Demolizione controllata di un serbatoio piezometrico con strumenti
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Demolizione controllata di un serbatoio piezometrico con strumenti
Demolizione controllata di un serbatoio piezometrico con strumenti e tecniche non convenzionali Rapidità e sicurezza per un intervento nell’ex mattatoio di via Po a Cagliari Il serbatoio piezometrico dell’ex mattatoio comunale di via Po, ormai in disuso,versava in precarie condizioni di sicurezza statica per cui il Comune di Cagliari, attingendo tra le professionalità operantiall’interno del proprio organico, ha incaricato i sottoscritti tecnici del Servizio Edilizia pubblica 1 della progettazione e della direzione dei lavori dell’intervento di demolizione di tale struttura.Il serbatoio, utilizzato come riserva idrica, era alto circa 20 m ed era stato realizzato in cemento armato intorno agli anni ‘70. Di forma cilindrica, diametro di 4,00 m, altezza 5,00 m e capacità di circa 60 mc per un peso proprio a vuoto di circa 42 tonnellate, era retto da un pilastro in cemento armato a sezione piena di 12,50 m, di forma esagonale con lato di 50 cm e peso proprio di circa 18 tonnellate.La torre piezometrica, adiacente a diversi fabbricati, distava solo 2,50 m da un edificio utilizzato dal personale dell’Amministrazione comunale e ricadeva inoltre in un ambito fortemente antropizzato, in zona di frequente transito, sia veicolare che pedonale, di operatori interni ed esterni all’Ente stesso. Il primo passo è stato quello di valutare la scelta tecnica da adottare per la rimozione del serbatoio, tenendo in considerazione il particolare contesto su cui intervenire, al fine di operare in completa sicurezza. Un sistema tradizionale di demolizione avrebbe comportato l’utilizzo di ponteggi metallici intorno alla struttura, con operatori impiegati in quota per l’espletamento delle attività di demolizione, caratterizzate da notevoli vibrazioni, eccessiva rumorosità e grande emissione di polveri. Le suddette lavorazioni avrebbero portato ad una modificazione del comportamento statico della struttura, oltre al rischio di caduta dall’alto di macerie nell’area circostante, e avrebbero richiesto tempi rilevanti. Importanti ripercus- GLI AUTORI. L’ingegnere Francesca Falconi ([email protected]) ed il geometra Francesco Andrea Tidu ([email protected]), dipendenti del Comune di Cagliari, hanno maturato una esperienza pluriennale nella progettazione, direzione lavori e coordinamento sicurezza nell’ambito dei lavori pubblici. A sinistra, il serbatoio piezometrico nell’area dell’ex mattatoio di via Po a Cagliari. In basso, la stessa area tre giorni dopo l’avvvio dell’intervento di demolizione deciso dal Comune. sioni ci sarebbero state dunque in ordine alla sicurezza degli operai impiegati nelle lavorazioni di demolizione, dei numerosi utenti dell’area in questione e dei fabbricati adiacenti al serbatoio stesso, con l’inevitabile conseguenza che sarebbe stato necessario e opportuno provvedere anche all’interruzione delle attività lavorative all’interno dell’area comunale. Pertanto, considerato che l’esigenza dell’Ente proprietario era quella di eseguire un intervento sicuro in tempi brevi, vista la situazione generale pagina 35 INFORMAZIONE 120 Tecnologia. INFORMAZIONE 120 Tecnologia dell’area di intervento si è optato per la tecnica della demolizione controllata. Un sistema che, adeguatamente studiato, consente interventi precisi, non invasivi, silenziosi e non inquinanti e quindi più rispettosi dell’ambiente, in assenza di polveri e vibrazioni, con maggiore sicurezza operativa, minore disagio e minimo impatto sulle attività del cliente, oltre che rapidità di esecuzione delle attività di demolizione. La tecnica della demolizione controllata, nata nel nord Europa negli anni ‘80, è utilizzata in Italia da circa quindici anni, ma in Sardegna risulta ancora poco diffusa in quanto si preferisce utilizzare i sistemi tradizionali, considerati - a volte erroneamente - più sicuri. Il progetto di tale intervento, attuato nel marzo 2012, ha previsto lo smontaggio e decostruzione della torre piezometrica in due parti, separando il serbatoio cilindrico intero da circa 42 tonnellate ed il pilastro di circa 18 tonnellate, che sono stati calati a terra con autogrù semoventi e successivamente demoliti. Per la realizzazione di tali lavori sono state utilizzate seghe circolari con disco diamantato montate su binario tassellato al pilastro e comandate a distanza di sicurezza da operatori specializzati; carotatrici elettro-idrauliche per fori di diametro da 152 mm; piattaforma aerea; autogrù da 200 tonnellate; martelli demolitori montati su terna per la frantumazione delle strutture. L’esecuzione dell’intervento, preceduto da verifiche statiche sulle strutture e sui materiali, può essere sintetizzata nelle seguenti fasi lavorative: 1) attrezzatura e preparazione dell’area di cantiere; 2) operazioni di carotaggio nelle solette del serbatoio (foto 3); 3) imbracatura del serbatoio, mediante funi di acciaio armonico (foto 4); 4) taglio in testa del pilastro a sostegno del serbatoio, mediante sega con disco diamantato, eseguito con disco da 900 mm per il pretaglio e successivamente con altro disco da 1200 mm (foto 5); 5) sollevamento e calo a terra del serbatoio mediante autogrù da 200 tonnellate (foto 6 e 7). Le medesime operazioni sono state ripetute per il pilastro di sostegno del serbatoio che è stato imbracato, poi se- foto 3 foto 4 foto 5 pagina 36 foto 8 zionato alla base sempre mediante sega a disco diamantato e infine sollevato e calato a terra dall’autogrù (foto 8). Serbatoio e pilastro, ormai a terra, sono stati frantumati meccanicamente in tempi brevissimi mediante martello demolitore montato su terna (foto 9). Le macerie sono state portate in discariche autorizzate, nel rispetto della normativa vigente, riducendo al minimo i rischi legati alla demolizione di una struttura fortemente degradata, quale era quella del serbatoio piezometrico comunale, INFORMAZIONE 120 foto 6 foto 7 foto 9 che difficilmente avrebbe potuto sopportare le sollecitazioni indotte da una demolizione in quota effettuata manualmente da operatori. Le operazioni che hanno portato al calo a terra del serbatoio e del pilastro, svolte in sicurezza e con il minimo impatto sulle attività dell’Amministrazione comunale nonchè sulle attività dei residenti nel quartiere, sono state portate a compimento in soli 3 giorni lavorativi. In particolare il taglio completo del pilastro in testa ed il successivo sollevamento e calo a terra del serbatoio da 42 tonnellate ha richiesto circa 2 ore lavorative, così come il taglio e calo a terra del pilastro. La frantumazione delle strutture a terra e lo smaltimento delle macerie è avvenuto nei successivi due giorni. pagina 37 L’esperienza qui descritta, primo caso in Sardegna, dimostra come la tecnologia sia una strada obbligata per eseguire lavorazioni in particolari contesti. Smontando un pezzo alla volta gli elementi di una struttura, mediante taglio con disco diamantato, infatti non si generano polveri, vibrazioni, rumori molesti e con un adeguato supporto logistico fornito da idonei mezzi di movimentazioni si raggiungono produzioni assolutamente inaspettate per i non addetti ai lavori. Ed è evidente che i committenti apprezzano sempre più la velocità esecutiva, la scarsa invasività, l’economicità e la qualità del lavoro finito. Francesca Falconi Francesco Andrea Tidu