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Grazie alle nuove lavorazioni, pellicce come tessuti. Di tendenza

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Grazie alle nuove lavorazioni, pellicce come tessuti. Di tendenza
Moda - Corriere della Sera - Martedì 22 Settembre 2009 -
Versace
Zibellino a
tinte fluo, nel
caso, blu
addirittura
sfumato verso
il nero
Gamme
Rouge
Il piumino di
Valli per
Moncler è
stampato
pelliccia
Lanvin
Pellicce
a pelo lungo,
ornano bordi
e colli di
cappotti ma
anche abiti
13
Tivioli
Il lusso
sfacciato di
tingere di
smeraldo il
poncho di
visone
LE NOVITA’
Colore e tricot
in leggerezza
GLI ACCESSORI
Grazie alle nuove lavorazioni, pellicce come
tessuti. Di tendenza recuperare quelle usate
✹ di Carlotta Lombardo
Le novità arrivano dalla tecnica, ma anche lo
styling stupisce con effetti technicolor e tagli sbarazzini. Le nuove pellicce, lungi dal prendersi troppo sul serio, si lasciano trattare con esiti spesso imprevedibili: peli rasatissimi un tempo impensabili
lavorati a tricot, manti tinti di lilla, verde o giallo canarino e velli leggeri come piume, caldi, pratici e
dal prezzo contenuto.
Oggi che appare in passerella sotto forma di bolero
o borsetta, bordo o sciarpa, colli o stivale, la pelliccia è diventata più povera. Predilige peli poco nobili
— come la volpe, il lapin e l’agnello — ma conquista giovani e animalisti. Da quando la convenzione
di Washington ha fatto chiarezza sugli animali che
possono essere sacrificati sull’altare della vanità (solo quelli di allevamento vietando contemporaneamente la caccia agli animali maculati, come il pregiatissimo ocelot) lo status symbol della pelliccia è
cambiato. Un tempo faceva la differenza tra la signora e la proletaria, oggi è un capo di abbigliamento
come tutti gli altri. O quasi.
licce — zibellini, visoni e cincillà — sono riconoscibili al primo sguardo, danno emozione
a chi le indossa, hanno il fascino di un quadro d’autore e sono eterne. Un bel pelo si
può sempre rinnovare con nuovi tagli e lavorazioni. E, contrariamente a quanto pensano in molti, è un investimento sicuro».
Chi non resiste al fascino eterno della pelliccia
nemmeno in tempo di crisi, può quindi ricorrere
alla messa a modello di un vecchio capo. Sì, ma
a chi rivolgersi? Trattato alla stregua di un vero e
proprio oggetto prezioso da tutelare e conservare, Open Care di Milano (gli ex Frigoriferi Milanesi che nel 1899 conservavano le derrate alimentari per poi trasformarsi in depositi temporanei per
la custodia di beni preziosi) si occupa della custodia
e della messa a nuovo delle vecchie pellicce. Qui si
rammenda, si cuoce e si portano a nuova vita visoni
ed ermellini spendendo circa 800 euro. «Le persone
che chiedono di svecchiare stole e cappotti — spiega
il responsabile del dipartimento custodia pellicce e
tappeti Alessandro Borsani — sono sempre di più. Il
mercato oggi è contratto, ma il sogno di possedere
una bella pelliccia rimane eterno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Love Sex Money
Ha il sapore di un gioiello
antico ma le forme e i dettagli
sono estremamente moderni,
Il collier con solitario bordato
di visone impreziosito da
una gemma pendente
Valentino
Pellicce
rasate e
impreziosite
Un capo sdoganato
La pelliccia più moderna si può portare in qualsiasi
momento del giorno: è allegra, briosa e alla portata
di molte donne. La conferma arriva da Simonetta
Ravizza, colei che ha reinventato il prêt-à-porter della pellicceria con prodotti di lusso a prezzi «democratici». Un cappottino in xiangao o in kid, un agnello dal pelo piuttosto rasato trattato come fosse un
tessuto, costa circa 2000 euro, un cappello 300 e un
collarino 200. «Per razionalizzare i costi — spiega la
stilista — ho puntato sulla ricerca, sulla creatività
dei modelli e sulla qualità. C’è un grande ritorno della volpe, non solo argentata ma rosa cipria, blu
jeans, giallo lemon e rosso rubino. Per realizzare
cappottini, blazer e gilet morbidi come piumini utilizzo naturalmente anche il visone, intramontabile,
che sdrammatizzo tingendolo e alleggerendolo con
una lavorazione filettata. Tra una pezza di pelo e l’altra inserisco cioè una strisciolina di camoscio, che
toglie volume alla pelliccia e la svecchia».
Per Carlo Tivioli, il poête de la fourure , il colore non è
certo una novità. Nel 1971, alle sfilate d’Alta Moda a
Roma, presentò per primo in Italia una collezione di
sontuose pellicce tutte rosse e blu. Inimmaginabili a
quei tempi. Ma è a Torino che inizia a inventare le
sue pellicce: a sperimentare nuove lavorazioni, ad
azzardare insoliti accostamenti. Le sue clienti lo adorano. Dicono che le sue creazioni «volano» tanto sono leggere e carezzevoli. «La mia pelliccia è preziosa
e pesa poco perché, ormai, non la fodero più. Tutt’al
più utilizzo uno chiffon leggerissimo: il pelo, per scaldare, deve stare a contatto con il corpo. Per ottenere
sofficità e allure , invece, ricerca, disegno, lavorazione, preziosità e qualità del materiale sono fondamentali. Ecco perché la pelliccia classica non va più.
È troppo pesante e ha uno stile demodé. Le mie pel-
Serapian
Interpretato da Albino,
dunque creatività al servizio
della tecnica artigianale di un
maestro nella lavorazione di
pelli e pellicce
Tod’s
Piccola ed elegantissima.
Una pochette sui generis per
lo stile della griffe.
Preziosa ma con grinta
Jean Paul Gaultier
Raffinata e divertente alternativa ai soliti cappelli di pelliccia
Fly UP