La farmacovigilanza attiva - AIFA Agenzia Italiana del Farmaco
by user
Comments
Transcript
La farmacovigilanza attiva - AIFA Agenzia Italiana del Farmaco
bollettino d’informazione sui farmaci 19 ANNO IX N. 5 SETT-OTT 2002 La farmacovigilanza attiva: il monitoraggio intensivo post-marketing La sperimentazione clinica dei nuovi medicinali basata sui randomized controlled trials (RCTs) rappresenta il miglior metodo disponibile per determinare un profilo di efficacia, ma si presenta carente al fine della definizione accurata del rapporto rischio/beneficio; infatti, in genere, il breve tempo di studio, la bassa numerosità del campione di pazienti trattati, l’assenza di terapie e patologie concomitanti sono le principali problematiche che non rendono possibile un’adeguata stima e una completa conoscenza delle possibili reazione avverse (ADR) durante i RCTs. In particolare le categorie di farmaci dotati di meccanismi d’azione innovativi o appartenenti a nuove classi chimiche o biologiche possono essere caratterizzate da un non prevedibile rischio di reazioni gravi. In queste situazioni, la sorveglianza della sicurezza del medicinale si basa principalmente sulla raccolta delle segnalazioni spontanee di ADR e sulla conduzione di studi di farmacovigilanza (FV) attiva. La FV attiva si compone quindi di attività programmate di tipo farmacoepidemiologico, indirizzate alla valutazione del profilo di sicurezza del medicinale nelle sue reali condizioni d’uso, e rappresenta un importante strumento per l’approfondimento ed il costante aggiornamento della sicurezza. La European Agency for the Evaluation of Medicinal Products (EMEA) (Committee for Proprietary Medicinal Products – PhVWP) pone molta attenzione sulla early phase post-marketing vigilance poiché, alla luce della rapida evoluzione della ricerca biomedica e delle sempre più estese frontiere terapeutiche, si ritiene necessario studiare e valutare la sicurezza di un medicinale non solo durante la fase pre-registrativa, ma anche dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio. In effetti, la primissima fase di commercializzazione di un farmaco rappresenta il periodo più critico, in quanto le informazioni disponibili sono ancora parziali, i prescrittori possono essere inesperti nell’utilizzo e nell’osservazione di possibili fattori di rischio e non sono state ancora approfondite adeguatamente le conoscenze sulle precauzioni d’uso e sulle controindicazioni. In quest’ottica, l’EMEA si propone di incrementare le attività di FV, stimolando in fase preregistrativa una particolare attenzione alla si- curezza e proponendo in fase post-marketing protocolli di monitoraggio intensivo. In accordo con il lavoro svolto dall’EMEA, il Ministero della Salute ha avviato in Italia studi ad hoc di monitoraggio intensivo sull’uso di specifiche terapie; se ne riportano in tabella I le informazioni di base. ➤ GLI DEL STUDI DI FARMACOVIGILANZA DELLA SALUTE MINISTERO IMPROVE A seguito della registrazione con procedura centralizzata presso l’EMEA della ribavirina con l’indicazione terapeutica nell’epatite cronica C, il Ministero della Salute, per valutare l’uso nella pratica clinica delle specialità a base di ribavirina in associazione con interferone nel trattamento dell’epatite cronica C, ha ritenuto necessario avviare uno studio osservazionale multicentrico, con l’obiettivo di acquisire informazioni sull’uso del farmaco nella reale pratica clinica. Tramite l’analisi dei dati raccolti sono state quindi descritte le caratteristiche della popolazione che accede al trattamento e le ADR riscontrate. È emerso che il 74% dei pazienti è di età compresa tra i 34 ed i 64 anni, che il 20% ha patologie concomitanti e circa il 2% presenta altre infezioni virali, quali HBV e HIV; questo rappresenta una sostanziale differenza rispetto ai pazienti inclusi nei trial pre-registrativi, mentre non sembrano emergere segnali di ADR diversi dall’atteso in base a quanto riportato nelle schede tecniche delle specialità in oggetto. Tale attività di monitoraggio è quindi essenziale, considerata la diversità tra i pazienti in cui è stato sperimentato il farmaco e la popolazione in trattamento; inoltre bisogna aggiungere che gli studi pre-registrativi mostravano un bias di selezione di pazienti verso pazienti con scarsa probabilità di evoluzione sfavorevole ed una percentuale assai bassa di pazienti con fattori di rischio consistenti per il fallimento terapeutico o per l’evoluzione cirrotica a medio-breve termine. La conclusione dello studio, di cui sono in fase di pubblicazione i risultati, ha portato alla Ministero della Salute 20 FARMACOVIGILANZA Tabella I – Studi di monitoraggio intensivo post-marketing proposti dal Ministero della Salute. STUDIO Classe di farmaci e patologia IMPROVE Interferone + ribavirina Epatite C CRONOS ANTARES Anticolinesterasici Inizio; durata N° pazienti 1999 2 anni 7.340 pz Demenza di Alzheimer 2000 2 anni 1/2 40.000 pz Anti – TNFα etanercept e infliximab 2001 2 anni 1.892 pz Artrite reumatoide Glitazoni Synercid® Linezolid® Rosiglitazone e tioglitazone 2000 >1 anno 1/2 Diabete mellito tipo 2 2.000 pz x studio Quinupristin-dalfopristin; linezolid > 1 anno 150 pz 200 pz Infezioni nosocomiali severe Popolazione in trattamento Caratteristiche degli studi Obiettivi e risultati Pazienti affetti da epatite cronica C mai trattati o con recidiva dopo il primo trattamento con IFN Studio osservazionale multicentrico Valutare la risposta terapeutica e la tollerabilità: non emerge un profilo rischio/beneficio diverso dall’atteso Pazienti affetti da DA di grado lieve o moderato Studio osservazionale multicentrico in Unità di Valutazione individuate dalle regioni Monitoraggio prospettico della terapia, e valutazione del profilo di “sicurezza attribuibile” al farmaco nei reali contesti di utilizzazione Artrite reumatoide in fase attiva non rispondente ad altre terapie Studio osservazionale in centri ospedalieri individuati dalle regioni Valutazione dell’efficacia e tollerabilità e dell’adeguatezza della rete assistenziale Diabete mellito tipo 2 in pazienti con insufficiente controllo metabolico Due protocolli prospettici di verifica dell’appropriatezza d’impiego e della safety Valutazione del rischio cardiovascolare e del tasso di morbilità/mortalità in terapia combinata con sulfaniluree o metformina; appropriatezza d’impiego Pazienti ospedalizzati con infezioni da Gram+ severe e resistenti Osservazionale multicentrico in setting ospedaliero Studio delle resistenze batteriche, criteri della scelta terapeutica, tossicità venosa e tollerabilità conferma delle indicazioni terapeutiche e soprattutto ha incrementato una corretta modalità di diagnosi e di impostazione della terapia. proposti per la DA. Gli inibitori delle colinesterasi nelle sperimentazioni cliniche pre-registrative hanno mostrato una frequenza di risposte positive, mediamente e al netto dell'effetto placebo, di circa il 20%; inoltre i farmaci sono indicati solo nella fase iniziale della patologia, ovvero di grado lieve o moderato. Questo dato indica che non tutti i malati di DA possono essere trattati ed inoltre una percentuale non trascurabile dei pazienti non risponde al trattamento. Dal punto di vista clinico si pone pertanto il problema della valutazione del rapporto rischio/beneficio e di come e quando valutare se il paziente ha risposto al trattamento. CRONOS Attualmente non vi sono terapie pienamente efficaci per la demenza di Alzheimer (DA), e questa patologia rappresenta un grave e crescente problema clinico, socio-sanitario ed economico che le autorità sanitarie si trovano ad affrontare. L’EMEA ha quindi ritenuto opportuno riconoscere una certa valenza clinica ai farmaci Ministero della Salute bollettino d’informazione sui farmaci 21 ANNO IX N. 5 SETT-OTT 2002 diante biotecnologie, selettivamente mirati ai meccanismi patogenetici della malattia. Tra questi, gli agenti in grado di bloccare il TNFα (etanercept e infliximab) sono quelli maggiormente sperimentati e gli unici ad essere attualmente autorizzati all’uso clinico in Europa. I nuovi farmaci anti-TNFα hanno dimostrato una significativa efficacia clinica nell’artrite reumatoide tale da giustificarne una collocazione di rilievo nell’ambito della strategia terapeutica di questa malattia, ma in considerazione delle conoscenze ancora parziali sugli effetti terapeutici e tossici è quanto mai opportuno provvedere ad una raccolta di dati clinici omogenei e rigorosi. Il trattamento anti-TNFα si è infatti dimostrato efficace in studi controllati a breve termine (1 anno) sia in monoterapia (etanercept) che in terapia di combinazione con metotrexato (etanercept e infliximab). L’efficacia di questi trattamenti risulta spesso superiore a quella dei trattamenti convenzionali, ma non tale da giustificarne per ora l’impiego alternativo in pazienti non precedentemente trattati. Appare invece di grande rilevanza clinica l’efficacia dimostrata dai farmaci anti-TNFα nei pazienti con malattia in fase persistentemente attiva nonostante un adeguato trattamento con metotrexato. A fronte della loro potenziale efficacia clinica, il maggior problema di tossicità associata a questi medicinali si riferisce alla comparsa di infezioni, talora gravi e fatali. Sono stati anche descritti alcuni casi di riattivazione della tubercolosi. Obiettivi specifici dello studio sono la valutazione, diretta ed accurata, dell’impiego di questi farmaci sulla popolazione in termini di efficacia e tollerabilità e la valutazione dell’efficienza della rete assistenziale individuata secondo i criteri di scelta stabiliti dallo studio stesso. Una migliore definizione qualitativa e quantitativa delle ADR potenzialmente correlate alla terapia è stato l’obiettivo dell’attività osservazionale post-marketing avviata dal Ministero della Salute con il progetto CRONOS. La finalità del progetto consiste nel verificare nella pratica clinica quotidiana le modalità di diagnosi, l’appropriatezza di trattamento in base alla scheda tecnica, la descrizione del profilo di sicurezza dei farmaci e le caratteristiche della popolazione in trattamento. Lo studio si attua tramite la stretta collaborazione tra centri specialistici individuati dalle regioni e dalle province autonome (UVA – Unità di Valutazione Alzheimer) che effettuano la diagnosi e definiscono il piano terapeutico, ed i medici di medicina generale (MMG) che seguono da vicino la patologia dall’insorgere fino all’evoluzione della sintomatologia, monitorando la compliance al trattamento e la tollerabilità dello stesso, al fine di valutare accuratamente il reale vantaggio terapeutico per il malato. Attualmente, più di 40.000 pazienti hanno avuto accesso al trattamento farmacologico a carico del servizio sanitario nazionale, e dalle analisi preliminari risulta che viene fatto un uso prevalentemente corretto della terapia, il profilo di tollerabilità è sostanzialmente sovrapponibile all’atteso, e il tasso di interruzione della terapia è paragonabile a quello riscontrato nei trial. Lo studio è in fase conclusiva e si prevede, per marzo 2003, la definizione, da parte della Commissione Unica del Farmaco (CUF), delle modalità di diagnosi e prescrizione dei medicinali. Molto è stato fatto in questi due anni di lavoro, soprattutto da parte degli operatori sanitari che direttamente si trovano coinvolti nella gestione della malattia e nell’assistenza del malato: sono state attivate più di 500 UVA, sono state create collaborazioni tra specialisti e MMG e le regioni hanno rivolto risorse ed impegno in questo campo clinico. Si può quindi auspicare che tutto ciò possa essere la base da cui partire per migliorare ed accrescere l’assistenza al malato ed ai suoi familiari. GLITAZONI Sulla base delle valutazioni farmacologiche disponibili al momento dagli studi di sperimentazione, la Commissione Europea, su parere espresso dal CPMP, ha rilasciato l’autorizzazione alla commercializzazione subordinata allo svolgimento di due studi: 1. studio in doppio cieco sugli effetti dei farmaci sull’apparato cardiovascolare nel diabete di tipo 2 con CHF NYHA di classe I-II; ANTARES Le recenti acquisizioni sul processo reumatoide nelle sue diverse componenti di flogosi, proliferazione sinoviale e distruzione articolare hanno permesso di mettere a punto farmaci, ottenuti me- Ministero della Salute 22 FARMACOVIGILANZA 2. studio a lungo termine sulla morbilità/mortalità in pazienti in trattamento con associazioni di glitazoni e sulfaniluree o metformina. L’appropriatezza d’uso rappresenta una condizione necessaria per garantire la più alta sicurezza del trattamento. La CUF nell’atto di rilasciare l’autorizzazione all’immissione in commercio ha richiesto alle ditte titolari delle specialità Avandia® e Actos® lo svolgimento di specifici progetti di sorveglianza, le cui finalità sono le seguenti: crorganismi che causano l'infezione e quando non vi è altro farmaco adatto per il trattamento della singola infezione. Inoltre il Synercid® è somministrabile esclusivamente per via endovenosa, e presenta una vasolesività importante per cui se ne consiglia fortemente la somministrazione attraverso vaso centrale (e quindi in ambito ospedaliero). Le specialità a base di linezolid sono invece presenti anche in formulazione orale, e quindi più maneggevole. Lo spettro d’azione delle molecole comprendono i microrganismi Gram-positivi che attualmente suscitano maggiore allarme epidemiologico, ossia stafilococchi meticillino-resistenti, pneumococchi penicillino-resistenti ed enterococchi glicopeptido-resistenti. Se per le prime due categorie di microrganismi l’attuale armamentario farmacologico mette a disposizione una classe di farmaci quali i glicopeptidi, per gli enterococchi glicopeptido-resistenti i farmaci in oggetto rappresentano forse l’unica opzione terapeutica, specie nei confronti di Enterococcus faecium (E. faecium). Al momento, in Italia, la situazione epidemiologica è caratterizzata da un’elevata endemia ospedaliera di stafilococchi meticillino-resistenti (oltre il 70% nelle UI di rianimazione), da casi sporadici ma in aumento di enterococchi glicopeptido-resistenti in ambito nosocomiale, e da rari casi di pneumococchi altamente penicillinoresistenti in comunità. In tale contesto lo spazio d’impiego dei farmaci appare modesto, essendo limitato solo ai casi, assai rari, di infezioni gravi da E. faecium glicopeptido-resistenti. La necessità di una sorveglianza dell’impiego di questi farmaci è sostenuta dalle seguenti considerazioni: • raccolta di informazioni relative alla tollerabilità generale ed in particolare alla tollerabilità cardiovascolare; • controllo dei contenuti dell’attività di informazione e promozione dei medicinali presso la classe medica, al fine di garantire la massima appropriatezza d’uso; tale comunicazione deve essere coerente rispetto alle riflessioni ed ai rilievi in merito alla tollerabilità esposti dal CPMP; • attuazione specifica di un’attività di FV che possa consentire al Ministero della Salute la raccolta tempestiva di informazioni sulla tollerabilità e sicurezza del trattamento. I dati raccolti saranno utili alla definizione della tipologia di paziente affetto da diabete di tipo 2 che può effettivamente trarre un vantaggio clinico dal trattamento senza incorrere in un rischio non ragionevole; le informazioni raccolte permetteranno inoltre una definizione più precisa del rapporto rischio/beneficio, e quindi l’aggiornamento dei contenuti della scheda tecnica per quanto riguarda le precauzioni d’uso, le interazioni e le possibili ADR. SYNERCID® (quinupristin + dalfopristin) e specialità a base di linezolid Questi medicinali rappresentano la più recente frontiera terapeutica a disposizione per la lotta alle infezioni nosocomiali severe; il loro utilizzo si inserisce in un ambito terapeutico in cui l’antibiotico-resistenza rappresenta un grave problema clinico, in continua evoluzione, che sottrae costantemente possibili cure, rendendo inefficaci farmaci che precedentemente erano utili e ben conosciuti dal punto di vista dell’impiego e della sicurezza. Tali farmaci dovrebbero essere usati quando vi sia documentata evidenza che nessun altro antibatterico è attivo nei confronti dei mi- 1. Il problema dei ceppi di Staphylococcus spp. tolleranti ai glicopeptidi è in progressiva espansione e l’uso dei glicopeptidi, così ampio da sfiorare l’abuso, che caratterizza attualmente l’atteggiamento prescrittivo italiano, rende possibile ipotizzare il raggiungimento di un livello ancora superiore. 2. Considerato che i glicopeptidi vengono spesso impiegati in terapia empirica, una mancata risposta (non dovuta necessariamente ad inefficacia ma piuttosto ad errore diagnostico) potrebbe condizionare, una volta disponibile, il ricorso a quinupristin + dalfopristin anziché ad una revisione diagnostica. Ministero della Salute bollettino d’informazione sui farmaci 23 ANNO IX N. 5 SETT-OTT 2002 3. Nei confronti delle infezioni sostenute dal genere staphylococcus (patogeno “nosocomiale” predominante) Synercid® e le specialità a base di linezolid hanno dato, negli studi clinici controllati ed in aperto, risultati sovrapponibili ai glicopeptidi. Pertanto, se ben supportati da iniziative di informazione, questi farmaci potrebbero rappresentare una reale alternativa ai glicopeptidi, specialmente in reparti quali le rianimazioni, dove i pazienti sono sottoposti a cateterismo venoso centrale con notevole frequenza. Questa ipotesi è oltremodo reale in rapporto al predetto problema della glicopeptido-tolleranza, soprattutto nell’ambito delle popolazioni di stafilococchi coagulasi-negativi. La FV attiva delle problematiche connesse al- l’impiego di questi farmaci si esplica tramite la raccolta di schede ad hoc, riportanti i dati delle infezioni trattate: si richiedono dati in termini di antibiotico-resistenza, terapie precedentemente utilizzate, spettro di sensibilità agli antibiotici, modalità di diagnosi e di scelta terapeutica e informazioni sulla tossicità venosa e gli effetti collaterali osservati. Tramite l’attività di monitoraggio postmarketing dei farmaci più innovativi o critici dal punto di vista del rapporto rischio/beneficio, il Ministero della Salute partecipa attivamente alla definizione della sicurezza dei trattamenti farmacologici, coinvolgendo tutti gli operatori sanitari in attività altamente scientifiche, accrescendo l’attenzione verso l’appropriatezza d’uso dei farmaci al fine di garantire la massima sicurezza ed efficacia per i pazienti. a proposito di… Contraccettivi orali, il Ministero della Salute nota con preoccupazione le modalità con cui i media forniscono al pubblico informazioni sui farmaci, enfatizzandone, a seconda dei casi, sicurezze o rischi senza prima averne accertato la veridicità scientifica presso le autorità competenti e senza valutare le possibili conseguenze che tali informazioni possono determinare sul pubblico a cui sono dirette. Un caso recente riguarda il lancio della pillola anticoncezionale Yasmin®. Yasmin® è una nuova associazione estro-progestinica il cui nome commerciale è apparso in maniera considerevole e del tutto inspiegabile su diverse testate nazionali, le quali associavano a questo medicinale la “novità” di una pillola priva di effetti collaterali. I benefici di Yasmin® vengono eccessivamente enfatizzati anche sul sito Internet dell’azienda produttrice del farmaco dove la specialità viene addirittura definita “a package of reasons to feel good”; non a caso nella homepage del sito Internet appare un annuncio in cui si sottolinea che le autorità britanniche e statunitensi disconoscono quanto pubblicato sul sito internazionale del farmaco*. Pertanto, si ritiene opportuno precisare quanto segue: Yasmin® è un contraccettivo orale contenente 3 mg di drospirenone e 30 mcg di etinilestradiolo, la cui efficacia anticoncezionale è sovrapponibile a quella degli altri contraccettivi orali estro-progestinici già in commercio. Anche per quanto riguarda la sicurezza, il farmaco non appare distinguersi in modo particolare da quelli già disponibili. Alcuni dati indicano un effetto sull’aumento del peso corporeo meno marcato rispetto ad altre pillole di recente introduzione, ma anche le controindicazioni sono tutte quelle tipiche di qualsiasi moderno estro-progestinico. Tra le altre cose, di recente, come riporta il British Medical Journal del primo febbraio, il Centro di Farmacovigilanza Lareb, di Hertogenbosch, in Olanda, ha segnalato cinque casi di donne colpite da tromboembolismo (una di loro è morta) e il sospetto è che ci possa essere un legame con il fatto che tutte prendevano Yasmin® (1). In conclusione, anche sulla base di quanto recentemente affermato dal alcuni bollettini di farmaci indipendenti (2), i vantaggi di Yasmin® sono più presunti che reali e al momento non vi sono dati che facciano preferire questa ad altre associazioni estro-progestiniche più “vecchie”, la cui sicurezza d’impiego è però ben più consolidata. Bibliografia 1. van Grootheest K, Vrieling T. Thromboembolism associated with the new contraceptive Yasmin. BMJ 2003;326:257. 2. The Medical Letter 2002; 44 (June 24). ______________________ * “The International and German sites are not applicable to US and UK residents, US residents should proceed to the US site, UK residents accordingly to the UK site”. Ministero della Salute