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Non solo binari - Ferrovie dello Stato Italiane
EDIZIONI BINARI 1905-2015 UNA STORIA LUNGA 110 ANNI « STAMANI, COLL’ULTIMO RUMORE ALLONTANANTESI DEL TRENO CHE TI PORTAVA, A ME PAREVA CHE FUGGISSE IRREPARABILMENTE LA VISIONE PIÙ DOLCE DELLA MIA VITA IRREQUIETA » Giosuè Carducci In copertina: treno espresso Turritano Olbia-Porto Torres composto da ALn772 e ALn773, in partenza dalla stazione marittima di Olbia (1961) A destra: esempio di trasporto intermodale nel raccordo ferroviario di Civitavecchia, Roma (1960) L'Italia del treno EDIZIONI 08 © Ferrovie dello Stato Italiane SpA Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del supplemento può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell'editore. 10 EDITORE 12 16 Direzione Centrale Comunicazione Esterna e Media Piazza della Croce Rossa, 1 - 00161 Roma www.fsitaliane.it - [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Orazio Carabini PROGETTO EDITORIALE Claudia Frattini CAPO REDATTORE Claudia Frattini COORDINAMENTO EDITORIALE Francesca Ventre REALIZZAZIONE E PROGETTO GRAFICO Giovanna Di Napoli IN REDAZIONE Gaspare Baglio, Serena Berardi, Luigi Cipriani, Silvia Del Vecchio, Cecilia Morrico PHOTO EDITING Giovanna Di Napoli, Antonio Stanga, Vincenzo Tafuri HANNO COLLABORATO Serena Console, Luca Mattei, Marco Penati, Cataldo Vena STAMPA Via A. Gramsci, 19 - 81031 Aversa (CE) Tel. 081/8906734 - [email protected] 22 23 24 CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ Fondazione FS Italiane Piazza della Croce Rossa, 1 - 00161 Roma www.fondazionefs.it DIRETTORE Luigi Cantamessa ASSISTENTE EDITORIALE Ernesto Petrucci SELEZIONE FOTOGRAFICA Antonio Stanga, Donato Zaccagnino FOTO Archivio Fondazione FS Italiane 18 Via Melzi d'Eril, 29 - 20154 Milano Tel. 02/76318838 - [email protected] SI RINGRAZIANO 28 30 34 36 05 di Luigi Cantamessa (Direttore Fondazione FS Italiane) F errovie che non usano i treni. Ferrovieri vestiti da marinai. Camion e pullman con il logo delle FS che percorrono, infaticabili, le mille strade della provincia italiana. E ancora: carri merci carichi di arance, pieni del profumo delle nostre terre meridionali, che viaggiano verso il freddo Nord Europa trasportando l’immagine di un’Italia generosa e produttiva. E piccoli treni che arrivano dove le rotaie non potrebbero teoricamente scorrere; ansimano, ingranando rumorose cremagliere posate su declivi proibitivi, o percorrono tortuosi itinerari di montagna su binari che assomigliano a un meraviglioso giocattolo offerto allo sguardo incantato e sognante dei bambini e di qualche adulto. Ma anche carrozze barellate sui treni bianchi per Lourdes: viaggi della fede e della speranza resi possibili dall’impegno delle FS e delle amministrazioni ferroviarie europee. Convogli che portano milioni di pellegrini verso i luoghi santi, dove il dolore umano trova ristoro nella preghiera e nella contemplazione del mistero divino. È il ritratto di un’Italia quotidiana, soprattutto quella del dopoguerra, operosa e indaffarata, che cresce e ha bisogno 06 di muoversi, trovarsi, spedire e ricevere merci, proporre soluzioni: una nazione che profonde senso del dovere, impegno e solidarietà. Ma è anche un’Italia che scopre se stessa, la bellezza dei suoi luoghi, del suo mare e delle sue isole e le gioie di un turismo nuovo, allegro e internazionale, finalmente a portata di mano grazie a una pluralità di servizi su ferro, acqua e gomma e a una miriade di collegamenti notturni internazionali. Di questo meraviglioso Paese ci parlano i testi e le immagini del quarto numero monografico dedicato all’Italia del treno, un Paese al quale le Ferrovie dello Stato Italiane hanno fornito una logistica solida e capillarmente diffusa, insieme a soluzioni di trasporto intermodale versatili e innovative. 07 « ...NON C’È MODO MIGLIORE DI VEDERE L’OVEST CHE PRENDERE UN BUON VECCHIO PULLMAN E ANDARE SULLA STRADA » Jack Kerouac A sinistra: autoservizio sostituivo FS Agrigento-Licata (1959) Sotto: autoservizio sostitutivo FS Firenze-Roma. Partenza dal piazzale antistante la stazione di Firenze Santa Maria Novella (1966) bus dopo l’alluvione E ra la mattina di venerdì 4 novembre 1966. In un’alba livida e ancora carica di pioggia Firenze viveva le sue ore più drammatiche dalla fine della guerra. Tutto il centro storico era invaso dalle acque limacciose dell’Arno che inondavano case, scuole, musei, biblioteche, strade. L’alluvione aveva colpito molte altre zone della Toscana, il Friuli e il Trentino: il Paese stava attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. Molti collegamenti stradali e ferroviari erano stati interrotti dalla furia delle acque, ma gli italiani stavano reagendo con una grande mobilitazione in soccorso delle popolazioni colpite. In quelle giornate era necessario assicurare, non appena possibile, la ripresa dei trasporti essenziali. In sostituzione di molti collegamenti ferroviari interrotti, le FS organizzarono una fitta rete di corse con i pullman messi a disposizione dall’INT (Istituto Nazionale Trasporti). Ancora una volta la multiforme capacità logistica delle Ferrovie si rivelava preziosa nel momento del bisogno. 09 « MA GIÙ A PONENTE, IN FONDO AL LAGO, SI VEDEVA UN CHIARO, UN PRINCIPIO DI CALMA, UNA STANCHEZZA DELLA BREVA » Antonio Fogazzaro D a Palazzolo sull’Oglio, sulla linea BergamoBrescia, una diramazione ferroviaria raggiunge il lago d’Iseo, fino a Paratico. I binari corrono lungo le sponde terminando su un pontile. Dove, tra gli sguardi ammirati dei bambini, i carri merci vengono imbarcati, con complesse e virtuose manovre, sulle chiatte appositamente progettate per questo impiego. Uno spettacolo impareggiabile: le imbarcazioni cariche di carri ferroviari, affiancate e ancorate strettamente a una sorta di piccolo incrociatore, proseguono lentamente in mezzo al lago fino a Lovere. Un servizio importante, per il trasporto delle “sale” ferroviarie prodotte dalla ex Italsider di Lovere verso le maggiori industrie europee di materiale rotabile. Questa strana ferrovia sull’acqua, che funzionò sino al 1997, consegnava anche materie prime e prodotti finiti agli stabilimenti siderurgici e agli impianti di produzione di calce e cemento della zona. 10 A destra: imbarco carri per Lovere presso la darsena di Paratico, Brescia (1991) Sotto: manovra per l'imbarco dei carri sulle chiatte con locomotiva D245. Paratico, Brescia (1991) imbarco sull’Iseo 1 N avi che ingoiano auto, treni e uomini: sono i traghetti delle FS. Sulle banchine di Villa San Giovanni e di Messina gli sguardi curiosi dei viaggiatori seguono le complesse manovre tra urla e rumori assordanti. L’odore di vernice e salsedine sovrasta l’invaso, da dove i mezzi scivolano nel ventre oscuro dell’imbarcazione. In un intrico di tiranti e trinche si imbarcano anche i passeggeri e la nave si muove. Il viaggio è breve, ma nella 12 Sopra: nave traghetto FS Mongibello presso le invasature di Villa San Giovanni, Reggio Calabria (1974) 1. Imbarco di viaggiatori e merci sulla nave traghetto FS Gennargentu. Golfo Aranci, Olbia-Tempio (1975) 2 Sopra: raccordo ferroviario nel porto di Ancona (1958) 2. Nave traghetto FS Villa, Stretto di Messina (1984) sala macchine e sui ponti l’equipaggio offre un’immagine rassicurante. I viaggiatori, ormai rilassati, possono gustare a bordo i tipici arancini siciliani. Molte ore di mare separavano, invece, fino a qualche anno fa, Civitavecchia e la Sardegna. Tempo da trascorrere in navi dirette a Golfo Aranci e Cagliari, confortevoli e spaziose, godendosi il sole su comode sdraio, sognando di trovarsi a bordo di un’esotica crociera. 13 NAVI TRAGHETTO Pagina a fianco: treno Espresso Freccia Sarda per Cagliari presso la stazione marittima Isola Bianca di Olbia-Tempio (1955) 1 2 1. Vista aerea delle invasature per i ferry boats e dello scalo marittimo di Villa San Giovanni, Reggio Calabria (1974) 2. Manovra di imbarco dei carri merci sulla nave traghetto Secondo Aspromonte, Messina (1970) 3. Il Direttissimo Treno del Sole Torino-Palermo-Siracusa durante le manovre di imbarco a Villa San Giovanni, Reggio Calabria (1964) 3 14 « I SOGNI VIAGGIANO...SU CORRIERE IMMACOLATE A DANNARSI PER LE STRADE OSCURE E I CAMPI SCINTILLANTI DI SPIRITI ARATI DI FRESCO » Giuseppe D’Ambrosio Angelillo A sinistra: servizio di trasporto merci a destinazione con automezzi INT. Roma San Lorenzo (1961) Sotto: carico colli su autocarro INT per consegna a domicilio. Roma San Lorenzo (1964) nel mercato D ifendere i propri traffici, conquistare quote di mercato, adeguare l’offerta ai bisogni del cliente: sembra un moderno mantra, un decalogo di marketing contemporaneo. E invece si tratta delle strategie intraprese dalle FS all’indomani della grave crisi economica del 1929 per affrontare la contrazione del traffico merci e rispondere alla crescente sfida dell’autotrasporto, che fu affrontata direttamente sul terreno dell’avversario: le Ferrovie si trasformarono nella più grande azienda italiana di autotrasporto e l’Istituto Nazionale Trasporti fu il duttile strumento creato per questo scopo. Nel 1939 l’Istituto poteva vantare 375 agenzie urbane su tutto il territorio, diventate oltre 500 negli anni ’50 e ’60. Gli autocarri con la scritta INT percorrevano ogni giorno la provincia italiana ritirando e consegnando le merci al domicilio del cliente. 17 A sinistra: carico di arance a bordo di carri FS. Acireale, Catania (1979) 1. Carro FS carico di arance, Messina (1965) 2. Carico dei carri FS per il trasporto del raccolto della campagna agrumaria, Catania (1953) 1 2 19 ARANCE IN TRENO A destra: operazioni di scarico delle arance nel raccordo FS dei Mercati Generali, Roma Ostiense (1960) L a produzione di frutta e di ortaggi è sempre stata una delle più importanti risorse dell’economia nazionale. Sin dagli anni ’30 le FS furono chiamate a un grosso impegno nel settore del trasporto delle derrate fresche, utilizzando carri frigorifero. Nel 1957 l’Italia esportava all’estero circa nove milioni di quintali di frutta e quattro milioni di agrumi dalla Sicilia e dalla Calabria. Questa attività, in particolare, fu sostenuta con vere e proprie 20 A sinistra: nella stazione di Gallico le arance vengono caricate sui carri FS, Reggio Calabria (1953) Sopra: carico delle arance su carri refrigerati Interfrigo. Lentini, Siracusa (1958) Sopra: operazioni di scarico delle arance nel raccordo FS dei Magazzini Generali, scalo di Milano Porta Vittoria (1961) campagne nel corso delle quali venivano applicate tariffe di trasporto vantaggiose (fino al 40% di sconto) e si organizzavano lunghi convogli speciali di carri che, dai punti di raccolta, portavano i frutti gialli e arancioni verso i centri di smistamento del Nord. Dalla grande stazione frigorifera di Verona, ad esempio, raggiungevano la Germania e l’Europa settentrionale. 21 Foto © Giuseppe Senese/Creatività e Broadcasting - FS Italiane 1 2 22 1 3 1. Reclute in attesa della coincidenza. Stazione di Paola, Cosenza (1954) 2. Trasporto blindati. Portogruaro, Venezia (1952) 3. Militari in partenza, Roma Termini (1960) 1. 2. 3. Mezzi Busitalia (Gruppo FS) attualmente utilizzati per servizi su strada 2 3 23 A destra: giovanissima passeggera nella stazione di Selva di Val Gardena, Bolzano (1957) Sotto: linea Chiusa-Plan, binario parallelo alla sede stradale nei pressi di Ortisei, Bolzano (1959) 24 SCARTAMENTO 1. Convoglio giunto al capolinea nella stazione di Chiusa, Bolzano (1957) 2. Treno Locale in linea percorre un binario innevato nei pressi di Santa Cristina, Bolzano (1959) 3. Panoramica presso Roncadizza, Bolzano (1958) 1 760 millimetri tra un binario e l’altro: è lo scartamento ridotto o “bosniaco” (Feldbahn), utilizzato in molte ferrovie dell’ex Impero asburgico e dall’esercito austriaco nel 1916 per costruire la linea militare da Chiusa a Plan. Su quei piccoli binari, dopo la guerra, per tanti anni camminò il “trenino della Val Gardena”, che trasportava viaggiatori e merci da Chiusa, sulla Fortezza-Brennero, a Plan, piccolo borgo montano situato 26 2 Sopra: treno in arrivo a Ortisei, Bolzano (1959) 3 Sopra: viaggiatori in partenza dalla stazione di Ortisei, Bolzano (1959) al termine della Val Gardena a quasi 1.600 m di altezza. A vederlo sembrava quasi un’attrazione da luna park, ma in verità risultò molto utile per tanti turisti che nel corso del ‘900 scoprirono le Dolomiti e per i numerosi intagliatori di legno di quella meravigliosa valle ladina. Maestri di un’arte antica che, grazie a quei vagoni, fu conosciuta e apprezzata in tutta Europa. 27 « GLI UOMINI DEVONO AVVICINARSI E CONOSCERSI, SE VOGLIONO VIVERE MEGLIO, ANZICHÉ SCAMBIARSI FERRO E FUOCO » Giovanni Robert N ell’estate del 1945 la guerra era appena passata sull’Italia con tutto il suo carico di distruzione sui collegamenti stradali e ferroviari. Per la rinascita del Paese occorreva riavviare rapidamente la circolazione di merci e approvvigionamenti. Bisognava far arrivare combustibili e materie prime alle fabbriche che ricominciavano a funzionare e derrate alimentari alle città dove riprendeva la vita quotidiana. Le FS si presentavano come l’unico sistema ancora in piedi, dotato di competenze e strutture per gestire una logistica di emergenza. Fu così che il governo italiano decise di assegnare, proprio alle Ferrovie dello Stato, i primi quantitativi di autocarri ricevuti dalle autorità alleate. Con questi mezzi di fortuna americani, di portata dai 15 ai 100 quintali, fu istituito un servizio per il trasporto a carico completo in piccole partite su itinerari fissi e variabili nei compartimenti di Roma, Napoli, Bari, Ancona e Firenze. Nel 1945 le FS vantavano il primo servizio sussidiario camionistico merci del dopoguerra. 28 A destra: autocarro utilizzato dalle FS per il trasporto di casse mobili, Milano Greco Pirelli (1947) Sotto: autocarro per il trasporto di casse mobili. Roma San Lorenzo (1948) a utocarri per la rinascita « ORA DIVENTA TUTTO APPENNINICO, IN SALITA E FRESCURA DI GALLERIE E DI BOSCHI, STAZIONI SOLITARIE NON ANCORA RAGGIUNTE DAL GIORNO » Attilio Bertolucci S ull’aspra costa tirrenica della Calabria, dove la montagna sovrasta il mare, viaggiare significa salire, arrampicarsi su erte rocce a strapiombo dove i radi orti strappati alla nuda pietra offrono spazi minimi al procedere lento e faticoso. Pensare a un treno su questi terreni, fatti per l’incedere dei muli, sembrava impossibile. La sfida fu affrontata dalle Ferrovie dello Stato che, tra il 1907 e il 1911, realizzarono un progetto con armamento a crema- 30 Sopra: treno Locale Paola-Cosenza sul viadotto S. Giovanni. Falconara Albanese, Cosenza (1984) Pagina a fianco, in alto: particolare della rotaia dentata che permette ai convogli di superare l’elevata pendenza del tracciato 1. Locomotiva a vapore a cremagliera Gr.981 nei pressi di Rende, Cosenza (1984) 1 gliera che consentiva di superare pendenze del 75 ‰. Treni a vapore e poi automotrici diesel cominciarono così ad arrancare su quei pendii, tra uliveti e fichi d’india, collegando la stazione di Paola con la città di Cosenza. La stessa tecnologia fu adottata in Toscana per la tratta, in forte pendenza, che fino al 1958 dalla stazione di Saline di Volterra saliva sull’erta rupe etrusca collegando l’antico insediamento con il piano e con la ferrovia per Cecina. 31 CREMAGLIERE A destra: sbuffi di vapore della locomotiva Gr.981 nei pressi di San Lucido, Cosenza (1984) Sotto: panoramica della linea Paola-Cosenza. Locomotiva Gr.981 spinge una carrozza dotata di freno in prossimità della stazione di San Fili, Cosenza (1984) 32 1 2 1. La galleria di Rende permette ai binari di passare sotto il centro abitato. Rende, Cosenza (1984) 2. Particolare del biellismo di una locomotiva Gr.981 per ferrovie a scartamento standard con cremagliera. 33 « FISCHIA LA VAPORIERA…ENTRA NELLA TETTOIA SONANTE: IL MARCIAPIEDE È GREMITO DEI NOSTRI CARI, È TUTTA UNA FESTA » Mons. Giovanni Pranzini A sinistra: interno di una carrozza barellata per il trasporto dei malati Sotto: treno speciale per i pellegrini diretti a Lourdes in partenza da Verona Porta Nuova (1964) rotaie della speranza I l vangelo della carità viaggia anche sui binari. È la storia bella e dolorosa dei “treni bianchi”, che dagli anni ’30 hanno trasportato fedeli e malati verso luoghi di pellegrinaggio fatti di sofferenza e speranza. Una storia resa possibile grazie a una grande innovazione tecnica del ’900: il treno. Sin dal 1905 le FS misero a disposizione convogli per ammalati diretti a Lourdes. I “treni ospedale” furono realizzati con carrozze del gruppo Cz36.000, cosiddette “barellate”: l’8 maggio 1936 arrivò a Loreto il primo, con 230 malati, messo a disposizione dell’Unitalsi. Dopo la tempesta bellica, ripresero il loro cammino in un’Europa che viveva anni di pace e speranza. Volontari e ferrovieri, animati da spirito di servizio e impegno cristiano, organizzarono nel 1947 il primo pellegrinaggio a Lourdes con due treni diretti, uno per i viaggiatori dell’Italia settentrionale e l’altro per il Centro-Sud. 35 « IL TRENO DOVEVA RIUSCIRE A TROVARE IL MODO DI SPINGERSI FINO AI MERCATI, FINO ALLE CASE, FIN LÀ DOVE LA MERCE ERA STATA RICHIESTA » Gianluigi Gazzetti I l primo treno della storia non trasportò solo viaggiatori, ma anche carri carichi di carbone e altre merci. Nasceva quindi come un mezzo misto per il trasporto di uomini e prodotti. Sin dall’inizio si pose il problema di arrivare al domicilio del cliente. Il treno raggiunse la nave per scaricare e caricare: un dialogo che schiudeva impensati orizzonti all’economia e al commercio. Poi sorse l’idea di portare i binari negli stabilimenti industriali. Negli anni ’30 le FS svilupparono una trattrice autostradale che consentiva di consegnare merce davanti alla porta del destinatario: i carri trasportatori delle Ferrovie dello Stato. Nel 1929 la creazione dell’Istituto Nazionale Trasporti rese ancora più vantaggioso il viaggio di cose per ferrovia, completandolo con un autoservizio per consentire la consegna direttamente a casa del cliente. 36 A destra: carrelli stradali per il trasporto dei carri merci FS a domicilio, Roma San Lorenzo (1961) Sotto: il treno esce dai binari per avventurarsi nelle strade cittadine. Carro FS a Piazza Venezia, Roma (1960) il treno in casa Quaderni delle Ferrovie dello Stato, Il treno in casa, n. 8 (1957); le Ferrovie al servizio del Paese, n. 1 (1954). P. Muscolino, Ricordi ferrotramviari di viaggi per le Dolomiti, Cortona, Calosci (1984) Ferrovie dello Stato, Bollettino dei dati mensili per l’anno 1945-1946, Roma (1946) M. Panconesi, I Treni bianchi per Lourdes. Storia delle carrozze ferroviarie destinate ai pellegrini mariani, Clamfer-Napoli (2010) A. Fogazzaro, Piccolo mondo antico (1895) Voci della Rotaia (1970-71) Nave traghetto FS Gennargentu a Golfo Aranci. Olbia-Tempio (1975) © Cataldo Vena Bibliografia www.fondazionefs.it