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Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione

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Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
la legge quadro 104/92
l’integrazione
scolastica
nella formazione
professionale
ALT R I
Il diritto alla
mobilità
lavorativa
sociale
DIRITTI
Le agevolazioni
Partecipazione e
gestione dei
servizi
Se la “diversità” é la norma (e cioè la
descrizione normale della condizione infantile
e non solo infantile), la Scuola deve
strutturarsi normalmente in modo da operare
una discriminazione positiva e attiva nel senso
che discrimina non già i soggetti cui si dirige
ma la intensità e complessità del proprio
intervento in ragione delle esigenze diverse cui
deve dare risposte efficaci (POF scuola di MiVia Russo)
DEFINIZIONE ED INDIVIDUAZIONE LEGALE
DELLA PERSONA HANDICAPPATA
Definizione
- art. 3
E’ persona handicappata colui che
presenta una minorazione fisica,
psichica o sensoriale, stabilizzata o
progressiva
tale da determinare una difficoltà di
apprendimento, di relazione, di
integrazione lavorativa
e tale da determinare un processo di
svantaggio sociale o di emarginazione
La legge ha
recepito la
sequenza
fissata
dall’O.M.S.
Minorazione
Disabilità
handicap
Il concetto
di gravità art. 3
comma 3
LQ
««Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia
ridotto l’autonomia personale correlata all’età, in modo
da rendere necessario un intervento assistenziale
permanente, continuativo e globale nella sfera
individuale e in quella di relazione, la situazione assume
connotazione di gravità»»
Estension
ea
stranieri
ed apolidi
La legge - quadro si
applica anche a stranieri
ed
apolidi,
residenti,
domiciliati o aventi stabile
dimora
nel
territorio
nazionale.
E’ una norma di grande
civiltà
giuridica,
soprattutto se confrontata
con i fenomeni risorgenti di
razzismo
nei
confronti
degli extracomunitari, degli
albanesi, ....
UNA NUOVA DEFINIZIONE DELL’O.M.S.
La
definizione
dell'handicap
comunemente
accettata si deve all'Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), che nel 1980 pubblicò la
"Classificazione Internazionale delle Menomazioni,
delle Disabilità e degli Svantaggi Esistenziali".
Essa distingueva tre livelli:
Menomazione, intendendo qualsiasi perdita o
anomalia permanente a carico di una struttura
anatomica o di una funzione psicologica, fisiologica o
anatomica (esteriorizzazione)
Disabilità, intendendo qualsiasi limitazione o perdita
(conseguente a menomazione) della capacità di
compiere un'attività di base (quale camminare,
mangiare, lavorare) nel modo o nell'ampiezza
considerati normali per un essere umano
(oggettivazione)
Handicap si intende la condizione di svantaggio,
conseguente ad una menomazione o ad una
disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce
l'adempimento di un ruolo sociale considerato
normale in relazione all'età, al sesso, al contesto
socio-culturale della persona (socializzazione).
Nel 1999 l'OMS ha pubblicato la nuova "Classificazione
Internazionale delle Menomazioni, delle Attività personali (exDisabilità) e della Partecipazione sociale (ex handicap o svantaggio
esistenziale)" (ICIDH-2), nella quale vengono ridefiniti due dei tre
concetti portanti che caratterizzano un processo morboso:
la sua esteriorizzazione: menomazione
l'oggettivazione: non più disabilità ma attività personali
le conseguenze sociali: non più handicap o svantaggio ma diversa
partecipazione sociale
Più precisamente:
con attività personali si considerano le limitazioni di natura, durata e
qualità che una persona subisce nelle proprie attività, a qualsiasi
livello di complessità, a causa di una menomazione strutturale o
funzionale. Sulla base di questa definizione ogni persona è
diversamente abile.
con partecipazione sociale si considerano le restrizioni di natura,
durata e qualità che una persona subisce in tutte le aree o gli aspetti
della propria vita (sfere) a causa dell’interazione fra le menomazioni,
le attività ed i fattori contestuali.
Si noti come, nella nuova Classificazione dell'OMS, il termine
"handicap" venga definitivamente accantonato.
Una persona - scrive Canevaro - è relativamente handicappata, cioè
l’handicap è un fatto relativo e non un assoluto, al contrario di ciò che
si può dire per il deficit. In altri termini, un’amputazione non può
essere negata ed è quindi assoluta; lo svantaggio (handicap) è invece
relativo alle condizioni di vita e di lavoro, quindi alla realtà in cui
l’individuo amputato è collocato.
L’handicap è dunque un incontro fra individuo e situazione. E’ uno
svantaggio riducibile o (purtroppo) aumentabile
L’art.43
E’ di importanza notevole, in quanto abroga tre
blocchi di norme :
• l’art.230 del T.U. /1928 che riguardava
l’affidamento alle facoltà mediche del Regno del
compito di promuovere gli studi di morfologia,
psicologia, nonché l’affidamento al Ministero
della P.I. dell’assistenza e dell’istruzione dei
fanciulli con handicap
• l’art. 415 del Regolamento 1297/1928 che
riguardava l’allontanamento definitivo dell’alunno
con problemi psichici dalle normali classi e la sua
assegnazione a classi differenziali
• i commi 2 e 3 dell’art. 28 della legge 118/1971.
•
L’art.2 (che fu preso a base giuridica per una
infausta sentenza della Corte di Cassazione di
diniego del diritto di un alunno h. di Livorno a
frequentare la scuola comune) consentiva la
possibilità di escludere dalle classi comuni i
soggetti affetti da “gravi deficienze intellettive o
da menomazioni fisiche di tale gravità da
impedire
o
rendere
molto
difficoltoso
l’apprendimento o l’inserimento.....”;
• il comma 3 (che, per altro, era già stato reso
inapplicabile
meritoriamente
dalla
Corte
Costituzionale) si limitava a “facilitare” invece che
a “garantire” la frequenza degli alunni h. presso
la scuola secondaria superiore
Gli artt.
12-13
e 14
Analisi
dell’art.12
Il
1°
comma
Le norme di tali articoli enunciano in maniera
inequivocabile il diritto all’integrazione scolastica di
tutti i minori in situazione di handicap e si riferiscono,
specificamente, al diritto all’educazione e
all’istruzione
(art.12),
agli
strumenti
per
l’integrazione , che debbono essere messi a
disposizione in maniera coordinata dalla Scuola, dagli
Enti Locali e dalla ASL / USL (art. 13), alle modalità
di attuazione dell’integrazione (art.14).
L’art. 12 è un “caposaldo” del diritto all’integrazione, in
quanto recepisce e trasferisce in norme giuridiche le
più avanzate acquisizioni della cultura pedagogica in
materia di inserimento nelle normostrutture
Il primo comma dell’art. 12 , supera di getto le
affermazioni importantissime, ma ancora timide della
stessa legge 517/77 , che si limitava ad assicurare
l’inserimento nelle scuole dell’obbligo.
Qui si parla, giustamente, di diritto dei bambini
handicappati da zero a 3 anni all’inserimento
negli asili-nido.
Viene affermata una notevole cultura dell’intervento
precoce; purtroppo, come in molti altri passi della
legge quadro, la norma manca del requisito della
“coercibilità” : infatti nel successivo art. 13 si afferma
che i Comuni e le USL possono (e, quindi, non
debbono) attrezzare con materiale idoneo e
personale specializzato gli asili-nido
il
2°
comma
Il secondo comma definisce in maniera
decisamente limpida e senza possibilità di
ulteriori fraintendimenti (-rafforzato dalle
abrogazioni già segnalate ex art. 43-) il diritto
soggettivo
perfetto
delle
persone
handicappate all’inserimento nelle classi
comuni delle scuole di ogni ordine e grado e
nell’Università.
E’ importante soffermarsi , e valorizzarne la
portata innovativa, sull’utilizzo dell’espressione
“classi comuni”. Con questa espressione si
spazza l’equivoco della “conservazione sempre
in agguato” : non c’è più spazio oggi per la
cosiddetta “integrazione reale” (la presenza di
una o più classi speciali in un plesso scolastico
ordinario - vedremo alcune ipotesi presenti
nella stessa legge di riforma della scuola
elementare) , ma solo per la “integrazione
personale” (l’integrazione della persona nelle
classi comuni).
E’ in palese contraddizione con la normativa di
questo comma l’esistenza, a tutt’oggi, di scuole
elementari speciali, che non avrebbero alcun
diritto di cittadinanza, come vedremo meglio
appresso, neppure invocando il concetto di
gravità
il
3°
comma
“l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo
sviluppo
delle
potenzialità
della
persona
handicappata
nell’apprendimento,
nella
comunicazione,
nelle
relazioni
e
nella
socializzazione”
La norma codifica legislativamente il percorso culturale
sulla qualità dell’integrazione, che non può ridursi nè ad
un mero fatto di inserimento né ad un pregiudiziale
giudizio sulle capacità di apprendimento curriculare. Si
tratta, infatti, di garantire il diritto allo studio della
persona handicappata, che é concetto molto ampio e
comprensivo di tutti i quattro parametri chiaramente
elencati nel terzo comma della legge 104/92.
La formulazione del presente comma rimanda
direttamente al concetto della cosiddetta “funzione
terapeutica dell’handicap” nel senso che lo sviluppo
della relazionalità e della socializzazione acuisce anche
nei normodotati la capacità di riconoscere e valorizzare
la diversità e costringe gli operatori scolastici a porsi in
maniera precisa l’esigenza di programmazioni mirate
Il
4°
comma
E’ una delle disposizioni più importanti, in quanto
senza equivoci afferma che “”l’esercizio del
diritto all’educazione e all’istruzione non può
essere impedito da difficoltà di apprendimento
né da altre difficoltà derivanti dalle difficoltà
connesse all’handicap””.
Questa norma – ripeto - confligge palesemente
con l’esistenza delle scuole speciali
I commi da 5 a 8 si occupano degli strumenti
operativi
idonei
a
garantire
il
successo
dell’integrazione scolastica. In particolar modo si
I
com- occupano di
mi
da 5 diagnosi funzionale
a 8 profilo dinamico funzionale
piano educativo individualizzato
Cos’è ?
descrizione analitica della compromissione funzionale
psicofisico dell'alunno in situazione di handicap
Chi vi
provvede?
l'unità multidisciplinare : medico specialista nella patologia segnalata,
neuropsichiatra infantile, terapista della riabilitazione, operatori sociali
in servizio presso le ASL
Da cosa deriva?
dall'acquisizione di elementi clinici e di elementi psicosociali
Gli elementi
clinici
Si acquisiscono tramite visita medica diretta + eventuale documentazione
medica preesistente
Gli elementi
psicosociali
Si acquisizione attraverso apposita relazione :
-dati anagrafici del soggetto
-dati relativi alle caratteristiche del nucleo familiare
Articolazione della
diagnosi
funzionale
a)anamnesi fisiologica e patologica prossima e remota del soggetto
È finalizzata
AL RECUPERO DEL SOGGETTO SITUAZIONE DI HANDICAP E
DEVE TENER CONTO DELLE POTENZIALITA' REGISTRABILI NEI
SEGUENTI ASPETTI :
dello
stato
b)diagnosi clinica: fa riferimento all'eziologia ed esprime le conseguenze
funzionali dell'infermità indicando la previsione dell'evoluzione naturale
cognitivo
Livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle
competenze
affettivo relazionale
Livello di autostima e rapporto con gli altri
lingustico
Comprensione, produzione e linguaggi alternativi
sensoriale
tipo e grado di deficit con particolare riferimento alla vista,
all'udito e al tatto
motorio - prassico
motricità (globale + fine)
neuropsicologico
memoria, attenzione e organizzazione spazio-temporale
autonomia
Personale e sociale
Il documento si conclude con una diagnosi funzionale redatta in forma
conclusiva e sintetica per i successivi adempimenti
tempi
è atto successivo alla diagnosi funzionale
dopo un primo periodo di inserimento scolastico
indica il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in
situazione di handicap dimostra di possedere nei
tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni).
chi vi provvede
?
1.a)l'unità multidisciplinare che ha redatto la
diagnosi funzionale
2.b)gli insegnanti curricolari e di sostegno, che
riferiscono sulla base della diretta osservazione
ovvero in base all'esperienza maturata in situazioni
analoghe
3.c)con la collaborazione dei familiari dell'alunno
contenuti del
profilo dinamico
funzionale
Il pdf descrive in modo analitico i possibili livelli di
risposta dell'alunno riferiti alle relazioni in atto e a
quelle programmabili
1.a)descrizione funzionale dell'alunno in relazione alle
difficoltà che dimostra di incontrare in settori di
attività
1.b)analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno a
breve e medio termine, desunto dall'esame dei
seguenti parametri :
cognitivo
potenzialità esprimibili in relazione al
livello
di
sviluppo
raggiunto
(normodotazione;
ritardo
lieve,medio,grave;disarmonia
medio-grave; età mentale,...), alle
strategie usate per la soluzione dei
compiti propri della fascia di età, allo stile
cognitivo, alla capacità di usare, in
modo integrato, competenze diverse
affettivo relazionale
potenzialità esprimibili rispetto all'area
del sè, al rapporto con gli altri, alle
motivazioni al rapporto
comunicazion
ale
potenzialità esprimibili rispetto a:
1.mezzi privilegiati
2.contenuti prevalenti
3.modalità di interazione
linguistico
potenzialità esprimibili rispetto a:
1.comprensione
2.produzione
3.uso comunicativo
4.uso di linguaggi alternativi
integrativi
e/o
sensoriale
1.potenzialità esprimibili rispetto a:
1.funzionalità uditiva
2.funzionalità visiva
motorio - prassico
1.potenzialità esprimibili rispetto a:
1.motricità globale
2.motricità fine
3.prassie semplici e complesse
neuropsicologico
1.potenzialità esprimibili rispetto a:
1.capacità mnesiche
2.capacità attentive
3.organizzazione spazio-temporale
autonomia
1.potenzialità esprimibili rispetto a:
1.autonomia personale
2.autonomia sociale
3............
apprendimento
1.potenzialità esprimibili rispetto a:
1.gioco e grafismo (in età prescolare)
2.lettura e scrittura (in età scolare)
3.uso spontaneo delle competenze acquisite
4.apprendimenti curricolari
cos’é ?
Il documento nel quale vengono descritti
1.gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro
predisposti per l’alunno h
2.in un determinato periodo di tempo ai fini del diritto
all’educazione e all’istruzione
chi vi provvede?
1.operatori sanitari individuati dall’Ussl
2.personale insegnante, curricolare e di sostegno e, se
presente, l’operatore psicopedagogico
3.in collaborazione con i genitori o gli esercenti la patria
potestà
contenuti del
p.e.i.
Sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzione e dal
profilo dinamico-funzionale, vanno descritti:
1.gli interventi educativi, sanitari, sociali integrati tra di
loro
2.correlati alla disabilità dell’alunno, alle sue conseguenti
difficoltà e alle potenzialità comunque disponibili
finalizzazione
del p.e.i.
piena realizzazione del diritto all’educazione ,
all’istruzione ed integrazione scolastica dell’alunno in
situazione di handicap
DUE VOLTE FRANCES
Descrizione curata dal
medico specialista
Disordine di sviluppo
non identificato
Difficoltà di
apprendimento severe
Epilessia intrattabile
Disordini comunicativi
Autismo
Scoliosi lombare
Andatura malferma;
movimenti scomposti
delle mani
Coordinazione
disarmonica
Scarso controllo fine
e grosso motorio
Paralisi cerebrale
Disordine nello
Disordini nel movimento sviluppo neurologico
Tono muscolare povero
(tassia)
Disordini del sonno
Intolleranza alimentare
glutine e latticini
Comportamento
sensibile agli stimoli
non verbali
Disordini genetici
Descrizione curata dalla famiglia
CIAO.Sono Frances. Sono una
bambina di 8 anni, una figlia, una
sorella, una nipote e cugina.Ma
posso anche essere un’amica, una
compagna
COSE CHE MI PIACCIONO:
Passeggiare. Giocattoli da
abbracciare. Oggetti soffici.
Mangiare(soprattutto le mele). La
musica. Bere. Nuotare. Guardare le
persone. Andare in città. Andare al
caffè. Giocare sulla spiaggia.
Andare a cavallo.
COSE CHE TROVO DIFFICILI.
Capire il linguaggio. Seguire le
istruzioni. Percepire il pericolo.
Vestirmi da sola. Nutrirmi da sola.
Usare i servizi
COME POSSO COMUNICARE
CON TE. Dì il mio nome e
guardami quando parli. Prenderò la
tua mano per indicarti ciò che
voglio. Talvolta indico con gli occhi
quello che voglio
COME PUOI AIUTARMI. Rendimi
partecipe di tutto. Permettimi di
muovermi liberamente in un luogo
sicuro.
Incoraggiami ad incontrare altri
bimbi. Non iperproteggermi.
Aiutami a fare le cose che mi
piacciono (come nuotare, andare a
cavallo, passeggiare) . Aiutami ad
avere nuovi amici. Crea nuove
opportunità per me.
QUELLO CHE DEVI
CONOSCERE DI ME. Ho
l’epilessia : per favore impara quello
che è necessario in caso di attacco.
Ho una dieta senza glutine e
latticini: per favore, chiedi ciò che
posso mangiare. Quando ho poco
equilibrio, devi usare le mie
“briglie” perché non mi faccia male.
Quando cammino devo indossare il
mio elmetto protettivo. A volte sono
un po’ agitata ma non posso dire
perché.
COSE CHE VOGLIO TU SAPPIA
DI ME. Sono bravissima a tenere i
segreti. Amo sentire raccontare le
fiabe. Se vuoi ti posso condurre a
fare un giro nel mio giardino. E se
metti il mio braccio attorno al tuo
collo posso anche darti un
abbraccio.
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