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Diversi sono i modi di governare la pala del timone
Le timonerie Diversi sono i modi di governare la pala del timone. Qui una breve carrellata con difetti e pregi di ognuno di essi di Lara Adani li organi di governo su tutte le navi, sono considerati parti essenziali e vitali. Un mercantile, una petroliera o qualsiasi altra unità navigante che perda la possibilità di utilizzare propriamente i suoi organi di governo è considerata in grave pericolo. Sulle barche come sulle navi, l’organo di governo principale è il timone. La pala che ruotando su di un asse imprime una direzione al mezzo, potrà essere più grande o più piccola a seconda della velocità dell’unità su cui è montata, del suo peso e della sua lunghezza, ma alla fine il concetto è sempre quello: una superficie piana che si oppone al flusso dell’acqua per provocare un cambiamento di direzione dell’imbarcazione. Lo stesso non si può dire dei mezzi che vengono utilizzati per controllare i movimenti della pala del timone. Specialmente sulle imbarcazioni c’è una grande varietà di sistemi. Sapere quale è il sistema attraverso il quale si ottiene il governo della propria barca, è fondamentale, sia per utilizzarlo al meglio sia per poter intervenire in caso di avaria. Ogni sistema ha dei vantaggi e degli svantaggi e soprattutto, ogni barca deve avere un sistema di go- G verno che tiene conto delle sue caratteristiche. Dalla barra alla timoneria elettronica, ogni sistema ha delle caratteristiche che gli permettono di essere utilizzato solo in alcune circostanze. Montare una timoneria idraulica su una barca da regata sarebbe considerata una follia, come montare una timoneria a barra su di uno scafo di sedici metri e dieci tonnellate di stazza. Quando si decide il tipo di timoneria da montare, il costruttore deve prendere in considerazione vari fattori tra i quali i fondamentali sono: il tipo di utilizzo che si farà della barca (crociera, regata, entrambe le cose); tipologia del pozzetto ( pozzetto di poppa, pozzetto centrale, pozzetto largo o stretto); estetica ( una grande ruota in carbonio su di una barca da regata è certamente più bella di una ruota in acciaio ricoperta in lorica). Di seguito riportiamo una panoramica dei tipi di timonerie che più comunemente si trovano sulle barche senza la pretesa di esaurire l’argomento che è molto vasto e tecnico. In alto una grande ruota che scende in parte nella scassa, di fianco un timoniere alla ruota di una barca da crociera e in basso un timone a barra LA BARRA I sistemi utilizzati dai cantieri per il governo del timone, sono molti e di varia natura. Il più classico, quello che quasi tutti abbiamo provato, è la barra. Semplice, dal funzionamento facilmente intuibile, la barra è una presa diretta. Di un grado sposto la barra, di un grado ruota la pala del timone. L’unico inconveniente che il movimento è al contrario, ovvero, se voglio andare a dritta devo spingere la barra a sinistra. La presa diretta esalta la sensibilità del timoniere, tanto è vero che i più grandi timonieri della storia della vela, provenivano da barche a barra quali le derive. Il timone a barra nella sua semplicità difficilmente subisce delle gravi avarie. Il caso peggiore è quello in cui si perde la pala o par- te di questa. In questi casi, non rari su barche con qualche anno di età e con il timone agganciato allo specchio di poppa, si ricordi che anche una piccola sezione di pala in acqua è in grado di dirigere lo scafo se questo mantiene una certa velocità. LA RUOTA DEL TIMONE Difficilmente si può fare a meno di rimanere affascinati dalle grandi ruote dei timoni delle barche da regata che per Luglio 2004 89 Qui riprodotto il sistema a frenelli di una barca da crociera, si notino i due cavi incrociati. All’asse in alto dove è posta la cremagliera, viene applicata la ruota del timone. Al centro del settore c’è l’asse del timone TRASMISSIONE IDRAULICA In alto delle barche da regate con le ruote tanto grandi da dover essere incassate per parte nello scafo, a sinistra il timoniere di una barca da crociera con una ruota da cento centimetri di diametro, a destra e in basso due barche con ruote piccole da ottanta centimetri I FRENELLI Come ben rappresentato nel disegno di questa pagina, nel sistema a frenelli, l’asse del timone è al centro di un settore di ghisa (sulle barche da regata può essere di diversi materiali tra cui anche il carbonio) intorno al quale sono avvolti due cavi di acciaio che incrociandosi tra loro, arrivano a due pulegge che li rinviano all’interno della colonnina che regge la ruota. Dentro la colonnina i due cavi d’acciaio incontrano i terminali di una catena la quale gira su di un ingranaggio mosso dalla ruota. Grazie al fatto che i due cavetti d’acciaio, detti anche frenelli, sono incrociati tra loro, girando la ruota in una direzione, la barca vira in quella direzione. quanto infossati nello scafo salgono quasi all’altezza degli occhi del timoniere. La ruota dei moderni yacht ricorda immancabilmente quella dei vecchi velieri. Questa è propria delle barche di una certa dimensione e peso, infatti, timonare a barra una barca oltre gli undici metri è molto faticoso. La ruota ha la funzione di demoltiplicare lo sforzo, più questa è grande, più lunga sarà la leva, minore sarà lo sforzo necessario a manovrarla, da qui le ruote giganti delle barche da competizione. Le ruote trasmettono il movimento alla pala del timone con sistemi diversi. Il più comune, è quello dei frenelli. 90 Luglio 2004 PIGNONE Un altro sistema per trasmettere il movimento della ruota al timone è il pignone, ovvero un braccio rigido che attraverso una serie di snodi cardanici agisce direttamente sull’asse del timone imprimendo il movimento. Il vantaggio di questo, che si chiama trasmissione diretta, è una maggiore sensibilità della ruota. Al contrario dei frenelli, il pignone non ha gioco e la risposta della pala al movimento della ruota, è immediata. Di contro, è più costoso e complesso. La trasmissione idraulica del movimento della ruota al timone nelle barche a vela non è molto diffusa. Questa consiste in una pompa idraulica che comandata dal movimento della ruota spinge avanti o indietro un pistone idraulico che agisce sull’asse. Il vantaggio del sistema è la sua morbidezza, sia che la barca sia di bolina, sia che questa navighi di lasco, lo sforzo necessario a timonare è lo stesso. Se questo è un vantaggio per alcuni, per altri è decisamente uno svantaggio. In effetti, la timoneria idraulica non permette di percepire immediatamente il comportamento della barca e questo si trasforma in una certa difficoltà nel mantenere una determinata rotta. Questo sistema dà problemi anche con il pilota automatico che deve essere di un tipo adatto alle timonerie idrauliche, perché queste fanno quattro giri per arrivare a fine corsa, contro i tre giri delle ruote a frenelli o pignone. LE DOPPIE RUOTE Ultimamente le due ruote poste alle estremità laterali del pozzetto, stanno andando molto di moda soprattutto perché lasciano libero il passaggio verso poppa, cosa particolarmente comoda nelle barche con il pozzetto aperto. Le doppie ruote, sono quasi tutte a frenelli doppi, ovvero sono due vere e proprie timonerie separate che hanno in comune il settore. Ciò fa si che in caso di rottura di una ruota, l’altra possa continuare a funzionare, di contro però c’è un aumento dell’attrito e quindi una minore morbidezza della timoneria. Anche la dimensione è necessariamente ridotta per non occupare la parte centrale del pozzetto e ciò contribuisce a rendere più faticosa l’azione del timoniere che può contare su una leva minore. LA RUOTA DI BOLINA E’ bello sentire il comportamento della barca attraverso la maggiore o minore resistenza della ruota. Questa sensazione aiuta il timoniere a capire quando la barca è ben bilanciata o le sue Sistema a trasmissione diretta. Un asse d’acciaio mosso da una piccola leva, azionata dalla ruota, trasmette il movimento alla pala del timone vele vanno ancora messe a segno, ma nel caso in cui il sistema non sia ben proporzionato o montato si può avere qualche inconveniente. Il più diffuso è l’eccessivo irrigidimento della ruota quando si è di bolina. A volte si può arrivare al limite in cui si ha bisogno di aiutarsi con il piede per riuscire a mantenere il governo della barca. In alcuni casi la resistenza della ruota può non essere determinata da problemi di montaggio o dimensionamento, ma semplicemente da una cattiva regolazione delle vele. Una randa troppo cazzata di bolina, porterà la barca ad avere una spiccata tendenza all’orza, difficile da contrastare con la ruota del timone. In altri casi, fortunatamente più rari, il problema, può essere determinato da un errore di pro getto o di realizzazione dello scafo. Luglio 2004 91