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PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO PER LA DIAGNOSI E
AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI MILANO N° 1 percorso diagnostico terapeutico per la diagnosi e la cura dell’asma DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO PER LA DIAGNOSI E LA CURA DELL’ASMA BRONCHIALE 1 P ERCOR SO DIAG NOS TICO- TER AP E U TICO P ER L A DIAG N OS I E L A CUR A D EL L’ AS M A B RO NCH IALE Scopo del percorso diagnostico-terapeutico • promuovere il miglioramento delle modalità diagnostiche mediante l’impiego di misure obbiettive della funzione respiratoria ; • promuovere una accurata valutazione della severità mediante l’impiego di misure obbiettive della funzione respiratoria; • promuovere il controllo a lungo termine dell’asma (follow-up) ed il corretto impiego della terapia antiflogistica di fondo; • promuovere il miglioramento del rapporto medico-paziente; • migliorare la qualità di vita del paziente; • migliorare l’integrazione tra ospedale e territorio/domicilio, e tra specialista e medico di famiglia. Questo percorso diagnostico-terapeutico è indirizzato a medici di medicina generale, medici specialisti, personale infermieristico e si rivolge ai Pazienti asmatici, non ospedalizzati, con età maggiore di 5 anni. Metodo Il presente percorso diagnostico terapeutico non ha l’obbiettivo di sostituire le LG delle società scientifiche Internazionali (GINA 2002, NEEP 2002, BTS 2003 , CMAJ 2003, LG. DAM 2004, ICSI 2005) né di rappresentarne una sintesi (sono già pubblicate LG riassuntive), ma si propone come strumento di pratica e rapida consultazione per il medico di famiglia che opera nella nostra specifica realtà socio-sanitaria. In questo senso sono stati sviluppati alcuni punti di particolare interesse pratico come la diagnosi , il follow up e la terapia. E’ stato introdotto un commento degli autori (in appositi riquadri) al fine di chiarire e completare alcune affermazioni sintetiche del testo, in particolare per quanto attiene la diagnosi. I rimandi diretti alle LG sono presentati in box tratteggiati o nel testo, quando esplicitamente citati. Per ulteriori approfondimenti si rinvia alle suddette LG e per eventuali specifiche informazioni, in particolare per quanto riguarda la terapia, alle metanalisi ed ai tria ls clinici randomizzati (RTCs) (verranno citate in bibliografia solo le principali metanalisi , non i singoli lavori ). Le attuali LG utilizzano un approccio secondo Medicina basata sull’evidenza (EBM : Evidence Based Medicine); qualunque LG, anche sintetica, non può attualmente prescindere da tale approccio. A tal fine verranno riportate le evidenze e le raccomandazioni più utili al nostro lavoro indicando da quale linea guida sono tratte, il livello di evidenza delle affermazioni ed il grado delle raccomandazioni (TAB 1). A titolo esemplificativo riportiamo il livello di evidenza ed il grado di raccomandazione utilizzato dalle LG GINA 2002 e GOLD 2003. Per altre LG il livello A corrisponde ad un livello I e così successivamente (i metodi di grading non sono però perfettamente sovrapponibili). 2 TAB 1 . CATEGORIA EVIDENZE A B FONTE Studi randomizzati, controllati (RCT) elevato numero di studi Studi randomizzati controllati (RCT) scarso numero di studi C Studi non randomizzati Studi osservazionali D Giudizio di un gruppo di esperti DEFINIZIONE L’evidenza deriva da RCT ben disegnati che garantiscono una solida base di riscontri nella popolazione. Elevato numero di studi con numerosità adeguata. L’ evidenza deriva dagli obbiettivi di intervention studies che comprendono solo un limitato numero di RTC. Gli studi possono definirsi di categoria B quando sono disponibili pochi lavori randomizzati su casistiche limitate ed i loro risultati sono inconsistenti, o quando sono condotti su popolazioni che differiscono dal campione suggerito. L’evidenza è il risultato di studi non controllati non randomizzati ed osservazionali Viene utilizzata laddove le indicazioni fornite siano ritenute significative ma non adeguatamente circostanziate da una letteratura clinica che permetta di classificare tali dati in una delle categorie. ( coordinamento AIPO Lombardia - in collaborazione con i Gruppi di Studio Nazionali Asma e BPCO). 1- EP ID EMIO LO GIA Numerosi studi epidemiologici (ECRHS, ISAAC 2000-2003) dimostrano che la prevalenza dell’asma è notevolmente superiore (quasi il 50%) alle effettive diagnosi mediche e la maggior parte delle diagnosi, quando effettuate in centri non specialistici, sono di tipo clinico e non funzionale: solo il 10% ha effettuato una spirometria ed il 5% un test di broncoreattività con inevitabili imprecisioni diagnostiche e terapeutiche (Lucioni e Vaghi 2000). Per quanto riguarda i livelli di controllo , nello studio AIRE è stato dimostrato che il controllo della malattia viene raggiunto solo nel 10% dei pazienti . Nello studio AIRE Italia è stato osservato che solo il 19% dei pazienti utilizza i cortisonici inalatori (ICS), che rappresentano i farmaci indispensabili per la terapia di fondo dell’asma ; il 70% usa solo farmaci broncodilatatori al bisogno, mentre solo il 10% è a conoscenza della natura infiammatoria cronica dell’asma (Di Blasi 2002 ). Nello studio ISAYA è stato osservato che il 60% dei pazienti ha avuto da 1 a 3 attacchi nei precedenti 12 mesi; l’80% dei pazienti ha avuto sintomi diurni, il 10% ha effettuato accessi al PS. (De Marco 2003). Tutti questi dati dimostrano che anche in Italia i pazienti con asma sono sotto trattati e scarsamente controllati. Diagnosi errate o ritardate (scarso ricorso a valutazione funzionale)e scarso controllo della malattia, condizionano un elevato utilizzo di risorse in particolare per il trattamento delle riacutizzazioni. In uno studio policentrico condotto in Italia, è stato osservato che il costo sanitario medio (costi diretti) riferito ad un paziente con asma è di circa 2.000 euro/anno; i costi nazionali diretti sono quindi pari a circa 826 milioni di euro/anno, cifra che rappresenta l’ 1,1% della spesa sanitaria italiana. Il costo sociale della malattia è di 2.066 milioni di euro (Lucioni e Vaghi 2000). Una significativa quota di spesa potrebbe essere ridotta riallocando le risorse (migliorando diagnosi e controllo della malattia). Altro fattore che rende improrogabile un miglioramento degli standard diagnostico terapeutici è il notevole aumento della prevalenza dell’asma negli ultimi 15 –20 anni (quasi raddoppiato) nei paesi cosiddetti industrializzati. 3 Le possibili cause sono da ricercarsi in : modificazioni della dieta aumentata esposizione ad allergeni ritardata maturazione del sistema immunitario dovuta ad una ridotta esposizione a fattori infettivi nei primi anni di vita (ipotesi igienica) 2 - D EFIN IZION E D I AS MA BRON C HIALE (LG: GINA 2002, BTS 2003) L’asma è una malattia cronica delle vie aeree che è caratterizzata: • dal punto di vista anatomo -patologico dalla presenza di cellule infiammatorie nelle vie aeree: eosinofili, mastociti, linfociti attivati che rilasciano diversi mediatori (istamina, leucotrieni, prostaglandine, ecc), citochine (IL4, IL5, IL13); sia le cellule infiammatorie che l’epitelio e l’endotelio, presentano un aumento dell’espressione delle molecole di adesione. L’infiammazione provoca un processo di tipo acuto, subacuto e cronico a cui consegue l’ alterazione del tono bronchiale ed in alcuni casi un rimodellamento delle vie aeree; • dal punto di vista clinico dalla presenza di respiro sibilante, tosse, senso di costrizione toracica; solitamente i sintomi peggiorano durante la notte e nelle ore mattutine; • dal punto di vista fisiopatologico da ostruzione bronchiale reversibile (spontaneamente o dopo terapia) e variabile e da iper-reattività bronchiale. 3 - DIA GNOS I D I AS MA BRONC HIA LE (fig 1-2) La diagnosi di asma è basata su : a) storia clinica (anamnesi) b) sintomi dell’asma c) esame obbiettivo d) test di funzionalità respiratoria Le LG (CMJ, GINA,BTS) raccomandano l’utilità di una conferma funzionale al fine di porre una corretta diagnosi di asma. a) Storia clinica : L’inquadramento anamnestico di un soggetto asmatico deve prevedere l’individuazione di fattori scatenanti l’asma : • infezioni virali dell’apparato respiratorio • allergeni ambientali • esercizio fisico, iperventilazione, bassa temperatura ambientale • esposizione ad allergeni o ad altre sostanze irritanti di tipo professionale • irritanti volatili ambientali (profumi, fumo, inquinamento atmosferico, ecc.) • farmaci: nei soggetti sensibili aspirina e FANS, in tutti i Beta bloccanti • cibo: nei soggetti sensibili metabisolfito, allergeni alimentari (alcuni frutti e alcuni vegetali) • altre patologie che possono rappresentare fattori di scatenamento dell’asma quali rinite cronica, sinusite, MRGE (reflusso gastro esofageo) 4 Commento: Il riscontro anamnestico di un a sintomatologia di tipo asmatic o, ad esempio tosse o respiro sibilante, che compare dopo l’esposizione a fattori irritanti (fumo, profumi intensi, aria fredda, iperventilazione ad esempio provocata da una risata o dall’esercizio fisico) o ad allergeni, è elemento che può indirizzare verso una diagnosi di asma bronchiale. L’individuazione dei fattori di scatenamento consente di evitarli o di applicare norme di bonifica ambientale (ad esempio nel caso di allergia alla polvere di casa), di allontanamento della fonte allergenica (ad esempio nel caso di allergia agli animali), migliorando così il decorso della malattia, o ancora indirizza ad effettuare una terapia di tipo preventiva (al bisogno) come nel caso della premeditazione con B2 agonista prima dello svolgimento di attività fisica. Al fine di un successo terapeutico è anche necessario individuare e trattare le patologie che possono aggravare l’asma ( rino-sinusite, MRGE) b) Sintomi dell’asma I sintomi più comuni sono rappresentati da: • respiro sibilante • tosse • difficoltà respiratoria • senso di costrizione toracica I sintomi possono presentarsi in modo: • variabile (anche nell’ambito della stessa giornata, con periodi di re missione) • intermittente • stagionale (compaiono solo in alcuni periodi dell’anno) • peggiorano la notte • in alcuni casi (nelle forme più gravi) possono essere perenni (sempre presenti costantemente con eventuali peggioramenti) valutazione della severità dei sintomi • numero di giorni in cui sono presenti sintomi, in una settimana • numero delle notti in cui sono presenti sintomi , in un mese • score soggettivo di gravità • misure obbiettive delle funzione respiratoria (riduzione del VEMS, PEF, o aumento della variabilità del PEF) (nota . Si rinvia al paragrafo 5. La definizione di VEMS , PEF , variabilità del PEF) . Commento: Due importanti caratteristiche dei sintomi dell’asma sono la variabilità e l’intermittenza: il paziente può infatti andare incontro a periodi di remissione clinica spontanei od in seguito alla terapia. La variabilità è condizionata dalla casualità dell’esposizione a fattori di scatenamento. Un sintomo particolarmente comune nell’asma è rappresentato dalla tosse cronica: l’asma infatti, assieme alla MRGE ed allo scolo retronasale, rappresenta una delle cause più comuni di tosse cronica. Sintomi che compaiono dopo iperventilazione o esposizione ad aria fredda o ad altri irritanti, indicano la presenza di iperreattività bronchiale aspecifica ed indirizzano ad una diagnosi di asma 5 c) Esame obbiettivo L’esame obbiettivo del paziente asmatico in un periodo di asintomaticità è solitamente nella norma. I segni clinici più comuni nella riacutizzazione dell’asma (di grado lieve-moderato) sono: • aumento della frequenza respiratoria • presenza alla auscultazione di sibili espiratori nella riacutizzazione grave sono presenti: • agitazione • fatica nel parlare • utilizzo della muscolatura accessoria • sibili in-espiratori e riduzione dei rumori respiratori Commento : nell’ostruzione lieve i sibili sono prevalentemente espiratori; se l’ostruzione si aggrava tendono ad essere in ed espiratori (continui); nello stato di male asmatico la ventilazione può essere così ridotta da determinare un riscontro obbiettivo di silenzio respiratorio Figura 1 Diagnosi Clinica di Asma Bronchiale Vaghi A. 2000 mod. Figura 2 6 Diagnosi Funzionale di Asma Bronchiale Vaghi A. 2000 mod. d) studio della funzione respiratoria (fig. 3-4) • in tutti i pazienti è consigliata una spirometria accurata al momento della diagnosi; • l’esame spirometrico (basale e dopo broncodinamico) è diagnostico per asma nel caso si dimostri una reversibilità del quadro ostruttivo definito come un aumento di almeno il 12 % del VEMS; • in caso di spirometria normale o quasi normale la dimostrazione della presenza di un’iperreattività bronchiale aspecifica (Test di provocazione bron chiale aspecifico ad esempio con metacolina) conferma il sospetto diagnostico di asma (tab. 1); • uno studio completo della funzione respiratoria deve comprendere la misura dei volumi polmonari e della resistenza delle vie aeree. Recentemente è stata dimostrata, ai fini diagnostici, l’utilità della misura dell’ossido nitrico alla bocca (FEno): per il paziente, si tratta di un esame semplice, ripetibile e non invasivo. 7 Commento : la diagnosi di asma può essere posta con esame obbiettivo e anamnesi nel 30-50% dei casi, ma tutte le LG sottolineano l’importanza di una dimostrazione funzionale della malattia (quella di asma è una diagnosi funzionale); il dato funzionale è inoltre essenziale ai fini della definizione di severità. La spirometria può essere effettuata nei bamb ini con età superiore ai 5 anni Un’ostruzione delle vie aeree è indicata da un valore ridotto di VEMS (l/sec) e del rapporto VEMS /FVC. Può essere anche utile disporre di altri parametri di funzione respiratoria, in particolare i volumi polmonari e le re sistenze delle vie aeree ( per confermare diagnosi di sindrome ostruttiva ) Il PEF ( l/min) si misura utilizzando un semplice ed economico strumento: il misuratore di picco di flusso. Attualmente non viene più raccomandata la possibilità di conferma funzionale mediante lo studio del valore e della la variabilità del PEF. La misura del PEF non è precisa:, il paziente è spesso scarsamente compliante ad un impiego a medio -lungo termine, inoltre esistono numerosi indici per valutare la variabilità del PEF e non è ancora stato definito quello più utile; è da considerasi comunque diagnostico per asma una variabilità del PEF superiore al 20%. Variabilità del PEF = valore maggiore – valore minore _____________________________ magg + min /2 Nel caso dell’ impiego del picco di flusso è utile verificare l’accuratezza dell’esecuzione, in particolare quando ci sono limitazioni al suo impiego (pazienti molto giovani o molto anziani ,con problemi neuromuscolari o problemi ortopedici). Al fine di valutare la funzione respiratoria e la reversibilità dell’ostruzione nella sua completezza è consigliabile anche la misura dei volumi polmonari e delle resistenze delle vie aeree, parametri facilmente ottenibili con la tecnica pletismografica. Commento: Ai fini della diagnosi di asma, il test di broncoreattività è dotato di elevata sensibilità (pochi falsi negativi) mentre quello di reversibilità di elevata specificità (pochi falsi positivi) Nella valutazione di test di bronco -provocazione aspecifico occorre considerare che circa il 1520% della popolazione presenta una positività al test con metacolina (significativo grado di iperreattività bronchiale), pur essendo asintoma tica. La presenza di iperreattività bronchiale da sola non implica pertanto una diagnosi di asma. La diagnosi si pone quando si verifica una coincidenza tra presenza di sintomi suggestivi per asma e presenza di iperreattività bronchiale (gold standard). L’iperreattività bronchiale asintomatica rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma. La presenza di iperreattività bronchiale aspecifica può essere valutata con test di provocazione che utilizzano sostanze chimiche (metacolina, istamina) o stimoli fisici (esercizio fisico, soluzioni ipotoniche o ipertoniche, nebbia ultrasonica). I test che utilizzano sostanze chimiche sono più sensibili ma meno specifici di quelli che utilizzano stimoli fisici. Recentemente è stata proposta la misura dell’ossido nitrico alla bocca (NO) come marcatore utile per porre diagnosi di asma bronchiale . La misura del NO espirato è dotato di elevata specificità e sensibilità, in pazienti con sintomi aspecifici (tosse, difficoltà respiratoria) ed è in grado di predire la presenza di asma con una sensibilità del 86% e una specificità del 92%. (Smith 2003) 8 Figura 3 Misura della Funzione Respiratoria nell’Asma Bronchiale figura 4 Iperreattività Bronchiale Aspecifica Vaghi A. 2000 mod. 9 DIAGNOSI ETIOLOGICA DI ASMA ( fig. 5 ) In alcuni pazienti può essere individuato un fattore scatenante specifico che rappresenta per quel paziente un fattore etiologico preminente. L’individuazione di tale fattore prevede l’effettuazione, in caso di sospetto clinico, dei seguenti test : - Test allergologici: test epicutanei, dosaggio delle IgE (RAST) (asma allergica) Test di provocazione specifico con Acido acetil salicilico (ASA) per via inalatoria o per os (Asma da aspirina), test di esposizione con allergeni professionali (Asma professionale) Commento Attualmente non viene data molta importanza alla suddivisione tra asma estrinseca (allergica) o intrinseca (non allergica) in quanto le caratteristiche fisiopatologiche, anatomo -patologiche ed il trattamento farmacologico delle due forme sono simili. Nell’asma allergica andranno adottate le norme per evitare gli allergeni ed eventualmente in casi selezionati l’immunoterapia specifica. Gli allergeni alimentari sono solitamente responsabili dei fenomeni della sindrome orale allergica (SOA) caratterizzata da bruciore alle mucose orali, disfagia, edema labiale, possibile edema della glottide, in casi particolari anaflilassi. L’asma indotta dagli alimenti (come sintomatologia isolata) rappresenta un’evenienza assai rara. L’asma da Aspirina non è un fenomeno allergico ma di intolleranza, pertanto l’asmatico ASA sensibile manifesta fenomeni broncoostruttivi con tutti i FANS. Devono essere effettuati test specifici per valutare gli eventuali FANS che possono essere assunti dal paziente (test di tolleranza con FANS alternativi; solitamente sono tollerate basse dosi di paracetamolo) Altri test che possono fornire ulteriori informazioni in casi specifici RX torace , per escludere diagnosi alternative RX cranio o studio TAC dei seni paranasali, per escludere sin usopatie Gastroscopia, PH metria, RX digerente, per valutazione della Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE) che rappresenta un possibile fattore di scatenamento Studio dell’espettorato indotto per conta eosinofili : per valutare il grado di attività (flogosi) della malattia ECP sul siero: per valutare il grado di attività (flogosi) della malattia 10 Figura 5 Diagnosi Etiologica di Asma Bronchiale Vaghi A. 2000 mod DIAGNOSI DIFFERENZIALE DELL’ASMA (fig. 6) Malattie delle prime vie aeree • Rinite allergica e sinusite Ostruzione delle alte vie aeree • Vocal cord disfunction • Corpi estranei nelle vie aeree • Laringotracheomalacia, stenosi tracheali • Tumori benigni laringei o compressione da iperplasia dei linfonodi • Compressione tracheale e/o infiltrazione da struma o tumore tiroideo • Neoplasie tracheali • Bronchiettasie di varie cause compresa la fibrosi cistica Ostruzione delle vie aeree di medio -piccolo calibro • Bronchiolite virale e bronchiolite obliterante • Fibrosi cistica • Displasia broncopolmonare • Infiltrati polmonari con eosinofilia • BPCO 11 Altre cause • Embolia polmonare • Scompenso cardio circolatorio • Tosse secondaria a farmaci ( ACE inibitori) • Aspirazione e disturbi della deglutizione o reflusso gastro -esofageo • Tosse ricorrente non dovuta all’asma Commento: Un importante diagnosi alternativa è la vocal cord disfunction. Si tratta di un disturbo su base funzionale della motilità delle corde vocali che vengono addotte in fase espiratoria simulando il respiro sibilante. La diagnosi si pone in laringoscopia diretta. Per l’ostruzione extratoracica è indicativa una riduzione della curva inspiratoria durante la misura della curva flusso volume; per l’ ostruzione intratoracica alta è indicativa una riduzione del PEF. In alcuni casi è utile l’effettuazione di un RX torace per differenziare la presenza di neoplasie polmonari o di polmoniti eosinofile , che possono associarsi ad un quadro ostruttivo ed a una storia di asma Figura 6 Diagnosi Differenziale di Asma Bronchiale 12 4 - VALUTAZION E D ELLA S EV ER ITA ’ D ELL’AS MA Non esiste un consenso generale tra le LG e gli esperti su come classificare la seve rità dell’asma, analogamente a quanto si verifica per la BPCO. Le diverse LG utilizzano criteri lievemente diversi ma che si basano tutti sul concetto di poter individuare una serie di fattori: fattori clinici, sintomi: frequenza e comparsa e temporale (di giorno, di notte) fattori funzionali, misura della funzione respiratoria: variabilità e livello dell’ostruzione fattori connessi alla terapia: tipo e quantità di farmaci utilizzati per risolvere i sintomi al bisogno o per controllarli nel tempo. Questi fattori possono offrire un quadro della severità della malattia (GINA 2002, NAPP 2002, BTS 2003 , CMJ 2003). La scelta delle LG, che devono avere massima diffusione ed essere utilizzabili in tutti i contesti, segue criteri di semplicità ed economicità (le GINA sono rivolte anche ai paesi del terzo mondo); per tale motivo si preferisce utilizzare degli indici come la variabilità del PEF (il picco di flusso è uno strumento molto economico) rispetto ad indici più complessi come la broncoreattività o gli indici di flogosi delle vie aeree. Recenti lavori hanno comunque messo in evidenza come la compliance alla misura giornaliera del PEF sia molto scarsa e lo studio della variabilità del PEF non è attualmente impiegato come metodo per la diagnosi dell’asma né per valutarne la severità, al momento della diagnosi. Può essere utilmente impiegato come sistema di monitoraggio nei casi di asma severa (vedi follow up). Commento: criticità della scelta dei parametri che definiscono la severità La scelta dei parametri per definire la severità dell’asma è in parte arbitraria. La severità dei sintomi è più basata sulla frequenza che sulla gravità; per quanto attiene ai parametri fisiopatologici non viene presa in considerazione la broncoreattività né gli indici che possono valutare la flogosi delle vie aeree (eosinofili nell’espettorato, Ossido Nitrico Espirato), quando reattività e flogosi rappresentano i fondamenti fisiopatologici della malattia, ma vengono utilizzati degli indici correlati come la variabilità del PEF o dei sintomi. Anche la reversibilità dell’ostruzione può fornire un indice indiretto di severità, recupero totale della funzione, presenza di un rimodellamento delle vie aeree. Al fine di una precisa valutazione della severità è quindi auspicabile l’impiego di uno score più complesso e che utilizzi diverse misure obbiettive. Un altro elemento di difficoltà è rappresentato dalla definizione di un preciso punto di cutoff che possa differenziare le varie classi di severità, sia per quanto riguarda i sintomi : ad esempio l’asma intermittente si differenzia da quella persistente perché i sintomi compaiono meno di una volta a settimana rispetto alla lieve persistente in cui sono presenti più di una volta a settimana, ma meno di una volta al giorno (LG GINA) . Un paziente i cui sintomi compaiono generalmente due volte a settimana ha un’asma più verosimilmente intermittente o persistente ? Analoghe difficoltà si verificano per quanto riguarda la scelta dei punti di cut off dell’ostruzione (ad esempio un VEMS < 60% per definire l’asma come grave, quale può essere la differenza con un paziente con un VEMS < del 6% , quindi con asma moderata ?). D’altra parte l’utilità di poter differenziare diversi gradi di severità della malattia è essenziale ai fini di una corretta impostazione terapeutica. Il limite maggiore di una classificazione basata unicamente sui sintomi, anche se è il parametro più facilmente ricavabile nel corso della visita e sicuramente il più economico, è rappresentato dalla estrema soggettività del giudizio, ulteriormente aumentata dal fatto che frequentemente gli asmatici sovrastimano (in particolare quando associati a stati di ansia) o sottostimano i propri sintomi ; inoltre il sintomo, nella patogenesi della malattia rappresenta l’evento terminale (e doverosamente evitabile in un paziente con un trattamento corretto): di qui l’utilità di poter disporre di misure obbiettive ed in un certo senso predittive dell’attività della malattia (vedi variabilità del PEF, Ossido Nitrico espirato, valutazione della broncoreattività) 13 Il messaggio comune di tutte le LG è che alla prima visita ed ad ogni controllo (follow up) deve essere sempre stabilita la severità dell’asma (dato che l’asma è una malattia variabile), nel modo più accurato possibile a seconda dei contesti , al fine di poter impostare una corretta terapia. Le CMAJ prendono in considerazione i seguenti elementi : Misura della severità dell’asma Misure VEMS o PEF % teor Bisogno di usare SABA Probabilità di precedenti episodi di asma quasi fatale Recenti ricoveri per asma Sintomi notturni Limitazioni dell’attività quotidiane Severità dell’asma Lieve moderata Severa > 80% 60-80% <60% Ogni 8 ore o più Ogni 4-8 ore Ogni 2-4 ore 0 0 + 0 0-+ 0-+ 0 + + - ++ + +++ +++ SABA: B2 agonisti a breve durata d’azione Le LG GINA , al momento della diagnosi, utilizzano i seguenti criteri : Classificazione di gravità dell’asma sulla base delle caratteristiche cliniche prima del trattamento Sintomi meno di una volta a settimana LIVELLO 1 : Riacutizzazioni di breve durata Sintomi notturni non più di 2 volte il mese INTERMITTENTE • VEMS > 80% del predetto o PEF > 80% del miglior risultato personale • Variabilità del PEF o VEMS < 20% Sintomi più di una volta a settimana ma meno di una volta al giorno LIVELLO 2 : Riacutizzazioni che possono limitare le attività ed il riposo notturno Sintomi notturni più di 2 volte il mese LIEVE PERSISTENTE • VEMS > 80% del predetto o PEF > 80% del miglior risultato personale • Variabilità del PEF o VEMS : 20-30 % Sintomi giornalieri LIVELLO 3 : Riacutizzazioni che possono limitare le attività ed il riposo notturno Sintomi notturni più di una volta la settimana PERSISTENTE DI MEDIA Utilizzo giornaliero dei B2 agonisti inalatori a breve durata d’azione GRAVITA’ • VEMS 60-80% del predetto o PEF 60-80% del miglior risultato personale • Variabilità del PEF o VEMS > 30% Sintomi giornalieri LIVELLO 4 : Riacutizzazioni frequenti Frequenti sintomi di asma notturno GRAVE PERSISTENTE Limitazioni delle attività fisiche • VEMS < 60% del predetto o PEF < 60% del miglior risultato personale • Variabilità del PEF o VEMS > 30% Le LG GINA precisano che la presenza di un solo criterio tra quelli elencati è sufficiente per collocare il paziente in quella categoria di severità e che la classificazione di severità può variare nel tempo (l’asma è una malattia variabile). Inoltre il paziente ad ogni livello di gravita può avere esacerbazioni lievi, moderate o gravi. Alcuni pazienti con asma intermittente possono avere esacerbazioni severe o quasi fatali intervallate da lunghi periodi in cui la funzione respiratoria è normale e in assenza di sintomi (NEEP 2002) 14 La classificazione proposta è valida al momento della diagnosi e prima dell’inizio della terapia antias matica. E’ ovvio che la funzione respiratoria di un’asma grave in terapia adeguata può essere normale o quasi normale, così come è verosimile che si possa raggiungere un buon controllo dei sintomi o una relativa asintomaticità. Pertanto il criterio più importante ai fini dell’attribuzione di severità, per i pazienti asmatici già in terapia, è rappresentato dall’apporto farmacologico necessario per raggiungere un soddisfacente controllo dei sintomi (Tab. 2) Commento: come la terapia farmacologia modifica la classificazione di gravità Un’asma bronchiale trattata come grave (alte dosi di ICS e LABA), con un buon controllo dei sintomi ed una spirometria normale, non deve essere classificata come lieve persistente perché il paziente sta bene o la funzione respiratoria è normale , ma, in accordo alla terapia, deve essere classificata come grave. Analogamente un paziente asmatico che sta bene con un trattamento adatto per un’asma lieve persistente deve essere riconfermato come tale al controllo. Viceversa un paziente in trattamento adatto ad un’asma lieve persistente ma con sintomi giornalieri sia notturni che diurni o una valore del VEMS < 60%, dovrà essere riclassificato come grave. Quindi: sintomi, prove di funzionalità respiratoria e livello terapeutico necessario per controllare la terapia sono tutti elementi indispensabili per classificare la severità dell’asma. Le LG BTS, vista la difficoltà di tipizzare i diversi quadri clinici di severità, non si soffermano sulla classificazione della severità dell’asma ed utilizzano come criteri nell’approccio iniziale alla terapia un giudizio globale di severità con uno score clinico funzionale non graduato, a cui consegue un primo approccio terapeutico; in seguito la terapia viene modulata sulla possibilità che i farmaci prescritti (dosaggi e tipo) possano controllare effettivamente i sintomi e la funzione respiratoria (vedi anche terapia e follow-up). 15 Tabella 2: Classificazione di gravità dell’asma con regimi giornalieri di trattamento e risposta alla terapia Sintomi del paziente e funzione respiratoria in trattamento Livello 1: Intermittente Sintomi meno di una volta a settimana Riacutizzazioni di breve durata Sintomi notturni non più di 2 volte al mese Funzione respiratoria normale tra gli episodi Livello 2 : Lieve persistente Sintomi più di una volta a settimana, ma meno di una volta al giorno Sintomi notturni più di 2volte/mese, ma meno di 1 volta a settimana Funzione respiratoria normale tra gli episodi Livello 3 : Persistente di media Sintomi giornalieri Riacutizzazioni che possono limitare le attività e il sonno Sintomi notturni almeno una volta a settimana 60% < VEMS < 80% del predetto , oppure PEF < 60% del miglior risultato personale Livello 3 : Persistente di media Sintomi giornalieri Riacutizzazioni che possono limitare le attivit à e il sonno Sintomi notturni almeno una volta a settimana 60% < VEMS del predetto , oppure PEF < 60% del miglior risultato personale ATTUALE LIVELLO DI TRATTAMENTO Livelli 1 : Livello 2 : Livello 3 : Intermittente persistente Persistente di lieve media gravità LIVELLO DI GRAVITA’ Intermittente Lieve persistente Persistente di media gravità Lieve persistente Persistente di media gravità Grave persistente Persistente di media gravità Grave persistente Grave persistente Grave persistente Grave persistente Grave persistente 5 - TERAP IA D ELL’ AS MA BRONC HIA LE IN FAS E D I S TABILITA’ Obbiettivi della terapia (LG GINA) • • • • • • • Raggiungere e mantenere il controllo dei sintomi Prevenire le riacutizzazioni asmatiche Mantenere la funzionalità polmonare più vicina possibile ai livelli di normalità Mantenere livelli normali di attività, incluso l’esercizio fisico, Evitare l’effetto collaterale dei farmaci Prevenire lo sviluppo di una limitazione irreversibile del flusso aereo Prevenire la mortalità per asma 16 Numerosi studi clinici hanno dimostrato che l’asma, di qualsiasi grado, può essere più efficacemente controllata se si interviene per trattare l’infiammazione piuttosto che la broncoostruzione ed i sintomi correlati. (LG GINA) Il trattamento cronico dell’asma deve prevedere diverse tappe (LG GINA), che verranno trattate nei prossimi capitoli. (A,B,C,F, nel follow up, D terapia) a) Sensibilizzare i pazienti a sviluppare una stretta collaborazione con il medico nel trattamento dell’asma b) Stabilire e monitorare la gravità dell’asma attraverso la valutazione dei sintomi e, per quanto possibile, la misura della funzionalità respiratoria c) Evitare o controllare gli stimoli che scatenano l’asma d) Stabilire trattamenti farmacologici individuali a lungo termine e) Stabilire trattamenti individuali per trattare le riacutizzazioni f) Eseguire periodicamente controlli ambulatoriali. PROTOCOLLI PER IL TRATTAMENTO A LUNGO TERMINE DELL’ASMA NEGLI ADULTI (punto D ) (A) FARMACI (Tab 3) ( Tab 4-13 per i singoli principi attivi): La terapia farmacologia dell’asma ha lo scopo di eliminare e prevenire i sintomi della malattia e la broncostruzione e comprende farmaci di fondo e farmaci sintomatici. Farmaci di fondo: devono essere assunti quotidianamente e per lungo tempo e servono per ottenere e mantenere il controllo dell’asma persistente; consistono negli agenti antinfiammatori e broncodilatatori a lunga durata d’azione. Tra i farmaci di fondo con attività antinfiammatoria i cortisonici per via inalatoria sono al momento i farmaci più efficaci. Diversi studi clinici hanno dimostrato che il trattamento con agenti antinfiammatori è più efficace del trattamento con broncodilatatori nel controllo a lungo termine dei sintomi , per il miglioramento della funzionalità respiratoria e per la diminuzione della responsività delle vie aeree. (LG GINA) I farmaci di fondo comprendono: glucocorticoidi per via inalatoria (ICS) e per via orale, il disodiocromoglicato, il nedocromile sodico, la teofillina a lento rilascio, i B2 agonisti a lunga durata d’azione per via inalatoria (LABA) e gli antileucotrienici per via orale. (LG. GINA) Farmaci sintomatici: farmaci a rapida insorgenza d’azione per la risoluzione della broncoostruzione e dei relativi sintomi, i più efficaci sono i B2 agonisti (SABA: short acting beta agonists), altri sono gli anticolinergici a breve durata per via inalatoria, la teofillina a breve durata d’azione, i B2 agonisti orali a breve durata d’azione, i glucocorticoidi sistemici. (LG GINA) Vie di somministrazione: vedi capitolo terapia inalatoria (A .1) Farmaci di fondo : a. Cortisonici per via inalatoria (Tab 4-5) Modalità di somministrazione: inalatoria Meccanismo d’azione: il trattamento condotto per periodi superiori al mese, riduce i segni dell’infiammazione nelle vie aeree e l’iperreattività bronchiale. Ruolo nel trattamento: sono i farmaci antinfiammatori più efficaci nell’asma (che, ricordiamo , è una malattia infiammatoria). 17 Numerosi studi hanno dimostrato la loro efficacia nel migliorare i sintomi e la funzione respiratoria, nel diminuire l’iperresponsività bronchiale, ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni e migliorare la QV. ( evidenza A . LG GINA) Rappresentano pertanto il trattamento di prima scelta per tutti i pazienti con asma persistente a tutti i livelli di severità I più utilizzati sono: Beclometasone dipropionato, Budesonide, Flunisolide, Fluticasone Si differenziano tra loro per biodisponibilità sistemica (che è in funzione della modalità di somministrazione, dell’assorbimento intestinale e polmonare), per il grado di inattivazione durante il primo passaggio epatico, la loro emivita e potenza antinfiammatoria; tali parametri ne definiscono il rapporto dose/risposta riguardo agli effetti terapeutici e collaterali. In Tabella 6 è riportato uno schema di possibile equivalenza con i relativi dosaggi. Si sottolinea che dato che la curva dose/risposta degli ICS è piatta, è difficile ottenere dei dati di equivalenza di attività negli studi sui pazienti asmatici. Effetti collaterali: gli effetti sistemici sono trascurabili per dosaggi pari a 500 mcg di beclometasone (in CFC) o equivalenti. La dose che può indurre effetti collaterali differisce secondo i diversi farmaci e secondo i parametri sopra illustrati. Gli effetti collaterali più comuni sono: assottigliamento della pelle, porpora cutanea, diminuzione del metabolismo osseo, aumento di incidenza di cataratta e glaucoma ed in qualche caso soppressione dell’attività surrenalica. Le LG BTS sottolineano che ci sono scarse evidenze che sotto gli 800 mcg di BDP/die ci possano essere effetti collaterali, eccetto la comparsa di disfonia o candidosi orale. Studi trasversali hanno dimostrato una possibile riduzione della densità ossea mentre è incerto l’effetto sull’asse ipotalamo ipofisario. ( Walters et al metanalisi Cochrane 2000/2002) ( Masch et al metanalisi Cochrane 2001, Powell et al revisione sistematica 2003) b. Cortisonici per via sistemica (Tab 11) Modalità di somministrazione: orale o parenterale Meccanismi d’azione : sono gli stessi degli ICS Ruolo nel trattamento: un trattamento a lungo termine con cortisonici orali è giustificato solo nei soggetti affetti da asma severa dopo aver massimizzato e ottimizzato la terapia con ICS , LABA, ev teofillinici ed antileucotrienici. Infatti L’indice terapeutico (benefici/effetti collaterali) è molto migliore con gli ICS rispetto ai cortisonici orali. Nel caso in cui debba essere effettuata terapia sistemica, devono essere applicate tutte le misure per minimizzare gli effetti collaterali: utilizzare cortisonici a breve emivita (prednisone, metilprednisolone), eventualmente con trattamento a giorni alterni, assumere il farmaco al mattino. Effetti collaterali : osteoporosi, ipertensione, diabete mellito, soppressione asse ipotalamo ipofisario. c. Sodio cromoglicato e nedocromile sodico (Tab 7) modalità di somministrazione: inalatoria meccanismo d’azione : probabilmente inibiscono il rilascio di mediatori dai mastociti ed in altre cellule infiammatorie ( macrofagi, eosinofili, monociti) Ci sono scarse o nulle evidenze nella riduzione dell’infiammazione nell’asma per trattamenti cronici ruolo nel trattamento : inibiscono la broncoostruzione indotta da allergeni e da stimoli fisici (nebbia, esercizio fisico) riducono, in maniera modesta, la frequenza dei sintomi e delle riacutizzazioni e la 18 reattività bronchiale aspecifica sebbene in modo meno marcato rispetto agli ICS ( evidenza B , LG GINA) effetti collaterali : sono trascurabili d. Metilxantine (Tab 10) modalità di somministrazione: orale meccanismo d’azione: broncodilatatore con effetti extrapolmonari e modesti effetti antinfiammatori verosimilmente connessi alla inibizione della fosfodiesterasi, necessita di concentrazioni plasmatiche > 10 mcg/l (broncodilatazione) ruolo nel trattamento: può essere utilizzata come aggiunta alla terapia di fondo con ICS , quando è necessario un ulteriore controllo dell’asma (evidenza B, LG GINA), ma come terapia aggiuntiva è meno efficace dei LABA (evidenza A , LG GINA) effetti collaterali: nausea, vomito, aritmie, convulsioni (sono spesso dose correlati) e. B2 agonisti a lunga durata d’azione (salmeterolo, formoterolo) (Tab 8-9) modalità di somministrazione : inalatoria meccanismo d’azione: il loro effetto persiste per almeno 12 ore; rilasciano la muscolatura bronchiale e determinano un effetto broncodilatatore, inibiscono inoltre la broncoostruzione indotta da agenti chimici e fisici. Il formoterolo ha una rapidità di insorgenza dell’effetto broncodilatatore maggiore rispetto al salmeterolo. ruolo nel trattamento : sono da utilizzarsi quando l’asma non è controllata con dosi medio -basse di ICS ( evidenza A ) e devono quindi essere sempre associati agli ICS (evidenza A). ( Walters et al metanalisi Cochrane 2002). L’associazione tra ICS e LABA migliora i sintomi dell’asma notturn a e la funzionalità respiratoria (evidenza A) effetti collaterali : sono ridotti rispetto ai B2 agonisti orali, i più comuni sono tremori, ipopotassiemia, stimolazione cardiaca. INIZIO E DURATA D’AZIONE DEI B2 AGONISTI PER VIA INALATORIA Inizio dell’azione Durata dell’azione Breve Rapida Lenta Fenoterolo Pirbuterolo Procaterolo Salbutamolo Terbutalina Lunga Fenoterolo Salmeterolo LG CMAJ I LABA non sono raccomandati per essere utilizzati in assenza di una terapia anti infiammatoria di fondo ( evidenza livello II) 19 f. Antileucotrienici (montelukast, zafirlukast) (Tab 6) modalità di somministrazione: orale meccanismo d’azione: inibisce i leucotrieni (LT,E4,D4,C4) a livello recettoriale, impedendo l’effetto broncoostruttivo, pro infiammatorio. ruolo nel trattamento: migliorano il controllo dell’asma nei pazienti con asma non controllata con dosaggi medio-basse di ICS (evidenza A), ma come terapia aggiuntiva è meno efficace dei LABA (evidenza A , LG GINA). Possono essere utili nei pazienti che n on assumo terapia orale. effetti collaterali: solitamente ben tollerati; è poco chiara l’eventuale associazione con la Sindrome di Churg Strass, probabilmente dovuta a slatentizzazione in pazienti che assumevano cortisonici orali il cui dosaggio è stato ridotto grazie agli anti LT (Duchrame et al 2003, Duchrame metanalisi Cochrane 2002). g. Antistaminici di II generazione modalità di somministrazione: orale meccanismo d’azione e ruolo nel trattamento: antagonismo recettoriale, bloccano gli effetti dell’istamina sulla risposta allergica, ma non sono farmaci consigliati nel trattamento dell’asma. effetti collaterali : sedazione (A.2) Farmaci sintomatici a. B2 agonisti a breve durata d’azione (SABA) (salbutamolo, fenoterolo, terbutalina, reproterolo) (Tab 12) modalità di somministrazione: inalatoria meccanismo d’azione: effetto broncodilatatore a rapida insorgenza (pochi minuti) (evidenza A) per rilasciamento delle fibrocellule muscolari lisce ed effetto antireattivo (prevenzione dell’asma da sforzo) ( evidenza A). ruolo nel trattamento: da utilizzarsi al bisogno per risolvere rapidamente situazioni di broncoostruzione. L’aumento dell’impiego dei SABA è indicativo di uno scarso controllo dell’asma. effetti collaterali: sono ridotti rispetto ai B2 agonisti orali, i più comuni sono tremori, ipopotassiemia, stimolazione cardiaca (Walters metanalisi Cochrane 2002, studio TRUST 2000) LG. CMAJ Quando i B2 agonisti a breve durata d’azione si utilizzano giornalmente è necessario associarli con un farmaco anti infiammatorio ( evidenza livello I) b. Anticolinergici (Tab 13) modalità di somministrazione: inalatoria meccanismo d’azione: antagonizzano il recettore dell’acetilcolina inibendone gli effetti, pertanto esplicano un effetto broncodilatatore, scarso effetto antireattivo (prevenzione del broncospasmo); 20 ruolo nel trattamento: utili come terapia di associazione ai SABA nella grave riacutizzazione asmatica. Non trovano posto, in mo noterapia, solitamente nella terapia a lungo termine nell’asma, eccetto l’impiego nei pazienti che tollerano poco i B2 agonisti (tremori extrasistolia..). In associazione ai SABA migliorano, a lungo termine, la funzionalità respiratoria ( evidenza B) Non ci sono studi sull’attività e indicazioni del tiotropio bromuro (anticolinergico a lunga durata d’azione) nell’asma; è possibile prevederne un impiego solo nei casi di asma severa come terapia broncodilatatrige aggiuntiva. effetti collaterali : secchezza delle fauci, tachicardia, ecc. c. Metilxantine: vedi paragrafo precedente Come farmaco sintomatico è da utilizzarsi per via endovenosa nell’asma acuta. d. B2 agonisti a breve durata d’azione per via orale modalità di somministrazione : orale Indicati solo nei soggetti che non possono assumere te rapia inalatoria vista la maggior incidenza di effetti collaterali. Commento La distinzione posta nelle LG GINA tra farmaci per la terapia di fondo e farmaci sintomatici può essere difficilmente comprensibile in quanto, ad esempio, la teofillina può essere utilizzata come farmaco di fondo o farmaco sintomatico, così come il cortisone orale. La profonda distinzione che deve essere fatta nei farmaci antiasmatici è quella tra farmaci con attività antinfiammatoria (trattano l’infiammazione ) o broncodilatatrice (trattano i sintomi): Attività antinfiammatoria: cortisonici (ICS) e in misura molto (molto) minore cromonici; Attività broncodilatatrice: B2 agonisti (SABA e LABA), scarsamente impiegati anticolinergici; Attività broncodilatatrice ed antinfiammatoria : antileucotrienici e teofillina (non sono ovviamente equivalenti): è dimostrata un’attività antinfiammatoria decisamente superiore per gli antileucotrienici rispetto alla teofillina. Attività antireattiva (prevenzione acuta del broncospasmo indotto, asma da sforzo) : B2 agonisti, cromonici da assumersi anche al bisogno, antileucotrienici (non è però consigliata una singola assunzione preventiva). I cromonici sono anche dotati, se usati cronicamente, di un modesto effetto antinfiammatorio L’asma è una malattia infiammatoria per cui la terapia di fondo deve essere effettuata con ICS, non è indicata o è pericolosa una terapia a lungo termine quotidiana con broncodilatatori (SABA o LABA) perché potrebbero peggiorare l’asma , e comunque non migliorla. I broncodilatatori vanno aggiunti per controllare i sintomi, al bisogno, nell’asma lieve persistente e regolarmente nell’asma modera ta-severa. Non esistono attualmente evidenze sull’impiego nell’asma del tiotropio bromuro (broncodilatatore anticolinergico a lunga durata d’azione). 21 (B) Approccio graduale alla terapia Il tipo di farmaco ed il relativo dosaggio deve essere deciso dopo un’attenta valutazione del grado di severità dell’asma. Il numero, il tipo, la dose ed eventualmente la frequenza delle somministrazioni dei farmaci sono aumentate con l’aumentare della gravità : lo scopo principale è quello di raggiungere gli obbiettivi del trattamento (vedi sopra) con la minor quantità possibile di farmaco. La tabella 4 illustra lo schema di approccio graduale alla terapia farmacologia dell’asma. (C) Come ottenere e mantenere l’asma sotto controllo La presenza di uno o più criteri clinici di gravità colloca il paziente nel rispettivo livello a cui consegue una terapia appropriata. Nell’ approccio graduale del trattamento , si consiglia di passare da un livello di gravit à al successivo se il trattamento prescritto non consente di ottenere o mantenere un controllo della malattia (ovviamente se si è certi che il paziente assume correttamente i farmaci prescritti). ASM A LIEVE INTERM ITTENTE Non viene raccomandata nessuna terapia giornaliera . Il trattamento con B2 agonisti a rapida insorgenza d’azione è la terapia raccomandata per la maggior parte dei pazienti con asma lieve intermittente (evidenza A) I B2 agonisti per via inalatoria a rapida insorgenza d’azione possono essere assunti al bisogno per risolvere i sintomi in atto (evidenza A) o prima di effettuare un’attività fisica (in caso di asma da esercizio), per questo impiego i B2 agonisti sono preferibili ai cromonici o agli antileucotrienici. (evidenza B) mentre come prevenzione dell’esposizione agli allergeni , i cromonici rappresentano i farmaci di prima scelta (evidenza B) I pazienti con asma lieve intermittente e gravi riacutizzazioni devono essere trattati come pazienti con asma persistente di media gravità (evidenza D) 22 Commento: quando iniziare la terapia con farmaci di fondo? In quali pazienti deve essere iniziata la terapia con ICS, rappresenta un punto interrogativo particolarmente importante. Quando un paziente scivola dall’asma cosiddetta intermittente in persistente? Dal punto di vista dei sintomi quando la loro frequenza passa da meno di 1 volta a settimana a più volte la settimana ma meno di una volta il giorno (in quel caso può essere già considerata come moderata). Quindi è sufficiente che il paziente presenti sintomi , tosse mattutina o respiro sibilante almeno 1 giorno la settimana (ovviamente dopo aver confermato che i sintomi riferiti dal paziente siano effettivamente dovuti all’asma!). Numerosi lavori hanno dimostrato che un intervento terapeutico precoce migliora la prognosi del paziente. In un lavoro svedese erano stati arruolati due gruppi di bambini asmatici con asma lieve persistente che non avevano mai ricevuto terapia steroidea inalatoria. Sono stati quindi randomizzati a ricevere Placebo e SABA al bisogno o Budesonide e SABA al bisogno. Dopo 1 anno i pazienti in trattamento con il cortisonico avevano una migliore funzionalità res piratoria e un miglior controllo dei sintomi. Quindi un gruppo di bambini del gruppo Placebo sono stati trattati con Budesonide; dopo 1 anno si è verificato un miglioramento dei sintomi ma la funzione respiratoria non ha recuperato il livello del gruppo trattato fin dall’inizio con steroidi. Questo lavoro dimostra l’utilità di un intervento precoce con steroidi inalatori nel prevenire fenomeni di rimodellamento e flogosi cronica delle vie aeree. Quando iniziare la terapia con farmaci di fondo ? Le LG BTS ( aggiornamento 2004) sottolineano che: - l’esatta soglia per l’introduzione degli ICS non è anco ra stata esattamente definita; - la terapia con ICS deve ess ere presa in considerazione nei soggetti con (raccomandazione B): esacerbazioni di asma negli ultimi 2 anni che usano i SABA 3 volte la settimana o più che hanno sintomi per 3 volte la settimana o più o sintomi notturni una volta a settimana ASM A PERSISTENTE LIEVE I pazienti con asma lieve persistente necessitano quotidianamente di farmaci anti-asmatici di fondo per raggiungere e mantenere il controllo della malattia . Il trattamento dell’asma lieve persistente consiste nell’uso regolare e quotidiano di farmaci antinfiammatori, preferibilmente cortisonici per via inalatoria (evidenza A). La dose iniziale consigliata di cortisonici per via inalatoria è di: - 200-500 mcg/die di beclometasone (BDP) o di budesonide (BUD), - fluticasone (FP) 100-150 mcg/die , o equivalenti divisi in 1-2 dosi (evidenza B) In alternativa possono essere utilizzati altri farmaci di fondo, come antileucotrienici, cromonici o teofillinici. In aggiunta al trattamento regolare di fondo devono essere disponibili i B2 agonisti per via inalatoria a rapida insorgenza d’azione, da somministrare al bisogno, per la risoluzione dei sintomi, ma non devono essere assunti più di 3-4 volte il giorno. 23 Commento: aumento impiego dei SABA, allarme clinico ! Il frequente, o l’aumentato, impiego dei farmaci B2 agonisti a breve durata d’azione è un importante indicatore di instabilità dell’asma. Il paziente avverte solitamente prima la comparsa di sintomi mattutini , respiro pesante o sibilante e tosse, mentre durante il giorno si manifesta broncospasmo in relazioni a modesti stimoli irritativi delle vie aeree: ad esempio l’iperventilazione provocata dal parlare , dal cantare o dal ridere può provocare tosse o respiro sibilante ; si verifica inoltre un peggioramento dell’asma da esercizio, tutti fenomeni correlabili ad un aumento dell’iperreattività bronchiale aspecifica. Il paziente ovviamente cerca di superare il disagio utilizzando il farmaco che può offrirgli un immediato sollievo, quindi il B2 agonista a rapido effetto broncodilatatore. E quanto più si aggrava l’asma (e l’infiammazione che è la vera causa per cui compaiono i sintomi e l’ iperreattività bronchiale) più il paziente abusa dei SABA. L’impiego dei SABA è stato imputato come causa di morte per asma : effettivamente un abuso di SABA può determinare una desensibilizzazione recettoriale (minor efficacia con l’uso) e cardiotossicità , ma molto più importante è il ritardo con cui viene iniziata, in questi casi, la terapia steroidea. Il tentativo poi del paziente di automedicarsi con i SABA ritarda l’intervento medico e l’introduzione di una corretta terapia. A nostro giudizio un paziente che deve assumere perché sintomatico tutti i giorni 3-4 volte un SABA, (quindi avverte per 3-4 volte attacchi di tosse, broncospasmo o affanno) necessita di una rivalutazione immediata della terapia e l’introduzione di un LABA e/o l’aumento della terapia steroidea . Quindi il cut off proposto dalle LG GINA ci sembra eccessivo e non in perfetta sintonia con gli assunti iniziali sul controllo dell’asma . farmaci di prima scelta per la terapia di fondo Sicuramente gli ICS rappresentano i farmaci di prima scelta per il controllo dell’asma (concetto che andrebbe ben spiegato al paziente che non avverte un beneficio immediato con l’assunzione di ICS in quanto questi non sono dotati di attività broncodilatatrice) (evidenza A, riportata in tutte le LG). In alternativa, seconda scelta sono proposti: gli antileucotrienici, i cromonici ed i teofillinici. I cromonici, per essere efficaci come terapia di fondo devono essere assunti almeno 4 volte al dì, il che rende problematica la compliance; i teofillinici possono avere effetti collaterali; gli antileucotrienici hanno il vantaggio di trattare nel contempo sia i sintomi nasali (il 50-70% degli asmatici è affetto da rinite cronica) sia l’asma, in particolare nei periodi di elevata esposizione agli allergeni (asma e rinite allergica concomitante anche stagionale.) (Walters et al metanalisi Cochrane 2000-2002, Duchrame metanalisi Co chrane 2002) Commento: quale dosaggio di ICS è consigliato per iniziare la terapia nell’asma lieve persistente ? I dosaggi consigliati dalle LG davanti ad un paziente con asma lieve persistente, variano da 200 a 500 mcg die di BDP La scelta iniziale dipende dal giudizio clinico di severità. Come terapia iniziale non è stato comunque dimostrato che una terapia d’attacco (con elevate dosi di ICS) che poi vengono rapidamente ridotte fino al mantenimento , non sia più vantaggiosa rispetto al trattamento iniziale con le dosi di mantenimento. Negli adulti è ragionevole iniziare con dosi pari a 400 mcg di BDP o equivalenti e nei bambini con 200 mcg. Ovviamente la terapia va poi rivista ed i dosaggi ridotti al minimo indispensabile. 24 ASM A PERSISTENTE DI M EDIA GRAVITA’ I pazienti con asma di media entità persistente, per raggiungere e mantenere il controllo dell’asma necessitano quotidianamente di farmaci antiasmatici di fondo. Il miglior trattamento antiasmatico di fondo è rappresentato dalla combinazione tra cortisonici per via inalatoria (da 200 a 1000 mcg di Beclometasone, da 400 a 1000 mcg di budesonide, da 250 a 500 mcg di fluticasone o equivalenti suddivisi in almeno 2 dosi giornaliere) e B2 agonisti per via inalatoria a lunga durata d’azione 2 volte al giorno. (evidenza A) Se l’asma non è controllata con basse dosi di cortisonici per via inalatoria (fino a 500 mcg di Beclometasone o equivalenti ) le alternative terapeutiche sono le seguenti: aggiungere un LABA, aggiungere un antileucotrienico, aggiungere un teofillinico, raddoppiare la dose degli steroidi. L’alternativa più vantaggiosa è rappresentata dall’associazione tra un cortisonico inalatorio e un LABA (evidenza A) La combinazione fissa di cortisonici e LABA per via inalatoria è una modalità conveniente di somministrazione di questo trattamento. In aggiunta al trattamento regolare di fondo devono es sere disponibili i B2 agonisti per via inalatoria a rapida insorgenza d’azione, da somministrare al bisogno, per la risoluzione dei sintomi, ma non devono essere assunti più di 3-4 volte il giorno. Commento : associazione tra farmaci nell’asma moderata Numerosi studi dimostrano che la curva dose risposta agli steroidi dopo i 400-600 mcg di BPD o equivalenti è solitamente piatta per cui aumentando ulteriormente il dosaggio i miglioramenti clinici ottenibili sono molto modesti, ma si incrementano notevolmente i possibili effetti collaterali. Per tale motivo è più vantaggioso trattare i pazienti non ancora ben controllati con dose di ICS medio-basse con l’aggiunta di un altro farmaco di fondo piuttosto che aumentare o ra ddoppiare il dosaggio di steroide inalatorio. (Shrewsbury et al revisione sistematica 2000, revisione sistematica NAEEP 2002,Davies et al revisione sistematica 1998) Due metanalisi hanno dimostrato che l’associazione tra un ICS ed una LABA consente di controllare meglio ed induce un miglioramento della funzione respiratoria maggiore rispetto al raddoppio della dosaggio degli steroidi. Studi testa a testa e metanalisi hanno inoltre confermato che tale associazione è più efficace, nel controllo della malattia, rispetto all’associazione tra ICS e teofillinici o ICS ed antileucotrienici. Un recente studio controllato però dimostra che l’aggiunta di un antiLT a pazienti con asma scarsamente controllata con dosi medio -basse di ICS è altrettanto efficace del raddoppio degli ICS. 25 BTS: (TAB 14) utilità dell’associazione tra farmaci nell’asma moderata e definizione del dosaggio soglia di ICS dopo cui iniziare una terapia di associazione Le LG BTS sottolineano che al momento non è noto il dosaggio esatto dopo cui deve essere associato un secondo farmaco di fondo. L’associazione con un secondo farmaco è stata valutata nell’adulto in un range di 200-1000 mcg BDP e nel bambino sopra i 400 mcg BDP , già a 200 mcg di BDP molti pazienti si giovano di più della terapia in associazione rispetto all’aumentodell’ICS. Nel definire il valore soglia per l’associazione bisogna inoltre considerare che per dosaggi di BDP maggiori di 800 mcg die gli effetti collaterali cominciano ad essere più frequenti. Si raccomanda pertanto di intraprendere un trial con un farmaco in associazione agli ICS prima di aumentare gli ICS a dosaggi fino ad 800 mcg nell’adulto ed a 400 mcg nel bambino. (evidenza A) La terapia di associazione di prima scelta con gli ICS negli adulti e nei bambini (5 -12 anni) è rappresentato da un LABA (evidenza A) Se il controllo dell’asma rimane sub ottimale dopo l’aggiunta del LABA allora la dose di ICS potrebbe essere aumentata a 800 mcg die negli adulti e 400 mcg die nei bambini. ( evidenza D) Nel caso in cui il controllo sia ancora insufficiente possono essere pres i in considerazione trial sequenziali con anti leucotrienici, teofillinici o B2 agonisti orali in compresse (sospendendo i LABA inalatori) AS MA P ERS IS TEN TE GRA V E Nell’asma grave persistente lo schema terapeutico prevede la somministrazione quotidiana di più farmaci antiasmatici di fondo. Innanzitutto cortisonici per via inalatoria ad alte dosi ( > 1000 mcg die di BDP o equivalenti) e B2 agonisti a lunga durata d’azione , 2 volte il dì (evidenza A) Un miglior controllo dell’asma può essere ottenuto con la somministrazione di ICS 4 volte il giorno anziché 2. (evidenza A) L’aggiunta di un LABA è l’opzione di prima scelta, anche se possono essere considerati in alternativa la teofillina a lento rilascio, gli antileucotrienici o i B2 agonisti a lunga durata per via orale ( evidenza B) Possono altresì proporsi associazioni di più farmaci di fondo: ICS, LABA, antileucotrienici o teofillinici. Nei pazienti in cui non sia possibile ottenere un soddisfacente controllo dell’asma anche con tali associazioni deve essere effettuata una terapia orale con cortisone (al minimo dosaggio possibile). Nei pazienti cortico dipendenti che devono utilizzare significative dosi di cortisone per os e che presentano effetti collaterali sistemici si possono considerare l’impiego di schemi terapeutici con farmaci immunosoppressori. (evidenza B) 26 Commento : L’asma bronchiale grave cortico dipendente e asma ‘’difficile’’ Prima di poter definire un’asma grave come cortico dipendente, quindi che necessita di una terapia giornaliera con cortisone orale, occorre assicurars i che : • • • • il paziente assuma correttamente la terapia prescritta in particolare quella inalatoria (verifica della compliance, in questo caso si tratta di un’asma cosiddetta ‘’difficile’’); sia trattato con la dose massimale di cortisonici inalatori: superiori a 2000 mcg BDP o equiventi; siano state provate eventuali terapie di associazione con altri farmaci (teofillinici antileucotrienici), anche se diversi studi hanno dimostrato una scarsa efficacia di questi farmaci come terapia addizionale nell’asma grave; siano stati individuati tutti i fattori di aggravamento e scatenamento e che questi siano stati adeguatamente trattati o rimossi ( GER , allergie, intolleranze alimentari ….. ). Si stima che i pazienti effettivamente cortico dipendenti possano rappresentare il 1-4% del totale. Frequentemente gli asmatici corticodipendenti sono donne, con età maggiore di 35 anni ASA sensibili. Nei pazienti che devono utilizzare elevate dosi di steroidi orali, in aggiunta agli steroidi inalatori, e con effetti collaterali conseguenti alla terapia steroidea , può essere consigliato un trattamento sostitutivo con farmaci immunosoppressori (metotrexate, azatioprina, sali d’oro, ciclosporina) nel tentativo di ridurre la terapia steroidea orale. Si tratta di farmaci difficilmente maneggevoli e con possibili seri effetti collaterali; l’indicazione all’ impiego e la terapia deve essere effettuata solo da centri altamente specializzati. Analogamente è stato dimostrato che la desensibilizzazione con ASA nei soggetti ASA sensibili può migliorare la sintomatologia nei soggetti ASA sensibili eventualmente cortico dipendenti (frequente evenienza), è stata proposta anche una terapia con ASA inalatoria ( con attività antinfiammatoria) anche nei sogg etti asmatici cortico dipendenti non ASA sensibili. Commento: Asma bronchiale cortico resistente. Alcuni pazienti sembrano rispondere poco alla terapia cortisonica sia inalatoria che orale , necessitano cioè di dosaggi decisamente elevati per ottenere modesta risposta; dato che il cortisone rappresenta il farmaco cardine nel trattamento dell’asma è inevitabile che i pazienti cortico resistenti siano trattati anche con cortisone orale al fine di migliorare il controllo della malattia . Si tratta di una p atologia rara e non ci sono dati epidemiologici a riguardo. Recentemente è stato osservato che gli asmatici fumatori hanno un certo grado di cortico resistenza (necessitano di dosaggi di ICS superiori alla norma) e ciò è verosimilmente connesso allo stress ossidativo indotto dal fumo che inibisce l’attività antinfiammatoria del cortisone a livello di trascrizione nucleare; lo stress ossidativo infatti inibisce la istone deacetilasi (HDAC), enzima nucleare attivata dal cortisone e che ha un effetto inibent e sulla trascrizione nucleare delle citochine (attività antinfiammatoria). Una riduzione dell’attività della HDCA è anche probabilmente presente nei soggetti asmatic i con asma ‘’cortico resistente’’. Un possibile marcatore di questi pazienti potrebbe essere la persistenza di elevate dosi di NO espirato malgrado la terapia massimale cortisonica inalatoria ed orale. 27 Riduzione della terapia di mantenimento (step down) Le LG GINA sottolineano che una volta ottenuto e mantenuto il controllo dell’asma per almeno tre mesi, dovrebbe essere tentata una riduzione graduale del trattamento, per identificare il trattamento minimo necessario per mantenere il controllo della malattia (vedi follow up terapeutico) Approccio delle LG BTS alla terapia a lungo termine dell’asma. A differenza delle LG GINA, le LG BTS distinguono gli step terapeutici non tanto in base alla gravità della malattia, per cui ad ogni stadio corrisponde necessariamente una terapia , ma piuttosto sulle necessità terapeutiche (tipo e dosaggio) di farmaci necessari per controllare l’asma. La severità in questo caso è definita accuratamente solo a posteriori come step -terapeutico necessario per trattare adeguatamente il paziente. Il tutto è finalizzato quindi al controllo dell’asma enfatizzando il processo di step-up e step-down. Sono distinti i seguenti step terapeutici : • • • • • 1°step: 2°step: 3°step: 4°step: 5°step: asma lieve intermittente trattamento regolare preventivo terapia di associazione scarso controllo persistente frequente o continuo uso di cortisonici orali 6 - TERAPIA INALATORIA La terapia inalatoria rappresenta la modalità più efficace per somministrare i farmaci nell’ asma bronchiale in quanto consente di ottenere i massimi vantaggi in termini di efficacia con i minimi effetti collaterali di tipo sistemico. Questo vale sia per i broncodilatatori (B2 adrenergici ed anticolinergici) sia per gli steroidi inalatori. I farmaci possono essere somministrati per via inalatoria con diverse modalità e devices: 1) Aerosol continuo, con nebulizzatori pneumatici od a ultrasuoni. 2) MDI (metered dose inhaler o bombolette spray) 3) DPI (dry powder inhaler, o inalatori di polveri) Ogni modalità presenta vantaggi, svantaggi e specifiche indicazioni. Tutte le LG sottolineano che dovrebbe essere posta la massima attenzione ad individuare l’inalatore più adatto per quel singolo paziente. 1) Aerosol continuo (nebulizzatore): risolve i problemi di coordinazione ventilo motoria , necessita però di un’apparecchiatura costosa che deve essere periodicamente controllata (necessità di cambiare ampolle e filtri); l’impiego è oneroso per il paziente sia in termini di tempo che in termini economici. Indicazioni: pazienti con impossibilità all’impiego di altri inalatori, durante la fase di riacutizzazione (in alcuni casi). 2) MDI: comodo e poco costoso, ma circa il 60-70% dei pazienti ha problemi circa il corretto impiego, in particolare per quanto concerne la coordinazione ventilo motoria (questo si verifica in particolare nei pazienti anziani). 28 In questi casi è raccomandato l’imp iego di distanziatori o camere, di MDI attivati dal respiro del paziente e DPI. L’HFA in alternativa ai CFC (che saranno banditi tra alcuni anni) è attualmente il propellente utilizzato dalla maggior parte dei MDI; tale formulazione consente di ottenere caratteristiche granulometriche migliori rispetto all’impiego del CFC. Camere o distanziatori: risolvono il problema della coordinazione ventilo motoria, migliorano la deposizione polmonare dei farmaci, riducono la deposizione oro -faringea ma sono ingomb ranti; inoltre, per problemi elettrostatici, parte del farmaco si deposita sulle pareti. 3) DPI: non richiedono coordinamento ventilo motorio (sono attivate dal paziente), ma in alcune formulazioni è presente una significativa quantità di lattosio. Sono presenti in commercio diversi modelli che si differenziano per la granulometria dell’aerosol prodotto, la deposizione polmonare dei farmaci e la possibilità di effettuare più somministrazioni (multidose) che sono, generalmente, i preferiti dal paziente. Alcune metanalisi (Brocklebank 2002) hanno dimostrato che non è apprezzabile una significativa differenza nell’o utcome (VEMS, QV….) dei pazienti trattati con diversi inalatori: pertanto, dal punto di vista dell’efficacia , sono equivalenti. Solitamente i DPI, per comodità, sono preferiti dal paziente rispetto ai MDI. Nei soggetti asmatici alcuni DPI (Turbohaler) grazie alla produzione di un aerosol con granulometria particolarmente fine (maggior frazione di farmaco erogato come frazione respirabile), è poss ibile ottenere lo stesso effetto terapeutico, rispetto a dose doppie di farmaco erogato con un devices alternativo ; lo stesso fenomeno, sempre a causa di una più fine granulometria, si ottiene anche nel caso dell’impiego del beclometasone in MDI che utilizza HFA come propellente. L’impatto clinico di tali dati non è però ancora definito, come sottolineato dalla metanalisi precedentemente citata . Raccomandazioni : Se il paziente non è in grado di utilizzare correttamente un certo inalatore, deve essere ricercata un’alternativa tra gli altri inalatori. Un inalatore deve essere prescritto solo dopo che il paziente ha ricevuto un adeguato addestramento all’impiego di quello specifico inalatore e ha dimostrato di effettuare correttamente la manovra. Il medico deve valutare regolarmente (ad ogni visita) il corretto impiego dell’inalatore e se necessario correggere il paziente (i pazienti anziani tendono a dimenticare rapidamente la corrette tecnica di inalazione e necessitano di periodici rinforzi). 29 7- ALTRE TERAPIE : IMMUNOTERAPIA L’ immunoterapia specifica con estratti allergenici (ITS) viene utilizzata (in molti paesi) per il trattamento delle malattie allergiche compresa l’asma , ed ha dato buoni risultati in particolare nel trattamento della rinite allergica. Alcuni lavori suggeriscono che l’ITS determini una differenziazione a carico del sistema immunitario delle cellule TH2 (che sostiene il fenotipo atopico) in senso TH1. I migliori risultati sono stati ottenuti nel paziente affetto da rinite allergica , oppure nei pazienti non disponibili ad assumere farmaci per periodi prolungati, e l’efficacia contro placebo è stata dimostrata da una recente metanalisi Cochrane (evidenza A) A causa degli interrogativi ancora non completamente risolti (quando ed in quali soggetti, con quanti allergeni, con quale dosaggio totale, per quanto tempo?) e del modesto effetto dell’immunoterapia specifica nell’asma, specialmente rispetto ai cortisonici inalatori, i possibili benefici di questa terapia devono essere valutati in relazione al rischio di effetti collaterali (occasionalmente fatali) ed alla scomodità di una terapia sottocutanea prolungata. In base alle conoscenze fino ad ora acquisite l’ITS dovrebbe essere presa in considerazione dopo il fallimento delle misure di prevenzione ambientali e della terapia farmacologia, compresi gli ITS. Non esistono studi che confrontino ITS e terapia farmacologia (LG GINA ) Commento: asma e allergia non sono sinonimi E’ possibile riconoscere una componente alle rgica in circa il 50% degli adulti con asma bronchiale e nel 70% dei bambini. Per consuetudine gli asmatici con componente allergica vengono definiti ‘’estrinseci’’ e quelli senza componente allergica ‘’intrinseci’’. Non esistono differenze dal punto di vista terapeutico (né anatomo patologico) tra le due tipologie di asmatici, tranne che nei soggetti con asma lieve, nei quali può essere considerata l’opportunità di effettuare un’ITS, mentre in tutti gli allergici devono essere messe in opera tutte le norme possibili in modo da evitare il contatto con gli allergeni. Si può cosi sintetizzare il problema : gli atopici rappresentano circa il 25-30% della popolazione, ma solo il 8% sono asmatici (adulti) di cui il 50% sono allergici (4%). L’atopia e la rinite allergica rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo dell’asma , ma se un soggetto diventerà o meno asmatico dipende dall’interazione genotipo -fenotipoambiente ed attualmente non abbiamo gli strumenti per poterlo prevedere. Non è ancora noto l’effetto,sulla storia naturale dell’asma, di un trattamento antinfiammatorio precoce o dell’immunoterapia (possibilità di remissione della malattia?). 8 - COME EFFETTUARE IL FOLLOW UP CLINICO e TERAPEUTICO (Tab 15) FOLLOW UP CLINICO Ad ogni visita di controllo, posta la diagnosi e la terapia, occorre: • • • • rivalutare la storia clinica rivalutare i fattori di scatenamento ripetere l’esame fisico misurare la funzione polmonare 30 Nella storia clinica occorre ricercare : • • • • • • • Disturbo delle normali attività (lavoro, scuola , hobby, ecc.) Disturbi del sonno (risvegli notturni) Aumento dell’ impiego dei B2 agonisti Aderenza al piano di trattamento Frequenza delle esacerbazioni e durata dell’intervallo libero Sintomi che suggeriscono condizioni di comorbilità, che possono rappresentare fattori di aggravamento, o diagnosi alternative (errata diagnosi) Effetti collaterali dei farmaci Commento La rivalutazione della storia clinica del paziente consente di individuare i fattori che possono influenzare negativamente il controllo dell’asma (fattori di scatenamento e comorbilità), la cui rimozione può determinare un miglioramento della malattia. I sintomi chiave che indicano un peggioramento dell’asma sono rappresentati da comparsa di sintomi notturni e da severi sintomi diurni oltre che dall’aumento dell’impiego dei broncodilatatori al bisogno. Le LG NEEP sottolineano che i sintomi che compaiono al mattino e che non migliorano in pochi minuti dopo l’uso di B2 sono predittivi di uno scarso controllo della malattia. Al fine di valutare il controllo della malattia può essere utile la compilazione di un questionario della QV. Storia clinica - altri elementi anamnestici importanti • • • visite in PS, ricoveri ospedalieri; farmaci utilizzati , in particolare gli steroidi orali; precedenti esami di funzionalità respiratoria che dimostrano una severa ostruzione o la variabilità della funzione respiratoria (confermano la diagnosi); Commento Nel paziente asmatico noto, il numero di ricoveri ospedalieri e delle visite in PS, l’impiego di terapia steroidea cronica per os o la necessità di elevati dosaggi di ICS, rappresentano importanti indicatori di severità e della necessità di un follow up più stretto (inoltre utilità di una osservazione e trattamento ospedaliero durante le riacutizzazioni ). 31 Storia clinica - valutazione dei fattori di scatenamento • • • Indagare sull’esposizione a fattori di scatenamento allergici , o ccupazionali, irritativi; verificare che siano state messe in opera procedure di riduzione dell’esposizione (bonifica ambientale per allergia al dermato fagoide ….. ) verificare che le patologie che possono aggravare l’asma (MRGE, rino-sinusiti) siano sotto controllo Commento: cause di riacutizzazioni Gli allergeni rappresentano, assieme alle infezioni virali, una delle più comuni cause di grave esacerbazione. Ricercare inoltre sempre attentamente: intolleranze farmacologiche (FANS), asma professionale (fino al 15% delle asme totali). La MRGE è tre volte più comune nell’asmatico rispetto ai controlli, è dubbio però l’impatto della terapia antireflusso sul decorso dell’asma . Commento: prevenzione Prevenzione primaria: non è ancora attuabile, ma è possibile che si possa ridurre il rischio di sviluppare eczema atopico nel figlio con la prescrizione di una dieta con eliminazione degli antigeni ad una donna ad alto rischio in allattamento , così come col praticare nei primi mesi di vita una dieta ipoallergenic a (astenersi dal latte vaccino), e ridurre al minimo gli aeroallergeni (non fumare in presenza del bambino perché ciò aumenta l’incidenza dell’asma). Prevenzione secondaria: una volta comparsa la sensibilizzazione allergica, al fine di prevenire l’eventuale evoluzione asmatica, potrebbe essere utile l’allontanamento dall’allergene (se possibile, efficace nell’asma professionale); un possibile effetto preventivo è probabilmente ottenibile con l’impiego di antistaminici e dell’immunoterapia, ma questi dati dovranno essere confermati. Prevenzione terziaria: evitare l’esposizione agli allergeni, evitare l’esposizione a inquinanti degli ambienti esterni ed interni (fumo di sigaretta, agenti professionali), evitare particolari farmaci (per intolleranza FANS, sempre i B bloccanti e quelli a cui si è sensibili) Non è noto se un precoce trattamento antinfiammatorio sia in grado di determinare durature remissioni della malattia (quindi di modificarne la storia naturale). 32 Esame fisico - ricercare: • segni di attuale riacutizzazione; • la comparsa di segni fisici di malattie che possono rappresentare dei fattori di aggravamento dell’asma (presenza di rino-sinusite cronica con scolo retronasale); • altezza nei bambini (in terapia con cicli di steroidi o ICS); • complicanze della terapia steroidea cronica. Commento : L’ esame fisico può aiutare a valutare la presenza di effetti collaterali della terapia con steroidi (assottigliamento della cute, presenza di ecchimosi, cataratta, candidosi orale, disfonia, aspetto cuschingoide, aggravamento ipertensione, ecc.) o dei B2 agonisti (comparsa di extrasistoli od aritmie cardiache, tremori agli arti superiori). E’ bene inoltre monitorare i soggetti di età medio-anziani (in particolare le donne in menopausa) per la comparsa di osteoporosi , di cui l’esame fisico può rappresentare un primo approccio. Nei bambini, inoltre, và controllato l’accrescimento. Misura della funzione polmonare • Ad ogni visita di controllo è utile misurare la funzione respiratoria ; • è consigliata l’esecuzione di 1 spirometria /anno a seconda dei casi (vedi follow up); • i due principali metodi di misurazione della funzione respiratoria sono la spirometria (VEMS) e il PEF. La spirometria è più precisa e offre maggiori informazioni rispetto alla misura del PEF . Commenti. Il confronto tra diverse spirome trie effettuate ad ogni controllo consente di valutare quale sia il grado di massima normalizzazione della funzione respiratoria (il cosiddetto miglior valore funzionale raggiungibile, personal best) in presenza di un ottimale controllo dei sintomi (questo vale anche per il PEF) oltre che a confermare la diagnosi (variabilità dell’ostruzione). Il monitoraggio quotidiano della funzione respiratoria con il PEF è particolarmente utile nei pazienti con asma moderata o grave, al fine di poter meglio definire la dose minima di farmaci necessari per controllare la malattia e poter individuare per tempo le eventuali riacutizzazioni. E’ utile anche nei pazienti che sottostimano la propria sintomatologia. La misura del PEF è pertanto molto più utile per il follow u p che per la diagnosi di asma. Una riduzione del PEF maggiore del 20% rispetto al valore migliore personale o abituale , è un indice di aggravamento della malattia. Il NO espirato attualmente rappresenta un test utile al fine della monitorizzazione (cont rollo dell’asma in caso di riduzione o stabilità dei livelli nell’espirato) e per la diagnosi di asma. Recenti lavori hanno dimostrato che può predire un possibile peggioramento dell’asma, meglio rispetto alla misura del PEF od al diario dei sintomi, e quindi è attualmente proposto come un utile strumento di monitoraggio della malattia. La misura della funzione respiratoria deve assumere lo stesso significato diagnostico –funzionale della misura della pressione arteriosa nell’iperteso (LG GINA ) . 33 (B) FOLLOW UP TERAPEUTICO Definizione del grado di severità dell’asma e rivalutazione della terapia Tutte le informazioni raccolte (variazioni dei sintomi e della funzione respiratoria e degli altri indici di attività della malattia elencati) consentono di rivalutare correttamente il grado di severità della malattia che può essere riconfermato o il paziente può essere classificato, secondo il percorso già precedentemente illustrato (definizione della severità), come affetto da asma più o meno severa. La nuova attribuzione del livello di severità consentirà di impostare una terapia conseguente ed adatta al momento specifico del paziente. Ad ogni controllo quindi la terapia potrà essere : • • • confermata, ridotta (step down), aumentata (step up) La necessità di queste continue modifiche è dettata dal fatto che l’asma è una malattia variabile , pertanto la terapia deve essere frequentemente adattata al livello di severità del paziente in quel preciso momento della storia naturale della sua malattia. Il Royal College of Phisicians ha recentemente proposto delle domande (minime) che dovrebbero essere poste ai pazienti ad ogni controllo , al fine di valutare il controllo della malattia e quindi poter procedere ad eventuali modif icazioni della terapia (riduzioni in caso di risposte costantemente negative): La scorsa settimana o nello scorso mese (LG GINA 2002) • • • Ha avuto difficoltà a dormire a causa dell’asma ? (compresa la tosse ) Ha avuto i soliti sintomi respiratori durante il giorno (tosse respiro sibilante , affanno,dolore toracico) ? L’asma ha interferito con le attività abituali ( es. lavori domestici ,scuola,lavoro ecc) ? Le LG GINA sottolineano che una volta ottenuto e mantenuto il controllo dell’asma per almeno tre mesi, dovrebbe essere tentata una riduzione graduale del trattamento per identificare il trattamento minimo necessario per mantenere il controllo della malattia , al fine di migliorare la compliance e di ridurre gli effetti collaterali dei farmaci. La riduzione del trattamento farmacologico dell’asma dovrebbe essere graduale, riducendo la dose di circa il 25% ogni 3 mesi o sospendendo il broncocostrittore nei soggetti in trattamento con basse dosi di cortisonici per via inalatoria. La riduzione della terapia combinata dovrebbe iniziare col ridurre la dose dei cortisonici per via inalatoria; una volta raggiunta la dose di 500 mcg di BDP o equivalenti, si può considerare la sospensione della terapia adiuvante (evidenza D, LG GINA) In pratica la riduzione segue il processo inverso a quello che è il processo di adattamento terapeutico in fase di iniziale. Le LG BTS sottolineano che il paziente deve essere trattato (a lungo termine) con la dose minima di steroidi inalatori necessaria per controllare la malattia , ma la riduzione della terapia deve essere molto graduale per evitare un peggioramento clinico. 34 Commento: riclassificazione della severità dell’asma nel follow up La riclassificazione della severità è un momento fondamentale delle visite di controllo perché in questo giudizio devono essere riassunti tutti i dati raccolti durante la visita (sintomi , valutazione del diario dei sintomi e del PEF, misura della funzione respiratoria, ecc.). Il processo è il seguente: (esempio) un’asma bronchiale trattata come lieve persistente, quindi con basse dosi di ICS e SABA al bisogno, con un buon controllo dei s intomi, potrà essere classificata alla visita medica effettivamente come asma bronchiale di grado lieve persistente (conferma del livello di gravità); la terapia potrà essere mantenuta , o se il paziente è clinicamente stabile da molto tempo , ridotta. Viceversa, un’asma trattata come lieve persistente, con basse dosi di ICS e SABA al bisogno, ma sintomatica (sintomi giornalieri e notturni per 3-4 volte a settimana o con un VEMS < 60%) deve essere classificata alla visita medica di controllo come asma bronchiale di grado grave. In questo caso la terapia deve essere decisamente aumentata e l’apporto dei farmaci deve essere mantenuto elevato almeno per alcuni mesi. Attenzione : prima di aumentare la terapia, in caso di scarso controllo, assicurarsi che il paziente abbia assunto scrupolosamente i farmaci ed i dosaggi prescritti. Verificare sempre la correttezza delle manovre di inalazione dei farmaci (impiego degli inalatori) Commento: il controllo dell’asma - criticità La definizione del controllo dell’asma è un argomento particolarmente complesso, in quanto i pazienti hanno raramente un’esatta percezione della severità dei propri sintomi. Nel trattamento dei pazienti asmatici è di comune riscontro il fenomeno della sovra o sottostima dei propri sintomi (più frequentemente la sovrastima dei sintomi respiratori è però osservabile nei soggetti con disturbi respiratori che poi non si dimostrano tali, mentre nei pazienti con asma moderata severa è molto più frequente la sottostima). Numerosi studi che hanno valutato il livello del controllo dell’asma e se nella ‘’vita reale’’ fossero stati effettivamente raggiunti gli obbiettivi esplicitati nelle LG dell’ asma (vedi terapia), hanno evidenziato come frequentemente i pazienti che ritenevano di essere soddisfatti della terapia antiasmatica in uso avessero invece frequenti episodi di broncospasmo sia diurni che notturni Pertanto nella ‘’cosiddetta vita reale‘’ un effettivo controllo della malattia rappresenta un obiettivo non attualmente raggiunto dalla maggior parte dei pazienti. 35 Commento: quando può essere effettuato lo step down Non esistono studi controllati che consentono di poter determinare con sicurezza quando è più conveniente effettuare lo step down. Le LG suggeriscono che quando il paziente è clinicamente stabile da 3 mesi, può essere tentato un attento step down della terapia (progressiva riduzione degli ICS e successiva sospensione dei LABA). In alcuni pazienti la terapia può essere sostanzialmente ridotta , mentre in altri ogni tentativo di riduzione si trasforma in un insuccesso . Queste variabili dipendono dall’interazione genotipo – fenotipo - ambiente e sono caratteristiche della storia naturale di ogni paziente. Dopo una riduzione terapeutica ed un periodo di relativa stabilità può seguire nuovamente una riacutizzazione più o meno lieve e la necessità di riprendere i dosaggi iniziali, di qui la necessità di coniugare il miglior controllo della malattia (quanto più totale possibile) con un approccio terapeutico flessibile. In questo senso, per facilitare la pratica dello step down potrebbe essere utile disporre di misure obbiettive e indicatori predittivi dell’attività della malattia. (vedi variabilità del PEF, Ossido Nitrico espirato, valutazione della broncorettività, eosinofilia nell’espettorato, ECP nel siero, ecc.) Recenti lavori hanno confrontato diverse modalità di effettuare lo step down: in base ai sintomi (come consigliato dalle LG) o utilizzando criteri obbiettivi (misura della reattività bronchiale, ipereosinofilia nell’es pettorato, misura dell’Ossido Nitrico espirato) ed hanno dimostrato che utilizzando dei parametri misurabili è possibile ridurre significativamente il dosaggio dei cortisonici inalatori (del 50% rispetto al gruppo che utilizza solo i sintomi) senza compromettere il controllo della malattia. Questo dato è stato recentemente confermato per l’Ossido nitrico espirato che, in quanto metodo di facile esecuzione e non invasivo, rappresenta la metodica di prima scelta al fine del follow up funzionale dell’asma. 36 Commento : compliance e concordance Un elemento che frequentemente rende difficoltoso sia un corretto trattamento che lo step down della terapia è rappresentato dalla scarsa compliance del paziente alla terapia. Fattori che determinano una scarsa compliance sono : • paura dell’impiego degli steroidi inalatori a lungo termine ( steroidofobia) • incapacità ad utilizzare correttamente l’inalatore prescritto • terapie troppo complesse (molti farmaci più volte al giorno) • cattivo rapporto medico-paziente (scarso colloquio) • scarsa informazione sull’asma e l’impiego dei farmaci antiasmatici. Un paziente con scarsa compliance è più frequentemente soggetto a riacutizzazioni e ricoveri ospedalieri; il medico deve pertanto attuare tutte le strategie per migliorare il rapporto medico paziente e la ‘’concordance’’. E’ necessario perciò discutere con il paziente la natura dell’asma e la necessità di una terapia cronica con farmaci antinfiammatori che non determinano un beneficio soggettivo immediato, ma sono i farmaci più importanti per il controllo della malattia ; si deve anche valutare se il paziente può accettare regimi terapeutici complessi o, in caso contrario, trovare un compromesso tra efficacia ed accettazione (concordare con il paziente la terapia) . Coinvolgere il paziente nella gestione e nel controllo della malattia stimolandolo a compilare un diario dei sintomi e dei farmaci con eventuali indicazioni sul primo intervento in caso di peggioramento (piano d’azione). E ancora: valutare sempre come il paziente effettua la terapia inalatoria, e scegliere l’inalatore più adatto per quel paziente. Molti di questi problemi possono essere risolti con un corretto approccio educazionale . LG BTS Il termine ‘’compliance’’ sottintende un modello terapeutico tradizionale di tipo prescrittiv o. Il nuovo termine ‘’concordance’’ vuole sottolineare il rispetto delle finalità del medico e del paziente sia verso una corretta prescrizione che verso la ricerca di salute da parte del paziente , ed è da intendersi come un accordo negoziato tra i due. La ‘’non concordance’’ descrive l’incapacità di entrambe le parti di giungere ad una reciproca comprensione e non solamente il fallimento del paziente nel seguire le indicazioni del medico (scarsa compliance) ( C) QUANDO EFFETTUARE IL FOLLOW UP DEL PAZIENTE ASMATICO L’asma è una malattia cronica e come tutte le malattie croniche richiede rivalutazioni periodiche di tipo clinico-funzionali e terapeutiche, al fine di ridefinire la severità della malattia e la terapia; inoltre l’asma, contrariamente ad altre malattie cronich e, non è clinicamente stabile ma varia in relazione a periodi di stabilità o riacutizzazioni e necessita di periodici adeguamenti. (vedi paragrafo: follow up clinico). Alla visita dovrà essere valutato se è possibile effettuare uno step down della terapia, e occorrerà rivedere il piano di azione scritto , controllare la compilazione del diario dei sintomi e del PEF (nei 37 moderati –severi), rivalutare la tecnica d’in alazione (in tutti) e misurare il PEF o meglio la funzione respiratoria. Il programma di follow up proposto dagli esperti (GINA, CMJ, NEEP, ICSI 2005) è il seguente: Severità follow up Lieve intermittente 6- 12 mesi Lieve persistente 6 mesi Moderata 3 mesi Grave persistente 1-2 mesi Si consideri che 3 mesi sono l’intervallo di tempo necessario per valutare la stabilità del paziente ai fine di ridurre la terapia (step down) (LG. GINA) Considerazioni su quando consultare uno specialista (ICSI 2005) Devono effettuare una valutazione specialistica (con relativo follow up se indicato ) i pazienti: - con asma severa e moderata, - i bambini con asma da moderata a severa La valutazione specialistica deve essere effettuata quando l’asma è poco controllata o complessa, quando si presentano episodi di asma quasi fatale o asma complicata da altre condizioni mediche e quando occorra porre diagnosi con prove funzionali o sia necessario eseguire test quali test allergologici, test di broncoprovocazione o misura di marcatori di flogosi delle via aeree (NO espirato, eosinofili nell’espettorato). E’ opportuno che i pazienti siano sottoposti ad un intervento educazionale. 9 - EDUCAZIONE NELL’ASMA L’educazione del paziente rappresenta un elemento essenziale al fine del successo del trattamento dell’asma. L’intervento educazionale deve essere effettuato al momento della diagnosi e deve proseguire durante tutto il trattamento. A tutti i pazienti asmatici, in particolare a quelli che sono stati ricoverati in ospedale, dovrebbe essere offerto un supporto educazionale, incluso un piano di azione s critto che indichi gli specifici bisogni del paziente. (evidenza A . LG BTS) Tutte le LG sottolineano che l’educazione dell’asma è un processo e non un singolo evento. Per semplificazione riassumiamo i principali contenuti che devono essere trasmessi al paziente durante gli incontri educazionali o le visite asmologiche di controllo. Nozioni di base riguardo l’asma - Perché si diventa asmatici - Come sono le vie aeree dei soggetti asmatici - Cosa succede durante un attacco d’asma - Come si riconosce l’aggravamento dell’asma - Come si monitorizza l’asma Misure di controllo ambientale - Identificare e evitare l’esposizione a allergeni o a fattori di scatenamento Quali sono i farmaci attivi nel trattamento dell’asma e come devono essere utilizzati? - Controllo a lungo termine: i farmaci che controllano la malattia e riducono l’infiammazione 38 - Farmaci di pronto impiego: broncodilatatori a breve durata d’azione - Sottolineare l’importanza del trattamento a lungo termine della malattia Tecnica d’inalazione - Diversi tipi di inalatori : MDI, DPI, nebulizzatori , come e quando impiegarli. - Uso delle camere e dei distanziatori Piano di azione scritto e misura domiciliare del PEF. (allegato A) - Piano d’azione scritto che include i trattamenti giornalieri consigliati e le istruzioni che devono essere offerte ai pazienti riguardo la prevenzione ed i cambiamenti da apportare alla terapia in caso di riacutizzazioni. - Il monitoraggio dei sintomi e le istruzioni per imparare a riconoscere precocemente le riacutizzazioni, l’impiego e l’utilità del misuratore di picco di flusso. - Il medico deve enfatizzare la necessità di un regolare follow up e dell’aderenza alla terapia - Nei bambini discutere nei particolari la prosecuzione della terapia antiasmatica a scuola e la prevenzione dell’asma da esercizio fisico Follow up - Rivedere e modificare il piano alle successive visite di follow up. - Valutare la compliance alla terapia e la messa in pratica delle misure di controllo ambientale. 39 Commento utilità del piano di azione scritto I dati a favore e contro l’uso di piani di azione scritto, piuttosto che la sola comunicazione orale, sono contraddittori. Una metanalisi Cochrane ha valutato il risultato di 25 studi in cui sono stati comparati l’auto trattamento di lievi riacutizzazioni da parte dei pazienti con piano di azione scritto verso quello dei pazienti in cui è stata effettuata la sola comunicazione orale : lo studio non ha dimostrato significative differenze tra i due gruppi. Al contrario una precedente metanalisi (NEEP 2002) dimostrava come il piano d’azione scritto consente di ottenere migliori risultati con riduzione delle visite in PS e delle ospedalizzazioni, migliora mento delle PFR. Pertanto la NEEP continua a raccomandare l’uso di piani d’azione scritti come parte integrante del processo educazionale e di auto trattamento che, secondo le LG, si dimostra di beneficio nell’asma moderata severa. L’integrazione tra una buona supervisione e l’applicazione di self management consentono un ottimale controllo della malattia e riducono la morbilità asmatica, quindi i giorni di lavoro perso, le visite in Pronto Soccorso e le ospedalizzazioni. approccio educazionale e rinforzo del messaggio terapeutico Come abbiamo sottolineato precedentemente, ai fini di un risultato ottimale e di un controllo totale della malattia, occorre un diverso approccio con il paziente; i più recenti lavori insistono sull’utilità di un rapporto medico-paziente non direttivo ed unidirezionale (“devi seguire le prescrizioni”), ma sulla collaborazione e sull’opportunità di concordare la terapia , accogliendo il parere del paziente ad esempio riguardo la preferenza di un certo inalatore o di un farmaco orale aggiuntivo. L’approccio educazionale inoltre fornisce al paziente le conoscenze fondamentali per motivarlo ad effettuare una terap ia a lungo termine ed ad affrontare il primo approccio alle riacutizzazioni, ma le informazioni acquisite durante gli incontri educazionali devono poi essere trasferite in cambiamenti dei comportamenti, anche attraverso l’opera di rinforzo che il medico deve effettuare ad ogni visita di controllo . Nei soggetti anziani e nei bambini è stato osservato un miglioramento dell’impiego degli inalatori dopo apposita istruzione, ma questa maggiore abilità andava rapidamente persa se non era rafforzata ad ogni visita di controllo. Ogni controllo non deve pertanto essere una momento prescrittivi ma di verifica e di motivazione. dove curare il paziente asmatico Abbiamo già visto nella sezione riguardo il follow up quale può essere il ruolo del medico di famiglia e quale quello dello specialista. Per quanto riguarda l’approccio dello specialista sottolineiamo che, a causa della complessità e prevalenza della malattia asmatica, non è verosimilmente opportuno un approccio sotto specialistico, solo fisiopatologico, solo pneumologico-clinico (con pochi dati funzionali), solo allergologico, solo psicologico nel caso in cui concomitino problematiche di tipo psicosomatico, ma è necessaria la valutazione contemporanea di tutte queste variabili, possibilmente in un’unica seduta: potrebbe essere quindi auspicabile la creazioni di ambulatori polifunzionali (di II livello) di cosiddetta allergologia respiratoria o asmologia per le prime diagnosi e gestione dei casi più complessi, dove anche il personale infermieristico sia particolarmente istruito sulle problematiche pneumo allergologiche (come sottolineano le LB BTS ) 40 (Tab 3) TERAPIA PROPOSTA PER LIVELLI DI GRAVITA’ Gravità Step 1 : lieve intermittente Sintomi < 2 volte a settimana Asintomatico al di fuori delle esacerbazioni con PEF normale Esacerbazioni di breve durata (ore-1-2 giorni) Sintomi notturni < 2 volte il mese FEV1 o PEF > 80% teor Variabilità PF < 20% Step 2 : lieve persistente Sintomi > 2 volte per settimana , ma < 1 volta il giorno Esacerbazioni possono limitare l’attività quotidiana Sintomi notturni > 2 volte il mese FEV1 o PEF > 80% teor Variabilità PF < 20- 30 % Step 3: moderata persistente Sintomi : giornalieri Uso giornaliero B2 agonisti. Esacerbazioni limitano la vita quotidiana. Esacerbazioni < 2 per settimana e durano alcuni giorni Sintomi notturni > 1 volta a settimana FEV1 o PEF > 60% teor Variabilità PF < 20% Terapia di fondo Non è necessario alcuna terapia di fondo Terapia di fondo Steroidi inalatori a basse dosi ( I scelta) (< 500 mcg BDP o equivalenti) oppure (altre opzioni) A.LT , Teofillina,cromonici (nell’ordine) Terapia di fondo Steroidi inalatori (200-1000 mcg BDP o equivalenti ) + LABA (I scelta) * oppure (altre opzioni) • • Steroidi inalatori (500-1000 mcg BDP o equivalenti ) + ALT, teofillina o LABA per os Steroidi inalatori ad alte dosi (raddoppio dose) Step 4: Grave persistente Terapia di fondo Sintomi : continui Attività fisica limitata Frequenti esacerbazioni Frequenti sintomi notturni FEV1 o PEF < 60% teor Variabilità PF > 30% ICS (> 1000 mcg BDP o equivalenti ) + LABA ( I scelta) più uno o più dei seguenti : • Antileucotrieni • Teofillina a lento rlascio • Cortisonici orali (solo dopo ottimizzazione della restante terapia) valutare i possibili fattori che rendono l’asma ‘’difficile’’ (vedi testo) STEP DOWN STEP UP Rivedere il dosaggio ogni 1-6 mesi ed effettuare una riduzione graduale quando possibile. In caso di mancato controllo della malattia: - controllare la tecnica inalatoria - controllo ambientale (evitare i fattori di scatenamento dell’asma) - aumentare il dosaggio o variare tipologia dei farmaci Terapia al bisogno Broncodilatatori a breve durata d’azione (B2 agonisti , SABA) , per risolvere i sintomi Se la frequenza dell’impiego dei SABA supera due volte al giorno o si verifica un aumento del loro impiego deve essere considerato l’aggiunta di un LABA e/o aumento ICS. 41 TABELLE : CLASSI DI FARMACI - T TE ER RA APPIIA AD DII FFO ON ND DO O Tab 4 : STEROIDI PER VIA INALATORIA (ICS) FARMACO Beclometasone Dipropionato MDI: CFC: 50/250 mcg DOSAGGI BASSI costi DOSAGGI: DOSAGGI: MEDI ALTI costi costi 250 – 500 50 250 500- 1000 500 1000 >1000 1000 2000 HFA: 100 mcg Budesonide DPI * 100/200 mcg >500 500 1000 100 – 300 100 300 300 – 500 300 500 200 – 600 200 600 400 – 1000 > 1000 400 1000 1000 1400 MDI : 250 mcg 250 – 500 250 500 500 – 1000 > 1000 500 1000 1000 1400 Flunisolide 500 – 1000 1000 – 2000 > 2000 MDI : 50/125/250 50 – 250 250 – 500 > 500 DPI : 100/250/500 50 200 250 500 1000 1500 2000 MDI : 250 mcg Fluticasone (a) Il più importante criterio è rappresentato dal giudizio clinico e dalla risposta del paziente alla terapia. Il clinico deve monitorare la risposta del paziente, valutando diversi parametri clinici e regolare la dose del farmaco; è da sottolineare l’importanza dell’ approccio a gradini per raggiungere il controllo dell’asma . Raggiunto il controllo la dose deve essere aggiustata al minimo , al fine di ridurre gli effetti collaterali (b) Ci sono evidenze che la somministrazione della Bud tramite Turbohaler consente di ottenere un analogo effetto terapeutico rispetto al dosaggio doppio degli stessi farmaci assunti senza dispenser. (c) Ci sono evidenze che il beclometasone somministrato in MDI con HFA consente di ottenere una deposizione polmonare ed una efficacia pari al dosaggio doppio di beclometasone erogato con CFC. (d) La Bud è preferibile in gravidanza ; non ci sono evidenze che altri ICS possano essere privi di effetti collaterali in gravidanza 42 Tab 5: CORTISONICI INALATORI FARMACO Beclometasone Dipropionato MDI: CFC : 50 / 250 mcg (BAMBINO età > 5 anni ) DOSAGGI : BASSI DOSAGGI:MEDI DOSAGGI:ALTI 100 – 350 mcg 350 - 600 mcg > 600 mcg 100 – 200 mcg 200 – 300 mcg > 300 mcg DPI * 100/200 mcg 200 – 400 400 – 800 > 800 MDI: 250 mcg 250 HFA: 100 mcg Budesonide > 1000 Flunisolide MDI : 250 mcg 500 – 750 1000 – 1250 > 1250 50 – 150 150 – 450 > 450 Fluticasone MDI: 50/125/250 DPI: 100/250/500 Vedi note precedenti (a-c) Tab 6 : ANTILEUCOTRIENICI FARMACO ANTILEUCOTRIENICI FORMULAZIONE DOSE (adulto) Dose (bambino) Montelukast Compresse 5/10 mg 10 mg die 5 mg die Zafirlukast Compresse 20 mg 40 mg 43 Tab 7 : CROMONICI FARMACO CROMONICI FORMULAZIONE DOSE ADULTO Disodiocromoglicato MDI: 250 mcg DPI: 200 mcg 2-4 puffs quid Sol : 20 mg 1-4 tid-quid MDI: 250 mcg Fiale : 10 mg 2 puffs bid-quid Nedocromil MDI : 250 mcg Tab 8 BRONCODILATATORI – B2AGONISTI A LUNGA DURATA D’AZIONE FARMACO LABA FORMULAZIONE DOSE (adulto) Commenti Salmeterolo DPI 25 mcg 2 inalazioni ogni 12 ore Può essere utilizzata una dose aggiuntiva in caso di sintomi notturni Non deve essere utilizzato come sintomatico in caso di riacutizzazioni Approvato per bambini con età > 5 a. 1(2) inalazioni ogni 12 ore Può essere utilizzato 1-4 volte / die in caso di peggioramento della sintomatologia. Ha un’azione rapida con durata di 12 ore MDI 50 mcg Formoterolo DPI/turb 4.5 mcg, DPI/turb 12 mcg MDI 12 mcg DPI 12 mcg Tab 9 : ASSOCIAZIONI (UNICO INALATORE) TRA LABA + ICS FARMACO LABA + ICS FORMULAZIONE DOSE (adulto) Commenti Sameterolo (Sal) + Fluticasone (Fl) MDI Sal 25 mcg + Fl 250 /125/50 mcg 2 inalazioni ogni 12 ore Indicata nei pz con BPCO moderata/severa VEMS < 50% DPI (Disk*) Sal : 50 mcg Fl : 500/250/125 mcg Fomoterolo (Fo) + Budesonide (Bud) DPI (Turb*) Fo: 4.5 mcg Bud: 160 mcg 1 inalazione ogni 12 ore 1-2 inalazioni ogni 12 ore Indicata nei pz con BPCO moderata/severa VEMS < 50% 44 Tab 10: TEOFILLINA FARMACO TEOFILLINA Teofillina anidra FORMULAZIONE Compresse lento rilascio Compresse 200 - 300 DOSE (adulto) Dose (bambino) 2 cp die 2 cp die Tab 11 : CORTISONICI SISTEMICI FARMACO CORTICOSTEROIDI Sistemici FORMULAZIONE Metilprednisolone Compresse: 4 mg Fiale: mg DOSE (adulti) DOSE (bambini) Commenti Trattamenti brevi : 40-60 4 – 60 mg 0.25-2 mg /kg mg /die per 5-10 giorni. die * Trattamenti a lungo termine 20 /40/250 con basse dosi giornaliere 5-65 die Trattamenti brevi : 40-60 mg 1-2 mg /kg die mg /die per 5-10 giorni Trattamenti a lungo termine con basse dosi giornaliere Prednisone Compresse : 5/25 mg idrocortisone Fiale 100/200/250/500 mg 100-1000 mg/die Trattamento delle 50-500 mg/die riacutizzazioni asmatiche Per os in monosomministrazione al mattino, Ev o IM solitamente in 1 – 2 somministrazioni die 45 FFA AR RM MA AC CII SSIIN NT TO OM MA AT TIIC CII Tab 12: BRONCODILATATORI : B2 AGONISTI A BREVE DURATA (SABA) FARMACO FORMULAZIONE B2 AGONISTA A BREVE DURATA D’AZIONE DOSE ADULTO Salbutamolo MDI : 100 mcg 2-4 puffs quid Sol : 10 mcg gott 5-10 gott MDI : 250 mcg 1-2 puffs bid-quid Sol: 0.5 mcg gott 15-20 gott Fenoterolo Tab 13: BRONCODILATATORI : ANTICOLINERGICI A BREVE DURATA FARMACO ANTICOLINERGICO FORMULAZIONE DOSE ADULTO Ipratropio Bromuro MDI : 100 mcg 2-6 puffs ogni 6 ore Sol : 0.25 mg/ml 0.25 – 0.5 mg ogni 6 ore Oxitropio Bromuro MDI : =.250 mg/ml 1-2 puffs bid-quid 46 Tab 14 BTS : STADIO 3° DELL’ASMA TERAPIA DI ASSOCIAZIONE INADEGUATO CONTROLLO con basse dosi di steroidi inalatori (ICS) Aggiungere un broncodilatatore B2 adrenergico a lunga durata d’azione (LABA) Valutare il controllo dell’ asma Buona risposta ai LABA e buon controllo : • continuare con i LABA Beneficio con i LABA ma il controllo è ancora inadeguato : continuare con i LABA e: • Aumentare gli ICS fino a dosi di 800 mcg/die /adulti) e 400 mcg/die bambini 5-12 anni Se il controllo è ancora inadeguato vai allo step 4° Nessun miglioramento con i LABA : • • sospendere LABA Aumentare gli ICS fino a dosi di 800 mcg/die /adulti) e 400 mcg/die bambini 5-12 Controllo ancora inadeguato, effettuare un trial per valutare terapia di associazione : • ANTILEUCOTRIENICO • TEOFILLINA Se il controllo è ancora inadeguato vai allo step 4° 47 FOLLOW UP DELL’ASMA BRONCHIALE (Tab 15 ) ANAMNESI (ricercare) : • • • • • • • • • • • Disturbo delle normali attività come : lavoro , scuola , hobby ……… Disturbi del sonno (risvegli notturni) Aumento dell’impiego dei B2 agonisti Aderenza al piano di trattamento Frequenza delle esacerbazioni e durata dell’ intervallo libero Sintomi che suggeriscono condizioni di comorbilità ,che possono rappresentare fattori di aggravamento, o diagnosi alternative (errata diagnosi) Effetti collaterali dei farmaci Visite in PS , ricoveri ospedalieri Farmaci utilizzati , in partico lare gli steroidi orali Precedenti esami di funzionalità respiratoria che dimostrano una severa ostruzione o la variabilità della funzione respiratoria (confermano la diagnosi) Verifica (assieme al paziente del diario sintomi terapia e misura della funzione respiratoria (se effettuato) ANAMNESI ( ricercare i fattori di scatenamento) : • • • l’esposizione a fattori di scatenamento : allergici , occupazionali, irritativi Indagare Se sono stati messi in opera procedure di riduzione dell’esposizione ( bonifica ambientale per allergia al dermato fagoide ….. ) Se sono sotto controllo le patologie che possono aggravare l’asma : GER , rino -sinusiti ESAME FISICO (ricercare) • • • • segni di attuale riacutizzazione la comparsa di segni fisici di malattie che possono rappresentare dei fattori di aggravamento dell’asma altezza nei bambini (in terapia con cicli di steroidi o ICS) complicanze della terapia steroidea cronica MISURA DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA • • • • Ad ogni visita di controllo è utile misurare la funzione respiratoria . E’ consigliata l’esecuzione di circa 1 spirometria /anno a seconda dei casi(vedi follow up) I due principali metodi sono la spirometria (VEMS) e la il PEF . La spirometria è più precisa e offre maggiori informazioni rispetto alla misura del PEF Al fine di poter adeguare la terapia antiasmatica ai reali bisogni del paziente è utile disporre di misure obbiettive che valutino l’effettivo grado di stabilità clinico del paziente : Ossido nitrico espirato , eventuale misura della responsività bronchiale, eosinofilia nell’espettorato., variabilità PEF. VERIFICA DELLA TERAPIA In base ai dati precedentemente raccolti la terapia può essere : • confermata • ridotta ( step down) o • aumentata ( step – up) • ad ogni visita controllare come il paziente effettua la terapia inalatoria • verifica ed eventuale correzione del piano d’azione. CALENDARIO CONSIGLIATO ( GINA, CMJ, NEEP , ICSI 2005) STRSeverità UTTURE AMB ULATORIALI SPEfollow CIAup LISTICHE Lieve intermittente 6- 12 mesi Lieve persistente Moderata Grave persistente 6 mesi 3 mesi 1-2 mesi 48 PIANO DI AZIONE Allegato A • Come si effettua correttamente la terapia con inalatore MDI • Come si effettua correttamente la terapia con inalatore DPI • Come si misura il PEF • Fattori di aggravamento: allergia, sinusite, reflusso gastro esofageo • Terapia di mantenimento • Terapia in caso di aggravamento Controllo ambientale : necessario effettuato SI SI NO NO consigliato la misura quotidiana del PEF SI NO Miglior valore personale del PEF …………………………………………. ………. PEF giornaliero ( mattina e sera ) ………………………………………………. ….. Sintomi :……………………………………………………………………………... Farmaci : …………………………………………………………………………….. Effetti collaterali dei farmaci : ……………………………………………………. … 49 CONSUMI E COSTI DDD RIFERITI AL 1° SEMESTRE 2005 - A.S.L. PROV MI 1 UNITA' 1 SEM 2005 A.S.L. MILANO1 VALORE SSN 1° SEM 2005 VALORE SSN x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 DDD x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 costo singola DDD 217.477 5.519.130,97 5.859,86 199,00 0,976 48.653 2.474.113,26 2.626,85 47,94 1,817 27.808 1.836.069,36 1.949,42 29,37 2,200 27.808 1.836.069,36 1.949,42 29,37 2,200 BUDESONIDE/FORMOTEROLO 8.573 506.150,04 537,40 9,05 1,968 POLVERE PER INALAZIONE 8.573 506.150,04 537,40 9,05 1,968 7.199 69.418,94 73,70 4,43 0,552 7.199 69.418,94 73,70 4,43 0,552 3.782 42.197,76 44,80 3,32 0,448 3.782 42.197,76 44,80 3,32 0,448 1.025 18.097,91 19,22 1,62 0,394 AEROSOL 894 16.407,29 17,42 1,57 0,368 FIALE 131 1.690,62 1,79 0,05 1,281 266 2.179,25 2,31 0,15 0,515 163 1.438,46 1,53 0,06 0,881 R03AK ADRENERGICI IN ASSOCIAZIONE SALMETEROLO /FLUTICASONE AEROSOL BECLOMETASONE/SALBUTAMOLO AEROSOL SALBUTAMOLO/IPRATROPIO AEROSOL FENOTEROLO/IPRATROPIO SALBUTAMOLO /FLUNISOLIDE AEROSOL SPRAY 103 740,79 0,79 0,09 0,285 67.425 1.314.080,69 1.395,21 60,49 0,765 40.131 509.908,81 541,39 32,18 0,558 40.047 508.659,06 540,06 32,13 0,557 POLVERE PER INALAZIONE 84 1.249,75 1,33 0,05 0,807 FLUTICASONE PROPIONATO 12.197 431.144,72 457,76 13,62 1,114 10.751 380.785,73 404,29 12,10 1,108 1.446 50.358,99 53,47 1,53 1,162 8.091 202.080,13 214,56 8,45 0,842 8.034 200.239,19 212,60 8,35 0,844 R03BA GLICOCORTICOIDI BECLOMETASONE DIPROPIONATO AEROSOL AEROSOL POLVERE PER INALAZIONE FLUNISOLIDE AEROSOL SPRAY 57 1.840,94 1,95 0,10 0,648 7.006 170.947,04 181,50 6,23 0,965 AEROSOL 2.811 84.531,00 91,55 2,52 1,206 POLVERE PER INALAZIONE 4.134 84.720,69 89,95 3,72 0,802 R03AC AGONISTI SELETTIVI β2 47.662 693.784,49 736,62 42,22 0,578 FORMOTEROLO FUMARATO 7.795 337.252,83 358,07 10,64 1,115 AEROSOL 4.082 221.318,15 234,98 7,19 1,083 POLVERE PER INALAZIONE 3.713 115.934, 68 123,09 3,46 1,181 7.720 258.825,67 274,80 8,15 1,117 BUDESONIDE SALMETEROLO XINAFOATO 50 UNITA' 1 SEM 2005 AEROSOL POLVERE PER INALAZIONE SALBUTAMOLO AEROSOL FENOTEROLO BROMIDRATO AEROSOL GOCCE ORL TERBUTALINA SOLFATO POLVERE PER INALAZIONE PROCATEROLO CLORIDRATO EMIDRATO AEROSOL SALBUTAMOLO SOLFATO AEROSOL VALORE SSN 1° SEM 2005 VALORE SSN x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 DDD x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 costo singola DDD 6.782 226.865,06 240,87 7,16 1,115 938 31.960,61 33,93 0,99 1,133 30.513 88.149,43 93,59 21,48 0,144 30.513 88.149,43 93,59 21,48 0,144 1.292 5.118,59 5,43 1,33 0,136 1.100 4.863,47 5,16 1,29 0,133 192 255,12 0,27 0,03 0,267 310 4.228,18 4,49 0,55 0,273 310 4.228,18 4,49 0,55 0,273 19 112,83 0,12 0,04 0,100 19 112,83 0,12 0,04 0,100 13 96,96 0,10 0,03 0,098 13 96,96 0,10 0,03 0,098 R03BB ANTICOLINERGICI 20.920 593.489,03 630,13 25,07 0,833 TIOTROPIO BROMURO 8.723 486.129,46 516,14 9,22 1,856 8.723 486.129,46 516,14 9,22 1,856 10.757 101.307,54 107,56 13,79 0,259 CAPSULE OXITROPIO BROMURO 10.757 101.307,54 107,56 13,79 0,259 IPRATROPIO BROMURO AEROSOL 1.440 6.052,03 6,43 2,06 0,103 AEROSOL R03DC ANTAGONISTI DEI R. LEUCOTRIENICI 1.440 6.052,03 6,43 2,06 0,103 8.727 365.031,29 387,57 7,54 1,704 MONTELUKAST SODICO 7.803 345.558,65 366,89 7,09 1,716 COMPRESSE RIVESTITE 6.649 293.198,09 311,30 6,55 1,575 COMPRESSE/TAVOLET.MASTICABILI 1.081 49.070,94 52,10 0,51 3,413 GRANULATO 73 3.289,62 3,49 0,03 3,999 ZAFIRLUKAST 924 19.472,64 20,67 0,45 1,507 COMPRESSE RIVESTITE 924 19.472,64 20,67 0,45 1,507 R03DA DERIVATI XANTINICI 22.033 44.516,19 47,26 13,58 0,115 17.934 32.899,39 34,93 12,18 0,095 15.362 26.785,96 28,44 10,35 0,091 2.572 6.113,43 6,49 1,83 0,117 BAMIFILLINA CLORIDRATO 2.090 7.767,18 8,25 1,10 0,247 COMPRESSE RIVESTITE 1.994 7.380,47 7,84 1,05 0,246 96 386,71 0,41 0,05 0,268 767 2.170,89 2,30 0,12 0,633 TEOFILLINA ANIDRA COMPRESSE CAPSULE CONFETTI DOXOFILLINA 51 UNITA' 1 SEM 2005 VALORE SSN 1° SEM 2005 VALORE SSN x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 DDD x 1000 AB. RES. 1 SEM 2005 costo singola DDD SCIROPPO 504 1.380,16 1,47 0,06 0,817 COMPRESSE 261 787,37 0,84 0,06 0,453 2 3,36 0,00 0,00 1,557 1.231 1.640,61 1,74 0,17 0,343 PREPARAZIONE INIETTABILE TEOFILLINA 1.175 1.536,55 1,63 0,14 0,388 COMPRESSE RIVESTITE ELISIR 35 54,45 0,06 0,02 0,083 SCIROPPO 21 49,61 0,05 0,01 0,296 AMINOFILLINA 11 38,12 0,04 0,01 0,201 COMPRESSE 8 35,12 0,04 0,01 0,220 COMPRESSE RIVESTITE 3 3,00 0,00 0,00 0,102 2.056 34.110,02 36,22 2,15 0,558 2.056 34.110,02 36,22 2,15 0,558 2.056 34.110,02 36,22 2,15 0,558 R03BC SOSTANZE ANTIALLERGICHE NEDOCROMILE SODICO AEROSOL APPLICAZIONE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO: MONITORAGGIO COME MISURARE L’APPLICAZIONE DELLE LG. Promuovere il controllo a lungo termine della malattia • n° dei pazienti esenti per asma; • n° dei pazienti in terapia con steroidi inalatori; • n° dei pazienti in terapia con steroidi inalatori e LABA; • n° dei pazienti in terapia con teofillinici; • n° dei pazienti in terapia con antileucotrienici; • n° dei pazienti in terapia con cortisonici orali; • n° dei pazienti in terapia con cromonici; • n° dei pazienti in trattamento con SABA; • n° degli accessi in PS per crisi asmatiche; • n° dei ricoveri per asma; • n° dei ricoveri per insufficienza respiratoria; • n° delle visite specialistiche pneumologiche effettuate; • n° degli esami diagnostici effettuati per la diagnosi e il follow up del paziente con asma (VEMS, PEF, misura della responsività bronchiale, ossido nitrico espirato, eosinofilia nell’espettorato) 52 STRUTTURE AMB ULATORIALI SPECIALISTICHE CHE EROGANO ASSISTENZA AI PAZIENTI ASM ATICI PRESIDIO OSPEDALIERO DI LEGNANO: Unità Operativa Semplice di Pneumologia e Fisiopatologia respiratoria Spirometria globale con determinazione pletismografica delle resistenze bronchiali Test di broncodilatazione farmacologica Prova broncodinamica con broncocostrittore (Metacolina) Diffusione alveolo capillare del CO Det. delle mass press inspirat. e espirat. o transdiaframmat., P01 Emagasanalisi arteriosa sistematica Test di tolleranza all’O2 Monitoraggio incruento della saturazione arteriosa Prova da sforzo cardiorespiratorio Test del cammino Salasso terapeutico Iniezione o infusione di farmaci specifici Broncoscopia Broncoinstillazione Attività educazionale Saturimetria notturna domiciliare Prelievo venoso di sangue Prelievo microbiologico Prelievo citologico PRESIDIO OSPEDALIERO DI MAGENTA: Ambulatorio di Pneumologia (aggregato alla U.O. Medicina II°), Fisiopatologia respiratoria, Endoscopia respiratoria, Laboratorio per lo Studio e la Terapia dei Disturbi Respiratori del Sonno. Attività svolte 1) 1° visita e visite di controllo 2) prove di funzionalità respiratoria complete + DLCO + Test di provocazione bronchiale aspecifica (Metacolina) 3) attività educazionale Vi è inoltre una stretta collaborazione con l’Ambulatorio di Allergologia che svolge oltre all’attività di visita ed all’attività educazionale, anche i test allergici per inalanti ed alimenti e patch test. 53 PRESIDIO OSPEDALIERO DI GARBAGNATE • Ambulatorio Allergologia Respiratoria ed Asmologia (UO Pneumologia ) attività : visita ( 1° e controlli) , prove di funzionalità respiratorie, test di provocazione bronchiale aspecifici : Nebbia ultrasonica UNDW, esercizio fisico , metacolina Test di provocazione bronchiale specifici : Allergeni , FANS per via inalatoria Test allergologici : inalanti, alimenti , patch test Test di tolleranza e scatenamento con farmaci ,alimenti e conservanti. Misura dell’ossido nitrico espirato (NO espirato ; FEno) Rinomanometria : basale e dopo vasocostrittore Attività educazionale • • Ambulatorio Allergologia generale (Serv. Laboratorio ) : visita ( 1° e controllo) , test allergologici per inalanti e alimenti , patch test , test per orticaria fisica, conta eosinofili secreto nasale ed espettorato. Ambulatorio Allergologia Pediatrica : visita ( 1° e controllo) , test allergologici inalanti ed alimenti , spirometria ,test di provocazione : esercizio fisico PRESIDIO OSPEDALIERO DI RHO - PASSIRANA • Ambulatorio Fisiopatologia Respiratoria (Osp.Passirana) : attività : visita ( 1° e controllo) , prove di funzionalità respiratorie, Test provocazione bronchiale : test metacolina, test allergologici. • Ambulatorio Allergologia Pediatrica (Osp.Rho) : visita ( 1° e controllo) ,Test allergologici inalanti ed alimenti , Spirometria. • Ambulatorio Allergologia generale (Osp.Rho) : visita ( 1° e controllo) , test allergologici inalanti alimenti , patch test , test per orticaria fisica. PRESIDIO OSPEDALIERO DI BOLLATE • Ambulatorio Pneumologia (aggregato a UO Medicina ) : Ambulatorio di Pneumologia attività : visita clinica spirometria . • Ambulatorio Pneumologia ( aggregato UO di Pneumologia Garbagnate ) attività : visita clinica spirometria . • Ambulatorio Allergologia Pediatrica : Test allergologici inalanti ed alimenti ,spirometria Tutti effettuano prestazioni di 1° livello , alcuni Centri di 2° livello . E’ quindi auspicabile un’organizzazione in rete dei Centri al fine di poter consentire ai residenti ed ai medici di famiglia del territorio di poter effettuare nelle loro sedi l’intero percorso diagnostico terapeutico anche per casi o accertamenti particolarmente complessi. 54