APPUNTI del CORSO di TEORIA dei CIRCUITI 2 Stabilit`a e
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APPUNTI del CORSO di TEORIA dei CIRCUITI 2 Stabilit`a e
Università degli Studi di Trieste Facoltà di Ingegneria Laurea in Ingegneria dell’Informazione a.a. 2004/2005 APPUNTI del CORSO di TEORIA dei CIRCUITI 2 Stabilità e Biforcazioni docente: Stefano Pastore May 24, 2007 Contents 1 Stabilità Strutturale e Centre Manifold Theory 2 2 Biforcazioni Locali e Sentieri dei Punti di 2.1 Fold Bifurcation . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Hopf Bifurcation . . . . . . . . . . . . . . 2.3 Transcritical e Cusp Bifurcations . . . . . 2 3 3 4 Equilibrio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Biforcazioni dei Cicli Limite 4 4 La Mappa Logistica 5 1 1 Stabilità Strutturale e Centre Manifold Theory Consideriamo il sistema nonlineare autonomo di ordine n: ẋ = f (x) (1) dove f è una funzione vettoriale n-dimensionale. Diamo una definizione di stabilità strutturale per un sistema nonlineare di tal fatta: Un sistema è strutturalmente stabile se campi vettoriali sufficientemente vicini hanno un phase portrait equivalente. Se xQ è un punto di equilibrio di f , possiamo esprimere x come xQ + ξ, dove ξ è una perturbazione dello stato attorno al punto di lavoro. Quindi, sviluppando in serie di Taylor l’eq. (1) intorno a xQ , otteniamo una equazione lineare, detta variazionale: ξ˙ = fx (xQ ) ξ (2) dove fx (xQ ) è lo jacobiano di f calcolato in xQ . Se il punto xQ è asintoticamente stabile, ξ(t) deve tendere a zero come t → ∞; la condizione per questo è che la parte reale degli autovalori di J = fx (xQ ) deve essere negativa. Ora supponiamo che il sistema dipenda da un parametro µ. Al variare di µ, gli autovalori descrivono una curva nel piano complesso. Supponiamo che per µ = µ0 tutti gli autovalori del sistema siano nel semipiano negativo, cosı̀ che il sistema sia asintoticamente stabile, e facciamo crescere µ. Il sistema può perdere la stabilità tipicamente in due modi: 1. un autovalore reale attraversa l’asse immaginario; 2. una coppia di autovalori complessi coniugati attraversa l’asse immaginario. la prima transizione è chiamata fold bifurcation, ed è inerente a una perdità di rigidità, la seconda è chiamata Hopf bifurcation, ed è associata con uno smorzamento che passa da positivo a negativo, cioè ad una amplificazione. In entrambi i casi, posssiamo osservare che il sistema è strutturalmente instabile al punto di biforcazione, ed è precisamente in questi stati critici che un esame nonlineare deve essere affiancato alla analisi lineare della stabilità. Al variare di µ, anche i corrispondenti punti di equilibrio descrivono un sentiero nello spazio ndimensionale delle variabili di stato. Ci possiamo aspettare che questi sentieri abbiano delle proprità geometriche interessanti nei punti di biforcazione, ma è difficile visualizzarle in uno spazio n-dimensionale. Quindi è ragionevole cercare un sistema ridotto in dimensioni, che preservi tutte le proprietà qualitative del sistema n-dimensionale. Questa riduzione va sotto il nome di centre manifold theory, ed è supportata da un teorema, il centre manifold theorem. Supponiamo che un dato sistema abbia, in un punto critico, r autovalori con parte reale negativa, s autovalori con parte reale nulla e t autovalori con parte reale positiva. Gli autovettori associati con questi tre insiemi di autovalori producono tre distinti sottospazi. La teoria del centre manifold ci permette di vedere questi sottospazi come approssimazioni locali di manifolds invarianti che, in un certo senso, organizzano il phase portrait. Quindi la teoria del centre manifold riduce lo studio generale del flusso dei phase portraits allo studio del flusso di questi manifolds campione. 2 Biforcazioni Locali e Sentieri dei Punti di Equilibrio Si definisce punto di biforcazione ogni punto nello spazio dei parametri di controllo corrispondente a un campo vettoriale strutturalmente instabile. Questa definizione è del tutto generale, includendo biforcazioni locali statiche e dinamiche, come pure le biforcazioni globali del phase portrait. Consideriamo un sistema autonomo del II ordine, che ci permette di discutere di biforcazioni locali senza perdita di generalità, come stabilito nella sezione precedente dalla teoria del centre manifold. I casi possibili per i punti di equilibrio sono quelli visti nello studio dei sistemi lineari omogenei del II ordine. E’ facile vedere che i phase portraits strutturalmente instabili corrispondono a punti in cui si verifica un cambiamento di stabilità. 2 2.1 Fold Bifurcation Consideriamo il sistema n-dimensionale in un piccolo intorno del punto di biforcazione. Il campo vettoriale ridotto vicino a un fold (centre manifold) può essere espresso come: ẋ = µ − x2 (3) dove x è uno scalare. Ponendo ẋ = 0, troviamo una relazione quadratica tra il parametro µ e i punti di equilibrio xQ . Per la precisione, si ha che: √ xQ 1,2 = ± µ, µ≥0 (4) Uno dei due punti è stabile, mentre l’altro è instabile. Questa biforcazione è anche chiamata una saddle-node bifurcation e, per capire perchè, consideriamo un sistema del II ordine comprendente l’equazione (3) al suo interno. Il modo più semplice consiste nel costruire il seguente sistema: ẋ = µ − x2 (5) ẏ = −y Consideriamo i relativi phase portraits per µ = 0.5, µ = 0 e µ = −0.5, disegnati in Fig. 1(a). Notiamo come il punto stabile, convergendo verso l’asse immaginario, diventi instabile e poi sparisca. Questa biforcazione è molto comune in tutti i rami della matematica applicata, come la deformazione di una arcata poco profonda sottoposta a pressione. Notiamo pure che questa biforcazione è strutturalmente stabile. 2.2 Hopf Bifurcation Consideriamo l’oscillatore nonlineare di Van der Pol, senza termine forzante, di equazione: ẍ + α(x2 − 1) ẋ + ω 2 x = 0, |α| < 2ω (6) Possiamo scrivere l’equazione (6) sotto forma di sistema: ẋ = y ẏ = αy − ω 2 x − αx2 y Il punto di equilibrio è posto nell’origine, mentre lo jacobiano è: " # 0 1 JQ = −ω 2 α Gli autovalori sono: (7) (8) √ α2 − 4ω 2 (9) 2 Quindi, quando il coefficiente α passa da negativo a positivo, si ha una hopf bifurcation, a λ1,2 = √ −ω 2 . Quindi la biforcazione può essere associata alla sparizione del termine lineare di smorzamento. Se il termine monlineare fosse nullo, avremmo un oscillatore lineare instabile le cui oscillazioni crescono all’infinito. Il termine nonlineare ha proprio lo scopo di limitare la crescita delle oscillazioni. Si possono trarre le stesse conclusioni se il termine nonlineare è semplicemente f (x, ẋ) = ẋ3 . Considerando l’equazione: ẍ − µẋ + x + ẋ3 = 0 (10) λ1,2 = α± Il punto di equilibrio è nell’origine e si ha una transizione come µ cambia segno. I relativi phase portraits sono mostrati in Fig. 1(b). 3 2.3 Transcritical e Cusp Bifurcations Ci sono altre biforcazioni, chamate transcritical e cusp, manifestate in molti esempi fisici. Supponendo, per esempio, di bloccare un punto di equilibrio in x = ẋ = 0, per qualsiasi valore del parametro, si ottiene una transizione detta transcritica. La più semplice equazione per descrivere tale biforcazione è la seguente: ẋ = µ x − x2 (11) Due punti di equilibrio sono presenti per ogni µ, ed essi collassano per µ = 0. Il phase portrait del sistema aumentato aggiungendo ẏ = −y è mostrato in Fig. 2(a). Se il sistema ha una sua intrinseca simmetria, questo tipo di biforcazione non è più possibile, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione al sottospazio di campi vettoriali simmetrici con semplici sentieri di equilibrio. La biforcazione che ne risulta è la cusp (o forchetta), la cui equazione è: ẋ = µ x − x3 (12) Troviamo i punti di equilibrio. Si ottiene: √ (x2,3 = ±j −µ) µ < 0 ⇒ x1 = 0, µ = 0 ⇒ x1,2,3 = 0 (13) √ x2,3 = ± µ µ > 0 ⇒ x1 = 0, I relativi phase portraits si trovano in Fig. 29b). Per µ < 0, si ha un pozzo stabile. Come raggiungiamo µ = 0, le traiettorie sono attratte solo dalla y. Per µ > 0, due pozzi si sviluppano dall’origine, e il phase portrait è diviso in due parti dalla sella che si trova nell’origine. 3 Biforcazioni dei Cicli Limite Dopo i punti di equilibrio, la successiva più comune forma di comportamento ricorrente è il ciclo limite, di cui è possibile definire la stabilità. Il metodo migliore è basato sulla mappa di Poincaré, con il conseguente studio di sistemi dinamici dicreti, dette le mappe. Le mappe sono definite da una equazione alle differenze: xi+1 = F (xi ) (14) dove x è un vettore n-dimensionale e F è una trasformazione nonlineare. Questa mappa può rappresentare una mappa di Poincaré, dove i è l’indice del tempo che numera i successivi passaggi della traiettora periodica continua. Il periodo deve essere costante in un sistema forzato, mentre non è necessariamente costante in un sistema autonomo. Si può studiare la stabilità di una mappa mono-dimensionale, studiando la stabilità di un punto fisso, o di equilibrio. Supponiamo che xQ sia un punto fisso. Disturbiamo il sistema, che altrimenti resterebbe in quiete nel punto fisso, ponendo: x = xQ + ξ (15) Allora, supponendo che F sia sviluppabile in serie attorno a xQ : 1 1 Q 2 xi+1 = xQ + ξi+1 = F (xi ) = F (xQ + ξi ) = F (xQ ) + FxQ ξi + Fxx ξ + ... 2 2 (16) Scrivendo i coefficienti dello sviluppo in serie come A, B, C, . . ., e usando la condizione di equilibrio in xQ , si ottiene: ξi+1 = Cξi + Dξi2 + . . . (17) Considerando solo il termine lineare, se xii+1 è piccolo, si ha: Partendo dal punto iniziale ξ0 , si ha: ξi+1 = Cξi (18) ξi+1 = C i ξ0 (19) 4 Quindi il punto fisso è linearmente stabile se −1 < C < 1. Se −1 < C < 0 il disturbo decade con in modo oscillatorio, mentre se 0 < C < 1 decade con lo stesso segno di ξ. Se C > 1 il disturbo cresce monotonicamente, diverge, mentre se C < −1, il disturbo cresce in modo oscillatorio, in inglese flipping. Studiando le biforcazioni delle mappe, quindi aggiungendo un parametro alla mappa stessa, si può studiare la stabilità dei cicli limite. Si avranno biforcazioni, fold, flip, e altre ancora. 4 La Mappa Logistica Studiamo i fenomeni caotici nelle mappe. a tal fine, consideriamo le mappe logistiche, che intervengono nello studio della biologia delle popolazioni. La più semplice è: xn+1 = µxn (20) Chiaramente, se µ > 1, la popolazione diverge. Quindi la bisettrice del primo quadrante rappresenta il limite per la stabilità della mappa (Fig. 3(a)). Passiamo ora a una mappa nonlineare, quella propriamente chiamata logistica: xn+1 = µ xn (1 − xn ) (21) dove si suppone che il tasso di crescita cala come la popolazione cresce. La popolazione è normalizzata per stare nell’intervallo [0, 1] e il parametro di controllo è µ. Per µ ≤ 3 la popolazione evolve verso un unico punto di equlibrio stabile, che giace sulla bisettrice del primo quadrante(Fig. 3(b)). Il punto di equilibrio si trova risolvendo l’equazione: F (x) = x. Si trova: xQ = (µ − 1)/µ; la derivata di F in quel punto è: Fx (xQ ) = 2 − µ. Quindi il punto di equilibrio sarà stabile fino a µ = 3. Per µ = 3, la derivata (cofficiente C) diventa −1, per cui si ha una biforcazione, chiamata period doubling: il punto di equilibrio da stabile diventa instabile. in Fig. 3(c) vediamo il ciclo limite che si verifica. Ulteriori period doublings accadono come µ aumenta, fino a un valore di µ vicino a 4, dove si hanno delle orbite apparentemente non periodiche (Fig. (d)). Se analizziamo con più attenzione il comportamento della mappa per 3 < µ < 4, troviamo il il diagramma di biforcazione in Fig. 4, dove si ha in ascissa il valore del parametro µ e in ordinata il valore di x ottenuto dopo il transitorio. Si vede che dopo una serie di period doublings, arriviamo a un comportamento caotico, caratterizzato dalla completa aperiodicità del valore x ottenuto. 5 (a) (b) Fig. 1: (a) Fold: phase portraits. (b) Hopf: phase portraits. 6 (a) (b) Fig. 2: (a) Transcritical: phase portraits. (b) Cusp: phase portraits. 7 (a) (b) Fig. 3: Logistic map. Fig. 4: Diagramma di biforcazione per la mappa logistica. 8