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i misteri di maria
i misteri di maria paolo brosio i misteri di maria Da Saragozza a Medjugorje profezie e segreti che nessuno può ignorare A cura di Aldo Innocenti Redazione: Edistudio, Milano I Edizione 2015 ISBN 978-88-566-4302-2 © 2015 – EDIZIONI PIEMME Spa, Milano www.edizpiemme.it Anno 2015-2016-2017 - Edizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Stampato presso Elcograf S.p.A. – Stabilimento di Cles (TN) Prefazione Cari amici lettori, prima della lettura del prologo e di questa nuova fatica, voglio offrirvi lo straordinario contributo di don Divo Barsotti, mistico e carismatico di origine pisana e fiorentino d’adozione, autore di testi di teologia di altissima levatura e fondatore della Comunità dei Figli di Dio, purtroppo volato in Cielo il 15 febbraio del 2006. Credo che le parole scritte da don Divo siano illuminanti del lavoro compiuto dalla Madonna nei luoghi delle apparizioni. Le cose che dice don Divo non solo le condivido ma vi invito a leggerle perché in esse troverete, in una straordinaria forma espositiva, tutto ciò che ho più volte espresso, con concetti molto più semplici, nei libri scritti dal giorno della mia conversione. Il contributo che segue è stato scritto da don Divo Barsotti su richiesta di don Silvio Zannelli, figlio spirituale dello stesso don Divo nonché sacerdote, pittore e scultore della diocesi di Firenze. Con Maria appare il mondo nuovo di don Divo Barsotti Molte sono le apparizioni nella storia della Chiesa. Più che il loro messaggio, è il fatto stesso dell’apparizione che esige una nostra riflessione. Non sembra che aggiungano nulla a quanto già noi conoPrefazione 5 sciamo per fede: è come se d’improvviso si facesse visibile un mondo sempre presente, ma che abitualmente rimane nascosto, come se gli occhi dell’uomo acquistino un nuovo potere visivo e non abbiano più soltanto la capacità di vedere solo questo mondo e quanto vi avviene. Ma che cosa di fatto possono significare le apparizioni per la Chiesa, e in modo particolare per coloro che hanno avuto la facoltà di vedere ciò che noi non vediamo? Mi sembra che sia fondamentale che noi, dalle apparizioni, abbiamo certezza di un mondo di luce, di un mondo che è presente ma rimane invisibile e non appare che per una volontà del tutto gratuita, ma che rimane un privilegio e un dono. È dunque prima di tutto il riconoscimento della presenza vittoriosa del bene, perché quello che appare fa parte certo del mondo di Dio. Questo mondo divino rende testimonianza di una vittoria del bene; è perciò un dono certo di Dio che nei momenti più gravi e difficili in cui tutto sembra sommerso dal male, garantisce che il male non ha potere in quel mondo in cui tuttavia noi cristiani siamo stati introdotti dalla grazia divina. Lo sappiamo per fede, ma nella nostra esperienza umana è come se il male sopraffacesse ogni cosa, e fosse vana ogni speranza. Qual è questo mondo di luce che gratuitamente appare? Generalmente è la Vergine Maria, e anche qui noi dobbiamo chiederci come mai al mondo del peccato risponda il mondo di Dio e la presenza della Vergine pura. Prima ancora della Madonna è il Cristo che risorgendo nella sua umanità dovrebbe fare presente il mondo divino e la vittoria sul male. Perché dunque la Vergine? È certo, come ci insegna la liturgia, perché in Lei è la creazione intera che si è rinnovata; è Lei stessa la nuova creazione non contaminata dal male e vittoriosa. L’apparizione anticipa dunque la vittoria di Cristo sul male? 6 Prefazione L’apparizione della Vergine assicura che proprio la creatura già in atto primo è liberata dai condizionamenti cui è stata sottoposta soprattutto dal peccato, ma anche dalla sua condizione stessa di creatura. Di fatto, queste apparizioni rendono testimonianza di una libertà che la creazione per sé, anche indipendentemente dal peccato, non sembra poter avere: la libertà dai condizionamenti del tempo e dello spazio… Nelle apparizioni dunque si anticipa in qualche modo la manifestazione della vittoria del Cristo sulla potenza del male che continuamente sembra minacciare di morte il mondo presente. Non solo anticipa, ma anche fa presente il mondo redento, anche se questo mondo rimane invisibile. Dio non assicura anticipatamente a quanto Egli ha stabilito la manifestazione della vittoria sulle forze disgregatrici, sulla potenza della morte, ma con le apparizioni ci assicura la Sua presenza. L’apparizione non è dunque una azione di Dio sull’mmaginazione dell’uomo; credo che non si possa negare la sua oggettiva realtà; veramente è la Vergine santa che appare, veramente gli uomini entrano in rapporto con Lei e con il suo Figlio divino. Così l’uomo vive in due mondi: uno visibile che tuttavia è destinato a finire, e un mondo invisibile che non potrebbe essere violato da coloro che lo negano. È questo il vero mondo che Dio ha redento; la Vergine non può abbandonare i suoi figli prima della manifestazione pubblica e solenne della sua vittoria sul male. Madre di tutti, essa non potrebbe separarsi da noi che viviamo nella pena, sottoposti a ogni tentazione, incapaci di sottrarci alla morte. Essa non appartiene più al mondo di quaggiù, ma la sua presenza nelle sue apparizioni ci assicura che il mondo divino è già presente, e la prova non potrà superare la grazia, soprattutto non potrà impedire mai alla Vergine Madre di soccorrere i figli che si trovano coinvolti nel combattimento contro le potenze dell’inferno. Prefazione 7 Il mondo di Dio non solo è reale, ma non è minimamente separato dal mondo di quaggiù: è il mondo di quaggiù che potrebbe essere separato dal mondo redento. Le apparizioni dicono dunque la duplice dimensione della vita dell’uomo. Egli vive in un mondo in cui Dio sembrerebbe assente e per la fede invece vive nel mondo di Dio. L’uomo è come diviso da queste due dimensioni; facendo parte del mondo presente egli sembra vivere nel “mondo dell’assenza”, ma vive anche nel mondo di una creazione già rinnovata dalla presenza di Dio. 8 Prefazione Prologo Credo e spero che questo libro sia davvero speciale, perché ispirato nella preghiera da Maria. Voglio ora raccontarvi in sintesi la trama, le vicende e i racconti più emozionanti che si trovano nelle pagine che scoprirete volta per volta. Il filo narrativo di questo sesto lavoro consecutivo per la casa editrice Piemme-Mondadori, è la storia segreta di Maria o meglio dei misteri della vita di Maria, così come ci sono stati rivelati da suor Maria di Gesù di Ágreda. Monaca concezionista francescana e grandissima mistica spagnola, suor Maria di Gesù è oggetto da anni di studi approfonditi in particolare da parte dei frati francescani minori della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, nonostante sia purtroppo ancora sconosciuta a molti, anche nella Chiesa. Vorrei dedicare il prologo di questo libro anche ad alcuni amici che mi hanno tanto aiutato nel cammino di fede e che possono rappresentare per voi un vero e proprio sostegno umano e spirituale di altissimo livello. Suor Maria di Gesù di Ágreda Il lavoro molto impegnativo che ho realizzato quest’anno con il prezioso aiuto del collega Aldo Innocenti si è svolto su due fronti: da un lato portare alla luce storie doviziosamente documentate, impressionanti e straordiPrologo 9 narie, che ci possono far capire due cose fondamentali: Dio esiste e la Madonna non è un’invenzione né frutto di fantasia letteraria; dall’altro lato, per la prima volta, abbiamo deciso di togliere il velo e il silenzio sulla vita di mistiche di eccezionale qualità spirituale e teologica. Purtroppo, come nel caso di Teresa Musco in Raggi di luce o della Meneghina nel libro A un passo dal baratro, sono finite nel dimenticatoio oppure sono rimaste sconosciute per una mediocre divulgazione, persino a causa di una parte della gerarchia ecclesiale che purtroppo spesso non le vuole considerare o ahimè le giudica con sospetto o con un alto tasso di sufficienza culturale e teologica. Per noi laici il problema è diverso poiché, diciamocelo pure, risulta assai difficile leggere per un uomo di strada, un impiegato, un operaio, un commerciante ma anche per un professionista, un imprenditore o un docente di alto livello culturale, quelle centinaia, migliaia di pagine scritte e tradotte, come nel caso di suor Maria di Ágreda, dallo spagnolo del Seicento. Abbiamo provato a rendere la lettura più semplice e divulgativa presentandola in forma ridotta, cercando di promuovere a tappe la vita della Madonna e facendo attenzione a non alterare né le parole né la grandezza e lo spessore teologico di suor Maria. Insomma, quasi per scherzo, mentre si ragionava sui temi del libro, si diceva spesso: «Proviamo a scrivere un Bignami per portare Maria a tutti». Poi abbiamo notato la straordinaria somiglianza – direi similitudine – di certe frasi riferibili alla Madonna, dettate a questa suora concezionista francescana con le parole dei messaggi di Medjugorje. Per noi c’è un filo forte che lega la Spagna alla Bosnia e il grande denominatore comune è san Giacomo. Come sono arrivato a suor Maria di Ágreda? Non voglio dirvi tutto subito. Lo leggerete, ma vedrete che la strada per arrivare alla Spagna passa da Parma – una storia questa, davvero incredibile – e da lì in Erzegovina. Ogni cosa è collegata all’idea di realizzare il primo 10 Prologo pronto soccorso ospedaliero di Medjugorje per i pellegrini di tutto il mondo. Si parte da Verona dove suor Pura Pagani, una sorella davvero speciale morta in profumo di santità, ha lasciato al suo discendente diretto questo compito e lui, manager finanziario, mi ha contattato in maniera rocambolesca convincendomi a lanciare questo progetto al quale avevo sempre detto di no da quattro anni a questa parte. Insomma, ce ne sono davvero tante di storie appassionanti. Basti pensare che suor Maria di Gesù era chiamata “Lady in blue” in Nordamerica perché, con ben cinquecento bilocazioni riconosciute persino dalla tremenda Inquisizione spagnola, era già “volata” nel Nuovo Mondo – e vi spiegheremo anche con quali modalità straordinarie la mistica di Ágreda si è manifestata in Texas, Arizona, Messico. Mamma mia, che storie ci regalano Dio e la Madonna! Bellissime come un film di avventure! Non aggiungo altro su suor Maria di Ágreda, sui misteri della vita della Madonna, su san Giacomo, l’ospedale di Medjugorje a lui dedicato né infine sui segreti e le profezie. Leggerete pagine avvincenti e misteriose e soprattutto molto emozionanti che vi terranno con il fiato sospeso e che potrete godervi e meditare appieno solo con gli occhi della fede. Solo un accenno al terzo e al quarto capitolo, dove si parlerà per l’appunto dei dieci segreti di Medjugorje e delle profezie di cinque grandi uomini di Dio, fra cui due papi. Non voglio assolutamente con questa lettura stimolare in voi il desiderio di curiosità per il futuro; al contrario vorrei che ci rendessimo conto dei pericoli che corrono oggi l’umanità e il pianeta e che – come dice la Madonna che appare a Medjugorje e che ci lascia meravigliosi messaggi evangelici – ci decidessimo in fretta a cambiare vita con una conversione del cuore sincera e autentica che dai santuari ci riporti alle nostre case desiderosi di rinnovare l’impegno nelle parrocchie locali e di testimoniare il Vangelo giorno per giorno non solo con le parole ma nei fatti della vita. Prologo 11 Ora vorrei proseguire col viaggio nei capitoli più belli di questo libro, raccontandovi in sintesi le storie più avvincenti e, nel contempo – come vi ho anticipato prima – dedicare questo prologo anche ad alcuni amici che mi hanno tanto aiutato nel cammino di fede e che possono rappresentare per voi, cari lettori, un vero e proprio sostegno spirituale. Franco Mondino e la piccola Aurora Maria Franco Mondino è un laico, figlio spirituale di padre Pio, che abita in provincia di Cuneo e si divide fra Mellana, Boves e Mondovì. Ai piedi delle Alpi cuneesi, ammantate di neve d’inverno e d’estate impreziosite di pascoli verdeggianti e torrenti spumeggianti di acqua gelida, ha dedicato la sua vita ad aiutare tutti coloro che soffrono per gli infiniti dolori di questa esistenza difficile, fra gioie e spine pungenti. Da Franco bisogna andarci tutti perché lui sa consigliarti sempre bene. Soprattutto per il suo grande carisma nella cura delle malattie. Poche frasi ispirate da Dio ci rivelano in anteprima malattie subdole e sconosciute, e gli specialisti migliori quasi sempre confermano ciò che lui ci ha bisbigliato a bassa voce e con grande umiltà, consapevole che non è lui a parlare ma Dio e che Franco è solo uno strumento per farci sapere la Sua volontà. Lo Spirito Santo spesso lo informa nei minimi particolari delle vicende umane, avvisandolo già prima di ogni incontro dei fatti più circostanziati della nostra vita. Troverete notizie su Mondino nelle ultime pagine quando parlerò di una storia bellissima, una delle più avvincenti: quella della piccola Aurora Maria, una stellina luminosa della Val di Non in Trentino che non doveva nascere viva a causa di gravissime malformazioni cerebrali. È la storia di un miracolo nel miracolo: quella di un frate carmelitano guarito da un tumore che benedice il pancione della mamma e i vestitini della bambina affidando tutto alla Madonna. 12 Prologo Fra Stefano, carmelitano torinese, ne parla prima con Mondino e poi a Vicka e tutti e due dopo la preghiera ne profetizzano una nascita miracolosa contro i pareri dei medici. Gigliola si alza in piedi… Siamo a Fossò, in provincia di Venezia, dove per dieci anni una giovane madre è costretta su una sedia a rotelle. Un calvario aggravato da una separazione improvvisa proprio all’inizio della malattia. Il mondo sembra crollare addosso alla nostra bella Gigliola che deve allevare i suoi due figli senza l’affetto del marito e con le gambe paralizzate. Comincia il walzer degli ospedali che non lascia nessuna speranza: sclerosi multipla atipica. Dopo tanti anni di sofferenze, lontana dalla fede, il dolore la riavvicina a Dio. La Madonna fa da tramite: il paese di Fossò da vent’anni è gemellato con Citluk in Erzegovina e Gigliola scopre Medjugorje… La misteriosa e inguaribile malattia di Fabio Una storia avvolta nel più fitto dei misteri dove luminari illustri hanno studiato a fondo il caso di Fabio, un ragazzo di dodici anni di San Giorgio a Cremano che d’improvviso rimane completamente bloccato alla schiena e alla gamba sinistra con atroci dolori che lo tengono lontano dalla scuola e dagli amici per quasi due anni. Nessuna diagnosi riesce a trovare la causa di questa paralisi che si manifesta in tutta la sua violenza. I medici brancolano nel buio e lo riempiono di antidolorifici. Ma nulla cambia, la famiglia si dispera e l’unica che alimenta la luce della speranza è mamma Ornella che si affida a una preghiera incessante. Quando tutto sembra ormai perduto, prima un sogno Prologo 13 profetico, poi il viaggio che riporta la gioia in famiglia. Ai piedi del Podbrdo Fabio, improvvisamente, guarisce. Le colline rosse Questa è la storia di Letizia che più di una volta, a tre anni, rischia di morire soffocata nel sonno a causa di una patologia rara e terribile che colpisce i più piccoli: il laringospasmo, un tosse convulsa che può provocare il soffocamento in qualunque momento. Una vicenda impressionante perché la bambina, durante un attacco violentissimo, implora i genitori di portarla a Medjugorje, un luogo di cui non aveva mai sentito parlare e che non aveva mai visto in vita sua: «Papà, mamma, vi prego… portatemi laggiù a Medjugorje, la Madonna mi guarirà». Così comincia l’incredibile avventura di Letizia e delle “colline rosse”. Buddha e la Gospa La Madonna, Buddha e una conduttrice radiofonica famosa: cosa lega questi tre personaggi? Sono i protagonisti dell’avvincente racconto di Loredana Rancati, una delle voci più famose di Radio 105 e Radio Monte Carlo. Per più di cinquant’anni, Loredana è lontana da Dio e dalla fede. Soltanto un grave tumore e il rischio fortissimo di una paralisi facciale devastante la spingono a un viaggio che altrimenti non avrebbe mai intrapreso. Destinazione: Bosnia-Erzegovina. In quei luoghi sacri avviene, prima di tutto, una grande guarigione spirituale che la spinge a recitare il rosario per la prima volta in vita sua e che le dà la forza di affrontare un intervento chirurgico delicatissimo per asportare un tumore che l’avrebbe uccisa o che, nel migliore dei casi, le avreb14 Prologo be paralizzato il viso per sempre. Non aggiungo altro, per non rovinarvi la sorpresa che finirà con un tuffo nell’acqua miracolosa di Lourdes. Chiara Luce Badano Chiara Luce Badano, giovane e bella, una vita dedicata alla fede, una sofferenza per Gesù, una morte dolorosa e prematura. A Sassello, un paesino nel Savonese, si consuma la tragedia infinita di Chiara, stroncata a diciotto anni da un male incurabile dopo ventiquattro mesi di sofferenze inaudite vissute con la dignità e il coraggio che solo una fede fortissima può dare a una vita che sta per spezzarsi nel fiore degli anni. Il mio desiderio è sempre stato quello di abbracciare i genitori e parlare loro del mio percorso di fede e dei raggi di luce della mia vita proprio in quel piccolo borgo ligure, teatro della vita di santità di Chiara Luce. Un simbolo per tanti ragazzi che hanno smarrito la via della pace e della serenità. Due donne e il perdono Sono le dieci del mattino di lunedì 25 aprile 2011. Siamo nell’entroterra della Maremma quando, di colpo, si scatena l’inferno: fermati dai carabinieri a un posto di blocco, alcuni ragazzi provenienti da un rave party aggrediscono a tradimento i militari. Uno dei due è ferito gravemente e perderà un occhio; l’altro, dopo tredici mesi di coma, muore lasciando la moglie e il figlio. A distanza di tempo Claudia, la moglie del carabiniere, e Irene, mamma di Matteo colpevole dell’omicidio, al termine di uno straordinario percorso di fede si abbracciano Prologo 15 e ritrovano la gioia del perdono, con un gesto di grande umanità e pietà che arriva fino al cuore di Matteo. Il santuario della Verna e il cardinal Comastri Angelo Comastri è un cardinale di altissima levatura umana e spirituale, vicario del papa per il Vaticano, arciprete della basilica di San Pietro. Grazie a Dio è rimasto umile e schivo come da bambino, figlio di una famiglia di origini contadine che ha vissuto nell’entroterra della campagna maremmana. Oggi don Angelo abita in un appartamento in Vaticano e lavora nei potenti uffici della Fabbrica di San Pietro, ma di questi privilegi, legati al suo importantissimo ruolo, se ne serve solo e unicamente per servire la Chiesa con onestà e trasparenza e per aiutare i poveri. È sempre circondato dagli affetti più cari e dalla sua bella famiglia, unita, semplice. Tutti originari di una parte di Toscana dove sono ancora forti le tradizioni della civiltà contadina e cristiana che si possono facilmente ritrovare in queste persone. La punta di diamante della famiglia è Franca, la sorella, con la quale ho stretto un’amicizia sincera e affettuosa. Franca somiglia tanto a don Angelo e mi è persino capitato di scambiare le loro voci al telefono. Ogni volta rimango così stupito dalla gaffe un po’ goffa che faccio, distratto come sono dalle mille cose che mi si affacciano alla mente soprattutto da quando, grazie alla preghiera, ho cambiato vita. Con loro due e un gruppo di amici quest’anno ad agosto ho trascorso una settimana bellissima al santuario della Verna [foto 1 e 2] dove sono ritornato dopo vent’anni. La prima volta fu prima della mia conversione: ci andai su invito dei frati francescani, a un incontro con i giovani cattolici che si teneva proprio nel luogo storico dove san Francesco d’Assisi fu segnato dalle piaghe di Gesù. Per me erano i tempi dei grandi successi televisivi alla 16 Prologo trasmissione sportiva Quelli che il calcio con Fabio Fazio, Marino Bartoletti, il regista Paolo Beldì e tutta quell’allegra banda di pazzi che faceva divertire l’Italia commentando le belle partite della Serie A. Ero già famoso perché per quattordici anni avevo lavorato nei quotidiani, e per nove nei tg Mediaset dove ero diventato, fra mille inchieste di cronaca nera e giudiziaria, la voce ufficiale delle vicende di Tangentopoli: in collegamento davanti al tribunale di Milano, loden verde, il solito tram arancione che mi sfrecciava impietoso alle spalle ed Emilio Fede che mi tormentavano giorno e notte. Poi il salto in Rai dove ho girato il mondo prima per Rai Tre e poi per Rai Due – sempre a Quelli che il calcio come inviato speciale per raccontare le partite più belle in diretta. Dalla Russia agli Stati Uniti d’America, dal Brasile e alla Cina; e poi tutta Europa fino ai ghiacci dell’estremo Nord alla ricerca di Babbo Natale a Rovaniemi in Lapponia, la provincia più settentrionale della Finlandia. Mai fermo, mai zitto, frenetico sempre. Oggi qui, domani là, e poi spot, telepromozioni, serate, dibattiti e mille incontri… Un vortice che mi risucchiava e mi faceva sentire al centro del mondo. Ero il testimonial per tutta l’Italia del marchio agip, guadagnavo benissimo e mi divertivo come un matto… Il mio Dio erano gli ascolti, lo share, avevo donne ovunque, facevo sport di giorno e spesso tiravo tardi la sera. Piovevano inviti a destra e a manca e le aziende facevano a gara per avermi come testimonial. Con Fabio e Teo Teocoli sono arrivato a Sanremo dove ho partecipato per tre anni sia al Festival che al Dopo Festival come inviato speciale e, ovviamente con quella testa là, di Dio non me ne fregava proprio nulla. Potete immaginarvi con quale spirito mi sono avvicinato alla Verna e all’incontro con i frati francescani. I ragazzi mi hanno bombardato di domande sulla vita nel mondo del giornalismo e dello spettacolo e poi a bruciapelo uno di loro mi ha chiesto: «Ma tu Paolo, come ti poni dinnanzi alle regole francescane? La Prologo 17 castità… la povertà e l’obbedienza… ?». Lo guardai come se fosse un marziano e gli dissi: «Ma secondo te, che cosa vuoi che faccia, astinenza sessuale? E no, mi dispiace proprio no. Sono mica matto! La povertà? Ma se faccio a gara con gli altri per i contratti più importanti. Obbedienza? Appena il direttore si volta, faccio come mi pare…». Insomma, fui sincero e solo per questo mi apprezzarono. Ma quando vent’anni dopo sono tornato là, sul monte dove san Francesco ha ricevuto le stimmate, tante cose erano cambiate nel frattempo. Di solito, infatti, in quel periodo, ad agosto, ero sul mega yacht di Briatore in Sardegna, nelle calette più belle della Costa Smeralda. Guarda caso, quella super barca si chiamava con lo stesso nome con il quale è conosciuta suor Maria di Gesù di Ágreda negli Stati Uniti e cioè Lady in blue. Nell’agosto del 2014 sono tornato alla Verna con il cardinale Comastri e sua sorella Franca in compagnia dei francescani della comunità. Che differenza! E la cosa bella è che oggi sono felice con poco e mi accontento di ciò che mi dà il Signore, mentre prima dovevo avere tutto e subito e non mi bastava mai quello che facevo o che possedevo. La Madonna mi ha cambiato molto e ora amo tanto Gesù e la messa quotidiana. Vi dico solo questo: l’8 di agosto mi sono alzato presto per recitare le lodi con i frati e prima ancora, verso le 6.15, giravo sul ballatoio antico della casa francescana in pietra recitando il santo rosario insieme a Comastri che prega all’alba tutti i giorni. L’8 di agosto di sei anni fa a quell’ora tornavo a casa dopo essere uscito barcollando dal Twiga o dal Billionaire perché ne avevo combinate di tutti i colori. Alla Verna c’era con me anche Aldo Innocenti, autore, regista e compagno di tante avventure di lavoro. Ogni giorno, da almeno quattro o cinque mesi, leggevamo suor Maria di Gesù di Ágreda. Si scriveva e si respirava l’aria di quei boschi impenetrabili di faggi, abeti e castagni dove l’intensa luce solare estiva filtrava tremula tra la vegetazione e il ver18 Prologo de delle foglioline irradiava quel colore illuminato ovunque dando a tutti un senso di pace e di riposo. L’aria pulita e ossigenata e i ruscelli d’acqua pura che sgorgano dalla roccia incontaminata erano gli stessi che assistevano alle passeggiate miracolose di san Francesco. Tutto è rimasto immutato e la sua presenza è viva in quel luogo. Poi, pranzo e cena con Comastri, insieme all’inseparabile sorella Franca, puntuale come un orologio svizzero per non rubare tempo alla preghiera. Che grazia stare con lui! Gli voglio bene e mi ha dato tanto. Un giorno, prima della serata conviviale, ha ricordato a tutti gli altri ospiti che alla santa messa che si tiene a San Pietro prima di Natale per tutti i dipendenti del Vaticano ha parlato della mia conversione durante l’omelia leggendo alcune pagine di A un passo dal baratro. Io non sapevo neppure chi fosse Comastri perché a malapena ricordavo Ave Maria e Padre Nostro però qualcuno mi aveva regalato il suo libro delle Edizioni San Paolo con le meditazioni del santo rosario che oggi ho quasi imparato a memoria e che recito e medito in giro per l’Italia, inserendo di tanto in tanto le mie riflessioni di vita vissuta. L’ultimo giorno, dopo pranzo, prima che lasciassimo quel luogo incantevole ci abbracciammo e ricordammo a tutti il grande regalo che mi fece il cardinale quando alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II mi permise di recitare l’Angelus a mezzogiorno nella cripta del Vaticano. Da appena due ore era stata riportata alla luce la tomba di papa Wojtyla e attorno alla bara c’eravamo solo io e il cardinale Comastri. Abbracciai la tomba, la baciai due o tre volte e non mi staccai più. Pregai a lungo e ho vissuto intensamente quei momenti avvertendo lungo la spina dorsale e a fior di pelle mille brividi che mi attraversavano il corpo. Piangevo e quasi non me ne rendevo conto. Il tempo trascorreva e io rimanevo inchiodato lì [foto 3 e 4]. Che gioia, che fortuna! Pensate che solo quarantott’ore Prologo 19 dopo, più di un milione di fedeli, provenienti dai paesi di tutto il mondo, avrebbero sfilato a trenta metri di distanza da quella bara, fermandosi solo un istante per scattare una foto ricordo. Il filmato di quel giorno, dove sono stato a lungo inginocchiato a fianco della bara, è rimasto nella memoria di tutti perché è andato in onda mille volte in tanti programmi Rai e Mediaset e ora, da quelle immagini, ho tratto le foto esclusive che ben volentieri, dopo averle custodite gelosamente, vi propongo. Ma leggiamo ora cosa ci racconta Franca Comastri, oggi settantasettenne, che per la prima volta accetta di parlare di vicende che riguardano la sua famiglia e il fratello, vicario del papa per la basilica di San Pietro. «Mio fratello ha sempre avuto sin da piccolo una grande fede innata e una dedizione particolare per Dio e la Madonna. E tutto ciò, a noi della famiglia, a papà Fernando e a mamma Beneria, pareva davvero strano per un bimbo di tre anni. Un altro aspetto è la semplicità della sua vita portata avanti con tanta umiltà unita alla gioia di fare carità silenziosa con tutto il cuore. Era già così per lui nelle cose che facevano parte del piccolo mondo di un bambino. Guarda Paolo, ti voglio rivelare un particolare che la dice lunga sul desiderio che don Angelo ha sempre avuto di aiutare i piccoli. Qualche giorno fa [siamo alla metà di dicembre 2014 mentre scrivo. N.d.A.]quando è arrivato il suo stipendio era felice perché ogni mese aiuta un gruppetto di famiglie in difficoltà. Ora, con la crisi che c’è, sta cercando di incrementare il gruzzoletto di solidarietà diminuendo le spese di casa. Se ti dico in che modo ci è riuscito, lui si arrabbia tanto quindi devo tacere. Ogni giorno mi ricorda che il bene si fa nel silenzio senza mai sbandierarlo. Il buongiorno si era comunque già visto dal mattino presto perché, come ti dicevo, da piccolo aveva grandi slanci di generosità e di bontà. Un giorno – io avrò avuto nove anni, frequentavo la quinta elementare, ero vivace e anche un po’ birichina – quando abitavamo a Sorano in Maremma, dopo la scuola verso mezzogiorno, come si dice 20 Prologo dalle nostre parti, “andai alla vigna” con la mia amichetta del cuore senza avvertire la mamma dicendo però agli altri che avevo il permesso. I miei erano in pena e rientrai solo dopo nel tardo pomeriggio. Mia mamma mi prese a sberle e sculacciate e Angelino si mise in mezzo prendendone più di me e difendendomi con tutte le sue forze. Aveva solo quattro anni ma continuava a chiedere a mia mamma di perdonarmi. Una volta mamma Beneria mi fece un cappottino bianco e io andai da mia zia Elisabetta al telefono pubblico del paese. Mi regalò una scatoletta con l’inchiostro per il pennino. Mi fermai nella piazza del paese e aprendo la scatoletta con mossa maldestra feci schizzare l’inchiostro sul cappotto macchiandolo tutto di nero! Anche quel giorno, apriti cielo! Ma il mio fratellino si prodigò per far tornare la pace in casa proteggendomi dalle ire materne. Angelino pensava sin da piccolo sempre a tutti, in particolare ai più poveri. Quando frequentava il seminario maggiore e tornava a casa solo due o tre volte all’anno, invece di riposarsi si prodigava per fare doposcuola gratuito per i figli dei contadini e delle famiglie più sfortunate. Una nostra cugina che aveva sposato un alto ufficiale dell’esercito dell’Accademia di Modena aveva una figlia con qualche problema scolastico. Angelo era bravo un po’ in tutte le materie e così gli chiese una mano per la nostra giovane parente. Ma lui le disse: “Se aiuto voi devo dire di no a una famiglia povera. Mi dispiace ma non posso”.» Cari amici, questo è un breve ritratto di Angelo Comastri. Lo ringrazio e mando un bacio a sua sorella e a tutti i collaboratori del cardinale. In particolare ad Angela Foschini, ad Andrea Benedetti e a tutti i sanpietrini della basilica che hanno tanta pazienza quando vengo a trovarlo per recitare l’Angelus e pregare in San Pietro [foto 5]. Caro don Angelo, dedico a te queste poche righe, a te che ami san Francesco, la Verna e quei monti, veri e propri polmoni verdi con quell’aria fresca e pulita, piena di ispiraPrologo 21 zioni divine contro la canicola estiva e lo smarrimento delle spiagge affollate. Dedico a te e a tua sorella Franca il colpo d’occhio di chi arriva al santuario quando, salendo dal Casentino o dalla Val Tiberina, ci si trova tutto d’un tratto all’ombra di «faggi giganteschi», così definiti dalla penna del vescovo Rodolfo Cetoloni. Qui s’incontra un monumento con san Francesco che chiede a un bambino di liberare le tortore che stava andando a vendere. Poi si scoprono i caseggiati in pietra che sembrano usciti dalla scenografia di un film sul Milleduecento e la strada di sassi che porta al Quadrante, il piazzale lastricato che prende il nome dalla meridiana, l’orologio solare inciso sul campanile della splendida basilica: «Se il sol mi guarda, le ore ti mostro» si legge. Siamo a 1.128 metri sul livello del mare e una grande croce di legno [foto 6] molto semplice si staglia sullo sfondo del cielo e di un panorama incommensurabile. Si ammirano laggiù, in lontananza, la valle del Casentino delimitata dalla catena montuosa del Pratomagno, il paese di Chiusi, la Val Tiberina, il monte Casella e le città di Bibbiena e Poppi. Pare che tutto il mondo si trovi lì, ai piedi di san Francesco, prediletto di Gesù. Il Mattone del Cuore e “ilteatrolibro®” Sono due le novità più importanti del 2014: “ilteatrolibro®” e il progetto “Mattone del Cuore”. “ilteatrolibro®” è un nuovo modo di comunicare il lavoro dello scrittore che “partorisce” ogni anno la sua fatica letteraria; il Mattone del Cuore è invece un progetto di raccolta fondi articolato in più interventi per finanziare il primo presidio ospedaliero di pronto soccorso a Medjugorje, la terza casa per anziani abbandonati a Citluk e le “Borse di studio per gli studenti poveri ma talentuosi” dei frati francescani. Ma andiamo per ordine e cominciamo da “ilteatrolibro®”. 22 Prologo È una forma originale e innovativa, per realizzare un evento teatrale o di piazza, per parlare direttamente al cuore di tutti diffondendo valori cristiani. Si tratta in pratica di mettere in scena un libro, appena scritto, ancora fresco di stampa, attraverso vicende e storie che escono dalle pagine stesse del libro e che così si materializzano davanti al pubblico: servizi giornalistici, clip audio e video, testimonianze, musica, filmati, documenti inediti e fotografie che raccontano vicende e fatti di vita che aprono il cuore alla speranza come guarigioni inspiegabili, miracoli, conversioni del cuore e storie di vocazione alla vita sacerdotale. La mia testimonianza e la regia di Aldo Innocenti rappresentano il perno attorno a cui ruota la scaletta di questo evento teatrale in cui i contributi sono proiettati dal palco su uno schermo cinematografico. In fondo al libro troverete altre informazioni e notizie a riguardo. E ora, cari amici, parliamo del Mattone del Cuore, la nuova creatura che è nata e che si è sviluppata con il desiderio di collaborare alla costruzione del primo presidio ospedaliero di pronto soccorso di Medjugorje. Il progetto è stato elaborato più volte per adattarsi al meglio a quelle che sono le esigenze dei dirigenti dell’ospedale di Mostar che gestiranno la nuova struttura sanitaria. L’ospedale verrà costruito con i fondi raccolti in Italia e all’estero dall’associazione onlus Olimpiadi del Cuore e dalla futura Fondazione San Giacomo, santo a cui verrà intitolato anche l’ospedale di Medjugorje. Per sostenere le Olimpiadi del Cuore con delle singole donazioni è necessario effettuare il bonifico sul conto corrente dell’associazione onlus Olimpiadi del Cuore (Monte dei Paschi di Siena S.p.a. Agenzia 37 – via San Pietro all’Orto, Milano – iban: IT 19 I 01030 01656 000002272778/ bic: PASCITM1M37 per l’estero), indicare nella causale «Donazione pro opere di carità Olimpiadi del Cuore» e indicare la donazione, nome, cognome, indirizzo postale con numePrologo 23 ro civico e via, cap, comune e provincia; tutto questo per spedirvi la ricevuta fiscale dell’avvenuto versamento per la trasparenza fiscale che potrete scaricare dalle tasse – per effettuare la donazione 5 × mille a favore dell’associazione onlus Olimpiadi del Cuore è sufficiente firmare e inserire il numero di codice fiscale 96046960066 nel riquadro della dichiarazione dei redditi o del cud “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociali”.Il progetto “Mattone del Cuore” prevede anche la vendita del mattone del cuore [scultura d’arte sacra, realizzata in cotto artigianale dell’Impruneta e firmata dal sacerdote e artista don Silvio Zannelli della diocesi di Firenze. N.d.A.] e del mattoncino del cuore (portachiavi artistico sempre firmato da don Silvio, anch’esso in cotto fiorentino). Il bozzetto rappresenta l’immagine profetica della Madonna di Medjugorje che scende su una nuvola sopra la chiesa di San Giacomo. Sarà possibile ordinare e acquistare mattone e mattoncino del cuore contattando l’associazione onlus Olimpiadi del Cuore che ha sede a Forte dei Marmi (sito: www.olimpiadidelcuore.it; email: [email protected]; ufficio: 0584-752757; mobile: 338 7428498). Gli angeli custodi della fede Gli angeli custodi della fede sono i sacerdoti che in questi anni mi hanno aiutato, fra mille difficoltà, nel mio percorso di vita cristiana. Più avanti spiegherò tante cose, frutto di un’esperienza quotidiana, ma ora voglio solo anticiparvi un principio che mi sta tanto a cuore che è un grande frutto del pellegrinaggio di ritorno da Medjugorje: l’importanza della figura del parroco e della chiesa locale, la più vicina a casa nostra. Una tappa fondamentale nel cammino di fede. 24 Prologo