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Medioevo letterario d`Italia
M E D I O E VO L E TT E R A R I O D ’ I TA L I A Direzione e coordinamento scientifico / Advisory Editor Sandro Orlando (Torino) Comitato di redazione / Editorial Board Furio Brugnolo (Università di Padova) Rosario Coluccia (Università di Lecce) Pär Larson (cnr · Opera del Vocabolario Italiano) Sandro Orlando H. Wayne Storey (Indiana University) * «Medioevo letterario d’Italia» is a Peer-Rewieved Journal M E D I O E VO LETTERARIO D ’ I TA L I A r i v i sta i n t e r na z i ona l e d i f i lo lo g i a , l i n g u i st i c a e l ett e r at u r a a n i n t e r nat i ona l j o u r na l o f ph i lo lo g y, l i n g u i st i c s a n d l i t e r at u r e 5 · 2008 p i s a · ro m a FA B R I Z I O S E R R A E D I TO R E mmx Amministrazione e abbonamenti Fabrizio Serra editore ® Casella postale n. 1, succursale n. 8, i 56123 Pisa tel. +39 050542332, fax +39 050574888, [email protected] I prezzi ufficiali di abbonamento cartaceo e/o Online sono consultabili presso il sito Internet della casa editrice www.libraweb.net. Print and/or Online official subscription rates are available at Publisher’s web-site www.libraweb.net. 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Un’interpretazione di Inferno xvi 106-117 Giovanni Borriero, La tradizione delle rime di Antonio degli Alberti (iii) Alvise Andreose, Un rifacimento toscano trecentesco della Lamentatio beate Virginis di Enselmino da Montebelluna Michael Ryzhik, La lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani : genesi, caratteri e sviluppi Stefano Rapisarda, Il volgarizzamento siciliano della Regola dei Cavalieri di Malta e i più antichi volgarizzamenti italiani 9 27 45 101 155 169 Abstracts 181 Indice dei nomi Indice dei manoscritti Indice degli incipit 187 195 199 LA LINGUA DEI VOLGARIZZAMENTI GIUDEO-ITALIANI : GENESI, CARATTERI E SVILUPPI Michael Ryzhik L a cultura ebraica in Italia, in particolare in ambito linguistico, appare fin dalle prime manifestazioni fortemente influenzata dalla cultura dominante, più che in altri paesi della diaspora. Talvolta lo sviluppo ebraico-italiano precede lo sviluppo italiano vero e proprio. Come esempio noto e saliente porteremo il caso dei sonetti di Emanuele Romano : questi scrive tutti i suoi sonetti ebraici ricorrendo allo schema ABBA ABBA CDE CDE, 1 prevalente nei sonetti italiani solo a partire dal Petrarca, nato quando Emanuele aveva già prodotto le sue composizioni. 2 Anche le scritture italoromanze in caratteri ebraici documentate in vari luoghi del territorio d’Italia sono spesso più precoci delle scritture in caratteri latini provenienti dalle stesse zone, talvolta non di poco. Nel caso del Salento, per esempio, una delle più antiche testimonianze in caratteri ebraici è costituita dalle glosse alla Mišna, il corpus giuridico postbiblico : le glosse salentine sono redatte nell’undicesimo secolo, come ha mostrato Luisa Cuomo. 3 Uno dei primi testi poetici centro-meridionali a noi pervenuti è in caratteri ebraici, l’elegia per il nono giorno del mese di Av, del tredicesimo o quattordicesimo secolo, 4 pubblicata da Cassuto 5 e stampata in varie antologie di letteratura italiana antica. 6 Citerò l’inizio dell’elegia e due brani principali, nella traslitterazione di Contini : [vv. 1-3 :] La ienti de Sïòn plange e lutta ; dice : « taupina, male so’ condutta em manu de lo nemicu ke m’ao strutta ». [vv. 37-39 :] E·ttri navi misero pi mare, çença rimo (entenda ki s’aiutare !), e tutti a mare se prisero iettare. 1 Dvora Bregman, Ševil ha-zahav : ha-sonetṭ ha-‘ivri bi-tqufat ha-Renessans we-ha-baroq [Il sentiero d’oro : il sonetto ebraico nel Rinascimento e nel barocco], Gerusalemme, Makon Ben-Zvi 1995. 2 Lo schema ABBA ABBA divente comune, ma non esclusiva, alla fine del Duecento, ma lo schema del sestetto rimane prevalentemente CDCDCD, cioè divisa in tre parti, non in due, e solo Petrarca preferisce la simmetria binaria del sestetto ; invece Emanuele Romano scrive esclusivamente con lo schema ABBA ABBA e quasi esclusivamente con lo schema CDE CDE (che peraltro è attestato fin dalla Scuola Siciliana). 3 Luisa Cuomo, Antichissime glosse salentine nel codice ebraico di Parma, De Rossi 138, « mr », iv (1977), pp. 185-271. 4 Per la datazione cfr. Poeti del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1960, vol. i, pp. 35-6 : « l’arcaicità dello stile giullaresco e la vicinanza al Sant’Alessio hanno suggerito al Cassuto, non seguito da tutti, di risalire al primissimo Duecento o addirittura alla fine del secolo precedente ; e comunque più giù del secolo xiii non par probabile che si possa cadere ». 5 Umberto Cassuto, Un’antichissima elegia in dialetto giudeo-italiano, « agi », xxii-xxiii (1929) (Silloge linguistica in onore di G. I. Ascoli), pp. 349-408. 6 Cfr., ad esempio Poeti del Duecento, cit., pp. 37-42, Early Romance Texts. An Anthology, a cura di Rodney Sampson, Cambridge, Cambridge University Press, 1980, pp. 181-83. 156 michael ryzhik [vv. 49-90 :] Ki bole aodire gran crudeletate ke addevenni de sore e frate, ki ’n quilla ora foro gattivati ? Ne la prisa foro devisati : ki abbe la soro e·cki lo frate ; e ’n gattivanza foro menati. Lo signore de la soro, mecïaro, l’abbe venduta ad uno tavernaro, ké de lo vino là l’embrïaro. E lo frate fue tradato ad una puttana pi peccato : oi, popolo santo, male si’ guidato ! Venni una ora ke s’adunaro quilla puttana e lo tavernaro, e l’una e l’altro lo recitaro. « Una donna aiu, bella quanto rosa, bene crido k’è ienti cosa, de la ienti trista e dolorosa ». Quilla respundi : k’ « Io aio uno ’nfanti, ked è sì ienti ed avenanti, plo ki la stilla da livanti ». In quisto pinzaro parenteze a fari, e li loro figli asserventari, e bennerelli pe guadagnare. Foro coniunti ad una caminata : la donna da canto è svïata ; dece : « Trista, male foi nata ! De secerdoti io foi figliola, signuri de lie e·dde scola : e ·mmo cu uno servo stao sola ». Così lo ’nfanti stava da canto : facia lamento e grandi planto, ka « Foi figlio d’uno omo santo. Mo so’ adunato c’una sergente né ·dde mia lie né·dde mia iente : come faraio, tristo dolente ? » En quillo planto s’àbbero aoduti, e l’uno e l’altro conosciuti : « Soro e frati, ove simo venuti ? ». E l’uno e l’altro se abbraczaro, e con grandi planto lamentaro, fi ’ ke moriro e pasmaro. 50 55 60 65 70 75 80 85 90 Ambedue le storie, quella dei giovani prigionieri che si gettano in mare per non essere venduti ai lupanari e quella dei figli del rabbi Yišma’el ben ’Eliša‘, riconoscibili nella situazione descritta nel secondo racconto, si trovano nel Talmud Babilonese, nel trattato Nidda 57a-58b, e nel luogo parallelo, nel Midraš ’Eka Rabba, 1 all’interno di raccolte di narrazioni sulla distruzione del Secondo Tempio e della successiva cattività del popolo. 2 1 Midrash Eikha Rabba, a 2 Per le diverse varianti cura di Salomon Buber, Wilna, ’Almana we-’ah.im Romm, 1899, pp. 81-84. delle due leggende e per i raffronti tra loro e l’elegia ivi citata vedi Cassuto, Un’antichissima elegia cit., e Id., Agli albori della letteratura italiana : il più antico testo poetico in dialetto giudeo la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 157 L’elegia costituisce, in sostanza, una sorta di volgarizzamento poetico del testo talmudico, con alcuni fenomeni caratteristici della cultura ebraica italianeggiante. Tra questi possiamo segnalare non solo il tema dell’elegia, ma anche alcuni tratti strutturali, come il metro e la struttura rimica, caratteristici delle elegie in lingua ebraica : 1 i versi, in terzine monorime, presentano un numero di sillabe variabile con costante presenza di quattro accenti (uno degli accenti può essere l’accento secondario d’un polisillabo, o cadere su una proclitica). D’altra parte, si notano varie somiglianze con composizioni mediane contemporanee, come il Ritmo su Sant’Alessio. 2 La lingua, come si vede subito, ha molti tratti dei dialetti centro-meridionali, in primo luogo dell’antico marchigiano e dell’antico romanesco. 3 Tuttavia, come avverte Cassuto e sottolinea Contini, non è possibile una precisa localizzazione ; in altre parole, già in questa prima testimonianza del giudeo-italiano antico vediamo l’uso della koiné centro-meridionale (con il centro a Roma ?) che caratterizza i volgarizzamenti giudeo-italiani quattrocenteschi ‘classici’. I manoscritti dei volgarizzamenti giudeo-italiani veri e propri risalgono a un’epoca successiva, ed hanno la massima fioritura nel Quattrocento. Cassuto offre una descrizione della maggior parte dei manoscritti che tramandano volgarizzamenti della Bibbia 4 e dei riti di preghiera ; 5 Cuomo ha descritto la lingua di uno dei manoscritti più importanti nel lavoro dedicato al libro di Giona. 6 Oltre ai volgarizzamenti biblici abbiamo manoscritti di volgarizzamenti dei riti di preghiera e volgarizzamenti non completi di alcuni testi rappresentativi della letteratura post biblica : tra questi il Midraš, 7 alcuni compendi dei commentatori della Bibbia, la Guida dei perplessi di Maimonide, 8 trattati grammaticali, come quello famoso del Radaq, Rabbi David Qimh.i, che sta alla base degli studi ebraici degli studiosi non ebrei. 9 Ma anche, per esempio, il volgarizzamento delle favole di Esopo fatto da ’Eliya Menah.em Rabba nel Seicento. Nell’istituto dei microfilm dei manoscritti ebraici della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme si trovano circa 230 manoscritti che contengono testi scritti in varietà ita italiano, « La Rassegna mensile d’Israel », xii (1937), pp. 102-12, specialmente pp. 106-7 (note alle rr. 37-40) e pp. 111-12. 1 Poeti del Duecento cit., p. 35. Per la metrica della poesia ebraica antica vedi Ezra Fleischer, Širat ha-qodeš ha-ivrit bi-jme ha-benayim [Poesia liturgica ebraica nel medioevo], Gerusalemme, Magnes Press, 2007. Per le elegie ebraiche per il non giorno del mese di Av, vedi Seder ha-qinot le-tiš‘a be-’Av [L’ordine delle elegie per il 9 di Av], a cura di Daniel Goldschmidt, Gerusalemme, Mosad Ha-Rav Quq, 1972. 2 Vedi Cassuto, Un’antichissima elegia, cit., passim ; Poeti del Duecento, ibidem. Per esempio, nell’Elegia, v. 12 : « de lo grandi onori k’avea tanto » ; nel Ritmo su Sant’Alessio, v. 131 (Poeti del Duecento cit., p. 23) : « de questo honore ke avea tamantu ». 3 Ad esempio : l’assimilazione dei nessi ‑nd‑ (bennerelli ‘venderli’ nel passo citato), ma non costante (venduta nel passo citato), e ‑nv‑ (’mmediati ‘invidiati’, v. 15), ma con ipercorrezioni (afflambato ‘affiammato’, v. 30) ; il passaggio della sibilante ad affricata nel nesso ‑ns‑ (pinzaro nel passo citato), la conservazione dei nessi di labiale + l (plo, planto nel passo citato, ma anche pianto), la 1 sing. pres. di ‘avere’ aju (nel passo citato), il futuro faraio (nel passo citato), le terze singolari ao, vao, fao (passim), l’incertezza, ricorrente nel giudeoitaliano, tra i ed e finali : porti, donni, flambi / maschile figlie, isse. Vedi Contini, ibid. 4 Umberto Cassuto, Bibliografia delle traduzioni giudeo-italiane della Bibbia, in Festschrift zum siebzigsten Geburtstage A. Kaminka, Wien, Wiener Maimonides-Instituts, 1937, pp. 129-41. 5 Umberto Cassuto, Les traductions judeo-italiennes du ritual, « Revue des Études Juives », lxxxix (1930), pp. 260-81. 6 Luisa Cuomo, Una traduzione giudeo-romanesca del libro di Giona, Tübingen, Niemeyer, 1988. 7 Luisa Cuomo, Pesicheta Rabbati : un florilegio midrascico giudeo-italiano al confine tra Toscana e Umbria nel xvi sec., in Judeo-Romance Languages, a cura di Isaac Benabu e Josef Sermoneta, Gerusalemme, Misgav Yerušalayim, 1985, pp. 69-126 ; Ead., Pesicheta Rabbati : une traduction en judeo-italien, « Massorot », ii (1986), pp. 81-92. 8 Nel ms. Berlin - Staatsbibliothek (Preussischer Kulturbesitz) Or. Qu. 487. 9 David ben Yosef Qimhi (1160 ?-1235 ?), grammatico ebreo provenzale. Notizie sul personaggio in Encyclo. paedia Judaica, Jerusalem, The Macmillan Company, 1971, vol. 10, coll. 1001-1004. 158 michael ryzhik loromanze che utilizzano l’alfabeto ebraico, datati dal Trecento al Settecento. 1 Questi manoscritti contengono glossari per i testi biblici e postbiblici, alcuni veri dizionari, come Maqre Dardeqe, 2 alcuni sermoni originali 3 ed altri testi poetici e prosastici ; la maggioranza di questa produzione consiste però in volgarizzamenti. Tra i volgarizzamenti principali spiccano, come accennato, quelli della Bibbia e dei riti di preghiera. Secondo la tipologia già tratteggiata da Cassuto 4 e precisata in seguito, i volgarizzamenti possono essere divisi in due blocchi principali. Quelli del Quattrocento, rappresentativi del giudeo-italiano classico, caratterizzato da molteplici tratti meridionali e centro-meridionali 5 spiegabili con la provenienza degli ebrei italiani dell’epoca insediatasi in una prima fase nel Salento, e poi dappertutto nel Meridione. 6 Invece quelli del Cinquecento e del Seicento si caratterizzano per una differente connotazione linguistica, mostrando evidenti segni di toscanizzazione 7 e di settentrionalizzazione. 8 La settentrionalizzazione è spiegabile con il fatto che in questo periodo le comunità ebraiche si spostano al Nord 9 e lì trovano ancoraggio per tre secoli nei ghetti chiusi 10 dove si formano dialetti particolari, dotati di una loro specificità che è riflesso dei fenomeni culturali e storici soggiacenti : accanto alla conservazione di alcuni tratti meridionali originali (ovviamente assenti nei dialetti ‘cristiani’ locali), prendono vita nuove varietà linguistiche giudeo-italiane, sostanzialmente settentrionali nei tratti principali. 11 La to 1 Il repertorio di questi volgarizzamenti sarà consultabile nel sito www.salvit.org del PRIN 2007 « Storia, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani (SALVIt) » che vede coinvolte le università del Salento (responsabile Rosario Coluccia), di Catania (responsabile Margherita Spampinato), di Napoli ‘L’Orientale’ (responsabile Rita Librandi), di Salerno (responsabile Sergio Lubello) e della Scuola Normale Superiore di Pisa (responsabile Claudio Ciociola). 2 Vocabolario ebraico/giudeo-italiano/arabo dell’ebraico biblico, stampato a Napoli nel 1488, vedi Giuliana Fiorentino, The general problems of the Judeo-Romance in the light of the Maqre Dardeqe, « Jewish Quarterly Review », xlii (1951-1952), pp. 57-77 ; Ead., Note lessicali al Maqre Dardeqe, « agi », xxix (1937), pp. 138-59. È nell’elenco di vocabolari napoletani consultati per l’edizione di Pietro Jacopo De Jennaro, Rime e lettere, a cura di Maria Corti, Bologna 1956, p. [iv] con la n. 1. 3 Maria Luisa Mayer-Modena, La composante hebraique dans le judeo-italien de la Renaissance, in Vena Hebraica in Judaeorum Linguis, a cura di Shlomo Morag, Moshe Bar-Asher, Maria-Luisa Mayer-Modena, Milano, Centro Studi Camito-Semitici di Milano, 1999, pp.93-107, p. 103 ; Roberto Bonfil, ’Ah.at mi-drašotaw ha-’it.alqiyyot šel ha-Rav Mordekay Dato [Una predica in volgare di rabbi Mordekhai Dato], « Italia », i (1976), pp. 1-32 ; Michael Ryzhik, I cambiamenti nel giudeo-italiano in corso del Cinquecento : le prediche, in Il mio cuore è a Oriente, Studi di linguistica storica, filologia e cultura ebraica dedicati a Maria Luisa Mayer Modena, a cura di Francesco Aspesi, Vermondo Brugnatelli, Anna Linda Callow, Claudia Rosenzweig, Milano, Cisalpino, 2008, pp. 527-545. 4 Umberto Cassuto, Saggi delle antiche traduzioni giudeo-italiane della Bibbia, « Annuario di studi ebraici », I (1934), pp. 101-35. 5 Vedi specialmente Benvenuto Terracini, recensione a Max Berenblut, A Comparative study ..., « RPh », x (1956-57), (= E. P. Armstrong Memorial, Part i), pp. 243-258 ; Giuseppe Sermoneta, Considerazioni frammentarie sul giudeo-italiano, « Italia », i (1976), pp. 1-29 ; Luisa Cuomo, In margine al giudeo-italiano ; note fonetiche, morfologiche e lessicali, « Italia », i (1976), pp. 30-53 ; Eadem, Il giudeo-italiano e le vicende linguistiche degli ebrei d’Italia, in Italia Judaica, Atti del i Convegno Internationale (Bari 18-22 Maggio 1981), Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1983 pp. 427-454. 6 Cfr. per un primo orientamento Attilio Milano, Storia degli Ebrei in Italia, Torino, Einaudi, 1963, pp. 52-105 ; Nicola Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo xviii, Torino, Vessillo Israelitico, 1915 (apparso anche in ristampa anastatica, Forni, Bologna 1966, e in una nuova edizione con integrazioni, curata da Filena Patroni Griffi, Dick Peerson, Napoli, 1990). 7 Cassuto, Saggi delle antiche traduzioni cit., passim. 8 Bonfil, Una predica cit., p. 17 ; Michael Ryzhik, Lešon targume Ba-me madliqin u-fittum ha-qetoret basiddurim ha-’italqiyim [La lingua dei volgarizzamenti del Ba me madliqin [Šabbat 2] e Pittum ha qeoret [Keritot 5a] nei libri di preghiere degli ebrei italiani], « Masorot », xiii-xiv (2007), pp. 181-202. 9 Milano, Storia, cit., pp. 212-280. 10 Ivi, pp. 286-328. 11 Su questi dialetti vedi per esempio Giuseppe Cammeo, Studi dialettali, « Il Vessillo Israelitico », lvii la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 159 scanizzazione, invece, mostra che i fattori che hanno determinato la formazione della lingua letteraria e che hanno esercitato il loro influsso sui dialetti cristiani hanno agito anche, in misura non irrilevante, sui dialetti giudeo-italiani. A prima vista, parrebbe strano che le decisioni del Concilio di Trento abbiano potuto influenzare la lingua degli ebrei italiani ; ma il fenomeno risulta abbastanza evidente da un raffronto tra i sermoni giudeo-italiani del primo Cinquecento e quelli della seconda metà del secolo. 1 A questo scopo esaminiamo alcuni brevissimi brani di un sermone del rabbino Šemu’el ben Refa’el Modena, dall’anno 1535 (è l’inizio di un sermone pronunciato durante la festa di Bar-Mitsva, l’arrivo alla maturità, che si festeggia quando un ragazzo compie 13 anni). Il brano contiene le scuse convenzionali agli uditori : 2 Venerabili e eccele[n]tissimi signori. Per plu rascioni evidenti è cosa chiara e manifesto. Che la reppresenteziona mia in questo maqom qadoš [luogo santo] è molto inquetaente e [d]onne altre arrecorderemo solo questa una. Che essenno io minore en sefeg [non c’è dubio] che non è lecito a mme aprire bocca addova siano li maggiori [...] di avere una simila prosunziona innanzi una replubeca [...] la cavesa che mi ha indotto a questo è stato lo comannamento de lo mio superiore onorandissimo patere [...] E essenno lo figlio obbligato timore al patere come si fossa propiato lo timore dello ’Eloqim Yitb<arak> [Dio sia lodato]. Vediamo qui alcuni tratti meridionali, 3 caratteristici del giudeo-italiano classico : l’assimilazione nd > nn (tranne la forma latineggiante onorandissimo), onne ‘ogni’, gli articoli maschili lo e li, la forma patere con vocale anaptittica, la forma cavesa, 4 plu con conservazione del nesso pl. I tratti meridionali sono notevoli ; per esempio, forme simili a replubeca, con metatesi, hanno riscontri in luoghi diversi del Centro e del Sud. 5 (1909), pp. 169-170, 214-215, 315-316, 359-361, 459-461, 504-505 ; lviii (1910), pp. 8-9, 148-149, 403-404, 448-450, 506507, 543-545 ; lvix (1911), pp. 25-26, 52-53, 102-104, 143-144 ; Riccardo Bacchi, Saggi sul gergo di origine ebraica in uso presso gli ebrei torinesi verso la fine del secolo xix, « La Rassegna mensile d’Israel », iv (1929), pp. 21-35 ; Benvenuto Terracini, Due composizioni in versi giudeo-piemontesi del secolo xix, « La Rassegna mensile d’Israel », xii (1937), pp. 164-83 ; Idem, Le parlate giudaico-italiane negli appunti di Raffaelle Giacomelli, « La Rassegna mensile d’Israel », xxviii (1962), pp. 260-295 ; Maria Luisa Mayer-Modena e Giovanna Massariello-Merzagora, Il giudeo-modenese nei testi raccolti da A. Giacomelli, « Rendiconti dell’Istituto Lombardo Accademia di scienze e lettere », classe I, Lettere, CVII (1973), pp. 869-938 ; Giovanna Massariello Merzagora, Giudeo-Italiano, Dialetti italiani parlati dagli Ebrei d’Italia, Roma, cnr. ‑ Centro di Studio per la Dialettologia Italiana, Roma, 1977 ; Idem, La parlata Giudeo-Piemontese, « Archivio Glottologico Italiano », lxv (1980), pp. 105-136 ; Idem, Elementi lessicali della parlata giudeo-fiorentina, « Quaderni dell’Atlante Lessicale Toscano », i (1983), pp. 69-101 ; Lea Scazzocchio Sestieri, Sulla parlata Giudaico-Romanesca, in Scritti in memoria di Enzo Sereni, a cura di Daniel Carpi, Attilio Milano and Umberto Nahon, Milano-Gerusalemme, Fondazione Sally Mayer, 1970, pp. 101-129 ; Nello Pavoncello, Modi di dire ed espressioni dialettali degli ebrei di Roma, i-ii, Roma, 1986-1988 ; Bruno Polacco, Quarant’anni fa (tre tempi in giudeo-veneziano), « La Rassegna mensile d’Israel », xxxviii (1972), pp. 584-617 ; Umberto Fortis, Il lessico di origine ebraica in alcune composizioni giudeo-triestine, in Saggi di linguistica e di letteratura in memoria di Paolo Zolli, a cura di Giampaolo Borghello, Manlio Cortelazzo, Giorgio Padoan, Padova, Antenore, 1991, pp. 177-201 ; Fabio Foresti, Il giudeo-reggiano (dai testi dei secoli xvii-xix), « Studi orientali e linguistici », iii (1986), pp. 407-509 ; Umberto Fortis ‑ Paolo Zolli, La parlata giudeo-veneziana, Assisi-Roma, Carucci, 1979 ; Vittorio Colorni, La parlata degli ebrei mantovani, « La Rassegna mensile d’Israel », xxxvi (1970), pp. 109-164. 1 Per lo sfondo culturale ebraico del periodo, compreso il rapporto con le lingue italiana e ebraica, vedi Roberto Bonfil, Changing mentalities of Italian Jews between the periods of the Renaissance and the Baroque, 2 Ms. Moscow Guenzburg 1317, c. 184v. « Italia », xi (1994), pp. 61-79. 3 Sulla lingua di prediche di questo periodo vedi Ryzhik, I cambiamenti, cit. 4 Le forme con il passaggio au > av con la vocale anaptittica nella parola causa sono registrate anche in altre fonti giudeo-italiane, p. es. nel « Rito di Fano » (Fano, 1506) : cavosa (c. 33r, 62r e passim). Nelle prediche di Šemuel di Rafael Modena la vocale anaptittica è sempre e : p. es. in cavese c. 188v e cavesa c. 190r). Il passaggio au > av, ave, avo si trova in parole latineggianti in diverse parlate italiane (Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 voll., Torino, Einaudi, 1966-1969, §§ 42, 43). 5 Rohlfs, Grammatica storica cit., § 323. Ma in verità forme simili si trovano anche nel Nord, cfr. plubico 160 michael ryzhik Se prendiamo invece in esame le prediche di Rabbino Ya‘aqov ben Mordekay Poggetto, scritte nell’anno 1579, osserviamo un quadro diverso (il brano è preso da un’orazione funebre per le esequie di due fratelli minorenni morti della stessa malattia) : 1 Considerandosi da qual si voglia persona <la morte> è comune de gli omini mortali e caduchi, e mortali medesimamente le portono <diverse disgrazie della vita>, e le altre cose che ne la vita accadono, le quale non si possano da chi è mortale fuggire, è cosa dunque da degni e virtuosi mostrarsi e nelle felicità e nelle disgrazie egualmente, come è anco ufficio d’una ragione ben conposta e dar scanto al male prima che ci venga sopra, e venutoci emendarlo e ridurlo a niente, e mostrarsi con la pacienza generoso et invitto, per ciò che la prudenza si porta in quarto modi parimente nel bene : O quando l’acquisa, o quando il conserva, o quando l’aumenta o quando se ne serve prudentamente, e queste sono le regole generali, e della prudenza e delle altre virtù delle quali, e ne casi avversi, e ne prosperi te dobbiamo servire, per ché non essendo omo che possa essere nel tutto felice bisogna cogitarsi col destino. I tratti meridionali o antichi che abbiamo visto in Šemu’el Modena sono spariti in questo testo ; anche altri, su cui non mi dilungo, sono eliminati2. Per giunta, la struttura del periodo dimostra una maggiore complessità e laboriosità, quasi barocca, fin nell’uso di certe immagini, piuttosto frequenti nella letteratura italoromanza dell’epoca : 3 che se si allegra l’acricultor per i vaghi e belli fiori che li soi alberi e campagni fiorišcono nella prima quanto maggiormente si esulta per i maturi frutti che da quelli raccoglia nella state certo che quanto è più degno al frutto delli fiori tanto più contento per la produzione delle perot [frutti] che per la germinazione delli peraxim [fiori]. Nel corso del Cinquecento nello sviluppo del giudeo-italiano avvengono cambiamenti decisivi, corrispondenti agli sviluppi paralleli nell’italiano comune. Vorrei sottolineare che si tratta sempre dei testi scritti in caratteri ebraici, ma poco dopo – nel Seicento e specialmente nel Settecento –, anche i caratteri diventeranno quasi esclusivamente latini, e il giudeo-italiano scritto cesserà di esistere. 4 Torniamo ai volgarizzamenti. Vorrei mostrare il progressivo sviluppo, dal giudeoitaliano classico del Quattrocento al giudeo-italiano tardo, toscanizzato e settentrionalizzato, attraverso l’esempio dei volgarizzamenti dei riti di preghiera. Questi volgarizzamenti sono abbastanza indicativi per comprendere alcuni caratteri strutturali e ricorrenti del giudeo-italiano. Si tratta di testi lunghi, composti da brani tratti da modelli di tipi diversi della letteratura ebraica, della Bibbia, della prosa post-biblica, della già in Guido Faba (Parlamenti in volgare, a cura di Arrigo Castellani, « Bollettino dell’Opera del Vocabolario Italiano », ii, 1997, p. 236). 1 Ms. Jewish Theological Seminary, New York 1588, c. 42v. 2 Ma ci sono alcuni residui di lessico meridionale, come scanto, documentato nella marchigiana Giostra delle virtù e dei vizî (sec. xiii ex.), e in alcune fonti siciliane (Sposizione del Vangelo delle Passione e Istoria di S. Ursula e Traslacioni di S. Agostino da Antoni di Oliveri : scantu). Vedi Gerhard Rohlfs, Nuovo Dizionario Dialettale delle Calabrie, Ravenna 1977 e Id., Vocabulario dei Dialetti Salentini, Galatina 1976 s. v. šcantu. 3 Ibidem, c. 86v. 4 Vedi Bonfil, The changing mentalities, cit. Tuttavia anche più tardi si hanno testimonianze di scritture in caratteri ebraici, specialmente nell’ambito rituale. Per esempio, nel libro di preghiere ebraico, stampato a Venezia, 1710, la traduzione italiana del trattato Avot della Mišna, che si legge nel periodo estivo ogni sabato, è scritta in caratteri ebraici. Per dare una prima impressione della lingua di quella fonte, citiamo un brano (cap.1, 2-3) : « Šim‘on il Giusto era delli residui de la Magna Congregazione ; egli dicea sopra tre cose il mondo si sostiene, sopra la legge e sopra la servitu de Iddio e sopra la retribuzione de misericordie. Antignos uomo de Soko riceve da Šim‘on il Giusto ; egli dicea non siate come quelli servi che servano il padrone con intenzione di riceverne premio, ma siate come quelli servi che servano il padrone senza intenzione de ricever premio e sia il timor de Iddio sopra di voi ». la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 161 poesia religiosa, prodotti in epoche diverse. Il testo del rito italiano di preghiera ebraica è molto conservativo ; anche per questo il raffronto tra manoscritti diversi permette considerazioni di un certo interesse. 1 Ci sono pervenuti sette manoscritti completi dei volgarizzamenti del rito, sei del Quattrocento e uno del Seicento. Il rito di preghiera tradotto in giudeo-italiano viene stampato tre volte durante il Cinquecento, dapprima nel 1506 a Fano e ancora due volte in séguito, a Bologna e a Mantova. 2 Il testo presenta variazioni minime nelle tre stampe ed è molto vicino alla tradizione testuale che troviamo nei manoscritti quattrocenteschi. Questa tradizione quattrocentesca, che forse risale ad epoca precedente, sembra essere molto compatta, quasi unitaria. Di fatto, benché gli amanuensi dei manoscritti del rituale si definiscano talvolta « traslatori », 3 le traduzioni quattrocentesche sono assai simili tra loro e permettono di ipotizzare l’esistenza di una tradizione comune alla loro base. Operiamo un confronto delle traduzioni di Deuteronomio 6, 5 ; come termine di paragone allego la Vulgata, a cui seguono tre versioni italiane, 4 La quattrocentesca Bibbia Volgare 5 e le traduzioni cinque‑ e secentesche di Brucioli e Diodati : 6 1 Sul rito italiano nella liturgia ebraica vedi Daniel Goldschmidt, Minhag bene Roma [Il rito dei Bene Roma], in Idem, Meh.qere tefilla u-fiyyut. [Studi sulla preghiera e sulla poesia religiosa], Gerusalemme, Magnes Press, 1980, pp. 153-176. 2 Cassuto, Les traductions judeo-italennes du ritual cit., dove si leggono anche considerazioni molto importanti sulla lingua di diversi volgarizzamenti del rito di preghiera. 3 Alla fine del rito di Fano, stampato nel 1506, è scritto nel colofone : Finito il Siddur [‘libro di preghiera’] di tutto lanno tralatato per man de rabbi Ya‘aqov Israeli e stanpato per mano del Soncino in Fano. 4 Sulle complesse relazioni tra le traduzioni ebraiche e cristiane, tra Vulgata, Bibbia Volgare, Diodati e Brucioli e le traduzioni ebraiche cinquecentesche vedi Cuomo, Traduzioni bibliche giudeo-italiane ed umanistiche, « ZrP », cxi (1995), pp. 206-245. Sembra che non si tratti di tradizioni vere e proprie – nel senso di una catena ininterrotta di generazioni di traduttori – ma dei modi di tradurre e degli atteggiamenti verso i diversi aspetti della traduzione. Le traduzioni ginevrine non sono staccate dai predecessori : la traduzione di Brucioli (1532), eseguita dichiaratamente sull’originale ebraico, dipende tuttavia più dalla traduzione latina del noto ebraista Sante Pagnini da Lucca (1527) (vedi Attilio Milano, Storia degli ebrei d’Italia, Torino, Einaudi, 1992, p. 680) e sia Diodati che Brucioli dipendono abbastanza anche dalla Vulgata e dalle tradizioni medievali (Cuomo, Traduzioni bibliche cit., pp. 221-222). Comunque, nell’assenza di altre testimonianze Brucioli e Diodati possono servire come indicazioni sui modi di intendere il testo biblico all’epoca. Sui modi di tradurre i versetti biblici registrati nelle prediche tridentine vedi Michael Ryzhik, Le citazioni bibliche nella predicazione cristiana e giudeo-italiana del Cinquecento, Atti del xliii Congresso sli, Verona 2009 (in corso di stampa). 5 Com’è ben noto, i problemi testuali della traduzione volgare della Bibbia nel Medioevo sono molto complicati. Per un primo orientamento si veda Samuel Berger, La Bible italienne au Moyen Age, « Romania », xxii (1894), pp. 358-431 ; Laura Ramello, Le antiche versioni della Bibbia : rassegna e prospettive di ricerca, « Quaderni di filologia romanza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna », ix (1992), pp. 113-128, La Bible italienne. Prémices d’une enquête en cours, in « Mélanges de l’École Française de Rome. Moyen Age », cv (1993), pp. 825-862 (interventi di Guy Lobrichon, Panorama en bref des recherches actuelles sur la Bible au Moyen Âge, pp. 827-836 ; Lino Leonardi, I volgarizzamenti italiani della Bibbia (sec. xiii-xiv). Status quaestionis e prospettive per un repertorio, pp. 837-44 ; Geneviève Brunel-Lobrichon, Les bibles vaudoises à la source des bibles italiennes ?, pp. 845-855 ; Gianpaolo Garavaglia, Traduzioni bibliche a stampa fra Quattrocento e Settecento, pp. 857-862) ; Inventario dei manoscritti biblici italiani, a cura di Myriam Chopin, Maria Teresa Dinale e Raffaella Pelosini, Premessa di Lino Leonardi, Indici di Jacques Dalarun, ivi, pp. 863-86 ; Lino Leonardi, « A volerla bene volgarizzare... » : teorie della traduzione biblica in Italia (con appunti sull’Apocalisse), SM, xxxvii 1996, pp. 171-201 ; La Bibbia in italiano tra Medioevo e Rinascimento – La Bible italienne au Moyen Âge et à la Renaissance. Atti del Convegno (Firenze, 8-9 novembre 1996), a cura di Lino Leonardi, Firenze, sismel-Edizioni del Galluzzo, 1998. Per il presente studio ho usato la Bibbia Volgare nell’edizione di Carlo Negroni, che presenta la ristampa della ‘Bibbia d’Ottobre’ (chiamata così per distinguerla dalla ‘Bibbia d’Agosto’, o la famosa ‘Bibbia del Malermi’), stampata a Venezia il 1 ottobre 1471 da Nicola Jenson (Leonardi, « A volerla bene volgarizzare... », cit., p. 191, dove si vedano anche le osservazioni sull’« assenza pressoché totale di edizioni critiche »). Nonostante la sua problematicità l’abbiamo presa come testo di riferimento in questa sede per rappresentare la tradizione medievale dell’intero testo della Bibbia, visto che mancano edizioni critiche dei manoscritti medievali. 6 Per l’analisi più dettagliata del lessico dei volgarizzamenti del libro di preghiera vedi Michael Ryzhik, 162 michael ryzhik :ואהבת את ה‘ אלהיך בכל לבבך ובכל נפשך ובכל מאדך [e-amerai a Dio Dio-tuo in/con-tutto cuore-tuo e-in-tuttae-in-tutta anima-tuaanima-tua e-in-tutta forza-tua] [e-amerai a Dio Dio-tuo in/con-tutto cuore-tuo e-in-tutta forza-tua] tuo enen tutto lanimo tuotuo e en tutto lo avere tuo tuo FF:: eeamarai amaraiaDomedet aDomedetDet Dettuo tuoenentutto tuttololocore core tuo tutto lanimo e en tutto lo avere : eeamarai contutto lanimo lanimo tuo tuo ee contutto contuttolavere tuo XV1 XV1: amaraiaDomedet aDomedetloDet loDettuo tuocon contutto tutto locore locore tuo tuo ee contutto lavere tuo XV2: amaraiDomeded DomededDed Ded tuo con tutto locore econ tutto lanimo tutto lavere tuo : eeamarai tuo con tutto locore tuotuo econ tutto lanimo tuotuo concon tutto lavere XV2 XV3: e amarai Domedet Det tuo con tutto locore tuo e con tutto lanimo tuo e con tutto lo avere tuo tuo M: e amarai il Signior Iddio tuo con tutto il cor tuo e con tutta l’anima tua e con tutta la XV3 : e amarai Domedet Det tuo con tutto locore tuo e con tutto lanimo tuo e con tutto lofaculta tua. V: diliges avere tuo Dominum Deum tuum ex toto corde tuo et ex tota anima tua et ex tota fortitudine tua : e amarai il Signior tuo con e con tuttatutta l’anima tua etua conetutta faculta M BV: Ama Iddio, tuo Iddio Signore, con tutto tutto ililcor tuotuo cuore e con l’anima con la tutta la fortezza tua tua. D: ama dunque il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, e con tutto il maggio Dominum tuum Dio ex toto tuo etil ex totatuo, anima et l’anima ex tota fortitudine V B:: diliges Tu amarai dunqueDeum il Signore tuocorde con tutto cuor contua tutta tua, e con tutte le tue tua BV : Ama Iddio, tuo Signore, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la forNotevoli tezza tua differenze si possono registrare tra le quattro traduzioni quattrocentesche : ama dunque Ne il Signore Iddio tuo con solo tutto ildue. tuo cuore, con tutta l’animailtua, e con tutto il D secentesca. considereremo Prima di tutto, nome di Dio, che è maggior potere tradizionale nelle traduzioni più antiche: (Domedet Det o Domeded Ded) B : Tu amarai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo, con tutta l’anima tua, e con tutte perfettamente italiana nella traduzione secentesca (Signor Iddio). In secondo luogo, le tue forze è tradotta nelle sifonti quattrocentesche con avere, in quanto i commentatori ebra Notevoli differenze possono registrare tra le quattro traduzioni quattrocentesche e la interpretano la parola del nostro versetto senso di ‘proprietà, beni’. traduzione secentesca. Ne considereremo solo due.nel Prima di tutto, il nome di Dio, che Invece n èsecentesca giudeo-italiano tradizionale traduzioni più antiche (Domedet Det odel Domeded Ded) questa parola ènelle tradotta facultà, secondo la lettera versetto. è reso in Nello forma stesso perfettamente nella traduzione (Signortraduzioni Iddio). In se-ebraiche, c tempoitaliana tuttavia vediamo che secentesca tutte le cinque condo luogo, la parola me’od è tradotta nelle fonti quattrocentesche con avere, in quanto secentesca, sono simili tra loro nell’ adesione all’originale ebraico riguardo all’ordi i commentatori ebraici tradizionali interpretano la parola del nostro versetto nel senso lo‘proprietà, core tuo,beni’. il corInvece tuo, l’avere tuo, la faculta tua, contro le tue forze,facultà, il tuo maggior di nella traduzione secentesca questa parola è tradotta riguardola alla resa verbo amare, che è il futuro amarai in tutte le traduzioni ebrai secondo lettera deldel versetto. NelloBibbia stesso tempo tuttavia le cinque traduzioniche ebraiche, nella Volgare e in vediamo Diodatiche (tututte amarai in Brucioli, forse comsegue la tradu presa quella secentesca, sono simili tra loro nell’ adesione all’originale ebraico riguardo Anche la parola facultà al posto di avere nella traduzione secentesca sembra esser all’ordine delle parole : lo core tuo, il cor tuo, l’avere tuo, la faculta tua, contro le tue forze, il sviluppo autonomo, indipendente dalla o forse tuo maggior potere ed anche riguardo alla resa del traduzione verbo amare, cristiana; che è il futuro amaraimeglio, in tut- potrebb un compromesso fra le due tradizioni attraverso una sofisticata soluzione te le traduzioni ebraiche contro ama nella Bibbia Volgare e in Diodati (tu amarai in Bru-lessicale. cioli, che forse segue la traduzione ebraica). Anche la parola facultà al posto di avere nella traduzione secentesca sembra essere risultato dello sviluppo autonomo, indipendente 42 ; o forse meglio, rappresentare unBibbia compromesso fra sono mo dalla traduzione cristiana Com’è ben noto, i problemi testuali dellapotrebbe traduzione volgare della nel Medioevo le due tradizioni attraverso una sofisticata soluzione lessicale. Già dalle prime documenun primo orientamento si veda SAMUEL BERGER, La Bible italienne au Moyen Age, «Romania», XX tazioni volgari, infatti, il, termine facoltà può essere tanto enel senso astratto RAMELLO Le antiche versioni della interpretato Bibbia: rassegna prospettive di ricerca, «Qu 431; LAURA di ‘potere, capacità, ecc.’, che in quello concreto di ‘beni, sostanze’, come in (1992), pp. 113-128, romanza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna», IXlatino. Oltre a queste analogieencicours, sono anche differenze trascurabili. grafiaAge», CV (1 Prémices d’une enquête in «Mélanges denon l’École FrançaiseTra de queste Rome. la Moyen ebraica, purtroppo non riproducibile in questa sede, che è molto diversa nei diversi (interventi di GUY LOBRICHON, Panorama en bref des recherches actuelles sur la Bible au Moyen manoscritti. LINO LEONARDI, I volgarizzamenti italiani della Bibbia (sec. XIII-XIV). Status quaestionis e p repertorio, pp. 837-44; GENEVIÈVE BRUNEL-LOBRICHON, Les bibles vaudoises à la source des bib ARAVAGLIA bibliche a stampa Quattrocento 845-855; GIANPAOLO Lessico delle traduzioni dei testiGliturgici ebraici ,in Traduzioni dialetti giudeo italiani, in Prospettive nellofra studio del lessico ita- e Settecen liano. Atti del ix silfi, abiblici cura di Emanuela fup, 2008, pp. 165-172. Abbreviazioni Inventario deiCongresso manoscritti italiani, Cresti, a curaFirenze, di Myriam Chopin, Maria Teresa Dinale e utilizzate : F =di L’edizione stampata del rituale tradotto inDalarun, italiano, Fano ; XV1 = Ms. Parma Premessa Lino Leonardi, Indiciebraico di Jacques ivi,1506 pp. 863-86; LINOde’LEONARDI, Rossi ital. 7 [scritto nel 1484 a Firenze o vicino] ; XV2 = Ms. London 625 [Or. 2443] [scritto nel 1483 a MontalXXXVII volgarizzare...»: teorie traduzione biblica Italia (con appunti sull’Apocalisse), boddo <Ostra>] ; XV3 = Ms.della JTS Mic. 4076 [secolo xv] ; Min = London Or. 10517 [secolo XVII] ; V = VulgataSM, ; La =Bibbia inVolgare, italiano tradiMedioevo e Rinascimento La Bible au Moyen Âge et à la Re BV La Bibbia a cura Carlo Negroni, 10 vol., Bologna– 1882-1887 ; Ditalienne = Bibbia, Giovanni Diodati (trad.), Ginevra 1607 ; B =8-9 Bibbia, Antonio 1996), Brucioli,aFrancesco Ginevra 1562. Convegno (Firenze, novembre cura di Durone, Lino Leonardi, Firenze, SISMEL-Edizioni del Ga presente studio ho usato la Bibbia Volgare nell’edizione di Carlo Negroni, che presenta la rista d’Ottobre’ (chiamata così per distinguerla dalla ‘Bibbia d’Agosto’, o la famosa ‘Bibbia del Mal Venezia il 1 ottobre 1471 da Nicola Jenson (LEONARDI, «A volerla bene volgarizzare...», cit., p. 1 anche le osservazioni sull’«assenza pressoché totale di edizioni critiche»). Nonostante la sua proble presa come testo di riferimento in questa sede per rappresentare la tradizione medievale dell’intero visto che mancano edizioni critiche dei manoscritti medievali. 43 volte deiripensamenti: fraintendimenti oecc.’, ‘potere, capacità, che ininquello concreto di come in latino. Oltre queste analogie ci in sono anche differenze non trascurabili. Tra cancellata queste dia conseguenza alcuni luoghi è ‘beni, scritta e successivamente cancellata o lal ripensamenti: dideiconseguenza alcuni luoghi è sostanze’, scritta e successivamente sivamente cancellata o la parola Oltre a queste analogie ci sono anche differenze non trascurabili. Tra queste l ebraica, purtroppo non riproducibile in questa sede, che è molto diversa nei diversi manoscr ebraicaebraica o l’inizio della stessa, p. es.: p. es.: o l’inizio della stessa, ebraica,Apurtroppo non riproducibile in questa sede, che è molto diversa nei diversi manoscr tal proposito segnalo che in un manoscritto (indicato sopra con la sigla XV2), r A tal proposito segnalo che indiunscrittura, manoscritto (indicato sopra la siglaoXV2), interessanti sulla tecnica che si produceva o acon memoria sotto dr לעולם ועד לא מפינו ושבחך ימוש ועד לעולםindicazioni ימוש אלהינולא מפינו אלהינו ושבחך la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 163 interessanti indicazioni sulla tecnica di scrittura, che si produceva o a memoria o sotto d [e-lauda-tua da-bocca-nostra non muoverà a-secolo [e-lauda-tua Dio-nostro da-bocca-nostra non muoverà e-sempre] prima, adDio-nostro alta voce, veniva pronunziato il termine oa-secolo ile-sempre] sintagma ebraico considerato come un A tal proposito segnalo che in un manoscritto (indicato sopra con la sigla XV2), ricorprima, ad veniva pronunziato il termine o ilgenerava sintagma ebraico considerato come un XV2: e XV2: lalaoda toa voce, Dedsua nostro dallabocca nostra (lo) non secessera asecolo asecolo asenpre ealta lalaoda toa Ded nostro dallabocca nostra (lo) non secessera asenpre subito dopo la traduzione. tecnica volte dei rono interessanti indicazioni sulla tecnicaQuesta di scrittura, che si produceva o aa memoria o fraintendiment pre subito dopo la sua traduzione. Questa tecnica generava a volte dei fraintendiment ripensamenti: di conseguenza in alcuni luoghiilètermine scrittao eil sintagma successivamente cancellata o l ad alta voce, veniva pronunziato ebraico sotto dettatura : prima, La parola lol’inizio (‘non’ in ebraico) èp.dopo scritta al e poi cancellata. ripensamenti: di conseguenza ines.: alcuni luoghi ènon scritta etecnica successivamente La oparola loun’unità (‘non’ ebraico) èlascritta al del posto del non e poigenerava cancellata. ebraica della stessa, considerato come ein subito suaposto traduzione. Questa a cancellata o l ellata. ינה ebraica oומלמד l’inizio della p. es.: לאנוש ב דעת לאדם חונן חונןאתה בינהfraintendimenti לאנוש ומלמד דעת לאדם אתה: di conseguenza in alcuni luoghi è scritta e volte dei o stessa, dei ripensamenti successivamente cancellata o la parola ointeletto l’inizio della stessa, p.da-te es. : inteletto] [Tu doni[Tu a-uomo sapere e-insegna a-uomoebraica inteletto e-dona-a-noi da-te sapere doni a-uomo sapere e-insegna e-dona-a-noi sapere inteletto] ושבחך אלהינו מפינו לא ימוש לעולם ועדa-uomo nteletto] XV2: tu cordogli allomo sapere enesce allomo b enteletto XV2: tu cordogli allomo sapere enesce allomo b enteletto ועד ימוש לעולם מפינו לאda-bocca-nostra ושבחך אלהינוnon muoverà a-secolo e-sempre] [e-lauda-tua Dio-nostro [e-lauda-tua Dio-nostro da-bocca-nostra non muoverà a-secolo [e-lauda-tua Dio-nostro da-bocca-nostra non muoverà e-sempre] XV2: e lalaoda toa Ded nostro dallabocca nostra (lo) e-sempre] nona-secolo secessera asecolo asenpre : eLa toatoa Ded nostro dallabocca nostra (lo) non secessera asecolo asenpre XV2 La lettera b, prima lettera della parola ebraica bina ‘intelletto’, è scritta e poi cancellata. lettera b,Ded prima lettera della parola bina ‘intelletto’, è scritta e poi cancellata XV2: elalaoda lalaoda nostro dallabocca nostra (lo)ebraica non secessera asecolo asenpre ritta e poi cancellata. La (‘non’ in ebraico) è scritta al postoal delposto non e del poi cancellata. Laparola parolalo lo (‘non’ in ebraico) è scritta non e poi cancellata. Torniamo adesso a considerare più da vicino le differenze traduzioni giudeo-italiane cla La parola lo (‘non’ in ebraico) è scritta al posto del non e tra poilecancellata. Torniamo adesso a considerare più da vicino le differenze tra le traduzioni giudeo-itali ומלמד לאנוש בינהclassiche אתה חונן לאדם דעת aduzioni del giudeo-italiane rito, dirito, epoca quattrocentesca, la traduzione tarda, secentesca. Prendiamo per unp ינה לאנוש ומלמד דעת לאדם אתה חונן del di epoca quattrocentesca, e e-dona-a-noi la traduzione secentesca. Prendiamo [Tu doni a-uomo sapere e-insegna a-uomo inteletto]einteletto [Tuב doni a-uomo sapere e-insegna a-uomo da-te tarda, sapere inteletto] ntesca. Prendiamo per allomo un primo :doni tu sapere enesce allomo b enteletto XV2 [Tu a-uomo sapere e-insegna a-uomo inteletto e-dona-a-noi da-te sapere inteletto] XV2: tucordogli cordogli allomo sapere enesce allomo btraduzioni enteletto confronto due brani tratti da due traduzioni del ritodelebraico italiano: una, launa, prima, tradiz confronto due brani tratti da due rito ebraico italiano: la prima, ano: una, la prima, tradizionale, XV2: tu cordogli allomo sapere enesce allomo b enteletto risulta stampata alettera Fanoadella nel 1506 [il cosidetto ‘rito diè‘rito Fano’] (=F); la seconda è una ètrad risulta stampata Fano nelebraica 1506 [il ‘intelletto’, cosidetto die Fano’] (=F); la seconda un La lettera b, prima parola bina scritta poi cancellata. F); la seconda è una traduzione La lettera b, prima lettera della parola ebraica bina ‘intelletto’, è scritta e poi cancellata. manoscritta secentesca (=M): manoscritta secentesca (=M): La letteraadesso b, prima lettera della ebraica bina ‘intelletto’, è scritta e poi cancellata. Torniamo a considerare più parola da vicino le differenze tra le traduzioni giudeoitaliane classiche del rito, di epoca quattrocentesca, e la traduzione tarda, secentesca. F:Torniamo Lo Det granno e barone e temutoe Det che remereti misericordii e acquesti onne cavosa F: Lo Det granno e barone temuto Det altissimo che remereti misericordii boni e giudeo-italiane acquesti onne arren cavoc adesso a considerare piùaltissimo da vicino le differenze tra leboni traduzioni Prendiamo per un primo confronto due tratti da traduzioni ebraico giudeo-italiane c oni e acquesti onne cavosa arrencorda li Torniamo adesso considerare più brani dae vicino le due differenze tradel le rito traduzioni misericordii alli patri. misericordii alliapatri. del rito, di epoca quattrocentesca, la traduzione tarda, secentesca. Prendiamo per u italiano : una, la prima, tradizionale, risulta stampata a Fano nel 1506 [il cosidetto ‘rito di M:del Iddio grande e potente e temuto Iddio eccelso qual rimerita misericordie bone et acquistator del tutto e sit M: Iddio grande e potente e temuto Iddio eccelso qual rimerita misericordie bone et acquistator del rito, di epoca quattrocentesca, e la traduzione tarda, secentesca. Prendiamo per u confronto brani da due traduzioni del rito ebraico ; due la seconda è tratti una traduzione manoscritta secentesca (=M) : italiano: una, la prima, trad Fano’] (=F) bone et acquistator del tutto e si ricorda deconfronto le misericordie de li antichi. de le misericordie detratti li antichi. due brani da1506 due traduzioni del‘rito rito di ebraico italiano: la prima, a Fano nel [il cosidetto Fano’] (=F); launa, seconda è unatrad tra Frisulta : Lo Detstampata granno e barone e temuto Det altissimo che remereti misericordii boni e acquesti risulta stampata a Fano nel 1506 [il cosidetto ‘rito di Fano’] (=F); la seconda è una tra manoscritta secentesca (=M): alli patri. onne cavosa arrencorda li misericordii Nella lingua del ritodeldierito Fano usaeccelso parola giudeo-italiana antica per ‘Dio’ si ha g Nella lingua di siIddio Fano sila usa la rimerita parola giudeo-italiana antica per (Det), ‘Dio’ (Det), : Iddio grande e potente temuto qual misericordie bone et acquistaM manoscritta secentesca (=M): ca per ‘Dio’ (Det), si ha granno ‘grande’ (con l’assimilazione nd de > linn ed il metaplasmo dalla terza alla sec (con nd > nn ed il metaplasmo dalla declinazione terza declinazione a tor del‘grande’ tutto e si ricorda del’assimilazione le misericordie antichi. F: Lo Det granno e barone e temuto Det altissimo che remereti misericordii boni e acquesti onne cavosa arr erza declinazione alla seconda), barone e onne e la desinenza del plurale della prima declinazione è -i (giudeo-italia barone e onne e la desinenza del plurale della prima declinazione è -i (giudeo F: Lo lingua Det granno e temuto Det altissimo che remereti misericordii onne cavosa arr misericordii alli Nella del patri. ritoe barone di Fano usa la parola giudeo-italiana antica per ‘Dio’ boni (Det),esiacquesti ha azione èmisericordii, -i (giudeo-italiano): li siboni. misericordii traduzione secentesca haterza invece Iddio, grande, potente, og misericordii alli patri. misericordii, misericordii boni. secentesca ha invece grande, pote M: Iddio grande e potente e temutoLa eccelso qual rimerita misericordie bone et Iddio, acquistator del tutto e granno ‘grande’ (con l’assimilazione ndIddio > nnLa edtraduzione il metaplasmo dalla declinazione e Iddio, grande, potente, e il-aeela M: Iddio grande ede potente rimerita et acquistator del tutto e alla barone elionne desinenza deleccelso plurale della prima misericordie declinazionebone è -i (giude leseconda), misericordie antichi. plurale dei sostantivi in ètemuto costantemente -e.qual plurale deiogni sostantivi in -a èIddio costantemente -e. de le misericordie de un li antichi. liEcco misericordii, misericordii boni. La traduzione secentesca ha invece Iddio, deo-italiano) Ecco: un secondo brano: secondo brano: grande, potente, ogni e il plurale dei sostantivi ‑a è costantemente -e. Nella lingua del rito di Fano si usa lain parola giudeo-italiana antica per ‘Dio’ (Det), si ha : Ecco un secondo brano lingua del rito di Fano si usa la parola giudeo-italiana antica ‘Dio’ (Det),alla si ha F:Nella Tu cordogli allu omo sapere e nesce allo omo intagletiscemento. F: Tu cordogli allu omo sapere e nesce allo omo intagletiscemento. ‘grande’ (con l’assimilazione nd > nn ed il metaplasmo dalla terzaperdeclinazione s F‘grande’ :Tu Tu fai cordogli allu omo sapere e nesce omo intagletiscemento. l’assimilazione nd > enn ed il metaplasmo terza declinazione alla s M. all’omo del eallo mostri all’omo intelligenza. M.grazie Tu fai grazie del intelletto mostri all’omo intelligenza. barone e(con onne e all’omo la intelletto desinenza del plurale della prima dalla declinazione è -i (giudeo-ital M. Tu fai grazie all’omo del intelletto e mostri all’omo intelligenza. barone e onne e la desinenza plurale secentesca della primahadeclinazione ègrande, -i (giudeo-itali misericordii, misericordii boni. Ladel traduzione invece Iddio, potente, 44 1 e la Qui, il rito di Fano usa il verbo giudeo-italiano caratteristico nescere ‘insegnare’ misericordii, misericordii boni. La traduzione secentesca ha invece Iddio, grande, potente, Qui, il rito di Fano usa il verbo giudeo-italiano caratteristico nescere ‘insegnare’ e la44 Qui, il rito di Fano usa il verbo giudeo-italiano caratteristico nescere ‘insegnare’ plurale dei -e. 44 sostantivi in -a è costantemente 2 45 45 nescere ‘insegnare’ e la parola ; ; sisifaccia attenzione all’oscillazione allu/ parola intagletiscemento ‘comprensione’ plurale dei sostantivi in‘comprensione’ -abrano: è costantemente intagletiscemento ‘comprensione’ faccia anche attenzione all’oscillazione allu/allo. Ta intagletiscemento ; anche si-e. faccia anche attenzione all’oscillazione allu/al Ecco un secondo allo. Tali tratti risultano annullati nel testo secentesco, più marcatamente conguagliato ’oscillazione allu/allo. Tali tratti Ecco un secondo brano: risultano annullati nel testo secentesco, più marcatamente conguagliato in direzione italiana. risultano annullati nel testo secentesco, più marcatamente conguagliato in direzione ital in direzione italiana. liato in direzione italiana. Differenze tra sapere la traduzione delomo 1506 quella secentesca in ogniinriga Differenze tradel traduzione del e1506 quella si trovano ognie riq F:Differenze Tu cordogli allu omo ela nesce intagletiscemento. tra la traduzione 1506 eallo quella secentesca sietrovano insecentesca ogni si rigatrovano e quasi si trovanoin inogni ogni riga allu eall’omo quasi in intelletto F: Tu cordogli omo sapere intagletiscemento. M. Tu fai grazie del eallo mostri all’omo intelligenza. parola. La differenza piùe nesce cospicua siomo rinviene proprio nel settore del lessico, nel 44 M. Tu44fai grazie all’omo del intelletto e mostri all’omo intelligenza. Secondo LUISA CLUOMO margine al giudeo-italiano; note fonetiche, morfologiche e lessicali, «Italia», Secondo UISA C(In UOMO (In margine al giudeo-italiano; note fonetiche, morfologiche e lessicali, 44 «II 1 Secondo Luisa Cuomo (In margine al giudeo-italiano ; note fonetiche, morfologiche e lessicali, « Italia », i rfologiche pp. e Qui, lessicali, «Italia», I [1976], il alle rito dialle Fano usa ilforma verbo giudeo-italiano ‘insegnare’ esuld 30-53, pp. 49-50) va «collegata a un *agniscere o *agniscire da agnoscere, sul44tema pp. 30-53, pp. questa 49-50) questa forma va «collegata acaratteristico un *agniscere onescere *agniscire da agnoscere, [1976], pp. 30-53, alle pp.Fano 49-50) questa forma va « collegata a un *agniscere ocaratteristico *agniscire da agnoscere, sul tema ‘insegnare’ 45giudeo-italiano Qui, il rito di usa il verbo nescere e niscire da pass. agnoscere, sul tema del part. intagletiscemento ‘comprensione’ ; si faccia anche attenzione all’oscillazione allu/allo. Tl agnitus». pass. del part.45 pass. agnitus». agnitus ». 45 45 2 intagletiscemento ‘comprensione’ ; si faccia anche attenzione all’oscillazione allu/allo. T Anche la parola intagletiscemento non l’ho trovata nelle altre fonti italiane. Nel Maqre Dardeqe i verbi ebr Anche la parola intagletiscemento non l’ho trovata nelle altre fonti italiane. Nel Maqre Dardeqe i Anche la annullati parola intagletiscemento l’ho trovata nelle fonti italiane. Nelconguagliato Maqre Dardeqe i verbi risultano nel testonon secentesco, piùaltre marcatamente in direzione italiana.v Nel Maqre Dardeqe i verbi ebraici per ebraici per ‘capire’, ‘conoscere’ ( ) sono tradotti con il verbo intellitire, intelliteo ( ,direzione ‘capire’, ‘conoscere’ (הבין, )השכיל sono tradotti con il verbo intellitire, intelliteo (אנטיליטירי, )אנטיליטיאו da cui èeda p ‘capire’, ‘conoscere’ (הבין, )השכיל sono tradotti con il verbo intellitire, intelliteo (אנטיליטירי, )אנטיליטיאו risultano annullati nel testo secentesco, più marcatamente conguagliato in italiana. Differenze traformare la traduzione del 1506 e quella secentesca si -isctrovano in ogni riga )nome da è nome un nome del tipo intellitiscimento, deverbale con ilOHLFS suffisso (Ro(אנטיליטירי,formare )אנטיליטיאו dacui cui èpossibile possibile , Grammatica, cit., § 524). unDifferenze tipotra intellitiscimento, deverbale con il suffisso -isc(R OHLFS , Grammatica, cit., § 5 formare undel del tipo intellitiscimento, deverbale con il suffisso -isc(R hlfs, Grammatica, cit., § 524). la traduzione del 1506 e quella secentesca si trovano in ogni riga e FS, Grammatica, cit., § 524). 8 8 44 Secondo LUISA CUOMO (In margine al giudeo-italiano; note fonetiche, morfologiche e lessicali, «Italia» 44 LUISA UOMO (In margine fonetiche, morfologiche e lessicali, sul «Italia» pp.Secondo 30-53, alle pp.C49-50) questa formaalvagiudeo-italiano; «collegata a unnote *agniscere o *agniscire da agnoscere, tema pp. alle pp. 49-50) questa forma va «collegata a un *agniscere o *agniscire da agnoscere, sul tema pass.30-53, agnitus». 45 pass. agnitus». Anche la parola intagletiscemento non l’ho trovata nelle altre fonti italiane. Nel Maqre Dardeqe i verbi e 45 Anche ‘conoscere’ la parola intagletiscemento l’ho trovata nelle intellitire, altre fonti intelliteo italiane. Nel Maqre )אנטיליטיאו Dardeqe i da verbi ‘capire’, (הבין, )השכילsononon tradotti con il verbo (אנטיליטירי, cui eè ‘capire’, ‘conoscere’ )השכילsono tradotti con il con verbo intellitire, intelliteo (אנטיליטירי, )אנטיליטיאו cui è , Grammatica, cit., §da 524). formare un nome del (הבין, tipo intellitiscimento, deverbale il suffisso -isc(ROHLFS D: e insegnatele a’ vostri figliuoli B: Et insegnatele a’ i vostri ogni parola. Lafigliuoli. differenza più cospicua si rinviene proprio nel settore del lessico, n nettamente più moderno (per gli scioglimenti delle sigle dei manoscritti quattro Il verbo sopra): nnescere ‘insegnare’ è unopiù deicospicua più diffusi e caratteristici giudeo-italiano, ogni parola. La differenza si rinviene proprioper nelilsettore del lessico,ma n 164 ryzhik documentato anche in non ebraiche, nelle romanesche de Troia e quattr de Ro nettamente piùfonti moderno (permichael gli come scioglimenti delle sigleStorie dei manoscritti significativo che questo uso si trovi in una fonte Roma, la delle patriasigle deldei giudeo-italiano. secondo nettamente più moderno (per glidiscioglimenti manoscritti sopra): בניכם אתcaso אתם למדתם : quattrocenteschi vediasopra) [e-insegnarete a-essi figli-vostri] (Dt 11:19) F, XV1, e nescereti essi alli figlioli vostri ביתך ובשעריך מזזות עלXV3: וכתבתם בניכם אתXV2, אתם למדתם [e-insegnarete a quelli figli-vostri] (Dt 11 :19) M. et insegnarete alli figlioli vostri ] (Dt 6:9) [e-scrivi-essi su stipiti a-essi [di-]casa-tua e-in-porte-tu [e-insegnarete a-essi a figli-vostri] (Dt 11:19) : e nescereti essi figlioli vostri F, XV1, XV2, XV3 docete filios vestros F: e scrivi V: essi sopre li balistrati de la casaalli toa ealli nefiglioli li portivostri toi F, XV1, XV2, XV3: e nescereti essi M. et insegnarete quelli alli figlioli vostri BV: i vostri figliuoli XV1: e scriverai essi sopree ammaestrate alli balestratichi dellacasa toa enelli porti toi M. etInsegnate insegnarete quelli alli figlioli vostri V : docete filios vestros D: insegnatele a’ vostri figliuoli XV2: escriverai esse filios sopre libalestratichi dellacasa V: :edocete vestros Insegnate e ammaestrate i vostri figliuolitoa edelliporte toi BV B: Et insegnatele a’ i vostri figliuoli. XV3: e scriverai essi sopre libalestratichi de lacasa toa e delli porti toi BV: Insegnate e ammaestrate i vostri figliuoli D : e insegnatele a’ vostri figliuoli M. e scriverai sopra a’lia’istipidi de la casa tua e ne le porte tue e quelle insegnatele vostri figliuoli : Et insegnatele vostri figliuoli. BD: V: scribesque in limine eta’ostiis domus tuaeè uno dei più diffusi e caratteristici per il giudeo-ital B: verbo Eteainsegnatele i ‘insegnare’ vostri figliuoli. nnescere IlIlscriverai verbo nnescere ‘insegnare’ è della uno dei e caratteristici per il giudeo-italiano, BV: E sì le al piede dell’ uscio casapiù tuadiffusi (Dt 6:9); E fa che tu le scriva sopra ilStorie sogliaio dell’ usc documentato anche inanche fontiin non ebraiche, come nelle romanesche ma risulta documentato fonti non ebraiche, come nelle romanesche Storie de de Troia porte dellaIlcasa tua (Dt 11:20) 1 verbo nnescere ‘insegnare’ unoindei diffusi e fonte caratteristici per il giudeo-ital È significativo che questo usolepiù situe trovi indiuna Roma, del la patria Troia e de Roma. questo si ètrovi fonte Roma, ladi patria giudeo-italian D: scrivilesignificativo ancora sopra gliche stipiti dellauso tua casa, e soprauna porte documentato anche in fonti non ebraiche, come nelle romanesche Storie de Troia del giudeo-italiano. B: Tu scriuerai ancora quelle ne gli stipiti de la tua casa, e ne le tue porte significativo che questo uso si trovi in una fonte di Roma, la patria del giudeo-italian ובשעריך מזזות ביתך וכתבתם על [e-scrivi-essi su stipiti [di-]casa-tua e-in-porte-tu ] (Dt 6 :9)] (Dt 6:9) [e-scrivi-essi su stipiti [di-]casa-tua e-in-porte-tu Nelle traduzioni del rituale per de indicare gli usa il lemma balestrati o balest : e scrivi essi sopre li balistrati la casa toa etoa ne‘stipiti’ porti toisi toi FF: e scrivi essi sopre li balistrati de la casa eli ne li porti ובשעריך ביתך מזזות על וכתבתם comune XV1 nel: egiudeo-italiano, per esempio nella del libro di Amos desc essiessi sopre allicome balestratichi dellacasa toa enellitraduzione porti toi XV1: escriverai scriverai sopre alli balestratichi dellacasa porti toi (Dttoa 6:9)enelli [e-scrivi-essi su stipiti [di-]casa-tua 48 :nel escriverai esse sopre libalestratichie-in-porte-tu dellacasa toa]edelliporte toi Cassuto47XV2 e dizionario quattrocentesco Maqre Dardeqe . In fonti non ebraiche ho risc XV2: esse sopre libalestratichi dellacasa edelliporte F: e: scrivi essi essi sopre li balistrati de la de casa toa toa e nee litoa porti toitoi toi e escriverai scriverai sopre libalestratichi lacasa delli porti XV3 due soli M. esempi di questa parola con ambedue XV3: e scriverai essi sopre libalestratichi lacasa e delli porti toitoi nella Bibbia Volgare, n XV1: alli balestratichi toa enelli porti e scriverai quelle sopra li stipidi deillasignificato casa de tuadellacasa e ne ‘stipite’, letoa porte tue M. e scriverai quelle sopra li stipidi de la casa tua e ne le porte tue di Ezechiel (citiamo secondo l’edizione curata da Negroni, vedi sopra): escriverai sopre libalestratichi : scribesque ea inesse limine et ostiis domus tuaedellacasa toa edelliporte toi VXV2: V: ea in etlibalestratichi ostiis tuae :scribesque E sìe le scriverai allimine piede usciodomus della casa (Dt 6toa :9) ;eEdelli fa che tu letoi scriva sopra il sogliaBV XV3: scriverai essi sopredell’ detua lacasa porti :20) io dell’ uscio e delle porte della casa tua (Dt 11 BV: E sì le scriverai al piede dell’ uscio della casa tua (Dt 6:9); E fa che tu le le scriva il sogliaio M. e fabbricato scriverai quelle li stipidi de lailcasa e ne porte tue appresso «I quali hanno il suosopra sogliaro appresso mio,tua e le suelebalestrade mie;sopra e lo muro era f : scrivile ancora sopra gli stipiti della tua casa, e sopra le tue porte D porte della casa tua (Dt 11:20) V: scribesque in limine del et ostiis domus tuaesarà per lo peccato, e porranne nelle secrete entrate de me» (Ez 43:8); «E torrà ea il sacerdote sangue il quale scriuerai ancora quelle gli stipiti de lacasa, tua casa, e nele le tue tue porte porte BD:: Tu sopra gli ne stipiti tua BV:scrivile E sì leancora scriverai al dell’ piede dell’della della casae sopra tuadi(Dt 6:9);della E fa porta che tudell’ le scriva sopra il sogliaio e nelli quattro anguli del circuito altare, euscio nelle balestrade dentro atrio di dentro» (Ez 4 B: Tu scriuerai ancora quelle ne gli stipiti de la tua casa, e ne le tue porte porte della casa tua (Dt 11:20) Nelle traduzioni del rituale per indicare gli ‘stipiti’ si usa il lemma balestrati o balestratiD: scrivile ancora sopra gli stipiticome della tua e sopra letraduzione tue porte del libro di Amos chi, comune nel giudeo-italiano, per casa, esempio nella Questo uso così limitato nei testi italoromanzi può spiegarsi proprio3 con i legami esistent 2 e nel dizionario quattrocentesco Maqre Dardeqe. fonti nonbalestrati descritta da Cassuto B: Tu scriuerai ancora quelle ne gli stipiti de la tua casa, e ne le tue Nelle traduzioni del rituale per indicare gli ‘stipiti’ si porte usa ilIn lemma Bibbia Volgare eholeriscontrato traduzionidue giudeo-italiane. ebraiche soli esempi di per questa parola con il significato ‘stipite’, amcomune nel giudeo-italiano, come esempio nella traduzione del libro diperò Am Ibedue legami tra la Bibbia Volgare e la tradizione giudeo-italiana non si limitano nella Bibbia Volgare, nel libro di Ezechiel (citiamo secondo l’edizione curata 47 48 il lemmada Nelle traduzioni del rituale per indicare gli ‘stipiti’ si usa balestrati Cassuto e nel dizionario quattrocentesco Maqre Dardeqe . In fonti non ebraiche vedi sopra) lessicali.Negroni, Per esempio, la :frase nominale barux atta ‘benedetto tu’ viene resa nei volgarizz comune nel giudeo-italiano, come per esempio nella traduzione del libro di Am due soli esempi di questa parola con il significato ‘stipite’, ambedue nella Bibbia V giudeo-italiani con ilnel congiuntivo: benedetto tu (così nella Volgare). Invec «Cassuto I quali hanno fabbricato il suo sogliaro appressosii il mio, eMaqre le sueanche balestrade appresso lefonti mie ; enon lo ebraich 47 48Bibbia e dizionario quattrocentesco Dardeqe . In di Ezechiel (citiamo secondo l’edizione curata da Negroni, vedi sopra): ; « E torrà il sacerdote del sangue il quale con sarà per lo peccato, e es, e l’ind era fra loro e me » (Ez 43 :8) Vulgata,muro in luoghi indipendenti dall’originale ebraico, si traduce l’indicativo due solinelle esempi questa significato ‘stipite’, porranne secretedientrate delparola tempio, con e nelliil quattro anguli del circuito ambedue dell’ altare, enella nelle Bibbia V4 ricorre anche nella Bibbia sempre incurata non hanno originale ebraico » luoghi (Ez 45 :19). balestrade di dentro della Volgare, porta dell’ atrio di dentro di Ezechiel (citiamo secondo l’edizione dache Negroni, vedi sopra): «I quali hanno fabbricato il suo sogliaro appresso il mio, e le sue balestrade appresso le mie; e lo me» (Ezuso 43:8); torrà il nei sacerdote del sangue ilpuò quale sarà perproprio lo peccato, porranne Questo così«Elimitato testi italoromanzi spiegarsi con ei legami esi-nelle secrete 46 e nelli quattro anguli del circuito dell’ altare, e nelle balestrade di dentro della porta dell’ Anonimo, Storie Troia e de Roma, in ERNESTO MONACI , Storie de balestrade Troja et deappresso Roma, altrimenti de «I quali fabbricato ilesuo sogliaro appresso il mio, e le sue leatrio mie;die den lo stenti trahanno ladeBibbia Volgare le traduzioni giudeo-italiane. Ystoriarumme» Romanorum, Roma, Società Romana di Storia Patria, 1920, pp. 210, 289, 301. Il verbo ricorre anc (Ez 43:8); «EBibbia torrà ilVolgare sacerdote deltradizione sangue il quale sarà per lo non peccato, e porranne I legami tra la e la giudeo-italiana si limitano perònelle secrete altro testoai medievale, i quattrocenteschi Tractati della vita e delle visionidella di santa Roman eromanesco nelli anguli del circuito altare, e nelle balestrade di dentro portaFrancesca dell’ di den trattiquattro lessicali. Perlimitato esempio, ladell’ frase nominale barux atta ‘benedetto tu’ viene resa Questo uso così nei testi italoromanzi può spiegarsi proprio con atrio i legami 47 UMBERTO C ASSUTO , Il Libro di Amos in traduzione giudeo-italiana, in Miscellanea di studi ebraici in memo : benedetto sii tu (così anche nella nei volgarizzamenti giudeo-italiani con il congiuntivo Bibbia Volgare e le traduzioni giudeo-italiane. P. Chajes, Firenze, Israel, 1930, pp. 19-38, a p. 31. Questo Iuso così tra limitato nei testi italoromanzi può spiegarsi proprio non con sii legam 48 legami la Bibbia Volgare e la tradizione giudeo-italiana limitan S. v. mezuza. 1 Anonimo, Storie de Troia e de Roma, in Ernesto Monaci, Storie de Troja et de Roma, altrimenti dette Liber 49 Bibbia Volgare e le traduzioni giudeo-italiane. lessicali. esempio, lanominale frase barux atta ‘benedetto viene nei MICHAEL RYZHIK ,Per La proposizione giudeo-italiane dei tu’ formulari preghiera Ystoriarum Romanorum, Roma, Società Romananominale dinelle Storiatraduzioni Patria, 1920, pp. 210, 289, 301. Il verbo ricorre anchediresa legami tra lacongiuntivo: Bibbia Volgare e Tractati la tradizione giudeo-italiana non siVolgar limita in un altro Itesto romanesco medievale, i quattrocenteschi dellatuvita e delle visioni di santa », XXXI (2009), pp. 121-149. Bibbia, «MR giudeo-italiani con il benedetto sii (così anche nellaFrancesca Bibbia Romana 9 barux lessicali. Perluoghi esempio, la frase nominale atta ‘benedetto resa neie 2 Vulgata, in indipendenti dall’originale ebraico, si traducetu’ conviene l’indicativo Umberto Cassuto, Il Libro di Amos in traduzione giudeo-italiana, in Miscellanea di studi ebraici in memoria 3 S. giudeo-italiani con congiuntivo: (così che anche nella Bibbia Volgar di H. P. Chajes, Firenze, Israel,ilBibbia 1930, pp. 19-38, a p. 31.benedetto v. hanno mezuza. ricorre anche nella Volgare, sempre sii in tu luoghi non originale Vulgata, in luoghi indipendenti dall’originale ebraico, si traduce con l’indicativo e ricorre anche nella Bibbia Volgare, sempre in luoghi che non hanno originale 46 Anonimo, Storie de Troia e de Roma, in ERNESTO MONACI, Storie de Troja et de Roma, altr Ystoriarum Romanorum, Roma, Società Romana di Storia Patria, 1920, pp. 210, 289, 301. Il verbo 46 altro testo romanesco medievale, i quattrocenteschi Tractati della ,vita e delle di de santa Frances Anonimo, Storie de Troia e de Roma, in ERNESTO MONACI Storie de visioni Troja et Roma, altr 47 UMBERTORomanorum, CASSUTO, Il Libro Amos in traduzione giudeo-italiana, Miscellanea studi ebraic Ystoriarum Roma,diSocietà Romana di Storia Patria, 1920,inpp. 210, 289, di 301. Il verbo adesso un esempio della traduzione di questo sintagma nominale barux atta ‘benedetto tu’, nel rit di preghiera: la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 165 Bibbia Volgare). nellatraduzione Vulgata, in di luoghi indipendenti ebraico,atta si ‘benedetto tu’, adesso un ‘esempio della sintagmadall’originale nominale barux המרבה לסלוח חנון אתהInvece ברוך .es, אתה אל טוב וסלחricorre כיquesto adesso un הesempio della traduzione di questo sintagma nominale barux atta ‘benedetto tu’, traduce con l’indicativo e l’indicativo anche nella Bibbia Volgare, sempre in dibuono preghiera: [che Dio e-indulgente Tu. Benedetto Tu Dio misericordo il-moltiplicante a-perdonare] 1 di preghiera: luoghi che non hanno originale ebraico. Ecco adesso un esempio della traduzione di F: che Det bonosintagma e perdonatore sì Tu.barux Benedetto sii Tu Domedet lo rito cordoljoso che moltiplichi aperdonare. : questo nominale atta ‘benedetto tu’, nel di preghiera ברוך אתה ה‘ חנון המרבה לסלוח.כי אל טוב וסלח אתה לסלוח חנון המרבה ‘ברוך אתה ה .וסלח אתהTuטוב אלmisericordo כי Dio buono e-indulgente Tu.la Benedetto Dio il-moltiplicante a-perdonare] Come [che abbiamo accennato sopra, morfologia verbale della traduzione cambia a seconda che esist [che Tu. Benedetto TuTu DioDio misericordo il-moltiplicante a-perdonare] [cheDio Diobuono buonoe-indulgente e-indulgente Tu. Benedetto misericordo il-moltiplicante a-perdonare] F: che Det bono e perdonatore sì Tu. Benedetto sii Tu Domedet lo cordoljoso che moltiplichi o non esista un originale ebraicosìsìdi partenza. InsiiTusuccessione, consideriano un primoaperdonare. esempio per l Tu. Benedetto Domedet lo lo cordoljoso cheche moltiplichi FF:: che che Det Det bono bono ee perdonatore perdonatore Tu. Benedettosii Tu Domedet cordoljoso moltiplichi aperdonare. aperdonare. traduzione di un passo biblico per cui esiste originale ebraico: Come abbiamoaccennato accennato sopra, la morfologia verbale della traduzione a seconda ch Come sopra, la morfologia verbale della traduzione cambia acambia seComeabbiamo abbiamo accennato sopra, la morfologia verbale della traduzione cambia a seconda ch o non esista un originale ebraico di partenza. In successione, consideriano un primo esempio che esista o non esista un originale ebraico di partenza. In successione, conside(1Sam 15:13) ‘אתה להconda ברוך שאול לו ויאמר o non esista un originale ebraico di partenza. In successione, consideriano un primo esemp riano un primo esempio per la traduzione di un passo biblico per cui esiste originale di un passo biblico per cui esiste originale ebraico: ‘E-dissetraduzione a lui Ša’ul Benedetto tu a-Dio’ traduzione di un passo biblico per cui esiste originale ebraico: : ebraico BV: disse a lui Saul: benedetto sii tu da Dio. (1Sam 1515:13) :13) ‘( ויאמר לו שאול ברוך אתה לה1Sam (1Sam 15:13) ‘אתה לה ברוך שאול ויאמר לו ‘E-disse aa lui Benedetto tutu a-Dio’ ‘E-disse luiŠa’ul Ša’ul Benedetto a-Dio’ Ecco un secondo esempio relativo ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale ebraico; d ‘E-disse Ša’ul: benedetto Benedetto tu da a-Dio’ : disse disse aaa lui lui Saul sii tu Dio. BV BV: lui Saul: benedetto sii tu da Dio. conseguenza non esiste tradizione di riferimento, utilizzabile come modello pe BV: disse a lui Saul: una benedetto sii tu dagiudeo-italiana Dio. Ecco un secondo esempio relativo ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale la traduzione: conseguenza non esiste una tradizione giudeo-italiana di riferimento, utilizebraico Ecco un; disecondo esempio relativo ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale ebr Ecco come un secondo esempio relativo: ad una parte della Bibbia per cui non esiste originale eb zabile modello per la traduzione conseguenza non esiste una tradizione giudeo-italiana di riferimento, utilizzabile come mode V: dixit ad eam benedicta es tuesiste filia auna Domino Deo excelso prae omnibus mulieribus super terram (Gdt 13:23-24) conseguenza non tradizione giudeo-italiana di riferimento, utilizzabile come mod V : dixit ad eam benedicta es tu filia a Domino Deo excelso prae omnibus mulieribus super terram la traduzione: BV: disse a lei: sei tu benedetta, figliuola mia, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le donne della terra. la traduzione: (Gdt 13 :23-24) BV : disse a lei : sei tu benedetta, figliuola mia, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le donne della dixit addieam benedicta casuali es tu filiaoa Domino excelso prae omnibus mulieribus super terram (Gdt 13:23-2l Non siV: tratta fenomeni isolati: Deo la Bibbia Volgare traduce costantemente secondo terra. V: dixit ad eam benedicta es tu filia a Domino Deo excelso prae omnibus mulieribus super terram (Gdt 13:23BV: disse a lei: sei tu benedetta, figliuola mia, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le donne della terra. consuetudine giudeo-italiana le parti della: laBibbia per cui esiste una tradizione giudeo-italiana d BV: disse a lei: tu benedetta, dal Signore Iddio eccelso, sopra tutte le sedonne della terra. Non si tratta di sei fenomeni casualifigliuola o isolatimia, Bibbia Volgare traduce costantemente 50 riferimento; invece lagiudeo-italiana Vulgata nelle partidella per Bibbia cui tale è inesistente condo segue la consuetudine le parti pertradizione cui esiste una tradizione . Non si tratta al diriferimento fenomeni casuali o isolati: lanelle Bibbia traduce costantemente Ritornando delle traduzioni giudeo-italiane del rito di preghiera, vorreiseco or ; segue invece Vulgata parti Volgare per cui tale tradizione giudeo-italiana di Non si tratta dilessico fenomeni casuali o laisolati: la Bibbia Volgare traduce costantemente sec 2 consuetudine giudeo-italiana le parti della Bibbia per cui esiste una tradizione giudeo-ital èconsuetudine inesistente. sottolineare il fatto che la somiglianza tra tutte le traduzioni ebraiche – compresa quella secentesc giudeo-italiana le parti della Bibbia per cui esiste una tradizione 50giudeo-ita Ritornando al lessico delle traduzioni giudeo-italiane delcui rito di preghiera, vorrei ora riferimento; segue invece latecnica Vulgata nelletraduzione parti per tale tradizione è inesistente . 50 – si può vedere non solo nella della e nell’adesione all’originale m riferimento; segue la Vulgata nelle parti per ebraiche cui tale –tradizione è inesistenteebraico, . sottolineare il fatto cheinvece la somiglianza tra tutte le traduzioni compresa quella Ritornando al lessico delle traduzioni giudeo-italiane del rito di preghiera, vor anche secentesca nel uso del lessico specifico giudeo-italiano: nonostante la spinta complessiv Ritornando al non lessico delle traduzioni giudeo-italiane del all’oririto di preghiera, vo – siilpuò vedere solo nella tecnica e nell’adesione sottolineare fatto chelessico la somiglianza tra della tuttetraduzione le traduzioni ebraiche – compresa quella sec all’ammodernamento, tale resta immutato nella traduzione secentesca presen : nonostante la quandoquella ginale ebraico, ma anche nel uso del lessico specifico giudeo-italiano sottolineare il fatto che la somiglianza tra tutte le traduzioni ebraiche – compresa sec – si può vedere non solo nella tecnica della traduzione e nell’adesione all’originale ebrai spinta complessiva talespecifiche: lessico immutato traduzione all’originale ebra accezioni o all’ammodernamento, caratteristiche – sisemantiche può vedere non solo nellaformali tecnica della resta traduzione e nella nell’adesione anche nelquando uso presenti del lessico specifico giudeo-italiano: nonostante secentesca formali specifiche : la spinta comp anche nel uso del accezioni lessico semantiche specifico o caratteristiche giudeo-italiano: nonostante la spinta com all’ammodernamento, tale lessico resta immutato nella traduzione quando p :לבבכם וסרתם השמרו לכם פן יפתהtale lessico resta immutato nella traduzione secentesca all’ammodernamento, secentesca quando accezioni semantiche o caratteristiche formali specifiche: [Guardate a-voi che-non sedotto/si corrompa cuore-vostro] (Dt 11 :16) [Guardate a-voi che-non venga venga sedotto/si corrompa cuore-vostro] (Dt 11:16) semantiche o caratteristiche formali specifiche: : guardeti avoi en quanno semunisca li core vostro Faccezioni F: guardeti avoi en quanno semunisca li core vostro XV1 : guardeti avoi enquanno sesemonisca locore vostro XV1: guardeti avoi enquanno sesemonisca locore vostro :וסרתם לבבכם יפתה השמרו לכם : guardete avoi nonפןפן quanno sesimonisca locore vostro XV2 : וסרתם לבבכם יפתה לכם השמרו XV2: guardete avoi non quanno sesimonisca locore vostro [Guardate a-voi che-non venga sedotto/si corrompa (Dt 11:16) : guardetive avoi chenon se simonisca locore vostrocuore-vostro] XV3 [Guardate a-voi che-non venga sedotto/si corrompa cuore-vostro] (Dt 11:16) XV3: guardetive avoi chenon se simonisca locore vostro F: avoi li core : guardatevi a’ en voiquanno che nonsemunisca [vi] simonisca il corvostro vostro Mguardeti F:: cavete guardeti en quanno semunisca li core vostro M: guardatevi a’ voi che non [vi] simonisca il cor vostro ne avoi forte decipiatur cor vestrum V XV1: guardeti avoi enquanno sesemonisca locore vostro XV1: guardeti avoi enquanno sesemonisca locore vostro V: cavete ne forte decipiatur cor vestrum XV2: guardete avoi non quanno sesimonisca locore vostro XV2: guardete avoi nonil quanno sesimonisca locore vostro 1 Michael BV: Guardatevi ne per ventura vostro cuore ingannato XV3: guardetive avoi se simonisca locore vostro Ryzhik, Lachenon proposizione nominalesie nelle traduzioni giudeo-italiane dei formulari di preghiera e della XV3: «che guardetive avoi chenon senon simonisca locore vostro D: guardatevi talora il vostro cuore sia sedotto Bibbia, mr », xxxi (2009), pp. 121-149. M:2guardatevi a’ voi che non [vi] simonisca il cor vostro M: Sui guardatevi a’ voi che nonebraiche [vi] vostro simonisca cor vostro rapporti tra le traduzioni e cristiane innon generale vedi Giuseppe Sermoneta, La traduzione B: Guardateui dunque, che perauentura cuoreil sia disuiato V: cavete ne dei forte decipiatur corilcon vestrum giudeo italiana Salmidecipiatur e i suoi rapporti le antiche versioni latine, in Scritti in memoria di U. Nahon, a cura di V: cavete ne forte cor vestrum BV: Guardatevi ne per ventura vostro Mayer, cuore sie ingannato Roberto Bonfil, Daniel Carpi, MariailModena Romano, Giuseppe B. Sermoneta, GerusaBV: Guardatevi ne per ventura il vostro cuoreGiorgio sie ingannato 51 lemme, Fondazione Sally Mayer, 1978, pp. 196-239. D: guardatevi che talora il vostro cuore non in sia fonti sedotto Il verbo semonire / simonire ricorre solo giudeo-italiane (dove è diffusa anche la parol D: guardatevi che talora il vostro cuore non sia sedotto 52 B: Guardateui dunque, che perauentura il vostro cuore non sia disuiato simuniaB:nel senso dunque, di ‘prezzo della corruzione’) . Altrove troviamo naturalmente anche il verb Guardateui che perauentura il vostro cuore non sia disuiato Il verbo semonire / simonire ricorre solo in fonti giudeo-italiane5151(dove è diffusa anche la Il verbo semonire / simonireericorre solo in fonti giudeo-italiane (dove, La è diffusa anche 52vedi Sui rapporti le traduzioni cristiane in generale GIUSEPPE SERMONETA traduzione giudeil simuniatranel senso di ebraiche ‘prezzo della corruzione’) . Altrove troviamo naturalmente anche 52 senso di ‘prezzo dellaversioni corruzione’) Altrove troviamo italiana simunia dei Salmi enel i suoi rapporti con le antiche latine, in .Scritti in memoria di U.naturalmente Nahon, a cura dianche Robert 50 Bonfil, Daniel Carpi, Maria Modena Mayer, Giorgio Romano, Giuseppe B. Sermoneta, Gerusalemme, Fondazion 166 michael ryzhik BV : Guardatevi ne per ventura il vostro cuore sie ingannato D : guardatevi che talora il vostro cuore non sia sedotto B : Guardateui dunque, che perauentura il vostro cuore non sia disuiato Il verbo semonire / simonire ricorre solo in fonti giudeo-italiane 1 (dove è diffusa anche la simoneggiare / semonizare, la della cui documentazione dipende fondamentalmente dall’u troviamo naturalmente parola simunia nel senso di ‘prezzo corruzione’). 2 Altrove anche il verbo / semonizare, la cui documentazione dipende fondamentalParadiso e sisimoneggiare trova quasi solo nei commenti alla Commedia (Jacopo della Lana, Otti mente dall’uso nel Paradiso trova quasi nei commenti alla Commedia Francesco da dantesco Buti) (TLIO ). Forsee siproprio per solo l’assenza delle fonti non ebraiche qu ( Jacopo della Lana, Ottimo, Boccaccio, Francesco da Buti) (tlio). Forse proprio per etimologia e ‘appartenenza’ marcatamente cristiana, è conservato nell’uso l’assenza delle fonti non ebraiche questo verbo, con etimologia e ‘appartenenza’ mar-giudeo-ita Il cristiana, lessico èspecifico che unisce le traduzioni del rituale, s catamente conservatogiudeo-italiano, nell’uso giudeo-italiano. anche in fonti cristiane, anche seche viunisce appare raro e marginale: Il lessico specifico giudeo-italiano, le traduzioni del rituale, si trova talvolta anche in fonti cristiane, anche se vi appare raro e marginale : :ומביא גואל לבני בניהם [e-conduce riscattatore a-figli di-figli-loro] [e-conduce riscattatore a-figli di-figli-loro] allialli figlioli de lide figlioli loro loro F : ee fai F: faivenire venirelolosconperatore sconperatore figlioli li figlioli allialli figlioli dellidelli figlioli loro loro XV1 : venire XV1: venireesconperatore esconperatore figlioli figlioli XV2 : [e fa venire] esconparatore allifiglioli dellifiglioli loro XV2: favenire venire] esconparatore allifiglioli dellifiglioli sconperatore alli figlioli delli figlioli loro loro XV3 : e[efao XV3: e fao venire sconperatore alli figlioli delli figlioli XVII : e conduce scomperator a’ li figlioli de li figlioli loro loro XVII: e conduce scomperator a’ li figlioli de li figlioli loro Il verbo scomperare nel senso di ‘riscattare’ ed il connesso scomperatore sono molto diffusi nelle fonti giudeo-italiane, e vicini al latino medievale excomparatio ‘compera, acIl verbo scomperare nel ebraico, senso discomprare ‘riscattare’ ed il èconnesso scomperatore ; 3 fuori dall’ambiente ‘riscattare’ documentato anche in tre sono mo quisto’ fonti giudeo-italiane, e vicini al latino medievale ‘compera, ac documenti emanati dai rettori di Ragusa (Dubrovnik) Piero deexcomparatio Gondola, Johann de 4 Anche attraverso questi pochi esempi potrà Bona e Andrea deebraico, Benessa dell’anno 1371.‘riscattare’ dall’ambiente scomprare è documentato anche in tre docume risultaredievidente che le indagini presentano per gli studi rettori Ragusal’utilità (Dubrovnik) Pierosul degiudeo-italiano Gondola, Johann de Bona e Andrea de Be italianistici. 54 1371 . Anche attraverso questi pochi esempi potrà risultare evidente l’utilità che Infine vorrei portare un esempio che mostra come il giudeo-italiano classico non giudeo-italiano presentano perabbia gli studi sia stato solo lingua letteraria ma avuto italianistici. un notevole radicamento anche nell’uso vivo. In un dialetto giudeo-italiano quello che ferrarese, si conservano tratti di remoInfine vorrei portare untardo, esempio mostra come il giudeo-italiano classic ta tradizione fino al primo Novecento, fino cioè agli ultimi anni dell’ebraismo italiano solo lingua letteraria ma abbia avuto un notevole radicamento anche nell’uso vivo tradizionale. Sopra abbiamo parlato del verbo nescere, presente nel giudeo-italiano e nel giudeo-italiano si conservano tratti di romanesco antichi,tardo, ma talequello verbo è ferrarese, registrato anche nel giudeo-ferrarese del remota Novecen-tradizione 5 Novecento, fino cioè agli ultimi anni dell’ebraismo italiano tradizionale. Sopra abbi to : verbo presente nel giudeo-italiano nel romanesco antichi, ma tale ver 6 ke inèscia « Vinirái nescere, a trovèrte krè : kuscí favelerem dè quel ke tu sè. e Una hamortá a un profe55 anche sor ». nel giudeo-ferrarese del Novecento : 1 56 Si tratta di un denominale da simonia. Si trova Yehuda bensè. Moshe Daniel Romano, 14th cent.aLaunchia«Vinirái a trovèrte krè: kuscí favelerem dènel quel ke tu Unabenhamortá ke inèscia profesor». rificazione in volgare delle ‘espressioni difficili’ ricorrenti nel Mishneh Torah di Mose Maimonide : glossario inedito del xiv secolo, a cura di Sarah Debenedetti Stow, Roma, 1990, s. v. ; Maqre Dardeqe cit., s. v. (come esempio si cita dialetto proprio il nostro versetto). Il antico, usato nei volgarizzamenti degli ebrei d’Italia, dimostra quind 2 Cuomo, Pesicheta Rabbati cit, p. 112. Strano l’uso di tale parola con significato ‘cristiano’ fortissimo, cosa capacità di conservazione e ; di soppravivenza, addirittura fino al leNovecento assolutamente irregolare nel giudeo-italiano per aggiunta, solo nel giudeo-italiano – almeno secondo date che sono riuscito a individuare – è registrato il verbo denominale simonire. effettivamente parlata dalle comunità ebraiche italiane. 3 Maqre Dardeqe, s. v. ; Cuomo, Pesicheta Rabbati cit, p. 111 ; Cecil Roth. Un’elegia giudeo-italiana sui martiri di Ancona (1556-57), « La Rassegna mensile d’Israel », xvi, pp. 147-156, a p. 155. 4 Cfr. Diego Dotto, Scriptae venezianeggianti a Ragusa nel xiv secolo. Edizione e commento di testi volgari dell’Archivio di Stato di Dubrovnik, Roma, Viella, 2008, p. 490, s. v. scomparar (nel corpus tlio le forme in questione provvengono da una precedente edizione meno affidabile). 5 Terracini, Le parlate giudaico-italiane negli appunti di Raffaelle Giacomelli cit., es. n. 11. 6 ‘Asina’ (sulla base della parola ebraica hamor + suffisso femminile aramaico -ta) ‘stupida’. . la lingua dei volgarizzamenti giudeo-italiani 167 Il dialetto antico, usato nei volgarizzamenti degli ebrei d’Italia, dimostra quindi una notevole capacità di conservazione e di sopravvivenza, addirittura fino al Novecento, nella lingua effettivamente parlata dalle comunità ebraiche italiane. co mp o sto in ca r atte re da n te monotype dalla fab rizio se rr a e dito re, pisa · roma. sta m pato e ril e gato nella t i p o g r a fia di ag na n o, ag nano pisano (pisa). * Aprile 2010 (c z 2 · f g 1 3 )