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ArticoloScientifico_I benefici delle lenti a contatto nei
professional
CONTATTOLOGIA l’applicazione delle lenti a contatto nell’infanzia e nella giovane età
I benefici delle lenti
a contatto nei bambini
È stato dimostrato che l’uso delle lenti a contatto esercita nei giovani effetti positivi in grado di cambiare
significativamente la vita. Jonathon Bench spiega perché l’applicazione delle lenti a contatto nell’infanzia e
nella giovane età è una soluzione gratificante non solo per il portatore ma anche per lo studio professionale.
Quante volte avete letto su pubblicazioni ed articoli sottoposti a revisione paritaria o appreso dall’industria delle
lenti a contatto che dovreste applicare le lenti a contatto
a un maggior numero di portatori e prospettare l’idea ai
più giovani? Ma perché dovreste effettivamente pensare di
doverlo fare? Questo articolo spiega perché questa è una
buona raccomandazione e dimostra che l’intera esperienza
dell’applicazione delle lenti a contatto nei bambini e negli
adolescenti premia su due diversi fronti. In primo luogo,
sapendo di aver apportato un contributo decisivo alla realizzazione del pieno potenziale di un giovane, condividendo
quindi la gioia di veder crescere la sua fiducia davanti ai vostri
occhi. Secondariamente, assicurando successo e redditività
al vostro studio professionale che di conseguenza costruirà
una solida base per la sua crescita futura.
QUANDO E DA DOVE COMINCIARE?
I 3,6 milioni di portatori di lenti a contatto del Regno Unito
costituiscono il 7,2% della popolazione adulta.1 Si può
affermare con sicurezza che gli optometristi vedono un
numero di portatori di lenti a contatto assai inferiore a
quello dei pazienti che si rivolgono a loro per sottoporsi
ad un esame della vista e per farsi prescrivere gli occhiali.
La percentuale di bambini e adolescenti all’interno di questo gruppo di portatori di lenti a contatto non è nota dal
momento che, di solito, i dati delle indagini non prendono
in considerazione i giovani di età inferiore ai 16 anni. Si
può tuttavia supporre che, pur considerando bambini e
adolescenti parte integrante della propria pratica quotidiana,
l’ampia maggioranza dei professionisti vedrà soltanto una
piccola percentuale di questo gruppo come portatori di lenti
a contatto. Nonostante il professionista medio veda pochi
giovani portatori di lenti a contatto, quando è comunque
giusto cominciare ad applicare le lenti a contatto ai bambini?
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| PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2012
Da un’indagine condotta nel 2007 fra 1376 professionisti
è emerso che circa 1/5 di loro le applicherebbe ai bambini
sotto gli 11 anni, con 3/4 che comincerebbero a proporle
fra gli 11 e i 16 anni.2 Un’indagine simile svolta fra i professionisti nel 2008 ha trovato che la maggior parte di loro si
sentiva più a suo agio a prendere in considerazione l’uso delle
lenti a contatto per i propri pazienti più giovani a partire,
almeno, dai 13 anni.3 Una recente indagine rivolta agli optometristi statunitensi ha messo in evidenza un cambiamento
di atteggiamento di questi professionisti, con un 21% che
riferiva di avere più probabilità di eseguire l’applicazione
delle lenti a contatto nel gruppo più giovane composto
da bambini di 10-12 anni rispetto ad un anno fa.4 Quasi
un 1/3 attribuiva questo cambiamento di atteggiamento
all’applicazione delle lenti a contatto monouso giornaliere
ed 1/4 citava “il miglioramento dei materiali impiegati per
la fabbricazione delle lenti a contatto”.
Contrariamente all’atteggiamento dei professionisti emerso
da queste indagini, le raccomandazioni fatte dai ricercatori in
questo ambito suggeriscono che le lenti a contatto possono
e dovrebbero essere applicate di routine nei bambini già a
partire dagli 8 anni – età dunque ancora più precoce rispetto
professional
a quella attualmente considerata. Lo studio CLIP (Contact
Lenses in Pediatrics - Lenti a contatto in età pediatrica) ha
esaminato le differenze che emergono fra l’applicazione
delle lenti nei bambini (8-12 anni) e l’applicazione delle
lenti negli adolescenti (13-17 anni).5,6
Si trattava di uno studio del porto giornaliero bilaterale,
della durata di tre mesi, svolto presso tre sedi negli Stati
Uniti, che valutava alcuni aspetti dell’adattamento delle
lenti a contatto. L’unica differenza individuata fra i due
gruppi riguardava il tempo necessario per insegnare ad
inserire e rimuovere le lenti che nel gruppo più giovane
ha richiesto circa 15 minuti in più. Non sono state rilevate
differenze circa la percentuale di successo o il tempo richiesto per eseguire l’applicazione in studio e né i bambini
né gli adolescenti hanno riscontrato problemi con l’uso
delle lenti a contatto durante l’intera durata dello studio.
Il gruppo di ragazzi più giovani è analogamente riuscito a
gestire bene l’uso delle lenti ed ha anche ottenuto benefici
sulla propria vita qualitativamente uguali al gruppo degli
adolescenti, evidenziando così il fatto che i professionisti
dovrebbero offrire di routine l’opzione delle lenti a contatto
per i bambini già dagli 8 anni.
I nostri primi anni di vita sono davvero importantissimi.
Si può forse apprezzare maggiormente questa affermazione
guardando crescere i nostri bambini. Per noi genitori è
un’enorme responsabilità garantire che i nostri bambini
abbiano a disposizione tutte le opportunità possibili di
vivere una vita piena e felice.
Poiché sappiamo, quando si tratta di correzione della visione,
che la prescrizione degli occhiali può essere di fondamentale
importanza sia per lo sviluppo del sistema visivo sia per
la capacità del bambino di assolvere alla propria funzione
nel mondo. Tuttavia, per alcuni bambini, il fatto di dover
portare gli occhiali può anche inibire lo svolgimento di una
particolare attività. In questi casi, i genitori e gli stessi bambini otterranno un beneficio dalla visita di un professionista
favorevole ad esplorare l’opzione delle lenti a contatto.
Lo studio ACHIEVE (Adolescent and Child Health Initiative
to Encourage Vision Empowerment - Salute dell’adolescente
e del bambino iniziativa per favorire il potenziamento visivo)
ha esaminato l’auto-percezione e i benefici per la qualità
della vita correlati alla visione derivanti dall’uso delle lenti a
contatto nei bambini.7 Si trattava di uno studio randomizzato,
in singolo mascherato, svolto con bambini che portavano
occhiali o lenti a contatto morbide per tre anni. I partecipanti
allo studio sono stati valutati alla visita iniziale, dopo 1 mese
e successivamente ogni 6 mesi. Il risultato conseguito dallo
studio attesta che l’uso delle lenti a contatto non influiva
sull’autopercezione globale dei bambini in base al profilo
dell’auto-percezione utilizzato nello studio.
Tuttavia le auto-percezioni di aspetto fisico, abilità atletica
e accettazione sociale hanno tutte registrato un migliora-
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IL SIGNIFICATO DEI RISULTATI DELLO STUDIO ACHIEVE
Durante il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, i giovani,
maturando, cominciano a formare un senso stabile di autostima
basato sulle loro percezioni di competenza in una varietà di
domini (abilità atletica, aspetto fisico, competenza sociale, ecc.).
Queste auto-percezioni incidono senza dubbio su tutti i domini
del funzionamento psicologico sostanzialmente per tutta la vita.
Una ricerca suggerisce che le auto-percezioni sono correlate a
risultati scolastici, successo nei rapporti interpersonali, condotta
comportamentale e persino ai sintomi di un disturbo psichiatrico.
Di conseguenza, gli psicologici clinici pediatrici sono altamente
motivati a capire quali sono i fattori in grado di influenzare lo
sviluppo delle auto-percezioni. Nell’ambito di alcuni studi clinici
sono stati sviluppati ed esaminati complessi interventi volti a
migliorare le auto-percezioni fra i giovani potenzialmente a rischio di
basso senso di autostima. Sfortunatamente, anche gli interventi più
costosi hanno soltanto un effetto modesto sul cambiamento delle
auto-percezioni. Alcuni interventi potrebbero non essere in grado
di contrastare le lunghe esperienze pervasive dei giovani nel loro
ambiente che li hanno portati ad avere auto-percezioni stabili.
Il gruppo di studio ACHIEVE ha ipotizzato che l’uso degli occhiali
o delle lenti a contatto per la correzione della visione da parte dei
bambini può essere significativamente associato allo sviluppo delle
auto-percezioni durante il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Intuitivamente, tutto questo ha senso. La necessità di portare gli
occhiali può essere correlata alle opportunità dei bambini di fare
sport, partecipare all’attività scolastica e avere uno scambio di
esperienze tra pari. Portare gli occhiali pertanto può cambiare molti
aspetti delle esperienze dei bambini e tali cambiamenti potrebbero
incidere sulle auto-percezioni. Quasi 500 bambini di età compresa
fra gli 8 e i 12 anni, in cinque sedi negli Stati Uniti, sono stati reclutati
in uno studio clinico randomizzato. I bambini hanno riferito il loro
grado di soddisfazione verso gli occhiali che indossavano e metà
di loro sono stati randomizzati ad una condizione di porto delle lenti
a contatto. L’autostima dei bambini è stata misurata per i tre anni
successivi. Rispetto ad interventi di maggiore complessità, portare
le lenti a contatto è un modo assai semplice, relativamente poco
costoso e molto veloce per provare ad aiutare le percezioni che i
bambini hanno di sé. I risultati che lo studio ACHIEVE ha dato sono
molto promettenti! Hanno infatti suggerito che soprattutto fra i
giovani che all’inizio erano insoddisfatti dei propri occhiali, l’uso delle
lenti a contatto si associava in modo significativo ad auto-percezioni
sempre più adattive per quanto riguarda aspetto fisico, accettazione
sociale ed autostima globale. Considerato quanto sono stabili
le autopercezioni e quanto sono difficili da cambiare fra i giovani,
questi risultati hanno implicazioni particolarmente significative.
Un piccolo cambiamento nelle autopercezioni dei bambini può
portare significativi vantaggi a lungo
termine nel tipo di attività alle quali
ben presto prenderanno parte e nel
successo conseguito in un’ampia
gamma di domini.
Dott. Mitch Prinstein
psicologo pediatrico e coautore
dello studio ACHIEVE
professional
mento con l’uso delle lenti a contatto. Nel riquadro, il Dr.
Mitch Prinstein, psicologo pediatra e coautore di questo
studio, spiega il significato di questi risultati risultati, indicando in che modo si correlano ad altre aree della psicologia
del bambino sulla base della sua esperienza professionale.
A volte vengono espresse preoccupazioni sia da parte dei
genitori sia da parte dei professionisti riguardo alle conseguenze dell’applicazione delle lenti a contatto nei bambini.
Vi sono numerose prove che consentono di abbattere queste
barriere e combattere contro luoghi comuni8, come il fatto
che l’uso delle lenti nella giovane età non comporta un rischio
più elevato di eventi avversi e che i bambini possiedono
la maturità necessaria per portare e prendersi cura delle
lenti a contatto. I genitori costituiscono spesso una barriera
che causa la mancata applicazione delle lenti nei bambini
considerandole un’opzione non appropriata o non sicura,
principalmente a causa di preoccupazioni riguardanti la
salute e la compliance (il rispetto delle regole). Ed è qui
che il ruolo del professionista assume grande importanza
in quanto si fa mediatore fra il genitore e il bambino. Il
professionista può parlare di tutte le opzioni a disposizione
sia con il genitore sia con il bambino inclusi il materiale e la
modalità, il programma di porto, la routine di manutenzione
e i tempi di porto della lente. Può inoltre educare entrambi
sull’importanza di una protezione dell’occhio contro i raggi
UV per tutto il tempo dell’anno.9 Gli occhi dei bambini
sono più vulnerabili agli effetti della radiazione UV perché
le loro pupille sono più grandi, hanno il cristallino più
trasparente10 e sono spesso meno rispettosi (compliant)
delle misure di protezione degli occhi contro i raggi UV
quando sono all’aperto. La prescrizione di lenti a contatto
con alti livelli di protezione dai raggi UV di classe I o II
consente di offrire un’ulteriore utile protezione contro gli
effetti cumulativi di un’esposizione oculare ai raggi UV.
Un recente studio ha posto a confronto la salute oculare a
lungo termine di pazienti ai quali erano state applicate le lenti
a contatto (12 anni) e di pazienti che avevano cominciato a
usare le lenti da adolescenti (≥13 anni).11,12 I soggetti eleggibili
avevano portato lenti a contatto morbide per gli ultimi 10 anni.
Nella conclusione dello studio gli autori hanno individuato
che l’applicazione delle lenti a contatto nei bambini di 12
anni o più piccoli non ha implicazioni sull’acuità visiva né
determina una maggiore curvatura corneale o cambiamenti
a livello endoteliale. L’unica differenza significativa rilevata
è stata che il gruppo al quale erano state applicate le lenti a
contatto in più giovane età presentava un grado più alto di
miopia, risultato tuttavia che probabilmente rientrava nelle
attese dato che un’ametropia più elevata può sollecitare il
portatore e il professionista a prendere in considerazione l’uso
più precoce delle lenti a contatto. È stato anche riscontrato
che l’applicazione nei bambini non aumenta il rischio di
avere una compliance ed un comfort scadenti o l’insorgenza
di eventi avversi dopo 10 anni di uso delle lenti a contatto.
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È una scelta economicamente giustificata
Eseguire l’applicazione delle lenti a contatto in un maggior
numero di portatori può definirsi una scelta giustificata per
lo studio anche sul piano economico. Questi diventano
infatti portatori sia di occhiali sia di lenti a contatto, visitano
lo studio più frequentemente ed è stato dimostrato che la loro
spesa annua è più alta rispetto a quella di coloro che portano
solo gli occhiali.13 Alcuni dati suggeriscono che nell’attuale
clima economico, mentre i pazienti prolungano il ciclo di
riacquisto degli occhiali, la maggior parte dei portatori di
lenti a contatto non ridurrebbe il proprio programma di
porto o spenderebbe meno per le lenti a contatto.
Ciò è indicativo del fatto che le lenti a contatto non vengono
viste come un articolo di lusso ma più come un acquisto
essenziale.14 Questo dato è importante per capire nel contesto
dell’attuale clima economico cosa può offrire un flusso di
ricavi più stabile per lo studio. Oltre tutto, i portatori di lenti
a contatto sono fra i più fedeli e fervidi sostenitori del vostro
studio professionale. In effetti possono agire da operatori
di mercato locali, esprimendo spesso forti raccomandazioni
fra pari, ai propri familiari ed amici. Secondo l’esperienza
dell’autore questa forza della raccomandazione può assumere
maggiore potere fra i genitori dei bambini ai quali sono state
applicate le lenti a contatto rispetto che a qualsiasi altro gruppo
di pazienti. È facile vedere come l’applicazione delle lenti a
contatto possa essere una soluzione vincente per il vostro
studio. Con un’ampia scelta di materiali per lenti, fra i quali
i siliconi idrogel, modalità e frequenza di sostituzione, nuove
tecnologie volte a migliorare il comfort e varie geometrie per
ottimizzare la performance visiva per la maggior parte delle
esigenze di prescrizione, i portatori possono utilizzare le lenti
a contatto per anni senza che sia irragionevole. Si riportano
di seguito un paio di esempi di recenti casi di applicazione di
lenti a contatto in bambini. Il primo caso è di un portatore
che accusava discomfort visivo legato all’uso degli occhiali in
certe situazioni. La motivazione principale nel caso del secondo
bambino era la necessità di doverle indossare per l’attività
sportiva; in questo caso il risultato è stato un miglioramento
della sua performance di gioco.
Caso di studio 1
Prima visita
EM è una bambina di 10 anni con vizio refrattivo stabile da
2 anni (Tab. 1), talmente esasperata dall’uso degli occhiali,
al punto da riferire, insieme alla madre, che a scuola li
toglieva abitualmente.
EM è una bambina sveglia e spumeggiante con una reale
passione per la danza e il teatro. Tuttavia si sentiva diversa
dalle amiche a causa degli occhiali che era costretta a portare.
Per questo aveva chiesto alla madre di lasciarle provare le
lenti a contatto. La madre era meno convinta di questa scelta,
vista l’età della bambina e il difetto visivo elevato. Mamma
e figlia si sono recate ad un appuntamento nel corso del
quale EM ha spiegato che cosa voleva esattamente men-
professional
tre la madre, pur sostenendo queste sue richieste, nutriva
alcune preoccupazioni. Sono state prese in esame tutte le
opzioni ed esplorati tutti i pro e i contro. È importante
essere sempre chiari riguardo alle responsabilità che ci si
assume diventando portatori di lenti a contatto, partendo
da questi principi di base per evidenziare gli aspetti positivi
derivanti dall’uso delle lenti a contatto. Prima di procedere
con l’applicazione delle lenti a contatto, è stato appurato
che la bambina e la madre fossero contente di questa scelta.
Questa fase di contrattazione ed apertura è essenziale ai
fini del potenziale successo del portatore e del rapporto
fra professionista e genitore o chi ne fa le veci.
Sono stati effettuati un esame del segmento anteriore
dell’occhio ed una cheratometria. Il segmento anteriore
di entrambi gli occhi è risultato sano, con una traccia di
iperemia congiuntivale e bulbare (grado 0.5 secondo la scala
di Efron) e tracce di papille (grado 0.5 secondo la scala di
Efron). Anche la qualità delle lacrime risultava buona con un
tempo di rottura del film lacrimale in eccesso di 10 secondi.
La Tab. 1 riporta grado di refrazione, acuità visiva e valori
delle letture K. Sono state scelte ed applicate inizialmente
delle lenti di prova. In presenza di situazioni
che non consentono di fare tutto lo stesso giorno, ad esempio
ove fosse necessario ordinare un paio di lenti diagnostiche
o non vi fosse il tempo sufficiente per applicare le lenti a
contatto, è solida convinzione dell’autore che abbia notevole
merito offrire una qualsiasi esperienza con le lenti a contatto
alla prima visita. Al bambino e ai genitori può essere data
l’opportunità di manipolare lenti morbide e, se il tempo lo
permette, è possibile applicare lenti monouso giornaliere per
una breve prova di comfort. Il bambino potrà quindi superare tutte le preoccupazioni iniziali destate dalla sensazione
di avere una lente a contatto nell’occhio. Per conseguire
l’obiettivo iniziale di indossare le lenti a contatto per ballare
e farne un uso occasionale, sono state scelte le monouso
giornaliere, lenti che offrono l’opportunità di utilizzare
ogni volta un paio di lenti nuove e rispondono al meglio
alle preoccupazioni manifestate dalla madre riguardo alla
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compliance e alla capacità della bambina di prendersene
cura. Prima di valutare l’adattamento si è atteso il tempo
necessario alle lenti per assestarsi. EM ha reagito molto bene
all’applicazione delle lenti e si è dimostrata estremamente
rispettosa (compliant) delle indicazioni stabilite.
Le lenti a contatto hanno evidenziato buone caratteristiche
di adattamento con un buon recupero dopo l’ammiccamento
e il push-up (rapido movimento di riposizionamento in
seguito a spinta verso l’alto). Raggiante, mentre si guardava
attorno nella stanza, EM ha riferito di trovare le lenti a
contatto molto confortevoli in entrambi gli occhi. Dopo
aver effettuato una sovrarefrazione, l’acuità visiva è risultata
simile a quella ottenuta con gli occhiali e le lenti sono state
giudicate accettabili per la prova. Ad EM è stato insegnato
a manipolare le lenti a contatto e la bambina ha svolto il suo
compito in modo brillante, ascoltando e comportandosi in
base a ogni singola indicazione e consiglio che le venivano
dati. Dopo due tentativi per ciascun occhio, la bambina
era già in grado di applicare e rimuovere con sicurezza e
competenza le lenti a contatto. A questo punto la madre
commentava di essere rimasta piacevolmente sorpresa nel
vedere quanto EM fosse diventata matura ed era rassicurata
sul fatto che le lenti a contatto non avrebbero dato tutte le
preoccupazioni da lei inizialmente temute.
EM ha lasciato lo studio contattologico con alcune paia di
lenti monouso giornaliere da provare a manipolare e indossare
a casa propria. Pur avendo programmato di portarle a tempo
parziale, le è stato indicato di utilizzarle su base giornaliera
nel periodo di prova per massimizzare la sua esperienza
prima della visita di controllo (follow up). La portatrice e
la madre hanno firmato un modulo di consenso informato e
ricevuto informazioni scritte contenenti le indicazioni di base
per l’uso delle lenti a contatto e le azioni da intraprendere
nel caso in cui si fosse verificato un problema. L’utilizzo del
consenso informato in forma scritta garantisce che tutti i punti
salienti per l’uso sicuro delle lenti a contatto vengano presi in
considerazione in modo coerente con tutti i portatori. Con
le informazioni da portare a casa è importante fornire un
promemoria dei suggerimenti e delle azioni di supporto da
intraprendere quando saranno fuori dallo studio. In questo
modo è possibile ottimizzare il servizio fornito e, nel migliore
dei casi, il loro livello di compliance.
Seconda visita
A distanza di una settimana la bambina si è ripresentata
in studio per sottoporsi alla visita di controllo, riferendo
di essersi trovata molto bene nel manipolare le lenti a contatto e di essere entusiasta di mostrare la sua bravura nel
metterle e toglierle. Successivamente è stato effettuato un
esame del segmento anteriore dell’occhio, dal cui esito è
emerso che tutto era “in quiete”. Le lenti a contatto hanno
mantenuto un adattamento ottimale e in questa visita non
è stata registrata nessuna sovrarefrazione, con acuità visive
come rilevato nel corso della prima visita.
professional
È stata rilasciata una specifica che attestava la possibilità
della bambina di utilizzare le lenti monouso giornaliere come
desiderava ma sempre in accordo con la madre. Abbiamo
inoltre fissato un appuntamento inizialmente a distanza di
un mese, con l’intenzione tuttavia di aumentare (in assenza
di problemi) il tempo intercorrente fra un appuntamento
e l’altro a sei mesi. È stato fornito un promemoria contenente un elenco delle azioni da intraprendere nel caso in
cui si fossero nel frattempo verificati dei problemi. Si è
inoltre parlato delle future opzioni che EM avrebbe avuto
a disposizione in termini di materiale e modalità di porto
delle lenti a contatto. Madre e figlia sono state informate
sulla necessità di sottoporre regolarmente la bambina ad
una visita oculistica nella prospettiva di cambiare eventualmente le lenti in uso e passare ad un materiale in silicone
idrogel laddove il suo programma di porto fosse aumentato
in maniera significativa. Dopo alcuni mesi, EM era felice
di portare le lenti a contatto sino a 10 ore al giorno e per 3
Tabella 3
Utili consigli per l’applicazione delle lenti a contatto nei bambini
nella pratica di routine
• Trattate i bambini come vorreste essere trattati voi e ricordate di
utilizzare un linguaggio semplice ed appropriato
• Coinvolgete sempre il genitore/tutore in tutte le decisioni e
discussioni riguardanti le lenti a contatto - dovete trovarvi tutti dalla
stessa parte ed essere d’accordo su tutti i passi da intraprendere
• Il tempo dedicato sin dall’inizio ad una conversazione appropriata
sulle opzioni ed i pro e i contro vi consentirà di risparmiare tempo
e sforzo a lungo termine - non lanciatevi nell’applicazione prima di
sapere quale sarà il vostro piano
• Parlate delle opzioni a disposizione per mantenere gli occhi in
buona salute in rapporto all’utilizzo delle lenti a contatto: materiali in
silicone idrogel, ricambio frequente e filtro UV
• Tenere sempre a disposizione alcune lenti a contatto monouso
giornaliere per offrire ai vostri portatori e ai loro genitori l’opportunità
di provare com’è una lente a contatto - la maggior parte delle
persone presume che tutte le lenti a contatto siano rigide e che
pertanto possano fare male
• Godetevi l’esperienza - più siete felici e rilassati, più lo saranno le
persone in studio da voi. Siate professionali - anche se questo non
significa che l’esperienza non possa essere divertente!
• Siate chiari riguardo a ciò che vi aspettate dal piccolo portatore
e dai suoi genitori e riguardo a ciò che loro si aspettano da voi
- stipulare un contratto è importante e dovete rivedere questo
contratto ad ogni appuntamento per esser sicuri che funzioni ancora
• Che cosa fare se...! Tutti i pazienti devono ascoltare queste
indicazioni, ma accertatevi soprattutto che vengano ben comprese
dai portatori più giovani (dato che potrebbero aver bisogno di
intraprendere queste azioni quando sono a scuola, ecc).
Il triplice controllo da effettuare è il seguente:
I miei occhi hanno un bell’aspetto? I miei occhi stanno bene? Vedo
bene? Se la risposta a una di queste domande è “no” le lenti a
contatto dovranno essere tolte e in assenza di un miglioramento il
portatore dovrà contattare il professionista.
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| PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2012
giorni alla settimana, senza alcun problema di comfort e/o
visione. Il segmento anteriore dell’occhio è rimasto in quiete,
con refrazioni e valori delle letture K stabili. I genitori erano
complessivamente molto contenti dell’atteggiamento della
bambina che a scuola era diventata una piccola celebrità
con i suoi “occhi speciali”. Pur essendo già dapprima una
bambina felice e socievole, le lenti a contatto le avevano
permesso di sentirsi più fiduciosa anche verso la danza e il
teatro. Attualmente è contenta di portare le lenti a contatto
per le sue attività specifiche con la consapevolezza da parte
di tutti della disponibilità di altre opzioni qualora decidesse
in futuro di aumentare i tempi di porto.
Caso di studio 2
Prima visita
Spesso le lenti a contatto per bambini vengono prese in
considerazione soltanto nel caso di una prescrizione alta
o su sollecitazione del bambino del genitore. HD ne è un
esempio, un bambino con una prescrizione bassa e una vita
scolastica “normale, al quale l’idea delle lenti a contatto
è stata prospettata durante una visita oculistica di routine
(Tab. 2). HD è un bambino di 9 anni e il suggerimento
di ricorrere all’uso delle lenti a contatto è stato recepito
positivamente dal padre che per HD nutre ambizioni nel
mondo del rugby. La madre, da parte sua, ha avuto un atteggiamento più riservato. Aveva portato le lenti a contatto in
passato e non era stata sempre soddisfatta delle performance
ottenute. Sono state valutate le opzioni disponibili e i motivi
per i quali queste lenti potevano assolvere bene alla loro
funzione. A tutti i componenti della famiglia è stata offerta
la possibilità di manipolare una lente a contatto nel corso di
questo colloquio. È stato eseguito un esame del segmento
anteriore dell’occhio dal quale è emerso il buono stato di
salute. Le ciglia lunghe, le palpebre e le ciglia erano entrambe
pulite e in quiete. Si rilevava un livello background di papille,
iperemia bulbare e tarsale (grado 0.5 della scala di Efron).
Una volta chiarito che tutte le preoccupazioni erano state
fronteggiate, con il consenso del bambino e dei suoi genitori, sono state scelte le lenti di prova. La scelta è stata
effettuata dopo che il colloquio con il bambino e i suoi
genitori aveva dimostrato come fosse entusiasta di utilizzare
le lenti a contatto regolarmente anziché a tempo parziale.
Dopo aver illustrato caratteristiche e benefici è stata scelta
la marca specifica di lenti a contatto da applicare. Sono
state illustrate le proprietà della lente attinenti al blocco dei
raggi UV e i genitori hanno valutato questa caratteristica
come un importante beneficio a valore aggiunto, soprattutto
tenuto conto della quantità di tempo che HD trascorreva
all’aperto. Il superiore apporto di ossigeno del materiale in
silicone idrogel rispetto agli idrogel convenzionali è stato
evidenziato assieme all’eccellente livello di comfort complessivo offerto dalle lenti a fine giornata. HD ha reagito
bene all’applicazione delle lenti che si sono orientate e
stabilizzate rapidamente. La visione e l’adattamento fisico
professional
sono stati valutati come eccellenti, senza nessuna osservazione di rotazione, instabilità o sovrarefrazione. La stabilità rotazionale è stata controllata chiedendo al bambino
di compiere ampi movimenti oculari di versione lungo il
piano ortogonale, annotando ogni volta la coerenza delle
marcature della lente prima e dopo il movimento.15
Un collega del personale di supporto ha inoltre insegnato
al portatore a manipolare e pulire/avere cura delle proprie
lenti a contatto. Per il regime di pulizia e cura è stata scelta
una soluzione di pulizia universale. È stato notato che il
ragazzino era già diventato molto bravo con le lenti soltanto dopo pochi tentativi iniziali. Non è stata naturalmente
riscontrata nessuna differenza nell’insegnare a manipolare
le lenti a contatto rispetto agli adulti e in effetti abbiamo
trovato che HD non ha impiegato più tempo del portatore
adulto medio per apprendere l’uso delle tecniche corrette.
Una volta compilato il modulo di consenso scritto e ricevuto
alcuni consigli scritti, HD ha lasciato lo studio per andare a
provare le lenti a contatto nelle sue attività quotidiane, ben
consapevole di quale fosse un regime di porto ragionevole
e che avrebbe dovuto interrompere immediatamente l’uso
delle lenti a contatto qualora avesse riscontrato dei problemi.
Gli è stato insegnato ad esercitarsi quotidianamente nell’uso
delle lenti a contatto per abituarlo alla routine di porto a
tempo pieno alla quale auspicava.
Seconda visita
Dopo due settimane HD è tornato in studio per il suo controllo (aftercare) affermando di trovare meravigliosa la vita
grazie al ricorso a questa combinazione di lenti a contatto
ed occhiali. Le sue performance sportive erano migliorate
notevolmente, tanto da meritare commenti positivi dal suo
allenatore.Il portatore attualmente utilizza le lenti per 5-6
giorni alla settimana. Le indossa regolarmente e felicemente
fino a 11 ore al giorno. L’adattamento delle lenti a contatto
continua ad essere buono con le lenti che risultano allineate
e rotazionalmente stabili. Ha un’acuità visiva binoculare di
6/5 (misurata monocularmente RE 6/5-, LE 6/6+) senza
nessuna ulteriore sovrarefrazione. Alla visita di controllo
(aftercare) le lenti erano state portate per due settimane,
erano pulite e non presentavano depositi.
Anche negli occhi non si riscontravano problemi e i risultati
dell’esame con la lampada a fessura erano rimasti invariati
rispetto alla visita iniziale.
Quelli sopra esposti sono semplicemente due casi di routine
che dimostrano l’effetto positivo e soddisfacente dell’applicazione delle lenti a contatto nei bambini, con un miglioramento dell’autostima e della fiducia in se stessa per l’una
e un apprezzabile miglioramento delle abilità sportive per
l’altro. Si trattava in entrambi gli esempi di casi semplici che
non hanno richiesto per l’applicazione un tempo superiore
a quello dell’adulto medio. La tabella 3 riporta alcuni dei
principali consigli da utilizzare nella pratica per massimizzare
l’opportunità di utilizzo nei giovani delle lenti a contatto.
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| PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2012
CONCLUSIONE
Applicare le lenti a contatto ai bambini può essere gratificante, oltre a generare portatori per la vita. Le ricompense
assumono svariate forme. La soddisfazione del bambino
e dei genitori, ha un effetto positivo sul professionista e
sull’attività, con nuovi portatori visitati regolarmente in
studio raccomandati da famiglie fedelizzate. Maggiore
importanza ha tuttavia la prova dei benefici delle lenti a
contatto, come evidenziato nello studio ACHIEVE sulla
vita dei giovani. Quindi oltre a fornire ricompense per lo
studio e per la generazione di entrate, applicare le lenti a
contatto ai bambini è un’enorme soddisfazione professionale
che deriva dal sapere che le nostre azioni hanno contribuito
a cambiare la vita di un bambino. Poche cose nella nostra
routine quotidiana possono definirsi altrettanto gratificanti.
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INFORMAZIONI SULL’AUTORE
L’optometrista Jonathon Bench svolge la propria attività cinica presso uno
studio indipendente di Northampton, dopo aver ricoperto un precedente
incarico di category manager per una grande catena di negozi. È anche
consulente di Johnson & Johnson Vision Care.
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