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Un`inchiesta fa tremare Equitalia
6 Martedì 17 Febbraio 2009 PRIMO PIANO Indagine dei pm di Napoli sulla controllata Polis. Per Befera e altri dirigenti chiesta l’interdizione Un’inchiesta fa tremare Equitalia Le ipoteche pazze alla base dell’accusa di abuso d’ufficio DI I STEFANO SANSONETTI l lavoro è durato due anni. E alla procura di Napoli ritengono che ci siano tutti gli ingredienti per mettere spalle al muro Equitalia, la società pubblica di riscossione controllata dall’Agenzia delle entrate. Di certo i magistrati partenopei non ci sono andati leggeri. E così hanno fatto piovere un’accusa di abuso di ufficio in capo a un nutrito drappello di funzionari di Equitalia Polis, la controllata della holding pubblica che riscuote i tributi in provincia di Napoli. Tra questi figura anche Attilio Befera, attuale numero uno del Fisco italiano, in quanto direttore dell’Agenzia delle entrate, all’epoca dei fatti contestati presidente proprio di Equitalia Polis. Per il pubblico ministero di Napoli Valeria Gonzalez y Royero, Befera e altri otto dirigenti della società sarebbero colpevoli di abuso d’ufficio, accusa che poggia sostanzialmente su tre contestazioni: iscrizione di ipoteche immobiliari per debiti fiscali inferiori al tetto stabilito dalla legge, ovvero 8 mila euro, mancato controllo del servizio di notifica degli atti e addebito ai contribuenti delle spese di iscrizione e cancellazione ipotecaria. Ma c’è di più, perché per buona parte degli indagati, tra cui lo stesso Befera, il pm ha chiesto nientemeno che l’interdizione dai pubblici uffici. Richiesta sulla quale, in tempi brevi, sarà chiamato a decidere il gip di Napoli, Maria Vittoria De Simone. L’inchiesta, giunta ormai alle battute finali, ha preso in considerazione un arco di tempo che va dal 2004 al 2008. A esserne coinvolti, quindi, sono diversi dirigenti che si sono succeduti alla guida di Equitalia Polis, un tempo Gest Line. Eh sì, perché era proprio quest’ultimo il nome del- la società quando era ancora controllata dal gruppo Sanpaolo Imi, quindi prima della pubblicizzazione del servizio di riscossione, voluta dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, che ha ricondotto l’azienda sotto l’ombrello di Equitalia. Insieme a Befera sono finiti nel mirino del pm anche Renato Scognamiglio, attuale a.d. di Equitalia Polis, Antonio Cantalamessa, ex parlamentare del Msi e attuale presidente della società, Antonio Scognamiglio, direttore operativo, Mauro Bronzato, ex direttore generale, Marco Attilio Befera Rossini, altro ex direttore geneassolutamente permesso affidare il servizio all’esterno e ricorda che rale della Gest Line, e Andrea su 15 milioni di atti, negli ultimi 5 Rigoni, ex a.d. della Gest Line. anni, soltanto 15 hanno ricevuto Sarà bene ribadire che si tratta una querela di falso. Il tutto per di un’indagine su Equitalia Polis. una sola condanna subita dalla Questo significa, tanto per sgomso società. Sull’adbrare il campo da d debito ai contridubbi, che Befera è b buenti delle speindagato in quanto La società si sse di iscrizione ex presidente della difende: se pase cancellazione società. Situazione sa la tesi degli ip ipotecaria, la diche nulla ha a che fe fesa sottolinea vedere con la sua inquirenti il ch che le modalità attuale posizione sistema di riscosd di addebito sono di direttore delle sione va riscritto ppreviste dalla Entrate. Certo, se le legge. Insomma, venisse accolta la ex novo eemerge un quarichiesta di interd dro in cui se vedizione dai pubblinissero accolte le accuse del pm, ci uffici si porrebbe un problema bisognerebbe riscrivere le norme di non poco conto proprio rispetto di tutto il sistema della riscossioal suo attuale incarico. Ma la dene. Parere per niente condiviso da cisione, come detto, è nelle mani Noi Consumatori, una delle asdel gip. Equitalia Polis, dal canto sociazioni dalle cui denunce ha suo, respinge le accuse. Quanto preso le mosse l’inchiesta. Sulle ai presunti abusi nell’uso delle ipoteche, per esempio, il presiipoteche, la società controbatte dente dell’associazione, Angelo che la legge consente l’iscrizioPisani, fa notare che il tetto degli ne, in via cautelare, anche 8 mila euro deve valere anche per per debiti inferiori agli 8 l’iscrizione perché, a suo dire, se mila euro. Semmai non poi non si può vendere l’immobile, è consentita la vendita allora non si capisce perché lo si dell’immobile se la base ipoteca. E se l’ipoteca è una misuè un debito inferiore a ra cautelare, allora non si capisce quella cifra. Quanto al perché i costi di iscrizione e canmancato controllo sul cellazione sono poi messi a carico servizio di notifica, la dei contribuenti. società risponde che è L’INDISCREZIONE Vicino l’accordo tra Acea e il colosso Gas de France Pronta per fine mese un’ intesa di massima tra le due società dopo mesi di trattative L a lunga trattativa tra Acea e Gas de France per la nuova struttura della ex municipalizzata, sembra volgersi al termine, tanto che per fine mese dovrebbe essere siglato un memorandum of understanding per un accordo di massima in attesa di un closing definitivo. Venerdi 13 febbraio, infatti si è svolto un incontro top secret nella sede della società romana tra i vertici di Gas de France, per la quale era presente Jean Francois Carriere vicepresidente per l’Europa centrale del gigante francese e numero uno di Electrabel (la società belga tramite la quale Gas de France opera sul mercato italiano insieme ad Acea) e Giancarlo Cremonesi e Andrea Mengoni presidente e amministratore delegato di Acea, alla presenza dei rispettivi advisor Lazard e Dresdner Kleuinwort per i francesi e i legali dello studio Chiomenti per gli italiani. La trattativa che doveva sbloccarsi per fine giugno scorso, si era fermata per problemi relativi alla valutazione degli asset che sarebbero stati ripartiti all’interno della nuova struttura organizzativa. L’accordo dovrebbe prevedere la creazione di tre sub holding, due delle quali a maggioranza francese e una sotto il controllo di Acea. A sinistra Giancarlo Cremonesi presidente di Acea che ha incontrato venerdi 13 febbraio i vertici di GdF per trovare una soluzione alla trattaiva per la nuova struttura di Acea-Electrabel. Cremonesi (ex Sviluppo Italia) è stato nominato dal sindaco Gianni Alemanno alla guida della società capitolina al posto di Fabiano Fabiani per potenziare l’ex municipalizzata e rafforzare il ruolo di Acea nel centro-sud Italia La prima società nelle mani dei francesi dovrebbe essere quella per la produzione di energia, la quale potrà contare anche sulle sinergie e sulla produzione di Eblacea che controlla la Tirreno Power, ex Genco di Enel, mentre la seconda società a maggioranza francese dovrebbe occuparsi della vendita di energia, forte anche della probabile presenza degli asset Italcogim. La ex municipalizzata capitolina Acea andrebbe, invece, a gestire la terza holding che si dovrebbe occupare della distribuzione elettrica e in particolar modo di gas, tramite gli asset di rete di Italcogim e Romanagas la società che i francesi hanno rile- vato dall’Eni e che proprio la sua valutazione ha ostacolato la trattativa. Il valore attribuito alla rete, di fatto, potrebbe stabilire l’equilibrio e il relativo peso dei soci della joint venture. L’Acea che è controllata per il 51% dal comune di Roma, infatti, ha cercato di ottenere una valutazione migliore possibile mettendo sul piatto della bilancia il fatto che la concessione dello sfruttamento della rete dell’ex Italgas sta per scadere. La politica di rafforzamento voluta dal sindaco Gianni Alemanno, il quale ha ridisegnato i vertici della società con un uomo di fiducia come Cremonesi (ex Sviluppo Lazio) con l’obiettivo di far diventare l’Acea- Suez Gdf il polo di riferimento energetico del centrosud Italia si trova quindi, dopo una lunga negoziazione, di fronte ad una svolta risolutiva, nonostante il Campidoglio gestisca l’operazione nel massimo riserbo visto le difficoltà nel trovare una soluzione negli accordi. Intanto, Francesco Gaetano Caltagirone altro socio di minoritario è cresciuto all’interno dell’azionariato fino ad arrivare a quasi il 5%, mentre ieri il titolo Acea ha guadagnato il 2,54% chiudendo la seduta di borsa ad un valore del 10,09 %. Forse, anche il mercato crede che questo accordo sia in dirittura di arrivo. Paolo Silvestrelli