lezione controllo closed loop teorie di Adams e Schmidt
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lezione controllo closed loop teorie di Adams e Schmidt
TEORIA E METODOLOGIA DEL MOVIMENTO UMANO Lezione Controllo dei movimenti e Apprendimento Motorio 1 La teoria di Adams • Fra le molte teorie quella di Adams rappresenta un punto di riferimento. • Getta le basi per la teoria dello schema di Schmidt • Ha permesso molte verifiche sperimentali grazie alla sua impostazione rigorosa 2 La teoria di Adams • Modello teorico closed loop • un sistema closed loop ha come elemento fondamentale il feedback prodotto dalla risposta che permette la rilevazione e correzione dell’errore nell’esecuzione • Nelle teorie closed loop l’apprendimento motorio è dovuto all’acquisizione e all’incremento della capacità di rilevare e correggere l’errore (Adams 1987) 3 La teoria di Adams • Punto centrale della teoria è l’esistenza di due separati stati di memoria chiamati traccia mnestica (memory trace) e traccia percettiva (perceptual trace) 4 La teoria di Adams • Traccia mnestica: –Programma motorio modesto responsabile dell’inizio dei movimenti, di cui sceglie direzione iniziale e determina le prime porzioni 5 La teoria di Adams • Traccia mnestica: –Inizia il movimento e ne sceglie i parametri fino a quando i primi feedback non raggiungono il sistema nervoso centrale che assieme alla traccia percettiva si sostituisce alla regolazione 6 La teoria di Adams • Il secondo stato di memoria è la Traccia percettiva: – È considerato il meccanismo per valutare la correttezza della risposta avviata dalla traccia mnestica. – Questo meccanismo di rilevazione e correzione dell’errore rappresenta la “chiusura” del circuito closed loop 7 La teoria di Adams • La Traccia percettiva: – Rappresenta il valore atteso (riferimento) con cui viene confrontato il movimento realizzato attraverso i processi di feedback – Questo valore di riferimento rappresenta le conseguenze sensoriali memorizzate e attese del movimento voluto ed è composto dalla memoria dei feedback esterocettivi e propriocettivi di precedenti movimenti – È quindi una rappresentazione sensoriale del movimento desiderato 8 La teoria di Adams • La Traccia percettiva: –È quindi una rappresentazione sensoriale del movimento desiderato –È un’immagine motoria che rappresenta il modello interno di una buona prestazione 9 10 La teoria di Adams • Secondo Adams ci sono 3 motivazioni per distinguere la traccia mnestica dalla traccia percettiva: 1. Attivazione della risposta e valutazione dell’errore devono necessariamente utilizzare meccanismi indipendenti altrimenti il valore reale e quello atteso coinciderebbero 2. La traccia percettiva necessita di feedback che è disponibile solo a risposta iniziata. Deve esserci un altro meccanismo per iniziare l’azione ossia la traccia mnestica 3. L’inizio del movimento è dato dalla rievocazione motoria ed è basato sulla traccia mnestica; la valutazione della correttezza del movimento si fonda sul riconoscimento della risposta, questo è compito della traccia percettiva in base ai dati forniti dal 11 feedback TEORIA DELLO SCHEMA Schmidt 1975 La teoria di Adams permise molte verifiche sperimentali e gettò le basi per la teoria di Schmidt 12 TEORIA DELLO SCHEMA Schmidt 1975 I limiti principali riscontrati sono 3: 1. La teoria si riferisce solo a movimenti semplici e lenti 2. Non sembra esserci un modo logico per spiegare come le persone possano eseguire un movimento nuovo, mai sperimentato prima 3. L’errore prodotto durante l’esecuzione viene considerato dannoso per l’apprendimento, in quanto il feedback è diverso da quello associato alla risposta corretta e pertanto porterebbe ad uno 13 scadimento della traccia percettiva TEORIA DELLO SCHEMA Schmidt un modo di concettualizzare l’utilizzazione delle informazioni sensoriali e sensitive per controllare i movimenti consiste nel confrontare come funzionino questi sistemi di controllo nei normali sistemi fisici. 14 Es. climatizzazione funzione: mantenere la temperatura desiderata. i meccanismi necessari sono: comparatore, esecutore, effettore. Comparatore: in questo caso il termostato, rileva la differenza fra la temperatura desiderata e quella esistente. se questa differenza è uguale a zero rimane inattivo altrimenti invia un segnale all’esecutore Esecutore: in questo caso centralina di comando della caldaia che dà il comando all’effettore Effettore: la caldaia che è la responsabile dell’azione di innalzamento della temperatura 15 Es. climatizzazione Questo tipo di sistema è detto a circuito chiuso (closed loop) perché il suo output (la sua azione) viene determinata dall’esecutore, messa in atto dall’effettore e quindi rinviata al comparatore in forma di informazione sensoriale cioè di feedback. 16 input Errore controllo closed loop esecutore stato desiderato comparatore effettore Stato attuale Feedback output 17 input E s e c u t o r e E f f e t t o r e Errore Modello concettuale Identificazione dello stimolo Programmazion esecutore e della risposta Selezione della risposta stato desiderato comparatore Programma motorio Midollo spinale effettore Feedback propriocettivi Stato attuale muscoli output Feedback esterocettivi 18 Limiti del controllo a circuito chiuso Lento 19 Modulazione riflessa delle attività motorie Fino a questo momento abbiamo considerato solo il processo di controllo a circuito chiuso che prevede gli adattamenti dell’azione sotto il controllo cosciente sulla base dell’informazione sensitiva-sensoriale. Tuttavia esistono altri sistemi di controllo di cui non siamo consapevoli 20 Modulazione riflessa delle attività motorie Questi aggiustamenti sono definiti riflessi. Caratteristiche: 1.Stereotipati 2.Involontari 3.Rapidi (generalmente) 21 Modulazione riflessa delle attività motorie Esperimento del libro. L’analisi elettromiografica dà questi risultati: 1) Reazione M1 con ritardo di 30- 50 ms 2) Reazione M2 con ritardo di 50 – 80 ms 3) Reazione indotta con ritardo da 120. 180 ms 4) Reazione M3 connessa con il tempo di reazione 22 Modulazione riflessa delle attività motorie Reazione M1 Riflesso da stiramento monosinaptico. Viene innescato dallo stiramento dei fusi neuromuscolari quando viene aggiunto inaspettatamente un carico. E’ di relativamente bassa intensità, si esaurisce molto rapidamente, non segue la legge di Hick. 23 Modulazione riflessa delle attività motorie Reazione M2 Detta anche Riflesso da stiramento funzionale (polisinaptico). E’ di maggior intensità rispetto alla precedente e dura più a lungo. Anche questa è provocata dai fusi neuromuscolari, tuttavia gli impulsi procedono oltre il midollo spinale verso i centri superiori del cervello 24 Modulazione riflessa delle attività motorie Reazione M2 Come la reazione M1 non segue la legge di Hick ma è più flessibile. Ad esempio risente delle istruzioni. Se lo sperimentatore dell’esperimento del libro avesse detto di “lasciar andare” il peso, la reazione M1 avrebbe comunque avuto luogo mentre la M2 no! In qualche modo è una reazione a sé, troppo veloce per essere volontaria ma influenzabile dalla volontà 25 Modulazione riflessa delle attività motorie Reazione Indotta E’ un po’ troppo veloce per essere volontaria. Può interessare muscolatura lontana dalla zona stimolata ed è sensibile al numero di alternative stimolo-risposta. Probabilmente può essere appresa e automatizzata 26 Modulazione riflessa delle attività motorie Reazione M3 E’ la reazione volontaria connessa al tempo di reazione. Naturalmente è la più flessibile di tutte potendo tener conto di tutte le afferenze sensoriali e sensitive. Segue la legge di Hick 27 Le risposte riflesse nel modello concettuale 28 input Errore esecutore stato desiderato M3 E f f e t t o r e comparatore Programma motorio M2 effettore Midollo spinale M1 muscoli Feedback propriocettivi Stato attuale Feedback esterocettivi output 29 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio La vista tende a dominare sugli altri sistemi sensoriali. Gli studi hanno dimostrato l’esistenza di due sistemi visivi, sostanzialmente separati: 1. La visione focale, specializzata nell’identificazione degli oggetti 2. La visione ambientale, specializzata nel controllo dei movimenti 30 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione focale Sistema visivo usato per identificare gli oggetti al centro del campo visivo; è di tipo cosciente, è influenzata da movimenti di oggetti circostanti e ridotta in condizioni di scarsa luminosità. La sua funzione è rispondere alla domanda: “che cos’è?” 31 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione ambientale Sistema visivo usato per rilevare l’orientamento del proprio corpo nello spazio circostante; è di tipo inconscio, rileva informazioni dall’intero campo visivo e viene utilizzata per il controllo del movimento. La sua funzione è rispondere alla domanda: “dov’è?”, oppure “dove sono io rispetto ad un oggetto?” 32 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione focale e controllo motorio Nonostante la sua funzione principale sia il riconoscimento degli oggetti anche la visione focale partecipa al controllo dei movimenti. La v. focale è cosciente, passa quindi attraverso i 3 livelli di elaborazione dell’informazione. 33 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione ambientale e controllo motorio Gli ultimi lavori dei ricercatori hanno portato al concetto di FLUSSO OTTICO. 34 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione ambientale e controllo motorio IL FLUSSO OTTICO. Ogni oggetto nell’ambiente genera un fascio di luce che entra nell’occhio da diverse angolazioni. Ogni volta che ci spostiamo queste angolazioni cambiano generando un “scia” di luce che si sposta sulla retina 35 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione ambientale e controllo motorio IL FLUSSO OTTICO. Le informazioni che riceviamo riguardo al movimento sono: -Stabilità ed equilibrio -Velocità di movimento nell’ambiente -Direzione del movimento rispetto alla posizione di oggetti fissi nell’ambiente -Movimenti di oggetti nell’ambiente rispetto all’osservatore -Tempo che intercorre prima che l’osservatore entri in contatto con un oggetto presente nell’ambiente 36 • Avvicinamento ad un oggetto in linea retta 37 • Avvicinamento ad un oggetto in diagonale 38 Il ruolo di due sistemi visivi sul controllo motorio Visione ambientale e controllo motorio Queste informazioni visive relative al movimento vengono denominate PROPRIOCEZIONE VISIVA 39 La visione all’interno del modello concettuale 40 input Errore esecutore stato desiderato M3 Programma motorio M2 Midollo spinale M1 muscoli Visione ambientale E f f e t t o r e comparatore Stato attuale Feedback propriocettivi Feedback esterocettivi output 41 Visione focale