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Lo schema a funzioni di Roman Jakobson

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Lo schema a funzioni di Roman Jakobson
Lo schema a funzioni di Roman Jakobson
(1958-1960)
Codice [il sistema dei segni in uso]
Mittente → Messaggio [il testo concreto] → Ricevente
(o Dest.)
Canale [il mezzo fisico usato]
Contesto [le circostanze esterne della
comunicazione]
Ogni scambio comunicativo include necessariamente tutti e sei i
suoi componenti; volta per volta, tuttavia, uno di questi
componenti assume una posizione di salienza
Mittente  funzione emotiva (espressiva): ad es. interiezioni, espressioni
di stati d’animo etc.
Ricevente  funzione conativa (“tendere verso…”): ad es. una preghiera,
un ordine, una minaccia….
Canale  funzione fàtica (controllo della tenuta del mezzo): ad es. “Mi
senti?”, “Ripeti più forte!” ecc.
Contesto  funzione referenziale (ciò che si trova nello spazio esterno
all’atto comunicativo): ad es.: “Che cosa è quello?”, “Mi passi quella
penna per favore…” etc.
Codice  funzione metalinguistica (riferita cioè al sistema dei segni, usato
come lingua-oggetto): ad es. “Cosa intendi quando dici “metalinguaggio”?
Messaggio  funzione poetica (l’attenzione verte sul testo concretam.
prodotto, esaltato dalla peculiarità dei segni impiegati): ad es. una
metafora, la battuta finale di una barzelletta, uno slogan …
Proviamo a capire la ‘funzione poetica’ di Jakobson
Esempio 1.
I like Ike -> effetto poetico affidato all’assonanza
I like Ike
“Ike” (nomignolo di Eisenhower) sta dentro “like” (piacere)
Cfr. anche la nota pubblicità EstaTHE
Il The-bevanda sta “dentro” l’estate.
L’estate-parola simbolizza l’estate-stagione
Esempio 2. “Alitalia:
Vi voliamo bene!”
(campagna promozionale)
effetto poetico affidato
Vi vogliamo bene
Al richiamo del sistema 
Vi facciamo volare bene
L’ “errore” grammaticale serve a innescare il sistema
Esempio 3. (Esso) Metti un tigre nel motore
Nel messaggio ci sono due elementi critici: sai individuarli?
1. Una metafora, quale? ………………………………………
2. Un metaplasmo di genere gramm. …………………………
Quale effetto di senso si vuol creare?
Possiamo dunque distinguere due tipi di comunicazione:
1) situazione di comunicazione normalizzata: “Vedi, fuori piove!”
transitività
mittente -> comunica intenzionalmente -> un messaggio -> al destinatario
l’informazione ha carattere fattuale, ‘referenziale’, supporta una verifica
empirica;
diciamo pertanto che il contenuto del messaggio “passa” da M a D in
modo lineare, scaricando la sua forza su delle circostanze extralinguistiche
(comunicazione “transitiva”).
2) comunicazione a funzione poetica: “Alitalia: Vi voliamo bene!”
mittente -> comunica intenzionalmente -> un messaggio -> al destinatario
Il destinatario è forzato dalla sua conoscenza del codice a tornare al
messaggio e a reinterrogarne il possibile senso:
a. riconoscimento “letterale” del testo
b. riconoscimento dell’anomalia (grammaticale)
c. interpretazione dell’anomalia in base
c.1
alle risorse (paradigmatiche) del
codice;
c.2 alla situazione comunicativa;
c.3 alle possibile intenzioni comunicative
del mittente.
La comunicazione ha in questo senso carattere “intransitivo”: il messaggio
non “passa”, ma chiede un ritorno su se stesso per poter sprigionare il suo
senso.
Il senso della comunicazione non è dunque la trasmissione di
un’informazione direzionata all’esterno, ma lo stabilirsi di una particolare
interazione fra mittente e destinatario.
Alle fonti di Jakobson, l’esperienza del formalismo russo:
cfr. Viktor Sklovškij, L’arte come procedimento, 1929
“Gli oggetti percepiti diverse volte cominciano a essere percepiti per
‘riconoscimento’: l’oggetto si trova dinanzi a noi, noi lo sappiamo ma non
lo vediamo…”.
“Scopo dell’arte è di trasmettere l’impressione dell’oggetto come ‘visione’
e non come ‘riconoscimento’: procedimento dell’arte è il procedimento
dello straniamento degli oggetti e il procedimento della forma oscura che
aumenta la difficoltà e la durata della percezione, dal momento che il
processo percettivo, nell’arte, è fine a se stesso e dev’essere prolungato;
l’arte è una maniera di ‘sentire’ il divenire dell’oggetto, mentre il ‘già
compiuto’ non ha importanza nell’arte”.
Jakobson trasferisce al linguaggio l’idea di straniamento.
La funzione poetica deautomatizza la percezione e
determina un diverso “sentimento” del valore delle parole.
La funzione poetica si applica facilmente alle
strategie comunicative del mondo d’oggi
(pubblicità, comunicazione politica)
Per accorgercene (e per reagire criticamente) dobbiamo disoccultare il
meccanismo retorico che innesca la funzione
Esempio 1.
L’effetto poetico è ottenuto tramite la violazione del rapporto “naturale”
fra il corpo e la sua ombra. Si noti: l’assenza di head-line; la funzione
metonimica svolta dal marchio (logo) “causa-effetto”
Esempio 2. Di quando “eravamo buoni”:
Osservate
l’abbigliamento dei
due giovani; la loro
disposizione
prossemica; l’effetto
poetico ottenuto ex
absentia.
Esempio 3. Fede e identità “di destra”
Osservare:
- come è rappresentata la figura (di giovane) in primo piano
- lo sfondo ipertradizionale e emblematico
- lo head-line “orgoglio + romano”
Esempio 4. La satira contro la Lega Nord
Si ricordi: Bossi aveva richiamato la vecchia battuta che interpreta SPQR come “Sono porci questi
romani…”
- perché i tre porcellini?
- Effetto “carnevalesco” e effetto “cucciolo”
Don’t forget!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per finire, un esempio perfetto di metafora visiva:
Per un bilancio del modello jakobsoniano
PUNTI DI FORZA
- Aggiorna e “semiotizza” il modello Shannon-Weaver
- Introduce il concetto di contesto, precisa quello di
messaggio, introduce il concetto di funzione;
- Riassume un po’ ecletticamente, ma efficacemente,
numerose tradizioni: quella psicologica (funzione
espressiva), quella antropologica (contatto), quella
logica (metalinguaggio), quella formalistica e stilistica
(funzione poetica);
- Si propone come dispositivo di analisi per tutti i fatti di
comunicazione umana, non solo per i testi letterari.
PUNTI DEBOLI
- Appiattisce la comunicazione umana su un modello
pensato per macchine;
- Crea equivoci rispetto alla presunta specularità fra
mittente e ricevente e alla condivisione del codice;
- Involontariamente, finisce con l’accreditare un’idea
riduttiva della comprensione in termini di decodifica
UN MODELLO “LINEARE” DELLA
COMUNICAZIONE? FORSE Sì. LA FUNZIONE
POETICa è LA VIA DI FUGA DA QUESTO
RIDUZIONISMO.
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