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Manovale cade da venti metri clandestini nel

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Manovale cade da venti metri clandestini nel
savona
IL SECOLO XIX
GIOVEDÌ
24 MARZO 2016
21
TRAGEDIA SFIORATA A ZINOLA. TRA LE CAUSE IL VENTO. IL FERITO RICOVERATO IN RIANIMAZIONE
Il pm Ferro durante il sopralluogo
I controlli agli zaini dei muratori
Il piolo dal quale Salem è precipitato
Manovale cade da venti metri
clandestini nel cantiere crollato
Il testimone: «Quell’uomo è rimasto appeso per un minuto»
GIOVANNI CIOLINA
ALBERTO PARODI
SAVONA. Non è riuscito a dargli una mano. Damien ha potuto soltanto chiamare i soccorsi
e guardare il coetaneo trentenne Salem Moustafa cadere nel
vuoto sfinito dopo aver mollato la presa. Un miracolo che sia
ancoravivodopounacadutada
un’impalcatura, da oltre quindici metri.
«Scalciava nel vuoto. E poi
contro il muro, sembrava che
tirasse calci contro il palazzo.
Lesueurlaeranounqualcosadi
disumano. “Aiuto, aiutatemi”. È
rimasto appeso a quel tubo attaccato alla facciata per un minuto. Al massimo un minuto e
mezzo. A venti metri da terra.
Era l’unico appiglio che aveva
dopo il crollo del ponteggio,
non si poteva attaccare a niente.Poisièlasciatoandare,sfinito».
Il trentenne Damien Fabbri è
un impresario edile savonese
che ha assistito al dramma, all’incidente di ieri mattina a Zinola con il ponteggio crollato a
terra spinto dalle raffiche di
vento arrivate a soffiare addirittura sino a 50 km/h sull’Aurelia, al confine tra Savona e
Vado Ligure. Una tragedia sfiorata. Tubi e impalcature sono
piombati a terra mentre, per
fortuna, non passava nessuno.
Almeno tre auto in sosta nel
parcheggio a fianco sono andate distrutte.
«Ero nel cantiere davanti.
Cento metri di distanza in linea
d’aria. Ho sentito un boato. Mi
sono affacciato dalla casa che
stavo ristrutturando». La testimonianza di Fabbri è stata verbalizzata dalla polizia che conduce le indagini sul crollo e sul
rispetto delle normative di sicurezza. «Ho subito chiamato i
soccorsi, ero al telefono con i
vigili del fuoco e lo guardavoDamien rivive quegli attimiquel ragazzo gridava, gridava,
gridava, disperato. Aveva la
pelle scura. Forse era straniero». Era. Damien mentre racconta il terribile incidente crede che Salem Zaky Amin Mousrtafa sia morto. Fratture multiple, un ematoma cerebrale, in
prognosi riservata, ma vivo. È
in rianimazione all’ospedale
Santa Corona di Pietra Ligure.
Dove è stato portato dai soccorritori del 118 e della Croce
Rossa. Erano circa le 10 quando
Salem Zaky, 31 anni, egiziano,
residente nel torinese è precipitatodaunaltezzadicirca una
quindicinadimetri.Stavalavorando all’altezza del quinto
piano del palazzo. Stava smontando il ponteggio. La ristrutturazionedellafacciataerastata completata. Alcuni colleghi
Damien Fabbri
di lavoro dopo lo schianto sarebbero scappati stando alle
testimonianze raccolte durante le indagini da polizia e ispettori Asl. Lesioni gravi. Disastro
colposo, e sospetto lavoro “nero”. Sono le ipotesi di reato sulla quale sta ora indagando la
Procura. Sul posto per rendersi
conto dell’accaduto è arrivato
anche il pm Giovanni Battista
Ferro. Con lui la polizia giudi-
I vigili del fuoco di fronte al cantiere crollato
FOTO ENRICO TESTA
ziaria dell’Asl specializzata
nella sicurezza sui luoghi di lavoro. L’intera area del cantiere
è stata posto sotto sequestro.
Tra le principali ipotesi del cedimento è emerso il numero
insufficiente di “ancoraggi”, di
ganci che tenevano i ponteggi
“legati” al palazzo. Il fasciolo al
momemnto è a ignoti, ma glio
inquirenti hanno identificato
Domenico Manfreda, architetto savonese, progettista e coordinatore dei lavori per l’isolamento termico della facciata,
oltre a Cristian Fragetta, titolare della Fragetta Ponteggi (alcuni problemi con la giustizia
alle spalle) che aveva avuto in
appalto il lavoro di ponteggiatura dal geometra Daniele Spina, dell’omonima azienda che
ha effettuato il lavoro.
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UNO DEI TESTIMONI DEL DRAMMA
La scena agghiacciante del ponteggio crollato a pochi passi dall’Aurelia, tra Zinola e Vado
UN ABITANTE DEL QUARTIERE
«Ho visto il ponteggio «Questi incidenti
piegarsi verso di me
non devono succedere
sono vivo per miracolo» Stavo per passare di lì»
LA STORIA/1
LA STORIA/2
SAVONA. «Ho visto quell’uomo appeso alla parete. Urlava,chiedevaaiuto.Hocercato
qualcuno che gli potesse dare
aiuto, lanciasse una corsa da
un balcone all’altro....Nulla».
Franco Lovoi è bianco in
volto. Le mani tremano. Non
hamoltavogliadiparlare.Ieri
mattina stava entrando nella
vietta laterale alla via Aurelia
per andare dal gommista
quando un «uomo mi ha urlato di fermarmi. Ho visto il
ponteggio piegarsi su se stesso. Cadere. Ho innestato la retromarcia e sono tornato sull’Aurelia».
È appoggiato al muro del
palazzo. Franco Lovoi indica
il punto dove è caduto Salem
Zaky, l’egiziano di Torino che
si trovava sul ponteggio che
stava smontando. «L’ho visto
aterra,inmezzoaitubi.Terribile» aggiunge l’uomo che
non riesce a togliersi dagli occhi quei terribili momenti
della tragedia.
«Se non mi fermano ci resto
sotto anch’io a quell’ammasso di ferro - aggiunge - sono
stato fortunato, ma quel povero ragazzo...Non riesco a
SAVONA. «Queste cose non
devono succedere, la verità è
questa». La signora Maria va
subito al sodo della vicenda,
ai motivi che portano ad una
tragedia del genere.
È sconvolta. Ha vissuto in
diretta il dramma dell’operaio precipitato al suolo da circa15metridopoessererimasto appeso ad uno spuntone
del ponteggio fissato ad un
ancoraggio al muro.
«Ero sul balcone quando ho
udito un rumore fortissimo spiega - poi ho sentito urlare.
chiedere aiuto, ma non vedevo bene perché il mio terrazzo è posizionato in maniera
da non vedere quel lato del
palazzo».
Ilrestoèstorianota.L’allarme, i soccorsi, il timore per la
vita di quell’operaio straniero che da giorni vedevano aggirarsi sul ponteggio. Nelle
scorse settimane, infatti, era
stato smontato anche l’angolo del “castello” sul lato Aurelia. Lavoro più semplice e
quindi meno rischioso.
«Poteva essere una strage aggiunge Maria Viazzo, raccogliendo le mimpressioni di
Franco Lovoi
togliermelo dalla testa».
Tra le decine di curiosi che
hanno assistito alle operazioni di soccorso e messa in sicurezza dell’area c’è anche Lorenzo Elianti. «Quell’uomo è
finito lì, in mezzo a tubi innocenti e pianali in ferro» racconta tutto d’un fiato.
«Era vivo, respirava, ma
non si muoveva - sottolinea
Elianti - Qualcuno poi mi ha
raccontato che in strada
c’erano due connazionali che
non appena il ponteggio è
crollato sono fuggiti. Hanno
abbandonato in strada i
guanti da lavoro, lo zaino e si
sono dileguati in strada». Ed è
proprio su questo particolare
che stanno lavorando gli inquirenti.
G. CIO.
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Maria Viazzo
molti dei presenti - Ero già
pronta per uscire di casa. Dovevo andare a Vado Ligure in
bus e stavo per scendere in
strada quando è successo il
patatrac». Raccontando i terribili momenti del crollo a
Scia Maria ritrova il sorriso.
«Che brutta storia, quanta
paura e soprattutto che
dramma» ripete mentre si allontana. Poi si ferma un attimo. Si svolta, sorride e cercando di chiudersi il golfino
con le mani per ripararsi dalle fredde folate di vento si avvicina al cronista.
«Queste cose però non devono succedere...» ripete con
tono deciso e quasi implorante. Purtroppo la realtà è
differente.
G. CIO.
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TESTA
L’inchiesta
Il collega in fuga
prima dell’arrivo
dei soccorsi
••• HA USATO la trave
di ferro per calarsi tra i
due balconi. Come una
pertica per scendere
dal quinto al quarto
piano. Dove è riuscito a
mettersi in salvo entrando nella casa di una
vicina. Una donna che
sentendo il boato si era
affacciata sul balcone.
Del collega dell’egiziano rimasto gravemente
ferito non è stata trovava traccia da soccorritori e investigatori.
Stando alle testimonianze raccolte dalla
Procura il secondo artigiano che si trovava sul
ponteggio per smontare le impalcature era un
clandestino. Lavorava
in nero stando alle prime ricostruzioni.
Neppure lui, stando alle
testimonianze, sarebbe riuscito ad avvicinare Salem. Impossibile
aiutarlo. Troppo distante da quella sbarraspuntone a cui si era
aggrappato l’egiziano
prima di precipitare e
che poi è stata prelevata dai vigili del fuoco. I
lavori di messa in sicurezza dei ponteggi sono andati avanti per
tutto il pomeriggio sotto gli occhi degli ispettori Asl.
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