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“ALI PER VOLARE, RADICI PER TORNARE“. p8
SOCIAL SOCI AL GENERAL B US IN E S S FareRete UNIMORE Master SHARING ECONOMY Master 1° livello nell’area della salute, welfare, sociale e dell’integrazione . p.7 Il suo lato oscuro. p.9 CONVEGNO Fare rete nell’ambito della salute e Alimentazione e le malattie della sanità p.3 tumorali p.6 GIORNATA CONCLUSIVA DEL PROGETTO “ALI PER VOLARE, RADICI PER TORNARE“. p8 www.linkeen.eu 2 BLINK MAGAZINE QUESTO MESE MAGAZINE Gradisci l’invio di BLINK ? Scrivi a: [email protected] 3 La nascita di FareRete un’associazione per fare rete nel mondo della salute e della sanità. 6 Convegno sull’alimentazione e le malattie tumorali. 7 XI edizione del Master di 1° livello all’Università Modena e Reggio Emilia nell’area della Salute, del sociale, del welfare e dell’integrazione. 8 Cerimonia conclusiva del progetto “Ali per volare, radici per tornare“. 9 Il lato oscuro della “SHARING ECONOMY“. Blink Magazine | Settembre 2015 BLINK MAGAZINE 3 F A RE R ET E : U N ’A S S O CI A Z I O N E P E R FA RE RETE IN U N ’OT T I CA D I TRA D I Z I O N E , SV I LU P P O, INNOVA ZI ON E , E Q UI TA’ E S O ST E N I B I LI TÀ NEL MON D O D E L L A S A LU TE E DE L L A S A NI TÀ . ROSAPIA FARESE Il 14 Ottobre nascerà “Fare rete”, un’ associazione che ha come finalità il promuovere il dialogo fra istituzioni e cittadini per la costruzione del bene comune. La grande crisi, che coinvolge il sistema capitalistico mondiale, sta terremotando valori e radici antiche, generando un senso profondo e diffuso di insicurezza tra la gente. La reazione allo spaesamento e allo sradicamento è rappresentata dal bisogno delle persone di associarsi, di creare aggregazione, di fare un network, dove poter scambiare e mettere in comune le proprie competenze e conoscenze. Reciprocità, relazionalità, auto-organizzazione, scambio, dono, solidarietà, sono parole che riecheggiano con sempre maggiore frequenza tra le persone, come fossero parole magiche ed evocano una forza risolutiva. Anche il nostro progetto è teatro di una forte domanda di associazionismo, che appunto trova le sue radici nella crisi ma anche nella reazione ai processi di individualizzazione e di conseguente perdita di socialità. Si intravede un grande serbatoio di risorse umane, dedite al volontariato e all’auto-organizzazione a fini sociali, cui sembra tuttavia difettare la consapevolezza della forza immensa che potrebbero sprigionare se marciassero unite e organizzate, Sul piano sostanziale, occorre costruire dal basso un patto con tutte le forze produttive, a supporto di tutti gli attori del sistema salute per agevolare la diffusione di una cultura manageriale a vantaggio della sostenibilità economica e per una migliore gestione della patologia a beneficio dei pazienti. Eppure, anche il volontariato ed il lavoro sul sociale devono essere sistematizzati, in tempi di forte recessione delle politiche statuali di welfare primario (es. chiusura presidi ospedalieri): si propone, pertanto, di lavorare, nella logica della reciprocità, sulla costruzione di una Rete, di un network di esperti multisettoriali. Appare praticabile in quest’ottica anche l’esperienza di Banca del Tempo, la cui idea di fondo risiede nello scambio di sapere e di attività fra individui, scambio non di prodotti e non monetario, ma di tempo, e non un semplice baratto ma soprattutto relazione tra persone. Quest’idea rappresenta certamente una delle reinvenzioni sociali più originali degli ultimi anni, e si pone in sintesi nel fenomeno dell’ autorganizzazione, la cui matrice culturale sta nella cittadinanza attiva, nell’individuo sociale organizzato. Il progetto FareRete nasce da due parole importanti, accomunate dal pensiero che agire e pensare in nome del Bene Comune possa essere possibile e soprattutto innovativo e auspicabile nel momento di crisi attuale, basandosi sulla cultura e idea-forza della fraternità, che pone al centro l’uomo, la persona e la dignità della sua esistenza. Michele Corsaro ha speso la sua vita personale e professionale nel continuo sforzo di perseguire concretamente il Bene Comune, convinto come era che “dobbiamo lasciarci alle spalle la concezione di Bene Comune come la somma dei beni individuali acquisiti attraverso opportunità individuali e sviluppate in funzione del primato dell’io (Ego). In questa Blink Magazine | Settembre 2015 4 BLINK MAGAZINE società in rapida evoluzione il Bene Comune richiede una continua tensione verso relazioni di scambio tra soggetti sociali, quando essi operano in base ai principi di: primato della persona, personalizzazione del welfare sussidiarietà, ci aiutiamo a vicenda l’un l’altro a fare quello che deve essere fatto partecipazione, condividere la responsabilità e l’impegno insieme agli altri” Il mondo della Salute e della Sanità è stato il terreno dell’azione professionale di Michele Corsaro, ed è anche lo specifico tema del libromanuale da lui scritto e la cui presentazione svoltasi il 6 febbraio 2015 presso la Sala Protomoteca del Campidoglio di Roma, ha dato l’occasione di riflettere su temi molto attuali. Il Bene Comune come obiettivo, come sistema di valori cui ispirare i comportamenti di tutti i giorni, ma anche come fonte di innovazione inclusiva e non esclusiva, impronta fondamentale da dare all’agire individuale e collettivo, per creare valore sociale e civile nel tempo in cui viviamo. «La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. » (La coscienza di Zeno - Italo Svevo): per capire i bisogni dei cittadini occorrono anche i cittadini, singoli o associati. Un pensiero che, guardato con le lenti delle attuali regole del mercato e di una certa deriva economicista, esprime una notevole carica ‘rivoluzionaria’, in antitesi alla cultura dominante in cui sembrano prevalere l’interesse individuale e il perseguimento del profitto fine a se stesso. A quest’idea, si contrappone la convinzione che rimettere al centro il bene comune possa creare ricchezza, benessere diffuso, vantaggi per tutti, a fronte dell’evidenza che le diseguaglianze, che stanno emergendo nel mondo globalizzato, portano molti svantaggi e un sistema che ormai fatica a reggersi in equilibrio armonico e in cui la questione economica è sempre in primo piano. La Sanità è certamente un banco di prova importantissimo e cruciale, oltre che uno snodo ineludibile quando si parla di economia, sostenibilità e progresso. In particolare il SSN italiano, disegnato dalla Legge 833 nel 1978, riconosciuto in tutto il mondo come una dei migliori e più avanzati, si fonda su una serie di valori e di caratteristiche straordinariamente sovrapponibili a quelli che permeano anche l’idea di bene comune: universalità prima di tutto, ma anche equità e solidarietà, che permettono di dare a ciascuno in base al bisogno, quando ne ha bisogno. Bene Comune, Innovazione e Sanità sono stati dunque il filo rosso che ha legato il progetto FareRete e che nella situazione attuale rappresenta un bacino di stimoli e di riflessioni che possono, da domani, diventare un progetto concreto di vita e di lavoro per rendere migliore il nostro vivere civile. Parlare di innovazione oggi, in ambito sanitario, significa parlare di progresso scientifico e di nuove terapie, di vantaggi enormi in termini di vite Blink Magazine | Settembre 2015 umane salvate, di risparmio a medio e lungo termine grazie alla possibilità di prevenire e curare meglio le persone D’altra parte, significa anche parlare di importanti investimenti, sia per finanziare la ricerca scientifica che per mettere a disposizioni i nuovi trattamenti. Le innovazioni che si stanno susseguendo in quest’ultimo periodo mettono a dura prova il SSN dal punto di vista finanziario e di sostenibilità. Proprio per questo è necessario non perdere mai di vista la rotta che ci deve guidare: l’universalità del diritto alla cura e alla salute, sancita dalla Costituzione Italiana. Dunque il farmaco non può essere considerato alla stregue di un bene di largo consumo e non può rispondere alle classiche regole del mercato. Saper conservare questo tratto universalistico e consegnarlo a chi verrà dopo di noi è l’orizzonte con cui ci dobbiamo misurare per governare la cosa pubblica, una sfida che coinvolge tutti, - un agire condiviso- con l’intento di superare la deriva economicistica che sta mettendo a rischio la salute dei cittadini. Il bene comune, in questo contesto,, rappresenta un valore guida e un obiettivo da perseguire, chiamando tutti a raccolta per consegnare alle future generazioni un sistema altrettanto equo e sostenibile, con il Ministero della Sanità come garante di una sanità equa e che considera la salute come un investimento e non un costo: “bene comune significa responsabilità individuale, impegno concreto, agire quotidiano come testimonianza di BLINK MAGAZINE valore.” (Gianluigi De Palo) Il bene comune richiama tutti i cittadini all’etica e al rispetto delle regole di convivenza civile che ci siamo date, ad un circolo di comportamenti virtuosi fatto di assenza di corruzione e di rispetto reciproco, in cui non c’è chi guadagna e chi perde, ma si vince tutti, perché si agisce nell’interesse di tutti e nel rispetto di ciascuno. Nella situazione attuale, il rischio che si corre è quello di perdere il concetto di Bene Comune in Sanità, soprattutto a causa della situazione di corruzione e quindi di spreco e inefficienza che pervadono il nostro Sistema Sanitario: “se corruzione è l’utilizzo privato di un bene comune, se è primato del denaro sulla persona, se è aiuto per delinquere e non per fare il bene della società, allora è evidente che la corruzione è assenza del concetto di bene comune, è esattamente il suo contrario.” (Francesco Macchia) Anche in questo caso, dunque, il progetto di FareRete emerge come straordinariamente attuale e rivoluzionario nell’Italia di oggi, dove il problema della corruzione e dell’inefficienza del servizio erodono le fondamenta dell’universalità, equità e sostenibilità del nostro Sistema Sanitario. È dunque necessario richiamare fortemente le regole e i principi su cui si basa la nostra convivenza civile e comportarsi di conseguenza, contribuendo a consolidare e garantire una cultura e una società in cui prevalga il senso del bene comune sull’interesse personale, la persona sul primato del denaro. Combattere la corruzione in sanità rappresenta un potente terreno di prove, perché c’è in gioco la sostenibilità del SSN, il rischio di raggiungere un punto di non ritorno che porterà a discriminare tra chi può e chi non può pemettersi un trattamento sanitario adeguato, impoverendo di fatto tutto il Paese. Agire in prima persona, non solo attraverso comportamenti virtuosi ma anche attraverso il passaparola, la sensibilizzazione, e l’impegno a far riflettere su questi temi chi è vicino a noi . A livello globale, parlare del progetto FareRete pone in primo piano temi sensibili che richiedono una profonda riflessione collettiva: la conoscenza, l’innovazione, l’accesso alle cure e la salute devono sempre rappresentare un bene comune, ma si tratta di un traguardo ancora lontano. “L’innovazione” infatti “può essere considerata non solo bene comune, ma anche il risultato di un’iniziativa collettiva anziché individuale” (Leonardo Previ) FareRete rappresenta anche una risorsa per fare innovazione e rimetterla in circolo per il bene di tutti portando risultati positivi nonostante la scarsità di risorse.Pensare a FareRete dunque può aiutarci a cambiare punto di vista, a pensare in modo nuovo e produttivo. Se, nel mondo moderno, l’innovazione “è frutto di corposi investimenti e segue un percorso dall’alto verso il basso, dove i dipartimenti R&D sono visti come depositari della capacità creativa”, l’approccio di FareRete ribalta 5 la questione e guarda con occhiali diversi: “noi stessi e tutte le persone che ci circondano siamo dei giacimenti di creatività che vanno sfruttati non interamente ma cooperativamente.”; “in un momento di crisi come quello attuale, questo approccio guarda alla collettività, anche aziendale, come ad una fonte di creatività diffusa, in grado di contribuire con proposte concrete all’innovazione e al recupero di competitività necessari per sopravvivere e per creare valore”. Molte giovani aziende italiane hanno seguito questo nuovo modo di organizzare il lavoro, non più dall’alto ma dal basso, riuscendo a coinvolgere le persone al fine di generare valore. Un valore che è diventato un bene comune per tutti. A livello aziendale, il bene comune si può declinare, in qualsiasi comparto di attività, attraverso l’attenzione alle persone nella loro globalità, e non in quanto consumatori o fruitori di qualche servizio. Si può per esempio “Fare marketing rimanendo brave persone”, come sostiene Giuseppe Morici – Presidente Blink Magazine | Settembre 2015 6 BLINK MAGAZINE Regione Europa del Gruppo Barilla - ripartendo dai fondamentali di questa disciplina, che richiama a valori alti, quali etica, rispetto, verità, costruzione, radicamento, come opposti alla tentazione di perseguire risultati effimeri, contingenti e non portatori di valore. “Chi fa marketing oggi, in una società, che non ha bisogno di nuovi prodotti e che non ha più le risorse per produrli, non può non partire quotidianamente dal valore del rispetto: rispetto per se stessi non facciamo come manager cose che come persone non ci sembrano sensate! - , per gli altri - se diamo alle persone verità ci ricambieranno con fiducia - , per le comunità e per l’ambiente - il marketing non si deve limitare ad autodisciplinarsi, si deve auto-indirizzare verso una dimensione di sostenibilità e di responsabilità sociale.” I buoni esempi non mancano - Pietro Barilla, Adriano Olivetti, Steve Jobs ecc. - serve la volontà di seguirli. “Se pensiamo invece all’ambito in cui ha operato Michele Corsaro e al tema cui è dedicato il suo libro Manuale di marketing research , possiamo scoprire come “il dato” possa favorire l’innovazione se lo rendiamo bene comune.” (Paolo Mariani) FareRete in un senso più religioso e spirituale, significa dono: “l’uomo è per l’altro, allora tutto il suo guadagno, tutta la sua realizzazione sta nell’essere per l’altro, non pensare a sé stesso, non a servirsi del tu, ma donarsi al tu”. (Romano Matrone) Rosapia Farese - Ideatrice e promotrice dell’Associazione FareRete Innovazione il Bene Comune – il benessere e la salute in un mondo aperto a tutti - Michele Corsaro- UN CONVEGNO SU ALIMENTAZIONE E MALATTIE TUMORALI PROF. PAOLO RANALLI Il Comune di San Lazzaro di Savena (BO), la Fondazione Istituto Scienze della Salute (BO) e l’Associazione “Gli Onconauti” (BO) promuovono un incontro scientificodivulgativo incentrato sul tema “Alimentazione, Prevenzione e Malattie tumorali”. Il convegno si svolgerà venerdì 25 settembre nella Mediateca Comunale di San Lazzaro di Savena. Come è noto, ci sono evidenze significative sul ruolo della dieta e dello stile di vita nello sviluppo delle patologie tumorali. Per esempio, il sovrappeso corporeo e l’inattività fisica possono avere una incidenza tra il 20% e il 35% nella insorgenza di alcuni tipi di tumori (alla mammella, al colon retto, all’esofago) nei Paesi industrializzati, secondi solamente al fumo di tabacco. A livello generale, gli studi epidemiologici indicano che il consumo regolare di frutta, verdura e fibre alimentari aiuta a ridurre il rischio di insorgenza di tumori alla cavità orale, allo stomaco, al colon retto ed all’endometrio. Infatti, gli alimenti vegetali contengono antiossidanti (antociani, caroteni, vitamine, acidi Blink Magazine | Settembre 2015 grassi insaturi) che contrastano l’accumulo dei radicali liberi e svolgono un ruolo importante nella prevenzione di queste patologie. Quindi, la filiera di produzione del cibo, in tutti i suoi anelli (produzione di materia prima in campo, tecnologie agro-alimentari di trasformazione delle matrici vegetali, logistica, packaging, distribuzione all’ingrosso ed al dettaglio), deve essere ottimizzata in modo da ottenere cibi sani e salutari (ricchi di antiossidanti e privi di sostanze cancerogene). Inoltre, le matrici vegetali sono BLINK MAGAZINE fonti di metaboliti (glucosinolati e tiocianati dei cavoli, allicina dell’aglio, ecc.) che possono svolgere un’azione di chemio-prevenzione verso certi tipi di tumori: si conferma, perciò, come una corretta dieta sia importante sia a livello di prevenzione che di riabilitazione di pazienti che hanno superato una malattia neoplastica. Inoltre, tecniche emergenti sulla precoce identificazione di queste malattie vengono dai nuovi traccianti PET (per esempio, PET con 68 Ga-PSMA), che rappresentano la nuova frontiera nella diagnostica tumorale. La vita sedentaria è un’altra causa importante di obesità e di cancro: le persone sedentarie si ammalano di più di cancro dell’intestino, della mammella e dell’endometrio. Un corretto stile di vita, che favorisca la prevenzione oncologica, si basa quindi anche sull’attività fisica, da promuovere sempre e a tutte le età. L’incontro intende fornire, attraverso gli eccellenti speaker che parleranno, un aggiornamento su diversi fattori che concorrono a contrastare lo sviluppo del cancro, a supportarne il 7 decorso ed a promuovere il recupero fisico e psico-cognitivo di pazienti reduci da patologie tumorali. Inoltre, le conoscenze scientifiche su questi argomenti sono per lo più di recente acquisizione e la mancanza di una corretta informazione comporta il rischio sia di una sovrastima sia di una sottostima delle potenzialità di un approccio preventivo basato sui nutraceutici e functional food per il controllo dei principali fattori di rischio tumorale. XI EDIZIONE DEL MASTER DI 1° LIVELLO ALL’UNIVERSITÀ MODENA E REGGIO EMILIA NELL’AREA DELLA SALUTE, DEL SOCIALE, DEL WELFARE E DELL’INTEGRAZIONE PROF. BRUNO CIANCIO L’esigenza di questo Master nasce dalla necessità di avere esperti sull’immigrazione e sulla crescente diversità nel sistema paese. Oggigiorno, in tutti i paesi, occorre facilitare le nuove conoscenze, un nuovo sapere, le strategie innovative capaci di rendere le istituzioni e i loro staff culturalmente competenti, per meglio affrontare le complessità connesse alle migrazioni e al crescente numero di persone che cercano rifugio in altri paesi. La crescente mobilità dei popoli e le diversità nella società accentuano la necessità che le istituzioni ed il loro personale siano, più che mai, capace di interventi che possono essere definiti culturalmente competenti ed appropriate alla nuova situazione. Diventa necessario, da parte di tutti quelli che lavorano in ogni settore della nostra società, e che sono in contatto con una diversità culturale in continuo sviluppo, rendersi coscienti del valore aggiunto che tali nuovi cittadini possono offrire nella società di accoglienza. I rapporti sociali a qualsiasi livello sia che questo avvenga a livello locale, nazionale, o internazionale, hanno bisogno di abilità nella comunicazione transculturale, nelle relazioni interculturali, nell’ascolto tra comunità, etnie e con il singolo, e di un agire considerato culturalmente competente. Attraverso lo svolgimento di sette moduli, facendo utilizzo delle metodologie didattiche interattive e di un tirocinio radicato sul territorio, gli studenti verranno preparati per svolgere il ruolo di “esperti” sulle tematiche suddette ed entreranno in contatto con ambiti in cui potranno essere utilizzate le competenze transculturali,. Per maggiori informazioni, potete visitare il sito www.masterinterculturale. unimore.it Blink Magazine | Settembre 2015 8 BLINK MAGAZINE CERIMONIA CONCLUSIVA DEL PROGETTO “ALI PER VOLARE, RADICI PER TORNARE“ ALESSIA PASQUALI Si è conclusa la prima edizione del progetto “Ali per Volare, Radici per Tornare”. Il termine del percorso verrà celebrato con una cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione agli studenti che hanno preso parte al progetto, che si terrà l’1 Ottobre, nelle aule dello Studio Filosofico Domenicano. “Ali per volare, Radici per tornare” è un percorso formativo che ha coinvolto un gruppo selezionato di ragazzi di terza e quarta superiori, provenienti da cinque scuole di Bologna, quali il Liceo Scientifico E. Fermi, l’Istituto Sant’Alberto Magno, il Liceo San Vincenzo De’ Paoli, l’ITS-IIS ManfrediTanari e le Scuole Manzoni. La formazione degli studenti è stata svolta in due fasi, una corsuale di nove ore di lezione in aula, affidata ad esperti del mondo aziendale e a specialisti che hanno approfondito temi inerenti al mondo del lavoro, e una fase non corsuale di stage di 40 ore in azienda, grazie alla collaborazione con Lucia Gazzotti e con Centergross s.r.l. La Fondazione del Monte, che ha finanziato il Blink Magazine | Settembre 2015 progetto, sarà presente alla cerimonia finale insieme ad altri docenti e promotori del progetto, quali il dirigente scolastico del Liceo Fermi, scuola capofila, Maurizio Lazzarini e la prof.ssa referente Elisabetta Bonfatti, il preside del Sant’Alberto Magno Paolo Alessandri e la prof.ssa referente Claudia Pierantoni, la preside delle Scuole Manzoni Giovanna Degli Esposti e la prof. ssa referente Benedetta Maganzi, la dirigente scolastica del Manfredi Tanari Paola Calenda e le prof.sse referenti Patrizia Lazzarini e Maria Pia Palazzi, il preside del S. Vincenzo de’ Paoli Gabriele Bardulla e il prof. referente Giorgio Morgione. Parteciperanno, inoltre, Padre Giovanni Bertuzzi, Pre s i d e d e l l o S t u d i o Filosofico Domenicano e socio fondatore di Linkeen, la dott.ssa Lucia Gazzotti, presidente del Centergross e socio fondatore di Linkeen, la dott.ssa Elena Gozzoli, docente di Filosofia e Neuroscienze e di Filosofia Clinica a Torino, e la dott.ssa Stefania Aristei, vicepresidente di Linkeen. BLINK MAGAZINE 9 IL LATO OSCURO DELLA “SHARING ECONOMY” ALESSIO BUSSOLARI Tutte le innovazioni portano con sé cambiamenti positivi e negativi, e anche la sharing economy, che molti considerano come il futuro dell’economia mondiale, ha un suo lato oscuro. Uno dei maggiori sostenitori dell’economia della condivisione, Jeremiah Owyang di Altimeter e Anya Kamenetz hanno, di fatto, messo in luce alcuni di questi aspetti negativi: il primo, offrendo un decalogo degli aspetti negativi della suddetta economia della condivisione, ed il secondo analizzandone i controversi aspetti legali. Entrambi sollevano questioni cruciali che è bene discutere, senza tuttavia ignorare il fatto che si tratta di un’evoluzione e che, di conseguenza, come tutte le evoluzioni, non può essere solamente identificata come positiva o negativa, ma è altresì importante capire se i benefici generati dal cambiamento superano le perdite. Analizzando la sharing economy mettendola in contrasto con l’economia tradizionale, come accade in ogni dibattito, si può notare immediatamente come la prima risulti, di primo acchito, migliore, mentre l’economia tradizionale, al contrario, si dimostra iniqua, basata su sfruttamento intensivo delle risorse naturali che va a beneficio di una sottilissima fetta di popolazione mondiale e che fa crescere, di giorno in giorno, il rischio di un collasso ambientale globale. Co n t e m p o ra n e a m e n t e , cresce in noi la consapevolezza che saremo altrimenti destinati ad estinguerci, se non modifichiamo le nostre abitudini di consumatori. In sostanza, quindi, il lato negativo della sharing economy scompare non appena si confronta con ciò che è stato appena detto. Il motto portato avanti dalla sharing economy è: “le persone vincono le multinazionali perdono.” In uno studio dell’Università di Berkeley, avvenuto nel 2010, viene analizzato il fenomeno del Car Sharing, cioè l’idea che un’autovettura possa essere condivisa da più persone che non ne hanno necessariamente la proprietà. Da tale studio, è risultato che una macchina condivisa sostituisce fino a 13 macchine possedute e che il 50% degli utenti del Car Sharing hanno la possibilità di usufruire di un bene a cui altrimenti non avrebbero accesso. Un altro studio simile ha dimostrato che, se in un anno, in una città, si riducono le auto di proprietà di Blink Magazine | Settembre 2015 15.000 unità, il risparmio per le famiglie di cui può beneficiare l’economia locale è di 127 milioni di dollari. Tuttavia, è da considerare che sicuramente questi studi vanno approfonditi con dati più attuali e che, comunque, il contesto sociale analizzato è particolare. In Italia, per esempio, il Car Sharing non ha ancora raggiunto livelli di espansione elevati, ma i dati ottenuti dimostrano che sono le famiglie e le comunità locali a godere dei benefici maggiori derivanti dal Car Sharing. Chi ci perde sono soprattutto le multinazionali che producono automobili, o gli interi settori legati ai servizi annessi come nel caso dei taxi con Uber. Eppure, non sono forse proprio le multinazionali, una delle cause principali della distruzione dell’ambiente e della distribuzione iniqua della ricchezza sul nostro pianeta? L’O R G A N I Z Z A Z I O N E D I B L I N K COMITATO SCIENTIFICO Padre Giovanni Bertuzzi Bruno Ciancio Rosapia Farese Lucia GazzottiPina LalliAlessandro Manzelli Aldo MorroneAdriano Picciau Paolo Ranalli COMITATO DI REDAZIONE & ORGANIZZAZIONE Direttore responsabile:Stefania Aristei Coordinatore editoriale: Jacopo Cavazzoni Segreteria di Redazione: Alessia Pasquali Jacopo Cavazzoni Area: economico / Normativo [email protected] Roberto Carcangiu Area: Food&Beverage [email protected] Marilena Cocchi Area: Finanziamenti europei e fondi istituzionali [email protected] Francesco Zardon Area: Social innovation [email protected] Paolo Ranalli Area: [email protected] Alessia Pasquali Area: Percorsi giovanili di apprendimento [email protected] Alessio Bussolari comunitario ed europeo Area: Web / News delle nuove tecnologie Francesca Palladino Area: Scuola & formazione [email protected] [email protected] Ogni redattore presidia un area per evidenziare le opportunita’ di nuovi percorsi lavorativi