condizione chiamata “sindrome olfattiva di riferimento”,
in cui un disturbo va incontro ad una somatizzazione con la credenza che un odore cattivo
derivi costantemente da una certa parte del corpo, in particolare dalla bocca.
Per questo motivo è necessario la valutazione di un professionista nonché la valutazioni
delle “risposte sociali” del proprio alito per capire se è un disturbo oggettivo o solamente
soggettivo.
2
Cause dell’alito cattivo
Paradontite e Disturbi Gengivali
La parodontite è una delle principali cause di disturbi dell’alito, per via dei batteri
anaerobi correlati. Inoltre alti livelli di composti solforati volatili (molecole dell’alito
cattivo) permettono ad alcune tossine di entrare nell'area tra i denti e il margine gengivale,
creando i primi stadi dell’infezione parodontale.
Molti studi dimostrano anche che sanguinamento delle gengive può portare ad attacchi di
cuore e ictus!
Pensa a questo per un attimo: Ti svegli al mattino, vai in bagno e ti lavi i denti. Dopo pochi
colpi di spazzolino, noti nello specchio o nel lavandino che le gengive sanguinano. Ma…
basta ignorarlo e continuare a spazzolare. Hai mai ignorato il sanguinamento se è venuto
dal tuo occhio, orecchio, o dalla mano? Ovviamente no! Una volta che il sanguinamento
inizia è un segno che c'è qualcosa che non va! Significa anche che il nostro strato di
protezione (la pelle, o in questo caso - la mucosa orale) è aperto e suscettibile all’invasione
da parte di batteri e virus indesiderati.
La pelle della cavità orale è nota come mucosa orale. È molto ricca di vasi sanguigni e se
batteri dall’esterno entrano possono portare le tossine nel circolo sanguigno e da lì in tutto
il corpo.
La placca ed il tartaro distruggono la salute delle gengive, innescando un meccanismo
infiammatorio che porta ad indebolire l'osso di sostegno, riassorbendolo. Se la patologia
non viene presa in tempo può portare alla perdita anche precoce dei denti!
Tuttavia, ciò che la più recente ricerca è riuscita a comprendere è che i batteri anaerobi ed
i loro composti di zolfo sono la vera causa in molti disturbi orali - dal gonfiore al
sanguinamento fino all’alitosi.
Kostelc ed Altri hanno notato che i pazienti affetti da paradontopatie producono più VSC.
Anche la ricerca di Miyazaki (J. Periodontol., 1995. 66:79-84) ha mostrato una
correlazione positiva tra concentrazioni di VSC, stato parodontale e placca linguale.
Nella ricerca sostenuta dal Medical Research Council del Canada (approvazione MT
35489) è stato dimostrato che i composti sulfurei volatili aumentano con la profondità
della sacca gengivale e possono favorire le malattie parodontali (J. Tonzetich).
Ed è anche ora sempre più dimostrato come la parodontite sia legata a problemi sistemici
come le malattie cardiache, ictus,polmonite, osteoporosi e problemi in gravidanza!
Questi batteri anaerobi hanno la capacità di estrarre i composti dello zolfo dalle proteine
prodotte quando le gengive sono gonfie e sanguinanti. Alcuni di questi composti dello
zolfo sono classificati come tioli. Questi sono stati recentemente studiati perché paiono
permettere ad altri batteri - e le tossine che producono - di infiltrarsi sotto il margine
gengivale. Se le gengive sono già gonfie e sanguinanti, queste tossine batteriche possono
entrare nel flusso sanguigno e viaggiano in tutto il corpo portando a ictus o ad attacchi di
cuore!
Il legame tra sanguinamento delle gengive e le malattie cardiache e ictus appare più
evidente negli uomini di età 40-50 anni.
Bocca secca
La bocca asciutta è un’altra tra le cause principali dell’alitosi.
Anche se alcuni casi di secchezza della bocca si verificano naturalmente (si produce meno
saliva quando si invecchia), la maggior parte dei casi sono causati da uno di questi fattori:
farmaci (di solito prescritti per la pressione alta o depressione), anti istaminici, bevande e
collutori contenenti alcool.
La saliva è una componente molto importante per la salute orale. In particolare, la saliva
svolge 3 importanti funzioni:
1. Fornisce enzimi per aiutare con la digestione del cibo;
2. Fornisce un metodo per stabilizzare il pH (mantenere i livelli di acido sotto controllo);
3. Fornisce elevati livelli di ossigeno per mantenere i tessuti sani e freschi.
Se si soffre di secchezza delle fauci (xerostomia), si ha naturalmente meno saliva. A sua
volta, meno saliva significa meno ossigeno e se c'è meno ossigeno disponibile
nell'ambiente orale, allora si ha un ambiente 'anaerobio', che letteralmente significa 'senza
ossigeno'. Un ambiente anaerobio è una casa perfetta per questi batteri produttori di zolfo
e altre sostanze. In queste condizioni i batteri sono ora in grado di produrre alti livelli di
gas di zolfo, che a loro volta rendono il respiro ed il gusto peggiore!
Chi respira principalmente dalla bocca o i russatori sono più inclini all’ alito cattivo. Ciò è
dovuto alla forza dell'aria che costantemente asciuga i tessuti orali e la superficie della
lingua, interrompendo la protezione offerta dalla saliva sana.
Carie e protesi incongrue
La presenza di carie importanti o di protesi fisse non più congrue può aumentare la
presenza di alito cattivo, dato dal ristagno dei residui di cibo nelle zone adiacenti. Inoltre,
in caso di carie, il pH della zona è molto acido per permettere il processo cariogeno e
quindi nelle zone acide è più facile la riproduzione dei batteri e aumentare la produzione
di molecole solforate. Anche le protesi, fisse e non, possono accumulare placca e residui di
cibo che diventano una fonte di sostentamento per i batteri produttori di VSC, causa dei
disturbi dell’alito!
Uno dei metodi per testare l’alito e la carie è inoltre molto similare…bisogna passare il filo
interdentale, meglio se non cerato, tra i denti e poi annusare. Se l’odore non è ottimale…
attenzione!
Muco in eccesso
Il muco in eccesso o lo scolo retro nasale di muco produce una fonte di cibo per i batteri
anaerobi.
Sembra inoltre la principale causa di disturbi dell’alito nei bambini.
Sappiamo che le proteine sono costituite da catene di amminoacidi, che a loro volta
contengono composti solforati. Quando una persona ha un gocciolamento retro nasale, i
canali di scolo del muco arrivano nella parte posteriore della lingua e della gola, dove
vivono appunto i batteri. Poiché il muco è costituito da fili collegati di proteine, i batteri
hanno la possibilità di cibarsi, convertendo queste proteine in composti solforosi!
Gli antistaminici purtroppo non aiutano, in quanto l'effetto di essiccazione degli stessi
crea esso stesso un problema (in quanto la saliva aiuta nel controllo dei germi).
Infezioni dei seni mascellari
L’alito cattivo può derivare da infezioni dei seni mascellari?
No, in quanto questi batteri anaerobici non possono vivere nei seni perché ricchi di
ossigeno (anche se i VSC prodotti potrebbero attraversare i seni stessi). Quando qualcuno
ha un'infezione del seno, uno dei sintomi più comuni è il mal di testa intenso, causato
dalla pressione dell’infezione nei seni.
Tuttavia, se si soffre di sinusite (eccesso di muco, gocciolamento, ecc), allora questo
potrebbe peggiorare il vostro alito, in quanto le proteine presenti nel muco agiscono come
una fonte di cibo per i batteri.
Alimentazione
Perché alcuni alimenti (cipolle, aglio, latte, caffè, ecc) peggiorano il vostro alito?
I batteri produttori di VSC amano le proteine, e alcuni alimenti sono ricchi di proteine
“odorose”:
• Cipolle e aglio già contengono potenti composti volatili, chiamata mercaptani – ed il
mangiarli aggiunge semplicemente più molecole dal cattivo odore - che a volte possono
anche entrare nei polmoni e nel flusso di sangue.
• Latte e formaggio e la maggior parte degli altri prodotti lattiero-caseari sono
problematici per la maggior parte delle persone (Il contenuto di grassi non ha
importanza). Se si è intolleranti al lattosio, è importante non mangiare o bere questi
prodotti caseari ! Infatti dal momento che il sistema non li può digerire correttamente,
sono disponibili per i batteri per un periodo di tempo prolungato.
• I pesci e la carne sono ricchi di proteine. Se alcune persone hanno una dieta troppo ricca
di pesce o carne, logicamente possono peggiorare il problema.
• Caffè con caffeina (e anche senza) contiene alti livelli di acidi che permettono ai batteri
di riprodursi più rapidamente e creano un sapore amaro per molte persone.
(Praticamente qualsiasi tipo di cibo acido farà questo). Il tè è un'alternativa migliore!
NB: Le stesse molecole che danno l’odore di marcio nei prodotti lasciati fuori dal frigo per
troppo tempo sono quelle che vengono prodotte dalla degradazione delle proteine in caso
di alitosi!
Categorie di Alimenti Sconsigliati
Ci sono 4 categorie di alimenti che portano ad un aumento della produzione di zolfo. Tutte
le categorie ora descritte hanno un effetto stimolante sui batteri:
1. Agenti Essicanti: L'essiccante più comune nei prodotti alimentari è l'alcol. L'alcol,
naturalmente, è la base di tutti le bevande alcoliche come birra, vino, liquori. Inoltre,
viene utilizzato, purtroppo, nei collutorio, dove non fa che peggiorare il problema. L'alcol è
noto chimicamente come un essiccante. E 'utilizzato molto spesso nei laboratori per
"seccare" le aree difficili da raggiungere in provetta e bicchieri. Lo stesso risultato finale
avviene nella cavità orale.
Uno studio del 1991 effettuato dal National Cancer Institute dimostra anche che i collutori
contenenti più del 25% di alcol possono accrescere di circa il 50% il rischio del cancro
orale e faringeo.
Questa scoperta è stata descritta in un articolo di John McDowell e Denise K. Kassebaum
(JADA, p. 56 Vol.124, luglio, 1993). Nell’articolo si affermava che lo studio non era ancora
ben documentato a proposito della sicurezza dell’alcol contenuto nei collutori e che erano
necessarie ulteriori ricerche.
Anche se le sigarette, pur non essendo un cibo, aumentano l’alitosi: il fumo è
probabilmente il modo più veloce per asciugare la bocca, mentre l'alcool il secondo. Se
fumate, siete portati ad avere l'alito cattivo!
2. Cibi Ricchi in Proteine: i latticini sono noti per la indurre l’alito cattivo. Un articolo
del Los Angeles Times ha mostrato che oltre due terzi della popolazione nel sud della
California era intollerante al lattosio. Ciò significa che decine di milioni di persone a livello
mondiale non possono scomporre la proteina del lattosio presente in latte, formaggio,
yogurt, gelati, ecc. Il risultato finale è un accumulo importante di amminoacidi, che sono
facilmente convertiti in composti solforati volatili dai batteri anaerobi trovati all'interno
della superficie della lingua e della gola. In misura minore, abbiamo visto i pazienti che
hanno lo stesso problema con altri alimenti proteici quali manzo, pollo e pesce.
Quando parlo di come le proteine che si trovano negli alimenti possono influenzare l’alito,
la gente spesso mi chiede incredula "Allora vuol dire che non potrò più mangiare qualsiasi
di questi alimenti di nuovo?" E, naturalmente, non è quello che sto dicendo. Si può
mangiare tutto quello che volete. L'unica ragione per cui ti dò queste informazioni è che è
necessario essere consapevoli del fatto che mangiare questi tipi di alimenti interesserà
l’alito.
3. Zuccheri: Non sarebbe bello se potessimo sbarazzarci dell’alito cattivo masticando dei
cioccolatini?
Purtroppo gli zuccheri sono combustibili per i batteri per riprodursi e creare più composti
solforati.
Inoltre altri batteri possono prendere gli zuccheri e produrre filamenti glicani, che a loro
volta finiscono per causare spessi strati di placca sul vostro smalto e intorno le gengive.
Questo porta a carie e malattie gengivali e, naturalmente, ad un alito peggiore!
La linea di fondo è che se siete preoccupati per il vostro respiro, state lontano da caramelle
e gomma da masticare se contengono zucchero!
4. Gli alimenti acidi
Alcuni cibi acidi si dovrebbero evitare per ridurre l’alitosi come ad esempio:
• Caffè - sia decaffeinato che regolare è acidi (Il tè invece è consigliato)
• Succo di pomodoro
• Tutti i succhi di agrumi - Succo d'arancia, succo d'ananas, succo di pompelmo
Il motivo per cui i cibi acidi sono una preoccupazione ha a che fare con il modo in cui i
batteri reagiscono a un ambiente acido. In primo luogo, il pH è un termine utilizzato per
descrivere l'acidità dell'ambiente.
La cavità orale ha una normale pH di 6,5 (7 è neutro) e quindi si trova già nel campo
acido. Sappiamo che gli acidi permettono ai batteri di riprodursi molto più velocemente.
Inoltre, gli acidi creano facilmente i gusti metallici ed quello amaro o acido. Più l’ambiente
è acido…peggiore è l’alito!
Farmaci
Molte persone non sanno che i farmaci che hanno preso per anni possono aver
effettivamente contribuito al loro disturbo dell’alito o del gusto. Il tutto si riduce agli
effetti collaterali sfortunati di molti farmaci che includono secchezza della bocca e
un'alterazione nella percezione del gusto. Abbiamo compilato la seguente lista per voi di
alcuni principi attivi con alto rischio di xerostomia (secchezza della bocca):
Captopril, meperidina, anfetamina, triazolam, glutetimide, antidepressivi triciclici,
lopreamide, atropina e scopolamina, ibuprofene, diflusinal, clonidina, alfa metildopa,
benztropina, prociclidina…
Tonsille
Alcune volte anche le tonsille possono avere un odore molto forte e cattivo, derivante dal
deposito calcificato di batteri e loro residui all’interno di piccole cavità sulle superficie
delle tonsille stesse. I depositi in questione, sotto forma di piccole pietre e dal nome di
“tonsilloliti”, hanno questo odore nauseante e possono essere espulsi anche con i colpi di
tosse.
Se non si può procedere alla rimozione chirurgica delle tonsille stesse, si possono
utilizzare tecniche efficaci come la “Criptolisi Laser” oppure idropulsori particolari che
permettono di irrigare con disinfettanti le cavità delle tonsille, liberandole da questi
residui.
3
Sintomi dell’Alitosi
In questa sezione trovate descritto alcuni dei sintomi che si possono trovare comunemente
nei pazienti che si lamentano di alito cattivo e / o hanno avuto una diagnosi di alitosi
cronica. Qualcuno di questi ti suona familiare?
• Rivestimento bianco sulla lingua?
• Allergia o muco in eccesso?
• Zone biancastre rotonde nelle vostre tonsille?
• Secchezza della bocca, alitosi mattutina o bruciore della lingua?
• Saliva densa o eccessiva?
• Le persone ti offrono caramelle o chewing-gum?
• Le persone girano la testa o si allontanano?
• Alito cattivo dopo birra, latte, caffè, collutorio?
• Perdita di fiducia e autostima?
• Gusto costantemente acido, amaro o metallico?
• Nessuno sollievo dalla pulizia della lingua?
• Nessun sollievo dopo la pulizia dei denti?
Questi sopra descritti sono solo alcuni dei sintomi comuni che ci riportano i numerosi
pazienti affetti da alitosi che si presentano alla nostra attenzione. In generale la massima
preoccupazione è l’imbarazzo sociale con parenti e colleghi nonché la frustrazione che si
presenta quando nonostante tutte le attenzioni del caso…l’alitosi è sempre e comunque
presente! Quindi, quando i primi sintomi si manifestano, magari collegati ad altri sintomi
correlati ad altre patologie orali…è ora di effettuare un consulto professionale per risolvere
velocemente il problema e scongiurare danni più gravi come la perdita dei denti!
4
Test dall’alito
Veniamo ora ad un argomento di sicuro interesse per molti che hanno scaricato questa
guida, ossia l’annosa domanda… “come posso testare se il mio alito è cattivo?”
Bella domanda!!! E 'impossibile sentire il proprio respiro simultaneamente espirando
sulla mano e odorandola…al massimo si sente in questo modo l’odore della mano stessa! Il
nostro corpo è stato progettato in modo tale che non è possibile rilevare il proprio odore in
questo modo. E’ un processo umano chiamato "acclimatazione", che è necessario per
permetterci di sentire altre cose oltre a noi stessi.
Ci sono quindi alcune tecniche per verificare se soffri di disturbi dell’alito:
• Halimeter, apparecchio professionale che verifica la concentrazione di solfuri nel
respiro. Letture al di sopra di 75 ppb (parti per miliardo) indicano un odore che sarebbe
rilevabile da qualcuno seduto accanto a te.
• Pulire la superficie superiore della lingua con un pezzo di garza di cotone e odorarlo.
(Questo è probabilmente il modo più corretto.) Inoltre, se si nota una macchia giallastra
sul cotone, è probabile che si abbia un elevato livello di solfuri.
• Leccare il dorso della mano; lasciarla asciugare per circa 10 secondi e poi sentire l'odore.
Se si nota un odore cattivo, si è affetti da alitosi perché i sali di zolfo della lingua sono
stati trasferiti alla mano.
• Passare un pezzo di filo interdentale tra i denti posteriori (soprattutto dove si può
intrappolare meglio il cibo) e poi sentire l'odore del filo stesso.
• Stare di fronte allo specchio e tirare la lingua fuori, per quanto possibile. Se si nota che
la zona posteriore della lingua è biancastra, potrebbe essere un segno che si ha l'alito
cattivo.
• Chiedere il parere di una persona di fiducia. Chiedete loro di controllarvi il respiro più
volte al giorno.
• Se alcuni alimenti alterano il vostro gusto, è un segno che vengono prodotti i composti
dello zolfo. Questo di solito accade anche dopo l'utilizzo di collutori a base di alcol,
l’assunzione di latticini, di bevande alcoliche, o dopo aver mangiato prodotti zuccherati.
Se una delle prove di cui sopra mostrano un esito positivo… si consiglia un consulto
professionale quanto prima! Inoltre, si può giudicare la reazione da parte degli altri. I
nostri pazienti guariti dall’alitosi ci dicono che non gli offrono più caramelle e mentine e la
gente non si allontana più da loro. La terapia ha cambiato in modo significativo la loro
fiducia e migliorato la loro vita!
5
Rimedi per l’Alitosi
Consigli “domiciliari”
In questa parte finale della guida, andremo ad analizzare immediatamente quali sono i
consigli ed i rimedi da poter attuare immediatamente per combattere l’alitosi.
Ovviamente il primo passaggio è una corretta diagnosi, per capire quali sono i sintomi
principali e le cause più probabili.
Ricapitolando i concetti espressi nel corso di questa guida, l’alito cattivo è dovuto
all’accumulo di batteri particolari in varie zone delle bocca, in particolare il dorso della
lingua e all’interno delle tasche gengivali. Questi batteri attuano un processo di proteolisi
con la produzione di molecole solforose volatili che aumentano via via di concentrazione e
vengono emesse con la respirazione.
Per questo motivo il trattamento dell’alitosi parte dalla riduzione della concentrazione dei
batteri anaerobi presenti nella bocca, in particolare quelli presenti sul dorso della lingua.
Successivamente, grazie all’utilizzo di composti chimici come alcuni collutori, è possibile
attuare un processo di ossidazione che va a contrastare direttamente le molecole odorose,
definite VSC.
E’ poi ovviamente necessario mantenere la bocca in condizioni capaci di contrastare la
comparsa di alitosi, come pH corretto ed idratazione.
Ora andremo ad analizzare meglio questi passaggi.
Pulizia della bocca e della lingua
E’ ovvio che la bocca va mantenuta in condizioni di igiene orale perfetta, al fine di ridurre
l’accumulo della placca e dei residui di cibo, che oltre all’alitosi possono causare altre
patologie come la carie e disturbi gengivali.
E’ fondamentale l’uso di spazzolino e dentifricio, meglio se contenente fluoro, almeno 2 se
non 3 volte al giorno. Consigliati comunque dentifrici alla menta, che aiutano nel
mantenere l’alito fresco! Lo spazzolino elettrico, se usato correttamente, si è dimostrato
più efficace di quello manuale.
Comunque, a prescindere dal tipo di spazzolino…l’importante è spazzolare correttamente!
La spazzolamento deve avvenire dopo i pasti principali e , con lo spazzolino manuale, va
effettuato inclinando lo spazzolino a 45° gradi verso le gengive e effettuando delle
vibrazioni orizzontali seguite da colpi verticali.
Bisogna spazzolare tutta la bocca, anche la parte interna dei denti, e questo processo
dovrebbe durare almeno 2 minuti.
Al termine della fase di spazzolamento è importante pulire gli spazi interdentali con
scovolini o filo interdentale.
Se presenti protesi fisse o l’apparecchio ortodontico, è molto utile l’utilizzo
dell’idropulsore!
Con particolare attenzione al discorso alitosi, è veramente fondamentale la pulizia della
lingua, in particolare della parte posteriore, dove si annidano più facilmente i batteri
anaerobi.
Per detergere la lingua sono disponibili in commercio particolari strumenti chiamati
nettalingua, che si possono anche inserire come inserto nello spazzolino elettrico.
Con questi strumenti bisogna “raschiare” la lingua in più passaggi, per togliere i depositi
superficiali. E’ importante, anche se all’inizio può dare un po' fastidio, detergere molto
bene la parte più interna della lingua. Volendo è utile immergere durante i passaggi il
nettalingua in collutori o dentifrici anti-alitosici.
Dopo avere eseguito la pulizia meccanica è possibile anche utilizzare dei collutori ideati
per l’alito cattivo.
Le linee guida sono di evitare prodotti di qualunque tipo con alcool o chiodi di garofano,
che possono portare ad una disidratazione della bocca con conseguente aumento
dell’alitosi.
Alcuni principi attivi efficaci sono il diossido di cloro, lo zinco, la clorexidina. In
particolare il diossido di cloro si è dimostrato molto efficace nell’ossidare i composti
volatili VSC.
Comportamenti per ridurre alitosi
• La prima indicazione è di tenere la bocca ben idratata, bevendo acqua molto e spesso.
Infatti ciò aiuta a produrre la saliva, capace di tamponare il pH e combattere i batteri!
• Sottoporsi a visite di controllo regolari dal proprio igienista o dentista, per eliminare il
tartaro e scongiurare la presenza di patologie più gravi.
• Utilizzare gomme senza zucchero ma con xilitolo e zinco per aiutare a produrre la saliva
e mascherare l’alito cattivo.
• Se si hanno delle protesi mobili, è importante alla sera detergerle con spazzolino
dedicato e sapone neutro, immergendole poi in collutori antisettici.
• Ridurre il più possibile il fumo di sigarette…se non smettere proprio!
• Fare eventualmente una cura per basificare il pH del corpo e anche della bocca,
utilizzando anche prodotti naturali, soprattutto se è sempre presente la sensazione di
bocca acida.
Curare l’alimentazione
Anche l’alimentazione va curata in modo particolare al fine di ridurre la comparsa
dell’alito cattivo.
In particolare ecco i consigli più utili:
• Mangiare poco e spesso, evitando di stare a digiuno.
• Mangiare lentamente, per facilitare e migliorare la digestione.
• Evitare l’assunzione di alcool, che va a disidratare la bocca.
• Ridurre l’assunzione di spezie e cibi alitogeni come aglio e cipolla. Le spezie inoltre
potrebbero causare la secchezza della bocca riducendo la salivazione.
• Se intolleranti al lattosio…ridurre in modo importante il consumo di latticini e
comunque delle proteine come carne rossa e pesce.
• Mangiare una buona quantità di vegetali fibrosi e freschi, che aiutano anche a detergere
la bocca naturalmente e a migliorare il pH, ovviamente se non sono vegetali acidi come
gli agrumi ed il pomodoro.
• Ridurre l’assunzione di cibi raffinati e con additivi come zucchero bianco, farine
raffinate o altro che appesantiscono la digestione e agiscono in modo negativo sul pH.
Rimedi Naturali
Per aiutare a combattere l’alitosi, sono numerosi i rimedi naturali che possono venire in
aiuto, utilizzati sopratutto all’interno di preparati per sciacqui, tisane e decotti.
Ecco una piccola carrellata di agenti efficaci:
• Olio essenziale di Menta piperita;
• Olio essenziale di Eucalipto;
• Olio essenziale di Bergamotto;
• Olio essenziale di Mirra;
• Olio essenziale di Salvia;
• Tisane depurative e digestive al finocchio, salvia o all’anice;
• Avocado, che aiuta sopratutto nelle problematiche intestinali per l’abbondanza di fibre;
• Zenzero fresco, bollito per 10 minuti in acqua, che ha capacità di favorire la digestione e
ridurre la fermentazione batterica.
E’ invece sconsigliato l’uso dei chiodi di garofano perché vanno a seccare la bocca!
Terapie Professionali
Il professionista entra in gioco quando inizia ad esserci un’alitosi cronica e non legata a
situazioni transitorie. E’ importante il consulto in primis dal dentista, in quanto come già
più volte ripetuto, nel 90% dei casi le cause dell’alitosi vanno ricercate nell’ambito orale.
Inoltre una delle cause principali dell’alito cattiva è la presenza di patologie gengivali e
parodontali.
Per questo è importante il consulto professionale, perché in caso di paradontite è possibile
anche la perdita precoce dei denti! Anche in presenza di carie il dentista può intervenire
precocemente, evitando che la carie arrivi al nervo del dente, con dolori importanti e
necessità di devitalizzare il dente!
Il dentista, dopo aver escluso eventualmente i problemi dentali, potrà indicarvi un
consulto con un otorinolaringoiatra o con un gastroenterologo, e vi darà consigli utili su
come mantenere in salute il vostro cavo orale.
Cura della paradontite
La malattia parodontale o parodontite, meglio nota anche come piorrea, è un'infezione
batterica, che è diversa dalle altre malattie infettive che possono colpire il nostro corpo. È
diversa perché è polimicrobica, quindi è causata da una grande quantità e tipi di batteri.
La letteratura parla di oltre 700 specie di batteri, di cui quasi il 50% può essere
riconosciuto come patogeno. Altre infezioni sono di solito causate da un singolo o da pochi
microrganismi.
Questa infezione innesca un processo infiammatorio che fa sì che si inizino a riassorbire i
tessuti di supporto dei denti, come l’osso, le gengive ed il legamento parodontale. Se non
trattata l’osso continua a diminuire portando alla mobilità dentaria e poi alla loro perdita.
I sintomi principali che devono mettere in allarme sono i seguenti:
• Sanguinamento Gengivale;
• Aumento della sensibilità al caldo e al freddo;
• Alitosi:
• Recessioni gengivali…ossia i denti “più lunghi”;
• Mobilità dentaria;
• Dolori e ascessi;
• Spostamento della posizione dei denti.
In questi casi quanto prima ci si rivolge ad un dentista meglio è, in quanto in caso di
paradontite la terapia quanto più è precoce quanto più è meno invasiva. La cosa più
importante, da non sottovalutare mai, è una corretta diagnosi del problema.
Terapie Convenzionali
La parodontite o piorrea in fase iniziale è purtroppo subdola. I segni sono lievi ed i sintomi
quasi nulli. Solo un dentista o un igienista possono rilevare una parodontite iniziale con
una manovra chiamata sondaggio, ossia inserendo uno strumento millimetrato chiamato
sonda nello spazio tra dente e gengiva. Se la profondità supera i 3 mm e compare
sanguinamento, siamo in presenza di un inizio di patologia.
Il primo sintomo comune della parodontite è il sanguinamento gengivale che non va
assolutamente sottovalutato. Infatti non è cosa normale ed è segno di una infiammazione.
Successivamente possono comparire recessioni gengivali (gengive che “scappano” e
scoprono le radici) e sensibilità dentale. Le tasche iniziano ad approfondirsi a 5-6 mm e
può comparire anche del pus. A livello radiologico si inizia ora ad apprezzare una
riduzione dell’osso. Altro sintomo comune è l’alito cattivo, dovuto al rilascio da parte dei
batteri causa della piorrea di sostanze dal caratteristico odore. Se la piorrea viene
intercettata in questa fase, ossia di parodontite lieve o moderata, il percorso prevede una
fase di diagnosi con indagini radiologiche (status), cliniche (sondaggio o cartella
parodontale) ed eventualmente di laboratorio (esami microbiologici e genetici). Una volta
elaborata la diagnosi la terapia prevede la fase causale di rimozione del tartaro sopra e
sotto gengivale con l’ausilio di ablatori ad ultrasuoni e/o di strumenti manuali chiamati
curette. Qualora, a causa di trascuratezza del paziente, ci sia un accumulo molto
importante di tartaro, saranno necessarie svariate sedute di detartrasi.
Una volta completata questa fase, nelle tasche di profondità superiore ai 5 mm si passa
alla levigatura radicolare, al fine di rimuovere il tartaro adeso alle radici e renderle liscie
per ridurre il rischio di adesione di placca. Una volta completate queste procedure
solitamente le tasche si riducono in profondità e le gengive tornano sane, sgonfiandosi,
smettendo di sanguinare e assumendo il classico aspetto a buccia d’arancia.
Successivamente il paziente entra solitamente in un processo di mantenimento
programmato e vengono eseguite delle rivalutazioni periodiche con l’esecuzione di
sondaggi e lastre.
Valutati questi aspetti risulta chiaro come è indicato agire il prima possibile in presenza di
sintomi anche precoci e alla comparsa dei primi sanguinamenti gengivali. In questi casi,
spesso in presenza di gengivite, è necessario migliorare l’igiene orale domiciliare e
comunque andare da un dentista, meglio parodontologo, per una valutazione
professionale. In questi casi spesso basta una semplice pulizia professionale, dal costo
esiguo e veloce da eseguire, per ridurre il danno sia biologico che economico. Infatti il
protocollo di cura della gengivite è decisamente più semplice di quello per la cura della
parodontite.
Spesso, per risparmiare o per inclinazioni personali verso il mondo della naturopatia e dei
rimedi naturali, si cercano soluzioni di questo tipo per la terapia di gengiviti e parodontiti.
In realtà bisogno capire che questi rimedi sono sì utili, ma solo come coadiuvanti per
ridurre il sanguinamento o infiammazione gengivale nonché per coprire l’alito cattivo.
Infatti tutti questi rimedi, così come quelli farmacologici tipo collutori, non hanno la
capacità di rimuovere le concrezioni di tartaro e arrivare a livello sottogengivale, là dove la
patologia sta facendo danni. Per questo motivo bisogna affidarsi ad uno specialista come il
dentista che potrà risolvere, in caso di problemi allo stadio iniziale, velocemente e con
poca spesa.
I cosiddetti “rimedi della nonna” o le “Cure fai-da-te” nella cura di queste patologie vanno
evitate o al massimo usate per mantenere la salute orale e gengivale dopo la bonifica da
parte del dentista.
Se la piorrea viene trascurata anche in stadio moderato, avviene un progressivo
peggioramento della situazione e comparsa della fase acuta.
L’osso è sempre più riassorbito a livello radiologico, le tasche sempre più profonde (sopra
i 7-8 mm), il sanguinamento diventa anche spontaneo, compare il pus, l’alitosi peggiora e
soprattutto iniziano a muoversi i denti.
La mobilità dentaria è dovuta appunto al processo di riassorbimento osseo e quando
diviene troppo accentuata oppure di tipo verticale, ossia il dente ha un effetto “stantuffo” il
dente spesso è da considerarsi perso o da estrarre. In casi estremi abbiamo il processo di
auto espulsione del dente da parte della bocca o il riassorbimento di parti del dente stesso.
Anche l’occlusione e quindi la funzione masticatoria viene quindi compromessa con un
aumento delle difficoltà a mangiare e anche terapeutiche per un corretto ripristino della
dentatura. E’ anche comune un effetto domino, ossia il processo progressivo di perdita dei
denti a partire dai molari e via via verso gli incisivi.
Anche in casi di parodontiti avanzate è comunque possibile attuare terapie conservative,
diverse dall’approccio fatalista di attendere la caduta di tutti i denti.
La terapia convenzionale, eseguita dallo specialista parodontologo, ha sempre come
obiettivo l’eliminazione della causa scatenante, ossia i batteri, che vanno eliminati in
modo approfondito.
Il percorso terapeutico parte sempre dalla fase diagnostica e da quella causale descritte in
precedenza. Dopo la levigatura radicolare viene effettuata una rivalutazione delle tasche
ed in caso di tasche profonde oltre i 6 mm di solito si programmano delle chirurgie di
vario tipo. Il tipo più semplice si definisce levigatura a cielo aperto, che prevede, previa
anestesia, l’apertura delle gengive tramite lembo di accesso e la pulizia del tartaro
sottogengivale. Vengono posizionate quindi le suture e richiuso il lembo. Dopo 14 giorni le
suture vengono rimosse e si aspettano vari mesi prima di sondare nuovamente le tasche
per valutare la guarigione. Altre varianti di chirurgia sono quella definita resettiva, che ha
l’obiettivo di uniformare i livelli ossei e tagliare le gengive per ridurre la profondità delle
tasche.
Infine, in difetti ossei definiti ritentivi, si possono attuare chirurgie rigenerative con
l’obiettivo di riempire i difetti e provocare una crescita dei tessuti parodontali, con l’aiuto
di innesti di vario tipo o l’impiego di materiali come le amelogenine.
Una categoria a sé sono le chirurgie muco gengivali od estetiche, le uniche in grado di
coprire le recessioni gengivali tramite lo spostamento di lembi o l’applicazione di innesti
di gengiva prelevati ad esempio dal palato.
Terapia LASER di Microdent
La terapia di Microdent è non chirurgica, minimamente invasiva e rapida. Essa utilizza
tecnologie avanzate come il microscopio operatorio e laser ad alta potenza e permette nel
75% dei casi di evitare persino l’anestesia. Per questo motivo si può eseguire anche in
presenza di problematiche sistemiche, cardiache, oppure in gravidanza
LA PARODONTITE È UNA INFEZIONE ED IN MICRODENT VIENE APPUNTO
TRATTATA COME UNA INFEZIONE.
Per questo motivo, dopo la prima visita, un punto fondamentale è una diagnosi completa.
Punto cardine della diagnosi di Microdent è la valutazione (rapida ed indolore) dei batteri
presenti nelle tasche, eseguendo un test microbiologico. Questo test viene interfacciato
con un test genetico (cotoncino passato nella guancia) che valuta la predisposizione alla
malattia parodontale. Unendo questi due dati è possibile fare una diagnosi precisa
dell'infezione presente e mettere a punto una terapia personalizzata che ha l'obiettivo di
abbattere la carica batterica e portarla al di sotto di una soglia (data dal test genetico) che
il sistema immunitario può gestire. Ovviamente si eseguono anche delle indagini
radiologiche (status radiologico) e cliniche (sondaggio parodontale completo).
Al termine della diagnosi viene elaborato insieme col paziente un piano terapeutico
personalizzato. Il primo fine sarà sempre quello di bonificare la parodontite per poi
procedere eventualmente con una riabilitazione, che verrà fatta su “fondamenta” sane.
La terapia prevede in primis serie di sedute di igiene effettuate al microscopio operatorio
(solitamente senza anestesia), che permette la rimozione di tutto il tartaro sopra e sotto
gengivale e poi delle sedute di laser (praticamente indolore ed eseguito in tutta la bocca
ogni volta) che permettono di attaccare ed uccidere progressivamente quei batteri nascosti
nel dente e nelle gengive.
Con il microscopio operatorio è possibile eliminare completamente tutto il tartaro sopra e
sottogengivale.
Infatti grazie a questo strumento gli interventi chirurgici si possono spesso evitare, poiché
è possibile rilevare ed rimuovere ogni residuo di tartaro anche profondo. Senza il
microscopio, è necessaria spesso l'apertura di un lembo chirurgico per visualizzare il
tartaro e procedere alla sua rimozione.
Con l'uso del Laser Nd: Yag (più efficace e potente dei laser a diodi) è possibile completare
la decontaminazione batterica uccidendo i batteri che si nascondono all'interno del
cemento dentale e all'interno delle cellule dei tessuti gengivali. Inoltre il laser stimola le
cellule pluripotenti e rimuove un sottile strato di epitelio rendendo possibile la formazione
di nuovi tessuti parodontali.
Al termine di queste sedute, in media 4-5 a cadenza settimanale, per valutare la guarigione
viene rieseguito il test microbiologico per verificare l'effettivo raggiungimento del target
prefissato. La terapia d’attacco si completa con delle sedute di LASER localizzato,
chiamate rientri, che permettono di “attaccare” le zone ancora non guarite.
A quel punto solo col semplice mantenimento (igiene periodiche) sarà possibile gestire
l'infezione, verificando anche periodicamente col test microbiologico (uno all'anno) se va
tutto bene.
Anche il percorso di mantenimento non è lasciato al caso ma impostato in modo
personalizzato. Una persona con un’altissima predisposizione dovrebbe eseguire un
richiamo ogni 2 mesi, invece una persona con una bassa predisposizione ogni 4-6 mesi.
Con questo approccio è possibile trattare il paziente in un tempo molto ristretto, di solito
2-3 mesi al massimo, in cui i batteri vengono ridotti e l'infezione è risolta dal punto di
vista microbiologico.
Questa terapia si può considerare radicale in quanto agisce alla causa della patologia
guarendo l'INFEZIONE. Eliminando l’infezione velocemente spariranno il
sanguinamento, I'eventuale alitosi, si ridurrà la mobilità ed in pratica si potranno
mantenere stabilmente nel tempo tutti i denti presenti e considerati mantenibili. Le tasche
progressivamente si chiudono e l'osso spesso e volentieri ricresce anche se la cosa più
importante è l'eliminazione e la gestione dell'infezione.
Dopo questa terapia, ovviamente seguendo un protocollo di controlli rigorosi nonché una
igiene orale domiciliare accuratissima, la guarigione clinica può avvenire in solitamente
12-18 mesi
Conclusioni
Siamo finalmente arrivati al termine di questa guida. Spero con tutto il cuore di avervi
fatto luce sul mondo dell’alito cattivo e di tutte le sue sfaccettature, in particolare sulle sue
cause, che sono perlopiù di origine orale, nonché di avervi trasmesso consigli utili.
Voglio lasciarvi dicendovi di non preoccuparvi eccessivamente se siete in presenza di
alitosi, perché come avete compreso è possibile risolverla in modo semplice e spesso
veloce. Per questo il consiglio principe è di non farsi scrupolo a contattare un
professionista qualora insorga questo tipo di problema. Al massimo vi sarete tolti un
dubbio e avrete ricevuto comunque preziosi consigli sulla vostra salute orale…oppure
avrete individuato in modo precoce la presenza di paradontite e salvato i vostri denti!
Ringraziandovi, vi ricordo che rimango a completa disposizione per ogni informazione e
dubbio sia via mail all’indirizzo [email protected] oppure via telefono contattando
il numero verde 800-912068. Per altre informazioni sul nostro centro e sulla patologia
parodontale i siti di riferimento sono: www.simonestori.it e www.lapiorrea.it
Vi saluto lasciandovi la testimonianza di una paziente che si è presentata nel nostro studio
per un problema di alitosi ma che era affetta da parodontite e con la nostra terapia ha
risolto velocemente e senza chirurgia ed estrazioni!
“Anche io soffrivo di alitosi. Dopo una serie di visite deludenti effettuate da dentisti
mantovani che sono "approdata" allo studio Maenza - Stori ora Microdent. Lì ho
conosciuto per la prima volta il dr. Simone Stori. Subito durante la visita ha capito che il
mio problema di alito derivava dalla paradontite di cui ero affetta e che se non l’avessi
curata in tempo avrei perso i miei denti! Dopo una entusiastica e professionale
spiegazione circa le nuove ed innovative tecniche che avrebbe potuto utilizzare per
risolvere i miei problemi mi sono resa conto di avere davanti una persona che sapeva bene
il fatto suo. Lo scopo del suo lavoro, e quello del suo staff, era quello di CONSERVARE i
denti dei pazienti e garantirne il futuro. Utilizzando laser e microscopio si sarebbe
ottenuta un'igiene piu' sicura e profonda delle gengive che avrebbe sicuramente giovato
alla guarigione dalla malattia e assicurato un futuro piu' lungo alla vita dei miei denti. Mi
sono fatta contagiare dalla sua energia e mi sono detta: "Perchè dobbiamo sempre
affidarci a dei vecchi e datati dentisti e non diamo l'opportunità alle nuove leve di
dimostrarci quello che sanno fare?". Il mio istinto non ha sbagliato. Dopo vari trattamenti
effettuati con attenzione e scrupolosità assoluta, posso dire che il mio sorriso è stato
messo al sicuro e l’alitosi è sparita!! A distanza ormai di alcuni anni, e nonostante Bologna
non sia proprio dietro casa, continuo ad affidarmi alle cure di questo studio. Finalmente
ho trovato qualcosa di innovativo, persone giovani che sono sempre all'avanguardia sulle
nuove tecnologie da utilizzare in un ambiente confortevole e amichevole dove non si e' mai
trattati come numeri ma come persone.” Giulia da Mantova.
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