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dal gesto al segno
PROGETTO SPIGA
ELEMENTARI A.S. 2014-2015
DAL GESTO AL SEGNO
UN VIAGGIO ALL’EVOLUZIONE DEL DI-SEGNO
di Greta Botteghi e Carola Giabbani
"Lo scarabocchio è all'inizio un evento cinetico che provoca piacere motorio e visivo, un’ espressione dei
movimenti della mano e del braccio sostenuti da un'attività globale di tutto o di una parte del corpo in cui non
interviene il fattore intellettivo se non l'intenzione di lasciare una traccia" (Oliverio Ferrraris A. " Il significato del
disegno infantile" Boringhieri 1978);
In questo percorso si possono vedere tutte le fasi dello sviluppo grafico, dal gioco motorio allo scarabocchio,
fino ai primi accenni alla fase rappresentativa. Un vero e proprio viaggio all’evoluzione del segno, partendo dal
gesto primitivo, impulsivo in cui tutto il corpo partecipa alla riuscita di una traccia, sino ad arrivare ad un gesto
più consapevole, in cui mente e corpo procedono paralleli per ottenere un segno pensato, più raffinato.
Lo sviluppo della capacità rappresentativa dipende sia dallo sviluppo dell'apparato motorio, sia dallo sviluppo
della percezione, che alla nascita è parziale e che si affina con l'età. Sviluppare parallelamente entrambe le
dimensioni, corporea e percettiva, porta ad una consapevolezza maggiore del nostro agire nel mondo.
Dalla prima classe alla quinta le potenzialità motorie e percettive sono molto differenti, utilizzeremo quindi
differenti materie e strumenti. Si vuole proporre la conoscenza di materie attraverso le quali il bambino scopre
tutte le possibilità che possiede di lasciare un segno con il solo gesto. Noi proponiamo l’ Arte del corpo e del
segno in un percorso parallelo, come esperienza mirata a sviluppare queste specifiche competenze grazie alla
forza intrinseca di queste discipline che risiede in un linguaggio “riconosciuto” facilmente e decodificabile
senza necessità di ulteriori mediazioni. In questa fase viene da sé che la prima materia implicata è
necessariamente il corpo e il nostro viaggio avrà inizio proprio da lì.
OBIETTIVI GENERALI
- favorire la libera espressione di tutte le potenzialità dell’individuo fino a che possa affermarsi come
protagonista principale delle sue azioni ed esperienze.
- favorire l’autocostruzione di conoscenze, competenze e sensibilità di tipo emotivo, affettivo, cognitivo ed
espressivo.
- soddisfare il bisogno ed il piacere di fare, spesso inibito, da condizionamenti costituiti dallo stesso ambiente
istituzionale e familiare.
- riconoscere e valorizzare le potenzialità artistiche di ogni utente.
- stimolare la creatività con i più svariati materiali.
DAL GESTO AL SEGNO
Il corpo è il principale mediatore delle nostre emozioni. E’ necessario esplorare le sue infinite capacità
espressive, e renderlo efficace. Si vuole far vivere delle esperienze corporee, atte ad una maggior conoscenza
di se stessi, e tradurle in opere di segno in maniera da rendere visibile la relazione fra i movimenti che
agiamo e le loro conseguenze, i segni ottenuti. L’esperienza corporea è potenzialmente fortissima poiché ha la
possibilità di operare contro le convenzioni e gli stereotipi della società orientando l’individuo verso
l’esplorazione del proprio mondo interiore, passando, appunto, attraverso l’espressività corporea.
Corporeità come punto di riflessione sull'uomo concreto e la sua fatica nel coniugare mente e corpo, richieste
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culturali e motivazioni interne, percezione ed espressione, spontaneità e controllo, originalità creativa e
convenzionalità culturale.
Ognuno di noi fin dai primi giorni di vita osserva la realtà che lo circonda, per prima cosa ci si accorge che
alcuni oggetti lanciati o trascinati contro le superfici producono delle tracce sonore e visive. La scoperta della
traccia è fondamentale, ci si rende conto che un ogni movimento origina una traccia che siamo in grado di
“sentire” e che possono “sentire” anche gli altri. Per questo il segno per il bambino è una modalità più
immediata di comunicazione rispetto al simbolo, perciò i gesti sono quasi sempre più efficaci delle parole per
esprimere uno stato d'animo o per comunicare agli altri un avvenimento vissuto.
Cominceremo lasciando dei segni tanto per provocare delle tracce sul foglio più che per la volontà di produrre
dei segni grafici, utilizzando la carica energetica del corpo e l’entusiasmo più che il controllo. Fino a scoprire
passo dopo passo la relazione fra i movimenti ed i segni ottenuti e poter quindi sviluppare una
consapevolezza e un controllo sul proprio corpo e il risultato da ottenere, per quanto un artista non sempre
sappia realmente controllare la sua opera, infatti diceva Pollock: “quando dipingo non ho l’esatta sensazione di
ciò che sta avvenendo, è dopo che mi rendo conto di ciò che ho fatto”.
OBIETTIVI SPECIFICI
-controllo di micro e macro movimento
-conoscenza del proprio corpo
-superamento del tabù dello “sporcarsi-sporcare”
-occasione di comportamenti regressivi
-conoscenza del colore
-esercizio di comportamenti simbolici
-controllo motorio di micro e macro movimento
-interazione verbale e non verbale con l’adulto
-acquisizione di capacità di narrazione e rappresentazione astratta, simbiotica e realistica;
-conoscenza e rappresentazione del corpo e delle sue parti( lateralizzazione)
-conoscenza e rappresentazione simbolica dei rapporti spaziali
PRIMA E SECONDA ELEMENTARE
“PRIMITIVO” In uno stato di neutralità si spinge a trovare l’emozione attraverso il gesto e poi a trovare
un’emotività attraverso una condizione data. In pratica ciò che vogliamo fare è scoprire l’azione in un
emozione propria (come mi sento), attraverso un gesto (non mi sento niente ma faccio delle azioni), attraverso
una condizione.
Materia creta
TERZA E QUARTA ELEMENTARE
“ILLUMINISMO” Si intende lavorare sulla propriocettività e sulla percezione. La scomposizione corporea, la
differenza tra sentirsi e percepirsi, l’ identità nell’azione, la capacità di percepire il proprio corpo e metterlo
nello spazio, tutte pratiche fondamentale per il controllo del movimento.
Materia pigmento.
QUINTA ELEMENTARE
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“NUOVE TECNOLOGIE” Questa fase porta verso l’azione forse più coraggiosa che sia richiesta di fare
e cioè quella di utilizzare tutti gli strumenti dati precedentemente per andare in una libera
rappresentazione della propria emotività. Qui ciascuno è libero di andare quanto più profondamente
vuole. Non necessariamente si chiede di raccontare qualche cosa di personale ma è necessario trovare i
due stati nel gesto: abbandono e ritrovamento.
Materia acrilico.
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