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CANNABIS SATIVA (dal I volume, 3° edizione, 1830) Storia Cannabis è tra le più diffuse droghe al mondo. Le preparazioni a base di cannabis sativa sono state usate, nella pratica medica, per millenni. La scoperta del sistema recettoriale della droga e della conseguente presenza di sostanze cannabinoidi, ha permesso di allargare e focalizzare l’attenzione terapeutica su numerose condizioni patologiche. Effetti acuti euforia, ansia, alterata percezione sensoriale, deficit di memoria e della psicomotricità. Effetti cronici ingrandimento del cuore, variazioni della pressione arteriosa, psicosi, dipendenza Alcuni casi Un ragazzo di 21 anni ha avuto un infar to a seguito dell’uso di marijuana, senza alcun fattore di rischio evidenziabile al momento. In un altro caso, si è osservata una tachiaritmia Canapa e pensiero Gli effetti su abilità cognitive sono reversibili dopo astinenza, ad eccezione dell’abuso. Il cervello è suscettibile degli effetti di cannabinoidi nel periodo perinatale, per l’uso materno della cannabis. Gli effetti, nello sviluppo successivo del bambino, includono: impulsività, inattenzione e iperattività, depressione δ 9-THC Il costituente psicoattivo, δ 9- tetrahydrocannabinol (δ 9-THC) produce una miriade di effetti farmacologici, nell’uomo e negli animali. Per molte decadi, il meccanismo d’azione dei cannabinoidi, composti strutturalmente simili al δ 9-THC, sono rimasti sconosciuti. Recettori Recentemente sono stati identficati i recettori, sia centrali, sia periferici, oltre a individuare i sistemi del secondo messaggero a livello cellulare. Un ligando endogeno, denominato anandamide, è un composto degli acidi grassi, che possiede proprietà simili al δ 9-THC Il comportamento è mediato da questi specifici recettori e da altri sistemi neurochimici, tra i quali è menzionato il ceramide, uno degli acidi grassi più rappresentativi dei glicolipidi di membrana neuronale. “Legame degli endocannabinoidi ai recettori” Il legame degli endocannabinoidi con i recettori produce: Inibizione dell’adenilciclasi (AC) Inibizione dei canali al calcio di tipo N (canali associati al calcio e liberazione di neurotrasmettitore) Stimolazione del release di acido arachidonico indipendentemente dall’AMPc Stimolazione della cascata della MAP-CHINASI indipendente dall’ AMPc Dal legame degli endocannabinoidi con i loro recettori si producono gli effetti biologici Recettori per i cannabinoidi • CB1 e CB2 appartengono alla superfamiglia delle proteine G accoppiate ai recettori di membrana • Il recettore CB1 è stato localizzato principalmente nel cervello • Il recettore CB2 è stato localizzato solo in periferia Ruolo dei recettori CB1 nella trasmissione del dolore I CB1 sono presenti: 1) nei terminali periferici dei neuroni di senso 2) nelle sinapsi nel midollo 3) nel cervello I CB1 possono modulare la trasmissione dell’informazione nocicettiva presinapticamente (inibendo il release di neurotrasmettitori eccitatori) e/o postsinapticamente (riducendo l’eccitabilità neuronale) “Distribuzione dei recettori” Il recettore CB2 è stato localizzato solo in periferia nelle cellule del sistema immunitario: Linfociti B Linfociti T Monociti Organi del sistema immunitario (Milza-Tonsille) II° messaggero Il ceramide, interessato al legame con una specifica proteina G, che modula l’adenil ciclasi, i canali ionici e le chinasi extracellulari, è un efficiente secondo messaggero; La sua generazione deriva da due diverse vie: idrolisi della sfingomielina e sintesi ex novo Canapa terapeutica Il δ 9-THC e diversi analoghi possono dare importanti benefici nella cura di nausea e vomito, insieme alla stimolazione dell’appetito nella sindrome da deperimento. Recenti evidenze dimostrano azioni analgesiche e antispastiche, insieme a una efficiente azione anticonvulsivante. Per tale azione è stato proposto un componente non psicoattivo della cannabis, il cannabidiolo, peraltro efficace, per via orale, nelle artriti indotte su topi. Canapa e psichiatria L’alta prevalenza di abuso in sostanze psicoattive tra pazienti schizofrenici è un fenomeno ormai ben stabilito, soprattutto nei pazienti giovani di sesso maschile. C i ò c o mp o r t a u n a d u r a t a d i o s p e d a l i z z a z i o n e significativamente più lunga, rispetto a pazienti schizofrenici non dediti all’abuso di droga, nonché una maggiore incidenza di suicidi. D’altra parte, è ben accertata la modificazione indotta dalla cannabis sulle funzioni cognitive e di memoria, fra coloro che ne abusano per lunghi periodi. Psicosi Il δ 9-THC può aumentare le concentrazioni cerebrali di molte altre droghe, mentre l’estratto della pianta inibisce la monoaminoossidasi mitocondriale a livello del fegato e del cervello. Fin dagli anni ’30 del secolo scorso si discute sulla possibilità che l’uso della droga comporti un aumento del rischio di psicosi acute e croniche. Psicosi cannabis-indotte Secondo alcuni autori, il rapporto causa/effetto sarebbe dosedipendente. In realtà, si dovrebbe parlare di psicosi cannabis-indotte, come entità cliniche distinte, nell’ambito dei disturbi psichiatrici, probabilmente condizionate da fattori predisponenti familiari, molto simili a quelli di una vera e propria sindrome schizofrenica. Il periodo di maggiore vulnerabilità psicotica cannabis-indotta è rappresentato dalla pubertà, per il processo di maturazione neuronale, che comincia intorno alla nascita e si compie in questa età dello sviluppo. In più, l’adolescenza comporta un maggiore rischio di esposizione alla droga, per motivi sociali e individuali Luogo della psicosi indotta L’ambito strutturale di questo elevato rischio, a livello cerebrale, dovrebbe essere situato nell’ippocampo e nell’amigdala, soprattutto a seguito di un forte abuso giornaliero. È stato anche osservato, per abuso di cannabis, un decremento nella densità della sostanza grigia della corteccia cingolata posteriore dx, particolarmente ricca in recettori CB1. CB1 L’identificazione del recettore CB1 (cannabinoid receptor type 1) è stata la pietra miliare nella spiegazione delle risposte comportamentali ed emozionali indotte dalla cannabis sativa, nel meccanismo del Delta(9)-tetrahydrocannabinoid Ciò ha condotto, negli anni successivi a stabilire l’esistenza del sistema di endocannabinoidi, il primo dei quali, N-arachidonoyl ethanolamine, venne chiamato anandamide, dal sanscrito ananda, che significa “estasi”. SISTEMA ENDOCANNABINOIDE E SCHIZOFRENIA (1) Il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nell’eziopatogenesi della schizofrenia sembra supportato da: - Studi post-mortem: aumento dei recettori CB1 nella corteccia prefrontale, nel cingolo dorsolaterale e anteriore di soggetti schizofrenici. - Reperti nel fluido cerebrospinale di livelli di endocannabinoidi due volte superiori nei soggetti schizofrenici rispetto ai controlli - Studi genetici: associazione tra il gene codificante il recettore CB1 e la schizofrenia ebefrenica. Effetti opposti La stimolazione di CB1, comunque, non comporta solo la sensazione di piacere, ma anche panico e ansia. Questi diversi effetti possono essere spiegati con la molteplice distribuzione neuroanatomica dei recettori e dallo stato emotivo del momento, oltre alla regolazione di altri neurotrasmettitori, che hanno funzioni opposte, quali GABA e glutammato Fumo lento Negli anni ’60 furono descritti i primi casi di arterite associata all’uso della marijuana. 10 nuovi casi sono stati descritti recentemente, i quali svilupparono ischemia distale subacuta delle estremità, che arrivò alla necrosi delle dita e, in alcuni casi, alla gangrena. Due di questi pazienti presentavano trombosi venosa e tre un recente fenomeno di Raynaud. La valutazione arteriografica metteva in evidenza un quadro compatibile con la malattia di Buerger. Canapa e sistema immunitario Tra gli effetti nocivi della droga, si conosce l’insorgenza di una sintomatologia tipica, molto simile a quella del fumatore di tabacco, ossia: tosse, starnuti e produzione di muco). A ciò si aggiunga il sospetto che la marijuana possa agire anche indipendentemente in senso carcinogenetico, sulla mucosa laringea e bronchiale. Sotto questo aspetto, non bisogna dimenticare che il δ 9- THC è immunosoppressivo e diminuisce la resistenza alle infezioni da batteri, protozoi e virus, soprattutto inibendo la funzione di macrofagi, linfociti T e B e NK, nonché la produzione di citochine. Tamburrini, 1881 Senso di calore e di formicolio, che incominciando dalle estremità inferiori si diffonde a tutto il corpo, vertigine, sussurro alle orecchie, perturbamento psichico, occhi iniettati e lucidi, modica midriasi, pesantezza degli arti. Dopo questo fugace stato prodromale, sottentra una sensazione speciale di leggerezza e di libera motilità, onde l’individuo prova l’impressione di eseguire ogni movimento senza sforzi e con la massima facilità, con irrequietezza agli arti e tendenza a muoversi; sente come se il cranio sia sollevato dal capo. E poi… Nello stesso tempo si manifesta una notevole azione psichica, il carattere predominante della quale si traduce in una grande lucidezza di spirito, elevata coscienza di se stesso, piacevoli allucinazioni e illusioni. Gli individui sentono dei rumori, che essi paragonano al rumore delle cascate, si credono circondati di grande splendore; con viva fantasia percorrono immagini piacevoli; in generale predomina la sensazione di una indicibile felicità (Nothnagel)…vi ha la tendenza a orinare continuamente; segue il sonno, con sogni piacevole e spesso erotici, ai quali, quando la dose è eccessiva, tiene dietro il senso di generale stanchezza e depressione. Cantani, 1880 …dopo aver fumato la canape, l’appetito verrebbe almeno in principio accresciuto…produce asciuttezza della fauci con aumento di sete…nasce un senso di benessere, di felicità subbiettiva, che si manifesta per allegria, allucinazioni, delirio piacevole e quindi tendenza ad esternazioni di forza muscolare e grande disposizione al ridere. L’haschisch fa vedere, in generale, gli oggetti più lontano di quanto sono in realtà, fa sentire la voce più debole e più lontana e fa credersi sollevati dal suolo. Bernatzick, Vogl, 1886 Un preparato di haschisch egiziano produsse peso e anche dolore e senso di calore al capo, vertigine, ronzio e rumore paragonabile a quello dell’acqua bollente, di una caduta d’acqua o di una sorgente; in tutti vi era sonnolenza, la coscienza non turbata; si avevano allucinazioni specialmente visive, vista di colori piacevoli, scomparsa del terreno sotto i piedi, senso di precipitare, di volare, umore per lo più sereno, straordinaria voglia di ridere in alcuni, in altri grande torpore nei movimenti, andatura incerta, tremore delle mani, ma nei più impulso a far rumore. Hahnemann, 1830 Finora solo i semi, generalmente (raccolti con acqua) come emulsione o decotto, sono stati usati vantaggiosamente nello stadio infiammatorio della gonorrea, e nei tempi antichi (Dodonneus, Sylvius, Herliz) in alcune forme di itterizia. Nel primo caso la ragione omeopatica della sua utilità è evidente dai peculiari stati morbosi simili osservati negli organi urinari, dopo la somministrazione della canapa a soggetti sani, sebbene nessun medico lo abbia mai riconosciuto. E poi… La pianta stessa è stata usata solo come un rimedio domestico, ma era molto impiegata nelle locande delle terre persiane. Ciò per ristorarsi dalla fatica dei viandanti (Chardin, Voyage en Perse), per la quale è veramente omeopatica, come i sintomi seguenti dimostrano (da 269 a 275). Infine… Ma possiamo impiegare il succo della canapa per gli scopi curativi di molta maggiore importanza, in varie malattie degli organi genitali, del torace, degli organi di senso, etc., per le quali le seguenti osservazioni presentano indicazioni omeopatiche. Per lungo tempo ho utilizzato la tintura alcoolica non diluita, nella dose della più piccola parte di una goccia; ma la sua più alta, anche la più possibile, diluizione e potenza (°X°) sviluppa i poteri medicinali di questa pianta a un grado molto più elevato. INDICAZIONI CITATE gonorrea Fatica muscolare organi genitali, torace, organi di senso Riepilogo sintomi di intossicazione (i numeri arabi indicano la materia medica di Hahnemann) peso (20) e senso di calore al capo (12), vertigine (2); sussurro alle orecchie (56); modica midriasi (37); produce asciuttezza della fauci con aumento di sete (78, 80); tendenza a orinare continuamente (144); Riepilogo sintomi di intossicazione (i numeri arabi indicano la materia medica di Hahnemann) iniziale diminuzione della frequenza del polso (308); nei più diminuzione della sensibilità tattile, specialmente nelle dita dei piedi (253), con senso di debolezza (290) e intorpidimento degli arti inferiori (254); pesantezza degli arti, senso di calore e di formicolio, che incominciando dalle estremità inferiori si diffonde a tutto il corpo (278); l’eccitamento muscolare e i deliri allegri terminano finalmente con un bisogno di riposo, con un senso piacevole di inerzia (285), seguita da sonnolenza e sonno più o meno profondo (293, 204, 295); Riferimento alla introduzione per i sintomi di gonorrea 142. (difficoltà alla minzione; paralisi della vescica, da Morgagni): l’urina poteva passare, dapprima, solo per mezzo del catetere, ma dopo neanche senza questo strumento, perchè veniva fermata da muco e pus 146. Bruciore lancinante nella parte posteriore dell’uretra, durante il passaggio di urina (dopo 10 ore) 183. Costante bruciore su tutto il prepuzio e il glande, per 4 giorni; applicando acqua fredda insorgeva dolenzia - grande lucidezza di spirito, elevata coscienza di se stesso (321), piacevoli allucinazioni e illusioni (323) riferimento alla introduzione per i sintomi 269-275 269. Sangue vivo dolente sul dorso dei piedi 270. Tensione di allungamento dolente sull’arco del piede 271. Stiramento qua e là nel piede sx, dalle dita alle caviglie 272. Stiramento e dolenzia nei popliti, stando seduto 273. Stiramento nella parte più grossa dell’alluce 274. Prurito lancinante nella parte più grossa dell’alluce 275. Con il movimento, stiramento reumatico nel periostio lungo le ossa lunghe delle gambe, come se fossero contuse Appunti da pubmed ischemia distale subacuta delle estremità (265, 267) fenomeno di Raynaud (251, 253) ischemia distale subacuta delle estremità (265, 267), fenomeno di Raynaud (251, 253) euforia, ansia, alterata percezione sensoriale, deficit di memoria e della psicomotricità (2, 3), psicosi (330) tosse, starnuti e produzione di muco (202) Testa 2. Vertigini camminando, come se dovesse cadere di lato (dopo 1 ora) 3. Turbinio e stupore nella testa (immediatamente) 24. Pressione nelle tempie 26. Tensione dapprima all’occipite, poi nel sincipite, alla fine nelle tempie (dopo ½ ora) 30. Il sincipite è compresso dai bordi delle orbite alle tempie; non migliorato inchinandosi 32. Su un piccolo punto dell’osso parietale (in seguito anche su altre parti della testa) un senso di freddo, come se una goccia di acqua fredda vi cadesse Occhi 37. Dilatazione alternata a contrazione delle pupille con la stessa luce (dopo 1 ora) 38. Sensazione di debolezza negli occhi, e debolezza della vista; gli oggetti lontani e vicini sono distanti (dopo 1,5 ore) 41. Pressione in fuori, da dietro gli occhi (dopo 3/4 ora) 42. Sensazione di stiramento spasmodico negli occhi (dopo 3/4 ora) Volto 43. Lieve palpitazione su molte parti del viso, specialmente ai muscoli della guancia sx 50. Gonfiore pruriginoso delle ali del naso (dopo alcune ore) 51. Secchezza nel naso 63. Un forte dolore pulsante nell’orecchio, che si estende quasi all’interno delle guance, scompare immediatamente inchinandosi e compare di nuovo rialzandosi (dopo 3 ore) 76 Non riusciva a parlare propriamente; a un tempo le parole gli mancavano, a un altro la stessa voce (per 4 ore); verso sera gli attacchi ritornavano, una volta c’era un fiume di eloquenza, come forzata da lui stesso, un’altra una pausa nel discorso, così che, talvolta, ripeteva la stessa parola 10 volte di seguito in un respiro, tal’altra, ricordando ansiosamente tutto il suo pensiero, si irritava perchè non riusciva a ripeterlo con le stesse parole Stomaco e addome 82. Eruttazione di fluido acre acido- amaro 85. Eruttazione di nient’altro che aria 103. Per diverse mattine, dalle 8 alle 10, sensazione sotto l’ombelico, come se fosse stato sorpreso dal freddo; una torsione nell’addome, ma senza diarrea Uro-genitale 144. Diuresi; deve urinare frequentemente a piccoli intervalli, quando una grande quantità di urina, che sembra acqua, viene eliminata (immediatamente) 146. Bruciore lancinante nella parte posteriore dell’uretra, durante il passaggio di urina (dopo 10 ore) 173. Freddo ai genitali, con calore nel resto del corpo (lo stesso giorno e per 3 giorni) 183. Costante bruciore su tutto il prepuzio e il glande, per 4 giorni; applicando acqua fredda insorgeva dolenzia Torace 202. Circa il 7° giorno il precedente catarro viscido si stacca facilmente la mattina, e la difficoltà di respiro (come un peso sul torace) è immediatamente migliorato 209. Con lo sforzo fisico e inchinandosi, un paio di violenti colpi al cuore, come se dovesse cadere fuori; nello stesso tempo un calore nel cuore (dopo 48 ore) 235. Sulle vertebre inferiori dorsali del torace un forte dolore lancinante e gravemente pressivo (per 50 giorni), che talvolta si irradiava agli inguini o alle scapole Sintomi neurologici 253. Formicolio della punta delle dita, come addormentate, e come se fossero intorpidite (immediatamente dopo aver assunto il farmaco) 289. Ha paura di cadere in terra di colpo, man mano che sale la debolezza, particolarmente agli arti inferiori; barcolla al minimo movimento del corpo, ma sembra possedere più fermezza quando cammina (dopo 3 ore) 290. Prostrazione, cedimento delle ginocchia, e sensazione dome dolore sordo in essi (dopo 1 ora) 292. Sbadigli incessanti per 1/4 ora (dopo 1,5 ore) Dunque… 323. Allegria, come da intossicazione (dopo 1 ora) 326. Pronto a sobbalzare al minimo rumore (dopo 1 ora e ¼) Nota al 330 al sintoma 330 (talvolta, mania furiosa, tanto che sputò sul viso di coloro che gli stavano vicino, da Morgagni): dopo una poltiglia sulla testa, convulsioni, sussulto dei tendini, morte. L’esame post-mortem mostrò depositi purulenti e pus nei polmoni, pleurite e infiammazione del diaframma, coaguli nelle cavità del cuore