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La psicologia dello sport e dell`esercizio fisico studia

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La psicologia dello sport e dell`esercizio fisico studia
I contributi della psicologia dello sport e dell’esercizio fisico all’insegnamento
dell’esercizio fisico all’insegnamento
motorio e sportivo.
Appunti 1° Corso sulla Preparazione fisica II livello
A cura di
FRANCESCA VITALI
dell’Organico Didattico di SdS Coni Liguria
Genova, autunno/inverno 2010
http://sds.coniliguria.it
1
Cos’è la psicologia dello sport
e dell’esercizio
e dell
esercizio fisico?
fisico?
“La psicologia dello sport e dell’esercizio fisico si occupa dello studio scientifico dei comportamenti sportivi e
dello studio scientifico dei comportamenti sportivi e motori delle persone e delle applicazioni/ricadute pratiche di queste conoscenze in contesti molto diversi.”
p
q
(Weinberg and Gould, 2007; pag. 13)
and Gould, 2007; pag. 13)
Foundations of Sport and Exercise Psychology.
Champaign, IL: Human Kinetics.
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2
La psicologia dello sport e dell’esercizio fisico studia:
fisico studia:
ƒ i fattori (mentali/cognitivi, emotivi, sociali) che influenzano (e sono influenzati dal) la partecipazione
influenzano
(e sono influenzati dal) la partecipazione e la e la
performance tanto nello sport (agonistico e amatoriale), quanto nell’attività fisica/motoria
q
/
più in generale;
p
g
;
ƒ gli effetti psicologici che derivano da sport e esercizio fisico.
(Williams, 2005)
Applied Sport Psychology:
Personal Growth to Peak Performance.
Personal Growth
Performance
London, UK: MacGraw‐Hill.
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3
La psicologia dello sport e dell’esercizio fisico derivano da:
PSICOLOGIA
SCIENZE MOTORIE
Psicologia generale
Psicologia sperimentale/fisiologica
P i l i comunicazione
Psicologia
i
i
Psicologia apprendimento
Psicologia cognitiva
Psicologia clinica
Psicologia sviluppo
Psicologia personalità
Psicologia
g lavoro e organizzazioni
g
Psicologia salute/sociale/gruppi
Psicologia Counseling/Coaching
Psicologia disabilità/diversabilità
Psicologia differenze genere
Metodologia allenamento
Valutazione funzionale
S il
Sviluppo
motorio
i
Apprendimento e controllo motorio
Discipline motorie e sportive
Pedagogia sport
Sociologia e Storia sport
Attività motoria adattata
Biomeccanica
Ergonomia
Fisiologia esercizio e sport
Medicina sport
Scienze alimentazione/endocrinologia
PSICOLOGIA SPORT
E ESERCIZIO FISICO
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(Adattato da Singer et al., 2001; Weinberg and Gould, 2007)
4
Un po’ di storia: psicologia dello sport e ’d
l
d ll
dell’esercizio fisico tra passato e futuro.
PRIMA FASE : “le origini”
Coleman Roberts Griffith (1893–1966, padre fondatore USA)
Coleman
Roberts Griffith (1893 1966 padre fondatore USA)
‐ fonda il primo laboratorio europeo (Germania, 1920)
‐ tiene il primo corso accademico (University of Illinois, 1923)
‐ crea il primo laboratorio US (Athletic
crea il primo laboratorio US (Athletic Research Laboratory, 1925)
Laboratory 1925)
‐ scrive Psychology of Coaching (1926) e Psychology of Athletes (1928)
SECONDA FASE : “l’identità
SECONDA FASE : l identità scientifica e professionale
scientifica e professionale”
Ferruccio Antonelli (1927–2000, considerato il primo psicologo dello sport)
y f Sport Psychology
p
y
gy ((1965))
‐ fonda l’International Society of
‐ organizza il primo congresso mondiale (Roma, 1965)
‐ crea l’International Journal of Sport Psychology (1970)
‐ fonda l’Associazione Italiana Psicologia dello Sport (1974)
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5
Un po’ di storia: la psicologia dello sport e U
’ di
i l
i l i d ll
dell’esercizio fisico tra passato e futuro
TERZA FASE : “il consolidamento”
“
”
Anni ’60‐’70
‐ North American Society Psychology
North American Society Psychology of Sport and Physical
Sport and Physical Activity (NASPSPA)
‐ Fédération Europénne de Psychologie des Sports et des Activités Corporelles
(FEPSAC)
Anni ’70‐’80
i’ ’
‐ Riviste (Research Quarterly for Exercise and Sport, Journal of Sport Psychology oggi Journal of Sport & Exercise Psychology, Journal of Applied Sports Psychology, The Sport P h l it )
Psychologist, …) Anni ’90
‐ Singer et al. (1993). Handbook of Research on Sport Psychology (I Ed.)
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6
Un po’ di storia: la psicologia dello sport e U
’ di
i l
i l i d ll
dell’esercizio fisico tra passato e futuro
QUARTA FASE : “il periodo contemporaneo”
USA: APA Division 47 – Exercise and Sport psychology
http://www.apa47.org
ITALIA: Psicologia dello sport (e dell’esercizio fisico) (SSD M‐PSI/02 e 06)
•
•
Fiorisce la psicologia dell’esercizio fisico nelle università
Aumenta l’interesse per la psicologia dello sport applicata
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7
Riviste scientifiche
internazionali e nazionali
internazionali e nazionali
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
1970: International Journal of Sport Psychology
1979: Journal of Sport Psychology
1980: Journal of Sport and Exercise Psychology
1986: Movimento
1987: The Sport Psychologist
1987: The Sport Psychologist
1989: Journal of Applied Sport Psychology
2000: Giornale Italiano di Psicologia dello Sport
l
l
d
l
d ll
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(EN)
(EN)
(EN)
(IT)
(EN)
(EN)
( )
(IT)
8
DISCIPLINA (conoscenze) o PROFESSIONE (applicazione del sapere)?
Esiste un cospicuo corpus di teorie e di conoscenze, ma c’è carenza di psicologi dello sport “full‐time”.
(M i 2009)
(Martin, 2009)
ƒ
N= 2.700 ca psicologi dello sport e dell’esercizio fisico in 61 di
diversi Paesi (Salmela, 1992)
i P i (S l l 1992)
ƒ
Se 100% sono gli psicologi italiani occupati (a 20 anni dalla Legge 56 d l 18 f bb i 1989) il 3% si occupa di sport/tempo libero 56 del 18 febbraio 1989), il 3%
i
di
t/t
lib
(Ordine degli Psicologi Nazionale, 2009)
ƒ
<10%
10% degli psicologi occupati in Liguria sono inseriti nei “nuovi d li i l i
ti i Li i
i
iti i “
i
ambiti” della psicologia (tra cui sport e esercizio fisico) (Ordine degli Psicologi della Liguria; Fraccaroli e Vitali, 2000; Morra e S t
Spotorno, 2009)
2009)
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9
Livelli di analisi e di intervento
Li
lli di
li i di i
della psicologia dello sport
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10
SStandard etici per gli psicologi dello d d i i
li i l i d ll
sport e dell’esercizio fisico
1
1.
2
2.
3.
4.
5.
6.
Competenza (alti standard professionali e consapevolezza C
t
( lti t d d
f i
li
l
dei propri limiti)
Integrità (nella ricerca nella formazione nella consulenza)
Integrità (nella ricerca, nella formazione, nella consulenza)
Responsabilità professionale e scientifica (benessere dei clienti/utenti viene prima di tutto)
clienti/utenti viene prima di tutto)
Rispetto per la dignità e i diritti delle persone (diritti umani, rispetto delle diversità, privacy, segreto professionale)
rispetto delle diversità, privacy, segreto professionale)
Attenzione al benessere altrui (benessere psicologico e fisico viene prima della vittoria/performance/eccellenza)
p
/p
/
)
Responsabilità sociale (equità sociale, rispetto del principio di pari opportunità per tutti)
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11
II criteri
i i di una valida
lid consulenza
l
psicologica
i l i
(nello sport e nell’esercizio fisico)
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Trasparenza
(linguaggio chiaro, metodologie valide e limpide, etc.) Responsabilità
(linee‐guida, autonomia dell’atleta/allenatore, etc.)
Formazione continua
(aggiornamento continuo, specifiche competenze, etc.)
Collegamento/Rete
(contatti, associazioni, comunità scientifica/profess., etc.)
Esperienza
(lavoro sul campo, ricadute
campo ricadute empiriche/pratiche, etc.)
empiriche/pratiche etc )
(Adattato da Seiler, 1996; Past President FEPSAC)
,
;
)
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12
PROFESSIONISTI E NON CIARLATANI!
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
NON FIDATEVI DI CHI:
NON
FIDATEVI DI CHI:
promette successi strabilianti senza o con pochi sforzi
garantisce risultati immediati
esclude a priori la possibilità di non riuscire
procede senza seguire né rispettare il contesto
sportivo/motorio
scommette su obiettivi che utenti/clienti non sono
non sono in grado
in grado di
raggiungere
rende dipendenti
p
ip
propri
p utenti/clienti
/
(Seiler, 1996)
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II contributi della psicologia dello sport e contributi della psicologia dello sport e
dell’esercizio fisico all’insegnamento
motorio e sportivo
motorio e sportivo.
PSICOLOGIA DELLO SPORT
ƒ Sport a livello professionale/agonistico
Sport a livello professionale/agonistico
ƒ Atleti d’élite
ƒ Professionisti (dirigenti e manager, allenatori, preparatori, …)
ƒ Ricerca dell’eccellenza (sportiva, motoria, personale/di gruppo…)
PSICOLOGIA DELL
PSICOLOGIA
DELL’ESERCIZIO
ESERCIZIO FISICO
FISICO
ƒ Sport a livello amatoriale e attività motoria/esercizio fisico
ƒ Atleti amatoriali di tutti i livelli e persone comuni (non atleti)
ƒ Diversi attori coinvolti (allenatori, genitori, educatori, operatori, …)
ƒ Partecipazione e migliore qualità della vita
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LE FORME DELL’ALLENAMENTO
ALLENAMENTO
FISICO/MOTORIO
ALLENAMENTO
TECNICO
ALLENAMENTO
MENTALE
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La prestazione
Performance
Abilità Abilità
fisiche/motorie X
Abilità Abilità
tecniche
X
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=
Abilità Abilità
mentali
X
Abilità strategiche
16
La preparazione mentale nello sport agonistico
MENTAL TRAINING (
(o Psychological Skill Training, PST)
h l i l Skill
i i
S )
“Consiste nel sistematico e specifico allenamento C i
l i
i
ifi
ll
di abilità mentali e psicologiche con lo scopo di migliorare la performance, aumentare il i li
l
f
il
divertimento e raggiungere una crescente soddisfazione per le proprie attività fisiche e ddi f i
l
i
i i à fi i h
sportive.”
Weinberg and Gould (2007)
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PREPARAZIONE
Stato ottimale di arousal e corretto
atteggiamento motivazionale
motivazionale, emotivo
e comportamentale. Ripetizione di
comportamenti associati a precedenti
prestazioni di successo
1
IMMAGINAZIONE
Anticipazione
polisensoriale dell’azione,
eseguita
g
in maniera
perfetta
5
VALUTAZIONE
dell’azione e della
strategia.
Se necessario,
correzione della
procedura
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Five Step
p Strategy
gy
(Singer, 1986)
4
ESECUZIONE
dell’azione
programmata,
i modo
in
d
“automatico”
e fluido
2
FOCALIZZAZIONE
DELL’ATTENZIONE
Concentrazione intensa ed
esclusiva su un aspetto
importante
3
18
PSICOLOGIA DELL’ESERCIZIO FISICO:
’
benessere e qualità della vita Scorretto stile di vita
Sedentarietà
.
Alimentazione non
equilibrata
q
Igiene posturale errata
.
Inadeguata gestione
dello stress
Problemi psicologici e fisici
-Cardiovascolari
.
Diabete e Obesità
.
Dolori alla zona della
colonna vertebrale
.
Sindromi da adattamento
ppsicosomatico
(Gelati e Vitali, 2008)
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19
Sedentarietà
Un fenomeno in forte incremento:
ƒ 38,4% della popolazione non pratica alcuna attività fisica e può
essere definita sedentaria (in Italia, nel 2000);
ƒ se per gli uomini 1 su 3 può essere definito sedentario, per le
donne la percentuale sale al 43,5%;
ƒ la tendenza degli ultimi anni dimostra che è difficile abbassare
drasticamente questi valori.
Indagine “Lo sport che cambia; i cittadini ed il tempo libero”
(ISTAT, 2006): il 41% degli italiani (circa 23 milioni e 300 mila), non
fa nessuna attività fisica ed è in sovrappeso.
(ISTAT, 2005; 2006)
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20
P bl i
Problemi mentali
t li
Negli USA i problemi mentali sono alla base del:
ƒ 30% delle ospedalizzazioni
ƒ 10% della spesa medica
I p
problemi p
principali
p
sono ansia e depressione
p
((che
colpiscono più le donne)
(Weinberg e Gould 2007)
(Weinberg e Gould, 2007)
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21
Effetti positivi di un regolare
esercizio fisico
É dimostrato che:
ƒ riduca ansia e depressione (sia effetti acuti sia effetti cronici)
ƒ migliori l’umore
ƒ aumenti la percezione di benessere psicologico
ƒ migliori l’autostima
ƒ protegga contro lo stress (psicologico e fisiologico)
ƒ sviluppi l’intelligenza nei bambini (Piaget, 1936)
ƒ migliori
g
la p
performance cognitiva
g
nel tempo
p
ESERCIZIO FISICO MIGLIORA LA QUALITÀ DELLA VITA
À
!
(Weinberg e Gould, 2007)
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22
Principali approcci teorici alla motivazione applicati nell’ambito dello sport:
pp
p
ƒ self‐efficacy (Bandura, 1977)
ƒ attribuzione di causalità (Weiner, 1986)
ƒ motivazione intrinseca (Ryan e Deci, 2000) (S lf Determination
(Self
D
i i Theory)
Th
)
ƒ orientamento motivazionale orientamento motivazionale (Nicholls, 1984)
(Nicholls 1984)
(Achievement Goal Theory)
((Bortoli
o o ee Robazza, 2004; 2007)
oba a, 00 ; 00 )
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23
Teoria della self‐efficacy
Autoefficacia
(Bortoli e Robazza, 2007)
Convinzione di essere o meno capaci di mettere in atto
uno specifico comportamento (es. correre per 30 min)
(Bandura, 1977)
Fiducia nelle proprie capacità di realizzare le prestazioni
necessarie a raggiungere i risultati attesi (es. riuscire ad
organizzarsi con lo studio per partecipare a tutti gli
allenamenti)) ((Bandura, 1995).
)
Task self‐
efficacy
Self‐regolatory efficacy
Si riferisce a cosa si pensa di poter fare
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24
Ricadute applicative
ƒ
Adeguata formulazione di obiettivi
Adeguata formulazione di obiettivi
ƒ
Utilizzo di corrette metodologie didattiche (istruzioni, assistenza, dimostrazione, …)
ƒ
C
Comunicazione significativa ed efficace
i i
i ifi ti
d ffi
ƒ
Modulazione dell’attivazione
Modulazione dell’attivazio
(Bortoli e Robazza, 2007)
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25
Cause della
prestazione
(attribuzione)
Causalità
(I
(Interna
- Esterna)
E
)
Stabilità
(I
(Instabile
bil - Stabile)
S bil )
Controllo
(Incontrollabile Controllabile)
Risposte emozionali
Aspettative di
prestazione futura
p
Aspettative
Risposte
p
emozionali
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Comportamenti
- Scelta
- Persistenza
- Sforzo
Attribuzione di causalità (Duda e Treasure, 2006; modificato da Bortoli, 2010) od cato da o to , 0 0)
26
Ricadute applicative
ƒ Consapevolezza per allenatore (e genitori) Consapevolezza per allenatore (e genitori)
delle proprie attribuzioni
ƒ Comunicazione significativa ed efficace
Ö incoraggiare nei ragazzi corrette attribuzioni
incoraggiare nei ragazzi corrette attribuzioni
ƒ Nell’insegnamento tecnico favorire autonomia g
e controllo della prestazione
(es., analisi della prestazione, individuazione cause tecniche (es.,
analisi della prestazione, individuazione cause tecniche
degli errori, programmazione di strategie di intervento su obiettivi individualizzati)
((Bortoli
o o ee Robazza, 2007)
oba a, 00 )
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27
Teoria della motivazione intrinseca
Motivazione
I ti
Intrinseca Pratica sportiva per p
p
proprio interesse e piacere
p
Eti
Estrinseca Coinvolgimento g
sportivo per qualche ragione esterna
g
(Bortoli e Robazza, 2007)
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28
Ricadute applicative
ƒ Buona qualità delle relazioni interpersonali (senso di appartenenza e legami affettivi)
(senso di appartenenza e legami affettivi) ƒ Favorire percezione di competenza Favorire percezione di competenza
(riconoscimenti)
ƒ Incoraggiare scelte autonome
(Bortoli e Robazza, 2007)
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29
Teoria dell’orientamento motivazionale
CONCEZIONE DI COMPETENZA
S a da d pe so a
Standard personali Confronto temporale
Standard esterni Standard
esterni
Confronto con altri Apprendere nuove abilità
Mi li
Migliorare
Fare del proprio meglio
Fare meglio/come gli altri, ma con meno sforzo
Orientamento
sull’io Orientamento
sul compito ((Bortoli
o o ee Robazza, 2007)
oba a, 00 )
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30
Clima motivazionale
Accento su miglioramenti personali e apprendimento di abilità
e apprendimento di abilità
Riconoscimento impegno
V l i
Valorizzazione progressi individuali i
i i di id li
Valorizzazione dei più abili Accento sul confronto l
f
interpersonale e sulla competizione
(Bortoli e Robazza, 2007)
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31
Conclusioni Conclusioni
Gli allenatori dovrebbero mettere in atto comportamenti ed atteggiamenti utili a determinare un clima motivazionale
atteggiamenti utili a determinare un clima motivazionale orientato sulla competenza.
Modello TARGET (Epstein, 1988)
(Bortoli e Robazza, 2007)
Task
Authority
Recognition
Grouping
Evaluation
Time
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32
Task ‐ Compito
Clima orientato sulla
competenza
Clima orientato sulla
prestazione
p
Attività variate e coinvolgenti, con diversi Attività
variate e coinvolgenti con diversi
livelli di difficoltà. Obiettivi individualizzati e a breve termine.
Assenza di varietà e scelta. A
di i à
l
Allenamenti ripetitivi.
Obiettivi uguali per tutti e decisi
Obiettivi uguali per tutti e decisi dall’allenatore.
((Bortoli
o o ee Robazza, 2007)
oba a, 00 )
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Authority ‐ Presa di decisioni
Clima orientato sulla
competenza
Atleti coinvolti nelle decisioni e nella A
l i i l i ll d i i i
ll
leadership. Sviluppo di abilità di autogestione ed autoverifica
autogestione ed autoverifica.
Clima orientato sulla
prestazione
p
Scarsa o nessuna partecipazione degli atleti alle scelte didattiche.
(Bortoli e Robazza, 2007)
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34
Recognition ‐ Riconoscimenti
Clima orientato sulla
competenza
Clima orientato sulla
prestazione
p
Riconosciuti progressi e miglioramenti Riconosciuti
progressi e miglioramenti
individuali. Assicurate a tutti uguali opportunità di ricevere riconoscimenti. pp
Accento sul valore della persona.
Basati sul confronto sociale e dati pubblicamente. Valorizzate soprattutto le prestazioni migliori
le prestazioni migliori.
(Bortoli e Robazza, 2007)
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35
Grouping ‐ Organizzazione in gruppi
Clima orientato sulla
competenza
Clima orientato sulla
prestazione
p
Raggruppamenti eterogenei e con criteri Raggruppamenti
eterogenei e con criteri
flessibili. Fornite opportunità per lavorare in gruppo in modo cooperativo.
g pp
p
Assenza di lavoro a gruppi o raggruppamenti per livelli di abilità.
(Bortoli e Robazza, 2007)
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36
Evaluation ‐ Valutazione
Clima orientato sulla
competenza
Clima orientato sulla
prestazione
p
Criteri individualizzati per valutare
miglioramenti ed impegno. Sollecitata
l’ t l t i
l’autovalutazione.
Fornite
F it valutazioni
l t i i
significative e in privato.
Criteri di valutazione basati sull’essere
migliori degli altri e sul primeggiare.
primeggiare
(Bortoli e Robazza, 2007)
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37
Time – tempo
Clima orientato sulla
competenza
Clima orientato sulla
prestazione
Forniti a tutti opportunità e tempo per
migliorare. Sollecitata organizzazione
autonoma
t
nelle
ll attività.
tti ità
Organizzazione standard del tempo, senza
considerare i ritmi di apprendimento
individuali.
(Bortoli e Robazza, 2007)
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38
Processi motivazionali
Percezione del clima motivazionale
Percezione del clima motivazionale (impatto critico sulle valutazioni personali)
Ruolo fondamentale dell’allenatore
(Bortoli e Robazza, 2007)
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39
Bibliografia
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Hill.
http://sds.coniliguria.it
40
Fly UP