L`inferno dantesco interpretato da Alberto Bolzonella
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L`inferno dantesco interpretato da Alberto Bolzonella
L’Inferno di Dante interpretato da Alberto Bolzonella Dante’s Inferno interpreted by Alberto Bolzonella La “Commedia’’ di Dante da sempre ha ispirato gli artisti di ogni nazione, che si sono cimentati a ripercorrere a fianco del sommo poeta il suo “viaggio” salvifico nell’aldilà. In questo percorso egli è accompagnato da tre guide d’eccezione, Virgilio allegoria della ragione, Beatrice che rappresenta la fede, San Bernardo da Chiaravalle, simbolo dell’ascesi mistica. La sua poesia, guidata dalla sola ragione lo aveva fatto smarrire nella “selva oscura”, ora egli ritrova la “strada” giusta per realizzare il suo duplice obiettivo, quello di salvare se stesso dimostrandosi capace di un’autocritica totale (la risposta ai Fiorentini che l’avevano condannato ingiustamente all’esilio o alla pena di morte se fosse caduto nelle loro mani e ai papi del suo tempo che lo avevano combattuto vanamente) e nel medesimo tempo quello di essere a sua volta una guida per i contemporanei perché potessero redimersi e arrivare all’“amor che move il sole e l’altre stelle”. Prima di Dante altri poeti avevano affrontato il tema del viaggio nell’aldilà, proponendo come protagonisti altri eroi, l’Ulisse omerico, l’Enea virgiliano, l’elevazione al cielo di cui parla San Paolo, ma le tre esperienze si erano limitate al tempo della storia, con una fugace divagazione nel mondo dei defunti, funzionale in ogni caso alla realizzazione della loro ricerca, mentre il poeta fiorentino fin dal primo verso della sua opera immortale si immerge nell’eterno e compie il suo “itinerarium mentis in Deum” in una dimensione che, mano a mano egli procede dall’“Inferno” al “Purgatorio” e al “Paradiso”, si fa sempre più sfumata ed eterea, entrando, nella terza cantica nella dimensione celeste, che solo “amore e luce ha per confine”. Dante’s Divine Comedy from time immemorial has inspired artists of every nation in their attempts to recreate, together with the “divine poet”, that “voyage” of salvation in the beyond. In this journey he is accompanied by three exceptional guides: Virgil as the allegory of reason, Beatrice who represents faith, and Saint Bernard of Chiaravalle, symbol of mystic yearning. Guided only by reason, his poetry had caused him to get lost in the “dark forest” but now he finds the “right road” leading to the realization of his dual objective: saving himself through a total self analysis (as answer to the citizens of Florence who had unjustly condemned him to exile or death if captured, and to the popes of his time who had in vain opposed him); at the same time Dante becomes a guide for all those who seek redemption, summed up in “the love that moves the sun and all the other stars”. Other poets before Dante had confronted themselves with the theme of the journey in the beyond, using as protagonists heroes such as Homer’s Ulysses, Virgil’s Aeneas or the assumption into heaven indicated by Saint Paul, but these experiences were limited by historical time with a fleeting detour in the world of the dead that served to the realization of their research, whereas the Florentine poet from the very first line of his immortal opus dives deeply in the “eternal” and accomplishes his “itinerarium mentis in Deum” (mental itinerary toward God) in a dimension that, unfolding step by step from “Hell” to “Purgatory” to “Paradise” becomes always more ethereal until entering, in the third cantico, in the heavenly dimension that has only “love and light as boundary”. This explains the fascination exercised by Dante across the centuries upon poets, artists, 21 Questo spiega il fascino che Dante ha avuto nel corso dei secoli su poeti, intellettuali, artisti e persone semplici, che sono stati attratti dalla sua poesia e dal tema fondamentale della sua ricerca, quello della “verità”, indipendentemente dalla filosofia di vita di ciascuno, dalla sua religione, dalla sua lingua: il suo messaggio è eterno e travalica i confini del tempo e dello spazio. Chiunque lo affronti, soprattutto i giovani, trova in esso un messaggio che vuole essere insieme di denuncia del male e di fiducia in una società più giusta e armonica, che vuole rappresentare la speranza verso un “così riposato, un così bello viver di cittadini, una così fida cittadinanza, un così dolce ostello”. Due anni fa una benemerita associazione di raffinati e capaci pittori padovani, l’Ars Tabulae Pictae, aveva prodotto una rassegna dell’“Inferno” di Dante, molto apprezzata sia in Italia che all’estero e rivolta al mondo dei giovani e alla scuola in particolare, perché gli studenti potessero recepire nel migliore dei modi l’attualità e il significato della poesia di Dante. Oggi il presidente dell’Associazione, Alberto Bolzonella, appassionato e valente pittore, cultore sopraffino della poesia di Dante, ci presenta un suo percorso di 48 tavole con l’interpretazione dei 34 canti dell’“Inferno”; la tecnica è quella raffinata e impegnativa dell’inchiostro di china con diversi colori e ogni disegno è accompagnato da una spiegazione. Ne deriva un’opera di grosso spessore culturale e di profondo significato, che coinvolge chi guarda sia per la tecnica usata sia per la capacità di rendere in pittura il significato “drammatico” del poeta del Trecento: è un dialogo fecondo a distanza di secoli, perché Bolzonella ha saputo immedesimarsi pienamente nel pensiero di Dante, da tutte le 48 tavole emerge il messaggio dell’autore, quello di condividere la denuncia del male di Dante in una società priva di valori positivi che assomiglia al mondo contemporaneo e quello di invitare l’osservatore a seguire senza esitazione lo stesso percorso del poeta fiorentino. È vero d’altra parte che delle tre cantiche in cui è diviso “il poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra” quella che ha incontrato il maggior interesse è l’“Inferno”, dove Dante ha 22 intellectuals and common people, all attracted by his poetry and by the fundamental theme of his search for “truth”, independent of one’s own philosophy of life, religion or language. His message is eternal and goes beyond the boundaries of time and of space. No matter who reads him, and especially young persons, will find in him both a condemnation of all evils and a declaration of trust and faith in a more equal and just society representing a hope toward “such a tranquil, such a lovely existence among citizens, such a trustful citizenship, such a sweet dwelling”. Two years ago a renowned association of refined and capable painters of Padua, the Ars Tabulae Pictae, had proposed an exhibit dedicated to Dante’s “Inferno”; much appreciated in Italy and elsewhere. It was particularly addressed to the young and to the classrooms so that the students could best understand the modernity and significance of Dante’s poetry. Now the president of that Association, Alberto Bolzonella, a passionate and talented painter and a exquisite interpreter of Dante’s poetry, presents his 48 paintings that interpret the 34 Cantos of the “Inferno”. The demanding and refined technique employs China ink in a variety of colors and each painting is accompanied by an explanation. The result is a work of profound cultural weight and significance; the observer is attracted by the technique used as well as by its ability to translate into images the “dramatic” meanings of the Florentine poet: it is a fertile dialogue across the centuries because Bolzonella totally succeeded in identifying himself with Dante’s thought. From every one of the 48 illustrations emerges the painter’s message, that of sharing Dante’s denunciation of evil with regard to a society devoid of positive values, so similar to today’s world, as well as inviting the observer to follow the same journey already delineated by the poet from Florence. It is true on the other hand that of the three cantica of “the sacred poem touched by the hands of heaven and earth”, the “Inferno” has aroused major interest because it is there that Dante describes with rare efficiency and raw realism (recreated, we underscore, by descritto con rara efficacia e crudo realismo (rivissuti, lo ripetiamo, da Bolzonella) ogni perversione dell’uomo, spaziando da par suo in ogni forma di espressione e di linguaggio, passando dal blasfemo all’eccelso a seconda dei personaggi e delle situazioni raffigurate e cambiando a seconda dei casi anche la tecnica stilistica, suscitando nel lettore le reazioni più diverse, dalla pietà all’ammirazione, dallo sdegno alla partecipazione, dalla condanna all’immedesimazione nelle situazioni dei dannati. Il tutto viene visto nell’ottica dell’autoanalisi, per cui ogni personaggio (come del resto sarà anche per il “Purgatorio” e il “Paradiso”) può essere visto come una “figura” del poeta stesso in tutto o in parte o come contraria. Dante cioè “misura” se stesso e la sua condizione di uomo a contatto con i “magnanimi” (Paolo e Francesca, i grandi poeti, filosofi e uomini politici dell’antichità e del suo tempo nel “Limbo”, Farinata degli Uberti, Cavalcante Cavalcanti, Pier della Vigna, Brunetto Latini, Ulisse, il conte Ugolino) e con lo squallore della decadenza morale (gli Ignavi, Ciacco, Filippo Argenti, i tre papi Nicolò II, Bonifacio VIII, Clemente V) e della bestialità assoluta (Vanni Fucci). Per non parlare delle potenti figure dei diavoli, la maggior parte dei quali è ricavata dalla mitologia classica e dalla storia antica, ma che è anche inventata dalla fertile fantasia del poeta. Demoni che cercano invano e impotenti di opporsi al viaggio di Dante, ma che devono arrendersi perché “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”: Caronte, Cerbero, Minosse, Pluto, Fegias, Gerione, ma anche i diavoli di Malebranche: Malacoda, Barbariccia, Graffìacane, Ciriatto, Cagnazzo, Alichino, Calcabrina, Farfarello; fino a Satana, bloccato per l’eternità nel punto più lontano da Dio, il centro della terra, un enorme e orripilante gigante, anch ’egli uno e trino come il Sommo Bene, ma che è espressione dell’impotenza, dell’ignoranza e dell’odio in contrapposizione alla potenza, alla sapienza e all’amore proprie del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Lucifero che è costretto, suo malgrado, ad essere strumento finale dell’uscita di Dante e Virgilio dal regno della dannazione per ritornare “a riveder le stelle”. Bolzonella) every human perversion, using every possible form of expression and of language, and moving from the blaspheme to the sublime, depending on the characters and situations described, and changing when needed even the stylistic techniques. All this elicits in the reader a variety of reactions, from piety to admiration, from indignation to participation, from condemnation to self-identification with the sufferings of the damned. Everything is seen with the perspective of auto-analysis, wherein each character (the same applies to “Purgatory” and “Paradise”) can be viewed as an “image” of the poet himself in whole or in part, as well as the contrary. Dante “measures” himself and his human condition in contact with the “good persons” (Paolo and Francesca, the great poets, philosophers and politicians both ancient and of his time in “Limbo”; Farinata degli Uberti, Cavalcante Cavalcanti, Pier della Vigna, Brunetto Latini, Ulysses, the count Ugolino); with the squalid moral decadence (the Slothful, Ciacco, Filippo Argenti, the three popes Nicholas II, Boniface VIII, Clement V) and with absolute bestiality (Vanni Fucci). Not to mention the powerful figures of the demons, most of them drawn from classic mythology and ancient history but also invented by the fertile imagination of the poet. Impotent devils who try in vain to block Dante’s journey but who are forced to desist because “it is thus ordered where it is willed and commanded”: Caronte, Cerbero, Minosse, Pluto, Fegias, Gerione. But also the devils of Malebranche: Malacoda, Barbariccia, Graffiacane, Ciriatto, Cagnazzo, Alichino, Calcabrina, Farfarello; all the way to Satan blocked for eternity in the place farthest from God, that is at the center of the earth: a huge, horrifying three-headed giant as a perversion of the Holy Trinity because he is the indelible expression of impotence, ignorance and hatred which are the opposite of the power, wisdom and love pertaining to God the Father, the Son and the Holy Spirit. That same Lucifer is obligated, against his will, to be the final instrument ensuring the exit of Dante and Virgil from the reign of the damned enabling them “again to see the stars”. 23 Certamente la fantasia dei giovani, ai quali soprattutto è dedicato il lavoro di Bolzonella, non avrà bisogno di ulteriori stimoli per capire e immaginare le caratteristiche dei personaggi e dei luoghi infernali, ma siamo convinti che il dialogo tra il poeta, l’artista e gli studenti sarà solo positivo perché tutto quello che riguarda la Cultura (sì, quella con la maiuscola) risponde pienamente all’idea che è alla base della “Commedia cioè che l’uomo impari a conoscere se stesso secondo la logica della maieutica socratica. Dante nel suo viaggio vuole scoprire e trasmettere il vero significato del termine “verità”: egli è un uomo solo, un “exul immeritus”, condannato e perseguitato ingiustamente, costretto alla povertà e all’esilio, “mendicando sua vita a frusto a frusto”. Ed egli reagisce con coraggio e coerenza, dimostrando, secondo l’insegnamento di San Francesco che aveva imitato Cristo, che egli abbracciando la povertà non rinuncia a niente, perché “vuole tutto”, egli rovescia la logica tradizionale, perché Madonna Povertà è una donna stupenda, che soprattutto ha un vantaggio inestimabile, quello di rendere l’“uomo libero” in senso assoluto. E un “uomo libero”, ieri come oggi, è pericoloso per il “sistema”, perché ragiona con la sua testa, senza condizionamenti di sorta. E Bolzonella da parte sua ha capito perfettamente la lezione di Dante e anche di questo dobbiamo essergli grati Niente e nessuno può bloccare Dante nel suo “viaggio” di purificazione e di redenzione; anche il poeta sulla sommità della montagna del Purgatorio approderà a questa verità, quando Virgilio, congedandosi da lui per lasciare il suo ruolo di guida a Beatrice, gli dirà guardandolo fisso negli occhi: “libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno, per eh ’io te sovra te corono e mitrio”. Giuseppe Iori Vice Presidente della Società Dante Alighieri – Comitato di Padova Vice President of the Dante Alighieri Society – Padua Chapter 24 Surely the young persons’ imagination, to whom the paintings of Bolzonella are particularly addressed, will not need additional stimulation in order to understand and elaborate the characteristics of those infernal figures and places, convinced that the dialogue between poet, painter and students will be positive because everything that regards Culture (yes, the one with the capitol “C”) fully corresponds to the idea that forms the basis of the “Divine Comedy” – that man should learn to know himself according to the logic of Socratic teachings. In his journey Dante desires to discover and transmit the pure meaning of “truth”. A man all alone, he is an “exul immeritus” (an unmerited exile), unjustly condemned and persecuted, forced into poverty and exile, “begging for his survival from shabbiness to shabbiness”. He responds with courage and coherence, showing (following the teachings of Saint Francis of Assisi who had imitated Jesus) that by embracing poverty one does not renounce anything because “it wants all”; he thus turns upside down the traditional logic since Lady Poverty is a splendid woman who has a priceless advantage: that of rendering a man “free” in the most absolute of terms. And a “free man”, then as well as now, is dangerous for “the system”, because he reasons with his own mind, without being conditioned. Bolzonella has perfectly understood Dante’s lesson and for this also we must be grateful. Nothing and no one can arrest Dante on his journey toward purification and redemption. The poet himself on the summit of the mount of Purgatory will grasp this truth when Virgil, his task as guide concluded, stares him straight in the eyes and says: “free, straight and healthy is your will, and do not kill it with common sense, because I stand in guard over you”1 before turning him over to Beatrice. This is a paraphrase of the original, which is untranslatable in it’s meaning and beautiful assonanze; the original merits to be cited: “Libero, dritto e sano è il tuo arbitrio,/ e fallo fora non fare a suo senno,/ per ch’io te sovra te corono e mitrio”. 1