Verifica delle proprietà del circuito aperto e del cortocircuito
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Verifica delle proprietà del circuito aperto e del cortocircuito
VERIFICA DELLE PROPRIETÀ E DELLE CARATTERISTICHE DEL CIRCUITO APERTO E DEL CORTO CIRCUITO Le caratteristiche di un circuito aperto sono: A. Tensione massima: Vca = Max B. Corrente nulla: I ca = 0 C. Tutti i bipoli passivi che stanno sullo stesso ramo del circuito aperto risultano elettricamente scollegati (possono essere sostituiti da corto circuiti). Le caratteristiche di un corto circuito sono: A. Corrente massima: I cc = Max B. Tensione nulla: Vcc = 0 C. Tutti i rami in parallelo al corto circuito, che contengono solo elementi passivi, risultano elettricamente scollegati (possono essere sostituiti da circuiti aperti). Modalità della verifica Si disegna un opportuno circuito che abbia almeno un ramo con più resistenze e almeno due rami in parallelo contenente solo resistenze. Ad esempio il circuito di figura. Nel ramo contenente le due resistenze in serie R2 e R3, tra i punti A e B, provocheremo un circuito aperto, eliminando R3. Verificheremo, oltre alle altre caratteristiche del circuito aperto, che la presenza della resistenza R2 è ininfluente relativamente al funzionamento del circuito, ossia risulta elettricamente scollegata. Nel ramo contenente la resistenza R5, tra i punti C e D, provocheremo un corto circuito, sostituendo la resistenza R5 con un tratto di filo. Verificheremo, oltre alle altre caratteristiche del corto circuito, che la presenza della resistenza R6 è ininfluente relativamente al funzionamento del circuito, ossia risulta elettricamente scollegata. Per il confronto della tensione VAB a circuito aperto con quella ai capi della resistenza R3 e della corrente ICD di corto circuito con quella che circola nella resistenza R5, è necessario risolvere il circuito e misurarne tensioni e correnti. 1 Risoluzione del circuito Dati del circuito: E = 12V ; R 1 = R 2 = R 4 = R 5 = 2,2kΩ ; R 3 = R 6 = R 7 = 3,9kΩ R 23 = R 2 + R 3 = 2,2 ⋅ 10 3 + 3,9 ⋅ 10 3 = 6,1kΩ ; R 56 = R5 ⋅R6 2,2 ⋅ 10 3 ⋅ 3,9 ⋅ 10 3 = 1,41kΩ = R 5 + R 6 2,2 ⋅ 10 3 + 3,9 ⋅ 10 3 R 47 = R 4 + R 56 + R 7 = 2,2 ⋅ 10 3 + 1,41 ⋅ 10 3 + 3,9 ⋅ 10 3 = 7,51kΩ R 27 R 23 ⋅ R 47 6,1 ⋅ 10 3 ⋅ 7,51 ⋅ 10 3 = 3,37 kΩ ; R 17 = R 1 + R 27 = 2,2 ⋅ 10 3 + 3,37 ⋅ 10 3 = 5,57 kΩ = = 3 3 R 23 + R 47 6,1 ⋅ 10 + 7,51 ⋅ 10 I1 = E 12 = = 2,156mA R 17 5,57 ⋅ 10 3 ; V1 = R 1 ⋅ I1 = 2,2 ⋅ 10 3 ⋅ 2,156 ⋅ 10 −3 = 4,7432V V27 = V23 = V47 = R 27 ⋅ I1 = 3,366 ⋅ 10 3 ⋅ 2,156 ⋅ 10 −3 = 7,2571V I2 = V23 7,2571 = = 1,190mA R 23 6,1 ⋅ 10 3 ; I4 = V47 7,2571 = = 0,966mA R 47 7,51 ⋅ 10 3 V4 = R 4 ⋅ I 4 = 2,2 ⋅ 10 3 ⋅ 0,966 ⋅ 10 −3 = 2,125V ; V7 = R 7 ⋅ I 4 = 3,9 ⋅ 10 3 ⋅ 0,966 ⋅ 10 −3 = 3,767 V V56 = V5 = V6 = R 56 ⋅ I 4 = 1,41 ⋅ 10 3 ⋅ 0,966 ⋅ 10 −3 = 1,362V ; V2 = R 2 ⋅ I 2 = 2,2 ⋅ 10 3 ⋅ 1,190 ⋅ 10 −3 = 2,618V ; V3 = R 3 ⋅ I 2 = 3,9 ⋅ 10 3 ⋅ 1,190 ⋅ 10 −3 = 4,641V 2 I5 = V5 1,362 = = 0,619mA R 5 2,2 ⋅ 10 3 ; I6 = V6 1,362 = = 0,349 mA R 6 3,9 ⋅ 10 3 Se viene modificata la disposizione delle resistenze, o il valore anche di una sola resistenza, o modificato il circuito, cambiano i valori delle tensioni e delle correnti. Circuito aperto. Calcolo dei valori. Togliendo dal circuito la resistenza R3 si avrà un circuito aperto tra i punti A e B. Il circuito si modifica nel seguente. In un circuito aperto non può circolare corrente; di conseguenza, nella resistenza R2 si ha corrente nulla e (per la legge di Ohm V2 = R 2 ⋅ I 2 = R 2 ⋅ 0 = 0 ) tensione nulla. In tali condizioni, la resistenza R2 risulta elettricamente scollegata (ossia come se non fosse presente nel circuito), e la si sostituisce con un cortocircuito. Osservando il circuito modificato, il punto A è equipotenziale all’estremo superiore della resistenza R 2 , indicato con E; il potenziale del punto B coincide col potenziale del secondo estremo della resistenza R7. La differenza di potenziale VAB, tra i punti A e B, coincide con la differenza di potenziale che si ha agli estremi del ramo contenente le resistenze in serie R4, R56, R7, ed è la massima differenza di potenziale che si può avere tra i punti A e B. Poiché le resistenze del circuito sono tutte collegate in serie, si calcola VAB applicando la regola di partizione: R 47 7,51 ⋅ 10 3 VAB = VEB = ⋅ 12 = 9,281V ⋅E = R 1 + R 47 2,2 ⋅ 10 3 + 7,51 ⋅ 10 3 I AB = 0 ; VEB = 0 VAB = 9,281V > V3 = 4,641V ; VAB = 9,281V è il massimo valore di tensione ottenibile tra i punti A e B. Cortocircuito. Calcolo dei valori. Sostituendo alla resistenza R5 un filo di collegamento, si pongono i punti C e D in cortocircuito. Il circuito si modifica nel seguente. 3 La corrente Icc di cortocircuito che circola tra i punti C e D è il massimo valore di corrente ottenibile tra tali punti; la differenza di potenziale tra i punti C e D è uguale a zero, essendo i due punti direttamente collegati tra loro (la legge di Ohm applicata tra tali punti dà VCD = 0 ⋅ I cc = 0 ). Risulta uguale a zero anche la differenza di potenziale di tutti i rami del circuito direttamente collegati ai punti C e D, ossia in parallelo a tali punti; pertanto (per la legge di Ohm) sarà nulla, in tali rami, anche la corrente. Se in un ramo è nulla sia la corrente sia la tensione, e il ramo contiene solo bipoli passivi, tale ramo diventa ininfluente per il funzionamento del circuito e può essere considerato elettricamente scollegato (ossia come se non fosse presente nel circuito). R 74 = R 4 + R 7 = 2,2 ⋅ 10 3 + 3,9 ⋅ 10 3 = 6,1kΩ V72 = V74 = I CD = ; R 72 = R 23 ⋅ R 74 R 6,1 ⋅ 10 3 = 23 = = 3,05kΩ R 23 + R 74 2 2 R 72 3,05 ⋅ 10 3 ⋅ 12 = 6,971V ⋅E = R 1 + R 72 2,2 ⋅ 10 3 + 3,05 ⋅ 10 3 V74 6,971 = = 1,143mA R 74 6,1 ⋅ 10 3 ; I CD = 1,143mA > I 5 = 0,619 mA I CD = 1,143mA è il massimo valore di corrente ottenibile tra i punti C e D. Procedimento di verifica 1. Si monta il circuito senza collegare il generatore. 2. Si misura la resistenza equivalente (vista dal generatore), collegando il multimetro, settato come Ohmetro, tra i punti cui sarà collegato il generatore. 3. Si collega il generatore e lo si regola a 12V. 4. Si misurano le differenze di potenziale ai capi di ogni resistenza: V1, V2, V3, V4, V5 = V6, V7. 4 5. Si determinano le correnti applicando la legge di Ohm e utilizzando i valori di tensione misurati: V V V V V I1 = 1 ; I 2 = 2 ; I 4 = 4 ; I 5 = 5 ; I 6 = 6 . R1 R2 R4 R5 R6 6. Si toglie dal circuito la resistenza R3 e si misurano le differenze di potenziale VAB ; VEB ; VEA. 7. Si rimette al suo posto R3 e si sostituisce R5 con un filo di collegamento (producendo così un corto circuito). Si misura la differenza di potenziale V74 e, da tale valore, applicando la legge di V Ohm, si determina la corrente I CD = 74 . R 74 8. Si misura la corrente ICD. 9. Si riportano i valori misurati nelle due tabelle, in cui sono riportati anche i valori calcolati per un immediato riscontro. Tabulazione dei dati Tensioni Valori misurati Valori calcolati kΩ Req 5,530 5,566 E 12 12 V1 4,745 4,7432 V2 2,616 2,618 Correnti Valori misurati Valori calcolati Valori misurati Valori calcolati I1 2,161 2,156 I2 1,189 1,190 Circuito aperto punti A e B Volt E VAB VEB VEA 12 9,270 9,272 0 12 9,281 9,281 0 volt V3 4,639 4,641 mA I4 0,974 0,966 V4 2,142 2,125 I5 0,621 0,619 V5 = V6 1,366 1,362 V7 3,746 3.767 I6 0,350 0,349 Cortocircuito punti C e D Volt mA E V74 ICD = V74/R74 ICD 12 6,968 1,142 1,156 12 6,971 1,143 1,143 Conclusioni I valori misurati sono in ottimo accordo con quelli calcolati. Le tensioni VAB e VEB sono praticamente uguali; la tensione ai capi di R3, VEA, risulta di valore nullo; inoltre, VAB = 9,270 V > V3 = 4,639 V , massimo valore possibile. Per il cortocircuito si ha: I CD = 1,156 mA > I 5 = 0,621mA , massimo valore possibile. 5