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LE PAROLE DEI DIRITTI LE PAROLE DELL` IMMIGRAZIONE
LE PAROLE DEI DIRITTI Tre le parole chiave della Costituzione Italiana: UOMO, CITTADINO e LAVORATORE . È quanto ha voluto sottolineare l’avv. Giovanni Malinconico, presidente dell’Ordine degli Avvocati di latina, nell’incontro avuto con gli studenti del nostro Liceo. Dopo aver presentato i principi ispiratori della Costituzione Italiana, e di come essa si ponga nei confronti dei cittadini stessi e in particolare degli immigrati, ha invitato i ragazzi a riflettere su alcuni temi fondamentali e molto attuali: dignità umana, facendo riferimento all’articolo 29 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, lavoro e integrazione degli stranieri nello Stato italiano. LE PAROLE DELL’ IMMIGRAZIONE RICHIEDENTE ASILO E’colui che è fuori dal proprio paese e presenta in un altro stato domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato. Fino al momento della decisione finale delle autorità competenti, egli ha diritto di soggiorno regolare nel paese di destinazione e non è quindi assimilabile al migrante irregolare. RIFUGIATO È colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato. Nell’articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951 viene definito come: “una persona che, temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o d’opinioni politiche, si trova fuori dal paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese”. BENEFICIARIO DI PROTEZIONE UMANITARIA È una persona che, pur non rientrando nella definizione di ‘rifugiato’ ai sensi della Convenzione di Ginevra, necessita comunque di una forma di protezione in quanto, in caso di rimpatrio, sarebbe in serio pericolo a causa di conflitti armati, violenze e violazioni dei diritti umani. È proprio per il ruolo fondamentale che le parole rivestono, che il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana hanno firmato la Carta di Roma, un documento deontologico con il quale si impegnano a rispettare la persona, la sua dignità e a non fare discriminazioni per razza, religione, sesso, condizioni fisiche e mentali e opinioni politiche attraverso i media e gli altri mezzi di comunicazione. Con tale documento l’Ordine dei giornalisti fa propria la responsabilità di: 1. adottare termini giuridicamente appropriati, al fine di restituire all’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri; 2. evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti; 3. tutelare quanti di loro scelgano di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze che non consentano l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tutelando così chi, provenendo da contesti socioculturali nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è limitato e circoscritto, può non conoscere le dinamiche mediatiche; 4. interpellare, quando ciò sia possibile, esperti ed organizzazioni specializzate in materia, per poter fornire al pubblico l’informazione in un contesto chiaro e completo, che guardi anche alle cause dei fenomeni. VITTIMA DELLA TRATTA È una persona che, a differenza dei migranti irregolari che si affidano di propria volontà ai trafficanti, non ha mai acconsentito ad essere condotta in un altro paese o, se lo ha fatto, il suo consenso è stato reso nullo dall’inganno e/o i maltrattamenti subiti. MIGRANTE/IMMIGRATO È colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio paese d’origine, per cercare un lavoro e migliori condizioni di vita. MIGRANTE IRREGOLARE Comunemente definito come ‘clandestino’, è colui che: - ha fatto ingresso eludendo i controlli di frontiera - è entrato regolarmente nel paese di destinazione, ma vi è rimasto dopo la scadenza del visto - non ha lasciato il territorio del paese di destinazione a seguito di un provvedimento di allontanamento.