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Imparare facendo Imparare collaborando
Imparare facendo Imparare collaborando “La conoscenza non può essere considerata principalmente qualcosa che la gente possiede in qualche luogo della testa, ma qualcosa che la gente produce, si scambia e negozia nel corso di attività che vedono impegnati più individui insieme”. Felice Carugati, Interazioni, conflitti, conoscenze, in “Prospettive sociogenetiche e sviluppo cognitivo” La presenza nelle nostre scuole di ragazzi con handicap, deficit o disabilita’ ha la valenza fondamentale di obbligarci a riconsiderare costantemente e continuamente la nostra azione educativa e didattica: • Lo stile cognitivo specifico • le modalità di apprendimento Nella capacità di individuare in ciascun allievo: • i punti di forza (cognitivi, culturali e di carattere) • i punti di debolezza e di fragilità (cognitivi, culturali e di carattere) • la zona di sviluppo prossimale, cioè cosa riesce a fare con quale tipo di aiuto • le modalità comunicative e relazionali con gli adulti e i compagni • le modalità di rapporto tra i vari docenti e l’effettiva costituzione di team cooperanti ed efficaci Nella capacità di individuare nel mondo docente: • la capacità di costruire tra gli allievi reti relazionali solide e positive • la capacità di aiutare gli allievi a sostenersi e ad aiutare in un clima cooperante e di auto-aiuto • la capacità di costruire relazioni corrette, positive e cooperanti con le famiglie • la capacità di rapportarsi con il mondo sanitario, aprendosi al confronto ma anche sapendo pretendere ciò che alla scuola è dovuto. • individuando i contenuti essenziali delle discipline, insegnando in modo specifico ciò che è essenziale (in termini di comprensione della disciplina stessa, sia come contenuti sia come linguaggio specifico) Nella capacità di lavorare sui contenuti e sui metodi di insegnamento • raccordando gli ambiti di significatività e di senso degli allievi con l’insegnamento dei contenuti disciplinari • individuando le modalità di presentazione dei linguaggi e dei contenuti delle discipline più adatte a garantire l’apprendimento di ciascuno • approfondendo la conoscenza delle specifiche tecnologie didattiche e dell’utilità didattica delle tecnologie “generali” (specificamente dell’informatica ma non soltanto di essa) •ampliando la propria conoscenza metodologicodidattica in modo di poter fruire di modalità diversificate di approccio PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO CHE COSA E’? Art. 5 comma 1 - Legge 104/92 “… è il documento nel quale sono descritti gli interventi integrati ed equilibrati fra loro, predisposti per gli alunni in situazione di handicap, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione…” IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Non va assolutamente confuso con la programmazione didattica, che è di competenza esclusiva degli insegnanti e rappresenta solo uno degli elementi del P.E.I. DA CHI E’ REDATTO? • OPERATORI SANITARI individuati dall’ASL •PERSONALE INSEGNANTE CURRICOLARE e di SOSTEGNO e, ove presenti.. •in collaborazione con i GENITORI o gli esercenti la patria potestà parentale QUAL E’ LO SCOPO? PROPONGONO ciascuno in base alla PROPRIA ESPERIENZA e ai dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale gli INTERVENTI finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e all’integrazione scolastica INTEGRANO gli interventi propositivi per realizzare un: PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO correlato alle disabilita’ dell’alunno, alle sue difficoltà e potenzialità TIENE PRESENTI • progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione, individualizzati • forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche VERIFICHE QUANDO? FREQUENZA TRIMESTRALE: Ottobre / Novembre Febbraio / Marzo Maggio / Giugno DA CHI? • OPERATORI ASL • PERSONALE SCOLASTICO • FAMIGLIE QUAL E’ LO SCOPO? VALUTARE • GLI EFFETTI DEI DIVERSI INTERVENTI PREDISPOSTI •L’INFLUENZA ESERCITATA DALL’AMBIENTE SCOLASTICO SULL’ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP IN MODO CHE Ogni intervento destinato all’alunno in situazione di handicap sia correlato alle effettive potenzialità che l’alunno stesso dimostri di possedere nei vari livelli di apprendimento e di prestazioni educativoriabilitative, nel rispetto della sua salute mentale. Gli interventi da progettare si articolano metodologicamente a tre livelli: 1) presenza in classe a) compresenza con l’ins. di sost. - per valorizzare il lavoro individuale nell’ambito della classe con l’utilizzo di una metodologia adatta all’integrazione e al coinvolgimento . 2) lavoro individuale a) su capacità di base circa: - il comportamento - la comunicazione - la maturazione sensopercettivo-motoria b) recupero didattico - in italiano e matematica per ragazzi scolarizzati - in pre-lettura, pre-scrittura e pre-calcolo per i casi gravi 3) laboratorio (che serve per la crescita dell’autonomia, della a) individuale, per - sviluppo capacità manuali - sviluppo sensoriale-motorio b) di gruppo, con obiettivi di: - socializzazione autostima e per - sviluppo capacità espressive l’introiezione delle - collaborazione ai progetti regole) E’ evidente l’irrinunciabilità dei tre momenti per gli alunni portatori di handicap e l’integrazione fra i tre momenti è stabilita nel Piano Educativo Individualizzato.