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monumento ai granatieri di sardegna

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monumento ai granatieri di sardegna
CITTÀ di MONSELICE
Monumenti, Lapidi, Cippi e Targhe
MONUMENTO AI GRANATIERI DI SARDEGNA
Ubicazione:
Centro Storico/Giardini di Via 28 Aprile.
Il Monumento è collocato in prossimità della rotonda fra le vie 28 Aprile-Castello,
Viale della Repubblica.
Dedicato:
Alla memoria dei Granatieri di Sardegna
Anno:
Il monumento è stato inaugurato il 14 aprile 2013
Descrizione:
Il monumento si compone di un basamento in pietra rossa di Asiago che supporta un elemento
verticale a forma di fiamma. Sopra il basamento una statua che raffigura un Granatiere alta
m. 1,90, costituita da schegge di granate sabbiate. Agli angoli due bombe in ferro. La zona di
rispetto del monumento è recintata da elementi metallici.
Committente: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna -Sezione di MonseliceAutore:
Iscrizioni:
Artista Dottor Carluccio Zangirolami di Porto Viro
AI GRANATIERI DI SARDEGNA
Corpo fondato nel 1659
Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna
SEZIONE DI MONSELICE
14 aprile 2013
Anno 2013 n. 6
Editore: Comune di Monselice (Pd) - Direttore Resp. Fabrizio Ghedin
Questo giornale è autoprodotto dal Comune di Monselice.
INAUGURAZIONE MONUMENTO
IN MEMORIA DEI
GRANATIERI DI SARDEGNA
Si è svolta il giorno 14 aprile
l’inaugurazione del Monumento ai
Granatieri di Sardegna
Si riporta l'intervento del
Sindaco, Francesco Lunghi:
“Un saluto a tutta la cittadinanza
presente, alle Associazioni
Combattentistiche e d'Arma, alle
Autorità Militari, all'Associazione
Nazionale Granatieri di SardegnaSezione di Monselice e al suo
Presidente Renzo Pavanello.
Sono felice di trovarmi qui con voi oggi per assistere
all'inaugurazione del monumento ai Granatieri di Sardegna,
collocato da oggi nei giardini di via 28 aprile della nostra Città
a memoria dei Granatieri che hanno prestato servizio nei due
Reggimenti della Specialità.
I granatieri derivano dall'antico Reggimento delle Guardie
Reali creato nel 1659 dal Duca Carlo Emanuele II di Savoia.
L'appellativo "granatieri" deriva dal fatto che, nel 1685, il re
Vittorio Amedeo II di Savoia assegnò ad ogni compagnia del
reggimento sei soldati incaricati di lanciare allo scoperto le
granate. Il reggimento cambiò il proprio nome in Granatieri di
Sardegna nel 1815, diventando così una Brigata.
Memorabili sono poi le imprese di questo Reggimento
durante la prima guerra mondiale, in particolare nell'impresa
di Fiume e poi in Albania durante il secondo grande conflitto;
queste, assieme alle altre azioni compiute, conferiscono al
gruppo il titolo di più antico corpo militare italiano.
La data odierna coincide con la costituzione ufficiale dell'
Associazione ex Granatieri avvenuta il 14 aprile del 1912 su
iniziativa del Commendatore Enrico Torrani; in un decennio il
Sodalizio raggiunse elevati numeri di partecipanti grazie
all'affluenza dei reduci della Brigata tornati alla vita dopo la
Prima Guerra Mondiale.
Dal 1954, con un decreto del Presidente della Repubblica,
sono stati riconosciuti ufficialmente la natura del Sodalizio e il
suo Decreto.
Questo monumento alla memoria vuole essere un simbolico
riconoscimento delle gesta e del valore di questi combattenti,
distintisi nelle azioni militari intraprese; la statua, rappresentante una fiamma con una granata esplosa e un granatiere,
riporta anche una mini rappresentazione dell'Italia in ferro
con la scritta “A me le guardie 1659-2013”, motto dei
Granatieri.
Come Amministrazione Comunale abbiamo accolto questa
iniziativa con entusiasmo in quanto questo monumento è un
riconoscimento importante, significativo e doveroso per
ricordare i valorosi uomini che hanno combattuto per la
nostra Italia, dal lontano diciassettesimo secolo, con coraggio e convinzione.
Vorrei sottolineare i forti principi che hanno animato le gesta
dei Granatieri attraverso le parole che loro stessi hanno usato
in una lettera inviata a Gabriele D'Annunzio durante
l'occupazione di Fiume, <<i granatieri hanno una fede sola e
una parola sola. L'Italia non è compiuta. In un ultimo sforzo la
compiremo>>.
Sono molto orgoglioso della viva partecipazione delle
Associazioni Combattentistiche e d'Arma, da anni impegnate
nell'ideazione di monumenti commemorativi alla cui realizzazione ha sempre contribuito l'Amministrazione Comunale, in
nome del rapporto di fiducia e stima reciproca con queste
Associazioni del nostro territorio.
Voglio in quest'occasione ricordare le opere scaturite,
proprio, da questo empatico e solido legame: le Lapidi
Commemorative presso le frazioni di San Bortolo, San
Cosma, Cà Oddo e Marendole realizzate in collaborazione
con l'Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi
in Guerra; il Cippo al Bersagliere di Piazza XX Settembre
inaugurato; il Cippo al Marinaio su iniziativa
dell'Associazione Nazionale Marinai; una lapide commemorativa per i caduti monselicensi nei Lager Nazisti su proposta
dell'Associazione Nazionale Ex Deportati di Monselice; il
monumento in ricordo di Ida Lenti Brunelli, Giusta tra le
Nazioni. Ci siamo, inoltre, impegnati nel restauro del
Monumento ai Caduti di Piazza Vittoria, opera sentita e
fortemente voluta da tutti noi che rappresenta il simbolo per
eccellenza di tutti i Caduti di tutte le Guerre, ora rinnovato nel
suo candore di marmo bianco di Carrara.
Noi come Amministrazione Comunale accogliamo sempre
con piacere e ammirazione le iniziative per la realizzazione di
monumenti in memoria di personalità illustri e gruppi di
uomini che hanno dato il loro importantissimo contribuito per
la storia del nostro Paese.
Vorrei, innanzitutto, rivolgere un ringraziamento a Renzo
Pavanello, Presidente dell'Associazione Nazionale
Granatieri di Sardegna Sezione di Monselice e alle Autorità
Militari intervenute alla cerimonia.
All'artista Dott. Carluccio Zangirolami per la realizzazione
della Scultura, al Geom. Roberto Callegaro per la redazione
del progetto architettonico e al nostro Ufficio Tecnico per la
collaborazione della posa in opera.
Un ringraziamento sentito a tutti coloro che sono presenti
oggi per l'inaugurazione del monumento, che siamo sicuri
essere il miglior elogio possibile alla memoria dei Granatieri
di Sardegna.
Si riporta inoltre l'intervento del Presidente
dell'Associazione Granatieri di Sardegna signor Renzo
Pavanello:
….... Ci troviamo ancora una volta insieme, presente il nostro
Padre spirituale, Padre Defendente Bellotti, per una ragione
speciale: l’inaugurazione del Monumento dedicato alla
memoria dei Granatieri di Sardegna. E’ situato alle porte della
città di Monselice(Pd), ai piedi del colle Rocca. E’ un’opera
maestosa donata alla nostra Sezione dallo scultore Dott.
Carluccio Zangirolami che ci onora della sua partecipazione.
L’autore, ha costruito l’imponente statua del Granatiere
assemblando schegge di bombe della grande guerra 15-18,
che sono state raccolte sui campi di battaglia dell’Altopiano di
Asiago. Cito, il breve testo narrativo dello scultore Carluccio
Zangirolami che ha dato
“corpo monumentale
all’esperienza”: “Recuperare le schegge, dar loro nuova
forma ed espressione, è un po’ come recuperare la memoria
e la vita di quanti morirono in quella ormai lontana guerra”.
Noi, Granatieri dell’oggi, animati dall’amor patrio, ci siamo
uniti in questo simbolico luogo, a celebrare la memoria di
coloro che hanno dato la vita per la libertà. Essi, sono gli eroi
presenti tra noi che viviamo in continuità di spirito, nell’unità
sorprendente, in un mondo come il nostro abituato alla
divisione. Tutto ciò Accade nel vincolo dell’ideale che ci
sostiene, della forte testimonianza da tramandare ai giovani,
comunicata con la nostra presenza, con “la parola e l’opera”
del valente scultore, Dott. Carluccio Zangirolami.
Dove, ritrovare la Roccia del Granatiere, fondamento
granitico, segno dell’antico e nuovo eroismo, perchè fosse la
più degna, a supportare la scultura di tale peso e di tale
valore?
Una cava, ormai chiusa, che dista pochi Km. dal Monte
Cengio, ci offrì la Roccia che difese l’Altopiano di Asiago! E i
verdi prati, per non dimenticare, mostrarono le schegge che
poi diedero Corpo alla Statua del mitico e trasfigurato
Granatiere!
Ricordiamo commossi le gesta eroiche dei Granatieri Di
Sardegna, essi stesero la linea difensiva principale ai piedi
del Monte Cengio, nelle cui viscere era situato il Comando.
L’epica resistenza dei 6000 Granatieri si concluse drammaticamente con “IL SALTO DEI GRANATIERI” dal Monte
Cengio, e giù, giù, nell’abisso!!! Avvinghiati ai nemici, i
Granatieri saltarono nel baratro, il 3 giugno 1916, al grido:
VIVA L’ITALIA!
Alla fine dei combattimenti di CENGIO e CESUNA, i superstiti erano poco più di 1000.
“Gli Storici hanno affermato che i difensori del lembo
estremo dell’Altopiano di Asiago, hanno contenuto
l’offensiva austriaca fermando con il loro sacrificio l’invasione
della pianura vicentina.”
Riporto a testimonianza, la breve pagina del Diario di un
Granatiere del 1916. Egli descrive il gesto eroico incarnato
nello STILE DI VITA DEI GRANATIERI abituati al sacrificio.
“Io, ho fitta nella memoria incancellabile, una bandiera, e non
so ripensarla, senza sentirmi ancor oggi, l’animo sospeso!
Mai, avevo sentito con tanta commozione la SANTITA’ d’una
BANDIERA. La scortava il Sottotenente Carlo STUPARICH,
che il giorno dopo, per essa, si sacrificava” .
Oggi, è tempo di memoria, ben sapendo, che l’atto spontaneo, del più puro eroismo, può far parte della nostra vita
feriale, che ancora ci sorprende.
SI’ , Oggi, è tempo di memoria della nostra IDENTITA’
STORICA.
Il 1° Reggimento “ Granatieri di Sardegna, sorto in Torino il 18
aprile 1659, fu concepito dal Duca di Savoia, Carlo
Emanuele II. E’ il più antico reparto di tutte le forze armate
italiane. “I Bianchi Alamari”, posti sulle nostre giacche, sono
segno di fede, di dovere e di amore. “Lo Scudetto”, composto
da una croce rossa in campo bianco, rappresenta l’antica
Bandiera Sarda, sostituita nel 1848 dal Tricolore Italico. Al
centro, sta la granata in oro, disposta dal Ministero della
Difesa nel 1949. Le origini di tali segni si collegano alle
vicende storiche della Sardegna, da cui il nostro Corpo è così
chiamato: “Granatieri di Sardegna”. Sono figure epiche della
nostra storia che onoriamo, ne portiamo i segni dei bianchi
alamari e le speranze.
“Nel gran silenzio di quelle cime dell’Altopiano, di quei
boschi, di quelle rocce,
si ode ancora vibrare il fragore della lotta accanita degli eroici
Granatieri.”
Grande fu la fede!
Tenace fu il loro cuore
E salda, come questa roccia, la volontà.
Sempre protesa alla vittoria,
Che poi baciò i morti, i vivi, e le Bandiere!
VIVA I GRANATIERI!
VIVA L’ITALIA!
VIVA MONSELICE
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