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Medioevo letterario d`Italia

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Medioevo letterario d`Italia
M E D I O E VO
L E TT E R A R I O
D ’ I TA L I A
Direzione e coordinamento scientifico / Advisory Editor
Sandro Orlando (Torino)
Comitato di redazione / Editorial Board
Furio Brugnolo (Università di Padova)
Rosario Coluccia (Università di Lecce)
Pär Larson (cnr · Opera del Vocabolario Italiano)
Sandro Orlando
H. Wayne Storey (Indiana University)
*
«Medioevo letterario d’Italia» is a Peer-Rewieved Journal
M E D I O E VO
LETTERARIO
D ’ I TA L I A
r i v i sta i n t e r na z i ona l e d i f i lo lo g i a ,
l i n g u i st i c a e l ett e r at u r a
a n i n t e r nat i ona l j o u r na l o f ph i lo lo g y,
l i n g u i st i c s a n d l i t e r at u r e
5 · 2008
p i s a · ro m a
FA B R I Z I O S E R R A E D I TO R E
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Stampato in Italia · Printed in Italy
issn 1724-9090
issn elettronico 1825-389x
SOMMARIO
Fabio Sangiovanni, Tre sonetti inediti (o quasi) di fine Duecento
Elisa Galli, La corda e i suoi « groppi ». Un’interpretazione di Inferno xvi 106-117
Giovanni Borriero, La tradizione delle rime di Antonio degli Alberti (iii)
Alvise Andreose, Un rifacimento toscano trecentesco della Lamentatio beate Virginis di Enselmino da Montebelluna
Michael Ryzhik, La lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani : genesi, caratteri e
sviluppi
Stefano Rapisarda, Il volgarizzamento siciliano della Regola dei Cavalieri di Malta
e i più antichi volgarizzamenti italiani
 
 
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Abstracts
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Indice dei nomi
Indice dei manoscritti
Indice degli incipit
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LA LINGUA DEI VOLGARIZZAMENTI GIUDEO-ITALIANI :
GENESI, CARATTERI E SVILUPPI
 
Michael Ryzhik
L
a cultura ebraica in Italia, in particolare in ambito linguistico, appare fin dalle prime
manifestazioni fortemente influenzata dalla cultura dominante, più che in altri paesi della diaspora. Talvolta lo sviluppo ebraico-italiano precede lo sviluppo italiano vero
e proprio. Come esempio noto e saliente porteremo il caso dei sonetti di Emanuele Romano : questi scrive tutti i suoi sonetti ebraici ricorrendo allo schema ABBA ABBA CDE
CDE, 1 prevalente nei sonetti italiani solo a partire dal Petrarca, nato quando Emanuele
aveva già prodotto le sue composizioni. 2
Anche le scritture italoromanze in caratteri ebraici documentate in vari luoghi del
territorio d’Italia sono spesso più precoci delle scritture in caratteri latini provenienti
dalle stesse zone, talvolta non di poco. Nel caso del Salento, per esempio, una delle più
antiche testimonianze in caratteri ebraici è costituita dalle glosse alla Mišna, il corpus
giuridico postbiblico : le glosse salentine sono redatte nell’undicesimo secolo, come ha
mostrato Luisa Cuomo. 3
Uno dei primi testi poetici centro-meridionali a noi pervenuti è in caratteri ebraici,
l’elegia per il nono giorno del mese di Av, del tredicesimo o quattordicesimo secolo, 4
pubblicata da Cassuto 5 e stampata in varie antologie di letteratura italiana antica. 6 Citerò l’inizio dell’elegia e due brani principali, nella traslitterazione di Contini :
 
 
 
[vv. 1-3 :]
La ienti de Sïòn plange e lutta ;
dice : « taupina, male so’ condutta
em manu de lo nemicu ke m’ao strutta ».
[vv. 37-39 :]
E·ttri navi misero pi mare,
çença rimo (entenda ki s’aiutare !),
e tutti a mare se prisero iettare.
 
 
 
 
 
 
 
1  Dvora Bregman, Ševil ha-zahav : ha-sonetṭ ha-‘ivri bi-tqufat ha-Renessans we-ha-baroq [Il sentiero d’oro : il
sonetto ebraico nel Rinascimento e nel barocco], Gerusalemme, Makon Ben-Zvi 1995.
2  Lo schema ABBA ABBA divente comune, ma non esclusiva, alla fine del Duecento, ma lo schema del
sestetto rimane prevalentemente CDCDCD, cioè divisa in tre parti, non in due, e solo Petrarca preferisce la
simmetria binaria del sestetto ; invece Emanuele Romano scrive esclusivamente con lo schema ABBA ABBA
e quasi esclusivamente con lo schema CDE CDE (che peraltro è attestato fin dalla Scuola Siciliana).
3  Luisa Cuomo, Antichissime glosse salentine nel codice ebraico di Parma, De Rossi 138, « mr », iv (1977), pp.
185-271.
4  Per la datazione cfr. Poeti del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1960, vol.
i, pp. 35-6 : « l’arcaicità dello stile giullaresco e la vicinanza al Sant’Alessio hanno suggerito al Cassuto, non
seguito da tutti, di risalire al primissimo Duecento o addirittura alla fine del secolo precedente ; e comunque
più giù del secolo xiii non par probabile che si possa cadere ».
5  Umberto Cassuto, Un’antichissima elegia in dialetto giudeo-italiano, « agi », xxii-xxiii (1929) (Silloge linguistica in onore di G. I. Ascoli), pp. 349-408.
6  Cfr., ad esempio Poeti del Duecento, cit., pp. 37-42, Early Romance Texts. An Anthology, a cura di Rodney
Sampson, Cambridge, Cambridge University Press, 1980, pp. 181-83.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
156
michael ryzhik
[vv. 49-90 :]
Ki bole aodire gran crudeletate
ke addevenni de sore e frate,
ki ’n quilla ora foro gattivati ?
Ne la prisa foro devisati :
ki abbe la soro e·cki lo frate ;
e ’n gattivanza foro menati.
Lo signore de la soro, mecïaro,
l’abbe venduta ad uno tavernaro,
ké de lo vino là l’embrïaro.
E lo frate fue tradato
ad una puttana pi peccato :
oi, popolo santo, male si’ guidato !
Venni una ora ke s’adunaro
quilla puttana e lo tavernaro,
e l’una e l’altro lo recitaro.
« Una donna aiu, bella quanto rosa,
bene crido k’è ienti cosa,
de la ienti trista e dolorosa ».
Quilla respundi : k’ « Io aio uno ’nfanti,
ked è sì ienti ed avenanti,
plo ki la stilla da livanti ».
In quisto pinzaro parenteze a fari,
e li loro figli asserventari,
e bennerelli pe guadagnare.
Foro coniunti ad una caminata :
la donna da canto è svïata ;
dece : « Trista, male foi nata !
De secerdoti io foi figliola,
signuri de lie e·dde scola :
e ·mmo cu uno servo stao sola ».
Così lo ’nfanti stava da canto :
facia lamento e grandi planto,
ka « Foi figlio d’uno omo santo.
Mo so’ adunato c’una sergente
né ·dde mia lie né·dde mia iente :
come faraio, tristo dolente ? »
En quillo planto s’àbbero aoduti,
e l’uno e l’altro conosciuti :
« Soro e frati, ove simo venuti ? ».
E l’uno e l’altro se abbraczaro,
e con grandi planto lamentaro,
fi ’ ke moriro e pasmaro.
 
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Ambedue le storie, quella dei giovani prigionieri che si gettano in mare per non essere
venduti ai lupanari e quella dei figli del rabbi Yišma’el ben ’Eliša‘, riconoscibili nella
situazione descritta nel secondo racconto, si trovano nel Talmud Babilonese, nel trattato
Nidda 57a-58b, e nel luogo parallelo, nel Midraš ’Eka Rabba, 1 all’interno di raccolte di
narrazioni sulla distruzione del Secondo Tempio e della successiva cattività del popolo. 2
1  Midrash Eikha Rabba, a
2  Per le diverse varianti
cura di Salomon Buber, Wilna, ’Almana we-’ah.im Romm, 1899, pp. 81-84.
delle due leggende e per i raffronti tra loro e l’elegia ivi citata vedi Cassuto,
Un’antichissima elegia cit., e Id., Agli albori della letteratura italiana : il più antico testo poetico in dialetto giudeo 
la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani
157
L’elegia costituisce, in sostanza, una sorta di volgarizzamento poetico del testo talmudico, con alcuni fenomeni caratteristici della cultura ebraica italianeggiante. Tra questi
possiamo segnalare non solo il tema dell’elegia, ma anche alcuni tratti strutturali, come
il metro e la struttura rimica, caratteristici delle elegie in lingua ebraica : 1 i versi, in
terzine monorime, presentano un numero di sillabe variabile con costante presenza di
quattro accenti (uno degli accenti può essere l’accento secondario d’un polisillabo, o
cadere su una proclitica). D’altra parte, si notano varie somiglianze con composizioni
mediane contemporanee, come il Ritmo su Sant’Alessio. 2 La lingua, come si vede subito, ha molti tratti dei dialetti centro-meridionali, in primo luogo dell’antico marchigiano e dell’antico romanesco. 3 Tuttavia, come avverte Cassuto e sottolinea Contini, non
è possibile una precisa localizzazione ; in altre parole, già in questa prima testimonianza
del giudeo-italiano antico vediamo l’uso della koiné centro-meridionale (con il centro a
Roma ?) che caratterizza i volgarizzamenti giudeo-italiani quattrocenteschi ‘classici’.
I manoscritti dei volgarizzamenti giudeo-italiani veri e propri risalgono a un’epoca
successiva, ed hanno la massima fioritura nel Quattrocento. Cassuto offre una descrizione della maggior parte dei manoscritti che tramandano volgarizzamenti della Bibbia 4 e dei riti di preghiera ; 5 Cuomo ha descritto la lingua di uno dei manoscritti più
importanti nel lavoro dedicato al libro di Giona. 6 Oltre ai volgarizzamenti biblici abbiamo manoscritti di volgarizzamenti dei riti di preghiera e volgarizzamenti non completi
di alcuni testi rappresentativi della letteratura post biblica : tra questi il Midraš, 7 alcuni
compendi dei commentatori della Bibbia, la Guida dei perplessi di Maimonide, 8 trattati
grammaticali, come quello famoso del Radaq, Rabbi David Qimh.i, che sta alla base degli
studi ebraici degli studiosi non ebrei. 9 Ma anche, per esempio, il volgarizzamento delle
favole di Esopo fatto da ’Eliya Menah.em Rabba nel Seicento.
Nell’istituto dei microfilm dei manoscritti ebraici della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme si trovano circa 230 manoscritti che contengono testi scritti in varietà ita 
 
 
 
 
italiano, « La Rassegna mensile d’Israel », xii (1937), pp. 102-12, specialmente pp. 106-7 (note alle rr. 37-40) e
pp. 111-12.
1  Poeti del Duecento cit., p. 35. Per la metrica della poesia ebraica antica vedi Ezra Fleischer, Širat ha-qodeš
ha-ivrit bi-jme ha-benayim [Poesia liturgica ebraica nel medioevo], Gerusalemme, Magnes Press, 2007. Per le
elegie ebraiche per il non giorno del mese di Av, vedi Seder ha-qinot le-tiš‘a be-’Av [L’ordine delle elegie per il
9 di Av], a cura di Daniel Goldschmidt, Gerusalemme, Mosad Ha-Rav Quq, 1972.
2  Vedi Cassuto, Un’antichissima elegia, cit., passim ; Poeti del Duecento, ibidem. Per esempio, nell’Elegia, v.
12 : « de lo grandi onori k’avea tanto » ; nel Ritmo su Sant’Alessio, v. 131 (Poeti del Duecento cit., p. 23) : « de questo
honore ke avea tamantu ».
3  Ad esempio : l’assimilazione dei nessi ‑nd‑ (bennerelli ‘venderli’ nel passo citato), ma non costante (venduta nel passo citato), e ‑nv‑ (’mmediati ‘invidiati’, v. 15), ma con ipercorrezioni (afflambato ‘affiammato’, v.
30) ; il passaggio della sibilante ad affricata nel nesso ‑ns‑ (pinzaro nel passo citato), la conservazione dei nessi
di labiale + l (plo, planto nel passo citato, ma anche pianto), la 1 sing. pres. di ‘avere’ aju (nel passo citato),
il futuro faraio (nel passo citato), le terze singolari ao, vao, fao (passim), l’incertezza, ricorrente nel giudeoitaliano, tra i ed e finali : porti, donni, flambi / maschile figlie, isse. Vedi Contini, ibid.
4  Umberto Cassuto, Bibliografia delle traduzioni giudeo-italiane della Bibbia, in Festschrift zum siebzigsten
Geburtstage A. Kaminka, Wien, Wiener Maimonides-Instituts, 1937, pp. 129-41.
5  Umberto Cassuto, Les traductions judeo-italiennes du ritual, « Revue des Études Juives », lxxxix (1930),
pp. 260-81.
6  Luisa Cuomo, Una traduzione giudeo-romanesca del libro di Giona, Tübingen, Niemeyer, 1988.
7  Luisa Cuomo, Pesicheta Rabbati : un florilegio midrascico giudeo-italiano al confine tra Toscana e Umbria
nel xvi sec., in Judeo-Romance Languages, a cura di Isaac Benabu e Josef Sermoneta, Gerusalemme, Misgav
Yerušalayim, 1985, pp. 69-126 ; Ead., Pesicheta Rabbati : une traduction en judeo-italien, « Massorot », ii (1986),
pp. 81-92.
8  Nel ms. Berlin - Staatsbibliothek (Preussischer Kulturbesitz) Or. Qu. 487.
9  David ben Yosef Qimhi (1160 ?-1235 ?), grammatico ebreo provenzale. Notizie sul personaggio in Encyclo.
paedia Judaica, Jerusalem, The Macmillan Company, 1971, vol. 10, coll. 1001-1004.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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michael ryzhik
loromanze che utilizzano l’alfabeto ebraico, datati dal Trecento al Settecento. 1 Questi
manoscritti contengono glossari per i testi biblici e postbiblici, alcuni veri dizionari,
come Maqre Dardeqe, 2 alcuni sermoni originali 3 ed altri testi poetici e prosastici ; la maggioranza di questa produzione consiste però in volgarizzamenti.
Tra i volgarizzamenti principali spiccano, come accennato, quelli della Bibbia e dei
riti di preghiera. Secondo la tipologia già tratteggiata da Cassuto 4 e precisata in seguito,
i volgarizzamenti possono essere divisi in due blocchi principali. Quelli del Quattrocento, rappresentativi del giudeo-italiano classico, caratterizzato da molteplici tratti meridionali e centro-meridionali 5 spiegabili con la provenienza degli ebrei italiani dell’epoca
insediatasi in una prima fase nel Salento, e poi dappertutto nel Meridione. 6 Invece quelli
del Cinquecento e del Seicento si caratterizzano per una differente connotazione linguistica, mostrando evidenti segni di toscanizzazione 7 e di settentrionalizzazione. 8 La
settentrionalizzazione è spiegabile con il fatto che in questo periodo le comunità ebraiche si spostano al Nord 9 e lì trovano ancoraggio per tre secoli nei ghetti chiusi 10 dove
si formano dialetti particolari, dotati di una loro specificità che è riflesso dei fenomeni
culturali e storici soggiacenti : accanto alla conservazione di alcuni tratti meridionali
originali (ovviamente assenti nei dialetti ‘cristiani’ locali), prendono vita nuove varietà
linguistiche giudeo-italiane, sostanzialmente settentrionali nei tratti principali. 11 La to 
 
1  Il repertorio di questi volgarizzamenti sarà consultabile nel sito www.salvit.org del PRIN 2007 « Storia, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani (SALVIt) » che vede coinvolte le università del Salento
(responsabile Rosario Coluccia), di Catania (responsabile Margherita Spampinato), di Napoli ‘L’Orientale’
(responsabile Rita Librandi), di Salerno (responsabile Sergio Lubello) e della Scuola Normale Superiore di
Pisa (responsabile Claudio Ciociola).
2  Vocabolario ebraico/giudeo-italiano/arabo dell’ebraico biblico, stampato a Napoli nel 1488, vedi Giuliana Fiorentino, The general problems of the Judeo-Romance in the light of the Maqre Dardeqe, « Jewish Quarterly Review », xlii (1951-1952), pp. 57-77 ; Ead., Note lessicali al Maqre Dardeqe, « agi », xxix (1937), pp. 138-59. È
nell’elenco di vocabolari napoletani consultati per l’edizione di Pietro Jacopo De Jennaro, Rime e lettere,
a cura di Maria Corti, Bologna 1956, p. [iv] con la n. 1.
3  Maria Luisa Mayer-Modena, La composante hebraique dans le judeo-italien de la Renaissance, in Vena
Hebraica in Judaeorum Linguis, a cura di Shlomo Morag, Moshe Bar-Asher, Maria-Luisa Mayer-Modena, Milano, Centro Studi Camito-Semitici di Milano, 1999, pp.93-107, p. 103 ; Roberto Bonfil, ’Ah.at mi-drašotaw
ha-’it.alqiyyot šel ha-Rav Mordekay Dato [Una predica in volgare di rabbi Mordekhai Dato], « Italia », i (1976),
pp. 1-32 ; Michael Ryzhik, I cambiamenti nel giudeo-italiano in corso del Cinquecento : le prediche, in Il mio cuore
è a Oriente, Studi di linguistica storica, filologia e cultura ebraica dedicati a Maria Luisa Mayer Modena, a cura
di Francesco Aspesi, Vermondo Brugnatelli, Anna Linda Callow, Claudia Rosenzweig, Milano, Cisalpino,
2008, pp. 527-545.
4  Umberto Cassuto, Saggi delle antiche traduzioni giudeo-italiane della Bibbia, « Annuario di studi ebraici »,
I (1934), pp. 101-35.
5  Vedi specialmente Benvenuto Terracini, recensione a Max Berenblut, A Comparative study ...,
« RPh », x (1956-57), (= E. P. Armstrong Memorial, Part i), pp. 243-258 ; Giuseppe Sermoneta, Considerazioni
frammentarie sul giudeo-italiano, « Italia », i (1976), pp. 1-29 ; Luisa Cuomo, In margine al giudeo-italiano ; note
fonetiche, morfologiche e lessicali, « Italia », i (1976), pp. 30-53 ; Eadem, Il giudeo-italiano e le vicende linguistiche degli
ebrei d’Italia, in Italia Judaica, Atti del i Convegno Internationale (Bari 18-22 Maggio 1981), Roma, Ministero
per i beni culturali e ambientali, 1983 pp. 427-454.
6  Cfr. per un primo orientamento Attilio Milano, Storia degli Ebrei in Italia, Torino, Einaudi, 1963,
pp. 52-105 ; Nicola Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo xviii, Torino, Vessillo
Israelitico, 1915 (apparso anche in ristampa anastatica, Forni, Bologna 1966, e in una nuova edizione con
integrazioni, curata da Filena Patroni Griffi, Dick Peerson, Napoli, 1990).
7  Cassuto, Saggi delle antiche traduzioni cit., passim.
8  Bonfil, Una predica cit., p. 17 ; Michael Ryzhik, Lešon targume Ba-me madliqin u-fittum ha-qetoret basiddurim ha-’italqiyim [La lingua dei volgarizzamenti del Ba me madliqin [Šabbat 2] e Pittum ha qeoret [Keritot
5a] nei libri di preghiere degli ebrei italiani], « Masorot », xiii-xiv (2007), pp. 181-202.
9  Milano, Storia, cit., pp. 212-280.
10  Ivi, pp. 286-328.
11  Su questi dialetti vedi per esempio Giuseppe Cammeo, Studi dialettali, « Il Vessillo Israelitico », lvii
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani
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scanizzazione, invece, mostra che i fattori che hanno determinato la formazione della
lingua letteraria e che hanno esercitato il loro influsso sui dialetti cristiani hanno agito
anche, in misura non irrilevante, sui dialetti giudeo-italiani. A prima vista, parrebbe
strano che le decisioni del Concilio di Trento abbiano potuto influenzare la lingua degli
ebrei italiani ; ma il fenomeno risulta abbastanza evidente da un raffronto tra i sermoni
giudeo-italiani del primo Cinquecento e quelli della seconda metà del secolo. 1
A questo scopo esaminiamo alcuni brevissimi brani di un sermone del rabbino
Šemu’el ben Refa’el Modena, dall’anno 1535 (è l’inizio di un sermone pronunciato durante la festa di Bar-Mitsva, l’arrivo alla maturità, che si festeggia quando un ragazzo
compie 13 anni). Il brano contiene le scuse convenzionali agli uditori : 2
 
 
Venerabili e eccele[n]tissimi signori. Per plu rascioni evidenti è cosa chiara e manifesto. Che la
reppresenteziona mia in questo maqom qadoš [luogo santo] è molto inquetaente e [d]onne altre
arrecorderemo solo questa una. Che essenno io minore en sefeg [non c’è dubio] che non è lecito
a mme aprire bocca addova siano li maggiori [...] di avere una simila prosunziona innanzi una
replubeca [...] la cavesa che mi ha indotto a questo è stato lo comannamento de lo mio superiore
onorandissimo patere [...] E essenno lo figlio obbligato timore al patere come si fossa propiato lo
timore dello ’Eloqim Yitb<arak> [Dio sia lodato].
Vediamo qui alcuni tratti meridionali, 3 caratteristici del giudeo-italiano classico : l’assimilazione nd > nn (tranne la forma latineggiante onorandissimo), onne ‘ogni’, gli articoli
maschili lo e li, la forma patere con vocale anaptittica, la forma cavesa, 4 plu con conservazione del nesso pl. I tratti meridionali sono notevoli ; per esempio, forme simili a replubeca, con metatesi, hanno riscontri in luoghi diversi del Centro e del Sud. 5
 
 
(1909), pp. 169-170, 214-215, 315-316, 359-361, 459-461, 504-505 ; lviii (1910), pp. 8-9, 148-149, 403-404, 448-450, 506507, 543-545 ; lvix (1911), pp. 25-26, 52-53, 102-104, 143-144 ; Riccardo Bacchi, Saggi sul gergo di origine ebraica in
uso presso gli ebrei torinesi verso la fine del secolo xix, « La Rassegna mensile d’Israel », iv (1929), pp. 21-35 ; Benvenuto Terracini, Due composizioni in versi giudeo-piemontesi del secolo xix, « La Rassegna mensile d’Israel », xii
(1937), pp. 164-83 ; Idem, Le parlate giudaico-italiane negli appunti di Raffaelle Giacomelli, « La Rassegna mensile
d’Israel », xxviii (1962), pp. 260-295 ; Maria Luisa Mayer-Modena e Giovanna Massariello-Merzagora,
Il giudeo-modenese nei testi raccolti da A. Giacomelli, « Rendiconti dell’Istituto Lombardo Accademia di scienze
e lettere », classe I, Lettere, CVII (1973), pp. 869-938 ; Giovanna Massariello Merzagora, Giudeo-Italiano,
Dialetti italiani parlati dagli Ebrei d’Italia, Roma, cnr. ‑ Centro di Studio per la Dialettologia Italiana, Roma,
1977 ; Idem, La parlata Giudeo-Piemontese, « Archivio Glottologico Italiano », lxv (1980), pp. 105-136 ; Idem,
Elementi lessicali della parlata giudeo-fiorentina, « Quaderni dell’Atlante Lessicale Toscano », i (1983), pp. 69-101 ;
Lea Scazzocchio Sestieri, Sulla parlata Giudaico-Romanesca, in Scritti in memoria di Enzo Sereni, a cura di
Daniel Carpi, Attilio Milano and Umberto Nahon, Milano-Gerusalemme, Fondazione Sally Mayer, 1970,
pp. 101-129 ; Nello Pavoncello, Modi di dire ed espressioni dialettali degli ebrei di Roma, i-ii, Roma, 1986-1988 ;
Bruno Polacco, Quarant’anni fa (tre tempi in giudeo-veneziano), « La Rassegna mensile d’Israel », xxxviii
(1972), pp. 584-617 ; Umberto Fortis, Il lessico di origine ebraica in alcune composizioni giudeo-triestine, in Saggi
di linguistica e di letteratura in memoria di Paolo Zolli, a cura di Giampaolo Borghello, Manlio Cortelazzo,
Giorgio Padoan, Padova, Antenore, 1991, pp. 177-201 ; Fabio Foresti, Il giudeo-reggiano (dai testi dei secoli
xvii-xix), « Studi orientali e linguistici », iii (1986), pp. 407-509 ; Umberto Fortis ‑ Paolo Zolli, La parlata
giudeo-veneziana, Assisi-Roma, Carucci, 1979 ; Vittorio Colorni, La parlata degli ebrei mantovani, « La Rassegna mensile d’Israel », xxxvi (1970), pp. 109-164.
1  Per lo sfondo culturale ebraico del periodo, compreso il rapporto con le lingue italiana e ebraica, vedi
Roberto Bonfil, Changing mentalities of Italian Jews between the periods of the Renaissance and the Baroque,
2  Ms. Moscow Guenzburg 1317, c. 184v.
« Italia », xi (1994), pp. 61-79.
3  Sulla lingua di prediche di questo periodo vedi Ryzhik, I cambiamenti, cit.
4  Le forme con il passaggio au > av con la vocale anaptittica nella parola causa sono registrate anche in
altre fonti giudeo-italiane, p. es. nel « Rito di Fano » (Fano, 1506) : cavosa (c. 33r, 62r e passim). Nelle prediche di
Šemuel di Rafael Modena la vocale anaptittica è sempre e : p. es. in cavese c. 188v e cavesa c. 190r). Il passaggio
au > av, ave, avo si trova in parole latineggianti in diverse parlate italiane (Gerhard Rohlfs, Grammatica
storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 voll., Torino, Einaudi, 1966-1969, §§ 42, 43).
5  Rohlfs, Grammatica storica cit., § 323. Ma in verità forme simili si trovano anche nel Nord, cfr. plubico
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
160
michael ryzhik
Se prendiamo invece in esame le prediche di Rabbino Ya‘aqov ben Mordekay Poggetto, scritte nell’anno 1579, osserviamo un quadro diverso (il brano è preso da un’orazione
funebre per le esequie di due fratelli minorenni morti della stessa malattia) : 1
 
Considerandosi da qual si voglia persona <la morte> è comune de gli omini mortali e caduchi,
e mortali medesimamente le portono <diverse disgrazie della vita>, e le altre cose che ne la vita
accadono, le quale non si possano da chi è mortale fuggire, è cosa dunque da degni e virtuosi
mostrarsi e nelle felicità e nelle disgrazie egualmente, come è anco ufficio d’una ragione ben
conposta e dar scanto al male prima che ci venga sopra, e venutoci emendarlo e ridurlo a niente,
e mostrarsi con la pacienza generoso et invitto, per ciò che la prudenza si porta in quarto modi
parimente nel bene : O quando l’acquisa, o quando il conserva, o quando l’aumenta o quando
se ne serve prudentamente, e queste sono le regole generali, e della prudenza e delle altre virtù
delle quali, e ne casi avversi, e ne prosperi te dobbiamo servire, per ché non essendo omo che
possa essere nel tutto felice bisogna cogitarsi col destino.
 
I tratti meridionali o antichi che abbiamo visto in Šemu’el Modena sono spariti in questo testo ; anche altri, su cui non mi dilungo, sono eliminati2. Per giunta, la struttura del
periodo dimostra una maggiore complessità e laboriosità, quasi barocca, fin nell’uso di
certe immagini, piuttosto frequenti nella letteratura italoromanza dell’epoca : 3
 
 
che se si allegra l’acricultor per i vaghi e belli fiori che li soi alberi e campagni fiorišcono nella
prima quanto maggiormente si esulta per i maturi frutti che da quelli raccoglia nella state certo
che quanto è più degno al frutto delli fiori tanto più contento per la produzione delle perot [frutti]
che per la germinazione delli peraxim [fiori].
Nel corso del Cinquecento nello sviluppo del giudeo-italiano avvengono cambiamenti
decisivi, corrispondenti agli sviluppi paralleli nell’italiano comune. Vorrei sottolineare
che si tratta sempre dei testi scritti in caratteri ebraici, ma poco dopo – nel Seicento e
specialmente nel Settecento –, anche i caratteri diventeranno quasi esclusivamente latini, e il giudeo-italiano scritto cesserà di esistere. 4
Torniamo ai volgarizzamenti. Vorrei mostrare il progressivo sviluppo, dal giudeoitaliano classico del Quattrocento al giudeo-italiano tardo, toscanizzato e settentrionalizzato, attraverso l’esempio dei volgarizzamenti dei riti di preghiera. Questi volgarizzamenti sono abbastanza indicativi per comprendere alcuni caratteri strutturali e
ricorrenti del giudeo-italiano. Si tratta di testi lunghi, composti da brani tratti da modelli di tipi diversi della letteratura ebraica, della Bibbia, della prosa post-biblica, della
già in Guido Faba (Parlamenti in volgare, a cura di Arrigo Castellani, « Bollettino dell’Opera del Vocabolario
Italiano », ii, 1997, p. 236).
1  Ms. Jewish Theological Seminary, New York 1588, c. 42v.
2  Ma ci sono alcuni residui di lessico meridionale, come scanto, documentato nella marchigiana Giostra
delle virtù e dei vizî (sec. xiii ex.), e in alcune fonti siciliane (Sposizione del Vangelo delle Passione e Istoria di S.
Ursula e Traslacioni di S. Agostino da Antoni di Oliveri : scantu). Vedi Gerhard Rohlfs, Nuovo Dizionario
Dialettale delle Calabrie, Ravenna 1977 e Id., Vocabulario dei Dialetti Salentini, Galatina 1976 s. v. šcantu.
3  Ibidem, c. 86v.
4  Vedi Bonfil, The changing mentalities, cit. Tuttavia anche più tardi si hanno testimonianze di scritture
in caratteri ebraici, specialmente nell’ambito rituale. Per esempio, nel libro di preghiere ebraico, stampato a
Venezia, 1710, la traduzione italiana del trattato Avot della Mišna, che si legge nel periodo estivo ogni sabato,
è scritta in caratteri ebraici. Per dare una prima impressione della lingua di quella fonte, citiamo un brano
(cap.1, 2-3) : « Šim‘on il Giusto era delli residui de la Magna Congregazione ; egli dicea sopra tre cose il mondo si sostiene, sopra la legge e sopra la servitu de Iddio e sopra la retribuzione de misericordie. Antignos
uomo de Soko riceve da Šim‘on il Giusto ; egli dicea non siate come quelli servi che servano il padrone con
intenzione di riceverne premio, ma siate come quelli servi che servano il padrone senza intenzione de ricever premio e sia il timor de Iddio sopra di voi ».
 
 
 
 
 
 
 
 
la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani
161
poesia religiosa, prodotti in epoche diverse. Il testo del rito italiano di preghiera ebraica
è molto conservativo ; anche per questo il raffronto tra manoscritti diversi permette
considerazioni di un certo interesse. 1
Ci sono pervenuti sette manoscritti completi dei volgarizzamenti del rito, sei del Quattrocento e uno del Seicento. Il rito di preghiera tradotto in giudeo-italiano viene stampato tre volte durante il Cinquecento, dapprima nel 1506 a Fano e ancora due volte in
séguito, a Bologna e a Mantova. 2 Il testo presenta variazioni minime nelle tre stampe ed
è molto vicino alla tradizione testuale che troviamo nei manoscritti quattrocenteschi.
Questa tradizione quattrocentesca, che forse risale ad epoca precedente, sembra
essere molto compatta, quasi unitaria. Di fatto, benché gli amanuensi dei manoscritti
del rituale si definiscano talvolta « traslatori », 3 le traduzioni quattrocentesche sono
assai simili tra loro e permettono di ipotizzare l’esistenza di una tradizione comune
alla loro base. Operiamo un confronto delle traduzioni di Deuteronomio 6, 5 ; come
termine di paragone allego la Vulgata, a cui seguono tre versioni italiane, 4 La quattrocentesca Bibbia Volgare 5 e le traduzioni cinque‑ e secentesche di Brucioli e Diodati : 6
 
 
 
 
 
1  Sul rito italiano nella liturgia ebraica vedi Daniel Goldschmidt, Minhag bene Roma [Il rito dei Bene
Roma], in Idem, Meh.qere tefilla u-fiyyut. [Studi sulla preghiera e sulla poesia religiosa], Gerusalemme, Magnes
Press, 1980, pp. 153-176.
2  Cassuto, Les traductions judeo-italennes du ritual cit., dove si leggono anche considerazioni molto importanti sulla lingua di diversi volgarizzamenti del rito di preghiera.
3  Alla fine del rito di Fano, stampato nel 1506, è scritto nel colofone : Finito il Siddur [‘libro di preghiera’]
di tutto lanno tralatato per man de rabbi Ya‘aqov Israeli e stanpato per mano del Soncino in Fano.
4  Sulle complesse relazioni tra le traduzioni ebraiche e cristiane, tra Vulgata, Bibbia Volgare, Diodati e Brucioli e le traduzioni ebraiche cinquecentesche vedi Cuomo, Traduzioni bibliche giudeo-italiane ed umanistiche,
« ZrP », cxi (1995), pp. 206-245. Sembra che non si tratti di tradizioni vere e proprie – nel senso di una catena
ininterrotta di generazioni di traduttori – ma dei modi di tradurre e degli atteggiamenti verso i diversi
aspetti della traduzione. Le traduzioni ginevrine non sono staccate dai predecessori : la traduzione di Brucioli (1532), eseguita dichiaratamente sull’originale ebraico, dipende tuttavia più dalla traduzione latina del
noto ebraista Sante Pagnini da Lucca (1527) (vedi Attilio Milano, Storia degli ebrei d’Italia, Torino, Einaudi,
1992, p. 680) e sia Diodati che Brucioli dipendono abbastanza anche dalla Vulgata e dalle tradizioni medievali
(Cuomo, Traduzioni bibliche cit., pp. 221-222). Comunque, nell’assenza di altre testimonianze Brucioli e Diodati possono servire come indicazioni sui modi di intendere il testo biblico all’epoca. Sui modi di tradurre i
versetti biblici registrati nelle prediche tridentine vedi Michael Ryzhik, Le citazioni bibliche nella predicazione cristiana e giudeo-italiana del Cinquecento, Atti del xliii Congresso sli, Verona 2009 (in corso di stampa).
5  Com’è ben noto, i problemi testuali della traduzione volgare della Bibbia nel Medioevo sono molto complicati. Per un primo orientamento si veda Samuel Berger, La Bible italienne au Moyen Age, « Romania », xxii
(1894), pp. 358-431 ; Laura Ramello, Le antiche versioni della Bibbia : rassegna e prospettive di ricerca, « Quaderni di
filologia romanza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna », ix (1992), pp. 113-128, La Bible
italienne. Prémices d’une enquête en cours, in « Mélanges de l’École Française de Rome. Moyen Age », cv (1993),
pp. 825-862 (interventi di Guy Lobrichon, Panorama en bref des recherches actuelles sur la Bible au Moyen Âge, pp.
827-836 ; Lino Leonardi, I volgarizzamenti italiani della Bibbia (sec. xiii-xiv). Status quaestionis e prospettive per
un repertorio, pp. 837-44 ; Geneviève Brunel-Lobrichon, Les bibles vaudoises à la source des bibles italiennes ?,
pp. 845-855 ; Gianpaolo Garavaglia, Traduzioni bibliche a stampa fra Quattrocento e Settecento, pp. 857-862) ;
Inventario dei manoscritti biblici italiani, a cura di Myriam Chopin, Maria Teresa Dinale e Raffaella Pelosini, Premessa di Lino Leonardi, Indici di Jacques Dalarun, ivi, pp. 863-86 ; Lino Leonardi, « A volerla bene volgarizzare... » : teorie della traduzione biblica in Italia (con appunti sull’Apocalisse), SM, xxxvii 1996, pp. 171-201 ; La Bibbia in
italiano tra Medioevo e Rinascimento – La Bible italienne au Moyen Âge et à la Renaissance. Atti del Convegno (Firenze,
8-9 novembre 1996), a cura di Lino Leonardi, Firenze, sismel-Edizioni del Galluzzo, 1998. Per il presente studio
ho usato la Bibbia Volgare nell’edizione di Carlo Negroni, che presenta la ristampa della ‘Bibbia d’Ottobre’
(chiamata così per distinguerla dalla ‘Bibbia d’Agosto’, o la famosa ‘Bibbia del Malermi’), stampata a Venezia
il 1 ottobre 1471 da Nicola Jenson (Leonardi, « A volerla bene volgarizzare... », cit., p. 191, dove si vedano anche le
osservazioni sull’« assenza pressoché totale di edizioni critiche »). Nonostante la sua problematicità l’abbiamo
presa come testo di riferimento in questa sede per rappresentare la tradizione medievale dell’intero testo
della Bibbia, visto che mancano edizioni critiche dei manoscritti medievali.
6  Per l’analisi più dettagliata del lessico dei volgarizzamenti del libro di preghiera vedi Michael Ryzhik,
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
162
michael ryzhik
:‫ואהבת את ה‘ אלהיך בכל לבבך ובכל נפשך ובכל מאדך‬
[e-amerai
a Dio
Dio-tuo
in/con-tutto
cuore-tuo
e-in-tuttae-in-tutta
anima-tuaanima-tua
e-in-tutta forza-tua]
[e-amerai
a Dio
Dio-tuo
in/con-tutto
cuore-tuo
e-in-tutta forza-tua]
tuo
enen
tutto
lanimo
tuotuo
e en
tutto
lo avere
tuo tuo
FF:: eeamarai
amaraiaDomedet
aDomedetDet
Dettuo
tuoenentutto
tuttololocore
core
tuo
tutto
lanimo
e en
tutto
lo avere
: eeamarai
contutto lanimo
lanimo tuo
tuo ee contutto
contuttolavere tuo
XV1
XV1:
amaraiaDomedet
aDomedetloDet
loDettuo
tuocon
contutto
tutto locore
locore tuo
tuo ee contutto
lavere tuo
XV2:
amaraiDomeded
DomededDed
Ded
tuo
con
tutto
locore
econ
tutto
lanimo
tutto
lavere tuo
: eeamarai
tuo
con
tutto
locore
tuotuo
econ
tutto
lanimo
tuotuo
concon
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lavere
XV2
XV3:
e
amarai
Domedet
Det
tuo
con
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locore
tuo
e
con
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lanimo
tuo
e
con
tutto
lo avere tuo
tuo
M:
e
amarai
il
Signior
Iddio
tuo
con
tutto
il
cor
tuo
e
con
tutta
l’anima
tua
e
con
tutta
la
XV3 : e amarai Domedet Det tuo con tutto locore tuo e con tutto lanimo tuo e con tutto lofaculta tua.
V: diliges
avere
tuo Dominum Deum tuum ex toto corde tuo et ex tota anima tua et ex tota fortitudine tua
: e amarai
il Signior
tuo con
e con
tuttatutta
l’anima
tua etua
conetutta
faculta
M
BV:
Ama Iddio,
tuo Iddio
Signore,
con tutto
tutto ililcor
tuotuo
cuore
e con
l’anima
con la
tutta
la fortezza tua
tua.
D: ama dunque il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, e con tutto il maggio
Dominum
tuum Dio
ex toto
tuo etil ex
totatuo,
anima
et l’anima
ex tota fortitudine
V
B:: diliges
Tu amarai
dunqueDeum
il Signore
tuocorde
con tutto
cuor
contua
tutta
tua, e con tutte le tue
tua
BV : Ama Iddio, tuo Signore, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la forNotevoli
tezza
tua differenze si possono registrare tra le quattro traduzioni quattrocentesche
:
ama
dunque Ne
il Signore
Iddio tuo con solo
tutto ildue.
tuo cuore,
con tutta
l’animailtua,
e con tutto
il
D
secentesca.
considereremo
Prima
di tutto,
nome
di Dio,
che è
maggior potere
tradizionale
nelle
traduzioni
più
antiche:
(Domedet
Det
o
Domeded
Ded)
B : Tu amarai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo, con tutta l’anima tua, e con tutte
perfettamente
italiana nella traduzione secentesca (Signor Iddio). In secondo luogo,
le
tue forze
 
 
 
 
 
 
 
 
 
è tradotta
nelle sifonti
quattrocentesche
con avere,
in quanto
i commentatori
ebra
Notevoli
differenze
possono
registrare tra le quattro
traduzioni
quattrocentesche
e la
interpretano
la parola
del nostro versetto
senso
di ‘proprietà,
beni’.
traduzione
secentesca.
Ne considereremo
solo due.nel
Prima
di tutto,
il nome di Dio,
che Invece n
èsecentesca
giudeo-italiano
tradizionale
traduzioni
più antiche
(Domedet
Det odel
Domeded
Ded)
questa
parola ènelle
tradotta
facultà,
secondo
la lettera
versetto.
è reso in Nello
forma stesso
perfettamente
nella
traduzione
(Signortraduzioni
Iddio). In se-ebraiche, c
tempoitaliana
tuttavia
vediamo
che secentesca
tutte le cinque
condo luogo, la parola me’od è tradotta nelle fonti quattrocentesche con avere, in quanto
secentesca, sono simili tra loro nell’ adesione all’originale ebraico riguardo all’ordi
i commentatori ebraici tradizionali interpretano la parola del nostro versetto nel senso
lo‘proprietà,
core tuo,beni’.
il corInvece
tuo, l’avere
tuo, la faculta
tua,
contro
le tue
forze,facultà,
il tuo maggior
di
nella traduzione
secentesca
questa
parola
è tradotta
riguardola alla
resa
verbo amare, che è il futuro amarai in tutte le traduzioni ebrai
secondo
lettera
deldel
versetto.
NelloBibbia
stesso tempo
tuttavia
le cinque
traduzioniche
ebraiche,
nella
Volgare
e in vediamo
Diodatiche
(tututte
amarai
in Brucioli,
forse comsegue la tradu
presa
quella
secentesca,
sono
simili
tra
loro
nell’
adesione
all’originale
ebraico
riguardo
Anche la parola facultà al posto di avere nella traduzione secentesca
sembra esser
all’ordine delle parole : lo core tuo, il cor tuo, l’avere tuo, la faculta tua, contro le tue forze, il
sviluppo
autonomo,
indipendente
dalla
o forse
tuo
maggior potere
ed anche
riguardo alla resa
del traduzione
verbo amare, cristiana;
che è il futuro
amaraimeglio,
in tut- potrebb
un
compromesso
fra
le
due
tradizioni
attraverso
una
sofisticata
soluzione
te le traduzioni ebraiche contro ama nella Bibbia Volgare e in Diodati (tu amarai in Bru-lessicale.
cioli, che forse segue la traduzione ebraica). Anche la parola facultà al posto di avere nella
traduzione secentesca sembra essere risultato dello sviluppo autonomo, indipendente
42
; o forse
meglio,
rappresentare
unBibbia
compromesso
fra sono mo
dalla
traduzione
cristiana
Com’è
ben noto,
i problemi
testuali
dellapotrebbe
traduzione
volgare della
nel Medioevo
le
due
tradizioni
attraverso
una
sofisticata
soluzione
lessicale.
Già
dalle
prime
documenun primo orientamento si veda SAMUEL BERGER, La Bible italienne au Moyen Age, «Romania», XX
tazioni
volgari,
infatti, il, termine
facoltà
può essere
tanto enel
senso astratto
RAMELLO
Le antiche
versioni
della interpretato
Bibbia: rassegna
prospettive
di ricerca, «Qu
431; LAURA
di
‘potere,
capacità,
ecc.’,
che
in
quello
concreto
di
‘beni,
sostanze’,
come
in
(1992), pp. 113-128,
romanza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna», IXlatino.
Oltre a queste
analogieencicours,
sono anche
differenze
trascurabili.
grafiaAge», CV (1
Prémices
d’une enquête
in «Mélanges
denon
l’École
FrançaiseTra
de queste
Rome. la
Moyen
ebraica,
purtroppo
non
riproducibile
in
questa
sede,
che
è
molto
diversa
nei
diversi
(interventi di GUY LOBRICHON, Panorama en bref des recherches actuelles sur la Bible au Moyen
manoscritti.
LINO LEONARDI, I volgarizzamenti italiani della Bibbia (sec. XIII-XIV). Status quaestionis e p
 
 
repertorio, pp. 837-44; GENEVIÈVE BRUNEL-LOBRICHON, Les bibles vaudoises à la source des bib
ARAVAGLIA
bibliche
a stampa
Quattrocento
845-855;
GIANPAOLO
Lessico
delle traduzioni
dei testiGliturgici
ebraici ,in Traduzioni
dialetti giudeo italiani,
in Prospettive
nellofra
studio
del lessico ita- e Settecen
liano.
Atti del ix
silfi, abiblici
cura di Emanuela
fup, 2008,
pp. 165-172.
Abbreviazioni
Inventario
deiCongresso
manoscritti
italiani, Cresti,
a curaFirenze,
di Myriam
Chopin,
Maria
Teresa Dinale e
utilizzate
: F =di
L’edizione
stampata del rituale
tradotto inDalarun,
italiano, Fano
; XV1
= Ms. Parma
Premessa
Lino Leonardi,
Indiciebraico
di Jacques
ivi,1506
pp.
863-86;
LINOde’LEONARDI,
Rossi ital. 7 [scritto nel 1484 a Firenze o vicino] ; XV2 = Ms. London 625 [Or. 2443] [scritto nel 1483 a MontalXXXVII
volgarizzare...»:
teorie
traduzione
biblica
Italia (con
appunti
sull’Apocalisse),
boddo
<Ostra>] ; XV3
= Ms.della
JTS Mic.
4076 [secolo
xv] ; Min
= London
Or. 10517
[secolo
XVII] ; V = VulgataSM,
;
La =Bibbia
inVolgare,
italiano
tradiMedioevo
e Rinascimento
La Bible
au Moyen
Âge et à la Re
BV
La Bibbia
a cura
Carlo Negroni,
10 vol., Bologna– 1882-1887
; Ditalienne
= Bibbia, Giovanni
Diodati
(trad.),
Ginevra
1607 ; B =8-9
Bibbia,
Antonio 1996),
Brucioli,aFrancesco
Ginevra 1562.
Convegno
(Firenze,
novembre
cura di Durone,
Lino Leonardi,
Firenze, SISMEL-Edizioni del Ga
presente studio ho usato la Bibbia Volgare nell’edizione di Carlo Negroni, che presenta la rista
d’Ottobre’ (chiamata così per distinguerla dalla ‘Bibbia d’Agosto’, o la famosa ‘Bibbia del Mal
Venezia il 1 ottobre 1471 da Nicola Jenson (LEONARDI, «A volerla bene volgarizzare...», cit., p. 1
anche le osservazioni sull’«assenza pressoché totale di edizioni critiche»). Nonostante la sua proble
presa come testo di riferimento in questa sede per rappresentare la tradizione medievale dell’intero
visto che mancano edizioni critiche dei manoscritti medievali.
 
 
 
 
 
 
 
 
43
 
volte deiripensamenti:
fraintendimenti
oecc.’,
‘potere,
capacità,
che ininquello
concreto
di
come in latino.
Oltre
queste
analogie
ci in
sono
anche
differenze
non
trascurabili.
Tra cancellata
queste
dia conseguenza
alcuni
luoghi
è ‘beni,
scritta
e successivamente
cancellata
o lal
ripensamenti:
dideiconseguenza
alcuni
luoghi
è sostanze’,
scritta
e successivamente
sivamente
cancellata
o
la
parola
Oltre
a
queste
analogie
ci
sono
anche
differenze
non
trascurabili.
Tra
queste
l
ebraica,
purtroppo
non
riproducibile
in
questa
sede,
che
è
molto
diversa
nei
diversi
manoscr
ebraicaebraica
o l’inizio
della stessa,
p. es.: p. es.:
o l’inizio
della stessa,
ebraica,Apurtroppo
non
riproducibile
in
questa
sede,
che
è
molto
diversa
nei
diversi
manoscr
tal proposito segnalo che in un manoscritto (indicato sopra con la sigla XV2), r
A
tal
proposito
segnalo
che
indiunscrittura,
manoscritto
(indicato
sopra
la siglaoXV2),
interessanti
sulla
tecnica
che si
produceva
o acon
memoria
sotto dr
‫לעולם ועד‬
‫לא‬
‫מפינו‬
‫ושבחך‬
‫ימוש ועד‬
‫לעולם‬indicazioni
‫ימוש‬
‫אלהינולא‬
‫מפינו‬
‫אלהינו‬
‫ושבחך‬
la
lingua
dei
volgarizzamenti
giudeo-italiani
163
interessanti
indicazioni
sulla
tecnica
di
scrittura,
che
si
produceva
o
a
memoria
o
sotto
d
[e-lauda-tua
da-bocca-nostra
non muoverà
a-secolo
[e-lauda-tua
Dio-nostro
da-bocca-nostra
non
muoverà
e-sempre]
prima,
adDio-nostro
alta voce,
veniva
pronunziato
il termine
oa-secolo
ile-sempre]
sintagma
ebraico considerato come un
A
tal
proposito
segnalo
che
in
un
manoscritto
(indicato
sopra
con
la
sigla
XV2),
ricorprima,
ad
veniva
pronunziato
il termine
o ilgenerava
sintagma
ebraico
considerato
come un
XV2:
e XV2:
lalaoda
toa voce,
Dedsua
nostro
dallabocca
nostra (lo)
non
secessera
asecolo asecolo
asenpre
ealta
lalaoda
toa
Ded
nostro
dallabocca
nostra
(lo)
non
secessera
asenpre
subito
dopo
la
traduzione.
tecnica
volte
dei
rono
interessanti
indicazioni
sulla tecnicaQuesta
di scrittura,
che si produceva
o aa memoria
o fraintendiment
pre
subito
dopo
la
sua
traduzione.
Questa
tecnica
generava
a
volte
dei
fraintendiment
ripensamenti:
di conseguenza
in alcuni
luoghiilètermine
scrittao eil sintagma
successivamente
cancellata o l
ad alta voce, veniva
pronunziato
ebraico
sotto
dettatura : prima,
La
parola
lol’inizio
(‘non’
in ebraico)
èp.dopo
scritta
al
e poi
cancellata.
ripensamenti:
di
conseguenza
ines.:
alcuni
luoghi
ènon
scritta
etecnica
successivamente
La oparola
loun’unità
(‘non’
ebraico)
èlascritta
al del
posto
del
non
e poigenerava
cancellata.
ebraica
della
stessa,
considerato
come
ein
subito
suaposto
traduzione.
Questa
a cancellata o l
ellata. ‫ינה‬
ebraica
o‫ומלמד‬
l’inizio
della
p. es.:
‫לאנוש ב‬
‫דעת‬
‫לאדם‬
‫חונן‬
‫חונןאתה‬
‫בינה‬fraintendimenti
‫לאנוש‬
‫ומלמד‬
‫דעת‬
‫לאדם‬
‫ אתה‬: di conseguenza in alcuni luoghi è scritta e
volte
dei
o stessa,
dei
ripensamenti
successivamente
cancellata
o
la
parola
ointeletto
l’inizio
della
stessa,
p.da-te
es. : inteletto]
[Tu
doni[Tu
a-uomo
sapere
e-insegna
a-uomoebraica
inteletto
e-dona-a-noi
da-te sapere
doni
a-uomo
sapere
e-insegna
e-dona-a-noi
sapere inteletto]
‫ושבחך אלהינו מפינו לא ימוש לעולם ועד‬a-uomo
nteletto] XV2:
tu
cordogli
allomo
sapere
enesce
allomo
b
enteletto
XV2:
tu
cordogli
allomo
sapere
enesce
allomo
b
enteletto
‫ועד‬
‫ימוש לעולם‬
‫מפינו לא‬da-bocca-nostra
‫ ושבחך אלהינו‬non muoverà a-secolo e-sempre]
[e-lauda-tua
Dio-nostro
 
 
 
[e-lauda-tua
Dio-nostro
da-bocca-nostra
non muoverà
a-secolo
[e-lauda-tua
Dio-nostro
da-bocca-nostra
non
muoverà
e-sempre]
XV2: e lalaoda
toa Ded
nostro
dallabocca
nostra
(lo) e-sempre]
nona-secolo
secessera
asecolo asenpre
: eLa
toatoa
Ded
nostro
dallabocca
nostra
(lo) non
secessera
asecolo
asenpre
XV2
La
lettera
b, prima
lettera
della
parola
ebraica
bina
‘intelletto’,
è scritta
e poi cancellata.
lettera
b,Ded
prima
lettera
della
parola
bina
‘intelletto’,
è scritta
e poi cancellata
XV2:
elalaoda
lalaoda
nostro
dallabocca
nostra
(lo)ebraica
non secessera
asecolo
asenpre
ritta e poi cancellata.
La
(‘non’
in ebraico)
è scritta
al postoal
delposto
non e del
poi cancellata.
Laparola
parolalo lo
(‘non’
in ebraico)
è scritta
non e poi cancellata.
Torniamo
adesso
a
considerare
più
da
vicino
le
differenze
traduzioni
giudeo-italiane
cla
La
parola
lo
(‘non’
in
ebraico)
è
scritta
al
posto
del
non
e tra
poilecancellata.
Torniamo
adesso
a
considerare
più
da
vicino
le
differenze
tra le traduzioni
giudeo-itali
‫ומלמד לאנוש בינה‬classiche
‫אתה חונן לאדם דעת‬
aduzioni del
giudeo-italiane
rito,
dirito,
epoca
quattrocentesca,
la traduzione
tarda,
secentesca.
Prendiamo
per unp
‫ינה‬
‫לאנוש‬
‫ומלמד‬
‫דעת‬
‫לאדם‬
‫אתה חונן‬
del
di
epoca
quattrocentesca,
e e-dona-a-noi
la traduzione
secentesca.
Prendiamo
[Tu
doni
a-uomo
sapere
e-insegna
a-uomo
inteletto]einteletto
[Tu‫ב‬
doni
a-uomo
sapere
e-insegna
a-uomo
da-te tarda,
sapere
inteletto]
ntesca. Prendiamo
per allomo
un
primo
:doni
tu
sapere
enesce
allomo
b enteletto
XV2
[Tu
a-uomo
sapere
e-insegna
a-uomo
inteletto
e-dona-a-noi
da-te
sapere
inteletto]
XV2:
tucordogli
cordogli
allomo
sapere
enesce
allomo
btraduzioni
enteletto
confronto
due
brani
tratti
da
due
traduzioni
del ritodelebraico
italiano:
una, launa,
prima,
tradiz
confronto
due
brani
tratti
da
due
rito ebraico
italiano:
la prima,
ano: una,
la
prima,
tradizionale,
XV2:
tu
cordogli
allomo
sapere
enesce
allomo
b
enteletto
risulta
stampata
alettera
Fanoadella
nel
1506
[il
cosidetto
‘rito diè‘rito
Fano’]
(=F);
la
seconda
è una ètrad
risulta
stampata
Fano
nelebraica
1506
[il ‘intelletto’,
cosidetto
die Fano’]
(=F);
la seconda
un
La lettera
b, prima
parola
bina
scritta
poi
cancellata.
F); la seconda
è una
traduzione
La lettera
b,
prima
lettera
della
parola ebraica bina ‘intelletto’, è scritta e poi cancellata.
manoscritta
secentesca
(=M):
manoscritta
secentesca
(=M):
La letteraadesso
b, prima
lettera della
ebraica
bina ‘intelletto’,
è scritta
e poi cancellata.
Torniamo
a considerare
più parola
da vicino
le differenze
tra le traduzioni
giudeoitaliane
classiche
del
rito,
di
epoca
quattrocentesca,
e
la
traduzione
tarda,
secentesca.
F:Torniamo
Lo Det
granno
e barone
e temutoe Det
che remereti
misericordii
e acquesti
onne cavosa
F: Lo
Det
granno
e barone
temuto
Det
altissimo
che remereti
misericordii
boni e giudeo-italiane
acquesti
onne arren
cavoc
adesso
a considerare
piùaltissimo
da
vicino
le differenze
tra
leboni
traduzioni
Prendiamo
per
un primo
confronto
due
tratti da
traduzioni
ebraico giudeo-italiane c
oni e acquesti
onne
cavosa
arrencorda
li
Torniamo
adesso
considerare
più brani
dae vicino
le due
differenze
tradel
le rito
traduzioni
misericordii
alli
patri.
misericordii
alliapatri.
del
rito,
di
epoca
quattrocentesca,
la
traduzione
tarda,
secentesca.
Prendiamo
per
u
italiano : una, la prima, tradizionale, risulta stampata a Fano nel 1506 [il cosidetto ‘rito di
M:del
Iddio
grande
e
potente
e
temuto
Iddio
eccelso
qual
rimerita
misericordie
bone
et
acquistator
del
tutto
e
sit
M:
Iddio
grande
e
potente
e
temuto
Iddio
eccelso
qual
rimerita
misericordie
bone
et
acquistator
del
rito,
di
epoca
quattrocentesca,
e
la
traduzione
tarda,
secentesca.
Prendiamo
per
u
confronto
brani
da due traduzioni
del rito ebraico
; due
la seconda
è tratti
una traduzione
manoscritta secentesca
(=M) : italiano: una, la prima, trad
Fano’]
(=F)
bone et acquistator
del
tutto
e
si
ricorda
deconfronto
le misericordie
de
li
antichi.
de le misericordie
detratti
li antichi.
due brani
da1506
due traduzioni
del‘rito
rito di
ebraico
italiano:
la prima,
a Fano
nel
[il cosidetto
Fano’]
(=F);
launa,
seconda
è unatrad
tra
Frisulta
: Lo Detstampata
granno e barone
e temuto
Det altissimo
che remereti
misericordii
boni
e acquesti
risulta
stampata
a
Fano
nel
1506
[il
cosidetto
‘rito
di
Fano’]
(=F);
la
seconda
è
una
tra
manoscritta
secentesca
(=M): alli patri.
onne
cavosa arrencorda
li misericordii
Nella
lingua
del
ritodeldierito
Fano
usaeccelso
parola
giudeo-italiana
antica
per ‘Dio’
si ha g
Nella
lingua
di siIddio
Fano
sila usa
la rimerita
parola
giudeo-italiana
antica
per (Det),
‘Dio’ (Det),
: Iddio
grande
e potente
temuto
qual
misericordie
bone
et acquistaM
manoscritta
secentesca
(=M):
ca per ‘Dio’
(Det),
si
ha
granno
‘grande’
(con
l’assimilazione
nd de
> linn
ed
il metaplasmo
dalla terza
alla sec
(con
nd
> nn
ed il metaplasmo
dalla declinazione
terza declinazione
a
tor del‘grande’
tutto
e si ricorda
del’assimilazione
le misericordie
antichi.
F: Lo Det granno
e barone e temuto Det altissimo che remereti misericordii boni e acquesti onne cavosa arr
erza declinazione
alla
seconda),
barone
e
onne
e
la
desinenza
del
plurale
della
prima
declinazione
è
-i
(giudeo-italia
barone
e
onne
e
la
desinenza
del
plurale
della
prima
declinazione
è
-i
(giudeo
F:
Lo lingua
Det granno
e temuto
Det altissimo
che remereti
misericordii
onne cavosa arr
misericordii
alli
Nella
del patri.
ritoe barone
di Fano
usa la parola
giudeo-italiana
antica
per ‘Dio’ boni
(Det),esiacquesti
ha
azione èmisericordii,
-i (giudeo-italiano):
li siboni.
misericordii
traduzione
secentesca
haterza
invece
Iddio,
grande,
potente,
og
misericordii
alli
patri.
misericordii,
misericordii
boni.
secentesca
ha
invece
grande,
pote
M: Iddio
grande
e potente
e temutoLa
eccelso
qual
rimerita
misericordie
bone et Iddio,
acquistator
del tutto
e
granno
‘grande’
(con
l’assimilazione
ndIddio
>
nnLa
edtraduzione
il metaplasmo
dalla
declinazione
e Iddio, grande,
potente,
e il-aeela
M:
Iddio
grande
ede
potente
rimerita
et acquistator del tutto e
alla
barone
elionne
desinenza
deleccelso
plurale
della
prima misericordie
declinazionebone
è -i (giude leseconda),
misericordie
antichi.
plurale
dei
sostantivi
in
ètemuto
costantemente
-e.qual
plurale
deiogni
sostantivi
in
-a èIddio
costantemente
-e.
 
 
 
 
 
 
 
de le misericordie
de un
li antichi.
liEcco
misericordii,
misericordii
boni. La traduzione secentesca ha invece Iddio,
deo-italiano)
Ecco: un
secondo
brano:
secondo
brano:
grande,
potente,
ogni
e
il
plurale
dei
sostantivi
‑a è costantemente
-e.
Nella lingua del rito di Fano si usa lain parola
giudeo-italiana
antica per ‘Dio’ (Det), si ha
:
Ecco
un
secondo
brano
lingua
del
rito
di
Fano
si
usa
la
parola
giudeo-italiana
antica
‘Dio’ (Det),alla
si ha
F:Nella
Tu
cordogli
allu
omo
sapere
e
nesce
allo
omo
intagletiscemento.
F:
Tu
cordogli
allu
omo
sapere
e
nesce
allo
omo
intagletiscemento.
‘grande’ (con l’assimilazione nd > nn ed il metaplasmo dalla terzaperdeclinazione
s
 
 
F‘grande’
:Tu
Tu fai
cordogli
allu
omo
sapere
e nesce
omo
intagletiscemento.
l’assimilazione
nd
> enn
ed il
metaplasmo
terza declinazione
alla s
M.
all’omo
del
eallo
mostri
all’omo
intelligenza.
M.grazie
Tu
fai
grazie
del intelletto
mostri
all’omo
intelligenza.
barone
e(con
onne
e all’omo
la intelletto
desinenza
del
plurale
della
prima dalla
declinazione
è -i (giudeo-ital
M. Tu fai grazie all’omo del intelletto e mostri all’omo intelligenza.
 
barone
e onne
e la desinenza
plurale secentesca
della primahadeclinazione
ègrande,
-i (giudeo-itali
misericordii,
misericordii
boni. Ladel
traduzione
invece Iddio,
potente,
44
1 e la
Qui,
il
rito
di
Fano
usa
il
verbo
giudeo-italiano
caratteristico
nescere
‘insegnare’
misericordii,
misericordii
boni.
La
traduzione
secentesca
ha
invece
Iddio,
grande,
potente,
Qui,
il
rito
di
Fano
usa
il
verbo
giudeo-italiano
caratteristico
nescere
‘insegnare’
e la44
Qui,
il
rito
di
Fano
usa
il
verbo
giudeo-italiano
caratteristico
nescere
‘insegnare’
plurale
dei
-e.
44 sostantivi in -a è costantemente
2
45
45
nescere ‘insegnare’
e
la
parola
; ; sisifaccia
attenzione
all’oscillazione
allu/
parola
intagletiscemento
‘comprensione’
plurale
dei sostantivi
in‘comprensione’
-abrano:
è costantemente
intagletiscemento
‘comprensione’
faccia
anche
attenzione
all’oscillazione
allu/allo.
Ta
intagletiscemento
; anche
si-e.
faccia
anche
attenzione
all’oscillazione
allu/al
Ecco
un
secondo
allo. Tali
tratti risultano
annullati
nel testo secentesco, più marcatamente conguagliato
’oscillazione
allu/allo.
Tali
tratti
Ecco
un
secondo
brano:
risultano
annullati
nel
testo
secentesco,
più
marcatamente
conguagliato
in
direzione
italiana.
risultano
annullati
nel
testo
secentesco,
più
marcatamente
conguagliato
in
direzione
ital
in direzione
italiana.
liato in direzione
italiana.
Differenze
tra sapere
la traduzione
delomo
1506
quella
secentesca
in ogniinriga
Differenze
tradel
traduzione
del e1506
quella
si trovano
ognie riq
F:Differenze
Tu cordogli
allu
omo
ela
nesce
intagletiscemento.
tra
la traduzione
1506
eallo
quella
secentesca
sietrovano
insecentesca
ogni si
rigatrovano
e quasi
si trovanoin
inogni
ogni
riga allu
eall’omo
quasi
in intelletto
F:
Tu
cordogli
omo sapere
intagletiscemento.
M.
Tu
fai
grazie
del
eallo
mostri
all’omo
intelligenza.
parola.
La
differenza
piùe nesce
cospicua
siomo
rinviene
proprio
nel settore del lessico, nel
 
44 M.
Tu44fai grazie all’omo del intelletto e mostri all’omo intelligenza.
Secondo
LUISA CLUOMO
margine
al giudeo-italiano;
note fonetiche,
morfologiche
e lessicali,
«Italia»,
Secondo
UISA C(In
UOMO
(In margine
al giudeo-italiano;
note fonetiche,
morfologiche
e lessicali,
44 «II
1  Secondo Luisa Cuomo (In margine al giudeo-italiano ; note fonetiche, morfologiche e lessicali, « Italia », i
rfologiche pp.
e Qui,
lessicali,
«Italia»,
I [1976],
il alle
rito
dialle
Fano
usa ilforma
verbo
giudeo-italiano
‘insegnare’
esuld
30-53,
pp.
49-50)
va
«collegata
a un *agniscere
o *agniscire
da agnoscere,
sul44tema
pp.
30-53,
pp. questa
49-50)
questa
forma
va «collegata
acaratteristico
un *agniscere
onescere
*agniscire
da agnoscere,
[1976],
pp.
30-53,
alle
pp.Fano
49-50)
questa
forma
va « collegata
a un *agniscere ocaratteristico
*agniscire da agnoscere,
sul tema ‘insegnare’
45giudeo-italiano
Qui,
il
rito
di
usa
il
verbo
nescere
e
niscire da pass.
agnoscere,
sul
tema
del
part.
intagletiscemento
‘comprensione’
;
si
faccia
anche
attenzione
all’oscillazione
allu/allo.
Tl
agnitus».
pass.
del part.45
pass. agnitus».
agnitus ».
45
45 2
intagletiscemento
‘comprensione’
;
si
faccia
anche
attenzione
all’oscillazione
allu/allo.
T
Anche
la
parola
intagletiscemento
non
l’ho
trovata
nelle
altre
fonti
italiane.
Nel
Maqre
Dardeqe
i
verbi
ebr
Anche
la
parola
intagletiscemento
non
l’ho
trovata
nelle
altre
fonti
italiane.
Nel
Maqre
Dardeqe
i
  Anche la annullati
parola intagletiscemento
l’ho trovata nelle
fonti italiane. Nelconguagliato
Maqre Dardeqe i verbi
risultano
nel testonon
secentesco,
piùaltre
marcatamente
in direzione italiana.v
Nel Maqre
Dardeqe
i
verbi
ebraici
per
ebraici
per
‘capire’,
‘conoscere’
(
)
sono
tradotti
con
il
verbo
intellitire,
intelliteo
(
,direzione
‘capire’,
‘conoscere’
(‫הבין‬,
‫)השכיל‬
sono
tradotti
con
il
verbo
intellitire,
intelliteo
(‫אנטיליטירי‬,
‫)אנטיליטיאו‬
da
cui èeda
p
‘capire’,
‘conoscere’
(‫הבין‬,
‫)השכיל‬
sono
tradotti
con
il
verbo
intellitire,
intelliteo
(‫אנטיליטירי‬,
‫)אנטיליטיאו‬
risultano
annullati nel
testo
secentesco,
più
marcatamente
conguagliato
in
italiana.
Differenze
traformare
la
traduzione
del
1506
e quella
secentesca
si -isctrovano
in ogni
riga
)nome
da
è nome
un nome del
tipo intellitiscimento,
deverbale
con
ilOHLFS
suffisso
(Ro(‫אנטיליטירי‬,formare
‫)אנטיליטיאו‬
dacui
cui
èpossibile
possibile
,
Grammatica,
cit.,
§
524).
unDifferenze
tipotra
intellitiscimento,
deverbale
con
il
suffisso
-isc(R
OHLFS
,
Grammatica,
cit.,
§
5
formare
undel
del
tipo
intellitiscimento,
deverbale
con
il
suffisso
-isc(R
hlfs, Grammatica,
cit., § 524). la traduzione del 1506 e quella secentesca si trovano in ogni riga e
FS, Grammatica,
cit., § 524).
8
8
44
Secondo LUISA CUOMO (In margine al giudeo-italiano; note fonetiche, morfologiche e lessicali, «Italia»
44
LUISA
UOMO (In
margine
fonetiche,
morfologiche
e lessicali, sul
«Italia»
pp.Secondo
30-53, alle
pp.C49-50)
questa
formaalvagiudeo-italiano;
«collegata a unnote
*agniscere
o *agniscire
da agnoscere,
tema
pp.
alle pp. 49-50) questa forma va «collegata a un *agniscere o *agniscire da agnoscere, sul tema
pass.30-53,
agnitus».
45
pass.
agnitus».
Anche
la parola intagletiscemento non l’ho trovata nelle altre fonti italiane. Nel Maqre Dardeqe i verbi e
45
Anche ‘conoscere’
la parola intagletiscemento
l’ho trovata
nelle intellitire,
altre fonti intelliteo
italiane. Nel
Maqre ‫)אנטיליטיאו‬
Dardeqe i da
verbi
‘capire’,
(‫הבין‬, ‫ )השכיל‬sononon
tradotti
con il verbo
(‫אנטיליטירי‬,
cui eè
‘capire’,
‘conoscere’
‫ )השכיל‬sono tradotti
con il con
verbo
intellitire,
intelliteo
(‫אנטיליטירי‬,
‫)אנטיליטיאו‬
cui è
, Grammatica,
cit., §da
524).
formare un
nome del (‫הבין‬,
tipo intellitiscimento,
deverbale
il suffisso
-isc(ROHLFS
 
 
 
 
 
D: e insegnatele a’ vostri figliuoli
B: Et insegnatele
a’ i vostri
ogni parola.
Lafigliuoli.
differenza più cospicua si rinviene proprio nel settore del lessico, n
nettamente più moderno (per gli scioglimenti delle sigle dei manoscritti quattro
Il verbo sopra):
nnescere
‘insegnare’
è unopiù
deicospicua
più diffusi
e caratteristici
giudeo-italiano,
ogni
parola.
La differenza
si rinviene
proprioper
nelilsettore
del lessico,ma
n
164
ryzhik
documentato
anche in
non ebraiche,
nelle romanesche
de Troia e quattr
de Ro
nettamente
piùfonti
moderno
(permichael
gli come
scioglimenti
delle sigleStorie
dei manoscritti
significativo
che
questo
uso si trovi
in una fonte
Roma, la delle
patriasigle
deldei
giudeo-italiano.
secondo
nettamente
più moderno
(per glidiscioglimenti
manoscritti
sopra):
‫בניכם‬
‫את‬caso
‫אתם‬
‫למדתם‬
:
quattrocenteschi
vediasopra)
[e-insegnarete a-essi
figli-vostri]
(Dt 11:19)
 
F,
XV1,
e nescereti essi alli figlioli vostri
‫ביתך ובשעריך‬
‫מזזות‬
‫ על‬XV3:
‫וכתבתם‬
‫בניכם‬
‫את‬XV2,
‫אתם‬
‫למדתם‬
[e-insegnarete
a quelli
figli-vostri]
(Dt 11 :19)
M.
et insegnarete
alli
figlioli
vostri
] (Dt 6:9)
[e-scrivi-essi
su
stipiti a-essi
[di-]casa-tua
e-in-porte-tu
[e-insegnarete
a-essi
a figli-vostri]
(Dt
11:19)
:
e
nescereti
essi
figlioli
vostri
F,
XV1,
XV2,
XV3
docete
filios
vestros
F: e scrivi V:
essi
sopre
li balistrati
de la casaalli
toa
ealli
nefiglioli
li portivostri
toi
F,
XV1,
XV2,
XV3:
e nescereti
essi
M.
et
insegnarete
quelli
alli
figlioli
vostri
BV:
i vostri
figliuoli
XV1: e scriverai
essi sopree ammaestrate
alli
balestratichi
dellacasa
toa enelli porti toi
M. etInsegnate
insegnarete
quelli
alli figlioli
vostri
V : docete filios vestros
D:
insegnatele
a’ vostri figliuoli
XV2: escriverai
esse filios
sopre
libalestratichi
dellacasa
V: :edocete
vestros
Insegnate
e ammaestrate
i vostri
figliuolitoa edelliporte toi
BV
B:
Et
insegnatele
a’
i
vostri
figliuoli.
XV3: e scriverai
essi
sopre
libalestratichi
de
lacasa
toa e delli porti toi
BV:
Insegnate
e
ammaestrate
i
vostri
figliuoli
D : e insegnatele a’ vostri figliuoli
M. e scriverai
sopra a’lia’istipidi
de la casa tua e ne le porte tue
e quelle
insegnatele
vostri
figliuoli
: Et
insegnatele
vostri figliuoli.
BD:
V: scribesque
in limine
eta’ostiis
domus
tuaeè uno dei più diffusi e caratteristici per il giudeo-ital
B: verbo
Eteainsegnatele
i ‘insegnare’
vostri
figliuoli.
nnescere
IlIlscriverai
verbo nnescere
‘insegnare’
è della
uno dei
e caratteristici
per
il giudeo-italiano,
BV: E sì le
al
piede
dell’
uscio
casapiù
tuadiffusi
(Dt 6:9);
E fa che
tu le
scriva
sopra ilStorie
sogliaio dell’ usc
documentato
anche inanche
fontiin non
ebraiche,
come
nelle
romanesche
ma
risulta
documentato
fonti
non
ebraiche,
come
nelle
romanesche
Storie de de Troia
porte dellaIlcasa
tua
(Dt
11:20)
1
verbo
nnescere
‘insegnare’
unoindei
diffusi
e fonte
caratteristici
per
il giudeo-ital
È significativo
che
questo
usolepiù
situe
trovi
indiuna
Roma, del
la patria
Troia
e de Roma.
questo
si ètrovi
fonte
Roma,
ladi patria
giudeo-italian
D: scrivilesignificativo
ancora sopra gliche
stipiti
dellauso
tua casa,
e soprauna
porte
documentato
anche
in
fonti
non
ebraiche,
come
nelle
romanesche
Storie
de Troia
del
giudeo-italiano.
B: Tu scriuerai ancora quelle ne gli stipiti de la tua casa, e ne le tue porte
 
 
 
 
 
 
significativo
che questo
uso si trovi in una fonte di Roma, la patria del giudeo-italian
‫ובשעריך‬
‫מזזות ביתך‬
‫וכתבתם על‬
[e-scrivi-essi
su stipiti
[di-]casa-tua
e-in-porte-tu
] (Dt 6 :9)] (Dt 6:9)
[e-scrivi-essi
su stipiti
[di-]casa-tua
e-in-porte-tu
Nelle traduzioni
del
rituale
per de
indicare
gli
usa il lemma balestrati o balest
:
e
scrivi
essi
sopre
li
balistrati
la
casa
toa
etoa
ne‘stipiti’
porti
toisi toi
FF:
e
scrivi
essi
sopre
li
balistrati
de
la
casa
eli ne
li porti
‫ובשעריך‬
‫ביתך‬
‫מזזות‬
‫על‬
‫וכתבתם‬
comune XV1
nel: egiudeo-italiano,
per esempio
nella
del libro di Amos desc
essiessi
sopre
allicome
balestratichi
dellacasa
toa
enellitraduzione
porti toi
XV1:
escriverai
scriverai
sopre
alli
balestratichi
dellacasa
porti toi
(Dttoa
6:9)enelli
[e-scrivi-essi
su
stipiti
[di-]casa-tua
48
:nel
escriverai
esse
sopre
libalestratichie-in-porte-tu
dellacasa
toa]edelliporte
toi
Cassuto47XV2
e
dizionario
quattrocentesco
Maqre
Dardeqe
.
In
fonti
non ebraiche ho risc
XV2:
esse
sopre
libalestratichi
dellacasa
edelliporte
F: e: scrivi
essi essi
sopre
li
balistrati
de la de
casa
toa toa
e nee litoa
porti
toitoi toi
e escriverai
scriverai
sopre
libalestratichi
lacasa
delli
porti
XV3
due soli M.
esempi
di questa
parola
con
ambedue
XV3:
e scriverai
essi
sopre
libalestratichi
lacasa
e delli
porti
toitoi nella Bibbia Volgare, n
XV1:
alli
balestratichi
toa
enelli
porti
e scriverai
quelle
sopra
li stipidi
deillasignificato
casa de
tuadellacasa
e ne ‘stipite’,
letoa
porte
tue
M.
e
scriverai
quelle
sopra
li
stipidi
de
la
casa
tua
e
ne
le
porte
tue
di Ezechiel
(citiamo
secondo
l’edizione
curata
da
Negroni,
vedi
sopra):
escriverai
sopre
libalestratichi
: scribesque
ea inesse
limine
et ostiis
domus tuaedellacasa toa edelliporte toi
VXV2:
V:
ea in
etlibalestratichi
ostiis
tuae
:scribesque
E sìe le
scriverai
allimine
piede
usciodomus
della casa
(Dt 6toa
:9) ;eEdelli
fa che
tu letoi
scriva sopra il sogliaBV
XV3:
scriverai
essi
sopredell’
detua
lacasa
porti
:20)
io
dell’
uscio
e
delle
porte
della
casa
tua
(Dt
11
BV:
E
sì
le
scriverai
al
piede
dell’
uscio
della
casa
tua
(Dt
6:9);
E
fa
che
tu le le
scriva
il sogliaio
M. e fabbricato
scriverai quelle
li stipidi
de lailcasa
e ne
porte tue appresso
«I quali hanno
il suosopra
sogliaro
appresso
mio,tua
e le
suelebalestrade
mie;sopra
e lo muro
era f
:
scrivile
ancora
sopra
gli
stipiti
della
tua
casa,
e
sopra
le
tue
porte
D
porte
della
casa
tua
(Dt
11:20)
V: scribesque
in limine del
et ostiis
domus
tuaesarà per lo peccato, e porranne nelle secrete entrate de
me» (Ez 43:8);
«E torrà ea
il sacerdote
sangue
il quale
scriuerai ancora
quelle
gli stipiti de
lacasa,
tua casa,
e nele
le tue
tue porte
porte
BD:: Tu
sopra
gli ne
stipiti
tua
BV:scrivile
E sì leancora
scriverai
al dell’
piede
dell’della
della
casae sopra
tuadi(Dt
6:9);della
E fa porta
che tudell’
le scriva
sopra
il sogliaio
e nelli quattro
anguli
del
circuito
altare,
euscio
nelle
balestrade
dentro
atrio di
dentro»
(Ez 4
B:
Tu
scriuerai
ancora
quelle
ne
gli
stipiti
de
la
tua
casa,
e
ne
le
tue
porte
porte
della
casa
tua
(Dt
11:20)
Nelle traduzioni del rituale per indicare gli ‘stipiti’ si usa il lemma balestrati o balestratiD: scrivile
ancora
sopra gli stipiticome
della tua
e sopra
letraduzione
tue porte del libro di Amos
chi,
comune
nel giudeo-italiano,
per casa,
esempio
nella
Questo uso
così limitato
nei
testi italoromanzi
può
spiegarsi
proprio3 con i legami esistent
2 e nel
dizionario
quattrocentesco
Maqre
Dardeqe.
fonti nonbalestrati
descritta
da
Cassuto
B:
Tu
scriuerai
ancora
quelle
ne
gli
stipiti
de
la
tua
casa,
e
ne
le tue
Nelle traduzioni del rituale per indicare gli ‘stipiti’
si porte
usa ilIn lemma
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bibbia Volgare
eholeriscontrato
traduzionidue
giudeo-italiane.
ebraiche
soli esempi
di per
questa
parola con
il significato
‘stipite’,
amcomune
nel
giudeo-italiano,
come
esempio
nella
traduzione
del
libro diperò
Am
Ibedue
legami
tra
la
Bibbia
Volgare
e
la
tradizione
giudeo-italiana
non
si
limitano
nella
Bibbia
Volgare,
nel
libro
di
Ezechiel
(citiamo
secondo
l’edizione
curata
47
48 il lemmada
Nelle traduzioni
del rituale
per indicare gli
‘stipiti’
si usa
balestrati
Cassuto
e
nel
dizionario
quattrocentesco
Maqre
Dardeqe
.
In
fonti
non
ebraiche
vedi sopra)
lessicali.Negroni,
Per esempio,
la :frase nominale
barux
atta
‘benedetto
tu’ viene resa
nei
volgarizz
comune
nel giudeo-italiano,
come
per
esempio
nella
traduzione
del
libro
di Am
due
soli
esempi
di
questa
parola
con
il
significato
‘stipite’,
ambedue
nella
Bibbia
V
giudeo-italiani
con
ilnel
congiuntivo:
benedetto
tu (così
nella
Volgare).
Invec
«Cassuto
I quali hanno
fabbricato
il suo sogliaro
appressosii
il mio,
eMaqre
le sueanche
balestrade
appresso
lefonti
mie
; enon
lo ebraich
47
48Bibbia
e
dizionario
quattrocentesco
Dardeqe
.
In
di
Ezechiel
(citiamo
secondo
l’edizione
curata
da
Negroni,
vedi
sopra):
; « E torrà il sacerdote
del sangue
il quale con
sarà per
lo peccato, e es, e l’ind
era fra loro
e me » (Ez 43 :8)
Vulgata,muro
in luoghi
indipendenti
dall’originale
ebraico,
si traduce
l’indicativo
due
solinelle
esempi
questa
significato
‘stipite’,
porranne
secretedientrate
delparola
tempio, con
e nelliil quattro
anguli del
circuito ambedue
dell’ altare, enella
nelle Bibbia V4
ricorre anche
nella
Bibbia
sempre
incurata
non hanno
originale
ebraico
» luoghi
(Ez 45 :19).
balestrade
di dentro
della Volgare,
porta
dell’ atrio
di dentro
di Ezechiel
(citiamo
secondo
l’edizione
dache
Negroni,
vedi sopra):
 
 
 
 
 
 
 
«I quali hanno fabbricato il suo sogliaro appresso il mio, e le sue balestrade appresso le mie; e lo
me» (Ezuso
43:8);
torrà il nei
sacerdote
del sangue ilpuò
quale
sarà perproprio
lo peccato,
porranne
Questo
così«Elimitato
testi italoromanzi
spiegarsi
con ei legami
esi-nelle secrete
46
e
nelli
quattro
anguli
del
circuito
dell’
altare,
e
nelle
balestrade
di
dentro
della
porta
dell’
Anonimo,
Storie
Troia
e de Roma,
in ERNESTO
MONACI
, Storie
de balestrade
Troja et deappresso
Roma, altrimenti
de
«I quali
fabbricato
ilesuo
sogliaro
appresso
il mio,
e le sue
leatrio
mie;die den
lo
stenti
trahanno
ladeBibbia
Volgare
le traduzioni
giudeo-italiane.
Ystoriarumme»
Romanorum,
Roma,
Società
Romana
di
Storia
Patria,
1920,
pp.
210,
289,
301.
Il
verbo
ricorre
anc
(Ez 43:8);
«EBibbia
torrà ilVolgare
sacerdote
deltradizione
sangue il quale
sarà per lo non
peccato,
e porranne
I legami
tra la
e la
giudeo-italiana
si limitano
perònelle secrete
altro testoai
medievale,
i quattrocenteschi
Tractati
della
vita
e delle
visionidella
di
santa
Roman
eromanesco
nelli
anguli
del
circuito
altare,
e nelle
balestrade
di dentro
portaFrancesca
dell’
di den
trattiquattro
lessicali.
Perlimitato
esempio,
ladell’
frase
nominale
barux
atta
‘benedetto
tu’
viene
resa
Questo
uso
così
nei
testi
italoromanzi
può
spiegarsi
proprio
con atrio
i legami
47
UMBERTO
C
ASSUTO
,
Il
Libro
di
Amos
in
traduzione
giudeo-italiana,
in
Miscellanea
di
studi
ebraici
in
memo
:
benedetto
sii
tu
(così
anche
nella
nei
volgarizzamenti
giudeo-italiani
con
il
congiuntivo
Bibbia Volgare e le traduzioni giudeo-italiane.
P. Chajes, Firenze, Israel, 1930, pp. 19-38, a p. 31.
Questo Iuso
così tra
limitato
nei testi
italoromanzi
può spiegarsi
proprio non
con sii legam
48
legami
la Bibbia
Volgare
e la tradizione
giudeo-italiana
limitan
S. v. mezuza.
1  Anonimo, Storie de Troia e de Roma, in Ernesto Monaci, Storie de Troja et de Roma, altrimenti dette Liber
49
Bibbia
Volgare
e
le
traduzioni
giudeo-italiane.
lessicali.
esempio,
lanominale
frase
barux
atta
‘benedetto
viene
nei
MICHAEL
RYZHIK
,Per
La proposizione
giudeo-italiane
dei tu’
formulari
preghiera
Ystoriarum
Romanorum,
Roma, Società
Romananominale
dinelle
Storiatraduzioni
Patria,
1920, pp.
210, 289,
301. Il verbo
ricorre
anchediresa
legami
tra
lacongiuntivo:
Bibbia
Volgare
e Tractati
la tradizione
giudeo-italiana
non siVolgar
limita
in
un
altro Itesto
romanesco
medievale,
i quattrocenteschi
dellatuvita
e delle
visioni di santa
», XXXI
(2009),
pp.
121-149.
Bibbia, «MR
giudeo-italiani
con
il
benedetto
sii
(così
anche
nellaFrancesca
Bibbia
Romana
9 barux
lessicali.
Perluoghi
esempio,
la frase nominale
atta ‘benedetto
resa neie
2
Vulgata,
in
indipendenti
dall’originale
ebraico,
si traducetu’
conviene
l’indicativo
 
 
 
  Umberto Cassuto, Il Libro di Amos in traduzione giudeo-italiana, in Miscellanea di studi ebraici in memoria
3  S.
giudeo-italiani
con
congiuntivo:
(così che
anche
nella
Bibbia
Volgar
di
H. P. Chajes,
Firenze,
Israel,ilBibbia
1930,
pp. 19-38,
a p. 31.benedetto
v. hanno
mezuza.
ricorre
anche
nella
Volgare,
sempre sii
in tu
luoghi
non
originale
Vulgata, in luoghi indipendenti dall’originale ebraico, si traduce con l’indicativo e
ricorre anche nella Bibbia Volgare, sempre in luoghi che non hanno originale
46
Anonimo, Storie de Troia e de Roma, in ERNESTO MONACI, Storie de Troja et de Roma, altr
Ystoriarum Romanorum, Roma, Società Romana di Storia Patria, 1920, pp. 210, 289, 301. Il verbo
46
altro
testo romanesco
medievale,
i quattrocenteschi
Tractati
della ,vita
e delle
di de
santa
Frances
Anonimo,
Storie de
Troia e de
Roma, in ERNESTO
MONACI
Storie
de visioni
Troja et
Roma,
altr
47
UMBERTORomanorum,
CASSUTO, Il Libro
Amos in
traduzione
giudeo-italiana,
Miscellanea
studi
ebraic
Ystoriarum
Roma,diSocietà
Romana
di Storia
Patria, 1920,inpp.
210, 289, di
301.
Il verbo
adesso un esempio della traduzione di questo sintagma nominale barux atta ‘benedetto tu’, nel rit
di preghiera:
la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani
165
Bibbia Volgare).
nellatraduzione
Vulgata, in di
luoghi
indipendenti
ebraico,atta
si ‘benedetto tu’,
adesso
un ‘esempio
della
sintagmadall’originale
nominale barux
‫המרבה לסלוח‬
‫חנון‬
‫אתה‬Invece
‫ברוך‬
.es,
‫אתה‬
‫אל טוב וסלח‬ricorre
‫כי‬questo
adesso
un ‫ה‬esempio
della
traduzione
di
questo
sintagma
nominale
barux atta
‘benedetto tu’,
traduce
con
l’indicativo
e
l’indicativo
anche
nella
Bibbia
Volgare,
sempre
in
dibuono
preghiera:
[che Dio
e-indulgente
Tu.
Benedetto
Tu
Dio
misericordo
il-moltiplicante
a-perdonare]
1
di
preghiera:
luoghi che non hanno originale ebraico. Ecco adesso un esempio della traduzione di
F: che Det
bonosintagma
e perdonatore
sì Tu.barux
Benedetto
sii Tu Domedet
lo rito
cordoljoso
che moltiplichi
aperdonare.
:
questo
nominale
atta ‘benedetto
tu’, nel
di preghiera
‫ ברוך אתה ה‘ חנון המרבה לסלוח‬.‫כי אל טוב וסלח אתה‬
‫לסלוח‬
‫חנון המרבה‬
‘‫ברוך אתה ה‬
.‫וסלח אתה‬Tu‫טוב‬
‫אל‬misericordo
‫כי‬
Dio buono
e-indulgente
Tu.la
Benedetto
Dio
il-moltiplicante
a-perdonare]
Come [che
abbiamo
accennato
sopra,
morfologia
verbale
della
traduzione
cambia
a seconda che esist
[che
Tu.
Benedetto
TuTu
DioDio
misericordo
il-moltiplicante
a-perdonare]
[cheDio
Diobuono
buonoe-indulgente
e-indulgente
Tu.
Benedetto
misericordo
il-moltiplicante
a-perdonare]
F:
che
Det
bono
e
perdonatore
sì
Tu.
Benedetto
sii
Tu
Domedet
lo
cordoljoso
che
moltiplichi
o non esista
un
originale
ebraicosìsìdi
partenza.
InsiiTusuccessione,
consideriano
un primoaperdonare.
esempio per l
Tu.
Benedetto
Domedet
lo lo
cordoljoso
cheche
moltiplichi
FF:: che
che Det
Det bono
bono ee perdonatore
perdonatore
Tu.
Benedettosii
Tu
Domedet
cordoljoso
moltiplichi
aperdonare.
aperdonare.
traduzione di un passo biblico per cui esiste originale ebraico:
Come
abbiamoaccennato
accennato
sopra,
la morfologia
verbale
della traduzione
a seconda ch
Come
sopra,
la morfologia
verbale
della traduzione
cambia acambia
seComeabbiamo
abbiamo accennato
sopra,
la morfologia
verbale
della traduzione
cambia
a seconda ch
o
non
esista
un
originale
ebraico
di
partenza.
In
successione,
consideriano
un
primo
esempio
che
esista
o
non
esista
un
originale
ebraico
di
partenza.
In
successione,
conside(1Sam
15:13)
‘‫אתה לה‬conda
‫ברוך‬
‫שאול‬
‫לו‬
‫ויאמר‬
o non esista un originale ebraico di partenza. In successione, consideriano un primo esemp
riano
un primo
esempio
per
la traduzione
di un passo
biblico
per cui esiste originale
di un
passo
biblico
per cui esiste
originale
ebraico:
‘E-dissetraduzione
a lui Ša’ul
Benedetto
tu a-Dio’
traduzione
di un passo
biblico per cui esiste originale ebraico:
:
ebraico
 
 
BV: disse a lui Saul: benedetto sii tu da Dio.
(1Sam 1515:13)
:13)
‘‫( ויאמר לו שאול ברוך אתה לה‬1Sam
(1Sam 15:13)
‘‫אתה לה‬
‫ברוך‬
‫שאול‬
‫ויאמר לו‬
‘E-disse
aa lui
Benedetto
tutu
a-Dio’
‘E-disse
luiŠa’ul
Ša’ul
Benedetto
a-Dio’
Ecco un
secondo
esempio
relativo
ad
una
parte della Bibbia per cui non esiste originale ebraico; d
‘E-disse
Ša’ul: benedetto
Benedetto
tu da
a-Dio’
: disse
disse aaa lui
lui
Saul
sii tu
Dio.
BV
BV:
lui
Saul:
benedetto
sii
tu
da
Dio.
conseguenza
non
esiste
tradizione
di riferimento, utilizzabile come modello pe
BV: disse
a lui
Saul: una
benedetto
sii tu dagiudeo-italiana
Dio.
 
 
 
 
Ecco un secondo esempio relativo ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale
la traduzione:
conseguenza
non esiste
una tradizione
giudeo-italiana
di riferimento,
utilizebraico
Ecco
un; disecondo
esempio
relativo
ad una parte
della Bibbia
per cui non
esiste originale ebr
Ecco come
un secondo
esempio
relativo: ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale eb
zabile
modello
per
la
traduzione
conseguenza
non
esiste
una
tradizione
giudeo-italiana
di
riferimento,
utilizzabile
come mode
V: dixit ad
eam benedicta
es tuesiste
filia auna
Domino
Deo excelso
prae omnibus mulieribus
super terram
(Gdt 13:23-24)
conseguenza
non
tradizione
giudeo-italiana
di
riferimento,
utilizzabile
come mod
V
:
dixit
ad
eam
benedicta
es
tu
filia
a
Domino
Deo
excelso
prae
omnibus
mulieribus
super
terram
la traduzione:
BV: disse
a lei: sei tu benedetta, figliuola mia, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le donne della terra.
la
traduzione:
(Gdt 13 :23-24)
 
 
 
 
BV : disse a lei : sei tu benedetta, figliuola mia, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le donne della
dixit addieam
benedicta casuali
es tu filiaoa Domino
excelso prae
omnibus
mulieribus
super terram (Gdt
13:23-2l
Non siV:
tratta
fenomeni
isolati: Deo
la Bibbia
Volgare
traduce
costantemente
secondo
terra.
V: dixit ad eam benedicta es tu filia a Domino Deo excelso prae omnibus mulieribus super terram (Gdt 13:23BV:
disse
a
lei:
sei
tu
benedetta,
figliuola
mia,
dal
Signore
Iddio
eccelso,
sopra
tutte
le
donne
della
terra.
consuetudine
giudeo-italiana
le parti
della: laBibbia
per cui
esiste
una
tradizione
giudeo-italiana
d
BV: disse
a lei:
tu benedetta,
dal Signore
Iddio
eccelso,
sopra
tutte le sedonne
della terra.
Non
si tratta
di sei
fenomeni
casualifigliuola
o isolatimia,
Bibbia
Volgare
traduce
costantemente
 
 
50
riferimento;
invece lagiudeo-italiana
Vulgata nelle
partidella
per Bibbia
cui tale
è inesistente
condo segue
la consuetudine
le parti
pertradizione
cui esiste una
tradizione .
Non
si tratta al
diriferimento
fenomeni
casuali
o isolati:
lanelle
Bibbia
traduce
costantemente
Ritornando
delle
traduzioni
giudeo-italiane
del
rito
di preghiera,
vorreiseco
or
; segue
invece
Vulgata
parti Volgare
per
cui tale
tradizione
giudeo-italiana
di
Non
si tratta
dilessico
fenomeni
casuali
o laisolati:
la Bibbia
Volgare
traduce
costantemente
sec
2
consuetudine
giudeo-italiana
le
parti
della
Bibbia
per
cui
esiste
una
tradizione
giudeo-ital
èconsuetudine
inesistente.
sottolineare
il fatto che
la
somiglianza
tra
tutte
le
traduzioni
ebraiche
–
compresa
quella
secentesc
giudeo-italiana le parti della Bibbia per cui esiste una tradizione 50giudeo-ita
Ritornando
al lessico
delle traduzioni
giudeo-italiane
delcui
rito
di preghiera,
vorrei
ora
riferimento;
segue
invece
latecnica
Vulgata
nelletraduzione
parti per
tale
tradizione
è inesistente
.
50
– si può
vedere
non
solo
nella
della
e nell’adesione
all’originale
m
riferimento;
segue
la Vulgata
nelle
parti per ebraiche
cui
tale –tradizione
è inesistenteebraico,
.
sottolineare
il fatto
cheinvece
la somiglianza
tra tutte
le traduzioni
compresa
quella
Ritornando
al
lessico
delle
traduzioni
giudeo-italiane
del
rito
di
preghiera,
vor
anche secentesca
nel uso
del
lessico
specifico
giudeo-italiano:
nonostante
la
spinta
complessiv
Ritornando
al non
lessico
delle
traduzioni
giudeo-italiane
del all’oririto di preghiera, vo
– siilpuò
vedere
solo nella
tecnica
e nell’adesione
sottolineare
fatto
chelessico
la somiglianza
tra della
tuttetraduzione
le traduzioni
ebraiche
– compresa
quella
sec
all’ammodernamento,
tale
resta
immutato
nella
traduzione
secentesca
presen
:
nonostante
la quandoquella
ginale
ebraico,
ma
anche
nel
uso
del
lessico
specifico
giudeo-italiano
sottolineare il fatto che la somiglianza tra tutte le traduzioni ebraiche – compresa
sec
–
si
può
vedere
non
solo
nella
tecnica
della
traduzione
e
nell’adesione
all’originale
ebrai
spinta
complessiva
talespecifiche:
lessico
immutato
traduzione all’originale ebra
accezioni
o all’ammodernamento,
caratteristiche
– sisemantiche
può
vedere
non solo nellaformali
tecnica
della resta
traduzione
e nella
nell’adesione
anche
nelquando
uso presenti
del lessico specifico
giudeo-italiano:
nonostante
secentesca
formali
specifiche : la spinta comp
anche nel
uso del accezioni
lessico semantiche
specifico o caratteristiche
giudeo-italiano:
nonostante
la spinta com
all’ammodernamento,
tale
lessico
resta
immutato
nella
traduzione
quando p
:‫לבבכם וסרתם‬
‫השמרו לכם פן יפתה‬tale lessico resta immutato nella traduzione secentesca
all’ammodernamento,
secentesca quando
accezioni
semantiche
o caratteristiche
formali
specifiche:
[Guardate
a-voi
che-non
sedotto/si
corrompa
cuore-vostro]
(Dt 11 :16)
[Guardate
a-voi che-non
venga venga
sedotto/si
corrompa
cuore-vostro]
(Dt 11:16)
semantiche
o caratteristiche
formali specifiche:
: guardeti avoi
en quanno semunisca
li core vostro
Faccezioni
 
 
 
 
 
F: guardeti avoi en quanno semunisca li core vostro
XV1 : guardeti avoi enquanno sesemonisca locore vostro
XV1: guardeti
avoi
enquanno
sesemonisca
locore vostro
:‫וסרתם‬
‫לבבכם‬
‫יפתה‬
‫השמרו לכם‬
: guardete
avoi
non‫פןפן‬
quanno
sesimonisca locore vostro
XV2
:
‫וסרתם‬
‫לבבכם‬
‫יפתה‬
‫לכם‬
‫השמרו‬
XV2: guardete
avoi
non
quanno
sesimonisca
locore
vostro
[Guardate
a-voi che-non
venga
sedotto/si
corrompa
(Dt 11:16)
: guardetive
avoi
chenon
se simonisca
locore
vostrocuore-vostro]
XV3
[Guardate
a-voi
che-non
venga
sedotto/si
corrompa
cuore-vostro] (Dt 11:16)
XV3: guardetive
avoi
chenon
se
simonisca
locore
vostro
F:
avoi
li core
: guardatevi
a’ en
voiquanno
che nonsemunisca
[vi] simonisca
il corvostro
vostro
Mguardeti
F:: cavete
guardeti
en
quanno
semunisca
li core
vostro
M: guardatevi
a’ voi
che
non
[vi] simonisca
il cor
vostro
ne avoi
forte
decipiatur
cor
vestrum
V
XV1:
guardeti
avoi
enquanno
sesemonisca
locore vostro
XV1:
guardeti
avoi enquanno
sesemonisca locore vostro
V: cavete
ne
forte
decipiatur
cor
vestrum
XV2: guardete avoi non quanno sesimonisca locore vostro
XV2:
guardete
avoi nonil quanno
sesimonisca
locore vostro
1  Michael
BV: Guardatevi
ne per
ventura
vostro
cuore
ingannato
XV3:
guardetive
avoi
se simonisca
locore
vostro
Ryzhik,
Lachenon
proposizione
nominalesie
nelle
traduzioni
giudeo-italiane dei formulari di preghiera e della
XV3: «che
guardetive
avoi
chenon
senon
simonisca
locore vostro
D: guardatevi
talora
il
vostro
cuore
sia
sedotto
Bibbia,
mr
»,
xxxi
(2009),
pp.
121-149.
M:2guardatevi a’ voi che non [vi] simonisca il cor vostro
M:  Sui
guardatevi
a’
voi
che nonebraiche
[vi] vostro
simonisca
cor
vostro
rapporti tra
le
traduzioni
e cristiane
innon
generale
vedi Giuseppe Sermoneta, La traduzione
B: Guardateui
dunque,
che
perauentura
cuoreil
sia disuiato
V:
cavete
ne dei
forte
decipiatur
corilcon
vestrum
giudeo
italiana
Salmidecipiatur
e i suoi rapporti
le antiche versioni latine, in Scritti in memoria di U. Nahon, a cura di
V: cavete
ne forte
cor vestrum
BV:
Guardatevi
ne per
ventura
vostro Mayer,
cuore sie
ingannato
Roberto
Bonfil, Daniel
Carpi,
MariailModena
Romano, Giuseppe B. Sermoneta, GerusaBV: Guardatevi
ne
per
ventura
il vostro
cuoreGiorgio
sie ingannato
51
lemme,
Fondazione
Sally
Mayer,
1978, pp.
196-239.
D:
guardatevi
che
talora
il vostro
cuore
non in
sia fonti
sedotto
Il verbo
semonire
/
simonire
ricorre
solo
giudeo-italiane
(dove è diffusa anche la parol
D: guardatevi che talora il vostro cuore non sia sedotto
52
B:
Guardateui
dunque,
che
perauentura
il
vostro
cuore
non
sia
disuiato
simuniaB:nel
senso dunque,
di ‘prezzo
della corruzione’)
. Altrove
troviamo naturalmente anche il verb
Guardateui
che perauentura
il vostro cuore
non sia disuiato
 
 
 
 
 
 
 
 
Il verbo semonire / simonire ricorre solo in fonti giudeo-italiane5151(dove è diffusa anche la
Il verbo semonire
/ simonireericorre
solo
in fonti
giudeo-italiane
(dove, La
è diffusa
anche
52vedi
Sui rapporti
le traduzioni
cristiane
in generale
GIUSEPPE
SERMONETA
traduzione
giudeil
simuniatranel
senso di ebraiche
‘prezzo della
corruzione’)
. Altrove
troviamo
naturalmente
anche
52
senso
di ‘prezzo
dellaversioni
corruzione’)
Altrove
troviamo
italiana simunia
dei Salmi enel
i suoi
rapporti
con le antiche
latine, in .Scritti
in memoria
di U.naturalmente
Nahon, a cura dianche
Robert
50
Bonfil, Daniel Carpi, Maria Modena Mayer, Giorgio Romano, Giuseppe B. Sermoneta, Gerusalemme, Fondazion
166
michael ryzhik
BV : Guardatevi ne per ventura il vostro cuore sie ingannato
D : guardatevi che talora il vostro cuore non sia sedotto
B : Guardateui dunque, che perauentura il vostro cuore non sia disuiato
 
 
 
Il verbo semonire / simonire ricorre solo in fonti giudeo-italiane 1 (dove è diffusa anche la
simoneggiare
/ semonizare,
la della
cui documentazione
dipende
fondamentalmente
dall’u
troviamo
naturalmente
parola simunia nel
senso di ‘prezzo
corruzione’). 2 Altrove
anche il verbo
/ semonizare,
la cui documentazione
dipende
fondamentalParadiso
e sisimoneggiare
trova quasi
solo nei commenti
alla Commedia
(Jacopo
della Lana, Otti
mente dall’uso
nel Paradiso
trova quasi
nei commenti
alla Commedia
Francesco
da dantesco
Buti) (TLIO
). Forsee siproprio
per solo
l’assenza
delle fonti
non ebraiche qu
( Jacopo della Lana, Ottimo, Boccaccio, Francesco da Buti) (tlio). Forse proprio per
etimologia
e
‘appartenenza’
marcatamente
cristiana,
è
conservato
nell’uso
l’assenza delle fonti non ebraiche questo verbo, con etimologia e ‘appartenenza’ mar-giudeo-ita
Il cristiana,
lessico èspecifico
che unisce le traduzioni del rituale, s
catamente
conservatogiudeo-italiano,
nell’uso giudeo-italiano.
anche
in fonti
cristiane,
anche seche
viunisce
appare
raro e marginale:
Il lessico
specifico
giudeo-italiano,
le traduzioni
del rituale, si trova talvolta
anche in fonti cristiane, anche se vi appare raro e marginale :
 
:‫ומביא גואל לבני בניהם‬
[e-conduce riscattatore
a-figli
di-figli-loro]
[e-conduce
riscattatore
a-figli
di-figli-loro]
allialli
figlioli
de lide
figlioli
loro loro
F : ee fai
F:
faivenire
venirelolosconperatore
sconperatore
figlioli
li figlioli
allialli
figlioli
dellidelli
figlioli
loro loro
XV1 : venire
XV1:
venireesconperatore
esconperatore
figlioli
figlioli
XV2 : [e fa venire] esconparatore allifiglioli dellifiglioli loro
XV2:
favenire
venire]
esconparatore
allifiglioli
dellifiglioli
sconperatore
alli figlioli
delli figlioli
loro loro
XV3 : e[efao
XV3:
e
fao
venire
sconperatore
alli
figlioli
delli
figlioli
XVII : e conduce scomperator a’ li figlioli de li figlioli loro loro
XVII: e conduce scomperator a’ li figlioli de li figlioli loro
 
 
 
 
 
Il verbo scomperare nel senso di ‘riscattare’ ed il connesso scomperatore sono molto diffusi nelle fonti giudeo-italiane, e vicini al latino medievale excomparatio ‘compera, acIl
verbo
scomperare
nel ebraico,
senso discomprare
‘riscattare’
ed il èconnesso
scomperatore
; 3 fuori
dall’ambiente
‘riscattare’
documentato
anche in tre sono mo
quisto’
fonti
giudeo-italiane,
e vicini
al latino
medievale
‘compera,
ac
documenti
emanati dai rettori
di Ragusa
(Dubrovnik)
Piero deexcomparatio
Gondola, Johann
de
4 Anche attraverso questi pochi esempi potrà
Bona e Andrea deebraico,
Benessa dell’anno
1371.‘riscattare’
dall’ambiente
scomprare
è documentato anche in tre docume
risultaredievidente
che le indagini
presentano
per gli
studi
rettori
Ragusal’utilità
(Dubrovnik)
Pierosul
degiudeo-italiano
Gondola, Johann
de Bona
e Andrea
de Be
italianistici.
54
1371
.
Anche
attraverso
questi
pochi
esempi
potrà
risultare
evidente
l’utilità
che
Infine vorrei portare un esempio che mostra come il giudeo-italiano classico non
giudeo-italiano
presentano
perabbia
gli studi
sia stato solo lingua
letteraria ma
avuto italianistici.
un notevole radicamento anche nell’uso
vivo. In un
dialetto
giudeo-italiano
quello che
ferrarese,
si conservano
tratti di remoInfine
vorrei
portare untardo,
esempio
mostra
come il giudeo-italiano
classic
ta
tradizione
fino
al
primo
Novecento,
fino
cioè
agli
ultimi
anni
dell’ebraismo
italiano
solo lingua letteraria ma abbia avuto un notevole radicamento anche nell’uso vivo
tradizionale. Sopra abbiamo parlato del verbo nescere, presente nel giudeo-italiano e nel
giudeo-italiano
si conservano
tratti di
romanesco antichi,tardo,
ma talequello
verbo è ferrarese,
registrato anche
nel giudeo-ferrarese
del remota
Novecen-tradizione
5
Novecento,
fino cioè agli ultimi anni dell’ebraismo italiano tradizionale. Sopra abbi
to :
 
 
verbo
presente
nel giudeo-italiano
nel
romanesco
antichi,
ma tale ver
6 ke inèscia
« Vinirái nescere,
a trovèrte krè
: kuscí favelerem
dè quel ke tu
sè. e
Una
hamortá
a un profe55
anche
sor ». nel giudeo-ferrarese del Novecento :
 
 
 
1
56
  Si tratta
di un denominale
da simonia.
Si trova
Yehuda
bensè.
Moshe
Daniel Romano,
14th cent.aLaunchia«Vinirái
a trovèrte
krè: kuscí
favelerem
dènel
quel
ke tu
Unabenhamortá
ke inèscia
profesor».
rificazione in volgare delle ‘espressioni difficili’ ricorrenti nel Mishneh Torah di Mose Maimonide : glossario inedito
del xiv secolo, a cura di Sarah Debenedetti Stow, Roma, 1990, s. v. ; Maqre Dardeqe cit., s. v. (come esempio si
cita dialetto
proprio il nostro
versetto).
Il
antico,
usato nei volgarizzamenti degli ebrei d’Italia, dimostra quind
2  Cuomo, Pesicheta Rabbati cit, p. 112. Strano l’uso di tale parola con significato ‘cristiano’ fortissimo, cosa
capacità
di
conservazione
e ; di
soppravivenza,
addirittura
fino
al leNovecento
assolutamente irregolare nel giudeo-italiano
per aggiunta,
solo nel giudeo-italiano
– almeno
secondo
date
che
sono
riuscito
a
individuare
–
è
registrato
il
verbo
denominale
simonire.
effettivamente
parlata dalle comunità ebraiche italiane.
3  Maqre Dardeqe, s. v. ; Cuomo, Pesicheta Rabbati cit, p. 111 ; Cecil Roth. Un’elegia giudeo-italiana sui martiri
di Ancona (1556-57), « La Rassegna mensile d’Israel », xvi, pp. 147-156, a p. 155.
4  Cfr. Diego Dotto, Scriptae venezianeggianti a Ragusa nel xiv secolo. Edizione e commento di testi volgari
dell’Archivio di Stato di Dubrovnik, Roma, Viella, 2008, p. 490, s. v. scomparar (nel corpus tlio le forme in
questione provvengono da una precedente edizione meno affidabile).
5  Terracini, Le parlate giudaico-italiane negli appunti di Raffaelle Giacomelli cit., es. n. 11.
6  ‘Asina’ (sulla base della parola ebraica hamor + suffisso femminile aramaico -ta) ‘stupida’.
.
 
 
 
 
 
 
 
la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani
167
Il dialetto antico, usato nei volgarizzamenti degli ebrei d’Italia, dimostra quindi una
notevole capacità di conservazione e di sopravvivenza, addirittura fino al Novecento,
nella lingua effettivamente parlata dalle comunità ebraiche italiane.
co mp o sto in ca r atte re da n te monotype dalla
fab rizio se rr a e dito re, pisa · roma.
sta m pato e ril e gato nella
t i p o g r a fia di ag na n o, ag nano pisano (pisa).
*
Aprile 2010
(c z 2 · f g 1 3 )
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