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Relazione Presidente CNCE

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Relazione Presidente CNCE
RIUNIONE DIRETTORI 29 – 30/5/2014
RELAZIONE PRESIDENTE
Cari amici, per iniziare questa mia relazione voglio ringraziare le
Presidenze della Cassa Edile di Lecce e della Edilcassa di Puglia per il
saluto che hanno portato ai nostri lavori.
Ma permettetemi di ringraziare particolarmente la Cassa Edile di
Lecce che ha voluto festeggiare insieme a noi la ricorrenza del 50º
anno dalla fondazione dell'ente ed ancora più permettetemi di salutare
l'amico Goffredo, Presidente della Cassa, che come Goffredo
d’Altavilla, conte normanno che un migliaio di anni fa rilancio' il
ruolo e il prestigio della città di Lecce, oggi anche l'amico Goffredo,
nostro contemporaneo, ha effettivamente rilanciato il ruolo della
Cassa di Lecce e, con il contributo ovviamente delle altre parti sociali,
ha pienamente inserito l’ente in una logica di sistema nazionale delle
Casse Edili.
Iniziamo questa riunione come abbiamo terminato quella dell'ottobre
2012 a Roma, ricordando l'importanza del lavoro tecnico –
organizzativo, del lavoro “oscuro”, del personale e dei direttori delle
Casse Edili a cui si deve, prima di tutto, tanta parte del successo del
nostro sistema di cui sono l'ossatura portante.
Nella riunione dell’ ottobre 2012 portai l'esempio del sistema
informatico SUAL, predisposto dalla Cassa Edile di Lecce, come
sistema veramente di innovazione, di razionalizzazione (in questo
caso del rapporto tra la Cassa Edile e i propri legali) per rendere più
efficiente la nostra azione ma anche come esempio di riduzione dei
costi; come sapete, e ne parleremo dettagliatamente a fine serata, si
tratta di uno strumento informatico messo a disposizione delle altre
Casse Edili in quella logica di sistema nazionale che noi vogliamo
sostenere e rafforzare.
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Oggi la prima parte della nostra riunione sarà dedicata proprio al
problema del recupero crediti, delle procedure organizzative ad esso
connesse e quindi, in buona sostanza, al nostro primo dovere: ci
chiamiamo Casse Edili soprattutto perché il primo compito che ci
viene affidato è quello di ricevere i contributi e quindi non c'è intento
persecutorio nei confronti delle imprese (soprattutto in una fase di
difficoltà come quella attuale) ma c'è una finalità istituzionale: quella
di operare affinché siano normalmente corrisposti i contributi
contrattuali dovuti alle Casse Edili.
Permettetemi di sottolineare un’ovvietà, quella cioè che se la
riscossione dei contributi è il primo dovere per le Casse Edili, il
secondo, conseguente al primo, è quello di dare ai lavoratori quanto
ricevuto dalle imprese e quindi di corrispondere effettivamente le
somme che sono state accantonate per gratifica natalizia e ferie e tutte
le prestazioni contrattuali previste a livello nazionale o territoriale.
Non credo sia banale la sottolineatura di questo secondo dovere
perché purtroppo dobbiamo ancora rilevare la presenza di somme
rilevanti nei bilanci delle Casse Edili sotto il titolo di “importi non
riscossi” che preoccupa nella sua dimensione ma preoccupa
soprattutto come fatto politico più generale: una Cassa Edile che non è
in grado di pagare i lavoratori viene meno al compito fondamentale ad
essa affidato dal proprio Statuto, cioè quello di ricevere i contributi e
di corrisponderli ai lavoratori.
Come potete vedere dalla lettura del programma dei lavori, questa
mattina affronteremo tecnicamente la tematica relativa alle procedure
di recupero crediti attraverso il primo intervento dell'avvocato
Squicciarini, nostra collaboratrice, che analizzerà soprattutto i risultati
dell'indagine svolta dalla Cnce tra tutte le Casse Edili.
Pensiamo sia utile, innanzitutto, fornire a tutte le Casse Edili i risultati
di tale indagine (e preghiamo le Casse Edili inadempienti di
permetterci di completarla nei prossimi giorni) per analizzare insieme
le procedure utilizzate dalle Casse Edili (e qui, mi pare, registriamo
positivamente una maggiore omogeneità di comportamenti) ma anche
i risultati concreti che ogni ente registra nella propria attività di
recupero e, infine, i comportamenti della magistratura locale nei
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confronti del nostro sistema anche al fine di favorirne una uniformità.
Quindi, in buona sostanza, l’indagine è finalizzata alla ricerca di
ulteriori elementi di valutazione che ci possano permettere di dare a
tutti gli enti delle indicazioni comportamentali omogenee al fine di
arrivare al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
A quella dell'avvocato Squicciarini seguiranno due importantissime
relazioni.
La prima è quella del Prof. Antonio Vallebona che non ha bisogno di
mie presentazioni particolari: il Prof. Vallebona è docente presso
l'Università degli studi di Tor Vergata a Roma ed è, soprattutto, uno
dei massimi di giuslavoristi italiani che abbiamo potuto apprezzare
non solo leggendo i suoi numerosissimi interventi su materie a noi
vicine ma soprattutto attraverso la preziosa collaborazione che da
qualche anno ha instaurato con la nostra Commissione nazionale.
La relazione del Prof. Vallebona si soffermerà particolarmente sulle
problematiche riguardanti il diritto/dovere della Cassa Edile di
riscuotere tutte le somme spettanti ai lavoratori iscritti e inerenti
l’orientamento della magistratura a non riconoscere la possibilità per
le imprese di corrispondere, o di pretendere di convincerci di aver
corrisposto, gli accantonamenti per gratifica natalizia e ferie
direttamente ai propri dipendenti.
Si tratta, come sapete, di una questione “antica” ma
fondamentalmente per le Casse, non solo per il principio della
inscindibilità contributiva ma soprattutto perché, se così non fosse,
verrebbe meno il loro ruolo come soggetto terzo che assicura
l’effettiva corresponsione al lavoratore di una quota rilevante della
propria retribuzione.
In merito a tale problematica troverete, in cartella, il parere pro
veritate fornitoci dal Prof. Vallebona che rappresenta le motivazioni
fondamentali con cui la stessa Cassa Edile di Lecce, di concerto con la
Cnce, ha presentato nelle scorse settimane un ricorso alla Corte di
Cassazione in opposizione ad una sentenza del Tribunale di Lecce che
ha inopinatamente accettato come legittimo il pagamento diretto, da
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parte dell’impresa, degli accantonamenti.
La seconda relazione sarà quella del professor Pasquale Sandulli
conosciutissimo da tutti voi e quindi anche lui non ha bisogno di
alcuna presentazione ma sicuramente come per il Prof. Vallebona, di
un sentito ringraziamento da parte mia.
Il Prof. Sandulli si soffermerà
sulle questioni relative alla
prescrizione dei crediti vantati dalle Casse Edili soprattutto nei termini
di un obbligo per le Casse stesse ad un'azione di recupero dei crediti
che eviti e interrompa obbligatoriamente i termini di prescrizione
adempiendo, in questo modo, al mandato conferito alla Cassa dal
lavoratore per un'effettiva applicazione di quanto stabilito dai contratti
nazionali di lavoro del settore.
Abbiamo chiesto inoltre al Professor Sandulli di esprimere la sua
opinione in merito anche al dovere per la Cassa Edile di svolgere ogni
tipo di azione necessaria per garantire un'effettiva corresponsione ai
lavoratori delle somme ad essi dovute.
A questo proposito, anche a fronte di recenti quesiti pervenuti da
alcune Casse Edili, solo qualche breve considerazione:
1.
Occorre un’azione quotidiana delle Casse Edili per orientare i
lavoratori all’utilizzo di due forme di pagamento che evitano
qualsiasi possibilità di mancata erogazione da parte dell’ente,
cioè quelle relative ai bonifici su conti correnti o carte di
pagamento intestati ai lavoratori.
2.
Fino a quando questo obiettivo non verrà realizzato
completamente (e sappiamo le difficoltà presenti soprattutto
nel rapporto con gli operai stranieri) la Cassa ha l’obbligo di
corrispondere le somme dovute al lavoratore in qualsiasi
momento questo sia rintracciabile o le richieda, cioè senza
alcun vincolo temporale.
3.
Soltanto ai fini contabili e allo scopo di evitare il formarsi, nel
corso degli anni, di un eccesso di risorse non disponibili, nel
fondo “importi non riscossi” saranno registrati i debiti verso
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operai degli ultimi cinque anni mentre le eventuali somme
residue dovranno confluire nel fondo di gestione della Cassa
ed essere utilizzate preferibilmente per le prestazioni a favore
dei lavoratori. E comunque non potranno mai servire per altre
finalità se non quelle relative ai servizi verso i nostri iscritti.
Successivamente alle relazioni del Professor Vallebona e del
Professor Sandulli avremo gli interventi dell'avvocato Bianca Maria
Baron, funzionario ANCE e collaboratrice di fatto della nostra
Commissione, che si soffermerà sulle normative inerenti la
responsabilità solidale e l'avvocato Serena Gargano, collaboratrice
della Cassa Edile di Bergamo, che ci illustrerà alcune modalità
utilizzabili, da parte dei nostri enti paritetici, per rendere
maggiormente efficace la loro azione di recupero.
Da ultimo avremo l'intervento del Direttore della Cassa Edile di
Lecce, l'Architetto Daniele Verdesca, che ci informerà in merito al
sistema informatico di gestione delle attività legali delle Casse Edili, il
cosìddetto SUAL, e si soffermerà, in particolare, sulla possibilità di
collegare questo sistema informatico al sistema gestionale della Cassa
Edile, rendendolo quindi molto più funzionale alle attività della Cassa
stessa.
Quindi, come vedete, un programma molto denso ma concentrato in
una sola mezza giornata perché nella mattina di domani, come
preannunciato da una nostra circolare, non possiamo non affrontare le
normative e le innovazioni in merito alla gestione del DURC.
Senza operare alcuna riflessione di carattere politico, voglio solo
ricordare come le preoccupazioni di tutto il sistema delle Casse in
merito alle recenti innovazioni sulla materia del DURC sono prima di
tutto legate ad una riflessione molto banale: il DURC per le Casse è
stato uno strumento molto importante in questi anni per il recupero e
l'allargamento della base contributiva e quindi delle risorse disponibili
per la mutualità.
Meno DURC significa maggiori possibilità di evasione e, quindi,
meno contributi per le Casse. In altri termini possiamo dire, allorché
stiamo parlando di recupero crediti, che il DURC in questi anni è stato
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il nostro principale e più efficace strumento di recupero.
Domani mattina quindi affronteremo l'argomento con l'introduzione
del Vicepresidente Mauro Livi e con una relazione del direttore
Mauro Miracapillo che farà il punto sulle connessioni organizzative
per le Casse Edili rispetto a quanto disposto dal Decreto Legislativo n.
34 e più in particolare dal Decreto Attuativo del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali che sarà emanato tra qualche giorno.
Abbiamo richiesto poi ai rappresentanti delle parti sociali e cioè alla
Dottoressa Sassi dell’ANCE, al Dottor De Rose della CNA
Costruzioni e agli amici Turri e Correale per le organizzazioni
sindacali, di esporci le loro riflessioni in merito a quanto potrà o dovrà
essere deciso dal Comitato della bilateralità al fine di una rivisitazione
delle regole per la gestione del DURC da parte delle Casse Edili.
Oltre a lasciare un doveroso spazio al dibattito e quindi anche alle
richieste di chiarimenti che sicuramente giungeranno da parte vostra,
abbiamo previsto nella fase conclusiva della giornata di domani anche
l'intervento del Dottor Paolo Pennesi, Segretario Generale del
Ministero del Lavoro, che ringrazio sentitamente per la presenza ai
nostri lavori, che ci anticiperà le indicazioni che verranno fornite dal
Ministero del Lavoro con il citato Decreto attuativo e la prospettiva
che il Ministero prefigura per l’azione di contrasto all’evasione
contributiva nei prossimi anni.
Il mio compito di introdurre i lavori di questa riunione è
sostanzialmente finito, poichè legato all'illustrazione del programma e
alla presentazione degli ospiti e dei relatori, ma permettetemi di
svolgere anche qualche considerazione più generale in merito alle
questioni di grande rilievo che soggiacciono poi al lavoro quotidiano
dei nostri enti.
Mi riferisco, e non potrei fare altrimenti, innanzitutto ai problemi
relativi allo stato di salute del settore delle costruzioni che, come
sappiamo tutti bene, è arrivato al sesto anno consecutivo di crisi
produttiva ed occupazionale.
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I dati che vengono registrati nel nostro osservatorio delle Casse Edili
(che troverete dettagliati in cartella) confermano che anche nel
semestre ottobre 2013 – marzo 2014 abbiamo avuto un ulteriore
decremento dell'attività produttiva con una diminuzione del 10% delle
ore lavorate rispetto al semestre dell'anno precedente, quindi con una
ulteriore conferma che la crisi dell'edilizia non si è arrestata e sta
ancora mordendo.
La lettura di questi dati per aree geografiche ci dice che mentre al
Nord Est la diminuzione è un pochino più contenuta, nel Mezzogiorno
e nelle Isole registriamo una diminuzione dell’attività del 50%
superiore alla media nazionale. Ma il dato più preoccupante è quello
relativo al confronto con il 2008: le ore lavorate cioè l'attività
produttiva edile è diminuita dal 2008 al 2014 del 55%, il numero delle
imprese è diminuito del 39%, il numero dei lavoratori occupati è sceso
del 45%.
Se traduciamo tutto questo in cose concrete - e forse più comprensibili
- ciò significa che nel giro di poco più di cinque anni molte realtà del
nostro paese hanno visto diminuire della metà la propria attività nelle
costruzioni ma anche che in molte altre realtà questa attività si è
ridotta ad essere poco più di un terzo rispetto quella del 2008.
Ciò significa, in altri termini, che delle 170.000 imprese iscritte alle
Casse Edili nel 2008, circa 66.000 non esistono più e che degli oltre
850.000 operai presenti nei nostri enti paritetici, oltre 380.000 hanno
perduto il loro posto di lavoro.
Di fronte a questi dati drammatici che non hanno sicuramente bisogno
di alcuna ulteriore sottolineatura da parte mia, non ci resta che
auspicare che i pochi segnali che vengono dai vari osservatori, di
timide riprese di attività in alcuni settori, abbiano delle fondamenta e
si traducano soprattutto in apertura di nuovi cantieri e in nuovi posti di
lavoro.
Al di là dei dati statistici mi fa piacere evidenziare quello che ho letto
pochi giorni fa sui giornali in merito al bilancio di un grande gruppo
bancario che, chiudendo positivamente i propri conti, ha sottolineato
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una ripresa delle richieste di mutui sia per sostenere l'attività
produttiva sia per la gestione di interventi immobiliari.
Siamo consapevoli che la ripresa nel settore costruzioni è fortemente
dipendente dal cambiamento di clima generale per l'economia del
nostro Paese.
E, purtroppo, sappiamo anche che se tale cambiamento si verificasse
ci sarebbe sì un effetto positivo ma ritardato per l'economia delle
costruzioni e che tutto ciò comporterebbe uno slittamento dei tempi
necessari per vedere una ripresa effettiva del settore edile.
Noi non possiamo che dare il nostro contributo almeno evitando di
concorrere all'appesantimento della situazione economica della
categoria a causa di un eventuale aggravio contributivo causato
dall'inefficienza del sistema degli enti paritetici.
Un anno e mezzo fa ci siamo soffermati ad analizzare la questione
centrale relativa al costo dei nostri enti, alla necessità di operare per
un contenimento di tale costo attraverso quelle parole d'ordine che
abbiamo definito “necessità di sinergie” e di “aggregazione”.
Il confronto in atto tra le parti sociali nazionali in occasione dei
rinnovi dei contratti nazionali di lavoro, conclusi o meno, ha
esplicitato la volontà delle associazioni di procedere speditamente
nell'analisi della situazione reale dei nostri enti e nella ricerca delle
migliori soluzioni in tempi brevi.
Credo che dagli accordi contrattuali scaturiranno molteplici
indicazioni su come realizzare gli obiettivi di efficientamento del
sistema e si apriranno quindi le strade per arrivare al raggiungimento
dell'obiettivo prefissato.
Ciò significa che noi dovremmo aiutare le parti sociali, regione per
regione, ad analizzare dettagliatamente la situazione economica dei
nostri enti paritetici e le prospettive future di equilibrio o di criticità
gestionale degli stessi.
I bilanci delle Casse Edili ci dicono che i punti di difficoltà sono
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legati, non essendoci riflessi possibili sugli accantonamenti, alla
gestione dell'APE e alla gestione delle Casse.
Come sapete in merito alla gestione dell'APE si sta ipotizzando la
costituzione di un Fondo nazionale che permetta la messa in sicurezza
di questa fondamentale prestazione fornita dalle Casse Edili.
Un' APE “messa in sicurezza” significa che il suo costo non viene più
legato alle dinamiche del mercato del lavoro locale nè alle situazioni
di crisi e difficoltà come quelle attuali: attraverso il Fondo nazionale
si eviterà la situazione odierna di territori con un costo percentuale
dell'APE del 2/3% e di territori con una contribuzione tre volte
superiore e, magari, neanche sufficiente al pagamento della
prestazione: “messa in sicurezza” significa realizzare un costo
sostenibile.
Ma un' APE “messa in sicurezza” significa anche che attraverso la
costituzione del Fondo nazionale le parti sociali hanno garantito la
possibilità di continuare ad erogare una prestazione che, per quanto
fortemente onerosa, rappresenta il maggior valore aggiunto e il
maggior incentivo per una continuità di iscrizione del lavoratore alla
Cassa Edile.
Sulla gestione delle Casse Edili, d'altro canto, è necessaria un'analisi
ancora più approfondita perché le difficoltà sono determinate da cause
spesso completamente diverse nei vari territori.
Sappiamo che in alcune Casse si sono varate importanti innovazioni
nella gestione della mutualizzazione dell'integrazione del trattamento
economico per malattia e infortunio, evitando una lievitazione dei
costi dovuta ad usi impropri di quanto previsto dalla normativa
contrattuale e che in altre Casse le innovazioni hanno riguardato la
necessità di una profonda ristrutturazione delle prestazioni extra
contrattuali fornite dalle Casse Edili.
Ma il nodo centrale che possiamo/dobbiamo affrontare è quello
relativo all'assetto del sistema degli enti paritetici, compresi i CPT e le
Scuole Edili.
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Sarà compito delle parti sociali territoriali aprire in tempi brevi un
confronto che realizzi un profondo riassetto del sistema attraverso le
azioni e le soluzioni ritenute più efficaci in ogni realtà territoriale. Ma
le parti sociali potranno tanto più efficacemente e rapidamente
assumere tali decisioni se gli amministratori ed i Direttori delle Casse
Edili forniranno loro tutta la necessaria collaborazione e
l’indispensabile supporto tecnico.
Non ci nascondiamo cioè che, dietro alle naturali difficoltà derivanti
dalla ricerca di un migliore assetto contrattuale e di un’adeguata
rappresentanza associativa, si possono nascondere anche resistenze
dovute alla volontà di conservare rendite di potere, piccolo o grande
che sia, legate alla gestione economica degli enti o resistenze al
cambiamento causate dall'incertezza che esso determina in relazione
all'esperienza lavorativa determinatasi all'interno di ciascun ente.
Si dice che per essere autorevoli e non autoritari occorra dare
l'esempio: condivido quindi profondamente l'orientamento delle
Associazioni nazionali di unificare gli enti paritetici nazionali Cnce,
Formedil e CNCPT in un unico ente sistema bilaterale delle
costruzioni SBC o come altro si vorrà chiamare.
Un unico ente nazionale significa, anche per noi, evitare duplicazioni
di funzioni (ad esempio gli uffici amministrativi, organizzativi, ecc.) e
utilizzare le risorse liberate per aumentare i servizi forniti agli enti
territoriali e più in generale alle imprese e ai lavoratori iscritti.
Basti pensare, infatti, a quello che si prevede dovranno fare gli enti
nazionali, in futuro, per la gestione dell' APE o del Durc per
confermare l’urgente necessità di predisporre l'ente a fornire servizi
adeguati a tali nuovi compiti.
Solo così, pur in presenza di una rilevantissima riduzione di risorse
anche per gli enti nazionali, (dal 2008 al 2013 le entrate degli enti
nazionali sono diminuite di oltre 2 milioni di euro), è almeno
ipotizzabile di poter realizzare, nel prossimo futuro, quei servizi
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innovativi (penso a un osservatorio sul settore, ad un portale unico per
l'accesso a tutti i servizi dei nostri enti e alla creazione di un effettivo
sistema di rete), che potranno ulteriormente qualificare il sistema della
bilateralità edile .
Ma su questi temi credo che dovremo convocare a breve un’apposita
riunione nazionale.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buon lavoro e una piacevole
serata.
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