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Emergenze neurologiche
Emergenze neurologiche 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Coma e stato confusionale Crisi epilettiche Cefalea Vertigini Deficit visivi Malattia cerebrovascolare Emorragia cerebrale Disordini neuromuscolari ed insufficienza respiratoria acuta Infezioni del CNS Emergenze neurologiche in pazienti affetti da tumori Trauma cranico e spinale Intossicazione da farmaci o da alcool Crisi epilettiche 1. Prevalenza epilessia: 3-4% della popolazione 2. 3-4% della popolazione accuserà durante la vita una crisi sintomatica acuta 3. 1% accuserà una crisi epilettica non provocata 4. 2% della popolazione prima del V anno di età avrà una crisi convulsiva febbrile Valutazione in area di emergenza di nuova crisi convulsiva 1. Airway-Breath-Circulation 2. Descrizione dell’evento 3. Esame fisico: - segni di lato - rigidità nucale - esame del fondo oculare Man approaches the unattainable truth through a series of errors. Aldous Huxley; 1894-1963 Valutazione in area di emergenza che ha una nuova crisi convulsiva 1. Si tratta di una crisi epilettica? Diagnosi differenziale 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Sincope TIA Emicrania con aura Disordini del movimento Encefalopatia tossica o metabolica con alterazione dello stato di coscienza Narcolessia, cataplessia, allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche, ipersonnia Amnesia globale transitoria Psicogeniche: iperventilazione, attacchi di panico, disturbo da conversione, psicosi, pseudocrisi Valutazione in area di emergenza che ha una nuova crisi convulsiva 1. Si può identificare una causa acuta scatenante la crisi epilettica? 2. Se non si riconosce alcuna causa acuta, si tratta di una crisi epilettica non provocata? Vi è una condizione cronica o remota che la possa giustificare? Definizione delle CSA Crisi epilettiche che si manifestano in vicinanza temporale con un insulto cerebrale acuto o ad un disturbo sistemico transitorio Presunte manifestazioni acute dell’insulto L’intervallo di tempo tra l’insulto e la crisi varia con il variare dell’insulto Criteri per definire una crisi epilettica come sintomatica acuta: Sequenza temporale …... Il tempo che intercorre tra insulto ed AS varia in relazione al tipo di insulto Plausibilità biologica …... L’insulto deve determinare un danno acuto cerebrale od una alterazione dell’omeostasi metabolica Severità dell’insulto ……anche se di appropriata “qualità” l’insulto deve essere abbastanza severo da provocare l’AS Cause precipitanti AS Sistemiche 6% Infezioni CNS 13% Ipossia cerebrale 10% Trauma 7% Metaboliche 21% CVA 18% Astinenza da ETOH 6% Neoplastiche 6% Tossiche 12% Eclampsia 1% Incidenza delle AS Rochester, Minnesota 300 Incidenza per 100,000 Rochester 1955-84 250 200 150 100 50 0 1 3 10 20 23 30 Età (anni) 40 50 60 70 75 Probabilità di decesso a breve termine AS - New York 1 Rischio di morte 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 1 3 5 7 10 Giorni dall’AS 14 16 23 26 30 Acute Symptomatic Seizures Cause di decesso Sistemiche 6% Sistemiche 2% Infezioni SNC 12% Ipossia 7% Ipossia 19% Infezioni SNC 24% Traumatiche 1% Metaboliche 29% Traumatiche 2% MCV 27% MCV 15% Metabolicche 26% Neoplastiche 3% Tossiche 6% Mortalità a breve termine 30 giorni Tossiche 6% Neoplastiche 15% Mortalità a lungo termine 5 anni Trattamento Quando la causa scatenante è stata identificata, si deve rivolgere l’attenzione al trattamento della causa scatenante piuttosto che alla crisi in se. Valutazione della cefalea in un dipartimento di emergenza Disturbo estremamente frequente nei Dipartimenti di emergenza Il 15% delle visite all’area di emergenza è per cefalea La maggior parte delle cause di cefalea (circa 300) sono “benigne”: • dal 25 al 55% dei casi si tratta di emicrania o cefalea tensiva • fino al 40% è associata a problemi sistemici • solo il 1-16% è associata a condizioni neurologiche serie Campanelli di allarme Esordio dopo i 50 anni Insorgenza improvvisa Aumento di intensità e frequenza Campanelli di allarme Associazione con altri segni sistemici Segni neurologici focali Papilledema Successiva a trauma cranico Perché questa cefalea l’ha portato a recarsi ad un PS? Quando ha iniziato a soffrire di mal di testa? Ha mai sofferto in passato di cefalea con caratteristiche simili a questa? Come è iniziata? Dove le fa male? Quali sono le caratteristiche del dolore? Soffre di altre malattie? Lamenta altri disturbi associati alla cefalea? Perché questa cefalea l’ha portato a recarsi ad un PS? Le possibili ragioni sono tre: 1) First or worst syndrome 2) Frightening accompainments 3) Last-straw syndrome Quando ha iniziato a soffrire di questo tipo di mal di testa? Ha mai sofferto in passato di cefalea simile a questa? Le cefalee ad esordio dopo i 55 anni sono più facilmente associate a cause serie (tumori, malattia cerebrovascolare) L’età d’esordio è importante per la diagnosi, in quanto cefalee come quella emicranica hanno un esordio prima dei 30 anni Se il paziente ha accusato altre volte di mal di testa simile a quello in corso è importante capire perché questo in particolare ha motivato la visita al PS Come è iniziata la cefalea? Ha svegliato il paziente mentre dormiva (più spesso causa organica; a volte la cefalea a grappolo e l’emicrania); Associazione ad eventi precisi (exertional headache cefalea da sforzo; durante l’atto sessuale); Modalità d’esordio del dolore; Associazione a “life events” (trauma, in prossimità del parto). Dove le fa male? Punto di massima intensità del dolore ed irradiazione dello stesso Dolore diffuso (CVA) o localizzato (tumore) Sempre e solo ad un emilato (cefalea a grappolo) o unilaterale alternante (emicrania) Superficiale o profondo Quali sono le caratteristiche del dolore? Chiedere al paziente di esprimere a parole sue di che tipo è il dolore. Nel caso il paziente abbia difficoltà ad esprimersi aiutarlo a descrivere il carattere del dolore: avvertito come bruciore a carattere pulsante come se avesse una benda che le stringe il capo (compressivo) a carattere trafittivo avvertito come peso sul capo noioso, cupo Soffre di altre malattie? Esempi: tumori in altre sedi, HIV, obesità Sintomi associati Vedi: emicrania, cefalea a grappolo, arterite temporale, tumori cerebrali, ect. Arterite temporale di Horton L’arterite temporale (AT) o arterite a cellule giganti, colpisce in modo caratteristico uno o più rami della carotide, in particolare l’arteria temporale, da cui la denominazione. Si tratta tuttavia di una malattia sistemica che può interessare le arterie in sedi multiple. Nel 30-50% dei pazienti l’AT è associata con la Polimialgia Reumatica Quadro clinico caratterizzato da: - sistemici: febbre, astenia, malessere generale, anoressia, calo ponderale; - craniali: cefalea, più spesso temporale, mono o bilaterale o frontale od occipitale e ad esordio brusco, disturbi visivi (amaurosis fugax, cecità mono o bioculare, difetti del campo visivo, diplopia transitoria), claudicatio intermittens della masticazione, trisma, iperestesie al cuoio capelluto, algie facciali, alle regioni orbitarie, alla lingua, ai denti, alle orecchie. CEFALEA, VOMITO E ….. PAPILLA DA STASI (O PAPILLEDEMA) = SINDROME DA IPERTENSIONE ENDOCRANICA La causa più frequente di decesso e di disabilità neurologica è legato all’ipertensione endocranica incontrollata Valore soglia da non superare della ICP: > 20-25 mmHg Oltre tale valore si osserva desaturazione dell’ossigeno Come si misura la ICP? Cateterismo ventricolare SINDROME DA IPERTENSIONE ENDOCRANICA Quattro possibili meccanismi: - Ostacolato deflusso liquorale per ostruzione del sistema ventricolare - Riduzione dello spazio utilizzabile nella cavità cranica ad opera della lesione o dell’edema associato - Ostruzione del sistema di riassorbimento - Ostruzione del sistema venoso cerebrale SINDROME DA IPERTENSIONE ENDOCRANICA 1. Cefalea 2. Vomito 3. Papilla da stasi Fondo oculare normale Papilledema Margini sfumati e sollevati della papilla Arterie incurvate Vene dilalate Frequenti emorragie SINDROME DA IPERTENSIONE ENDOCRANICA Un brusco aumento pressorio determina incuneamenti di parti della sostanza cerebrale Le più frequenti sono: Ernia od incuneamento delle tonsille cerebellari attraverso il forame magno Ernia temporale attraverso forame tentoriale Tumori cerebrali • • • • • circa il 50% dei pazienti con tumore cerebrale lamenta cefalea Nell’80% dei casi il tumore è ipsilaterale al lato dove viene avvertito il dolore La cefalea è più severa al mattino Si associa a vomito incoercibile Aumento della severità della cefalea con manovra di Valsalva o nel passaggio dalla posizione clinostatica a quella ortostatica Pseudotumor cerebri (PTC) o ipertensione endocranica benigna • Caratterizzato da un aumento della pressione endocranica in assenza di masse occupanti spazio Criteri diagnostici • Sintomi e segni, se presenti, riflettono solo l’aumento della pressione endocranica • Rilevamento dell’aumento della pressione endocranica a seguito di puntura lombare • Normale composizione del liquor cerebrospinale • Non evidenza di “ventricolomegalia”, mass, lesione vascolare o strutturale agli studi di neuroimmagini Epidemiologia • Prima della pubertà nessuna differenza tra uomini e donne • Dopo la pubertà le donne hanno un rischio 9 volte superiore rispetto agli uomini di PTC • 0.9 per 100,000 nella popolazione generale • 3.5 per 100,000 nelle donne tra i 15 ed i 44 anni • 19.3 per 100,000 nelle donne tra i 20 ed i 44 anni che pesano circa il 20% in più del proprio peso forma • Rara dopo i 45 anni di età Manifestazioni cliniche Sintomi Segni • Cefalea • Papilledema • Disturbi visivi transitori • • “Rumori” intracranici Acuità visiva e funzioni del nervo ottico • Perdita della vista • Perimetria • Diplopia • Anormalità della motilità oculare • Altri sintomi • Neuroimaging • Esame CSF Cefalea • Quasi il 100% dei pazienti • Dolore retroculare, quotidiano, che si aggrava con il movimento oculare • Assomiglia all’emicrania • Caratteristiche prominenti dolore nucale e “backpain” • Cefalea cronica quotidiana Disturbi visivi transitori • A volte sintomo di esordio • Presenti nel 75% dei pazienti con PTC • Manifestazioni cliniche dell’edama paillare che conduce all’ischemia del nervo ottico • Episodi brevi di perdita della vista mono- o bioculare, parziale o completa “Rumori” intracranici • 60% dei pazienti • Uni o bilaterali, descritti come “battito del cuore” o “rumore del mare” • Spariscono dopo puntura lombare • Attribuiti alla trasmissione delle pulsazioni vascolari amplificate attraverso il CSF (???) Pseudotumor cerebri - Sintomi Perdita della vista • Sintomo di esordio • Visione a tunnel od allargamento della macchia cieca • A volte cecità Diplopia • Da 1\3 a 2\3 dei pazienti • Generalmente orizzontale (paralisi abducente) si può risolvere con normalizzazione della ICP Altri sintomi • Parestesie • Rigidità nucale • Artralgia scapolo-omerale • Atassia • Ect. ect….. Pseudotumor cerebri - Sintomi Papilledema • Può essere asimmetrico • Non vi è correlazione tra il grado di papilledema e le probabilità di perdere la vista • Differenziare il papilledema dallo pseudopapilledema (ad esempio drusen) Perimetria • Rimane il test più utile per valutare la funzione visiva in pazienti con sospetta PTC • Fino al 96% dei pazienti alla perimetria di Goldmann hanno un allargamento della macchia cieca Diplopia • Generalmente per paralisi del retto laterale (uni o bilaterale) • Rarissima l’oftalmoparesi e generalmente associata alla presenza di trombosi dei seni veosi • Si risolve con una diminuzione della ICP Neuroimaging • Obbligatoria • TC con m.d.c. o meglio RMN cerebrale • Angio-RMN fase venosa (postpartum, coagulopatia) estrogeni esogeni, Pseudotumor cerebri - Segni Condizioni associate Da ostruzione del drenaggio venoso • Trombosi venosa dei seni cerebrali (settica ed asettica) • Sindrome della vena cava superiore Disturbi endocrini • Ipoparatirodismo • Obesità Agenti esogeni • Amiodarone • Corticosteroidi • Litio • Minociclina Infezioni • HIV • Malattia di Lyme Altre condizioni • Sindrome da anticorpi antifosfolipidi • PCOS • LES Pseudotumor cerebri Terapia • Dieta e perdita di peso • Inibitori dell’anidrasi carbonica (acetazolamide 1-4 mg/die) • Punture lombari ripetute • Decompressione della guaina del nervo ottico • Shunt peritoneale del CSF Pseudotumor cerebri Emorragia subaracnoidea (ESA) Incidenza 7-8 casi/100.000/anno Nell’85-90% dei casi la causa di una emorragia subaracnoidea è una malformazione cerebrale (aneurisma +++, angioma +) Raramente “sine materia” La peggiore cefalea della mia vita 50% dei casi alterazione dello stato di coscienza, ma anche esame neurologico indifferente Molti pazienti che si lamentano di cefalea hanno: 1) esame neurologico indifferente 2) Workup negativo La storia della cefalea è quindi l’elemento più importante per stabilire una diagnosi corretta Emicrania • Emicrania senza aura • Emicrania con aura • Sintomi dell’aura: visivi (99%), sensoriali (31%), deficit del linguaggio (18%), motori (6%). Emicrania senza aura • Durata 4-72 ore • Almeno due delle seguenti caratteristiche: Unilaterale Pulsante di grado moderato severo Aggravata dall’attività fisica • Almeno uno se seguenti sintomi Nausea o vomito Fotofobia Fonofobia Emicrania con aura • Uno o più sintomi transitori focali dell’aura • Sviluppo graduale dei sintomi dell’aura in almeno 4 minuti • Durata dell’aura da 4 a 60 minuti • Entro 60 minuti emicrania Varianti dell’emicrania classica • Emiplegica (familiare e non familiare) • Basilare (disturbi tipici del circolo posteriore) • Oftalmoplegica (paresi oculomotori), bambini, sesso mascile è affetto 6 volte di più di quello femminile Cefalea a grappolo • • • • • Rapporto uomini:donne 5:1 Dolore di breve durata Forma episodica e forma cronica Variazione di frequenza con le stagioni Ritmo circadiano Cefalea a grappolo • Dolore unilaterale molto severo • Sede orbitaria, sovraorbitaria o temporale • Associato a: – – – – – – – – Iniezione congiuntivale Lacrimazione Congestione nasale Rinorrea sudorazione Miosi Ptosi Edema palpebrale Caratteristiche Cefalea a grappolo Emicrania Esordio 20-50 anni 10-40 anni Sede Sempre unilaterale Per lo più unilaterale, a volte bilaterale Sesso 90% maschile 65-70% femminile Occorrenza attacchi Quotidiana Intermittente Stagionalità Primavera ed autunno Indifferente Durata 10 minuti, 3 ore 4-48 ore Sintomi/segni prodromici Assenti 25-30% dei casi Nausea/vomito Rara 85% dei casi Disturbi visivi Rari Frequenti Lacrimazione Frequente Rara Congestione nasale, ptosi Frequente Rara Familiarità 7% 90% Cefalea tensiva • • • • • Acuta o cronica Bilaterale Nucale od al vertice Costrittiva o gravativa Scarsa concentrazione, sensazioni vertiginose, difficoltà di attenzione Trattamento della cefalea nel dipartimento di emergenza - EMICRANIA Verosimile inefficacia della terapia praticata fino a quel momento o attacchi di maggiore severità rispetto alla norma Sumatriptan sottocute (6 mg) efficace nell’80-90% dei pazienti; ripetibile un’ora dopo (massimo due volte nelle 24 ore). Non utilizzarlo ai fini diagnostici poiché altre cefalee (SAH, meningite, Horton) possono rispondere positivamente Trattamento della cefalea nel dipartimento di emergenza - EMICRANIA Diidroergotamina (DHE) ev 0.5-1.0 mg in paziente pretrattati con: metoclopramide (10 mg) o clorpenazina (5 mg) DHE controindicata in pazienti affetti da sepsi, ipertensione, malattie vascolari. Corticosteroidi (desametasone 10 mg ev) per stato emicranico Trattamento della cefalea nel dipartimento di emergenza – CEFALEA A GRAPPOLO Inalazione di ossigeno: di facile somministrazione, non ha effetti collaterali, agisce rapidamente -8 lt/min per 10-15 minuti -Sumatriptan sottocute -DHE Infezioni del CNS Diversi fattori contribuiscono alla minaccia da parte delle malattie infettive: 1. La “crescita” di due set di popolazioni di pazienti immunocompromessi legata a: • epidemia dell’AIDS; • trattamenti aggressivi che, contro una maggiore sopravvivenza (tumori e trapianti d’organo), hanno alterato gravemente le difese dell’ospite. 2. aumento degli spostamenti internazionali che hanno consentito una trasmissione rapida dell’agente infettivo su scala globale 3. Diffusione spesso sconsiderata dell’uso di antibiotici La meningite è un'emergenza medica che richiede una diagnosi rapida ed esatta, per poter intervenire precocemente con cure appropriate. La tempestività con cui si procede può abbassare il rischio di morte al di sotto del 15%. Hemophilus influenzae diminuzione dell’80% a seguito dell’introduzione del vaccino S. Pneumoniae organismo più comune sia nei bambini che negli adulti di cui rappresenta quasi il 40% dei casi; N. Meningiditis seconda causa in tutte le età. Aumento delle infezioni da S. Pneumoniae antibiotico resistenti. 25% dei casi isolati di pazienti affetti da meningite da S. Pneumoniae erano resistenti alla penicillina; 9% resistenti al cefotaxime. New England Journal of Medicine, 1997 Modalità di contagio a) Batteriemia sistemica (la più frequente). b) Ingresso diretto dal tratto respiratorio superiore o dalla cute attraverso un difetto anatomico (frattura cranica, meningocele, ...). c) Passaggio intracranico attraverso una venula dal nasofaringe (l’adesione faringea è favorita come nel caso dello Str. pneumoniae dalla capacità di produrre proteasi delle IgA; oppure endocitosi come nel caso dei meningococchi; oppure per via intercellulare con separazione delle giunzioni serrate apicali tra le cellule epiteliali colonnari come nel caso dell’H.influenzae). d) Diffusione da focus contiguo di infezione (infezione dei seni paranasali, trasudazione da un ascesso cerebrale,...). I segnali iniziali della malattia sono tipici, ma non immediatamente riconducibili alla patologia: forti dolori alla testa, fotofobia, fonofobia, febbre, nausea, vomito, rigidità del collo e comparsa di macchie rosse sulla pelle. Febbre, rigidità nucale e alterazione dello stato di coscienza: 2/3 dei pazienti Uno dei tre segni è sempre presente. Crisi epilettiche presenti in circa il 23% dei casi (2/3 generalizzate). La presenza di eruzioni petecchiale, purpurica o ecchimotica indica quasi sempre una infezione meningococcica e richiede un pronto trattamento a causa della rapidità con la quale questa infezione può progredire. Nei bambini al di sotto dei 2 anni e nei neonati i sintomi sono più difficilmente individuabili, appaiono però meno vitali, irritabili e di scarso appetito. Alle prime avvisaglie, che possono essere confuse con infezioni influenzali, è assolutamente necessaria la visita di un medico e procedere verso una diagnosi più precisa. La sintomatologia meningitica, comune alle varie forme, dipende dall'ipertensione endocranica, dall'irritazione meningea e dalla sofferenza corticale e diencefalica. Spesso presenti sono: cefalea intensa (soprattutto nucale) e vomito a getto, che non ha rapporto con l'alimentazione (vomito cerebrale). Si osservano, inoltre, febbre elevata con brividi, dolori alla colonna, iperestesia cutanea, fotofobia, iperpatia (o intolleranza a ogni stimolo sensoriale di una certa intensità). Segno di irritazione meningea è la rigidità della nuca e del dorso da contrazione muscolare: impedisce la flessione -attiva e passiva- del capo e la posizione seduta senza appoggio all'indietro sulle mani (segno del "tripode"). È caratteristico l'opistotono, cioè l'iperestensione del capo e talora del dorso con decubito laterale obbligato e arti inferiori flessi (posizione "a cane di fucile"). Se il paziente è sdraiato supino, non riesce a sedersi sul letto senza flettere gli arti inferiori (segno di Kernig). La flessione del capo è seguita da quella degli arti inferiori (questo è uno dei segni di Brudzinski). Sono possibili anche segni vegetativi, come una alternanza di atti respiratori profondi con periodi prolungati di pausa respiratoria (respiro meningitico). A questo corteo di segni e sintomi si associano spesso disturbi psichici (agitazione o torpore, fino allo stato confusionale), paralisi di nervi cranici, disturbi vasomotori. Nei neonati i sintomi sono sfumati o assenti: la rigidità nucale può mancare e, anzi, la nuca può essere ciondolante; frequenti sono invece le crisi epilettiche tipo grande male, le ipercinesie in genere e l'irrequietezza. La più frequente fra le meningiti purulente è la meningite meningococcica, causata da Neisseria meningitidis (meningococco), il quale viene trasmesso dai soggetti meningitici e dai portatori sani per mezzo di goccioline di secrezione nasofaringea; dalla mucosa nasale, attraverso la via ematica, raggiunge le meningi ed eventualmente altre sedi. La meningite meningococcica può avere anche un’evoluzione fulminante, con petecchie ed emorragie disseminate, coma e morte in poche ore (sindrome di Waterhouse-Friderichsen: petecchie emorragiche, della cute e delle mucose, collasso cardiovascolare, CID) COMPLICANZE E SEQUELE (10%) • • • • • • • • • • • Tromboflebite corticale e ventricolite Crisi epilettiche Paralisi motorie Sordità Idrocefalo Deficit psichici Pericardite CID Endocardite Shock settico Artrite settica La meningite consiste nell'infiammazione delle meningi, gli involucri che rivestono il cervello e il midollo spinale, e il liquido contenuto (fluido cerebrospinale, di norma incolore e trasparente che circonda il cervello, il midollo spinale e le radici dei nervi periferici), in risposta ad un'infezione batterica o virale. In casi sospetti il test più affidabile, per accertare l'infezione, è l'esame del fluido cerebrospinale, estratto dal canale spinale attraverso la puntura lombare. Meningite batterica Nei pazienti malati il liquido presenta pressione elevata ed ha un aspetto torbido, il livello del glucosio è ridotto al di sotto di 40mg/dl, mentre le proteine aumentano oltre 80-100mg/dl. Individuare il ceppo batterico è fondamentale per elaborare una terapia antibiotica efficace in grado di risolvere velocemente la malattia. Gli agenti batterici più diffusi sono, attualmente, Neisseria meningitidis e Streptococcus pneumoniae; prima del 1990, cioè prima che il vaccino fosse incluso tra quelli raccomandati, l'Haemophilus influenzae era la principale causa della meningite batterica. Per accertare la presenza di patogeni di natura batterica si analizzano i campioni di liquor con la colorazione Gram, la probabilità di trovare i microrganismi dipende dalla concentrazione batterica nel liquor: nel 70-85%, dei casi di pazienti malati, l'esito è positivo. Per identificare con esattezza il ceppo di appartenenza si ricercano antigeni specifici mediante test di agglutinazione. Anche in casi sospetti bisogna comunque iniziare una terapia antibiotica, ancor prima di avere gli esiti di laboratorio, specifica per le diverse classi di età. In dosaggi diversi, si somministra a tutti i pazienti l'ampicillina e, in alcuni casi in aggiunta o in alternativa, cefalosporine di terza generazione. Una volta identificato il ceppo batterico in coltura si modifica opportunamente la cura. Se la meningite è causata dal N. meningitidis, si può scegliere tra penicillina o ampicillina; nel caso dello Streptococcus pneumoniae, protagonista di fenomeni di resistenza, è valida la combinazione di vancomicina con altri antibiotici e cefalosporine di terza generazione. La durata del trattamento può variare da 7 giorni a 3 settimane, ma certi casi possono richiedere tempi più lunghi Meningite virale (asettica) Quando la meningite è provocata da patogeni virali (enterovirus, herpesvirus, virus della parotite) le indagini di laboratorio si effettuano comunque su campioni di CSF, ma si controllano i linfociti, che risultano superiori alla norma, mentre le proteine sono leggermente alte e il glucosio è a livelli standard. I valori dei parametri variano in funzione dell'agente patogeno: se si tratta di enterovirus si osserva una prevalenza di neutrofili nella conta cellulare, nei casi di infezione da virus della parotite o da herpesvirus il livello del glucosio può ridursi anche del 30%. Per diagnosi specifiche si procede con indagini serologiche, ma la ricerca di anticorpi antivirali può richiedere un periodo di attesa relativamente lungo. Per isolare il virus non si usa il liquor ma altri fluidi corporei: sangue, feci, urine. Nella maggior parte dei casi per curare la meningite virale non è necessario il ricovero ospedaliero, l'approccio terapeutico è rivolto ai sintomi tipici della malattia, si prescrivono quindi analgesici, antipiretici e il paziente viene tenuto a riposo in ambienti poco luminosi. Infettive Virus Non infettive Farmaci Enterovirus, herpes simplex 1 e 2, adenovirus, Epstein-Barr, HIV FANS, azatioprina, immunoglobuline ev, isoiniazide, postvaccinica Batteri Malattie sistemiche Meningite batterica parzialmente trattata, tubercolare, micoplasma Sarcoidosi, carcinomatosi leptomeningea, LES, vasculite, Behcet Funghi Altro Criptococcosi Aracnoidite, postinfettiva Parassiti Toxoplasmosi Le meningi 1. Dura mater a. falx cerebri b. falx cerebelli c. tentorum cerebelli 2. Aracnoide 3. Pia mater CSF: Cerebro-Spinal Fluid • Formation in ventricles by specialized ependymal cells of choroid plexuses (~500 mL/day; total volume ~ 150 mL) • Functions – transport medium – shock absorption – buoyancy (floats the brain)* • CSF circulation: Ventricles → central canal → subarachnoid space • Reabsorption into circulation via arachnoid granulations into superior sagittal sinus. * Riduzione del peso effettivo del sistema nervoso a meno di 50 grammi. Longitudinal fissure Arachnoid granulations: This is where the CSF produced in the choroid plexuses of the ventricles and which has circulated into the subarachnoid space is reabsorbed. Composizione liquor e siero: confronto di alcuni elementi Sostanza LCS Siero Acqua 99 93 Proteine (mg/dl) 35 7000 Glucosio (mg/dl) 60 90 Osmolarità (mOsm/litro) 295 295 Na+ 138 138 K+ 2.8 4.5 Ca++ 2.1 4.8 Mg++ 0.3 1.7 Cl- 119 102 pH 7.33 7.41 Condizioni che alterano la pressione liquorale 1. Aumento del volume intracranico 2. Aumento della pressione venosa 3. Ostacolo al flusso o al riassorbimento liquorale Pressione liquorale normale: In posizione supina da 8 a 20 cm di H2O In posizione seduta da 20 a 40 cm di H2O Un ago, abilmente inserito nella regione lombare della colonna vertebrale, permette di accedere al liquido senza danni neurologici in quanto il midollo spinale termina proprio all'inizio di questa zona. Indicazioni alla puntura lombare Fa parte dell’accertamento diagnostico nelle seguenti condizioni: 1. Processi infettivi o infiammatori delle meningi o del sistema nervoso centrale 2. Patologie immunitarie e disimmuni 3. Sanguinamenti intracranici 4. Disturbi dello stato di coscienza Controindicazioni 1. 2. 3. 4. Infezioni cutanee in sede di puntura Processo occupante spazio alla TC Blocco spinale documentato da RMN Coaugulopatie (PLT < 35.000) o terapie con anticoagulanti L3 L4 TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI Negli Stati Uniti ed in altri paesi sviluppati, i traumi sono la prima causa di morte nella fascia di età sotto i 45 anni e costituiscono la maggiore delle cause di disabilità, morbidità e mortalità in questo gruppo di persone. I traumi cranici in particolare sono responsabili di una significativa quota delle morte traumatiche negli US. Incidenza dei traumi cranici negli US TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI Commozione cerebrale: perdita di coscienza con caduta a terra associata a fenomeni neurovegetativi (tipo KO dei pugili) In base alla durata si definisce: Lieve – meno di 30 minuti Moderato – meno di 24 ore Grave – più di 24 ore Al risveglio amnesia retrograda ed anterograda TRAUMO CRANIO-ENCEFALICI Contusione cerebrale Conseguente a danno contusivo ( +/- lacerazione leptomeningi) del parenchima cerebrale La clinica varia in base alla: - sede del danno - rapidità di accrescimento del focolaio - entità del danno Complicanze chirurgiche acute dei traumi cranici Ematoma extradurale • raccolta ematica tra tavolato cranico interno e dura madre • Complica l’1-3% dei traumi cranici • Maggiore picco di incidenza tra i 15 ed i 40 anni • Raro dopo i 65 anni • Avviene per scollamento della dura dal tavolato osseo interno legato ad una differenza di elasticità dei due tessuti (85% dei casi lesione dell’arteria meningea) • I segni clinici sono legati alla sede dell’ematoma ed alle complicanze dell’aumentata ipertensione endocranica (erniazioni) Ematoma extradurale Complicanze chirurgiche acute dei traumi cranici Ematoma sudurale • Falda ematica localizzata tra la dura madre e l’aracnoide • Acuto, subacuto, cronico • Legato a trauma cranico (1-5%), ma anche a improvvisa ipotensione endocranica, diatesi emorragica, rottura di aneurisma. • Massima incidenza età avanzata. • Necessario forte impatto, ma in associazione a fattori favorenti anche di lieve intensità. • Rottura o stiramento delle vene a ponte Ematoma sudurale Ernie cerebrali Ernie cerebrali RAPIDA E PROGRESSIVA DEBOLEZZA MUSCOLARE Livello dell’unità motoria coinvolta Caratteristiche cliniche chiave Muscolo • Prediligono i muscoli del collo ed il cingolo scapolare • Possibile miocardiopatia • Occasionalmente coinvolgimento muscolatura respiratoria • Possibile mioglobulinuria Giunzione neuromuscolare •Muscolatura craniale, degli arti, prossimale •Può interessare muscolatura respiratoria •Se presinaptica segni di disautonomia •Faticabilità se postsinaptica Nervo periferico •Debolezza e disturbi della sensibilità •Iporeflessia osteotendinea Motoneurone •Prevalentemente segni motori •Spesso asimmetrica •Se SLA iperreflessia osteotendinea Muscolo Malattie acquisite • Miopatia mioglobulinurica • Paralisi ipokaliemica • Miopatia tossica • Polimiosite • Miopatia dei reparti di cura intensiva Malattie geneticamente determinate • Distrofie legate al sesso • Distrofia miotonica • Miopatia mitocondriale Giunzione neuromuscolare • Miastenia gravis • Botulismo • Ipermagnesemia Nervo periferico • Guillain-Barrè • Neuropatia difterica • Neuropatia da porfiria • Avvelenamento da molluschi • Neuropatia dei reparti di cura intensiva • SLA • poliomelite Motoneurone Miastenia gravis Malattia autoimmune, legata alla presenza di autoanticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina Segni cardine: debolezza e faticabilità Aspetti particolari (emergenza neurologica) Crisi miastenica (15-20% dei pazienti): insufficienza respiratoria e debolezza dei muscoli orofaringei 74% dei casi entro i primi due anni dalla diagnosi Associazione con timoma 38% dei casi scatenata da infezione o da nuovi farmaci assunti (attenzione ai cortisonici assunti ed interrotti bruscamente) Non confondere con crisi colinergica • • • • • Miosi Diarrea Scialorrea Crampi addominali bradicardia